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This document is a set of notes providing details of the circulatory system. It includes information about blood components, functions, and related concepts.

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SISTEMA CIRCOLATORIO I vertebrati sono caratterizzati da un APPARATO CIRCOLATORIO CHIUSO nel quale il sangue è confinato all’interno di vasi ematici ed è separato dal fluido interstiziale, un cuore pompa il sangue in grandi vasi che si ramificano fino a dare vasi via via più piccoli che raggiungono...

SISTEMA CIRCOLATORIO I vertebrati sono caratterizzati da un APPARATO CIRCOLATORIO CHIUSO nel quale il sangue è confinato all’interno di vasi ematici ed è separato dal fluido interstiziale, un cuore pompa il sangue in grandi vasi che si ramificano fino a dare vasi via via più piccoli che raggiungono tutti gli organi del corpo. Lo scambio dei materiali avviene per diffusione tra il sangue e il fluido interstiziale e tra questo e le cellule. PLASMA: matrice fluida del sangue. FLUIDO INTERSTIZIALE: plasma senza le grandi proteine plasmatiche che non attraversano l’endotelio dei capillari. LINFA: la sua composizione è sostanzialmente simile a quella del fluido interstiziale (acqua, proteine, elettroliti, lipidi); si aggiungono leucociti e macrofagi; nei mammiferi è ricca di linfociti. SIERO: plasma sanguigno da cui sono stati rimossi i fattori di coagulazione. SANGUE - composizione (Campbell e Reece, 2004, Zanichelli) Eritrociti o globuli rossi Sono coinvolti nel trasporto di ossigeno dagli organi respiratori ai tessuti e, in minima parte, di anidride carbonica in senso inverso. Nei vertebrati non mammiferi sono nucleati e di forma ellittica biconvessa. Nei mammiferi sono anucleati discoidali biconcavi (quantità elevata di emoglobina e grande superficie per l’assorbimento dell’ossigeno). L’emoglobina è un complesso molecolare costituito dalla globina e dall’eme contenente ferro, capace di combinarsi reversibilmente con l’ossigeno. Sono incapaci di riproduzione e autoriparazione; nei mammiferi la loro vita media non supera i 120 giorni. (Alberts et al., 2004, Zanichelli) Leucociti o globuli bianchi Sono cellule nucleate e mancano di emoglobina; hanno una durata limitata. Sono coinvolti nei meccanismi di difesa dagli agenti patogeni e nelle risposte infiammatorie, e sostengono le attività antigene-anticorpo. Passano gran parte del loro ciclo vitale lontano dal sistema circolatorio. Sono capaci di movimenti ameboidi e di migrare verso siti di infezione e di danno cellulare, attraversando la parete dei capillari (diapedesi). Si distinguono in granulociti (leucociti polimorfonucleati) e agranulociti (leucociti mononucleati). (Alberts et al., 2004, Zanichelli) GRANULOCITI NEUTROFILI (ETEROFILI negli elasmobranchi, nei rettili, negli uccelli e in alcuni mammiferi, nei quali contengono granuli acidofili) (Alberts et al., 2004, Zanichelli) Sono cellule terminalmente differenziate che fagocitano batteri. Presentano il nucleo con lobature multiple unite da ponti di cromatina; la maggior parte di essa si trova nello stato condensato. Presentano 1) granuli primari o azzurrofili (lisosomi primari) che contengono idrolasi acide (collagenasi, elastasi); 2) granuli secondari o specifici che contengono batteriolisine. Hanno un ruolo primario nelle risposte infiammatorie. GRANULOCITI EOSINOFILI (Alberts et al., 2004, Zanichelli) Sono cellule terminalmente differenziate. Presentano il nucleo per lo più costituito da due lobi; la cromatina si trova nello stato condensato. Presentano granuli specifici che contengono proteine basiche tossiche per macroparassiti, protozoi, batteri. Hanno un ruolo primario nelle infestazioni da parassiti e intervengono nelle risposte allergiche. GRANULOCITI