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This document provides an overview of American design in the period from 1900 to 1929. It explores the influence of key figures like Henry Ford and Frank Lloyd Wright, as well as the rise of industrial design and its impact on consumer products.

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USA (1900-1929) Gli USA non parteciparono all’Esposizione di Parigi del 1925 → non c’è design moderno in America che sia possibile esporre: “Noi non abbiamo tradizioni artistiche tranne quelle della madrepatria”. Ma nel 1929, le cose cambiarono rapidamente: fu fondato il Museum of Modern Art a NY,...

USA (1900-1929) Gli USA non parteciparono all’Esposizione di Parigi del 1925 → non c’è design moderno in America che sia possibile esporre: “Noi non abbiamo tradizioni artistiche tranne quelle della madrepatria”. Ma nel 1929, le cose cambiarono rapidamente: fu fondato il Museum of Modern Art a NY, il Rockefeller Center a NY e la Cranbrook Academy. - Grande sviluppo e prosperità degli Stati Uniti soprattutto dopo la fine della Prima Guerra Mondiale - Fordismo e funzionalismo: teoria del «pochi modelli di lunga durata» (lavorare in modo funzionale, per produrre di più in modo più veloce → PIL +40%, dividendi +108%, salari operai +33% - Portentosa produzione Industriale grazie a: 1.​ impiego massiccio di macchinari 2.​ enorme capacità al produzione 3.​ elevati tassi di produttività 4.​ crescita della produzione di serie 5.​ vendita a rate - Auto private passano da 8 a 23 milioni - Nel 1925 si comprano a rate 2/3 del mercato del mobilio, cucine a gas, automobili, pianoforti, lavatrici, macchine per cucire, frigoriferi, fonografi, aspirapolvere, radio: furono i primi ad usare le rate NB→ usano materiali di basso costo, di facile lavorazione (plastiche) e che permettevano alle macchine di produrre oggetti in modo semplice TIPIZZAZIONE DELL’OGGETTO: inventano le taglie delle scarpe (non più su misura) OGGETTI TECNICI -​ carrozze-letto di Pullman -​ macchina per cucire Singer -​ lampadina di Edison HENRY FORD (1863-1947) 1863 nasce a Dearborn 1888 si trasferisce a Detroit e lavora per la Edison Nominating Company di Thomas Alva Edison 1896 progetta la sua prima autovettura con motore a combustione interna (su brevetto Benz-Daimler) 1899 fonda la Detroit Automobile Company 1903 fonda la Ford Motor Company (200.000 dipendenti) 1908 progetta la model T (15 milioni di esemplari dal 1908 al 1927) 1927 prototipo della Hemp Body car, auto interamente realizzata in fibre di canapa (mai messa in commercio) 1938 Adolf Hitler lo insignisce della Gran Croce del Supremo Ordine dell'Aquila Tedesca 1938 lascia la direzione della Ford al figlio Edsel 1947 muore a Detroit «Ogni giorno, in passato accarezzavo l’idea di un modello universale» THE UNIVERSAL CAR, LA FORD T (1908) 1903: Ford Motor Company: avvia la produzione di macchine economiche prodotte in serie 1908: Model T: modello unico pensato per durare nel tempo (prodotta dal 1908 al 1927) e come primo modello costruito con parti intercambiabili e catena di montaggio su nastro trasportatore 1914: viene introdotta la catena di montaggio negli stabilimenti - colore nero - prodotta in serie in 12h - pensata per avere pezzi di ricambio “La domanda è questa: è meglio sacrificare l’artisticità all’utilità, oppure l’utilità alla bellezza? Quale sarebbe ad esempio la funzione di una teiera, dove il beccuccio, per un intervento artistico, non consentisse di versare il tè? O quella di una vanga, Il cui manico riccamente ornato ferisse la mano di chi la usa? Un’automobile è un prodotto moderno, e deve essere costruita non per rappresentare qualcosa, ma per poter prestare il servizio per cui è prevista” LA GRANDE CRISI DEL 1929 Brusco e inaspettato periodo di depressione: - mercato incapace di assorbire l'enorme massa di merci prodotte - grande capacità di produzione non soddisfatta dal mercato, che si ferma - «Noi non abbiamo tradizioni artistiche se non quelle della madrepatria»: gli USA non partecipano all'Expo di Parigi del 1925 - 1927 Ernest Calkins, imprenditore, conia il termine di Industrial Design LA RIPRESA: ROOSEVELT E IL NEW DEAL Iniziative di ripresa e di stimolo del mercato: -​ 1925 nasce la Cranbrook Academy diretta da Eliel Saarinen -​ 07/11/1929 nasce il museo MOMA fondato sulle The Daring Ladies (Abby Rockefeller, Mary Queen Sullivan, Lillie Plummer Bliss) -​ 1931 viene costruito il Rockefeller Center (progetto Raymond Hood): fiorisce rapidamente il Deco in tutta la nazione -​ 1937 nasce AMA Association American Marketing: nuove tecniche di promozione delle merci →implementata la vendita a rate, la pubblicità sui giornali e alla radio, sviluppo dei supermercati (progetto di nuovi oggetti utili per questi spazi), sviluppo del packaging per riconoscere le merci sugli scaffali, potenziamento del settore automobilistico e dei trasporti -​ 1938 nasce a Chicago TADI American Design Institute FRANK LLOYD WRIGHT (1867-1959) Aveva espresso interesse per l’artigianato (assemblaggio di componenti semplici prodotte artigianalmente); ma era anche a favore della tecnica, sostenendo che quelle componenti semplici potevano essere prodotte più facilmente a macchina LA CASA SULLA CASCATA “Si libra sopra una cascata, tra le colline della Pennsylvania, incastrandosi alla formazione rocciosa. Apoteosi dell’orizzontalità, con gli sbalzi impressionanti del soggiorno e delle terrazze” opera totale per famiglia Kaufmann inserita nella natura con i suoi oggetti, le grandi vetrate e l’interno che, con i muri in pietra grezza e pavimenti lastricati, evoca l’atmosfera di una caverna arredata ARCHITETTURA ORGANICA STREAMLINING o streamline - stile seguito dagli americani, rimanda alla velocità, stile della goccia, aerodinamico - si studiano le navi, si ricerca un modello che riuscisse a fendere l’acqua: ideate per sperimentare gli effetti della velocità sui dirigibili, sulle carrozze degli aerei, poi dei treni e delle auto - gli oggetti vengono ripensati per sfruttare meglio la loro aerodinamicità NB→ lo stile aerodinamico diventa l’immagine simbolica della velocità, cuore della nuova modernità “Erano gli anni della depressione, l'inizio degli anni trenta, quando la paralisi economica afferrò il paese. I prodotti industriali assolvevano il compito per il quale erano stati pensati, ma uscivano dalle catene di produzione con una stagnante monotonia. Quando gli affari andarono a picco, le varie aziende incominciarono la concorrenza del prezzi. Ma intanto, alcuni industriali più avveduti erano riusciti a capire che, per risolvere il loro problema, si doveva perfezionare il servizio dei prodotti, renderli più convenienti per il consumatore e allo stesso tempo migliorarne l’aspetto” Diagramma comparativo dell'efficienza aerodinamica fra diverse figure geometriche. Il coefficiente aerodinamico più basso evidenzia la forma a goccia come quella a minor resistenza NB→ L’obiettivo degli industriali diventa sconfiggere la “monotonia” dei prodotti, migliorandone l’aspetto esteriore, rendendoli più attraenti per i consumatori. Si formano progressivamente i grandi studi e in generale si sviluppa il design come professione. Se nella seconda metà del 1800 era apparsa una prima generazione degli oggetti tecnici, ora subentra una nuova generazione di oggetti basata sull’evoluzione tecnologica e sulla capacità dei grandi designer di dare a essi nuova immagine e insieme nuove capacità prestazionali KODAK (Bantam Special): idea di rendere veloce e scattantante Rivestita in lacca protetta da sottili strisce di metallo AIRFLOW (CHRYSLER) soppianta la Ford T, la CHRYSLER produce macchine di moda di quegli anni Le macchine iniziano ad avere un proprio nome e a diversificarsi DYMAXION: a 3 ruote, più lunga per rendere l’aria e che ci potessero stare più persone CLIPPER (WALLACE MERLE BYAM): è una roulotte, venduta a rate, fatta in alluminio (leggera, veloce, per fendere l’aria), si poteva costruire a casa. Risponde a una tradizione americana RAYMOND LOEWY (1893-1986) 1893 nasce a Parigi 1919 alla fine della 1GM (aveva partecipato) si trasferisce negli USA / lavora come vetrinista per Macy’s / collabora con Harper’s Bazar e Vogue, realizza illustrazioni pubblicitarie 1929 ottiene la commissione per il re-design della macchina copiatrice Gestetner 1930 collabora con Sears, Roebuck & Co e riceve l’incarico per disegnare un nuovo frigorifero 1936 disegna il Coldspot e apre un secondo studio a Londra 1937 ottiene un contratto con la Pennsylvania Railroad per lavorare all’ammodernamento delle ferrovie 1938 ottiene la cittadinanza americana DUPLICATORE MODEL 66 non cambia il meccanismo (non gli interessa), ma pensa che se una macchina è più bella la si venderà di più: compatta e ridimensiona e la rende una cassettiera più da ufficio, la ridimensiona “Tra 2 prodotti di prezzo, utilizzo e qualità uguali, quello che avrà un aspetto migliore si venderà di più” FRIGORIFERO COLDSPOT (1936) - design inteso come strumento al servizio delle vendite - binomio razionalizzazione/ elettrificazione pensa anche all’interno: un grande sportello e lo divide a piani 5/6 modelli di dimensioni diverse non lo innova dal punto di vista tecnico → con motore interno, scatola metallica arrotondata e laccata bianca con maniglia e cerniere cromate che diventano essenziali decorazioni 1934 1936 “Una scatola da scarpe verticale dalle proporzioni “Coldspot, un frigorifero lussuoso e conveniente, nuovo nel sbagliate, decorata con un labirinto di modanature e disegno, moderno e aerodinamico. È una tappa pannelli, appollaiato su gambe sottili, con una chiusura nell'evoluzione verso la perfezione" scadente” LOCOMOTIVA S1, PENNSYLVANIA RAILROAD (1938) sembra un missile PACCHETTO E LOGO LUCKY STRIKE (1940) ridimensiona le sigarette (prima lunghe e femminili) / prima pacchetto morbido, ora più duro ricrea logo: assomiglia molto alla bandiera giapponese (fa vincere l’America sul Giappone) AUTOBUS E LOGO GREYHOUND (1954) (questa azienda gli chiede di ridimensionare il marketing in modo che tutti la riconoscano) Logo: levriero Sfrutta parte alto bus: più comodo per il viaggio e in modo che potessero guardare fuori, zona di élite LOGO E BOTTIGLIETTA DELLA COCA-COLA (1954) inizialmente venduta in farmacia come bibita per digerire (la vuole far uscire dall’ambito medico) Bottiglietta: sembra un corpo femminile Pensa a piccoli frigoriferi portatili + aggiunge logo (per far vedere a tutti qui dentro c’è la coca-cola, la bevo) SHELL lavora al logo, oggi si è tolto la scritta shell Astrazione, in modo che tutti lo