Organizzazione dei servizi sociosanitari ed educativi PDF

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Università di Bologna, Università di Brescia, Università di Napoli "Federico II", Ospedale Bambino Gesù

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social services healthcare organization quality of life public health

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This document discusses the organization of sociosanitary and educational services, focusing on the definition, scope, and objectives. It outlines key concepts such as quality of life, encompassing various aspects from health to social inclusion. The document further explains different levels of prevention and promotion of health.

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ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI SOCIOSANITARI ED EDUCATIVI Definizione e scopo dei servizi sociosanitari ed educativi: I servizi sociosanitari ed educativi rappresentano un insieme di interventi e azioni che hanno come obiettivo primario il benessere e l'inclusione sociale delle persone. Essi si rivolgon...

ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI SOCIOSANITARI ED EDUCATIVI Definizione e scopo dei servizi sociosanitari ed educativi: I servizi sociosanitari ed educativi rappresentano un insieme di interventi e azioni che hanno come obiettivo primario il benessere e l'inclusione sociale delle persone. Essi si rivolgono a individui e gruppi che si trovano in situazioni di malattia, fragilità, disagio, bisogno e svantaggio fornendo supporto e assistenza per migliorare la loro qualità di vita. Possiamo quindi definire i servizi socio-sanitari ed educativi come un sistema di interventi e azioni finalizzati a: -​ Prevenire e contrastare situazioni di disagio sociale e sanitario. -​ Promuovere l' autonomia e l'integrazione delle persone. -​ Garantire l'accesso a servizi essenziali come l'assistenza sanitaria, l'educazione, la riabilitazione e l’aumento della qualità di vita. Qualità della vita L'organizzazione mondiale della sanità (oms) definisce la qualità della vita come "la percezione che un individuo ha della propria posizione nella vita, nel contesto della cultura e dei sistemi di valori in cui vive e in relazione ai propri obiettivi, aspettative, standard e preoccupazioni". Otto aree, obiettivi: -​ Salute fisica: Stato di salute generale, presenza di malattie croniche accesso alle cure mediche. -​ Benessere psicologico: Livello di soddisfazione personale, felicità, assenza di disturbi mentali -​ Inclusione sociale: Qualità delle relazioni con familiari, amici comunità. -​ Autodeterminazione : scelte/ decisioni autonomia, controllo personale, obiettivi personali. -​ Benessere Materiale: Status finanziario, stato lavorativo, stato abitativo, possesso di beni materiali -​ Ambiente fisico: Qualità dell' ambiente in cui si vive, sicurezza, accesso a servizi. -​ Diritti: Umani (rispetto, dignità, uguaglianza), Legali (assistenza legale, doveri di cittadino) -​ Livello di partecipazione sociale: Possibilità di partecipare alla vita sociale e culturale della comunità Scopi principali Gli scopi principali di questi servizi sono molteplici e interconnessi: -​ Tutela dei diritti: Garantire che ogni individuo possa godere dei propri diritti fondamentali, come il diritto alla salute, all' educazione, alla dignità e all' autonomia. -​ Promozione del benessere: Migliorare la qualità della vita delle persone, sostenendole nei diversi momenti del loro percorso di vita. -​ Prevenzione del disagio: Intervenire precocemente per prevenire l'insorgenza o l'aggravarsi di situazioni di fragilitàcome l'esclusione sociale o la disabilità. -​ Integrazione sociale: Facilitare l'inserimento e la partecipazione attiva delle persone nella comunità, superando le barriere e gli ostacoli. -​ Sostegno alle famiglie: Offrire supporto alle famiglie in difficoltà, promuovendo il benessere dei nuclei familiari. Definizione Un servizio socio-sanitario è un insieme di interventi e attività che hanno l' obiettivo di soddisfare i bisogni di salute e di assistenza di una persona, integrando le prestazioni sanitarie con quelle sociali. In altre parole, i servizi socio-sanitari sono pensati per garantire un supporto completo alla persona, tenendo conto non solo degli aspetti legati alla malattia o alla disabilità, ma anche delle sue esigenze sociali, educative, psicologiche e ambientali. Cosa comprendono i servizi socio sanitari -​ Promozione alla salute: Si riferisce a tutte le azioni volte a migliorare lo stato di salute della popolazione, attraverso l'educazione sanitaria, la promozione di stili di vita sani e l'informazione sulle malattie prevenibili. -​ Prevenzione alla salute: È un insieme di interventi che hanno come obiettivo primario quello di evitare l'insorgenza di malattie, ridurre la loro incidenza e limitarne gli effetti negativi sulla salute individuale e collettiva. -​ Cura: Il concetto di cura va oltre la semplice assistenza medica, comprendendo anche la presa in carico globale della persona, tenendo conto dei suoi bisogni fisici, psicologici e sociali. -​ Riabilitazione: Intesa come il recupero o il miglioramento delle funzioni compromesse, al fine di favorire l'autonomia e la partecipazione sociale e il miglioramento della qualità di vita. Promozione Cosa significa “promuovere la salute?” -​ Superare la concezione di salute come semplice assenza di malattia: La promozione della salute va oltre la mera cura delle patologie. Si tratta di un processo attivo che mira a creare le condizioni necessarie affinché le persone possano raggiungere il massimo livello di benessere possibile. -​ Empowering le persone: La promozione della salute non è un processo unidirezionale. Si tratta di fornire alle persone gli strumenti e le conoscenze necessarie per prendere decisioni consapevoli sulla propria salute e adottare comportamenti salutari. -​ Un approccio multifattoriale: La salute è influenzata da una molteplicità di fattori, tra cui biologici, sociali, economici e ambientali. La promozione della salute deve quindi tenere conto di tutti questi aspetti. Esempi concreti ti promozione alla salute -​ Creazione di ambienti salutari Promuovere la progettazione di città e spazi pubblici che favoriscano l'attività fisica, l'alimentazione sana e il benessere psicologico. -​ Interventi comunitari Coinvolgere le comunità locali nella definizione e nell'attuazione di progetti di promozione della salute. -​ Politiche pubbliche