Le Colonie Americane nella Seconda Metà del Settecento PDF
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Summary
Il documento descrive le colonie americane nella seconda metà del Settecento, soffermandosi sulle differenze regionali, le dinamiche economiche e sociali, e il rapporto con la Gran Bretagna. Si focalizza sulle cause che portarono alle tensioni crescenti e alla successiva Rivoluzione Americana.
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Le colonie americane nella seconda metà del Settecento Alla metà del XVIII secolo, il Nord America britannico comprendeva tredici colonie lungo la costa atlantica. Queste colonie erano caratterizzate da una popolazione eterogenea: coloni europei (inglesi, scozzesi, tedeschi, olandesi...
Le colonie americane nella seconda metà del Settecento Alla metà del XVIII secolo, il Nord America britannico comprendeva tredici colonie lungo la costa atlantica. Queste colonie erano caratterizzate da una popolazione eterogenea: coloni europei (inglesi, scozzesi, tedeschi, olandesi, ugonotti francesi), schiavi africani (oltre il 20% della popolazione totale, concentrati soprattutto al Sud) e popolazioni indigene. Le differenze regionali determinarono strutture economiche e sociali diverse: Sud (Carolina del Sud, Virginia, Georgia): L’economia si basava sulle grandi piantagioni di tabacco, riso e indaco, gestite da un’élite aristocratica di proprietari terrieri e dipendenti dal lavoro degli schiavi africani. La società era rigidamente strati cata e prevalentemente rurale. Nord (New England: Massachusetts, Rhode Island, Connecticut, New Hampshire): La vita era in uenzata dalla tradizione puritana, con una società più egualitaria rispetto al Sud. L’economia era diversi cata, comprendendo agricoltura familiare, pesca, commercio e cantieristica navale. Le città portuali (come Boston) erano vivaci centri economici e culturali. Centro (New York, Pennsylvania, New Jersey, Delaware): Caratterizzato da un forte pluralismo culturale e religioso, vi convivevano comunità inglesi, olandesi, svedesi, tedeschi e quaccheri. L’economia agricola era prospera, con una produzione di cereali destinata sia al mercato interno sia all’esportazione. Le città portuali, come Filadel a (la più grande città delle colonie) e New York, erano importanti snodi commerciali. Nonostante la diversità regionale, il sistema coloniale favorì una certa mobilità sociale per i coloni bianchi grazie all’abbondanza di terre libere. Tuttavia, nativi americani e schiavi africani furono emarginati e privati di qualsiasi diritto. Il rapporto con la madrepatria L’espansione coloniale fu regolata dagli interessi dell’Impero britannico. Dopo la Guerra dei Sette Anni (1756-1763), il Regno Unito si trovò ad a rontare un enorme debito e adottò nuove misure per tassare le colonie americane, che no ad allora avevano bene ciato di un relativo autogoverno e di una tassazione ridotta. Le nuove politiche imperiali provocarono crescenti tensioni: Proclamazione Reale del 1763: Vietò ai coloni di espandersi oltre i monti Appalachi per preservare i territori dei nativi americani e controllare i costi di difesa. Tasse e atti britannici: Misure come il Sugar Act (1764) e lo Stamp Act (1765) colpirono duramente le colonie, introducendo tasse su beni di largo consumo come zucchero, carta e documenti legali. Le colonie protestarono, rivendicando il principio di “no taxation without representation”, sostenendo che il Parlamento britannico non potesse tassarle senza rappresentanti eletti. Rivolte e repressioni: Episodi come il Massacro di Boston (1770), in cui i soldati britannici uccisero cinque manifestanti, e il Boston Tea Party (1773), con il boicottaggio del tè inglese da parte dei coloni, inasprirono i con itti. Londra rispose con le Leggi Intollerabili (1774), che limitarono le libertà locali e intensi carono il controllo. fl fi fi ff fl fi fi fi fi La strada verso l’indipendenza Le crescenti tensioni portarono nel 1774 alla convocazione del Primo Congresso Continentale a Filadel a, in cui i rappresentanti delle colonie tentarono invano di negoziare con re Giorgio III. La situazione precipitò nel 1775 con gli scontri armati di Lexington e Concord, segnando l’inizio della guerra. Nel Secondo Congresso Continentale, i coloni decisero di creare un esercito comune, guidato da