possano riconoscere LIVREA AIR FORCE ONE (1962) aereo di stato di Kennedy (Era un designer che non lavorò solo per un'unica azienda) NB → cercava il sogno americano, guarda il brand e l’identità dell’azienda HENRY DREYFUSS (1904-1972) 1904 nasce a New York 1923 disegna costumi e scenografie per lo Strand Theater di NY ed è consulente per Macy’s 1929 apre il suo studio di design a NY 1937 progetta il telefono Model 300 per la Bell Telephone Company 1938 disegna la locomotiva Century Limited per la NY Central Railroad 1947 lavora per Hoover, RCA American Airlines, Polaroid, AT&T 1950 fonda la Society of Industrial Design ed entra nel consiglio di facoltà della California Institute of Technology 1955 scrive “Design for People“, autobiografia con le sue 2 scale antropometriche Joe e Josephine 1961 pubblica ”The Measure of Man“, trattato di ergonomia 1972 muore suicida con la moglie a Pasadena NB → cercava di risolvere un problema. I designer in America si approcciano più dal punto di vista di esperti di comunicazione BELL TELEPHONE e western Electric Company concepito come apparecchio poco ingombrante, adatto tanto all’uso domestico che in ufficio, e perciò ridotto agli elementi essenziali è un unico pezzo che si potesse telefonare anche seduti, e ridimensionato MODELLO POLAROID: apribile e chiudibile in modo che non si rovini HOOVER MOD 150 e CONSTELLATION 82: aspirapolvere Nell’America degli anni ‘30 sono più di uno i centri che propongono i nuovi scenari dell’arte, dell’architettura e del design elaborati in Europa, in definitiva le avanguardie europee. Primo fra tutti il MoMA (the Museum of Modern Art) di NY, istituzione dedicata a far apprezzare alla gente l’arte moderna; è diretta da Alfred H. Barr, che organizza una serie di mostre sull’architettura e il design ↴ 1.​ Modern Architecture: international exhibition (1932): fa conosce l’architettura razionalista (architettura del ferro, del cemento e delle grandi vetrate, dai tetti piani e dalle forme geometriche elementari) 2.​ Machine Art (1934): la produzione in macchina può dar vita ad oggetti esteticamente e prestazionalmente corretti 3.​ Bauhaus (1938): curata dallo stesso Gropius CRANBROOK ACADEMY OF ART (dal 1925) Scuola aperta all’inizio degli anni 20 promossa dal magnate George BOOTH, la scuola nasce come comunità progettante si può esprimersi in maniera più libera ELIEL SAARINEN (padre di Eero) vi insegna, progetta il campus e in seguito divenne direttore nel 1932 “Non è una scuola d'arte nel senso ordinario. È un posto di lavoro per i creativi” ↓ EERO SAARINEN (1910-1961) 1910 Nasce a Kirkkonummi, Finlandia (figlio di Eliel) 1929 Studia scultura presso l’Académie de la Grande Chaumière di Parigi 1934 Si laurea in architettura all’Università di Yale di New Haven 1935 Viaggia in Europa con una borsa di studio di Yale 1936 Rientra negli USA, insegna alla Cranbrook 1940 Con Charles EAMES vince la Industrial Design Competition for the 21 American Republic (Organic Design in Home Furniture) al Moma di NY 1947 Costruisce il Gateway Arch (arco della porta) di St. Louis 1955 Realizza il centro tecnico della General Motors in Michigan (influenza di Mies Van der Rohe) 1958 Yale Hockey Rink di New Haven 1961 Terminal TWA dell’aeroporto J. F. Kennedy di NY (terminato postumo: muore per tumore cerebrale a 51 anni) lavora per tutta la sua vita per la KNOLL CHATLES EAMES (1907-1978) 1907 Nasce a St. Louis, Missouri 1930 Apre il suo studio di architettura con Charles M. Gray 1936-38 Realizza casa Meyer 1938 Vince una borsa di studio alla Cranbrook Academy of Art (Michigan) offerta dal direttore della scuola Eliel Saarinen 1939 Ottiene una cattedra al dipartimento di design della Cranbrook 1940 Diviene direttore del dipartimento di design della Cranbrook / con Eero Saarinen vince la Industrial Design Competittion for the 21 American Republic (Organic Design in Home Forniture) al Moma di NY 1941 Sposa Ray (Berenice Alexandra) Kaiser e si trasferisce con la moglie a LA 1945 Costruisce casa Saarinen e casa Entenza (con Saarinen) per il Case Study Program RAY EAMES (1912-1988) 1928 Nasce a Sacramento, California 1937 Studia al Bennet College di NY. e prosegue gli studi di pittura alla Hans Hofmann School of Fine Arts 1940 Si iscrive alla Cranbrook Academy of Art (Michigan) 1941 Sposa Charles EAMES e si trasferisce con il marito a LA 1960 Vince con Charles l’Emmy Award (Graphics) 1979 Vince con Charles la Queen’s Gold metal for Architecture lei è più artista; entrambi adorano la sperimentazione: nuovi materiali come le fibre sintetiche “Do more with less. Design is a method of action” FLORENCE KNOLL (1917-2019) 1917 Nasce a Saginaw (Michigan) 1932 Studia alla Cranbrook Academy e gira l’Europa con la famiglia Saarinen (conosce Alto, Wright e Le Corbusier) 1935 Studia all’Architectural Association (più antico college) di Londra 1936 Torna in America, studia ad Harvard con Breuer e Gropius come insegnanti 1937 Studia alla Illinois Institute of Technology con Mies Van Der Rohe 1941 Entra nello studio di architettura di Breuer e Gropius a NY 1943 Conosce Franz Knoll e dopo poco entra a far parte dell’azienda Knoll 1946 Sposa Hans Knoll e insieme gestiscono l’azienda ribattezzata Knoll Associates 1955-65 Gestisce da sola l’azienda dopo la morte accidentale del marito 1961 Vince la Gold Medal for Industrial Design from the American institute of Architects 2019 Muore a 101 anni Diventa l’anima della ditta Knoll: la gestisce con il marito (produce anche suoi oggetti). La ditta Knoll no ha stile unico, ma più oggetti di diversi designer con stili diversi 1940 MOMA: ORGANIC DESIGN IN HOME FURNISHINGS Lo scopo della mostra era: “Un progetto può essere definito organico quando esiste un'organizzazione armoniosa delle parti all'interno dell'insieme, secondo struttura, materiale e scopo. All'interno di questa definizione non possono esserci ornamenti vani o superflui, ma la parte della bellezza non è meno importante: nella scelta ideale dei materiali, nella raffinatezza visiva e nell'eleganza razionale delle cose destinate all'uso" mostra l’influenza dall’international style ↓ fu vinto da C. EAMES & E. SAARINEN: il primo porta la parte più razionale (da Le Corbusier), il secondo porta linee morbide, ospitali (veniva dai paesi scandinavi) Vincono l’arredamento di un soggiorno basato su una panca che corre lungo le pareti su cui poggiare mobiletti, cuscini, libri, radio,... Consente di lasciar libera gran parte dello spazio per una vita comoda e informale Questi 2 in seguito creano nel 1940 → ORGANIC CHAIR : poltroncina da lettura forme scultoree / imbottitura in schiuma poliuretanica, scocca in legno o laminato, rivestimento in tessuto, gambe in frassino o rovere / si iniziò a produrla 10 anni dopo (1950) → ORGANIC HIGHBACK : poltroncina da lettura con schienale scocca in laminato, imbottitura in schiuma poliuretanica, rivestimento in tessuto, gambe in frassino o rovere / schienale allungato / braccioli più ampi e lunghi della sedia (cercano di ridurre l’imbottitura, molto dura, e scocca) PRODOTTI DI CHARLES & RAY EAMES → SOSTEGNI PER ARTI : stecca per appoggiare la gamba, usando gli scarti del legno Sperimentano il legno: PLYWOOD (modello di aeroplano, chiamato Model Plywood Division fatto in compensato: è un trampolino di lancio per usare altri materiali) Piegano il legno e lo ricompongono attraverso una macchina (non solo sedute, anche sculture) EAMES ELEPHANT TOY (1945) gioco a dondolo (non lo è), in origine in compensato (multistrato) sagomato in 2 pezzi, oggi anche in materiale plastico (polipropilene tinto in massa, finitura opaca) PLYWOOD GROUP (1945-1946) è una serie di sedute in legno e alcune in tubolare metallico Quella in tubolare in 3 pezzi (2 in legno e la struttura un tubolare + tappi in fondo per rumore), si potevano cambiare i pezzi. Struttura ergonomica LCW (Lounge Chair Wood), 1946 - schienale/sedile in legno multistrato modellato con impiallacciatura in frassino o noce - imbottitura sottile in schiuma, rivestita in pelle o in pelle di vitello - basamento in legno multistrato modellato con la stessa impiallacciatura dello schienale e del sedile DCW (Dining Chair Wood), 1946 - schienale/sedile in legno multistrato modellato con impiallacciatura in frassino o noce - basamento in legno multistrato modellato con la stessa impiallacciatura dello schienale e del sedile - sedile e schienale fissati alla base con giunti ammortizzanti (raccordi in gomma e metallo) LCM (Lounge Chair Metal), 1946 - struttura in tubolare d’acciaio cromato - 2 elementi in legno raccordati dalla struttura in tubolare - congiunzioni elastiche di gomma - seduta e schienale in compensato modellato ergonomicamente sul modello della forma umana DCM (Dining Chair Metal), 1945-46 - basamento/ struttura in tubolare d'acciaio cromato o verniciato a polvere (anche su pattini per moquette) - 2 elementi in legno multistrato raccordati dalla struttura in tubolare - congiunzioni elastiche di gomma e metallo per fissare seduta e schienale 1948 MOMA: INTERNATIONAL COMPETITION FOR LOW-COST FURNITURE DESIGN Lo scopo della mostra era: “Per soddisfare i bisogni della stragrande maggioranza delle persone dobbiamo avere mobili adattabili a piccoli appartamenti e case, mobili ben progettati ma dal prezzo moderato, comodi ma non ingombranti, e che possono essere facilmente spostati, immagazzinati e curati; in altre parole mobili prodotti in serie progettati e realizzati per soddisfare le esigenze della vita, della produzione e del merchandising moderni” ↓ fu vinta da CHARLES & RAY EAMES con il FIBERGLASS CHAIRS: struttura in tondino di metallo, guscio stampato in polietilene rinforzato con fibra di vetro (scocca costituita da un solo pezzo e pensata di stare su sostegni diversi in base ad esigenze diverse), giunture in gomma, concept di basamenti vari NB→ poliestere rinforzato in fibra di vetro tinto in massa (fibra di vetro). Proprio come i primi modelli, le scocche odierne in fibra di vetro sono leggermente trasparenti in alcuni colori LA CHAISE, 1948 (chaise longue) - scocca in resina poliestere laccata composta da 2 gusci - basamento in tubolare di acciaio cromato, piedini a croce in rovere massello - prodotta solo a partire dal 1991 da Vitra - icona del design organico NB → può essere sia una doppia seduta sia una chaise longue. Ricorda una divinità sdraiata su un triclinio CASA EAMES usata come casa loro e mostra WIRE CHAIR, 1951 - scocca in filo di acciaio saldato - con o senza imbottitura, staccabile tutta in tubolare, simile alla torre eiffel HOUSE OF CARDS, 1952 (gioco per bambini) - carte