Promuovere leggi e regolamenti che favoriscano la salute, come ad esempio le restrizioni al fumo, le etichette nutrizionali sugli alimenti e l'obbligo dell'uso delle cinture di sicurezza. Perché è importante la promozione alla salute? -​ Migliora la qualità della vita Promuovendo il benessere fisico, mentale e sociale delle persone. -​ Riduce i costi sanitari Prevenendo le malattie e promuovendo comportamenti salutari. -​ Aumenta l' aspettativa di vita Grazie alla riduzione dei fattori di rischio per le malattie croniche. -​ Promuove l' equità Garantendo a tutti l'accesso a informazioni e risorse per una vita sana. Prevenzione Prevenzione primaria: Mirata a evitare l'insorgenza di una malattia attraverso la promozione di stili di vita sani, la vaccinazione, la riduzione dei fattori di rischio (es. fumo, sedentarietà, alimentazione scorretta). Prevenzione secondaria: Focalizzata sulla diagnosi precoce di una malattia, prima che si manifestino sintomi evidenti, per intervenire tempestivamente e limitarne le conseguenze. Prevenzione terziaria: Tende a ridurre le complicanze e la disabilità associate a una malattia cronica, migliorando la qualità della vita del paziente. Esempi di prestazione sanitarie: -​ Sorveglianza epidemiologica: Monitoraggio continuo dello stato di salute della popolazione e identificazione dei principali problemi sanitari. -​ Educazione sanitaria: Organizzazione di campagne informative, corsi e attività rivolte alla popolazione per promuovere stili di vita sani e corretti comportamenti. -​ Screening: Attività di diagnosi precoce per individuare malattie come il tumore al seno, il tumore al colon-retto, il diabete e l'ipertensione arteriosa. -​ Vaccinazioni: Promozione e somministrazione di vaccini per prevenire malattie infettive. -​ Interventi sugli stili di vita: Promozione dell' attività fisica, dell'alimentazione sana, della riduzione del consumo di alcol e del fumo. -​ Collaborazione con altri enti: Lavoro in rete con le istituzioni locali, le associazioni di volontariato e altri soggetti per promuovere la salute della comunità. -​ Assistenza sanitaria mentale: Include prevenzione, diagnosi e trattamento dei disturbi mentali. Perché sono importanti i servizi sociosanitari? -​ Garantiscono la continuità delle cure: assicurano che la persona sia seguita sia in fase acuta che cronica, evitando interruzioni nei percorsi assistenziali. -​ Promuovono la qualità di vita: consentono alle persone di vivere in modo più autonomo e dignitoso, anche in presenza di malattie o disabilità. -​ Sostengono i caregiver: offrono un supporto alle persone che si prendono cura dei propri familiari, alleggerendo il carico assistenziale. -​ Contribuiscono all'inclusione sociale: favoriscono l'integrazione delle persone con disabilità o con bisogni speciali nella comunità. In sintesi: I servizi socio-sanitari rappresentano un elemento fondamentale del sistema di welfare, in quanto garantiscono la tutela della salute e del benessere delle persone, promuovendo l'autonomia e l'inclusione sociale. L'educatore professionale è una figura che opera nell'ambito socio-sanitario, e la sua inclusione tra le professioni sanitarie può sembrare a prima vista non del tutto intuitiva. Tuttavia, un'analisi più approfondita del ruolo e delle competenze di questa figura professionale chiarisce pienamente questa appartenenza. Cos'è la salute? L’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità), organismo sanitario internazionale sorto a New York nel 1946, identifica la salute con uno stato di benessere fisico e psichico e la considera come fattore non solo individuale ma anche collettivo. Nel problema della salute entrano quindi in causa non soltanto l’omeostasi fisica ma anche componenti psicologiche e sociali. In questo modo l’individuo viene considerato nelle sue tre dimensioni: biologica, mentale e sociale. Questo nuovo concetto di salute è in contrapposizione alla definizione tradizionale, che considerava la salute semplicemente come “assenza di malattia/sintomi”. La salute nel suo complesso è un concetto relativo e dinamico, che può mutare in alcune sue espressioni a seconda dell’epoca, del luogo e della civiltà in cui si esprime. Nel concetto di salute è altresì importante considerare gli aspetti ambientali: clima, grado di inquinamento, condizioni di salubrità, etc. La Costituzione Italiana, con l’articolo 32, stabilisce i principi fondamentali per la tutela della salute, intesa come diritto dell’individuo e di interesse della società. La tutela della salute è così contemplata sotto un duplice profilo: da un lato viene affermato il diritto dell’individuo al recupero della piena efficienza fisica e funzionale (tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo); dall’altro viene riconosciuto e sancito il preciso interesse della collettività ad avere nei suoi vari settori individui pienamente validi (tutela della salute come interesse della società). I concetti di salute, malattia e cura sono fortemente influenzati da variabili culturali e sociali, che implicano notevoli differenze sul piano delle politiche socio-sanitarie, della prevenzione e del trattamento di una patologia, a seconda del Paese in cui la malattia si manifesta. Per fare alcuni esempi significativi, si può richiamare il problema della relazione tra personale sanitario e pazienti e quello relativo all' accesso ai servizi sanitari, che mutano a seconda dell’organizzazione politica e della struttura sociale. In particolare, emergono profonde differenze tra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo. Chi eroga i servizi sociosanitari? Le principali entità coinvolte nell’erogazione dei servizi sociosanitari in Lombardia sono: ▪​ Agenzie di Tutela della Salute (ATS): Istituite nel 2015, le ATS sono responsabili della programmazione, organizzazione e valutazione dei servizi socio- sanitari sul territorio. Ciascuna ATS copre una specifica area geografica della Lombardia e coordina l'attività di diverse strutture e professionisti. ▪​ Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (ASST): Queste aziende sono responsabili della gestione di ospedali, presidi territoriali e servizi di assistenza domiciliare. Collaborano strettamente con le ATS per garantire la continuità assistenziale ▪​ Comuni: I comuni svolgono un ruolo fondamentale nell' erogazione dei servizi sociali, in particolare per quanto riguarda l'assistenza domiciliare e i servizi per l'infanzia e la famiglia. ▪​ Enti del terzo settore: Associazioni, cooperative e fondazioni svolgono un ruolo importante nel completamento dell'offerta dei servizi socio-sanitari, spesso occupandosi di attività innovative e di progetti specifici. ▪​ Liberi professionisti: Medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali e altri professionisti sanitari contribuiscono all'erogazione dei servizi socio-sanitari, in particolare nell' ambito dell' assistenza primaria. ASSETTO NORMATIVO 1.