Quiz Addetto Antincendio Livello 3 PDF
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This quiz assesses knowledge on fire safety and the different aspects of combustion and prevention. It covers subjects like the concept of combustion, the different types of fires, and the techniques used for their suppression.
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Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 01 Si definisce combustione A qualunque reazione chimica nella quale alcune sostanze (reagenti) si trasformano in altre (prodotti) B la trasformazione che un materia...
Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 01 Si definisce combustione A qualunque reazione chimica nella quale alcune sostanze (reagenti) si trasformano in altre (prodotti) B la trasformazione che un materiale subisce nella sua forma, senza che venga alterata la sua natura chimica qualunque reazione chimica nella quale un combustibile reagisce con un comburente dando luogo a sviluppo di calore, C fiamme, gas e fumi 02 Affinché la reazione di combustione abbia luogo è necessaria la presenza di una fonte di innesco, cioè: A esclusivamente di una fiamma libera che fornisca l'energia necessaria per attivare la reazione di combustione B di una generica sorgente di calore che fornisca l'energia necessaria per attivare la reazione di combustione C di un adeguata percentuale di ossigeno nell’aria 03 Affinché la reazione di combustione abbia inizio, deve sempre verificarsi: A La contemporanea presenza del combustibile e del comburente B La contemporanea presenza del combustibile, del comburente e dell’innesco/sorgente di calore C La contemporanea presenza del combustibile e della giusta temperatura o innesco In caso di mancata presenza di uno degli elementi del “triangolo del fuoco” (combustibile, comburente e innesco/sorgente 04 di calore) A La reazione di combustione (incendio) può avvenire lo stesso con percentuali elevate di ossigeno in aria B La reazione di combustione (incendio) non ha luogo La reazione di combustione (incendio) può avvenire lo stesso se in presenza di un’adeguata quantità di materiale C combustibile 05 La propagazione della combustione richiede la presenza contemporanea di A Combustibile, comburente e temperatura adeguata B Combustibili e temperatura adeguata C Comburente e temperatura adeguata Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 06 Il combustibile è: A Qualunque sostanza ossidante, in genere l’ossigeno presente nell’aria, che partecipa alla reazione di combustione B Il calore fornito alle sostanze combustibili e comburenti per attivare la reazione di combustione C Qualunque sostanza che, ossidandosi, partecipa alla reazione chimica di combustione 07 Il comburente è: A una sostanza che a contatto con altre sostanze combustibili provoca una reazione endotermica B una sostanza che a contatto con altre sostanze combustibili provoca una reazione esotermica C una sostanza che a contatto con altre sostanze comburenti provoca una reazione esotermica 08 Per ottenere lo spegnimento dell’incendio si può ricorrere A al solo raffreddamento B all’esaurimento del combustibile e/o al soffocamento C a una qualsiasi combinazione di soffocamento, raffreddamento, inibizione chimica, esaurimento del combustibile 09 Per ottenere lo spegnimento dell’incendio si può ricorrere all’esaurimento del combustibile, che consiste A Nell’allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio d’incendio; B Nella separazione del comburente dal combustibile o riduzione della concentrazione di comburente in aria; Nella sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della C combustione; 10 Per ottenere lo spegnimento dell’incendio si può ricorrere al soffocamento, che consiste A Nell’allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio d’incendio; B Nella separazione del comburente dal combustibile o riduzione della concentrazione di comburente in aria; Nella sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della C combustione; Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 11 Per ottenere lo spegnimento dell’incendio si può ricorrere al raffreddamento, che consiste A Nell’allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio d’incendio; B Nella separazione del comburente dal combustibile o riduzione della concentrazione di comburente in aria; Nella sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della C combustione; 12 Gli incendi, in relazione allo stato chimico-fisico dei materiali combustibili, si distinguono in classi: A Si, in cinque classi: A, B, C, D ed F B Si, in tre classi: A, B e C C No, si distinguono in categorie: 1, 2, 3, 4 e 5 13 Gli incendi di Classe A, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono: A incendi di materiali solidi con formazione di braci (carta, cartoni, libri, legna, segatura, ….) B incendi di liquidi infiammabili e solidi che possono liquefare (petrolio, vernici, nafta, benzina ….) C incendi di gas infiammabili (metano, propano, g.p.l., cloro, idrogeno ….) 14 Gli incendi di Classe B, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono: A incendi di materiali solidi con formazione di braci (carta, cartoni, libri, legna, segatura, ….) B incendi di liquidi infiammabili e solidi che possono liquefare (petrolio, vernici, nafta, benzina ….) C incendi di gas infiammabili (metano, propano, g.p.l., cloro, idrogeno ….) 15 Gli incendi di Classe C, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono: A incendi di materiali solidi con formazione di braci (carta, cartoni, libri, legna, segatura, ….) B incendi di liquidi infiammabili e solidi che possono liquefare (petrolio, vernici, nafta, benzina ….) C incendi di gas infiammabili (metano, propano, g.p.l., cloro, idrogeno ….) Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 16 Gli incendi di Classe D, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono: A incendi di materiali solidi con formazione di braci (carta, cartoni, libri, legna, segatura, ….) incendi di metalli combustibili e sostanze chimiche contenenti ossigeno comburente (magnesio, potassio, fosforo, sodio, B titanio, alluminio, carburi, nitrati, clorati, perclorati, perossidi ….). C incendi che interessano sostanze usate nella cottura (oli e grassi vegetali o animali) 17 Gli incendi di Classe F, in relazione allo stato fisico dei materiali combustibili, sono: A incendi di materiali solidi con formazione di braci (carta, cartoni, libri, legna, segatura, ….) incendi di metalli combustibili e sostanze chimiche contenenti ossigeno comburente (magnesio, potassio, fosforo, sodio, B titanio, alluminio, carburi, nitrati, clorati, perclorati, perossidi ….). C incendi che interessano sostanze usate nella cottura (oli e grassi vegetali o animali) 18 Il combustibile, sostanza che si trasforma durante l’incendio, può trovarsi allo stato solido, liquido o gassoso: A No, i combustibili sono sostanze solo allo stato solido B No, i combustibili sono sostanze che possono essere solo allo stato solido o liquido C Si, i combustibili possono trovarsi in uno dei tre stati (combustibile solido, liquido o gassoso) 19 La temperatura in corrispondenza della quale inizia la combustione è definita: A Temperatura di infiammabilità B Temperatura di ebollizione C temperatura di accensione o temperatura di ignizione La più bassa temperatura alla quale un combustibile liquido sviluppa vapori in quantità sufficiente da formare con l'aria una 20 miscela che, in presenza di innesco, si accende è definita A Temperatura di infiammabilità B Temperatura di combustione o accensione C Temperatura di fusione Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 21 In presenza di liquidi infiammabili (combustibili), la probabilità che si formino vapori in quantità tali da essere incendiati A aumenta con il diminuire della temperatura di infiammabilità B aumenta con l’aumentare della temperatura di infiammabilità C Non varia al variare della temperature di infiammabilità 22 Un liquido “infiammabile” (combustibile), ai fini del rischio incendio/esplosione: A È più pericoloso se ha basse temperature di infiammabilità B È più pericoloso se ha alte temperature di infiammabilità C La pericolosità dei liquidi infiammabili non dipendente dalla temperatura di infiammabilità 23 Con limiti di infiammabilità di una sostanza (gassosa o allo stato aeriforme) si intende: A le percentuali in volume di combustibile nella miscela aria – combustibile entro le quali può avvenire la combustione B le percentuali in volume di comburente nella miscela aria – combustibile entro le quali può avvenire la combustione la temperatura in corrispondenza della quale un liquido combustibile è in grado di emettere vapori in quantità sufficiente da C formare con l'aria una miscela che, in presenza di innesco, si accende 24 Il “limite inferiore di infiammabilità” di una sostanza (gassosa o allo stato aeriforme): rappresenta la minima concentrazione di comburente, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che consente a A quest'ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una combustione in grado di propagarsi a tutta la miscela. rappresenta la minima concentrazione di combustibile, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che consente B a quest'ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una combustione in grado di propagarsi a tutta la miscela. rappresenta la massima concentrazione di combustibile, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che C consente a quest’ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una combustione in grado di propagarsi a tutta la miscela. 25 Il “limite superiore di infiammabilità” di una sostanza (gassosa o allo stato aeriforme): rappresenta la minima concentrazione di comburente, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che consente a A quest'ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una combustione in grado di propagarsi a tutta la miscela. rappresenta la minima concentrazione di combustibile, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che consente B a quest'ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una combustione in grado di propagarsi a tutta la miscela. rappresenta la massima concentrazione di combustibile, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che C consente a quest’ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una combustione in grado di propagarsi a tutta la miscela. Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 26 Con il termine “campo di infiammabilità” intendiamo: L’intervallo di concentrazione “miscela aria – combustibile” compreso fra il limite inferiore di infiammabilità ed il limite A superiore, caratteristici per ciascuna sostanza L’intervallo di temperature in corrispondenza della quale un liquido combustibile è in grado di emettere vapori in quantità B sufficiente da formare con l'aria una miscela che, in presenza di innesco, si accende C L’intervallo di temperature in corrispondenza della quale un liquido combustibile o un gas si innescano 27 La temperatura di accensione rappresenta la minima temperatura alla quale un combustibile liquido sviluppa vapori in quantità tale da formare con l'aria A una miscela che, in presenza di innesco, brucia spontaneamente B Rappresenta la temperatura in corrispondenza della quale un liquido va in ebollizione rappresenta la minima temperatura alla quale una sostanza combustibile (solida, liquida o gassosa), in presenza di aria C inizia a bruciare spontaneamente in modo continuo senza necessità di innesco o di energia dall’esterno 28 Il campo di esplosività rappresenta: l’intervallo nel quale la percentuale in volume di miscela aria-combustibile se innescata da origine ad una reazione di A combustione B l’intervallo nel quale la percentuale in volume di miscela “aria-combustibile” se innescata da origine ad una esplosione C l’intervallo nel quale la percentuale in volume di miscela aria-combustibile se innescata da origine solo ad una detonazione 29 Il Limite inferiore di esplosività è: la minima concentrazione di combustibile, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che consente a A quest'ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una esplosione B l’intervallo nel quale la percentuale in volume di miscela aria-combustibile se innescata da origine ad una esplosione la massima concentrazione di combustibile nella miscela aria-combustibile che consente a quest’ultima, se innescata, di C reagire dando luogo ad una esplosione. 30 Il Limite superiore di esplosività è: la minima concentrazione di combustibile, in fase gas, presente nella miscela aria-combustibile che consente a A quest'ultima, se innescata, di reagire dando luogo ad una esplosione B l’intervallo nel quale la percentuale in volume di miscela aria-combustibile se innescata da origine ad una esplosione la massima concentrazione di combustibile nella miscela aria-combustibile che consente a quest’ultima, se innescata, di C reagire dando luogo ad una esplosione. Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 31 La combustione delle sostanze solide è caratterizzata dai seguenti parametri: A tipologia, pezzatura e forma del materiale B grado di porosità contenuto dell’umidità del materiale e ventilazione C da tutti i parametri indicati negli altri due punti 32 Per i combustibili liquidi, la reazione di combustione, in presenza di innesco, si genera quando: A il liquido emette una quantità di vapori sufficienti, opportunamente miscelati con l’aria B Il liquido a una bassa temperatura di combustione o accensione C Il liquido non è chiuso in un contenitore metallico 33 In funzione della temperatura di infiammabilità i liquidi combustibili A Vengono raggruppati in cinque classi: 1, 2, 3, 4 e 5 B Vengono raggruppati in cinque classi: A, B, C, D ed F C Vengono raggruppati in tre categorie: A, B e C 34 I liquidi di categoria “A” sono A i liquidi aventi temperatura di infiammabilità inferiore a 21°C B liquidi aventi temperatura di infiammabilità compresa tra 21°C e 65°C C liquidi aventi temperatura di infiammabilità oltre 65° e fino a 125°C 35 I liquidi di categoria “B” sono A i liquidi aventi temperatura di infiammabilità inferiore a 21°C B liquidi aventi temperatura di infiammabilità compresa tra 21°C e 65°C C liquidi aventi temperatura di infiammabilità oltre 65° e fino a 125°C Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 36 I liquidi di categoria “C” sono A i liquidi aventi temperatura di infiammabilità inferiore a 21°C B liquidi aventi temperatura di infiammabilità compresa tra 21°C e 65°C C liquidi aventi temperatura di infiammabilità oltre 65° e fino a 125°C 37 I combustibili gassosi possono essere conservati: in due modalità diverse (compressi o liquefatti) a seconda delle loro caratteristiche fisiche ed in particolare della A temperatura critica in quattro modalità diverse (compressi, liquefatti, refrigerati, disciolti) a seconda delle loro caratteristiche chimico-fisiche ed B in particolare della temperatura critica C Solo liquefatti 38 I combustibili gassosi sono: quelle sostanze che si trovano allo stato gassoso nelle condizioni alta pressione e di alta temperatura (almeno pressione di A 10 bar e temperatura di circa 100°C). B I combustibili che, a seguito della reazione di combustione, si trasformano in sostanze gassose quelle sostanze che si trovano allo stato gassoso nelle condizioni normali di pressione e di temperatura (pressione C atmosferica e temperatura di circa 15°C). 39 I combustibili gassosi, in relazione alla densità relativa all’aria, sono classificati gas pesanti: A se la densità relativa all’aria è minore del valore di soglia 0.8 (es. metano,ecc.). B se la densità relativa all’aria è maggiore del valore di soglia 0.8 (es. GPL, acetilene, ecc.). C se la densità relativa all’aria è maggiore del valore di soglia 1.0 40 I combustibili gassosi, in relazione alla densità relativa all’aria, sono classificati gas leggeri: A se la densità relativa all’aria è minore del valore di soglia 0.8 (es. metano,ecc.). B se la densità relativa all’aria è maggiore del valore di soglia 0.8 (es. GPL, acetilene, ecc.). C se la densità relativa all’aria è maggiore del valore di soglia 1.0 Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 41 Il calore A È la causa principale della propagazione degli incendi esprime la quantità massima di energia che si può ricavare dalla combustione completa di 1 kg di sostanza combustibile (o B da 1 m3 di gas) a 0 °C e 1 atm Esprime la massima temperatura che potrebbe essere raggiunta teoricamente nel corso di una combustione se tutto il C calore sviluppato fosse speso unicamente per riscaldare i prodotti della combustione stessa 42 I meccanismi con cui una sorgente d’ignizione può scambiare calore con un combustibile sono A conduzione, convezione e irraggiamento. B solo irraggiamento C solo convezione 43 Affinché la combustione abbia luogo è necessaria la presenza di una fonte di innesco, cioè: di una adeguata fiamma libera che, lambendo il materiale combustibile, dia la necessaria energia per l’avvio dell’“incendio A non per forza superiore all’energia di attivazione di una adeguata sorgente di calore che dia la necessaria energia per l’avvio dell’“incendio”, che deve essere superiore B all’energia di attivazione C Di un adeguata percentuale di ossigeno nell’aria 44 Le principali sorgenti di attivazione dell’incendio sono A Tutte quelle indicate negli altri punti B Attrito, radiazioni termiche, reazioni chimiche esotermiche e autocombustione C Fiamme, Superfici calde e scintille e archi elettrici, 45 Si ha calore per attrito: A quando si ha sfregamento tra due materiali. B quando il calore d’innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento termico quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in C presenza di ossigeno Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 46 Si ha autocombustione o riscaldamento spontaneo: A quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile che si innesca senza sorgenti esterne di attivazione B quando il calore d’innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento termico quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in C presenza di ossigeno 47 Il calore radiante emesso da caminetti e stufe può innescare un incendio? A Si, se il materiale investito dalla radiazione termica raggiunge la temperatura di accensione B No, i materiali combustibili non possono ma essere innescati per irraggiamento del calore C No, i materiali combustibili si innescano solo se a contatto diretto con fonti di calore 48 Una reazione di combustione può produrre A solo fiamme B calore, fiamme, gas e fumi C solo calore, gas e fumi 49 I gas di combustione A è la quantità di aria necessaria per raggiungere la combustione completa di una determinata quantità di combustibile B sono quei prodotti allo stato gassoso che si hanno prima della reazione di combustione sono quei prodotti della combustione che rimangono allo stato gassoso anche quando raggiungono, raffreddandosi, la C temperatura ambiente. 50 Le fiamme sono formate da piccolissime particelle solide (aerosol), liquide (nebbie o vapori condensati) disperse nei gas prodotti A durante la combustione B sono costituite dall'emissione di luce come reazione conseguente alla combustione di gas sviluppatosi in un incendio sono quei prodotti della combustione che rimangono allo stato gassoso anche quando raggiungono, raffreddandosi, la C temperatura ambiente. Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 51 I fumi sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol), liquide (nebbie o vapori condensati) disperse nei gas prodotti A durante la combustione B sono costituiti dall'emissione di luce come reazione conseguente alla combustione di gas sviluppatosi in un incendio sono quei prodotti della combustione che rimangono allo stato gassoso anche quando raggiungono, raffreddandosi, la C temperatura ambiente. 