dai bordi dentellati incastrabili una con l’altra - sulle superfici si alternano pattern astratti, immagini di oggetti quotidiani, artefatti esotici, elementi scientifici - le immagini sono da associare liberamente in costruzioni minimali “I giocattoli non sono così innocenti come sembrano. Giocattoli e giochi sono precursori di cose serie” HANG IT ALL, 1953 - telaio in filo di acciaio verniciato - sfere in legno laccato in vari colori LOUNGE CHAIR WITH OTTOMAN, 1956 - sedile e schienale in multistrato curvato, varie impiallacciature a vista - imbottitura con cuscino rimovibile (tramite bottoni), rivestimenti in pelle o tessuto sfoderabili - braccioli imbottiti, rivestimenti sfoderabili in pelle o tessuto fissati alla scocca del sedile e dello schienale con giunti ammortizzati (raccordi in gomma e metallo) - basamento a 5 razze in alluminio pressofuso - pattini rigidi per moquette, con inserto in feltro per pavimenti rigidi NB→ ritorno al legno e imbottitura: 3 scocche di legno messe insieme dalla struttura in metallo “I dettagli non sono dettagli. Sono l’essenza del progetto” “I cuscini in pelle hanno delle rughe già dall’inizio, ma questo è un indizio che annuncia il comfort a venire, come l’aspetto caldo e ricettivo di un guantone da prima base ben usato” DAL (La Fonda arm chair), 1961 - scocca in fibra di vetro - sedile imbottito con schiuma di poliuretano, rivestito in pelle o tessuto - basamento in metallo NB→ create per un ristorante a New York (La fonda del Sol) ALUMINUM CHAIRS EA, 1958 - basamento a 4 razze in alluminio pressofuso cromato - sedile e schienale: materiale di rivestimento in tessuto Hopsak a rete o imbottitura con nervature orizzontali saldate ad alta frequenza in tessuto o pelle What is design, 1969→ mostra progettata da Charles e Ray Eames a Parigi; presentano un diagramma concettuale del processo di design. “A plan for arranging elements in such a way as to best accomplish a particular purpose” (a loro interessavano di più gli elementi) VITRA CAMPUS ARCHITECTURE azienda in Germania dove producono ed espongono tutti i pezzi di design (Vitra museum: è una sorta di magazzino) PRODOTTI DI EERO SAARINEN WOMB CHAIR, MOD. 70, 1946 (poltrona) - struttura in tubolare di acciaio sagomato - scocca in fibra di vetro stampata - imbottitura e rivestimento in tessuto - cuscini rimovibili in schiuma di lattice - giunture mobili in nylon «È il tentativo di raggiungere un comfort psicologico, creando un grande guscio avvolgente in cui ci si possa rannicchiare e raccogliere le gambe (cosa che le donne sembrano amare moltissimo)» TULIP CHAIR & ARMCHAIR, 1957 (seduta) - sostegno a stelo in alluminio fuso rivestito di plastica che si allarga alla base distribuendo il peso - guscio rinforzato con fibra di vetro stampata e braccioli integrati - cuscino rimovibile in lattice ricoperto di tessuto «Se il problema da risolvere è quello di creare una seduta, la soluzione si troverà nella comprensione del modo in cui essa si mette in relazione all’ambiente che la ospiterà. Le sedie moderne, con guscio a conchiglia e quelle gambe a bastoncino sotto sono diventate una sorta di esercizio da idraulico» PLANNING UNIT «Non sono una decoratrice. L’unico posto che decoro è la mia casa» Ambiente sobrio ed elegante. Punti forza: combinare insieme → tonalità sgargianti / arredi lineari / tessuti diversi / mobili massicci NATIONAL MEDAL OF ARTS, 2002 Forme pulite e funzionali Introduzione dell’idea di open space per uffici (soluzione più economica e flessibile dei tradizionali uffici individuali) Integrazione di arredi, tessuti e illuminazione in un insieme armonico e vivace Alla Knoll International reclutò molti dei migliori designer al mondo (o che lo sarebbero diventati proprio grazie ai progetti sviluppati per Florence in azienda) DESIGN vs STYLING vs REDESIGN STYLING concerne il trattamento di superficie e l’aspetto esteriore di un oggetto: è un “rinnovamento” concepito a solo scopo consumistico REDESIGN significa letteralmente “riprogettare”: dare una seconda vita o prolungare il ciclo di vita di un prodotto INTERNATIONAL STYLE = movimento moderno nato dalla chiusura della Bauhaus ​ ​ ​ ​ ↓ - 1934 USA - Walter Gropius: chiamato ad Harvard presso la Graduate School of Design, diventa direttore nel 1938 della school of design di Harvard (Cambridge-Boston, Massachusetts). - 1934 USA - Josef & Anni Albers: insegnano al black mountain college (Asheville, North Carolina), nel 1950 Joseph insegna a Yale (New Haven, Connecticut). - 1936 USA - Ludwig Mies van Der Rohe: diventa preside della scuola di architettura del Chicago’s Armour Institute of Technology (Illinois). Nel 1940 prende il nome di institute of design diretto da Sigfried Giedion; nel 1949 diventa parte dell’Illinois institute of technology, tuttora esistente. - 1937 USA - László Moholy Nagy: nominato direttore della new bauhaus di Chicago (chiusa dopo meno di un anno per problemi finanziari, fonda nel 1938 la school of design di Chicago (Illinois). - 1937 USA - Marcel Breuer: raggiunge Gropius alla school of design di Harvard (Cambridge- Boston, Massachusetts). ​ Elementi comuni al vocabolario della triade del Movimento Moderno (Gropius, Le Corbusier, Mies Van der Rohe): linearità, ampio uso di superfici vetrate, abolizione dell’idea di facciata, adozione di coperture piane con il solo lastrico solare, libertà di distribuzione spaziale = architettura come volume, regolarità, perfezione tecnica e dei materiali ​ «Legge della biacca e il latte di calce» di Le Corbusier ​ 1922 mostra al MOMA dell'International Style (visione critica di quanto realizzato nel decennio 1922/1932) ​ Tubolare metallico come altro elemento del vocabolario modernista con il lavoro di Breuer (cfr: WASSILY) →tubulare preso dalla ditta Adler (facevano biciclette)↴ 1.​ STAM (Cantilever, mod 533): geometrica e squadrata, cubica / riduce al minimo le linee e riduce gravità, volume, materiale e opacità / rigida e piuttosto scomoda 2.​ VAN DER ROHE (MR10): stilizzata ed elegante / morbida ed elastica 3.​ BREUER (B33): maggiore stabilità e comfort / più funzionale (sperimenta i limiti del materiale, della statica, della tecnica di produzione) NASCONO OGGETTI ICONICI: B32 e B33 (Breuer) / CHAISE LOUNGE e LC2 (Le Corbusier) LUDWIG MIES VAN DER ROHE (1886-1969) 1886 Nasce ad Aquisgrana 1904 Si trasferisce a Berlino in cerca di lavoro e gira senza salario nei vari cantieri della città 1905 Entra nello studio di Bruno Paul come disegnatore di mobili 1906-08 Frequenta la Kunstgewerbeschule, Accademia delle Belle Arti 1910 Conosce Frank Lloyd Wright durante la sua mostra di disegni a Berlino 1912 Con Behrens, Le Corbusier, Adolf Meyer e Gropius (tutti collaboratori di Behrens) progetta la Fabbrica di turbine della AEG 1922 Progetta il Grattacielo in vetro 1927 È direttore artistico del Weissenhof (sponsorizzato dal Deutscher Werkbund) di Stoccarda 1928 Diventa direttore della Bauhaus 1928/30 Progetta Villa Tugendhat a Brno, rep. Ceca 1929 Rappresenta la Germania all’Expo di Barcellona 1936 Si trasferisce a Chicago e diventa preside della scuola di architettura al Chicago’s Armour Institute of Technology 1958 Costruisce il Seagram Building a New York (massima espressione dell’International style) 1962 Progetta la Neue Nationalgalerie di Berlino 1969 Muore a Chicago “LESS IS MORE” MR10 e MR20 (1927): poltroncina - basamento/ struttura in tubolare d’acciaio cromato - paglia intrecciata per sedile e schienale - modello con (MR10) o senza (MR20) braccioli seduta femminile che potessere essere presente nelle case crea un less is more maestosa (non impilabile, no nella scrivania con i braccioli, può essere un po’ tutto: da fuori, da ufficio, da sala da pranzo,...) NB→ cerca perfezione dei classici EXPO BARCELLONA (1929) - semplicità strutturale: OPEN SPACE (liberato da mobili che intralcino) - pareti decorative e strutturali (in quanto decoravano, non c'era bisogno di inserire quadri) - chiarezza nell’uso dei materiali - pochi elementi, studiati e disegnati nei minimi particolari - rigore costruttivo - capacità di creare spazi ricchissimi con elementi minimi, sapientemente combinati e accostati POLTRONA BARCELLONA, MR90 (1929) - struttura in acciaio cromato, rifinito manualmente a specchio (tubolare) - cuscino costituito da 40 riquadri, tutti diversi, tagliati e cuciti a mano con trapunta a bottoni (non prodotta industrialmente: usa la macchina per tagliare il materiale, poi per dargli qualità cuciti a mano) - stesso taglio di pelle per la realizzazione dei riquadri - prodotta da Knoll (proprietaria dei diritti di produzione) NB: per Greci la X (a chiasma) indicava chi poteva sedersi al tempio “Una versione moderna di un trono regale” CASA TUGENDHAT (Brno, 1929) sceglie lampade, molto diverse: forma che ricorda natura (fiore), non illuminano dall’alto verso il basso, ma diffondono luce in maniera circolare (che fosse men diretta verso un unico punto) finestre a nastro 1924-1928: BAUHAUS ESPOSIZIONE DI BERLINO (1931) non ci sono porte, l’esterno è inglobato con l’interno grazie alle pareti di vetro CASA FARNSWORTH (Chicago, 1945-’51) colloquia tantissimo con l’esterno ILLINOIS INSTITUTE OF TECHNOLOGY (1956) pensa a tutto, anche alle aule studio SEAGRAM BUILDING (NY, 1958) sfrutta sempre idea della trasparenza (rende di più su un grattacielo) è il simbolo dell’international style NEUE NATIONALGALERIE BERLINO nulla di fisso, spazio in continuo in movimento (mostre, convegni), ha la capacità di essere allestita a seconda del bisogno che si può avere si può sfruttare anche l’esterno la galleria è nel piano inferiore NB→ è sempre stato uno stile internazionale e non solo a livello europee, ammorbidisce rigore di Le Corbusier DESIGN SCANDINAVO - ambiente esterno freddo, bisogno di avere oggetti in casa che fossero caldi (uso spesso del legno) - la “macchina” non è assunta come referente principale per la modernità; mancata frattura tra artigianato e industria → il problema non è della macchina (come in Germ), era fondamentale svecchiare e rendere più appetibile per gli altri, cercare di renderla più internazionale - potenziamento e non negazione della tradizione: assenza del sentimento secessionista nato nelle altre nazioni europee (il passaggio tra vecchio e nuovo fu molto meno traumatico) - uso prevalente dei materiali autoctoni: legno di betulla - disinteresse per la mimesi formale-concettuale della realtà industriale (le idee di le Corbusier e i razionalisti) - mobili squisitamente funzionali, linee asciutte ed eleganti NATURA TRADIZIONE LEGNO DI BETULLA Il referente principale del design