​ Introduzione assetto normativo IL QUADRO NORMATIVO IN QUESTO AMBITO È GENERALMENTE COMPLESSO E IN CONTINUA EVOLUZIONE, MA POSSIAMO INDIVIDUARE ALCUNI ELEMENTI CHIAVE: -​ Costituzione: La Costituzione di ogni Paese stabilisce i principi fondamentali sui quali si basa la tutela dei diritti sociali e la promozione del benessere collettivo. -​ Legislazione specifica: Le leggi e i decreti legislativi definiscono in modo più dettagliato i servizi, le prestazioni e i diritti delle persone. -​ Norme regionali e locali: Le Regioni e gli Enti locali hanno un ruolo importante nell' attuazione delle politiche sociali, emanando norme e regolamenti specifici per il proprio territorio. Principali temi regolati dalla normativa -​ Diritti delle persone: Il diritto all' assistenza, alla salute, all' educazione, all' abitazione, al lavoro e alla partecipazione sociale. -​ Livelli essenziali di assistenza (LEA) e Livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS): L'insieme dei servizi e delle prestazioni che ogni cittadino ha diritto di ricevere, indipendentemente dalle proprie condizioni economiche. -​ Organizzazione dei servizi: Le modalità di erogazione dei servizi, i ruoli delle diverse figure professionali, la collaborazione tra pubblico e privato. -​ Finanziamento dei servizi: Le fonti di finanziamento (pubbliche e private), i meccanismi di distribuzione delle risorse. -​ Valutazione e monitoraggio dei servizi: I sistemi di valutazione dell' efficacia e dell' efficienza degli interventi, i meccanismi di monitoraggio della qualità. Il ruolo della politica Le scelte politiche influenzano: -​ Priorità di intervento: Quali sono i bisogni più urgenti da soddisfare? -​ Modelli di welfare: Qual è il modello di welfare più adatto a un determinato contesto? -​ Allocazione delle risorse: Come vengono distribuite le risorse finanziarie tra i diversi servizi? -​ Partecipazione degli utenti: In che misura gli utenti sono coinvolti nelle decisioni che li riguardano? In conclusione Il quadro normativo e politico dei servizi socio-sanitari ed educativi è un sistema complesso e dinamico, che richiede una costante attenzione da parte dei policy maker, degli operatori del settore e dei cittadini. Principi etici I principi etici sono fondamentali per garantire la qualità e l' umanizzazione dei servizi socio-sanitari ed educativi. Essi rappresentano un punto di riferimento imprescindibile per gli operatori, che devono agire sempre nel rispetto della dignità e dei diritti delle persone assistite. 2.​ Principali aspetti del quadro normativo -​ Riconoscimento dei diritti fondamentali: La Costituzione sancisce i diritti inalienabili di ogni individuo, tra cui il diritto alla salute, all' assistenza, all' educazione e al lavoro. Questi diritti costituiscono la base per la costruzione di un sistema di protezione sociale e di promozione del benessere collettivo. -​ Orientamento dell' azione legislativa: Le leggi ordinarie devono essere conformi ai principi costituzionali. Pertanto, la Costituzione orienta l'azione del legislatore nella definizione e nell' attuazione di politiche pubbliche volte a garantire i diritti sociali e a promuovere il benessere collettivo. -​ Garanzia di uguaglianza e non discriminazione: La Costituzione afferma il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge e vieta ogni forma di discriminazione. Questo principio è fondamentale per assicurare l' accesso a servizi e opportunità a tutti, indipendentemente dalle loro condizioni sociali, economiche o personali. -​ Limiti al potere dello Stato: La Costituzione pone dei limiti al potere dello Stato, impedendo che esso possa ledere i diritti fondamentali dei cittadini. In questo modo, la Costituzione garantisce la tutela dei diritti sociali anche di fronte a possibili ingerenze dello Stato stesso. Diritti costituzionali che riguardano i servizi socio-sanitari: -​ Diritto alla salute Molte Costituzioni, tra cui quella italiana, affermano il diritto alla salute come un diritto fondamentale dell'individuo e un interesse della collettività. Questo diritto implica l' obbligo per lo Stato di garantire l' accesso a cure mediche e a servizi sanitari. -​ Diritto all’assistenza Il diritto all' assistenza è spesso menzionato nelle Costituzioni come il diritto a ricevere aiuto e sostegno da parte dello Stato in situazioni di bisogno, come la malattia, la disabilità o la povertà. ART.32 della costituzione: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. I pilastri normativi dei servizi socio sanitari: La Legge 23 dicembre 1978, n. 833 rappresenta un pilastro fondamentale del nostro sistema socio-sanitario. Conosciuta come la legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), essa ha segnato un punto di svoltavnell' approccio alla salute in Italia, sancendo il diritto alla tutela della salute come un bene primario e universale. Obiettivi principali della legge 833/1978 -​ Universalità Garantire l' accesso alle cure a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni economiche e sociali. -​ Equità Assicurare un'equa distribuzione delle risorse e delle prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale. -​ Efficienza Ottimizzare l' utilizzo delle risorse disponibili per garantire la massima efficacia degli interventi sanitari. -​ Umanizzazione Promuovere un approccio alla salute che rispetti la dignità e l'autonomia della persona. Principali aspetti disciplinati dalla legge 833/1978 -​ Principi fondamentali: La legge afferma che la salute è un diritto fondamentale dell'individuo e un interesse della collettività. -​ Organizzazione del SSN: Definisce i livelli assistenziali (territoriale, ospedaliero, specialistico), le unità sanitarie locali (USL) e le regioni come enti responsabili dell'organizzazione e della gestione dei servizi sanitari. -​ Finanziamento del SSN: Stabilisce le fonti di finanziamento del sistema sanitario, tra cui il Fondo sanitario nazionale. -​ Prestazioni sanitarie: Individua le prestazioni essenziali che devono essere garantite a tutti i cittadini. -​ Partecipazione: Promuove