52 Le sostanze estinguenti sono A sostanze che a contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica B sostanze aventi la proprietà di interrompere la combustione C sostanze che, in presenza di comburenti, possono comunque sostenere un processo di combustione 53 I principi di azione di spegnimento degli incendi sono: A solo raffreddamento B solo sottrazione del combustibile e soffocamento C raffreddamento, sottrazione del combustibile, soffocamento e inibizione chmica I principi di azione di spegnimento degli incendi (soffocamento, raffreddamento, ecc) sono gli stessi per tutti gli agenti 54 estinguenti No, ciascun agente estinguente, generalmente, è in grado di esercitare in modo efficace solo alcune specifiche azioni di A spegnimento B Si, ogni agente estinguente agisce esercitando tutte le azioni di spegnimento allo stesso modo C No, ciascun agente estinguente è in grado di esercitare esclusivamente una singola azione di spegnimento 55 Le sostanze estinguenti normalmente utilizzate sono A Solo l’acqua, la schiuma e le polveri B Solo i gas inerti (Ar, N, CO2) C Tutte le sostanze elencate negli altri punti possono essere utilizzate come agenti estinguenti Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 56 Nello spegnimento di un incendio, l’acqua, agisce per: A raffreddamento e soffocamento B Solo soffocamento C inibizione chimica 57 Nello spegnimento di un incendio, le polveri, agiscono per: A raffreddamento e soffocamento B inibizione chimica C tutti i parametri indicati negli altri due punti 58 Nello spegnimento di un incendio, i gas inerti, come Azoto e Argon, agiscono per: A raffreddamento B soffocamento C inibizione chimica 59 Nello spegnimento di un incendio, l’anidride carbonica (CO2), agisce per: A soffocamento B soffocamento e raffreddamento C inibizione chimica 60 La scelta dell’agente estinguente: Dipende dalle caratteristiche delle proprietà della sostanza estinguente, dalle dimensioni del fuoco prevedibile e dalla A natura dei prodotti combustibili B Dipende solo dalle caratteristiche delle proprietà della sostanza estinguente C È effettuata dal Datore di Lavoro, sulla base del suo giudizio esperto Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 61 L’impiego dell’acqua come agente estinguente è generalmente vietato in presenza di impianti elettrici sotto tensione A No, mai No, l’uso dell’acqua è vietato solo in presenza di sostanze reagenti con essa in modo violento ed esplosivo o che possono B dar luogo a prodotti tossici o corrosivi C Si L’impiego dell’acqua come agente estinguente è vietato in presenza di sostanze reagenti con essa in modo violento ed 62 esplosivo o che possono dar luogo a prodotti tossici o corrosivi A No, l’importante è provare a spegnere il principio di incendio B No, l’uso dell’acqua è vietato solo in presenza di impianti elettrici C Si L’impiego dell’acqua come agente estinguente può essere sconsigliato in caso di ambienti con presenza di 63 apparecchiature delicate e documenti a causa del danno che potrebbe derivarne per gli stessi A No, l’importante è provare a spegnere sempre e comunque il principio di incendio B Si, però solo nei luoghi di lavoro classificati a basso rischio di incendio C Si 64 Le polveri utilizzate come agenti estinguenti sono sempre idonee per qualunque classe di incendio A No, esistono diverse tipologie di polveri che forniscono prestazioni diverse a seconda della classe di incendio B No, le polveri sono efficaci solo per gli incendi di classe A C Si 65 Le schiume sono agenti estinguenti A costituiti da una miscela di acqua, liquido schiumogeno e aria (o altro gas inerte) B costituiti da sostanze liquide che vengono sversate direttamente sul materiale in combustione C Costituiti da sostanze liquide che quando vengono utilizzate si trasformano in gas inerti Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 66 Le schiume hanno le stesse limitazioni di impiego dell’acqua A Si, essendo l’acqua un componente essenziale della schiuma estinguente B No, essendo un aggregato di bolle di gas non ha limitazioni di impiego C Si, ma solo per le attività che non possono essere classificate a basso rischio di incendio 67 Le schiume sono molto efficaci A Su incendio che coinvolgono combustibili solidi e liquidi infiammabili B Su incendi che coinvolgono sostanze gassose C Su incendi di classe D 68 Le sostanze estinguenti gassose sono ugualmente efficaci per tutte le classi di incendio A Si, No, sono generalmente molto efficaci su incendi di liquidi e gas infiammabili o, non essendo conduttrici, incendi che B coinvolgono apparecchiature ed impianti elettrici sotto tensione C No, sono generalmente molto efficaci solo su incendi di materiali organici 69 La CO2 è generalmente sconsigliata su apparecchiature sensibili alle brusche variazioni di temperatura A Si, B No, la CO2 agisce solo per soffocamento non determinando problemi di raffreddamento C Si, ma solo su apparecchiature sotto tensione 70 Con il termine “rischio di incendio” intendiamo la probabilità che l’evento incendio si verifichi (frequenza) e l’entità dei danni sulle persone e i beni presenti negli ambienti A considerati conseguenti al verificarsi dell’evento (magnitudo) La proprietà o la qualità intrinseca di determinati materiali o attrezzature, oppure metodologie e pratiche del lavoro o di B utilizzo di un ambiente”, “potenzialmente capaci di causare un incendio” C Nessuna delle definizioni riportate negli altri punti Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 71 La mitigazione del “rischio di incendio” è possibile attraverso una adeguata progettazione e realizzazione di sole misure di prevenzione degli incendi (es: realizzazione impianti a regola d’arte …) e di protezione (es: installazione A estintori, idranti, …) B di sole misure precauzionali di esercizio (misure gestionali) di misure di prevenzione degli incendi (es: realizzazione impianti a regola d’arte …), di protezione (es: installazione C estintori, idranti, …) e di misure precauzionali di esercizio (misure gestionali) 72 Le misure di prevenzione, propriamente dette, sono tutte le misure finalizzate alla riduzione del rischio incendio mediante la riduzione della probabilità/frequenza di A accadimento dell’evento (impianti a regola d’arte, …) tutte le misure finalizzate alla riduzione del rischio incendio mediante la riduzione del danno conseguente all’evento (es: B impianti antincendio, porte tagliafuoco, vie di esodo, …) Tutte le misure finalizzate al mantenimento del livello di sicurezza raggiunto nella progettazione della sicurezza antincendio C del luogo di lavoro (manutenzione, controllo, sorveglianza, formazione, addestramento, pianificazione emergenza, e…. Nei luoghi di lavoro, in conformità alle disposizioni dettate dal Dlgs 81/2008, è sempre obbligatorio per il Datore di Lavoro 73 adottare idonee misure per prevenire gli incendi e tutelare l’incolumità delle persone No, si attuano solo se a seguito di specifica valutazione del rischio incendio il luogo di lavoro non risulta a rischio di A incendio basso B No, solo per i luoghi di lavoro che sono contemporaneamente attività soggette ai controlli dei vigili del fuoco C Si, nei luoghi di lavoro è sempre obbligatorio adottare misure per prevenire gli incendi 74 Le misure di protezione sono tutte le misure finalizzate alla riduzione del rischio incendio mediante la riduzione della probabilità/frequenza di A accadimento dell’evento (impianti a regola d’arte, …) tutte le misure finalizzate alla riduzione del rischio incendio mediante la riduzione del danno conseguente all’evento (es: B impianti antincendio, porte tagliafuoco, vie di esodo, …) Tutte le misure finalizzate al mantenimento del livello di sicurezza raggiunto nella progettazione della sicurezza antincendio C del luogo di lavoro (manutenzione, controllo, sorveglianza, formazione, addestramento, pianificazione emergenza, e…. 75 Le misure di protezione attiva sono tutti quei dispositivi che, a seguito della rivelazione di un incendio, sono in grado di esplicare l’azione protettiva senza A richiedere alcuna azione (impiantistica o umana) tutti quei dispositivi che, a seguito della rivelazione di un incendio, per esplicare l’azione protettiva necessitano di un B intervento o un’azione (impiantistica o umana) C tutti quei dispositivi che consentono di ridurre la probabilità che si inneschi un incendio Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 76 Le misure di protezione passiva sono tutti quei dispositivi che, a seguito della rivelazione di un incendio, sono in grado di esplicare l’azione protettiva senza A richiedere alcuna azione (impiantistica o umana) tutti quei dispositivi che, a seguito della rivelazione di un incendio, per esplicare l’azione protettiva necessitano di un B intervento o un’azione (impiantistica o umana) C tutti quei dispositivi che consentono di ridurre la probabilità che si inneschi un incendio 77 I sistemi di controllo dell’incendio (estintori, idranti, naspi, …) sono Misure di protezione passiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva non necessitano di alcuna azione (impiantistica o A umana) Misure di protezione attiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva necessitano di un intervento o un’azione B (impiantistica o umana) C Sono misure di prevenzione in quanto, la loro installazione consente di ridurre la frequenza di accadimento degli incendi 78 Il sistema di esodo (vie di esodo verticali, orizzontali, …) sono Misure di protezione passiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva non necessitano di alcuna azione (impiantistica o A umana) Misure di protezione attiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva necessitano di un intervento o un’azione B (impiantistica o umana) C Sono misure di prevenzione in quanto, la loro realizzazione consente di ridurre la frequenza di accadimento degli incendi 79 Le porte EI “tagliafuoco” sono Misure di protezione passiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva non necessitano di alcuna azione (impiantistica o A umana) Misure di protezione attiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva necessitano di un intervento o un’azione B (impiantistica o umana) C Sono misure di prevenzione in quanto, la loro realizzazione consente di ridurre la frequenza di accadimento degli incendi 80 Le porte EI “tagliafuoco”, munite di “fermi elettromagnetici in apertura” asserviti a impianti IRAI, sono Misure di protezione passiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva non necessitano di alcuna azione (impiantistica o A umana) Misure di protezione attiva in quanto, per esplicare l’azione protettiva necessitano di un intervento o un’azione B (impiantistica o umana) C Sono misure di prevenzione in quanto, la loro realizzazione consente di ridurre la frequenza di accadimento degli incendi Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 81 Nell’ambito della sicurezza antincendio, il rischio per la salvaguardia dell’incolumità delle persone è caratterizzato A dalla caratteristica prevalente degli occupanti (occ) e dalla velocità caratteristica prevalente di crescita dell’incendio (), B Solo dalla velocità di crescita dell’incendio (), C Solo dalle caratteristiche degli occupanti (occ) 82 Che cosa si intende per fattore occ nell’individuazione del profilo di rischio Rvita: si intendono le caratteristiche prevalenti degli occupanti che sono classificate in 5 categorie, in base allo stato di veglia e di A conoscenza del luogo si intendono le caratteristiche degli occupanti che per vulnerabilità sono più rappresentativi dell’attività svolta nell’ambito B considerato (persone anziane, bambini, ecc) si intendono le caratteristiche degli occupanti che per numerosità e tipologia sono mediamente rappresentativi dell’attività C svolta nell’ambito considerato La velocità caratteristica prevalente di crescita dell’incendio (), fattore necessario per caratterizzare il rischio per la 83 salvaguarda dell’incolumità delle persone Rappresenta la velocità caratteristica prevalente di crescita dell’incendio, riferita al tempo t in secondi impiegato dalla A potenza termica per raggiungere il valore di 1000 kW B È la velocità di combustione del materiale mc [kg\s] La velocità di crescita dell’incendio non è un fattore importante per la valutazione