I designer scandinavi ricercano L’utilizzo prevalente di questo scandinavo è la natura della quale, una forte continuità con la materiale non si esaurisce grazie alla macchina e alla mano tradizione: da un lato seguono i nell'evidenziare le caratteristiche dell’artigiano, viene scoperta una grandi orientamenti tecniche, ma inizia dallo studio della morfologia inedita e segreta artistico-culturali della tradizione (il sua stessa morfologia, della sua classicismo, lo stile viennese, il natura, in concomitanza con una idea romantico nazionale), dall’altro si di forma (soprattutto a serpentina) ispirano anche al più moderno che precede la fabbricazione degli funzionalismo organico oggetti Oggetti di fattura sobria e pratica, assemblabili e componibili, pensati per parti e frutto di un alto artigianato al massimo meccanizzato (ma di certo non industriale). Non c’è la distinzione tra ranghi sociali per: abbondanza materia prima (legno) / mancanza industrializzazione. Si ricerca un ambiente ben progettato, esteticamente sobrio ed elegante, durevole nel tempo e di costo accessibile a ogni fascia sociale. Design viene definito “organicista” → materie prime naturali, linee ergonomiche e facilità di realizzazione e manutenzione STILE ROMANTICO NAZIONALE: arredo organizzato, ridondante, un po’ eclettico (simile stile vittoriano) KAARE KLINT (1888-1954) 1888 Nasce a Frederiksberg in Danimarca 1902 Si interessa alla pittura, ma poi inizia a lavorare con il padre, l’architetto Peter Vilhelm Jensen Klint (considerato il principale architetto danese dell’inizio del XX secolo) 1914 Viaggio a Giava dove studia le tradizioni locali 1916 Rientra a Copenaghen e si interessa al design 1924 Fonda l’Accademia Danese d’arte ed è primo professore del Dipartimento di Interior 1931 Restauro del Thorvaldsens Museum di Copenaghen «Creare un oggetto atemporale, uno strumento per abitare» NB→ la sua idea verte intorno a un progetto incentrato sull’uomo, l’ambiente spaziale e le sue funzioni (anticipa Le Corbusier): studia le proporzioni e la relazione tra corpo e oggetto / i modelli artigianali del passato (redesign) POLTRONCINA SAFARI, KK47000 (1933): poltroncina pieghevole - In vecchio stile (anche nei colori: colori africani, del deserto) - Struttura in legno di frassino, spalliera in tela con tiranti in cuoio - Completa di braccioli a fasce di cuoio: la rende moderna: per tenerla ferma, ricordano le valigie e quindi il viaggio - Assemblabile e smontabile senza attrezzi - Prodotta (ancora oggi) da Hansen & Son, Copenaghen NB→ rende funzionale la seduta, anche nei materiali, ma non arriva al less is more LAMPADA FRUIT (1943): lanterna da soffitto - Struttura in fogli di carta tagliati a macchina e assemblati a mano - Prodotta in serie (dal macchinario) - Effetto naturale (rimanda al sole), in modo che illuminasse tutto PAUL HENNINGSEN (1894-1967) 1894 Nasce a Ordrup, in Danimarca 1911/14 Studia architettura alla Tekniske Skole di Copenaghen 1914/17 Studia alla scuola Poly Teknisk di Copenaghen (ma non si laureerà mai in architettura) 1920 Inizia a lavorare come architetto indipendente 1924 Inizia a progettare lampade 1925 Espone All’Expo Internazionale di Parigi la sue lampade PH e inizia la sua collaborazione con il produttore danese Louis Poulsen 1926 Dirige la rivista Kritisk Revy 1967 Muore a Copenaghen «L’arredo, i tappeti, lo stile di una abitazione sono nulla a confronto con l’importanza del posizionamento della luce. L’illuminazione non costa molto, ma richiede cultura» NB→ PIONIERE DELL’ILLUMINOTECNICA: ricerca una luce più naturale (// luce violenta artificiale) LAMPADA PH5 (1925): lampada a sospensione - Paralumi anti-bagliore in alluminio verniciato (anche in carta o plastica) - Serie di lampade che differiscono per grandezza del paralume (5=50cm) - Luce calda, diffusa, soffusa (grazie alle lamelle che schermano la luce) (anche da tavola) la espose nel 1925 alla Exposition Internationale des Arts Decoratif di Parigi e venne chiamata “lampada di Parigi” PH ARTICHOKE LAMP (1956): lampada a sospensione - Telaio in acciaio cromato lucido tagliato al laser - 72 foglie di lamiera curvata in acciaio inossidabile o rame distribuite su 12 file - Sorgente di luce al centro, nascosta - Diametro da min. 48 a max. 84 c - Completamente priva di riflessi PH LOUVRE LAMP (1957): lampada a sospensione - Telaio in alluminio cromato lucido. - 13 schermi di alluminio verniciato montanti su 4 supporti PH SNAKE (1931): sedia - Unico pezzo di tubolare metallico lucidato e piegato da 25 mm - Sedile e schienale montanti in legno e rivestiti in pelle - Non impilabile ALVAR AALTO (1898-1976) 1898 Nasce a Kuortane, in Finlandia 1921 Si laurea in Architettura al Politecnico di Helsinki 1923 Inaugura il suo studio professionale di design e architettura (casa del popolo di Jyväskyla del 1924) 1927 Progetta la biblioteca Viipuri (finita nel 1935) arredata insieme alla neo-moglie con gli sgabelli di legno impilabili 1929 (fino al 1933, anno di fine lavori) collabora nella costruzione del sanatorio Paimio 1935 Fonda la ditta Artek 1937 Realizza il padiglione della Finlandia per la Mostra di Parigi 1948 Visiting professor al MIT, costruisce la Baker House 1976 Muore a Helsinki «L’oggetto standardizzato non deve essere un oggetto finito, al contrario deve essere prodotto in modo che l’uomo, con le sue valenze individuali, sia in grado di completarlo» obb: ricerca la massima continuità di forma, dell’esaltazione della naturale flessuosità delle fibre giovani di betulla e quindi sulla lavorazione di compensati in foglia sottile→ cerca di creare un mobile modulare che segua la standardizzazione della natura NB→ POETA DEL LEGNO: lavora il legno di betulla, multistrato con il calore (meno aggressivo di quello di Thonet, poiché il legno di betulla è più facile e morbido da piegare) BIBLIOTECA DI VIIPURI (1927-35) per questa biblioteca fa↴ STOOL 60 (1935): sgabello - 3 gambe che sorreggono un sedile rotondo realizzato in legno massello di betulla contenuto tra due fogli di compensato di frassino - Gambe di forma a L curvate - Lavorazione: inserimento di diversi sfogliati di legno di frassino in tagli longitudinali praticati a pettine nelle gambe in massello di betulla NB→ Ikea li copia, in modo che tutti possano permetterselo con una qualità inferiore. Lo produce anche l’Artek ARTEK ditta dal 1936 fondata per la riproduzione dei capolavori di Aalto dal proprietario della villa e dagli stessi coniugi Aalto obiettivo: “Proporre mobili e promuovere una moderna cultura della vita attraverso mostre e altri mezzi educativi” PAIMIO, IL SANATORIO (1930-31) È una struttura di degenza per malati di tubercolosi incentrata sulla giornata-tipo di cure dei suoi ospiti «Lo scopo primario dell'edificio è di funzionare come uno strumento medico. Uno dei requisiti di base per guarire è quello di offrire una pace completa. Il disegno delle stanze è definito in base alle forze limitate del paziente, sdraiato a letto. Il colore del soffitto è scelto per dare tranquillità, le fonti di luce sono al di fuori del campo visivo del paziente, il riscaldamento è orientato verso i suoi piedi e l'acqua esce dai rubinetti senza fare rumore, per far sì che nessuno disturbi il proprio vicino» pensa a progettare le stanze per far si che il paziente sia comodo e affinché non si senta a disagio → gli arredi sono pensati per minimizzare i rumori PAIMIO o POLTRONA 41 (1931): poltrona - Seduta realizzata da un solo foglio di compensato curvato, laccato e realizzato da strati di legno di betulla piegati a freddo e incollati tra loro - Lo schienale è tagliato lateralmente nel punto di curvatura per conferire la flessibilità necessaria. - Gambe attaccate alla seduta con viti in acciaio completamente fatta in legno (la rende una sedia più calorosa) NB→ uscita da questo ambiente, diventa una poltrona all’ikea STOOL X600 (1954): sgabello - Sgabello in betulla, sedile in frassino impiallacciato - Gamba a ventaglio realizzata orientando le fibre del legno per ottenere la forma a Y, chiamata «piegatura a ginocchio» → riesce a creare una continuità nella forma (no + pezzi come nello stool 60) VASO SAVOY (per gli alberghi) PER LITTALA (1936) legato alla natura: sceglie delle casseforme sulle quali soffiare il vetro prende casseforme dal tronco di betulla e viene soffiato il vetro (sempre diverso) sfrutta colorazione vetro, AALTO FLOWER PER LITTALA (1938) 4 recipienti di vetro multifunzionale (può essere vissuto ognuno nella sua maniera) TAPIO WIRKKALA (1898-1976) 1915 Nasce a Hangö in Finlandia 1930 Studia alla scuola di arti applicate di Helsinki 1933 Si specializza in scultura decorativa 1946 Inizia a lavorare per la ditta Iittala (collaborazione di 30 anni) / Progetta il vaso Kantarelli (Chanterelle) per Iittala 1951 Progetta Madonna and Child e Campanile per Iittala 1954 Realizza la foglia-vassoio di compensato impiegata per la mostra statunitense Design in Scandinavia 1956 Apre il suo studio di progettazione (coll. Con Eames, Rosenthal) 1960 Vince la Triennale di Milano con la serie di sculture Padrin jää 1966 Collabora con Vetreria Venini (fino al 1972): frequenta Giò Ponti, Luigi Baldessari, Paolo Venini 1968 Linea Ultima Thule per Iittala presentata all’Expo di Montreal e usata negli aerei Finnair nella tratta Helsinki-New York 1970 Crea la bottiglia della Vodka Finlandia NB→ POETA DEL VETRO E DELL’ARGENTO SERIE ULTIMA THULE PER LITTALA (1968) vuole ricreare effetto ghiaccio SERIE TUTENVASE PER ROSENTHAL sacchetto di carta: diventa un vaso BOTTIGLIA VODKA FINLANDIA (1970) rimanda senso di ghiacciato grazie alla texture BRUNO MATHSSON SEDIA EVA (1934) POLTRONA PERNILLA, GRASSHOPPER (1934) cerca di rendere più complessa la lavorazione ARNE JACOBSEN (1907-1971) 1927 Si laurea in Architettura alla Danish Academy of Fine Arts. 1936 Progetta il St. Catherine College in Inghilterra 1937 Progetta la Stazione di Servizio a Skovshoved 1960 Progetta il Sas Hotel e Terminal di Copenaghen 1961 Vince il Grand Prix d’Architecture 1962 Progetta il Palazzo del Parlamento a islamabad, Pakistan 1971 Progetta la National Bank di Copenaghen TERMINAL DELL’AEROPORTO DI COPENAGHEN e SAS HOTEL SERIE 3300 PER FRITZ HANSEN - POLTRONA SERIE 3300 (1952): poltrona e divano - Struttura di base cromata - Rivestimento in tessuto e/o pelle - La serie è costituita da una poltrona a una sola seduta, e un divano a 2 e 3 posti - ANT CHAIR (1952): sedia - Composta da sole 2 parti, impilabile - Seduta-schienale in compensato curvato e rastremato (9 strati di impiallacciatura stampata a pressione) - Telaio metallico a 3 gambe