la partecipazione dei cittadini e degli operatori sanitari alla gestione del sistema L’evoluzione del SSN dopo la legge 833: L'introduzione delle Regioni a statuto ordinario: Con il decreto legislativo 229/1999, le Regioni hanno acquisito maggiori competenze in materia sanitaria, determinando una maggiore differenziazione dei sistemi sanitari regionali. Lo sviluppo delle reti assistenziali: È stata promossa la creazione di reti di assistenza integrate, che coinvolgono diversi attori (ospedali, medici di medicina generale, assistenti sociali) per garantire una presa in carico globale del paziente. L' accreditamento delle strutture: È stato introdotto un sistema di accreditamento delle strutture sanitarie private e pubbliche, finalizzato a garantire la qualità dei servizi offerti Lo sviluppo delle tecnologie informatiche: L'informatica è stata sempre più utilizzata per gestire le informazioni sanitarie e migliorare la comunica Legge quadro nazionale n.328/2000 QUESTA LEGGE, NOTA COME "LEGGE QUADRO PER LA REALIZZAZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI", RAPPRESENTA IL RIFERIMENTO FONDAMENTALE A LIVELLO NAZIONALE, DEFINENDO I PRINCIPI E GLI OBIETTIVI DEL SISTEMA DI WELFARE ITALIANO. Obiettivo principale: La legge 328/2000 mira a garantire a tutti i cittadini l'accesso a servizi sociali di qualità, promuovendo l' autonomia, l'integrazione sociale e la partecipazione attiva alla vita della comunità. Tra i principi cardine della legge troviamo: -​ Universalità: I servizi sociali devono essere accessibili a tutti, senza discriminazioni. -​ Efficacia ed efficienza: I servizi devono essere erogati in modo efficace ed efficiente, utilizzando al meglio le risorse disponibili. -​ Qualità: I servizi devono essere di alta qualità, rispondendo ai bisogni delle persone e rispettando i loro diritti. -​ Integrazione: I servizi sociali devono essere integrati con gli altri servizi pubblici, in particolare con quelli sanitari. LA LEGGE QUADRO 328/2000 ATTRIBUISCE ALLE REGIONI UN RUOLO FONDAMENTALE NELL'ATTUAZIONE DELLA LEGGE QUADRO, DEFINENDO I LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI E ORGANIZZANDO I SERVIZI SUL TERRITORIO. Perché è così importante? La legge 328/2000 ha rappresentato una svolta nel sistema di welfare italiano, introducendo importanti novità: -​ il superamento dell'assistenzialismo: si passa da un modello assistenziale a uno che promuove l'autonomia e l'integrazione sociale. -​ la centralità della persona: la persona con i suoi bisogni e le sue risorse diventa il fulcro dell'intervento. -​ la partecipazione: si valorizza il ruolo dei cittadini e delle organizzazioni del terzo settore nella progettazione e nella gestione dei servizi. La legge 328 del 2000 è la legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali: Questa è la legge che promuove interventi sociali, socioassistenziali e sociosanitari per garantire aiuto concreto alle persone e alle famiglie in difficoltà. È detta legge quadro perchè integra i servizi i servizi sociali con i servizi sanitari pubblici ( o in convenzione) e integra tutte le diverse figure professionali nelle varie attività. Con questa legge assistiamo ad un cambiamento, in quanto l’utente non è più identificato solo per la sua malattia e quindi come persona che necessita di un bisogno specialistico, ma viene considerato in ogni suo aspetto, compreso il suo contesto familiare, territoriale e le sue risorse, assistiamo quindi ad un passaggio da una accezzione tradizionale di assistenza, intesa come erogazione di interventi mirati esclusivamente alla risuluzione della patologia, ad una visione più ampia globale di protezione sociale attiva, come luogo di prevenzione e promozione della persona nella società e valorizzazione delle capacità. Con questa legge la tutela del cittadino non è più una azione esclusiva dell’ente pubblico ma è diventata un’azione svolta da una pluralità di attori che risponsono a bisogni sia sociali che sanitari. Esempio l’articolo 14 (Progetti individuali per le persone disabili) che prevede il diritto di ogni persona con disabilità – e di chi lo rappresenta – di chiedere al Comune di scrivere il proprio progetto personalizzato di vita, d’intesa con la ASL e dei diversi soggetti sociali e istituzionali che devono agire per realizzare la piena integrazione sociale. Legge regionale 23/2015 La legge regionale lombarda n. 23 del 2015 ha segnato un punto di svolta nel Sistema sanitario lombardo, introducendo significative modifiche organizzative e di governance. Uno dei cambiamenti più rilevanti è stato il passaggio dalle aziende sanitarie locali (asl) alle nuove entità: le agenzie di Tutela della salute (ats) e le aziende socio sanitarie territoriali (asst). Perché tale cambiamento? -​ Integrazione tra servizi sanitari e sociali L'obiettivo era creare un sistema più integrato, in grado di rispondere in modo più efficace ai bisogni complessi della popolazione, che spesso richiedono un approccio multidisciplinare. -​ Maggiore efficienza e flessibilità Si puntava a rendere il sistema sanitario più efficiente, flessibile e capace di adattarsi ai cambiamenti demografici ed epidemiologici. -​ Decentramento decisionale Si intendeva favorire un maggiore decentramento decisionale, avvicinando i servizi ai cittadini e rendendoli più rispondenti alle esigenze locali. Obiettivi principali della riforma 1.​ Integrare i servizi: Rafforzare la collaborazione tra servizi sanitari e sociali, al fine di garantire una presa in carico globale della persona e delle sue esigenze. 2.​ Valorizzare le risorse territoriali: Promuovere lo sviluppo di servizi sul territorio, coinvolgendo attivamente i cittadini e le comunità locali. 3.​ Migliorare l' efficienza ed efficacia del sistema: Semplificare i processi, ridurre la burocrazia e ottimizzare l' utilizzo delle risorse. 4.