BASOFILI (Alberts et al., 2004, Zanichelli) Sono cellule terminalmente differenziate. Presentano il nucleo irregolare o con 2-3 lobi; la cromatina si trova nello stato condensato. Presentano granuli specifici che contengono sostanze acide come l’eparina (anticoagulante) e l’istamina (aumenta la permeabilità capillare). Mancano negli agnati, in diverse specie di elasmobranchi e di osteitti e, tra i mammiferi, nei felidi; in questi casi le loro funzioni sono svolte dai mastociti connettivali e dagli eosinofili. Nei mammiferi, sulla loro superficie sono presenti recettori per le IgE, anticorpi particolarmente abbondanti nei soggetti allergici. AGRANULOCITI - MONOCITI (Alberts et al., 2004, Zanichelli) Sono cellule non terminalmente differenziate; sono i precursori dei macrofagi infiammatori e residenti. Presentano il nucleo ovale o reniforme; la cromatina è finemente dispersa. Presentano granuli primari o azzurrofili (lisosomi). Fuoriescono dal circolo sanguigno e si trasformano in macrofagi, elementi dotati di una elevata capacità fagocitaria. AGRANULOCITI - LINFOCITI Sono cellule non terminalmente differenziate; sono capaci di dividersi e differenziarsi in elementi effettori e cellule della memoria; non fagocitano. (Alberts et al., 2004, Zanichelli) Si trovano in discreta percentuale (30% circa) nel sangue; dal sangue migrano nel connettivo e in alcuni organi diventano molto abbondanti da costituire un tessuto linfoide (timo, milza, linfonodi, tonsille, appendice, placche del Peyer). Presentano granuli primari o azzurrofili (lisosomi). Sono le cellule responsabili delle difese immunologiche. Esistono due classi principali di linfociti: linfociti B e linfociti T. I linfociti B sono le cellule che si trasformano in plasmacellule e provvedono a produrre anticorpi circolanti (risposta umorale). I linfociti T sono responsabili della risposta immunitaria mediata da cellule (risposta cellulare; linfociti T citotossici - linfociti T helper - linfociti T regolatori). Trombociti e piastrine I trombociti sono cellule nucleate fusiformi presenti nei vertebrati non mammiferi; originano dai tromboblasti. Le piastrine sono frammenti cellulari privi di nucleo presenti nei mammiferi; originano per gemmazione di megacariociti. Entrambi svolgono un’importante funzione nella coagulazione del sangue. (Alberts et al., 2004, Zanichelli) produzione di piastrine da un megacariocita del midollo osseo Emopoiesi La produzione delle cellule del sangue è un processo che gli organismi devono continuamente mettere in atto sia durante lo sviluppo embrionale e fetale, sia nella vita post-natale, perché tali cellule hanno vita breve e devono essere sostituite. Ciò avviene mediante la continua formazione di elementi giovani che si differenziano a partire da cellule staminali pluripotenti o emocitoblasti. Nell’embrione gli emocitoblasti si sviluppano in seno a ISOLE SANGUIGNE. Nei vertebrati con sacco vitellino (condroitti, osteitti, rettili, uccelli, mammiferi) esse sono costituite da: 1) mesenchima di mesoderma extraembrionale splancnico, sono localizzate nelle pareti del sacco vitellino e sono di destinazione mielo-eritroide; 2) mesenchima di mesoderma intraembrionale splancnico di destinazione linfopoietica. Nei vertebrati privi di sacco vitellino (anfibi) esse sono costituite da mesenchima di mesoderma splancnico, sono localizzate nella parete dell’intestino primitivo e da esse derivano gli emocitoblasti. Durante lo sviluppo embrionale gli emocitoblasti continuano a moltiplicarsi a livello della parete dell’intestino, del fegato, del rene, della milza, del timo e del midollo osseo. Nell’adulto gli ORGANI EMOPOIETICI si distinguono in MIELOIDI e LINFOIDI. Pesci organi mieloidi: parete intestinale (missine e larve lamprede) organo epineurale (lamprede adulte) organo di Leydig (esofago) e organo epigonale (gonadi) (condroitti) rene (lamprede, condroitti e osteitti) milza (condroitti e osteitti – eritrociti e trombociti) organi linfoidi: parete intestinale (missine e larve lamprede) organo epineurale (lamprede adulte) organo di Leydig e organo epigonale (condroitti – linfociti B) rene (lamprede, osteitti – linfociti B) timo (condroitti e osteitti – linfociti T) milza (condroitti e osteitti) tessuto linfoide associato al tubo digerente (condroitti e osteitti) Tetrapodi organi mieloidi: milza (anfibi, alcuni rettili, mammiferi in condizioni di aumentata richiesta  eritrociti) rene (urodeli primitivi) fegato (maggioranza degli urodeli e gimnofioni) midollo osseo rosso delle coste, delle vertebre, dello sterno e delle ossa pelviche (anfibi; alcuni rettili  granulociti e monociti) organi linfoidi: primari ( differenziamento e maturazione dei linfociti – midollo osseo rosso, timo, borsa di Fabrizio) secondari (insediamento dei linfociti e incontro con l’antigene - milza, tessuto linfoide associato alle mucose, linfonodi) fegato (urodeli e anuri primitivi) Organi linfoidi primari Nei tetrapodi il midollo osseo rosso è sede della produzione di cellule staminali linfocitarie; parte di queste diventano linfociti B, parte si trasferiscono nel timo. (Campbell e Reece, 2004) Linfociti “senza esperienza” Il timo è un organo linfoide presente in tutti gli gnatòstomi. E’ deputato alla maturazione e selezione di linfociti T. La borsa di Fabrizio è un organo esclusivo degli uccelli ed è deputato alla produzione dei linfociti B. Si origina da un diverticolo della parte dorsale dell’ultimo tratto dell’intestino. Organi linfoidi secondari Negli gnatòstomi la milza è una sede di insediamento di linfociti T e B provenienti dagli organi linfoidi primari; induce ed elabora le risposte immunitarie contro antigeni veicolati dal sangue. Ha anche una funzione emocateretica (distruzione di eritrociti invecchiati o danneggiati, microrganismi e molecole estranee veicolate dal sangue). I linfonodi sono presenti nei mammiferi, disposti lungo il decorso dei maggiori vasi linfatici. Sono sede di arrivo di antigeni microbici e di migrazione dei linfociti circolanti. (Liem et al., 2012, EdiSES) CUORE - Morfologia Può essere considerato come un vaso arterioso modificato e specializzato. E’ situato nella cavità pericardica, ventralmente al tubo digerente. E’ la pompa che produce la pressione idrostatica che spinge il sangue lungo i vasi; funziona anche come organo endocrino: le pareti dell’atrio producono il peptide atriale natriuretico, un ormone che abbassa la pressione sanguigna. Il rivestimento interno è l’ENDOCARDIO (endotelio + tessuto connettivo lasso), la componente muscolare è il MIOCARDIO (fibrocellule muscolari striate, cilindriche, ramificate), il rivestimento esterno è l’EPICARDIO o PERICARDIO VISCERALE (tessuto connettivo lasso + mesotelio) in continuità con il pericardio parietale; insieme delimitano la cavità pericardica. CUORE - Sviluppo In tutti i vertebrati il cuore si origina da angioblasti, cellule mesenchimali del mesoderma splancnico, che formano due abbozzi cardiaci che poi si fondono a formare un tubo endocardico. Nei vertebrati senza vitellino i due abbozzi si fondono precocemente; nei vertebrati con sacco vitellino la fusione è più tardiva. Il tubo endocardico viene circondato dalla splancnopleura ispessita (epimiocardio) da cui deriveranno miocardio e epicardio. Dati recenti indicano che l’epicardio deriva dall’epitelio celomatico. All’inizio il cuore è un tubo rettilineo con quattro camere consecutive che si contraggono in sequenza; successivamente in seguito a torsioni sul piano frontale e sagittale, la regione atriale viene a porsi cefalicamente e dorsalmente