cercava una seduta impilabile, maneggevole, che stesse bene in un terminal dove c’erano uffici, albergo, dove un’unica seduta avrebbe risolto tanti problemi «Ho basato il mio lavoro su un bisogno: quali sedie sono necessarie? Ho scoperta che le persone avevano bisogno di un nuovo tipo di sedia per le piccole dinette da cucina che si trovano oggi nella maggior parte dei nuovi edifici, una sedia piccola, leggere e poco costosa. Allo stesso tempo ne ho realizzata una che può essere utilizzata anche nelle sale da pranzo, come sedia impilabile. Può essere impilata inserendo le sedie l’una sull’altra, risparmiando così tempo ed energia» EGG ARMCHAIR (1958): sedia - Poltrona girevole, oscillante - Condensa in una sola forma la seduta, lo schienale e i braccioli - Imbottitura del mod. originario in Styropore (oggi poliuretano espanso) - Rivestimento in stoffa elastica POLTRONCINA SWAN (1958): poltroncina - Gamba in alluminio e ferro - Struttura imbottita, foderata in pelle o tessuto AJ STANDARD LAMP (1960): lampada - Forma unica e asimmetrica come la luce che viene emessa - Girevole e permette alla luce di essere facilmente diretta nella direzione desiderata - Il cerchio alla base era, in origine, un portacenere NB→ produce anche le posate e le pentole per l’hotel AERO AARNIO BALL CHAIR struttura esterna in fibra di vetro, rivestita con tessuto Tonus. Fabbricata esclusivamente in Finlandia, la sedia è realizzata in fibra di vetro e foderata in tessuto ed è stata spesso definita come una stanza nella stanza. “Dopo aver realizzato la Ball, volevo avere un po’ di luce all’interno e mi venne quindi l’idea di una sedia trasparente in cui la luce entra in ogni direzione. L’unico materiale adatto era l’acrilico. Aggiunsi un anello di acciaio ed un paio di cuscini. Il nome venne quasi autonomamente” VERNER PANTON “Un sedile può essere qualunque cosa purchè sia ergonomicamente corretto” ↓ mobili MONOBLOCCO: oltre all’omogeneità del materiale costruttivo presentano una scarsa differenza tra le parti PANTON CHAIR, 1959 oggetto separato dalla sua immediata funzione: non più soltanto utile ma legato ad un messaggio estetico-narrativo - Prima sedía al mondo in plastica stampata in un solo pezzo. - Scocca in poliuretano espanso, superficie laccata lucida. - Produzione Vitra prima sedia al mondo interamente in plastica flessibile (in poliuretano), stampata in un solo pezzo → scocca in poliuretano espanso, superficie laccata lucida. Produzione VITRA NB→ FABIO NOVEMBRE ha aggiunto il sedere (HER e HIM) AMOEBE HIGHBACK (1970) senso di protezione e riparo LIVING TOWER (1969) più funzioni: per sedersi + llibreria MARIMEKKO di ARNE tessuti con pattern RIETVELD, ANTICIPATORE: sfida è di realizzare per piegatura di un foglio bidimensionale un elemento tridimensionale SURREALISMO NEL DESIGN: portano nel mondo degli oggetti quotidiani i temi dell’ irrazionale DALÌ: telefono-aragosta / stanza di mae west (divano bocca) ELSA SCHIAPARELLI: nel mondo della moda 2 case surrealiste. appartamento progettato da Le Corbusier per il conte de Beistegui sugli Champs Elysees / castello progettato da Robert Mallet-Stevens per il visconte di Noailles DINO GAVINA: serie dell'Ultra mobile IL MODUS ITALIANO MODUS = è un approccio, un atteggiamento, una visione "umanistica" al fare e pensare il progetto delle cose in Italia Ha radici nel ricco patrimonio di linguaggi e pratiche della nostra cultura costruito nei secoli nei continui scontri dialettici tra il pensiero e la verifica sperimentale (technai greche). Ha plasmato la figura ideale del "artigiano-filosofo", dell'imprenditore illuminato, dell'artista-designer, dell'artigiano-imprenditore: figure presenti tanto negli studioli dei principi, nelle botteghe rinascimentali, nei laboratori artigiani che nelle officine delle piccole e medie imprese italiane recenti. “È dalla bellezza del mobile e dell'oggetto d'eccezione e di lusso, cioè dalla bellezza della creazione unica, che potrà nascere la bellezza del mobile e dell'oggetto in serie, cioè dello stile di un epoca.” BIENNALI A MONZA (1923 - 1925 - 1927) Ente Promotore → CMMU (Consorzio Milano-Monza-Umanitaria) promuove i corsi delle nuove Università delle Arti Decorative (a Monza aperta nel 1922) per un modello didattico conforme "alle migliori direttive dell'insegnamento artistico industriale" (Ugo Ojetti). Organizzatore → Guido Marangoni (critico d'arte, deputato socialista, sovrintendente al Castello Sforzesco, socio onorario dell'Accademia di Brera e di Venezia, direttore generale Biennali del 23-25 e 27). Tipo di esposizione → oggetti e opere inerenti al tema dell'abitare, distribuiti secondo la regione di provenienza, in ambienti ricostruiti dal vero. Programma → 7 sezioni: Edilizia ed Arte Pubblica / Elementi decorativi della casa e degli interni / Ambienti e oggetti per l'infanzia / Arte sacra / Arte del fuoco / Arte del veicolo / arti grafiche e la scuola d'arte. Ornamenti → Marangoni chiede l’allestimento di ordinamenti: ambienti presentati come stanze abilitate, realistiche, complete di finiture fino ai soprammobili. GUIDO MARANGONI (1872-1941) 1872 Nasce a Casanova Elvo 1913 È deputato nella XXIV Legislatura del Regno d’Italia fino al 1919 1917 Si trasferisce a Milano 1923 Padre fondatore della 1º Mostra Internazionale delle Arti Decorative inaugurata il 19/05/1923 1928 Dirige la rivista “La casa bella”, fondata nello stesso anno “Arte come strumento più alto di elevazione del popolo” 1º BIENNALE DI MONZA, 1923 “Quegli uomini hanno finalmente la gioia di vivere fra pareti di ferro. Hanno mobili d'acciaio, venti volte più leggeri e meno costosi dei nostri. Sono finalmente liberati dall'esempio di fragilità e di mollezza debilitante che ci danno il legno e le stoffe coi loro ornamenti agresti” IL MANUALE DELL’ARCHITETTO, 1923 Prima la pianta di cucina ordinaria con annesso acquaio e credenza, e disegno di un camino di cucina tradizionale. ↳ pianta di cucina di un palazzo signorile e camino moderno della prima metà del 1900 GIÒ PONTI (1891-1979) 1921 Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano / Apre uno studio di architettura con Emilio Lancia e Mino Fiocchi 1923/46 Collabora come direttore artistico con l'azienda Richard Ginori (vince il Grand Prix all'Esposizione di Parigi del 1925) e vi resta sino al 1933 1928/40 Fonda (con Gianni Mazzocchi) e dirige la rivista Domus 1930 Inizia la sua collaborazione con l'azienda di sistemi d'illuminazione Fontana Arte 1933 Organizza la 5º triennale di Milano 1936/61 È professore di ruolo alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano (corsi di interni e arredamento) 1952 Nasce lo studio Ponti-Fornaroli-Rosselli 1954-'58 Sostenitore del premio Compasso d'Oro, promosso dai magazzini La Rinascente 1956 Partecipa alla nascita dell'associazione del Disegno Industriale ADI 1957 Pubblica per Rizzoli Amate l'architettura 1964 Viaggia dall'America Latina sino in Oriente «Nella cultura non esiste antico: esiste la presenza simultanea e meravigliosa di ogni cosa antica e attuale, e l'attrazione misteriosa del futuro» 2º BIENNALE MONZA E EXPO DI PARIGI, 1925 Organizzata secondo l’esposizione di prodotti realizzati da industrie con carattere artigianale, regionale e folcloristico. Tutti raccolti in 203 stanze // Expo di Parigi → aperto a tutti gli industriali i cui prodotti siano artistici nel carattere e mostrino chiaramente una tendenza moderna LA PASSEGGIATA ARCHEOLOGICA, 1925 (ulna) Elementi essenziali del decoro (simili): - Semplice fondo a pavimento che copre l'intero oggetto con angolatura diagonale - Fondo che crea un'illusoria ambientazione architettonica - Figure e arredi disposti ritmicamente e sempre in primo piano, mai ripetuti - Cromia ferrea di alternanza tra viola (personaggi), grigio (elementi inanimati), oro (oggetti portati o appoggiati) “L'industria è la maniera del XX secolo, è il suo modo di creare" PROSPETTICA, 1925 (vaso a orcino) - Ispirazione alle regole della prospettiva della classicità - Ogni cella creata contiene a sua volta piccoli oggetti per creare l’illusione di un effetto ottico a rilievo - Decorato a mano con la tecnica del taglio in doppio per mantenere il medesimo spessore dell’incorniciatura delle celle ​ 1954 → ICSID (1° Congresso Internazionale del Design) ​ 1954 → COMPASSO D’ORO: «Delineare una moderna estetica del prodotto, indicare soluzioni nelle quali si può avvertire, con la qualità e il ritrovato tecnico, anche la presenza di un controllo di ordine estetico» ​ 1956 → ADI (Associazione per l'Industrial Design): «All'industrial designer non occorrerà di essere necessariamente architetto, occorrerà invece una preparazione culturale specifica» NASCE LA RINASCENTE: nasce come un piccolo moma, e propone oggetti della casa italiana moderna; vuole che gli italiani superino le biennali di Monza e cercassero un uovo stile meno rigido. Promozione di campagne per valorizzare la diffusione dei prodotti dell'industria italiana: con la distribuzione si crea un vivo contatto con il consumatore, interpretando i bisogni del pubblico. 