​ Garantire l'equità di accesso ai servizi: Assicurare a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni economiche e sociali, l'accesso ai servizi socio-sanitari di cui hanno bisogno. Impatti della riforma: -​ Una maggiore integrazione tra i servizi: Collaborazione più stretta tra i diversi attori del sistema, come ospedali, strutture residenziali, servizi domiciliari e associazioni. -​ Una maggiore personalizzazione dei percorsi assistenziali -​ Definizione di percorsi assistenziali individualizzati in base ai bisogni specifici di ogni paziente. Quali esiti? -​ Valorizzare l'unicità di ogni individuo: ogni persona ha bisogni, aspettative e risorse diverse. La personalizzazione permette di riconoscere e valorizzare queste differenze, offrendo risposte più adeguate -​ Aumentare l'efficacia degli interventi: i percorsi assistenziali personalizzati sono più efficaci nel raggiungere gli obiettivi prefissati, in quanto sono costruiti intorno alle specifiche necessità dell'utente -​ Migliorare la qualità della vita: una presa in carico personalizzata contribuisce a migliorare la qualità di vita delle persone, favorendo l'autonomia e l'integrazione sociale Come si realizza la personalizzazione? LA VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DEL BISOGNO Viene effettuata una valutazione completa delle esigenze della persona, tenendo conto non solo degli aspetti clinici, ma anche sociali, psicologici e ambientali. LA DEFINIZIONE DI UN PROGETTO INDIVIDUALE Sulla base della valutazione, viene elaborato un progetto assistenziale personalizzato, che indica gli obiettivi da raggiungere, gli interventi da attuare e le risorse necessarie. LA PRESA IN CARICO INTEGRATA La persona viene seguita da un'équipe multiprofessionale, che lavora in modo coordinato per garantire la continuità assistenziale. LA PARTECIPAZIONE ATTIVA DELLA PERSONA La persona e i suoi familiari sono coinvolti attivamente nella definizione e nella realizzazione del progetto assistenziale. Quali sono i vantaggi della personalizzazione? MAGGIORE SODDISFAZIONE DELL'UTENTE: La persona si sente ascoltata e compresa, e percepisce i servizi come più rispondenti ai propri bisogni. MIGLIORAMENTO DELL'ADERENZA AI TRATTAMENTI: Sulla base della valutazione, viene elaborato un progetto assistenziale personalizzato, che indica gli obiettivi da raggiungere, gli interventi da attuare e le risorse necessarie. RIDUZIONE DEI COSTI: Una maggiore efficacia degli interventi può contribuire a ridurre i costi del sistema sanitario. MAGGIORE UMANIZZAZIONE DEI SERVIZI: La personalizzazione dei percorsi assistenziali rende i servizi più umani e attenti alle esigenze delle persone. Il piano socio-sanitario regionale della Lombardia: Il piano socio-sanitario regionale (pssr) della lombardia rappresenta un documento fondamentale che definisce gli obiettivi, le strategie e le modalità di organizzazione dei servizi socio-sanitari sul territorio regionale. esso costituisce una sorta di "bussola" che orienta l'azione delle istituzioni e degli operatori del settore, garantendo una programmazione coerente e integrata. Obiettivi principali del PSSR Lombardo 1.​ Garantire l'equità di accesso ai servizi: Tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni economiche e sociali, devono poter accedere ai servizi socio- sanitari di cui hanno bisogno. 2.​ Promuovere la salute e il benessere: Il piano mira a prevenire la malattia, a promuovere stili di vita sani e a favorire l'autonomia delle persone. 3.​ Integrare i servizi: I servizi sanitari e sociali devono essere integrati per offrire una presa in carico globale della persona e delle sue esigenze. 4.​ Valorizzare le risorse del territorio: Il piano valorizza le risorse presenti sul territorio, coinvolgendo i cittadini, le associazioni e le imprese sociali. L’organizzazione dei servizi socio sanitari in Lombardia si basano su un modello: Le ATS (Agenzie di Tutela della Salute): Sono le principali responsabili della programmazione, del coordinamento e del controllo delle attività socio-sanitarie sul territorio. Le ASST (Aziende Socio- Sanitarie Territoriali): Erogano direttamente i servizi ai cittadini, garantendo la continuità assistenziale. I Comuni: Giocano un ruolo fondamentale nell' erogazione dei servizi sociali di base e nella promozione del benessere delle comunità. Il terzo settore: Le organizzazioni del terzo settore svolgono un ruolo importante nella realizzazione dei servizi socio-sanitari, offrendo competenze specialistiche e promuovendo l'innovazione. Il PSSR Lombardo si concentra su diverse aree di intervento di nostro interesse tra cui: -​ La non autosufficienza -​ La disabilità -​ La salute mentale -​ La prevenzione e la promozione della salute -​ Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza -​ Le dipendenze I LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e LEPS ( Livelli essenziali delle prestazioni sociali) I LEA ( LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA ) I livelli essenziali di assistenza (lea) sono le prestazioni e i servizi che il servizio sanitario nazionale (ssn) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale (tasse). Il 18 marzo 2017 è stato pubblicato in gazzetta ufficiale (supplemento ordinario n.15) il decreto del presidente del consiglio dei ministri (dpcm) del 12 gennaio 2017 con i nuovi livelli essenziali di assistenza. Il nuovo decreto sostituisce infatti integralmente il dpcm 29 novembre 2001, con cui ilea erano stati definiti per la prima volta. I lea definiscono le attività, i servizi e le prestazioni da garantire ai cittadini con le risorse pubbliche messe a disposizione del servizio sanitario nazionale e descrivono con maggiore dettaglio e precisione prestazioni e attività. I 3 GRANDI LIVELLI Prevenzione collettiva e sanità pubblica (garantito dall’ATS). -​ Sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e parassitarie, inclusi i programmi vaccinali; -​ Tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti e confinati; -​ Sorveglianza, prevenzione e tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; -​ Salute animale e igiene urbana veterinaria; -​ Sicurezza alimentare - tutela della salute dei consumatori; -​ Sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, inclusi la promozione di stili di vita sani ed i programmi organizzati di screening; -​ Sorveglianza e prevenzione nutrizionale; -​ Attività medico legali per finalità pubbliche Servizi erogati dalle altre aree (comuni ecc..) Assistenza distrettuale -​ assistenza sanitaria di base; -​ emergenza sanitaria territoriale; -​ assistenza farmaceutica; -​ assistenza integrativa; -​ assistenza specialistica ambulatoriale; -​ assistenza protesica; -​ assistenza termale; -​ assistenza sociosanitaria domiciliare e territoriale; -​ assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale. Assistenza ospedaliera -​ pronto soccorso; -​ ricovero ordinario per acuti; -​ day surgery; -​ day hospital; -​ riabilitazione e lungodegenza -​ post acuzie; -​ attività trasfusionali; -​ attività di trapianto di cellule, -​ organi e tessuti; -​ centri antiveleni (CAV) I LEPS (LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI SOCIALI ) Livelli essenziali delle prestazioni sociali, rappresentano un insieme di prestazioni e servizi che devono essere garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale italiano. In pratica, si tratta di un "pacchetto base" di servizi sociali a cui ogni cittadino ha diritto, indipendentemente dal luogo in cui vive. I livelli essenziali delle prestazioni sociali (leps) sono stati introdotti in italia con la legge n. 328 del 8 novembre 2000, che ha riformato il sistema dei servizi sociali. Questa legge ha stabilito principi fondamentali per garantire i diritti sociali dei cittadini e ha definito i livelli essenziali come standard minimi da garantire a tutti. L’obiettivo era quello di promuovere una maggiore equità e qualità nei servizi offerti, rendendoli accessibili a chiunque ne avesse bisogno. Si riferiscono a una serie di servizi e prestazioni minime che devono essere garantiti a tutti i cittadini. Questi includono: -​ Assistenza sociale Supporto per persone in difficoltà, come famiglie a basso reddito, anziani, persone con disabilità, e minori in situazioni di vulnerabilità. -​ Servizi di cura Prestazioni per la salute mentale, supporto alla disabilità, e assistenza domiciliare. -​ Educazione e formazione Accesso a servizi educativi per tutti, incluse opportunità di formazione professionale. -​ Sostegno al lavoro Servizi per l'inserimento lavorativo, compresi programmi di formazione e riqualificazione. -​ Inclusione sociale Attività e servizi volti a promuovere l'integrazione di gruppi vulnerabili nella comunità. Questi livelli mirano a garantire che ogni cittadino possa godere di diritti fondamentali e accedere a servizi essenziali PIANO DI ZONA: Piano di sviluppo del polo territoriale (PPT) Cos’è Un documento strategico che definisce le linee guida per lo sviluppo integrato dei servizi sociosanitari all'interno di un determinato territorio. Obiettivi: -​ Coordinare le attività delle diverse realtà che operano nel territorio (ATS, comuni, enti del terzo settore, ecc.). -​ Garantire una risposta più efficace ed efficiente ai bisogni della popolazione. -​ Promuovere l'integrazione tra servizi sanitari e sociali. -​ Contenuto: Il PPT delinea le priorità, gli obiettivi, le azioni e gli indicatori per misurare i risultati. Il polo territoriale rappresenta il luogo in cui il ssn, nelle sue articolazioni funzionali ed erogative, si coordina e si integra con il sistema dei servizi sociali proponendo un approccio intersettoriale dei servizi in termini di percorsi e soluzioni basati sull’integrazione delle diverse dimensioni di intervento e dei molteplici ambiti di competenza, con una vision orizzontale e trasversale ai bisogni, tenendo conto anche della dimensione personale dell’assistito, integrando inoltre il sistema ospedaliero caratterizzato da intensività assistenziale. Tale assetto permette, tra le altre cose , di massimizzare l’integrazione dell’intero sistema dei servizi a vantaggio di una presa in carico integrata e intersettoriale (grazie all’integrazione del terzo settore e più in generale degli attori sociali del territorio) dei bisogni, in ottica preventiva sia sul versante individuale sia su quello collettivo. Piano di zona (PDZ) Cos’è: Un documento che definisce la programmazione sociale a livello locale, ovvero all'interno di un ambito territoriale più ristretto rispetto al polo territoriale. Obiettivi: -​ Identificare i bisogni sociali della popolazione. -​ Definire i servizi e le prestazioni da erogare. -​ Allocare le risorse disponibili. -​ Monitorare e valutare l'efficacia degli interventi. -​ Relazione con il PPT: Il PDZ deve essere coerente con il PPT, integrando le indicazioni strategiche a livello territoriale con le specificità del contesto locale. Il 2024 è stato un anno di transizione per la programmazione socio-sanitaria lombarda. La Regione ha approvato nuove linee guida per i PDZ, che dovranno essere allineati con i PPT e con le indicazioni del Piano Sociosanitario Integrato Lombardo. (“Linee di indirizzo per i Piani di Sviluppo del Polo Territoriale delle ASST (PPT)” approvato con DGR n. XII/2089 del 25/03/2024 sono stati condivisi gli elementi di interesse comune che, attraverso un’azione di collaborazione, dovranno trovare una declinazione all’interno dei Piani di Zona 2025-2027) Cosa significa questo per i cittadini? -​ Maggiore integrazione dei servizi: L' obiettivo è quello di creare un sistema di servizi più efficiente e capace di rispondere in modo più completo ai bisogni della popolazione. -​ Partecipazione: I cittadini saranno sempre più coinvolti nella definizione delle politiche sociali e nella valutazione dei servizi. -​ Focus sui bisogni: La programmazione sarà sempre più orientata ai bisogni reali delle persone, con particolare attenzione alle fasce più fragili. In sintesi: I nuovi PDZ rappresentano un passo avanti verso un sistema socio-sanitario più integrato, partecipativo e orientato ai bisogni delle persone. Tuttavia, la loro piena attuazione dipenderà dalla disponibilità di risorse adeguate e dalla capacità di tutti gli attori coinvolti di collaborare in modo efficace. L'integrazione programmatoria e funzionale tra sociale e sociosanitario, in parte è già presente per le linee di intervento regionali di seguito riportate: -​ Area prevenzione (dipendenze con e senza uso di sostanze, piano caldo, piano antiinfluenzale, piano del disagio giovanile, intercettazione precoce del disturbo con focus su target dipendenze-psichiatria-NPIA, etc.) -​ Area materno infantile (primi mille giorni di vita, collaborazione Centri per la famiglia - Consultori familiari). -​ Area minori-adolescenti (integrazione NPIA – servizi sociali dei comuni, strutture sociali educative, etc.) 14 -​ Area autonomia (progetto vita indipendente, psichiatria e sperimentazioni, progetti di budget di salute, etc). -​ Area fragilità (reinserimento territoriale anche in raccordo con i Serd per le problematiche specifiche, borse lavoro, dimissioni protette, integrazione assistenza domiciliare SAD-C.DOM) -​ Area grave emarginazione (povertà, immigrazione etc). Principali novità introdotte dai nuovi piani di zona in Lombardia I nuovi Piani di Zona (PDZ) in Lombardia hanno introdotto diverse novità significative, volte a migliorare l' efficacia e l'efficienza dei servizi socio-sanitari sul territorio. Ecco alcune delle principali: 1.