rispetto alla regione ventricolare. CUORE – Evoluzione – le differenze principali degli adattamenti cardiovascolari sono associate al tipo di respirazione adottata Nei pesci il sangue fluisce dal cuore alle branchie e da esse direttamente a tutte le parti del corpo, per poi tornare al cuore (sistema a bassa pressione di CIRCOLAZIONE SEMPLICE: circolazione branchiale e circolazione sistemica costituiscono un unico circuito). (Campbell e Reece, 2004, Zanichelli) (Giavini e Menegola, 2010, EdiSES) CUORE – Evoluzione – Agnati Sono presenti 3 camere indivise, seno venoso, atrio, ventricolo, più un bulbo arterioso provvisto di muscolatura liscia. La parete del cuore non ha vasi nutritivi: il miocardio è irrorato dal sangue cavitario. (Baldaccini et al., 1996) (sezione frontale, visione ventrale) CUORE – Evoluzione – Condroitti e osteitti a respirazione branchiale Hanno una quarta concamerazione cardiaca indivisa, il cono arterioso, che con la sua elasticità mantiene uniforme e continuo il flusso del sangue diretto alle branchie. Il cono arterioso manca nei teleostei i quali hanno un bulbo arterioso elastico provvisto di muscolatura liscia. Il tessuto cardiaco è irrorato da una propria rete vascolare costituita da arterie coronarie. (visione ventrale) Seno venoso Atrio Bulbus arterious Cono arterioso Ventricolo (sezione sagittale, visione laterale) CUORE – Evoluzione – Osteitti a respirazione polmonare I dipnoi hanno effettuato una tappa evolutiva determinante evolvendo una circolazione polmonare che coesiste con la circolazione branchiale; il letto capillare dei polmoni si trova in serie con il cuore e i tessuti. Arteria polmonare Vena polmonare (Purves et al., 2001, Zanichelli) La comparsa dei polmoni e della circolazione polmonare determina l’iniziale separazione della cavità cardiaca: il cuore è diviso da un setto longitudinale incompleto in una metà destra collegata al seno venoso e una metà sinistra collegata alle vene polmonari. Il cono arterioso è dotato di una valvola spirale la cui struttura ad elica identifica due rampe distinte: una rampa dorsale a cui arriva sangue venoso dalla porzione ds del ventricolo, una rampa ventrale a cui arriva sangue ossigenato dalla porzione sx del ventricolo. Mancano le arterie coronarie. branchie e polmoni (Kent, 1997) CUORE – Evoluzione – Tetrapodi Il tipo di respirazione adottata e le necessità metaboliche hanno portato ad una crescente complessità e ad un crescente numero delle ripartizioni della cavità cardiaca e quindi ad una progressiva separazione della circolazione in due circuiti: polmonare e sistemico. Gli anfibi possiedono due distinti ma non completamente separati circoli sanguigni, pulmo-cutaneo e sistemico; il sangue viene pompato due volte, la seconda delle quali ad elevata pressione, prima di fluire agli organi; nell’unico ventricolo si ha un parziale mescolamento di sangue ossigenato e deossigenato (CIRCOLAZIONE DOPPIA E INCOMPLETA). (Campbell e Reece, 2004, Zanichelli) Gli anfibi adulti presentano diversi gradi di adattabilità all’ambiente acquatico e aereo che si riflettono sulla completezza del setto interatriale: gli urodeli hanno un setto incompleto, gli anuri hanno un setto completo. Negli anuri il ventricolo è dotato di trabecole longitudinali, che minimizzano il mescolamento del flusso sanguigno di ds e di sx. Il cono arterioso è dotato di valvola spirale che lo divide in una rampa ds dorsale (sangue venoso) e una rampa sx ventrale (sangue ossigenato). L’aorta ventrale embrionale origina due tronchi arteriosi ognuno diviso in tre archi archi aortici. (Kent, 1997) (Kent, 1997) L’incompleta separazione tra il circolo sistemico e il circolo polmonare rappresenta un adattamento per utilizzare la pelle per la respirazione in condizioni di ipossia e