del rischio al quale sono esposte le C persone 84 L’incendio è qualunque reazione chimica nella quale un combustibile, sostanza ossidabile, reagisce con un comburente, sostanza A ossidante, liberando energia, in genere sotto forma di calore qualunque reazione chimica che avviene in un luogo di lavoro nella quale un combustibile, sostanza ossidabile, reagisce B con un comburente, sostanza ossidante, liberando energia, in genere sotto forma di calore una combustione in atmosfera di ossigeno (quello contenuto nell’aria), che avviene in un luogo non predisposto ad C accoglierla e che per tale motivo spesso sfugge al controllo dell’uomo 85 La severità dell'incendio dipende A Dalla quantità e dalla tipologia dei materiali combustibili e dalla loro distribuzione B Dalle caratteristiche di ventilazione e dalla geometria degli ambienti interessati dall’incendio C Da tutti i fattori elencati negli altri due punti Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 86 Nell’evoluzione di un incendio si possono individuare le seguenti fasi caratteristiche A Fase di ignizione, fase di propagazione, punto di flash over, fase di incendio generalizzato e fase di estinzione B Fase di ignizione, fase di propagazione e incendio generalizzato (flash over) C Fase di ignizione, fase di propagazione (flash over) e fase di estinzione 87 Nell’evoluzione di un incendio la fase iniziale o di ignizione di un incendio È caratterizzata dalla combustione di oggetti limitrofi alla zona di innesco con aumento rapido della temperatura e A dell’energia di irraggiamento È caratterizzata dalla transizione da uno stato di incendio localizzato alla propagazione delle fiamme a tutto il volume B disponibile, con brusco incremento della temperatura, raggiungimento del flash over (oltre 500°) e crescita esponenziale della velocità di combustione C è caratterizzata da un focolaio d’incendio che interessa una zona limitata dell’ambiente 88 Nell’evoluzione di un incendio la fase propagazione È caratterizzata dalla combustione di oggetti limitrofi alla zona di innesco con aumento rapido della temperatura e A dell’energia di irraggiamento È caratterizzata dalla transizione da uno stato di incendio localizzato alla propagazione delle fiamme a tutto il volume B disponibile, con brusco incremento della temperatura, raggiungimento del flash over (oltre 500°) e crescita esponenziale della velocità di combustione è caratterizzata da un regime instabile, con un focolaio d’incendio che interessa zone limitate e temperature molto differenti C da punto a punto e che possono subire rapide ed ingenti oscillazioni 89 Nell’evoluzione di un incendio la fase di incendio generalizzato È caratterizzata dalla combustione di oggetti limitrofi alla zona di innesco con aumento rapido della temperatura e A dell’energia di irraggiamento È caratterizzata dalla transizione da uno stato di incendio localizzato alla propagazione delle fiamme a tutto il volume B disponibile, con brusco incremento della temperatura, raggiungimento del flash over (oltre 500°) e crescita esponenziale della velocità di combustione è caratterizzata da un regime instabile, con un focolaio d’incendio che interessa zone limitate e temperature molto differenti C da punto a punto e che possono subire rapide ed ingenti oscillazioni 90 Nell’evoluzione di un incendio la fase di raffreddamento Ha inizio quando la maggior parte del materiale combustibile presente è bruciato, ed è caratterizzata dal decremento delle A temperature all’interno del locale a causa del progressivo diminuire dell’apporto termico del materiale residuo B È caratterizzata dall’abbattimento delle temperature a seguito dell’azione estinguente dell’acqua è caratterizzata da un regime instabile, con un focolaio d’incendio che interessa zone limitate e temperature molto differenti C da punto a punto e che possono subire rapide ed ingenti oscillazioni Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 91 I principali effetti sull’uomo sono determinati dai prodotti della combustione, ovvero Anossia (riduzione dell’ossigeno nell’aria), azione tossica dei gas, riduzione della visibilità per il fumo e azione termica del A calore prodotto B Anossia (riduzione dell’ossigeno nell’aria) e azione tossica dei gas C riduzione della visibilità per il fumo e azione termica del calore prodotto Il monossido di carbonio (CO), che generalmente si sviluppa durante gli incendi in ambienti chiusi a causa della carenza di 92 ossigeno: È una sostanza tossica che, combinandosi con l’emoglobina dei globuli rossi del sangue, impedisce all’ossigeno di A raggiungere le cellule dell’organismo B E’ un gas asfissiante C E’ un gas che non comporta rischi per le persone Il monossido di carbonio (CO), gas tossico per il sangue, che generalmente si sviluppa durante gli incendi in ambienti 93 chiusi a causa della carenza di ossigeno: A È un gas la cui presenza non viene rilevata dall’uomo poiché è inodore, incolore e non irritante B E’ un gas dal colore caratteristico ed è facilmente individuabile dall’uomo C E’ un gas dall’odore caratteristico di mandorle ed è facilmente percepibile dall’uomo 94 L’anidride carbonica, che si può sviluppare durante gli incendi in ambienti chiusi: A È una sostanza tossica per il sangue che impedisce all’ossigeno di raggiungere le cellule dell’organismo E’ un gas asfissiante che, pur non producendo effetti tossici sull’organismo, può essere pericolosa perché si sostituisce B all’ossigeno nell’aria C E’ un gas che non comporta mai rischi per le persone 95 La pulizia dei luoghi ed il mantenimento dell’ordine sono Misure preventive, in quanto concorrono alla riduzione della probabilità di innesco di incendi e alla velocità di crescita dei A focolari B Misure protettive, in quanto concorrono alla riduzione dei possibili danni conseguenti l’incendio C Misure gestionali che non concorrono alla riduzione dei rischi di incendio Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 96 La prevenzione di un incendio in un luogo di lavoro può essere ottenuta A solo riducendo gli inneschi efficaci B solo riducendo il quantitativo di materiale combustibile presente negli ambienti C anche riducendo gli inneschi efficaci e il quantitativo di materiale combustibile presente negli ambienti Il controllo e la manutenzione regolare dei sistemi, dispositivi, attrezzature e degli impianti rilevanti ai fini della sicurezza 97 antincendio (es: impianti elettrici, adduzione gas, impianti termici, ecc) A rientrano fra le azioni necessarie per prevenire l’insorgere di incendi B sono misure gestionali che non incidono sulla probabilità di accadimento di un incendio C Il controllo e la manutenzione non rientrano fra le attività finalizzate alla sicurezza antincendio 98 La gestione dei lavori di manutenzione o di modifica dell’attività (cantieri) A rientra fra le azioni necessarie per prevenire l’insorgere di incendi B è una misura gestionale che non incide sulla probabilità di accadimento di un incendio La pianificazione e gestione dei lavori all’interno dei luoghi di lavoro non rientra fra le attività finalizzate alla sicurezza C antincendio Secondo il D.M. 3 agosto 2015 (Codice di Prevenzione Incendi), nelle attività lavorative la "formazione ed informazione" 99 del personale ai rischi specifici dell’attività: A E' una misura che contribuisce alla mitigazione del rischio incendio B Il D.M. 3 agosto 2015 (Codice di Prevenzione Incendi) non contempla i concetti di "formazione e informazione" C Non è una misura che contribuisce alla mitigazione del rischio incendio 100 L’adozione di istruzioni e segnaletiche contenenti i divieti e le precauzioni da osservare A è una misura di prevenzione incendi B è una misura di protezione incendi C Non è una misura che contribuisce alla mitigazione del rischio incendio Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 La progettazione e realizzazione a regola d’arte degli impianti tecnologici e di servizio (impianti elettrici, gas, 101 riscaldamento, eccc) può essere considerata una misura di prevenzione degli incendi Si, perché la progettazione e realizzazione deve essere effettuata in modo da limitare la probabilità di costituire causa di A incendio ed esplosione B No, poiché la progettazione e realizzazione ha come obiettivo quello di limitare solo la propagazione di un incendio C La progettazione e realizzazione di impianti tecnologici e di servizio non influisce sul rischio incendio dell’attività lavorativa In un luogo di lavoro, per mantenere nel tempo il livello di sicurezza antincendio realizzato, è necessario organizzare un 102 adeguato controllo degli ambienti (verificare che i percorsi di esodo siano sempre fruibili e liberi da ostacoli, verificare il funzionamento dei dispositivi di apertura delle porte, ecc) Si, la verifica delle condizioni di esercizio stabilite nella progettazione della sicurezza è fondamentale ai fini della A mitigazione del rischio incendio B No, il controllo degli ambienti di lavoro non influisce sulla sicurezza antincendio dell’attività C No, il datore di lavoro ha solo l’obbligo di fare manutenzione agli impianti e alle attrezzature antincendio 103 La segnaletica di sicurezza contribuisce alla prevenzione e protezione dai rischi di incendio Si, l’adozione della segnaletica di sicurezza favorisce la corretta gestione dell’attività anche ai fini della sicurezza A antincendio B No, la segnaletica è facoltativa e non contribuisce a mitigare il rischio incendio C No, la segnaletica ha la finalità di prevenire solo i rischi per la salute delle persone 104 La segnaletica di sicurezza contribuisce alla prevenzione e protezione dai rischi di incendio una segnaletica che, riferita ad un oggetto, ad un’attività o ad una situazione determinata, fornisce un’indicazione o una A prescrizione concernente la sicurezza, e che utilizza, a seconda dei casi, un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale B una segnaletica che prescrive un determinato comportamento C un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo 105 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, con segnale di divieto intendiamo A un segnale che avverte di un rischio o pericolo B una segnaletica che prescrive un determinato comportamento C un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 106 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, con segnale di avvertimento intendiamo A un segnale che avverte di un rischio o pericolo B una segnaletica che prescrive un determinato comportamento C un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo 107 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, con segnale di prescrizione intendiamo A un segnale che avverte di un rischio o pericolo B una segnaletica che prescrive un determinato