​ MAGGIORE INTEGRAZIONE TRA SERVIZI -​ Continuità assistenziale: È stata posta una maggiore enfasi sulla continuità assistenziale tra i diversi livelli di assistenza (domiciliare, semiresidenziale, residenziale), garantendo una presa in carico più completa della persona. -​ Collaborazione tra attori: È stata rafforzata la collaborazione tra i diversi attori coinvolti nella gestione dei servizi (ATS, comuni, enti del terzo settore), promuovendo una maggiore condivisione di obiettivi e risorse. 2.​ PARTECIPAZIONE ATTIVA DEI CITTADINI -​ Coinvolgimento nella progettazione: I cittadini sono sempre più coinvolti nella progettazione e valutazione dei servizi, attraverso la creazione di tavoli di co-progettazione e di ascolto. -​ Autodeterminazione: Viene promossa l' autodeterminazione degli utenti, favorendo la scelta dei servizi e delle modalità di erogazione più adatte ai loro bisogni. 3.​ FOCUS SUI BISOGNI SPECIALI -​ Persone con disabilità: Sono state introdotte nuove misure per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, favorendo l'inclusione sociale e l'autonomia. -​ Fragilità sociale: È stata data maggiore attenzione alle persone in condizione di fragilità sociale, come gli anziani non autosufficienti, le persone con malattie croniche e le famiglie in difficoltà. 4.​ INNOVAZIONE E DIGITALIZZAZIONE -​ Utilizzo delle tecnologie: Viene promosso l' utilizzo delle tecnologie digitali per migliorare l' efficienza dei servizi e facilitare l' accesso degli utenti. -​ Telemedicina e teleassistenza: Sono state sviluppate nuove soluzioni di telemedicina e teleassistenza per garantire un monitoraggio continuo delle condizioni di salute degli utenti e ridurre il ricorso alle strutture ospedaliere. 5.​ SOSTENIBILITÀ ECONOMICA -​ Ottimizzazione delle risorse: I nuovi PDZ puntano a un’ottimizzazione delle risorse, attraverso una razionalizzazione della spesa e l'individuazione di nuove forme di finanziamento. -​ Collaborazione con il privato sociale: Viene promossa la collaborazione con il privato sociale, per offrire una gamma più ampia di servizi e rispondere in modo più efficace ai bisogni del territorio. MODALITÀ DI EROGAZIONE DEI SERVIZI La modalità di erogazione dei servizi può variare significativamente a seconda del tipo di servizio, del contesto territoriale e della normativa specifica di riferimento. Tuttavia, possiamo individuare alcune modalità comuni: -​ Diretta: l'erogazione del servizio è svolta direttamente da un ente pubblico (regione, provincia, comune) o da un ente privato. -​ Indiretta: l'ente pubblico affida l'erogazione del servizio a soggetti privati, attraverso procedure di gara o convenzioni -​ Mista: si combinano modalità di erogazione diretta e indiretta, con l'obiettivo di ottimizzare le risorse e migliorare la qualità dei servizi. Collaborazione tra pubblico e privato La collaborazione tra pubblico e privato è sempre più frequente nell'erogazione dei servizi. La normativa prevede diverse forme di collaborazione, come: -​ Convenzioni: accordi tra enti pubblici e soggetti privati per l'erogazione di specifici servizi. -​ Partecipazioni societarie: istituzione di società miste, in cui enti pubblici e privati partecipano al capitale sociale. -​ Accreditamento: procedure attraverso cui i soggetti privati possono ottenere l'autorizzazione a erogare servizi pubblici. Il contributo del terzo settore Il terzo settore svolge un ruolo sempre più cruciale nel finanziamento e nell'erogazione dei servizi. Le organizzazioni non profit, infatti, grazie alla loro flessibilità, alla vicinanza al territorio e alla capacità di innovare, sono in grado di offrire risposte efficaci e personalizzate ai bisogni delle persone. -​ Integrazione con il pubblico: il terzo settore spesso collabora con le pubbliche amministrazioni, integrando i servizi offerti e raggiungendo fasce di popolazione più ampie. -​ Innovazione e sperimentazione: le organizzazioni non profit sono spesso all'avanguardia nell'introduzione di nuove metodologie e tecnologie, contribuendo a migliorare la qualità dei servizi. -​ Supporto a fasce deboli: molte organizzazioni si concentrano su specifiche categorie di utenti, come anziani, disabili, minori, offrendo servizi altamente specializzati. -​ Mobilitazione di risorse: oltre ai finanziamenti pubblici, il terzo settore è in grado di mobilitare risorse private attraverso donazioni, fundraising e sponsorizzazioni. Fonti di finanziamento del terzo settore Finanziamenti pubblici Finanziamenti privati Contributi diretti: Assegnazioni di fondi da parte Donazioni: Contributi di privati cittadini e di enti pubblici (Regioni, Comuni) per la imprese. realizzazione di specifici progetti. Bandi di gara: Partecipazione a bandi pubblici Fundraising: Raccolta fondi attraverso eventi, per l' affidamento di servizi. campagne di sensibilizzazione. Accreditamento: Riconoscimento formale da Sponsorizzazioni: Supporto economico da parte parte delle istituzioni che consente l'accesso a di aziende in cambio di visibilità. finanziamenti e l’erogazione di servizi. Autofinanziamento: Attraverso la vendita di prodotti o servizi, l'organizzazione di attività economiche. Le diverse forme di collaborazione tra pubblico e privato nel settore sociale La collaborazione tra il settore pubblico e quello privato nel campo dei servizi sociali è diventata negli ultimi anni una pratica sempre più diffusa e strategica. Questa sinergia permette di unire le risorse, le competenze e le reti di entrambi gli attori, portando a una maggiore efficacia ed efficienza nell' erogazione dei servizi. 1.​ Convenzioni: Definizione: accordi formali tra enti pubblici (regioni, comuni) e organizzazioni private per l'erogazione di specifici servizi. Caratteristiche: definiscono gli obiettivi, le modalità di erogazione, i tempi e i costi del servizio. Offrono flessibilità e adattabilità alle esigenze del territorio. Esempi: affidamento di servizi di assistenza domiciliare, gestione di centri diurni per anziani, realizzazione di progetti di inclusione sociale. 2.​ Accreditamento: Definizione: procedura attraverso la quale le organizzazioni private ottengono il riconoscimento formale da parte della pubblica amministrazione per erogare determinati servizi. Caratteristiche: garantisce la qualità dei servizi offerti e permette alle organizzazioni di accedere a finanziamenti pubblici. Esempi: accreditamento per l'erogazione di servizi socio-assistenziali, educativi, sanitari. 3.​ Società miste: Definizione: società costituite dalla partecipazione congiunta di enti pubblici e privati. Caratteristiche: permettono di unire le risorse e le competenze di entrambi i soggetti, favorendo l'innovazione e lo sviluppo di nuovi servizi. 