anossia. In tali condizioni, il sangue venoso della parte ds del cuore viene dirottato nel circolo sistemico (deviazione di flusso) e i capillari della pelle ricevono sangue venoso direttamente dall’aorta. Il sangue refluo che dalla pelle ritorna al cuore nell’atrio ds contiene una certa concentrazione di ossigeno ed è immesso nuovamente nel circolo sistemico. I rettili possiedono cuori nei quali dispositivi con il significato di deviatore cardiaco permettono un controllo estremamente efficiente della circolazione polmonare e di quella sistemica, consentendo loro di adattarsi e sopravvivere in specifiche condizioni ambientali (CIRCOLAZIONE DOPPIA E INCOMPLETA). (Purves et al., 2001, Zanichelli) Il seno venoso è molto ridotto nei cheloni e lepidosauri; nei coccodrilliani è parzialmente incorporato nella parete dell’atrio destro. Gli atri sono completamente separati. Il ventricolo è completamente diviso nei coccodrilli e ripartito in modo complesso negli altri rettili. Il cono arterioso durante l’embriogenesi viene incorporato nella parte destra del ventricolo. Il tronco arterioso è diviso in 3 vasi che emergono direttamente dal ventricolo. (Kent, 1997) Nei cheloni e lepidosauri in condizioni di respirazione attiva, tra piccolo e grande circolo si realizza una separazione morfologicamente incompleta ma funzionalmente completa. Nei cheloni e lepidosauri in condizioni di apnea si verifica una deviazione di flusso da destra verso sinistra. dell’arteria polmonare La resistenza del circuito polmonare raggiunge lo stesso livello di quella del circuito sistemico Nei coccodrilli la presenza del forame di Panizza nel punto di incrocio dei due archi aortici, permette una incompleta separazione del circolo destro dal circolo sinistro, funzionale in caso di apnea. dell’arteria polmonare Valvole alla base dell’arco sistemico sx aperte quando i due ventricoli raggiungono livelli simili di pressione Valvole alla base dell’arco sistemico sx chiuse bloccate dal sangue ad alta pressione che attraversa il forame di Panizza (la pressione nel ventricolo sx è più alta che nel ventricolo ds) Gli uccelli e i mammiferi hanno il cuore con quattro camere separate; il circolo polmonare e il circolo sistemico sono completamente separati in rapporto alla endotermia e alla presenza di polmoni continuamente ventilati (CIRCOLAZIONE DOPPIA E COMPLETA). (Campbell e Reece, 2004, Zanichelli) Il seno venoso è incorporato nella parete dell’atrio destro e il cuore è costituito da due atri e due ventricoli. L’aorta ventrale è divisa durante l’embriogenesi in due archi, un arco polmonare impiantato sul ventricolo destro e un arco aortico impiantato sul ventricolo sinistro. Negli uccelli si conserva l’arco aortico di destra. Nei mammiferi si conserva l’arco aortico di sinistra. Il dispositivo valvolare atrio-ventricolare è costituito dalla valvola tricuspide (ds) e dalla valvola bicuspide o mitrale (sx). In conclusione, nei tetrapodi: Il seno venoso persiste negli anfibi, nei quali sbocca nell’atrio ds; nei rettili, negli uccelli ratiti e nei mammiferi monotremi viene parzialmente incorporato nell’atrio ds, mentre lo è totalmente negli altri uccelli e mammiferi. L’atrio è separato completamente in tutti i tetrapodi, tranne che negli urodeli. Il ventricolo non ha setto negli anfibi, è incompleto nei rettili esclusi i loricati, dove è completo come anche in uccelli e mammiferi. L’aorta ventrale è presente ancora negli anfibi, nei quali origina due tronchi arteriosi; scompare in tutti gli altri. Ciò comporta che in anfibi e rettili la circolazione è doppia e incompleta; solo negli uccelli e mammiferi si instaura una circolazione doppia e completa. CUORE – Apparato di conduzione I cardiomiociti del sistema di conduzione del cuore sono cellule specializzate che in