comportamento C un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, con segnale di con segnale di salvataggio 108 e soccorso intendiamo A un segnale che avverte di un rischio o pericolo B un segnale che fornisce indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso o di salvataggio C un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, le forme e i colori utilizzati per i cartelli di 109 sicurezza da impiegare nei luoghi di lavoro Sono puntualmente definiti nel DLgs 81/2008 in funzione del loro oggetto specifico e delle indicazioni fornite (cartelli di A divieto, di avvertimento, di prescrizione, di salvataggio e per le attrezzature antincendio) B Sono scelti dal Datore di Lavoro C Sono scelti dal professionista incaricato della valutazione del rischio Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “rotonda”, 110 con pittogramma nero su fondo bianco e boro e banda (verso il basso da sinistra a destra, inclinata di 45°) rossi sono A Segnali di avvertimento B Segnali di prescrizione C segnali di divieto Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 111 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello A È un cartello di divieto, che segnala il divieto di usare fiamme libere B E’ un cartello di prescrizione, che prescrive di non usare fiamme libere C E’ un cartello di avvertimento, che avverte che è pericoloso utilizzare fiamme libere 112 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello A È un cartello di divieto, che segnala il divieto di utilizzare acqua per spegnere le fiamme B E’ un cartello di prescrizione, che prescrive di non usare acqua per spegnere un fuoco C E’ un cartello di avvertimento, che avverte che è pericoloso utilizzare acqua per spegnere un fuoco Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “triangolare”, 113 con pittogramma nero su fondo giallo e bordo nero sono A Segnali di avvertimento B Segnali di prescrizione C segnali di divieto 114 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello A È un cartello di avvertimento, che segnala un pericolo generico B E’ un cartello di prescrizione, che prescrive un pericolo generico C E’ un cartello di divieto, che segnala un divieto generico 115 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello A È un cartello di avvertimento, che segnala la presenza di sostanze infiammabili B E’ un cartello di prescrizione, che prescrive l’uso di sostanze infiammabili C E’ un cartello di divieto, che vieta l’uso di sostanze infiammabili Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 116 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello A È un cartello di avvertimento, che segnala l’esposizione ad un rischio elettrico B E’ un cartello di prescrizione, che prescrive l’uso di apparecchiature alimentate elettricamente C E’ un cartello di divieto, che vieta l’uso di apparecchiature alimentate elettricamente Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “rotonda”, 117 con pittogramma bianco su fondo azzurro sono A Segnali di avvertimento B Segnali di prescrizione C segnali di divieto 118 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello A È un cartello di avvertimento, che segnala il pericolo per le vie respiratorie B E’ un cartello di prescrizione, che prescrive l’obbligo di protezione delle vie respiratorie C E’ un cartello di divieto, che vieta l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie 119 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello A È un cartello di avvertimento, che segnala il pericolo per gli le mani B E’ un cartello di prescrizione, che prescrive l’obbligo di usare i guanti protettivi C E’ un cartello di divieto, che vieta l’utilizzo di guanti protettivi Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “quadrata o 120 rettangolare”, con pittogramma bianco su fondo verde sono A Segnali di salvataggio B Segnali di prescrizione C segnali di divieto Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 121 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello A È un cartello di avvertimento, che avvisa che la via di esodo è a destra B E’ un cartello di salvataggio, che indica che la via di esodo è a destra C E’ un cartello di salvataggio, che indica che a destra c’è una porta 122 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello A È un cartello di avvertimento, che avvisa dove è il punto di raccolta B E’ un cartello di salvataggio, che indica il punto di raccolta C E’ un cartello di salvataggio, che indica che al centro dell’ambiente in cui è collocato siamo al sicuro Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, i cartelli di sicurezza di forma “quadrata o 123 rettangolare”, con pittogramma bianco su fondo rosso sono A Segnali per le attrezzature antincendio B Segnali di divieto C segnali di salvataggio 124 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello A È un cartello di avvertimento, che segnala il pericolo di incendio B E’ un cartello per le attrezzature antincendio, che segnala l’ubicazione di una lancia antincendio “naspo” C E’ un cartello di divieto, che vieta l’utilizzo di acqua sull’incendio 125 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello A È un cartello di avvertimento, che segnala il pericolo di incendio B E’ un cartello per le attrezzature antincendio, che segnala l’ubicazione di una lancia antincendio “idrante” C E’ un cartello di divieto, che vieta l’utilizzo di acqua sull’incendio Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 126 Con riferimento al Dlgs 81/2008, cosiddetto “Testo Unico Sicurezza Lavoratori”, il seguente cartello A È un cartello di avvertimento, che segnala il pericolo di incendio B E’ un cartello per le attrezzature antincendio, che segnala l’ubicazione di un “estintore” C E’ un cartello di divieto, che vieta l’utilizzo di estintori sull’incendio Il datore di lavoro è responsabile dell’effettuazione di controlli e manutenzione sui presidi antincendio al fine di garantirne 127 la costante efficienza e il regolare funzionamento A No, la responsabilità è della ditta incaricata dell’effettuazione della manutenzione Si, l’attività di controllo e manutenzione sui presidi antincendio è obbligatoria al fine di garantire la costante efficienza ed il B regolare funzionamento C No, l’attività di controllo e manutenzione dei presidi antincendio non è obbligatoria La manutenzione sui presidi antincendio, al fine di garantirne la costante efficienza e il regolare funzionamento, deve 128 essere effettuata da personale qualificato No, la manutenzione dei presidi antincendio può essere effettuata da qualunque operatore che si dichiara idoneo ed A esperto B Si, il DM 1/09/2021 introduce la figura del manutentore dei presidi antincendio al fine di garantirne la piena efficienza C No, l’attività di manutenzione dei presidi antincendio non è necessaria per mantenere in efficienza i presidi antincendio 129 Con il termine “manutenzione” dei presidi antincendio intendiamo un’operazione o un intervento finalizzato a mantenere in efficienza ed in buono stato, impianti, attrezzature e altri sistemi A di sicurezza antincendio B un’operazione o un intervento finalizzato a garantire la corretta progettazione e installazione dei presidi antincendio Lo svolgimento dei controlli visivi dei presidi antincendio atti a verificare, che gli impianti, le attrezzature e gli altri sistemi di C sicurezza antincendio siano nelle normali condizioni operative, siano correttamente fruibili e non presentino danni materiali evidenti 130 Con “sorveglianza” dei presidi antincendio intendiamo un’operazione o un intervento finalizzato a mantenere in efficienza ed in buono stato, impianti, attrezzature e altri sistemi A di sicurezza antincendio B un’operazione o un intervento finalizzato a garantire la corretta progettazione e installazione dei presidi antincendio Lo svolgimento dei controlli visivi dei presidi antincendio atti a verificare, che gli impianti, le attrezzature e gli altri sistemi di C sicurezza antincendio siano nelle normali condizioni operative, correttamente fruibili e non presentino danni materiali evidenti Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 131 Il tecnico manutentore qualificato è A Una qualunque persona che ha esperienza nel campo della manutenzione B È un tecnico abilitato (ingegnere, architetto, ecc) Una persona fisica in possesso dei requisiti tecnico professionali previsti dal D.M 1 settembre 2021 (conoscenza, C competenza, abilità) 132 Il controllo periodico è L’insieme delle operazioni che devono essere effettuate quando si verifica un guasto ad un dispositivo di sicurezza A antincendio Lo svolgimento dei controlli visivi dei presidi antincendio atti a verificare, che gli impianti, le attrezzature e gli altri sistemi di B sicurezza antincendio siano nelle normali condizioni operative, siano correttamente fruibili e non presentino danni materiali evidenti L’insieme di operazioni che devono essere effettuate con frequenza non superiore a quella indicata da disposizioni, C norme, specifiche tecniche o manuali d'uso e manutenzione per verificare la completa e corretta funzionalità di impianti, attrezzature e altri sistemi di sicurezza antincendio 133 Il controllo periodico dei presidi antincendio A Può essere effettuata anche dai lavoratori normalmente presenti, dopo aver ricevuto adeguate istruzioni B Può essere effettuata anche dai lavoratori normalmente presenti, anche senza specifiche istruzioni Può essere effettuata solo da un tecnico manutentore qualificato, in quanto presuppone un livello adeguato di C competenze, conoscenze ed abilità 134 La sorveglianza dei presidi antincendio A Può essere effettuata anche dai lavoratori normalmente presenti, dopo aver ricevuto adeguate istruzioni B Può essere effettuata anche dai lavoratori normalmente presenti, anche senza specifiche istruzioni Può essere effettuata solo da un tecnico manutentore qualificato, in quanto presuppone un livello adeguato di C competenze, conoscenze ed abilità 135 Per “aree a rischio specifico” si intende: A ambiti dell’attività caratterizzati da rischio di incendio sostanzialmente differente rispetto a quello tipico dell’attività B I locali dove sono installati gli impianti tecnologici e di servizio C Unicamente i luoghi dove possono formarsi atmosfere esplosive Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 136 L’eventuale presenza di “aree a rischio specifico” deve essere individuata dal progettista della sicurezza antincendio sulla base delle regole tecniche di prevenzione incendi, A della valutazione del rischio incendio e di alcuni criteri definiti dalle regole di progettazione generale della sicurezza antincendio B È individuata dal datore di lavoro, sulla base della sua esperienza C E’ individuata dal progettista della sicurezza antincendio solo sulla base della propria esperienza 137 L’esplosione è: una lacerazione improvvisa e fragorosa di un corpo solido e cavo per l'azione di un'eccessiva pressione dall'interno che ne A vince la forza di coesione B un rumore secco e improvviso C il risultato di una rapida espansione di gas determinata da una reazione di combustione molto veloce. 