George Washington, e di perseguire l’indipendenza. Il 4 luglio 1776, il Congresso approvò la Dichiarazione d’Indipendenza, redatta da Thomas Jefferson. Il documento, ispirato ai principi dell’illuminismo, affermava l’uguaglianza degli uomini e il diritto alla libertà, alla vita e alla ricerca della felicità. Tuttavia, la schiavitù e i diritti dei nativi furono ignorati. La guerra di indipendenza (1775-1783) Le forze americane, inizialmente in dif coltà, bene ciarono della conoscenza del territorio e del supporto delle popolazioni locali. La vittoria decisiva nella battaglia di Saratoga (1777) convinse la Francia a intervenire al anco delle colonie. Successivamente, anche Spagna e Paesi Bassi entrarono in guerra contro la Gran Bretagna. L’aiuto internazionale fu cruciale: fornì armi, denaro e soldati esperti. Nel 1781, la vittoria americana nella battaglia di Yorktown, grazie al supporto della otta francese, costrinse le forze britanniche alla resa. La guerra si concluse uf cialmente con il Trattato di Versailles (1783), che riconobbe l’indipendenza delle tredici colonie e assegnò loro un vasto territorio no al ume Mississippi. Le s de dell’indipendenza La nuova nazione adottò nel 1781 gli Articoli di Confederazione, che garantivano un governo centrale debole per rispettare l’autonomia dei singoli stati. Tuttavia, questa debolezza creò dif coltà economiche, con itti tra stati e instabilità politica. Nel 1787 si tenne la Convenzione di Filadel a, che portò alla redazione della Costituzione degli Stati Uniti, in vigore dal 1789. La nuova Costituzione creò un governo federale forte, con un sistema di bilanciamento dei poteri tra legislativo, esecutivo e giudiziario. Inoltre, il Bill of Rights (1791) garantì i diritti fondamentali dei cittadini, come la libertà di parola, religione e stampa. fl fi fi fi fl fi fi fi fi fi fi fi RIASSUNTO La Rivoluzione Americana Introduzione La Rivoluzione Americana rappresenta l’inizio del periodo delle rivoluzioni “borghesi” dell’ultimo quarto del Settecento, aprendo la strada alla Rivoluzione Francese e ad altri movimenti rivoluzionari globali. Tuttavia, il termine “rivoluzione” può essere interpretato in modo speci co: mentre molti cambiamenti sociali e politici furono indotti dalla guerra e dai processi costituzionali, la società coloniale americana era già intrinsecamente borghese e profondamente in uenzata dalle idee dell’Illuminismo. L’obiettivo primario del movimento rivoluzionario non era tanto la trasformazione della struttura sociale interna, quanto l’emancipazione dalle ingerenze britanniche e l’adattamento della politica alla realtà già esistente nella società americana. La peculiarità della Rivoluzione Americana risiede dunque nella sua natura: una lotta per la libertà politica, basata su principi loso ci universali, piuttosto che una rivoluzione sociale. Tuttavia, il successo di questa lotta pose le basi per lo sviluppo di un modello di governo moderno e democratico che in uenzò profondamente la storia mondiale. L’importanza storica La Rivoluzione Americana ebbe un impatto duraturo non solo sulle colonie britanniche, ma anche sul resto del mondo. Costituì un modello per altri movimenti di liberazione nazionale e per la creazione di stati democratici. Uno degli elementi più signi cativi fu il legame giuridico e ideologico con la Rivoluzione Francese, che esplose pochi anni dopo. La Dichiarazione di Indipendenza, adottata il 4 luglio 1776, rappresenta uno dei documenti politici più in uenti della storia. Redatta principalmente da Thomas Je erson, a ermava principi fondamentali come l’uguaglianza di tutti gli uomini, il diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità. Questi concetti ispirarono profondamente la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, promulgata in Francia il 26 agosto 1789. Entrambi i documenti si basavano sulle idee dell’Illuminismo, in particolare sul contrattualismo di John Locke e sul giusnaturalismo, ribadendo che il potere dei governi deriva dal consenso dei governati. Dal punto di vista politico, la Rivoluzione Americana segnò anche la nascita della moderna idea di costituzionalismo. La Costituzione degli Stati Uniti, adottata nel 1787, fu il primo esempio di una carta costituzionale scritta che stabilisse un governo federale basato sulla separazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Questo documento introdusse anche un sistema di checks and balances per garantire che nessun ramo del governo potesse accumulare troppo potere. Le fasi principali della Rivoluzione Americana La prima fase, che va dal 1763 al 1774, vide il progressivo deterioramento dei rapporti tra le tredici colonie e la Gran Bretagna. Dopo la conclusione della Guerra dei Sette Anni, la Gran Bretagna si trovò con un enorme debito e cercò di recuperare risorse attraverso l’imposizione di nuove tasse sulle colonie. Tra i provvedimenti più controversi vi furono il Sugar Act (1764), che introduceva una tassa sullo zucchero e sui prodotti derivati, e lo Stamp Act (1765), che obbligava le colonie a utilizzare carta bollata per documenti u ciali e pubblicazioni. Queste misure scatenarono proteste di use, organizzate dai coloni attraverso boicottaggi e manifestazioni pubbliche, come quelle guidate dai Sons of Liberty. L’insoddisfazione raggiunse il culmine con il Boston Tea Party del 1773, durante il quale i coloni distrussero un carico di tè appartenente alla Compagnia delle Indie Orientali in segno di protesta contro il Tea Act. In risposta, il governo britannico emanò le Intolerable Acts, una serie di misure punitive che limitarono ulteriormente l’autonomia delle colonie. Questo portò alla convocazione del Primo Congresso Continentale nel 1774, un’assemblea che riunì i rappresentanti delle colonie per discutere una risposta comune. La seconda fase corrisponde alla Guerra d’Indipendenza, che durò dal 1775 al 1783. Il con itto iniziò con gli scontri di Lexington e Concord nell’aprile del 1775, considerati il punto di partenza della guerra. Le colonie formarono un esercito continentale sotto il comando di George Washington, che dimostrò grande abilità strategica nel guidare le forze americane nonostante le di coltà. Un momento decisivo fu l’intervento della Francia, che si alleò con le colonie americane dopo la vittoria nella battaglia di Saratoga nel 1777. Il supporto francese, insieme a quello di altre potenze ffi fl fl ff fi fi ffi fi ff ff fl fi fl europee come Spagna e Olanda, fu determinante per il successo americano. La guerra si concluse con la rma del Trattato di Parigi nel 1783, con cui la Gran Bretagna riconobbe l’indipendenza degli Stati Uniti. La terza fase, dal 1781 al 1789, fu dedicata alla costruzione di un nuovo assetto istituzionale per la neonata nazione. Gli Articoli della Confederazione, adottati nel 1781, si rivelarono insu cienti a garantire un governo centrale e cace. Questo portò alla Convenzione di Filadel a del 1787, durante la quale venne redatta la Costituzione degli Stati Uniti. Questo documento creò un sistema federale che bilanciava i poteri tra il governo centrale e i singoli stati, ponendo le basi per la stabilità politica e l’espansione futura del paese. Le cause della rivoluzione Le cause della Rivoluzione Americana possono essere individuate sia nelle condizioni interne delle colonie, sia nelle politiche britanniche. Le tredici colonie godevano di un notevole autogoverno e di un’economia dinamica, che incentivava l’autonomia e l’indipendenza. Tuttavia, la Gran Bretagna cercò di ria ermare il proprio controllo attraverso tasse e regolamenti commerciali che i coloni percepivano come oppressivi. L’ideologia illuminista giocò un ruolo fondamentale, in uenzando profondamente il pensiero politico dei leader rivoluzionari. Concetti come la sovranità popolare, i diritti naturali e la separazione dei poteri furono centrali nel dibattito pubblico e nelle rivendicazioni contro la madrepatria. Allo stesso tempo, le restrizioni economiche del sistema mercantilista britannico limitavano le opportunità delle colonie, creando ulteriore malcontento. Le di erenze tra le colonie Le colonie americane erano caratterizzate da una notevole diversità geogra ca, economica e sociale. Le colonie settentrionali, come il Massachusetts e il Connecticut, avevano un’economia basata su commercio, pesca e manifattura, mentre quelle centrali, come New York e Pennsylvania, combinavano agricoltura, commercio e artigianato. Al contrario, le colonie meridionali, come la Virginia e la Carolina del Sud, dipendevano da un’economia agricola basata sulle grandi piantagioni e sull’utilizzo intensivo della manodopera schiavile. fl ff fi ff ffi fi fi ffi