alcune aree formano il tessuto nodale; questo si contrae spontaneamente in presenza di ioni Ca, Na e K, e, funzionando come pacemaker, conferisce al cuore una capacità contrattile autonoma, la cui frequenza può essere modificata da fibre nervose del sistema nervoso autonomo. Nei pesci, anfibi e rettili il sistema di conduzione è costituito dal nodo seno-atriale (pacemaker). Negli uccelli e nei mammiferi il sistema di conduzione comprende un nodo seno-atriale situato vicino all’entrata delle vene, un nodo atrio-ventricolare situato tra atrio e ventricolo e il fascio di His che comprende le fibre del Purkinje. Il tessuto nodale per le sue caratteristiche assicura la contrazione quasi simultanea di tutto il cuore. VASI SANGUIGNI - Struttura Le ARTERIE trasportano il sangue ad elevata pressione dal cuore verso la periferia (ad eccezione delle arterie polmonari); esse si risolvono in… …LETTI CAPILLARI che penetrano profondamente in ogni tessuto; al loro livello avviene lo scambio di nutrienti, di prodotti di rifiuto e di gas disciolti, tra il sangue e il fluido interstiziale; alla loro estremità distale essi convergono in… …venule e poi in VENE che trasportano il sangue refluo a bassa pressione nuovamente al cuore (ad eccezione delle vene polmonari). (Campbell e Reece, 2004, Zanichelli) Le principali differenze strutturali e funzionali tra vene ed arterie riguardano: la tonaca media più spessa nelle arterie, ricca di fibre elastiche e muscolari, che consente a questi vasi di sostenere gli alti valori pressori; la scarsità di fibre elastiche e muscolari nelle vene che determina una pressione sanguigna più bassa; per questo motivo le vene possiedono valvole semilunari che impediscono il reflusso di sangue. I capillari sanguigni sono i vasi più sottili e la loro parete è costituita da endotelio che poggia su una sottile lamina basale. VASI SANGUIGNI – Sviluppo embrionale I vasi sanguigni si sviluppano a livello delle ISOLE SANGUIGNE, di origine mesodermica, localizzate o nelle pareti del sacco vitellino (vertebrati con sacco vitellino) o nella parete dell’intestino primitivo (vertebrati senza sacco vitellino). All’interno delle isole sanguigne il mesenchima si differenzia in emocitoblasti e in angioblasti che formeranno le pareti dei vasi. Si forma così una rete di vasi vitellini che porta all’embrione materiale nutritivo immagazzinato o nel sacco vitellino o nelle cellule endodermiche. Dalla primitiva rete vascolare dell’embrione derivano successivamente vasi di calibro maggiore. Lo schema fondamentale e primitivo del SISTEMA ARTERIOSO dei vertebrati è costituito da: una AORTA VENTRALE (due in uno stadio molto precoce di embriogenesi) ARCHI AORTICI pari una AORTA DORSALE RAMI SOMATICI pari e RAMI VISCERALI pari e impari che si dipartono dall’aorta dorsale per raggiungere i vari distretti corporei ARTERIE CORONARIE Gli agnati possono avere fino a 15 paia di archi aortici. L’embrione degli gnatòstomi ha 6 paia di archi aortici. Il primo arco aortico non è presente in alcun vertebrato adulto. Gli archi aortici rappresentano la componente arteriosa del sistema circolatorio dei vertebrati che maggiormente si modifica durante l’evoluzione in relazione al passaggio da branchie a polmoni. Essi si formano nell’embrione come componenti dei branchiomeri e vascolarizzano le branchie, i polmoni e i derivati faringei. (Giavini e Menegola, 2010, EdiSES) Nei vertebrati a respirazione branchiale, caratterizzati da un sistema a bassa pressione di circolazione semplice, gli archi aortici continui dell’embrione si interrompono nel circolo capillare branchiale. condizione embrionale condroitti teleostei Condroitti La parte ventrale degli archi aortici forma le ARTERIE BRANCHIALI AFFERENTI. La parte dorsale degli archi aortici forma ARTERIE PRETREMATICHE e POSTTREMATICHE che portano alle ARTERIE BRANCHIALI EFFERENTI. Del I arco aortico resta la parte dorsale che forma l’ARTERIA SPIRACOLARE. Le ARTERIE CAROTIDI INTERNE (rami pari dell’aorta dorsale) portano sangue alla testa; le ARTERIE CAROTIDI ESTERNE (ramo efferente del II arco aortico) irrorano la mandibola. Le ARTERIE CORONARIE prendono origine dall’arteria commissurale. I II III IV V VI Pseudobranchia Emibranchia Olobranchia Osteitti attinopterigi (teleostei) La parte ventrale degli archi aortici forma le ARTERIE BRANCHIALI AFFERENTI. 