138 Le atmosfere esplosive sono miscele di sostanze infiammabili allo stato di gas con l’aria, a condizioni atmosferiche, in cui, dopo l’accensione, la A combustione si propaga nell’insieme della miscela incombusta miscele di sostanze infiammabili allo stato di di polveri con l’aria, a condizioni atmosferiche, in cui, dopo l’accensione, la B combustione si propaga nell’insieme della miscela incombusta miscele di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o di polveri con l’aria, a condizioni atmosferiche, in cui, C dopo l’accensione, la combustione si propaga nell’insieme della miscela incombusta 139 Le sostanze in grado di produrre esplosioni sono A Solo le miscele infiammabili di gas o vapori B Tutte le sostanze indicate negli altri due punti C Solo le polveri combustibili sospese in aria 140 Un’esplosione è chiamata deflagrazione quando: A L’esplosione è prodotta da sostanze esplosive la reazione di combustione si propaga alla miscela infiammabile non ancora bruciata con una velocità minore di quella del B suono la reazione procede nella miscela non ancora bruciata con una velocità superiore a quella del suono (velocità di C propagazione supersoniche dell’ordine del chilometro al secondo) Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 141 Un’esplosione è chiamata detonazione quando: A L’esplosione è prodotta da sostanze esplosive la reazione di combustione si propaga alla miscela infiammabile non ancora bruciata con una velocità minore di quella del B suono la reazione procede nella miscela non ancora bruciata con una velocità superiore a quella del suono (velocità di C propagazione supersoniche dell’ordine del chilometro al secondo) 142 Ai seni del DLgs 81/2008, il seguente segnale A È un segnale di avvertimento per indicare le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive B È un segnale di pericolo per indicare aree dove possono formarsi atmosfere esplosive C Non esiste 143 La reazione al fuoco rappresenta il comportamento di un materiale che, con la sua decomposizione, partecipa al fuoco al quale è stato sottoposto in A specifiche condizioni B grado di partecipazione di un materiale (o di un prodotto) al fuoco al quale è stato sottoposto la capacità portante in caso di incendio, per una struttura, per una parte della struttura o per un elemento strutturale C nonché la capacità di compartimentazione in caso di incendio per gli elementi di separazione strutturali (es. muri, solai, …) e non strutturali (es. porte, divisori, …). 144 La misura antincendio “reazione al fuoco” È una misura di protezione passiva che esplica i suoi principali effetti nella fase iniziale dell’incendio, con l’obiettivo di A limitare l’innesco dei materiali e la propagazione dell’incendio. È una misura di protezione passiva che esplica i suoi principali effetti nella fase generalizzata dell’incendio, con l’obiettivo B di limitare la propagazione dell’incendio È una misura di protezione attiva che esplica i suoi principali effetti nella fase iniziale dell’incendio, con l’obiettivo di C limitare l’innesco dei materiali e la propagazione dell’incendio. 145 Le classi di reazione al fuoco 1 IM, 2 IM e 3 IM A Esprimono la classificazione alla reazione al fuoco dei mobili imbottiti B Esprimono la classificazione alla reazione al fuoco dei prodotti da costruzione C Non esprimono una classificazione al fuoco per nessun materiale Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 146 Le classi di reazione al fuoco 0, 1, 2, 3, 4 e 5 A Esprimono le classi italiane di reazione al fuoco dei materiali B Esprimono le classi europee di reazione al fuoco dei materiali C Non esprimono una classificazione al fuoco per nessun materiale 147 Le classi di reazione al fuoco A1, A2, B, C, D, E ed F A Esprimono le classi italiane di reazione al fuoco dei materiali B Esprimono le classi europee di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione C Non esprimono una classificazione al fuoco per nessun materiale 148 Le classi di reazione al fuoco A Sono determinate sperimentalmente, con prove di laboratorio B Sono determinate dal progettista antincendio C Sono stabilite dal produttore del materiale sulla base di norme di buona progettazione 149 La Resistenza al fuoco rappresenta A la capacità portante in caso di incendio, per una struttura, per una parte della struttura o per un elemento strutturale la capacità portante in caso di incendio, per una struttura, per una parte della struttura o per un elemento strutturale B nonché la capacità di compartimentazione in caso di incendio per gli elementi di separazione strutturali (es. muri, solai, …) e non strutturali (es. porte, divisori, …). la capacità di compartimentazione in caso di incendio per gli elementi di separazione strutturali (es. muri, solai, …) e non C strutturali (es. porte, divisori, …). 150 La finalità della Resistenza al fuoco è quella di garantire la capacità portante delle strutture in condizioni di incendio nonché la capacità di compartimentazione, A per un tempo minimo necessario al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza di prevenzione incendi quella di garantire la capacità portante delle strutture in condizioni di incendio nonché la capacità di compartimentazione, B per tutta la durata dell’incendio quella di garantire la capacità portante delle strutture in condizioni di incendio nonché la capacità di compartimentazione, il C tempo sufficiente a garantire l’esodo delle persone Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 151 La Classe di Resistenza al fuoco (es: R 60, R 90, … ) è intervallo di tempo espresso in minuti, definito in base al carico di incendio specifico di progetto, durante il quale il A compartimento antincendio garantisce la resistenza al fuoco intervallo di tempo espresso in secondi, definito in base al carico di incendio specifico di progetto, durante il quale il B compartimento antincendio garantisce la resistenza al fuoco intervallo di tempo espresso in ore, definito in base al carico di incendio specifico di progetto, durante il quale il C compartimento antincendio garantisce la resistenza al fuoco 152 Con il simbolo R, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco La capacità portante, cioè la capacità di un elemento strutturale di portare i carichi presenti in condizioni di incendio A normalizzato, per un certo periodo di tempo La tenuta, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio di fumi e gas caldi per un certo B periodo di tempo, in condizioni di incendio normalizzate L’isolamento, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio calore di un incendio C normalizzato per un certo periodo di tempo 153 Con il simbolo E, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco La capacità portante, cioè la capacità di un elemento strutturale di portare i carichi presenti in condizioni di incendio A normalizzato, per un certo periodo di tempo La tenuta, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio di fumi e gas caldi per un certo B periodo di tempo, in condizioni di incendio normalizzate L’isolamento, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio calore di un incendio C normalizzato per un certo periodo di tempo 154 Con il simbolo I, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco La capacità portante, cioè la capacità di un elemento strutturale di portare i carichi presenti in condizioni di incendio A normalizzato, per un certo periodo di tempo La tenuta, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio di fumi e gas caldi per un certo B periodo di tempo, in condizioni di incendio normalizzate L’isolamento, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio calore di un incendio C normalizzato per un certo periodo di tempo 155 Con il simbolo REI 60 si identifica un elemento costruttivo che A deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante, la tenuta e l’isolamento termico B deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante e la tenuta C deve conservare, per 60 minuti, solo la capacità portante. Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 156 Con il simbolo RE 60 si identifica un elemento costruttivo che A deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante, la tenuta e l’isolamento termico B deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante e la tenuta C deve conservare, per 60 minuti, solo la capacità portante. 157 Con il simbolo R 60 si identifica un elemento costruttivo che A deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante, la tenuta e l’isolamento termico B deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante e la tenuta C deve conservare, per 60 minuti, solo la capacità portante. 158 La Capacità di Compartimentazione rappresenta attitudine di un elemento costruttivo a conservare, sotto l’azione del fuoco, un sufficiente isolamento termico (I) ed una A sufficiente tenuta ai fumi e ai gas caldi della combustione (E), nonché tutte le altre eventuali prestazioni se richieste B la sola attitudine di un elemento costruttivo a conservare, sotto l’azione del fuoco, un sufficiente isolamento termico (I) la sola attitudine di un elemento costruttivo a conservare, sotto l’azione del fuoco, una sufficiente tenuta ai fumi e ai gas C caldi della combustione (E) 159 Con il termine “compartimento” intendiamo parte dell’opera da costruzione delimitata da prodotti o elementi costruttivi idonei a garantire, sotto l’azione del fuoco e per A un dato intervallo di tempo, la resistenza al fuoco (EI, …) B parte dell’opera da costruzione nella quale la probabilità di avvio e sviluppo dell’incendio sia resa trascurabile spazio “cielo libero” avente caratteristiche tali da contrastare temporaneamente la propagazione dell’incendio tra le C eventuali opere da costruzione o strutture che lo delimitano 160 Con il termine “filtro” intendiamo parte dell’opera da costruzione delimitata da prodotti o elementi costruttivi idonei a garantire, sotto l’azione del fuoco e per A un dato intervallo di tempo, la resistenza al fuoco (EI, …) Un compartimento antincendio nel quale, per basso carico di incendio e limitata presenza di sorgenti di innesco, la B probabilità di avvio e sviluppo dell’incendio è resa trascurabile spazio “cielo libero” avente caratteristiche tali da contrastare temporaneamente la propagazione dell’incendio tra le C eventuali opere da costruzione o strutture che lo