3º BIENNALE DI MONZA, 1927 Ente Promotore → CMMU (Consorzio Milano-Monza-Umanitaria) Organizzazione → 144 sale, 5 sezioni: Ospiti italiani / Ospiti internazionali (Svizzera, Danimarca, Svezia, URSS, Germania, Francia, Spagna, Ungheria) / Grafica ed editoria / Arti decorative ed industriali / Arredamento Consiglio artistico → 15 membri: tra cui Margherita Sarfatti, Mario Sironi, Carlo Carrà, Giò Ponti Tipo di esposizione → Allestimenti domestici e commerciali delle botteghe d’arte (caffetteria, farmacia, fioraio, bar, macelleria, ecc.) NB→ Giò presenta serie di mobili con cui inizia design moderno: pensati per classe popolare/ media L’ANGE VOLANT O VILLA BOUILHET, Garches (Parigi), 1927 opera d’arte totale, diventa rif all’italianitá 4º BIENNALE DI MONZA, 1930 Ente Promotore → CMMU (Consorzio Milano-Monza-Umanitaria) Commissario str. → Giuseppe Bevione Primo segretario → Carlo Alberto Felice Direttorio → Giò Ponti, Mario Sironi, Alberto Alpago-Novello Tipo esposizione → Nella Galleria dell’Arredamento erano presenti sia progetti razionalisti che novecentisti Denominazione → da “Biennale Internazionale delle Arti Decorative” a “Triennale Internazionale delle Arti Decorative ed Industriali Moderne” Capisaldi dell’esposizione: - «A fianco a pezzi unici o d’eccezione, importanza devono avere sopra tutto i risultati di una produzione esemplare, sicura e continua»: grazie al processo industriale «rendere alla portata di molti il maggior numero possibile di oggetti e di raffinare e di orientare secondo unanimi criteri il gusto del pubblico sotto il contrassegno di una poliedrica e talvolta ambigua idea di modernità» - modernità di interpretazione - originalità di invenzione - perfetta esecuzione - efficienza di produzione CASA ELETTRICA di Figini e Pollini: la casa ideale del futuro propone elettrodomestici (frigoriferi, lavapiatti, lavatrici, phon, radio e aspirapolvere) + usa materiali innovativi come cemento armato e linoleum PER FONTANA ARTE, 1931-1946 ogg innovativo: unisce metallo e vetro Guai alla macchina che confessa la fatica del proprio sforzo; anche nelle macchine, come negli uomini, noi apprezziamo l'ermeticità dell'organismo, l'abilità del lavoro, l'eleganza dello sforzo MOBILI D’ECCEZIONE per Ferrania, 1936 con de Poli e Fornasetti con l’azienda Venini: LAMPADARIO 99.80, 1946 (lampada a sospensione) ​ ​ ​ ​ ​ ↓ - Struttura in vetro soffiato muranese reinterpretata in chiave moderna - Forme più sobrie e attuali, snelle - Scelta cromatica che esalta ogni singolo elemento: ogni braccio è di un colore differente legato alla tradizione ma lo ammoderna con tanti giochi di luce grazie alla colorazione POLTRONA DISTEX, 1953 (poltrona) - Struttura in legno, rivestita in skai (pelle sintetica) imbottito: ricerca di materiali innovativi - Possibilità di fianchi chiusi o aperti. - Versione di Ponti della chaise longue tradizionale, dove sostituisce alle rotondità dell'archetipo, le linee geometriche trapezoidali tipiche del suo linguaggio - Fuori produzione CONCA, 1955 (servizio posate) - Asimmetria dell'innesto con il manico e la forma triangolare di quest'ultimo - Lama corta del coltello, forchetta a denti corti, forma capiente del cucchiaio: piena funzionalità GRATTACIELO PIRELLI DI MILANO, 1956 simbolo di Milano, progettazione futuristica “Non si tratta di conservare pigramente le forme, ma di conservare il coraggio antico di crearne continuamente delle nuove... così fanno i milanesi" SUPERLEGGERA, 1957 - Struttura in faggio - Seduta in midollino intrecciato o in fibre di cellophane colorato - Realizzata sia in legno naturale che in laccato in diversi colori minor legno possibile per fare una seduta, riprende la seduta tradizionale chiamata la chiavarina seduta resistente ma gli permette di risparmiare legno “Materia e peso inerti, identificano al limite la forma con la struttura: è una sedia-sedia modestamente senza aggettivi, cui non dare gli attributi razionale, moderno organico, prefabbricato” CONTINUUM, 1963 (poltroncina) - Seduta con schienale alto in giunco e midollino curvato a mano - Cuscini sagomati rivestiti in tessuto imbottito, sfoderabili - Forme ricurve e organiche #1215, 1964 (sedia) - Struttura in legno laccato - Seduta in vimini DEZZA e D153 per Frau, 1966 usa la sua abitazione come esempio dell’abitare italiano “La modernità non consiste nell'adottare quattro mobili quadrati” GABRIELA, 1971 (seduta) - Sedia di poco sedile - Seduta pieghevole in legno laccato - Schienale alto e scenografico - Imbottitura rivestita in similpelle FRANCO ALBINI (1905-1977) 1905 Nasce a Robbiate in Brianza 1929 Laurea in Architettura al Politecnico di Milano e inizia la sua collaborazione nello studio Ponti-Lancia 1931 Apre a Milano il suo primo studio di design insieme a Giancarlo Palanti e Renato Camus 1936 Progetta il quartiere Fabio Filzi a Milano 1940 Inizia la sua collaborazione con l’azienda Cassina 1946 Diventa direttore della rivista Casabella 1949 Inizia la sua carriera come docente allo IUAV di Venezia 1952 Progetta la poltrona Fiorenza per Arflex 1955 Vince il Compasso d’Oro con la sedia Luisa 1956 Vince il premio Olivetti per l’architettura 1964 Vince il Compasso d’Oro con il progetto per la Metro di Milano (con Herg e Norda) 1967 Inizia a insegnare al Politecnico di Milano 1971 Vince il premio Royal Designer for Industry per Royal Society, Londra TAVOLO, MOBILE BUFFET E CONTROBUFFET, 1931 (arredo) - piano d'ebano macassar diviso in 15 quadrati, contornati da listelli di avorio artificiale, con intarsiati in avoriolina (prospetto e vista dall'alto del piano) - controbuffet con doppia serie di tavolinetti retrattili e a scomparsa con al centro del piani estraibili (ossia vassoi portaghiaccio da posare sui tavolinetti) - buffet con ante e cassetti basate sulle misure del quadrato del tavolo usa materiali importanti. Classica cassettiera ita portata all’estremo di tutti gli elementi MOBILE RADIO IN CRISTALLO, 1938 (radio) - Struttura composta da 2 lastre di cristallo Securit - Meccanismi tecnici a vista idea innovativa: gioca sull’idea di spogliare una radio. Crea oggetto d’arredo, è molto particolare, la rende quasi un trionfo. Inverte l’idea del modo di progettare un oggetto le parti tecnologiche sono incastonate tra 2 lastre trasparenti di cristallo, risultando fluttuanti e quasi sospese nel vuoto, rendendo visibili i meccanismi interni MITRAGLIA: lampada, nel periodo tra le 2 guerre, versione ironica delle armi VELIERO, 1940 (libreria) - Elementi prefabbricati: lastre in vetro Securit, aste in metallo, cavi e bulloni di ottone / elementi disegnati a mano da Albini: tutto il resto. - Complesso sistema di tensioni e compressioni che lega tra loro i materiali, tesi e forzati al massimo - Unico esemplare per la casa di Albini (fino al 2011, poi prod. I Maestri di Cassina). gioca sull’instabilità, sul vento e sulle vele. Sembra instabile ma non lo è è un inno alla leggerezza solida e funzionale della carpenteria aeronautica: si tratta di una tensostruttura SEGGIOVIA, 1940 (poltrona) CICOGNINO TN6, 1953 (tavolino da caffè) - Una delle esili gambe si allunga in un manico-becco per agevolare il trasporto dell’oggetto - Piano d’appoggio contornato da una lamina di legno in modo da diventare vassoio fatta ad incastro, non rinuncia al legno , perché era ancora il materiale di eccellenza per ita LUISA, 1955 (poltroncina) - Struttura in legno di palissandro o noce: 2 fianchi con schema a cavalletto, uniti tra loro da traverse - Imbottitura in gommapiuma con rivestimento in pelle o tessuto colorato - Smontabile, assemblabile con sistema di incastri, perni e viti 1955 → vince il Compasso d’Oro: «Non partite mai da un’idea di insieme ma semmai del contrario: partire dal dettaglio e farlo diventare l’idea dell’insieme» ↓ Categoria: Arredi e complementi per l'ufficio Motivazioni del premio: La Giuria, di fronte alla ragguardevole produzione presentata quest'anno nel campo delle sedie e delle poltrone ha riconosciuto al termine della discussione, l'interesse ed il lívello della problematica suscitata dalla sedia disegnata dall'arch. Albini, sía per la soluzione elementare del raccordo gambe - bracciolo - schienale, che per, l'organicità formale degli innesti del materiale, che per gli incastri visibili, che per i problemi produttivi collegati alla intera concezione della struttura. Con l'assegnazione del premio "La Rinascente Compasso d'oro 1955" oltre ad affermare l'ingegnosità e la proprietà concettuale delle soluzioni tecniche estetiche intrinseche all'oggetto presentato, e oltre a segnalare la costanza e l'impegno che il designer da anni va ponendo nel modificare e rivedere continuamente il proprio operato, si vuole altresì proporre ai produttori italiani ed al pubblico i problemi che la sedia di Albini suscita. INFINITO, 1957 (libreria) - Struttura portante e modulare in legno concepita per facilitarne il montaggio e lo smontaggio - Struttura libreria bifacciale a parete di forma elegante e flessibile TRE PEZZI, 1959 (poltrona) - Struttura esterna in tubo cromato largo da ponteggio (con piedini evidenti) - Elementi staccati: ampia seduta, avvolgente schienale, poggiatesta a scudo - Rivestimento in pelle - Poltrona totem LINEA METRO 1 MILANO, 1962-64 pensa anche alla pubblicità, pensa al font e gioca con i materiali «La metropolitana è stata un contributo di carattere riconoscibile e impressivo a dare ordine a spazi senza forma, a creare un sistema per l’uso della città» 1964→ vince Compasso d’oro FIORENZA, 1940-1967 (poltrona) - Struttura a legno a vista - Imbottitura con lastra di gommapiuma sottoposta a intreccio di nastro elastico di gomma, teso sopra una struttura tubolare in ferro - Pensata per dare appoggio a l’intero peso del corpo uniformemente distribuito CARLO MOLLINO (1905-1973) 1931 Laurea in Architettura al Politecnico di Torino 1936-’39 Progetta e realizza l’edificio della Società Ippica Torinese (considerato suo capolavoro) demolito nel 1960 per scadenza concessione / Apre a Milano il suo primo studio di design insieme a Giancarlo Palanti e Renato Camus 1948 Pubblica il volume Architettura, arte e tecnica 1951 Scrive il trattato Introduzione al Discesismo dalla cui pagine emerge una personalità inquieta, fantasiosa e bizzarra 1952 Progetta la sedia Silla 1953 Voce la cattedra di Composizione Architettonica a Torino 1957 Partecipa al Comitato Organizzatore della XI Triennale di Milano 1963 Realizza il Drago da passeggio, scultura in carta pieghettata e decorata da lui stesso «Tutto è permesso purché sia fantastico» amore per la fotografia / per il surrealismo ​ ​ ​ ​ ​ ↓ «Per quanto riguarda il mio lavoro di interior designer, ormai del tutto abbandonato, troverete alcune fotografie dall'aspetto surreale che non rinnego assolutamente; risalgono a un decennio prima della guerra, quando in Italia non si sapeva nemmeno se il Surrealismo avesse o meno a che fare con lo spiritismo… Questo non significherebbe nulla se non fosse che, successivamente, architetti indiscutibili come Loos e poi Le Corbusier ebbero esperienze surrealiste. Si trattava di uscire dal vicolo cieco del Razionalismo e le mie prime architetture rimangono a testimonianza di questo desiderio, sentito come bisogno di espressione personale, come nella Società Ippica» SOCIETÀ IPPICA TORINESE, 11936-39 LIDIA & GIÒ PONTI, 1944 (sedia) - Struttura in ottone patinato - Sedile e schienale separati in Resinflex imbottito Sembra lo zoccolo di un caprone (misticheggiante), progettata per la casa di Ponti CADMA per Casa minola, 1944 (poltrona) - Struttura in legno, imbottitura rivestita in velluto ispirato dalla fotografia. Riprende corpo donna TAVOLO VERTEBRA, 1951 struttura in legno lamellare, messi in modo da creare delle vertebre «Esprime una forte componente artistica, capace di confrontarsi alla pari con le motivazioni tecniche e funzionali» ARABESCO CM, 1949 (tavolo) - Struttura in multistrato di rovere naturale - Piani in cristallo temperato - Misure: 129X45X33 più ammorbidito del tavolo Vertebra GILDA CM, 1954 (poltrona) - Struttura in frassino tinto rovere - Ferramenta in ottone bronzato - Seduta regolabile in 4 posizioni - Imbottitura in poliuretano/fibra poliestere termo-legata - Molleggio su spirali d’acciaio - Rivestimento in pelle CINEMA DANCING LUTRARIO E LE ROI, 1959 pensa a tutto l’arredo. Ricerca rifrazione della (luce a chiocciola) TEATRO REGIO, Torino 1973 (ristrutturazione) CASA MOLLINO, Torino ALFONSO BIALETTI MOKA EXPRESS, 1933 La moka è la sintesi di una invenzione 1.