4 La parte dorsale degli archi aortici forma le ARTERIE BRANCHIALI EFFERENTI. I e II archi aortici mancano. Le ARTERIE CAROTIDI INTERNE derivano dai rami pari dell’aorta dorsale e le ARTERIE CAROTIDI ESTERNE derivano dal terzo arco aortico. Le ARTERIE CORONARIE prendono origine dall’arteria commissurale. Olobranchia Pesci polmonati – Hanno evoluto un cuore e un modello di archi aortici che permette sia la circolazione branchiale che quella polmonare Dai segmenti efferenti dei VI archi aortici si diramano ARTERIE POLMONARI che portano sangue non ossigenato ai polmoni; il segmento restante dei VI archi aortici diventa il DOTTO ARTERIOSO. (vasocostrizione) (vasocostrizione) (Liem et al., 2012, EdiSES) La VENA POLMONARE porta sangue ossigenato dai polmoni ad un atrio parzialmente diviso. Anfibi anuri – I bassi ritmi di ventilazione polmonare e l’incompleta separazione tra circolo sistemico e circolo polmonare garantiscono adeguati scambi gassosi attraverso la pelle e i polmoni, in rapporto alla disponibilità di ossigeno L’aorta ventrale è biforcata in due tronchi arteriosi da cui originano l’ARCO CAROTIDEO (III arco), l’ARCO SISTEMICO (IV arco) e l’ARCO PULMOCUTANEO (VI arco). Il dotto carotideo è andato perduto, per cui il sangue che entra nell’arco carotideo viene inviato esclusivamente alla testa. (III) (IV) L’arco sistemico di ciascun lato è l’unico a restare collegato con l’aorta dorsale per distribuire il sangue al resto del corpo. (VI) Il V arco aortico è andato perduto. L’arco pulmocutaneo si divide per dare l’arteria polmonare e l’arteria cutanea magna. Il dotto arterioso scompare. Le ARTERIE CORONARIE derivano dall’arco carotideo. (Liem et al., 2012, EdiSES) Rettili Gli archi aortici emergono direttamente dalle porzioni ventricolari del cuore: un arco polmonare e due indipendenti archi sistemici di ds e di sx. Il III arco (ARCO CAROTIDEO) contribuisce a formare le ARTERIE CAROTIDI che portano sangue alla testa ed è correlato solo all’arco aortico destro. VI Il IV arco forma gli ARCHI AORTICI DESTRO e SINISTRO che portano il sangue al resto del corpo. Il V arco è andato perduto. Il VI arco è parte delle ARTERIE POLMONARI. Le ARTERIE CORONARIE derivano dall’arco sistemico destro. Uccelli Gli archi aortici emergono direttamente dai ventricoli del cuore: un ARCO POLMONARE (VI arco) impiantato sul ventricolo destro e un arco sistemico (IV arco) impiantato sul ventricolo sinistro. Le ARTERIE CAROTIDI si sviluppano dal III arco embrionale. Arteria polmonare L’arco sistemico sinistro scompare; permane l’ARCO AORTICO DESTRO o AORTA (IV arco). Aorta Il dotto carotideo e il dotto arterioso sono andati perduti. Le ARTERIE CORONARIE derivano dall’arco sistemico destro. MAMMIFERI Arteria carotide Gli archi aortici emergono direttamente dai ventricoli del cuore: un ARCO POLMONARE (VI arco) impiantato sul ventricolo destro e un arco sistemico (IV arco) impiantato sul ventricolo sinistro. Le ARTERIE CAROTIDI si sviluppano dal III arco embrionale. L’ARCO AORTICO SINISTRO forma l’AORTA (IV arco). Arteria polmonare Aorta Il dotto carotideo e il dotto arterioso sono andati perduti. Le ARTERIE CORONARIE derivano dall’aorta.

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