delimitano Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 161 Con il termine “compartimento a prova di fumo” intendiamo un compartimento separato dagli altri compartimenti adiacenti mediante strutture EI adeguate senza alcuna A comunicazione un compartimento realizzato in modo da limitare l’ingresso di fumo generato da un incendio che si sviluppa in B compartimenti comunicanti C Un compartimento dove è vietato fumare 162 Con il termine “filtro a prova di fumo” intendiamo Un compartimento antincendio realizzato con i requisiti di “filtro”, cioè dove è improbabile l’innesco di un incendio, e anche A con i requisiti di un compartimento a “prova di fumo”, cioè nel quale è impedito anche l’ingresso di effluenti dell’incendio Un disimpegno realizzato con strutture e porte REI\EI mantenuto in sovrappressione, ovvero dotato di camino di B smaltimento dei fumi o aerato direttamente verso l’esterno Un compartimento antincendio avente anche i requisiti di compartimento a “prova di fumo”, cioè nel quale è impedito C l’ingresso di effluenti dell’incendio 163 La finalità della Compartimentazione è quella di limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti verso altre attività, afferenti ad altro responsabile dell’attività o di A diversa tipologia, e all’interno della stessa attività B limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti solo all’interno della stessa attività limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti solo verso altre attività, afferenti ad altro responsabile dell’attività o C di diversa tipologia 164 La compartimentazione è realizzata mediante Elementi strutturali e non aventi la capacità di conservare, sotto l’azione del fuoco, i requisiti di resistenza, tenuta ai fumi e A isolamento termico per un determinato intervallo di tempo interposizione di distanze di separazione, tra opere da costruzione o altri bersagli combustibili, anche ubicati in spazio a B cielo libero C Entrambe le modalità indicate negli altri due punti Al fine di realizzare una compartimentazione efficace è fondamentale che le chiusure d’ambito orizzontali e verticali 165 costituiscano una barriera continua ed uniforme contro la propagazione degli effetti dell’incendio No, eventuali discontinuità, grandi o piccole, (attraversamenti di impianti tecnologici o di processo, canalizzazioni, ecc) non A invalidano le proprietà di compartimentazione delle chiusure di ambito La continuità delle chiusure di ambito orizzontali e verticali sono fondamentali per garantire una effettiva ed efficace B compartimentazione; pertanto, la loro realizzazione deve essere particolarmente accurata (giunzioni, serrande tagliafuoco, ecc) C Si, ma solo in caso di attività utilizzate prevalentemente da persone classificabili di tipo C, D ed E ai fini del Rvita Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 Fra diverse attività o ambiti della stessa attività, separate da spazio a cielo libero, è possibile la propagazione di un 166 incendio No, mai; l’interposizione di uno spazio superiormente libero (cortile, strada, ecc) fra due edifici non consente la A propagazione di un incendio in nessun caso Si, pertanto, al fine di impedire la propagazione di un incendio all’esterno di un’attività è sempre necessario verificare che B sia esistente una adeguata distanza di separazione fra ambiti della stessa attività o verso altre attività C Si, ma solo in caso di attività non classificabili a basso rischio di incendio 167 La porta “taglia fuoco” (porta EI) è L’elemento di chiusura di un varco di comunicazione tra compartimenti adiacenti, in grado di limitare per un determinato A intervallo di tempo la propagazione degli effetti di un incendio L’elemento di chiusura di un varco di comunicazione tra scala protetta e piani serviti, in grado di limitare per un B determinato intervallo di tempo la propagazione degli effetti di un incendio L’elemento di chiusura di un varco di comunicazione tra la scala a prova di fumo e i piani serviti, in grado di limitare per un C determinato intervallo di tempo la propagazione degli effetti di un incendio La porta “taglia fuoco” (porta EI), elemento di chiusura di un varco di comunicazione tra compartimenti adiacenti, in grado 168 di limitare per un determinato intervallo di tempo la propagazione degli effetti di un incendio deve essere adeguatamente segnalata su entrambi i lati e oggetto di specifica attività di sorveglianza, controllo e A manutenzione B non deve essere segnalata né oggetto di specifica attività di sorveglianza, controllo e manutenzione C deve essere sempre colorata di “rosso” Qualunque spazio a cielo libero (es: cortile, cavedio, …) è qualificabile come “spazio scoperto” ai fini del contrasto 169 temporaneo alla propagazione dell’incendio tre le opere da costruzione o strutture che lo delimitano Si, è sufficiente che un’area sia a “cielo libero”, a prescindere dalla superficie e dalle distanze fra le strutture che la A delimitano, per contrastare la propagazione dell’incendio tra le opere No, un’area a “cielo libero” per potere essere qualificata come “spazio scoperto” deve avere una superficie determinata e B deve essere garantita una adeguata distanza fra gli eventuali edifici che la delimitano No, nessun spazio a “cielo libero” può essere qualificato come “spazio scoperto” ai fini del contrasto alla propagazione di C un incendio fra edifici che lo delimitano L’interposizione di un’adeguata distanza di separazione “d” in spazio a cielo libero fra edifici adiacenti ovvero fra edifici e 170 depositi esterni di materiale combustibile, opportunamente valutata sulla base delle indicazioni fornite dalle regole di prevenzioni incendi, consente di limitare la propagazione dell’incendio. Si, un’adeguata distanza di separazione consente di limitare l’irraggiamento, al di sotto di valori critici, fra il compartimento A interessato dall’incendio e altri compartimenti o materiali combustibili in deposito No, non è necessario valutare tali distanze, qualunque spazio a cielo libero consente di garantire la limitazione della B propagazione dell’incendio C No, solo strutture o elementi tagliafuoco (REI, EI …) consente di limitare la propagazione dell’incendio Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 Nella progettazione della sicurezza antincendio è consentito che si realizzino opere prive di resistenza al fuoco (Livello di 171 prestazione I ai sensi del DM 03/08/2015) A No, mai Si, a condizione che l’attività non preveda la presenza di occupanti, ad esclusione di quella occasionale e di breve durata B di personale addetto C Si, sempre Le “Classi”, cioè l’intervallo di tempo nel quale è garantito il requisito di resistenza al fuoco del prodotto\elemento 172 costruttivo Sono codificati dalle disposizioni legislative in materia (ES: elementi portanti privi di funzione di compartimento R 15,20,30, A 45, 60 ….) B Sono codificati da progettista della prevenzione incendi C Sono codificati dal Comando VVF competente territorialmente 173 Con “carico di incendio” intendiamo: potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio, corretto in base ai parametri A indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli materiali, espresso in MJ potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di B piano, espresso in MJ/m2 potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di C piano (MJ/m2), corretto in base ai parametri indicatori del rischio di incendio del compartimento antincendio e dei fattori relativi alle misure antincendio presenti 174 Con “carico di incendio specifico” intendiamo: potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio, corretto in base ai parametri A indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli materiali, espresso in MJ potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di B piano, espresso in MJ/m2 potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di C piano (MJ/m2), corretto in base ai parametri indicatori del rischio di incendio del compartimento antincendio e dei fattori relativi alle misure antincendio presenti 175 Con “carico di incendio specifico di progetto” intendiamo: potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio, corretto in base ai parametri A indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli materiali, espresso in MJ potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di B piano, espresso in MJ/m2 potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di C piano (MJ/m2), corretto in base ai parametri indicatori del rischio di incendio del compartimento antincendio e dei fattori relativi alle misure antincendio presenti Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 176 Il “carico di incendio” è un parametro fondamentale per la progettazione della sicurezza antincendio Si, in particolare il “carico di incendio specifico di progetto” è fondamentale per la progettazione della resistenza al fuoco A delle strutture B Si, è il parametro indicativo del rischio di incendio presente in un luogo di lavoro C Si, solo nel caso di approccio ingegneristico alla progettazione della sicurezza antincendi I valori del carico di incendio specifico di progetto adottati nel progetto della prevenzione incendi costituiscono un vincolo 177 d’esercizio per le attività da svolgere all’interno della costruzione No, la progettazione della resistenza al fuoco non è influenzata dai valori assunti dal carico di incendio specifico di A progetto B No, in generale, la gestione delle condizioni previste in fase di progetto non influisce sulla sicurezza antincendio Si, il mantenimento delle condizioni che hanno determinato il valore del carico di incendio specifico di progetto è un C obbligo di esercizio per le attività che vengono svolte nella costruzione 178 La finalità della misura Esodo (S.4) è quella di assicurare che gli occupanti dell’attività possano raggiungere un luogo sicuro o permanere al sicuro, autonomamente o A con assistenza, prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano assicurare che gli occupanti dell’attività possano raggiungere un luogo sicuro autonomamente prima che l’incendio B determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano assicurare che gli occupanti dell’attività possano permanere al sicuro prima che l’incendio determini condizioni C incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano 179 Il Sistema di Esodo è L’insieme delle misure di salvaguardia della vita che consentono agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro o A permanere al sicuro, autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano L’insieme delle misure di salvaguardia della vita che consentono agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro, B autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio determini il crollo delle strutture Il percorso senza ostacoli al deflusso che consente agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro dal luogo in cui si C trovano 180 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “Luogo sicuro” intendiamo Un luogo in cui è temporaneamente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti che vi stazionano o vi transitano A durante l’esodo B Un luogo in cui è permanentemente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti che vi stazionano o vi transitano; C Uno spazio a “cielo libero” (cortile, ….) Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 181 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “Luogo sicuro temporaneo” intendiamo Un luogo in cui è temporaneamente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti che vi stazionano o vi transitano A durante l’esodo B Un luogo in cui è permanentemente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti che vi stazionano o vi transitano; C Uno spazio a “cielo libero” (cortile, ….) 182 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “spazio calmo” intendiamo A Uno spazio a “cielo libero” B Un luogo in cui è permanentemente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti che vi stazionano o vi transitano; luogo sicuro temporaneo ove gli occupanti possono attendere e ricevere assistenza per completare l’esodo verso luogo C sicuro 183 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “via di esodo” intendiamo A Un qualunque percorso, a prescindere dalla geometria, che adduce dall’interno dell’edificio all’esterno B Un percorso a prova di fumo rispetto al compartimento servito, che adduce dall’interno all’esterno Un percorso senza ostacoli al deflusso, appartenente al sistema d’esodo, che consente agli occupanti di raggiungere un C luogo sicuro dal luogo in cui si trovano 184 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “corridoio cieco” intendiamo A Una porzione di via d’esodo da cui è possibile l’esodo in un’unica direzione B Una porzione di via d’esodo nella quale non sono realizzate aperture di aerazione e illuminazione naturale Un percorso senza ostacoli al deflusso, appartenente al sistema d’esodo, che consente agli occupanti di raggiungere un C luogo sicuro dal luogo in cui si trovano Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, le modalità di esodo da un’opera di costruzione possono essere 185 diverse A Si, esodo simultaneo, esodo per fasi, esodo orizzontale progressivo ovvero protezione sul posto B No, in caso di incendio gli occupanti devono spostarti obbligatoriamente tutti verso un luogo sicuro No, in caso di incendio gli occupanti devono spostarti obbligatoriamente tutti dal compartimento di primo innesco in un C compartimento adiacente Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 186 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, l’ “esodo simultaneo” da un’opera di costruzione è A modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro. modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo B sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco modalità di esodo che prevede lo spostamento degli occupanti dal compartimento di primo innesco in un compartimento C adiacente capace di contenerli e proteggerli fino a quando l’incendio non sia estinto o fino a che non si proceda ad una successiva evacuazione fino a luogo sicuro 187 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, l’“esodo per fasi” da un’opera di costruzione è A modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro. modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo B sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco modalità di esodo che prevede lo spostamento degli occupanti dal compartimento di primo innesco in un compartimento C adiacente capace di contenerli e proteggerli fino a quando l’incendio non sia estinto o fino a che non si proceda ad una successiva evacuazione fino a luogo sicuro 188 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, l’“esodo orizzontale progressivo” da un’opera di costruzione è A modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro. modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo B sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco modalità di esodo che prevede lo spostamento degli occupanti dal compartimento di primo innesco in un compartimento C adiacente capace di contenerli e proteggerli fino a quando l’incendio non sia estinto o fino a che non si proceda ad una successiva evacuazione fino a luogo sicuro 189 Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, la “protezione sul posto” è A modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro. modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo B sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco C modalità di esodo che prevede la protezione degli occupanti nell’ambito in cui si trovano Secondo il D.M. 3 agosto 2015 (Codice di Prevenzione Incendi), la pubblica via può essere qualificata come “luogo sicuro” 190 ai fini dell’esodo? A Non sempre, dipende dalla larghezza della via B No, mai C Si, sempre Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 191 Uno “spazio a cielo libero” può essere qualificato come “luogo sicuro” ai fini dell’esodo Si, se è collegato ad una pubblica via in ogni condizione di incendio e nel quale siano garantita la protezione delle persone A dai prodotti della combustione, dal pericolo di crolli e sia di ampiezza sufficiente e contenere gli occupanti che lo impiegano nell’esodo B No, mai C Si, è sufficiente che sia collegato ad una pubblica via Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, possono essere considerate ed utilizzate le scale portatili, gli 192 ascensori e le rampe con grande pendenza (superior a 20 %) A Si, sempre a condizione che il loro utilizzo sia indicato nel piano di emergenza B No, C Si, se la gestione dell’emergenza prevede una specifica struttura di supporto 193 Le superfici dei percorsi individuati come vie di esodo (corridoi, scale, androni, …) devono garantire specifici requisiti Si, non devono essere sdrucciolevoli, né presentare avvallamenti o sporgenze pericolose e devono essere in condizioni A tali da rendere sicuro il movimento ed il transito degli occupanti B No, è sufficiente che i percorsi di esodo adducono all’esterno, a prescindere dalle caratteristiche delle superfici C No, è sufficiente che siano in condizioni tali da rendere sicuro il movimento ed il transito degli occupanti 194 Le porte installate lungo le vie di esodo devono garantire specifici requisiti Si, devono essere facilmente identificabili ed apribili da parte di tutti gli occupanti e l’apertura delle porte non deve A ostacolare il deflusso degli occupanti lungo le vie d’esodo B No, è sufficiente che siano solo identificabili C No, è sufficiente che siano apribili da parte di tutti gli occupanti Le porte ad apertura manuale installate lungo le vie di esodo, in condizioni di elevata densità di affollamento, devono 195 garantire specifici requisiti Si, devono essere dotate di dispositivi di apertura a semplice spinta secondo specifiche normative, al fine di consentire A l’affidabile, immediata e semplice apertura delle porte B No, è sufficiente che siano solo identificabili con specifica segnaletica C No, è sufficiente che siano dotate di una maniglia funzionante Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 196 Il sistema di esodo deve essere facilmente riconosciuto e identificabile dagli occupanti A Si, sempre mediante apposita segnaletica di sicurezza B No, è sufficiente che le vie di esodo siano indicate nelle planimetrie semplificate affisse ai piani C No, solo nei luoghi con elevata densità di affollamento 197 Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo A Luogo sicuro, punto di ritrovo B Spazio calmo, per attendere i soccorritori C Via di esodo 198 Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo A Luogo sicuro, punto di ritrovo B Spazio calmo, attesa dei soccorritori C Via di esodo 199 Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo A Luogo sicuro, punto di ritrovo B Spazio calmo, attesa dei soccorritori C Via di esodo 200 Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo A Luogo sicuro, punto di ritrovo B Spazio calmo, attesa dei soccorritori C Via di esodo verso spazio clamo Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “Addetto Antincendio” di livello 3 201 Lungo le vie di esodo deve essere installato un impianto di illuminazione di sicurezza Si, sempre qualora l’illuminazione possa risultare anche occasionalmente insufficiente a consentire l’esodo degli A occupanti. B No, mai C No, solo nei luoghi con elevata densità di affollamento Negli ambiti ove l’attività sia svolta con assente o ridotta illuminazione ordinaria (es. sale cinematografiche, sale teatrali, 202 …) eventuali gradini lungo le vie d’esodo devono essere provvisti di illuminazione A Si, sempre con idonea illuminazione “segnapasso” dei gradini B No, mai C No, solo nei luoghi con affollamento superiore a 1000 persone Il sistema d’esodo in un’attività lavorativa, al fine di limitare la probabilità che agli occupanti sia impedita l’evacuazione 203 dall’incendio, il numero minimo di vie d’esodo e uscite indipendenti da ciascun locale deve essere specificamente progettato A Si, in funzione del rischio di incendio e dell’affollamento B Si, in funzione del rischio di incendio C No, è sufficiente che ci siano almeno due uscite da ogni compartimento per garantire un corretto ed efficace esodo Secondo il D.M. 3 agosto 2015 (Codice di Prevenzione Incendi), le vie di esodo previste in un luogo di lavoro devono 204 essere di lunghezza limitata, in funzione del rischio di incendio dell’attività? A Si, a seconda del profilo di rischio dell’attività, le lunghezze possono avere valori massimi fra 20 e 70 metri B No, solo i corridoi ciechi devono rispettare dei limiti di lunghezza massima in funzione del rischio di incendio No, le lunghezze delle vie di esodo, compresi i corridoi ciechi, possono essere di qualunque valore a prescindere dal C rischio dell’attività Secondo il D.M. 3 agosto 2015 (Codice di Prevenzione Incendi), gli eventuali corridoi ciechi presenti in un luogo di lavoro 205 devono essere di lunghezza limitata, in funzione del rischio di incendio dell’attività? A Si, a seconda del profilo di rischio dell’attività, le lunghezze possono avere valori massimi fra 10 e 45 metri B No, le lunghezze devono essere limitate solo in presenza di elevati affollamenti No, le lunghezze delle vie di esodo, compresi i corridoi ciechi, possono essere di qualunque valore a prescindere dal C rischio dell’attività Quiz accertamento per rilascio dell'attestato di idoneità tecnica per la qualifica di “A