​ tipologia→ caffettiera ridotta a 3 elementi 2.​ tecnica→ l’impiego dell’alluminio 3.​ morfologica→ sfaccettatura in linea con la geometrizzazione tipica dell’Art Decò. POLTRONA VANITY FAIR, Frau è una poltrona che attirò gli italiani, tradizionale simbolo del made in Italy FRATELLI ALESSI dal 1952 IL DOPOGUERRA NB→ design italiano è ECLETTICO (molto diversi tra loro, non c’è un unico stile, hanno progettato cose diverse tra loro): libertà progettuale / designer hanno attinto sia dalla parte artigianale sia dalla parte industriale in base a ciò che serviva (non interessava produrlo in serie, che potesse entrare in casa di tutti gli italiani, ma di creare un punto di riferimento) L’Italia, uscita dalla guerra, avvia la sua ricostruzione→ cibo industriale, società dei media, televisione, elettrodomestici, lavori dell’Autostrada del sole. Seguono il modello di benessere e comfort americano. Avanza la comunicazione grazie a riviste come “Domus” e “Casabella”, “Zodiac” di Olivetti, “Ottagono di Arflex e Artemide” -​ ANNI ‘50: nascita delle più grandi aziende del settore dell’arredo, le quali creano un patto di solidarietà con i progettisti. I designer seppero intuire le potenzialità del passaggio dalle arti applicate all’industria come straordinaria occasione per il progetto -​ ANNI ‘60: si delinea il rapporto tra designer e industria (si può definire il “modello italiano”). Il designer, oltre a progettare arredi, assume il ruolo tra consulente e l’art director, agevolando la collaborazione dell’azienda con professionisti di qualità per cataloghi, la comunicazione e gli stand ai saloni. Molta disponibilità delle aziende ita di dialogare con i designer + straordinaria capacità delle aziende di autopromuoversi, affermando il design come simbolo della nuova modernità Trionfo della plastica per l’ampia diffusione di beni di consumo di massa / perché è il materiale del futuro -​ ANNI ‘70: la cultura pop entra ufficialmente nell’immaginario della casa comune: si usano nuove espressioni e linguaggi che rendono più esperienziale la fruizione dell’arte (Radical Design)→ gigantismo delle proporzioni: costringono a un ripensamento della relazione tra corpo umano e le cose +​ creazione di gruppi: Alchimia / Memphis fine anni ‘70: terza fase della rivoluzione industriale dominata dalle nuove tecnologie / elaborazione di prodotti artigianali da parte di aziende e la creazione di mobili versatili, usando scarti di lavorazione (trucioli) e collanti -​ ANNI ‘80: sensibilità ecologica (riuso e riciclo) BOOM ECONOMICO Antefatto: forte sviluppo dato dal regime autarchico ai campi della metallurgia, cantieristica, chimica, aeronautica e leghe leggere (legato all’ambiente militare; erano industrie molte forti) Settori di sviluppo: TRASPORTI / MECCANISMO + INVOLUCRO / ARREDO e MOBILE IMBOTTITO, grazie al piano Marshall (industrie belliche dovevano reinventarsi: non produrre più oggetti militari), alto standard della cultura artigianale italiana, basso costo della ricerca e della manodopera (gli USA danno un grande aiuto a livello economico per la ripresa dalla 2GM) Obiettivi: disegnare oggetti utili per ricostruire una società civile, operosa e libera FORZE PROGETTUALI IN CAMPO: -​ ripresa della poliedrica esperienza dell’architettura razionalista anni ‘30 -​ rimessa in moto della cultura industriale (prevalentemente al nord) -​ tradizione artigianale diffusa in tutto il paese LE TRIENNALI 1940 → VII TRIENNALE organizzata dagli architetti Pagano, Bottoni, Fratelli Castiglioni (primo avvicinamento al tema del moderno design) 1951 → IX TRIENNALE dal titolo “La forma dell’utile” (ci si interroga se l'utile rispecchia la forma o il meccanismo,...) 1954 → X TRIENNALE ospita il primo Congresso Internazionale del Design. Istituzione presso La Rinascente del Compasso d’Oro inteso come premio per il designer che avesse saputo “delineare una moderna estetica del prodotto, indicare soluzioni nelle quali si potesse avvertire, con la qualità ed il ritrovato tecnico, anche la presenza di un controllo di ordine estetico” 1954 → ICSID (1° congresso internazionale del design) 1954 → COMPASSO D’ORO (fondato da Gio Ponti, fratelli Castiglioni e altri); “delineare una moderna estetica del prodotto, indicare soluzioni nelle quali si può avvertire, con la qualità e il ritrovato tecnico, anche la presenza di un controllo di ordine estetico”. Premia pezzi che denotano innovazione e qualità formale 1956 → ADI (Associazione per l’Industrial Design); il Compasso d’Oro passa sotto la sua direzione. Si afferma con decisione che “all’industrial designer non occorrerà di essere necessariamente architetto, occorrerà invece una preparazione culturale specifica”. Promuove in tutte le sue forme il design italiano in Italia e all’estero LA RINASCENTE: promozione di campagne per valorizzare la diffusione dei prodotti dell'industria italiana; con la distribuzione si crea un vivo contatto con il consumatore, interpretando i bisogni del pubblico SETTORI 1.​ TRASPORTI: artigiano assorbito dall’industria e dalla logica della produzione SETTEBELLO (della Breda)→ treno di lusso, con divanetti e tavolini (versione più moderna: Arlecchino) 500 A, TOPOLINO (di DANTE GIACOSA)→ tra il 1936 e 1948 dalle catene di montaggio della Fiat uscirono ben 122.000 esemplari di Topolino. Tra il 1936 e il 1955 la Topolino fu il veicolo d’importazione più venduto in America (prende ispirazione dalla Chrysler) FIAT 500 (di GIACOSA)→ 1959 vince il COMPASSO D’ORO; motivazioni del premio: la vettura Fiat 500 a cui viene attribuito il Compasso d’oro 1959 costituisce un tipico esempio, nel campo dell’automobile di una forma nata dalla stretta integrazione fra tecniche proprie della grande serie nell’industria meccanica e particolari esigenze di economia nella produzione di una macchina di ampia destinazione popolare. Il premio, sottolineando la coraggiosa rinuncia alla figuratività tradizionale dell’automobile attraverso un attento riesame del complesso dei suoi elementi fondamentali, intende portare in rilievo il fatto che tale concezione, oltre ad aver condotto il designer alla massima limitazione degli elementi superficiali del costume decorativo segna un'importante tappa nella strada verso una nuova genuinità espressiva della tecnica. VESPA (di PIAGGIO)→ scooter; basso costo / bassi consumi / meccanica elementare / senza ambizioni sportive / accessibile a tutti LAMBRETTA INNOCENTI→ prodotta fino agli anni ‘70 LA BERLINETTA CISITALIA PININFARINA ISETTA→ macchina a 3 ruote 2.​ OGGETTI REALIZZATI DA UN MECCANISMO ED UN INVOLUCRO: oggetti di integrazione tra logica di mercato e ragione culturale MARCELLO NIZZOLI (1887-1969) 1910-’13 Frequenta l’Istituto d’Arte Toschi di Parma dove e studia architettura, decorazione e ornato 1914 Si trasferisce a Milano e inizia la sua carriera di artista e la collaborazione con le Acciaierie Ansaldo (fino al 1943) 1921 Inizia la sua collaborazione con il cotonificio Bernocchi 1923 Partecipa alla I° Biennale di Monza (conosce Baldessari, Figini, Pollini, Terragni e inizia a collaborare con Campari, Fiat, Montecatini) 1931 Partecipa come pittore alla I° Quadriennale di Roma 1932 Inizia la sua collaborazione con la Olivetti per cui disegna insieme a Giuseppe Persico la pubblicità 1933 Insieme a Mario Sironi ordina le decorazioni interne del Padiglione della Stampa alla II° Triennale di Milano 1934 Realizza il manifesto per la XIX Biennale di Venezia 1930-’40 Lavora come scenografo, cartellonista, architetto, decoratore, pittore, allestisce Mostre e Triennali a Venezia e Milano LEXICON o M80 (1949-1959): macchina per scrivere manuale standard - tastiera 45 tasti, 90 segni - carrozzeria metallica con coperchio amovibile - tastiera tipo QZERTY - scopo: struttura ottimizzata per ottenere corpo compatto ma resistente, leggero e armonioso MP1 (1932), Adriano Olivetti e Gino Levi: macchina per scrivere manuale portatile - progetto: Riccardo Levi / designer: Aldo Magnelli - prima macchina portatile a sviluppo orizzontale - carrozzeria progettata come elemento. autonomo, separato che avvolge il meccanismo - pubblicità: Xanti Schawinsky, dipinto rielaborato da una fotografia LETTERA 22 (1954): macchina da scrivere manuale portatile - progetto: Giuseppe Beccio, Designer: Marcello Nizzoli - leggera, compatta e innovativa nella tecnologia - pubblicità: Raymond Savignac vince nel 1954 il COMPASSO D’ORO → Categoria: macchine e componenti per l’industria Motivazioni del premio: Il Premio ”La Rinascente Compasso d’oro 1954” che viene attribuito alla macchina portatile Lettera 22, può ritenersi esteso simbolicamente ai meriti eccezionali dell'intera attività della Olivetti, che rappresenta nel mondo uno dei più elevati esempi di coerenza stilistica di una intera produzione in tutte le espressioni che l’accompagnano, da quelle grafiche e propagandistiche, alla architettura dei negozi, degli opifici, delle case e delle assistenze. Merito ed esempio della Olivetti l’aver costantemente ricorso alla collaborazione di artisti di sicuro valore, nelle esigenze del controllo estetico tanto della sua produzione, quanto di tutte le sue manifestazioni. MIRELLA: macchina per cucire Categoria: macchine e componenti per l’industria Motivazioni del premio: La macchina per cucire Necchi, cui viene attribuito il premio La Rinascente Compasso d’oro, si segnala per una inedita concezione del rapporto tra il contenuto tecnico del prodotto e la qualità estetica della copertura. Questa, realizzata con la nota sensibilità e misura di Nizzoli in una plasticità ispirata alla scultura non figurativa contemporanea e tuttavia giustificata dal rispetto degli ingombri interni, si interrompe là dove la maggior concentrazione delle funzioni meccaniche (come nella testa e nel retro) si rivela nel suo sincero carattere tecnologico. Il rifiuto dei canoni formali invalsi nelle «macchine» d’uso domestico rivela l’importanza di questo alto esempio di collaborazione tra l’industria e il designer. GINO COLOMBINI (1887-1969) 1915 Nasce a Milano 1933 Collabora con Albini nel suo studio (fino al 1952) 1949 Collabora come direttore tecnico con Giulio Castelli, fondatore dell’azienda di plastiche Kartell (lavora anche con altri famosi designer, che hanno stili diversi) 1955 Vince il Compasso d’Oro con il secchio in polietilene 1957 Vince il Compasso d’Oro con i contenitori in plastica 1959 Vince il Compasso d’Oro con lo Spremiagrumi 1960 Si conclude il rapporto tra Colombini e la Kartell / Vince il Compasso d’Oro con lo scolapiatti smontabile KARTELL: MOPLEN (Giulio Natta e Giulio Castelli) - inventato negli anni 50 dal chimico italiano Giulio Natta (premio Nobel nel 1963 per la polimerizzazione stereospecifica) e dal team di ricercatori della società italiana Montecatini, oggi Versalis - tipo di resina di polipropilene, un materiale plastico noto per la sua versatilità e resistenza - ampiamente utilizzato nella produzione di oggetti in plastica grazie alla sua capacità di adattarsi a una vasta gamma di forme e applicazioni - la sua formula chimica gli conferisce proprietà uniche che lo distinguono dagli altri tipi di resine e plastiche - resistente agli urti e alla rottura, altamente resistente alla corrosione e alle sostanze chimiche, il che lo rende un materiale adatto per l’uso in ambienti aggressivi, come quelli individuali o in presenza di sostanze corrosive 4 COMPASSI D’ORO “Se all’estero leggerezza, economicità, infinite possibilità cromatiche di polietilene, polistirolo, poliestere erano state valenze caratterizzanti negativamente prodotti poveri e a perdere, destinati a un’utenza che non si poteva permettere l’uso di materiali naturali o artificiali già nobilitati da decenni e da secoli, questi difetti in Italia diventano pregi e qualità, proprio grazie all’intervento del disegno industriale“ ↓ 1955 → KS 1146: secchio con coperchio Categoria: Arredi e complementi per la casa Motivazioni del premio: Fra la vasta produzione della Kartell, sempre eseguita con cura e rispetto del materiale, il secchio a cui viene attribuito il premio “La Rinascente Compasso d’oro 1955” emerge per originalità dei particolari, quali il raccordo tra plastica e ferro, la sensibilità funzionale della presa del coperchio, l’essenzialità e robustezza delle sezioni. Nella produzione attuale delle materie plastiche, ove sovente ancora si riscontra un imperante gusto decorativistico favorito dalla pressoché illimitata libertà nelle articolazioni degli stampi, la castigata sincerità e le sicure proporzioni di questo secchio appaiono immediate ed indiscutibili. 1957→ KS 1065: tinozza Categoria: Arredi e complementi per la casa Motivazioni del premio: La tinozza della Kartell, cui viene attribuito il Premio La Rinascente Compasso d’oro, è il primo esempio, da molti anni ormai, di una concreta innovazione nel campo delle materie plastiche. Ma è principalmente merito della Kartell quello di avere, come altre volte, intuito, dell’impiego abbinato dei materiali, oltre che le caratteristiche economiche d’uso, le possibilità estetiche tuttavia così condizionate dalle qualità dei materiali scelti. Non solo, ma di avere risolto questo inedito accostamento in una forma di già raggiunta maturità estetica 1959 → KS 1481: spremilimone Categoria: Arredi e complementi per la cucina Motivazioni del premio: Nello spremilimone Kartell KS 1481, cui è stato attribuito il Compasso d’oro 1959, sono stati ristudiati con grande attenzione i particolari della funzione fino ad ottenere una forma assolutamente inedita che, attraverso un dosato gioco dimensionale delle singole parti, riesce a nobilitare e qualificare nella grande serie un materiale plastico di recente introduzione. 1960 → KS 1171/2: scolapiatti Categoria: Arredi e complementi per la casa Motivazioni del premio: Alla collaborazione Kartell – Colombini viene assegnato per la quarta volta il Compasso d’oro nel 1960 per lo scolapiatti smontabile KS. 117/2 in materia plastica. Esso costituisce una soluzione, semplice ma inedita, del comune strumento da cucina attraverso lo stretto rapporto tra il modulo e le unità portate, con il risultato della massima flessibilità di impiego sia per dimensionalità che per economicità. La ben nota capacità interpretativa delle caratteristiche dei materiali da parte del designer e la ben nota cura esecutiva del produttore completano il quadro di questa modesta ma esemplare lezione di design. PORTAOMBRELLI, PORTACENERE, PORTACARTE (1965) BRUNO MUNARI (1907-1998) 1929 Entra a far parte del movimento futurista e frequenta Marinetti 1930 Si associa con Riccardo Ricas Castagnedi in uno studio di grafica (fino al 1938) / Disegna la Macchina aerea 1933 Inizia la ricerca delle macchine inutili 1939 Lavora come grafico alla Mondadori (fino al 1945) 1947 Realizza Concavo-Convesso 1948 Fonda il Movimento di Arte Concreta con Gillo Dorfles, G. Monnet, G. Mazzon, A. Soldati 1958 Presenta le sculture da viaggio 1977 Crea il primo laboratorio per bambini presso la Pinacoteca di Brera di Milano 1989 Ottiene la laurea Honoris causa in Architettura dall’Università degli Studi di Genova NB→ il mestiere del designer è un sapiente matrimonio tra intuizione ed esercizio la fantasia può essere esercitata, se stimolata, gli aspetti ludici, ironici e infantili sono modalità di conoscenza LA MACCHINA AEREA (1930) “L’idea credo che sia nata da un'osservazione sulla pittura astratta. E anche in collegamento con quei pezzi di carta che liberavo nell'aria, da bambino” “Per un operatore è molto importante conoscere ciò che un bambino può capire. Non trasformare tutto in una favola meravigliosa, ci sono mille modi per interessare e comunicare. Un bambino educato forma una società civile. Un bambino creativo è un bambino felice” - legno e metallo, alta cm. 180, larga circa 60 x 30 - le sfere sono rosse, meno una piccola che è nera, tutte le bacchette sono bianche. Appeso ad una corda al soffitto di un ambiente, si muove lentamente, spinta da qualche corrente d'aria LE MACCHINE INUTILI (dal 1933) «Non sono altro che oggetti mobili colorati, appositamente studiati per ottenere quella determinata varietà di accostamenti, di movimenti, di forme e di colori. Oggetti da guardare come si guarda un complesso mobile di nubi dopo essere stati sette ore all'interno di un’officina di macchine utili» → dinamismo di una forma definita, cinetismo e spazialità, casualità, astrazione, installazione (le prime nell’arte), instabilità percettiva, creazione di forme naturali opere che uniscono duchampiamente estetica utilitaria e inutilizzabilità in un unico oggetto MANIFESTO DEL MACCHINISMO (1952) «Il mondo, oggi, è delle macchine. Noi viviamo in mezzo alle macchine, esse ci aiutano a fare ogni cosa, a lavorare e a svagarsi. Ma cosa sappiamo noi dei loro umori, della loro natura, dei loro difetti animali, se non attraverso cognizioni tecniche, aride e pedanti? Le macchine si moltiplicano più rapidamente degli uomini, quasi come gli insetti più prolifici; già ci costringono ad occuparci di loro, a perdere molto tempo per le loro cure, ci hanno viziati, dobbiamo tenerle pulite, dar loro da mangiare e da riposare, visitarle continuamente, non far loro mai mancar nulla. Fra pochi anni saremo i loro piccoli schiavi. Gli artisti sono i soli che possono salvare l’umanità da questo pericolo. Gli artisti devono interessarsi delle macchine, abbandonare i romantici pennelli, la polverosa tavolozza, la tela e il telaio; devono cominciare a conoscere l’anatomia meccanica, il linguaggio meccanico, capire la natura delle macchine, distrarle facendole funzionare in modo irregolare, creare opere d’arte con le stesse macchine, con i loro stessi mezzi. Non più colori a olio ma fiamma ossidrica, reagenti chimici, cromature, ruggine, colorazioni anodiche, alterazioni termiche. Non più tela e telaio ma metalli, materie plastiche, gomme e resine sintetiche. Forme, colori, movimenti, rumori del mondo meccanico non più visti dal di fuori e rifatti a freddo, ma composti armonicamente. La macchina di oggi è un mostro! La macchina deve diventare un’opera d’arte! Noi scopriremo l’arte delle macchine!» «I sassi sono le sculture del mare e dei fiumi. Ognuno è diverso dagli altri, non ci sono due sassi uguali, sono tutti ‘pezzi unici’ come le opere d’arte» CONCAVO-CONVESSO (1947-’49) Rete metallica ripiegata fino ad assomigliare a una nuvola. Ampia documentazione tecnica. Rappresentazione visiva di un teorema matematico reso comunicabile e svelato al pubblico. LE SCULTURE DA VIAGGIO (1958) «Le sculture da viaggio sono nate come piccole sculture (alcune persino tascabili) da portare in giro con sé o per avere un pezzetto della propria cultura in un’anonima stanza d’albergo. In seguito sono diventate sculture ‘da viaggio’ in acciaio, alte cinque o sei metri. Una è stata esposta per qualche mese a Cesenatico, altre sul lungomare di Napoli. Altre ancora riposano tra grandi alberi in Alto Adige» I LIBRI ILLEGGIBILI (1958) Per un operatore è molto importante conoscere ciò che un bambino può capire. Non trasformare tutto in una favola meravigliosa, ci sono mille modi per interessare e comunicare. Un bambino educato forma una società civile. Un bambino creativo è un bambino felice. SEDIA SINGER (1945): sedia per visite brevissime GIOCATTOLO ZIZI 1954→ COMPASSO D’ORO Categoria: Gioco e articoli per l’infanzia Motivazioni del premio: Normalmente i giocattoli sono delle riduzioni “veristiche” o infantilizzanti di mezzi meccanici, o imitazioni egualmente veristiche, o infantilisticamente ironizzate, di animali o di figure umane. Questo piccolo quadrumane di Munari, edito della Pigomma, al quale è attribuito il Premio ”La Rinascente Compasso d’oro 1954“, rappresenta invece una interpretazione del carattere del “personaggio“, che ha raggiunta una essenzialità formale, nell’impiego tipico della materia, la gommapiuma articolata da una armatura di filo d’acciaio, che consente il divertimento di una infinità di atteggiamenti. Questo giocattolo appartiene ad una categoria elevata, che l’ha fatto oggetto di un interesse intellettuale. OCCHIALI PARALUCE (1954): occhiali fatti in carta THERMOS PORTAGHIACCIO DA TAVOLO 510 1959→ COMPASSO D’ORO Categoria: Arredi e complementi per la cucina Motivazioni del premio: Con l’attribuzione del premio “La Rinascente Compasso d’oro 1955” al secchio termico di Munari, la Giuria vuol segnalare l’intento di conferire una forma spoglia di compiacenze decorative ad un prodotto tra quelli che l’industria insiste nel considerare con pervicacia oggetti di fantasie gratuite ed incontrollate. La pura forma che nasce dalle necessità stesse della tecnica di produzione e l’accordo tecnico-formale tra piedini e manico sono garanzie di un sicuro controllo dell’invenzione. POSACENERE CUBO (1957) MALDIVE (1960): ciotola

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