4.​ Partenariato pubblico-privato (ppp): Definizione: accordi di lunga durata tra settore pubblico e privato per la realizzazione di infrastrutture o la fornitura di servizi. Caratteristiche: coinvolgono investimenti significativi da parte del settore privato e prevedono una ripartizione dei rischi e dei benefici tra le parti. Esempi: realizzazione di case di riposo, ospedali, centri sportivi. 5.​ Coprogettazione: Definizione: processo partecipativo che coinvolge attori pubblici e privati nella progettazione congiunta di servizi e interventi. Caratteristiche: favorisce il coinvolgimento degli utenti e delle comunità locali, aumentando la percezione di ownership e la sostenibilità dei progetti. Esempi: definizione di piani di zona per i servizi sociali, progettazione di interventi di inclusione sociale. Quali sono i vantaggi della collaborazione pubblico-privato? -​ Integrazione delle risorse: unione di risorse finanziarie, umane e materiali. -​ Innovazione: introduzione di nuove metodologie e tecnologie. -​ Flessibilità: maggiore capacità di adattamento ai bisogni del territorio e alle evoluzioni del contesto. -​ Efficienza: ottimizzazione delle risorse e riduzione dei costi. -​ Partecipazione: maggiore coinvolgimento degli utenti e delle comunità locali. Quali sono le sfide da affrontare? -​ Differenze culturali: diversi modi di operare e diverse logiche organizzative tra pubblico e privato. -​ Gestione dei conflitti: necessità di trovare soluzioni condivise in caso di divergenze. -​ Trasparenza e accountability: garanzia di trasparenza nei processi decisionali e di rendicontazione dei risultati. -​ Valutazione dell'impatto: misurazione dell'efficacia delle collaborazioni e dei risultati ottenuti. In conclusione, la collaborazione tra pubblico e privato rappresenta una strada promettente per lo sviluppo di servizi sempre più efficienti, innovativi e rispondenti ai bisogni delle persone. Tuttavia, è fondamentale che questa collaborazione sia basata su principi di trasparenza, partecipazione e accountability (Responsabilità), al fine di garantire la sostenibilità nel tempo dei progetti e dei servizi. WELFARE Il welfare sociale e sanitario è un insieme di servizi e politiche pubbliche che hanno come obiettivo primario garantire il benessere e la qualità di vita dei cittadini, intervenendo nei momenti di bisogno e fragilità. È un sistema di protezione sociale che mira a soddisfare i bisogni fondamentali delle persone, come la salute, l'assistenza, l'educazione e l'inclusione sociale. Il termine welfare state si può tradurre in italiano come "stato del benessere" o "stato sociale"? Viene utilizzato a partire dalla Seconda guerra mondiale per designare un sistema socio-politico-economico in cui la promozione della sicurezza e del benessere sociale ed economico dei cittadini viene assunta dallo stato come propria responsabilità. Il sistema di welfare in Italia si basa su una serie di programmi e politiche pubbliche che possiamo raggruppare: -​ Assistenza sanitaria universale: Garantita a tutti i cittadini attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che fornisce cure mediche gratuite o a costi molto bassi, inclusi servizi ospedalieri, visite specialistiche, farmaci e interventi chirurgici; -​ Sicurezza sociale: Secondo cui il welfare state copre una serie di prestazioni, come sussidi di disoccupazione, pensioni, indennità di maternità e altre forme di sostegno economico; -​ Prestazioni familiari e per l’infanzia: L’Italia offre diverse forme di sostegno economico alle famiglie, come l’assegno unico universale; -​ Assistenza agli anziani e alle persone con disabilità: Tra cui, per esempio, servizi di assistenza domiciliare, strutture residenziali e centri diurni; -​ Formazione e istruzione: Programmi di sostegno all’istruzione, come borse di studio e sussidi per l’istruzione superiore; -​ Assistenza sociale: Programmi di assistenza sociale per chi si trova in situazioni di difficoltà economica o sociale come possono essere aiuti il bonus affitti, assegnazione di case popolari con canoni sociali o moderati, sussidi alimentari ecc.; -​ Politiche attive del lavoro: Includono programmi di formazione, supporto all’occupazione e incentivi per l’assunzione di lavoratori; -​ Politiche per l’inclusione sociale: Sono presenti programmi mirati a favorire l’inclusione sociale di gruppi vulnerabili, come immigrati, rifugiati e minoranze etniche; -​ Politiche per l’equità di genere: Tra questi ci sono i congedi parentali retribuiti e altre misure a favore delle donne sul mercato del lavoro con l’obiettivo di garantire la parità di genere. Tutto quello che abbiamo appena detto riguarda le caratteristiche generiche del welfare state in Italia ma, come sappiamo, le politiche di welfare sono in continuo cambiamento. Il futuro del welfare è un tema di grande attualità, che suscita dibattiti e preoccupazioni in tutto il mondo. Le sfide che i sistemi di welfare dovranno affrontare nei prossimi anni sono molteplici e complesse, e richiedono una profonda riflessione e una rivisitazione dei modelli tradizionali. Quali sono le principali sfide che il welfare dovrà affrontare? -​ Invecchiamento della popolazione: L'allungamento della vita media e la diminuzione della natalità metteranno sotto pressione i sistemi pensionistici e sanitari. -​ Globalizzazione: la globalizzazione e la crisi economica hanno messo in discussione la sostenibilità dei modelli di welfare tradizionali. -​ Cambiamenti demografici: Le migrazioni e la diversità culturale richiedono un adattamento dei sistemi di welfare. -​ Digitalizzazione: La digitalizzazione offre nuove opportunità, ma pone anche nuove sfide in termini di accesso ai servizi e di protezione dei dati. -​ Crisi climatica: Gli effetti della crisi climatica avranno un impatto significativo sulla salute e sul benessere delle persone, richiedendo nuove politiche di welfare. Quali sono le principali conseguenze per i modelli di welfare? -​ Riforme e ridimensionamento dei sistemi di welfare: Molti paesi hanno introdotto riforme per rendere i loro sistemi di welfare più sostenibili, riducendo le prestazioni, aumentando l'età pensionabile e introducendo meccanismi di compartecipazione alla spesa. -​ Aumento della privatizzazione dei servizi: La privatizzazione di alcuni servizi, come la sanità e l'assistenza agli anziani, è stata vista come una possibile soluzione per ridurre i costi e migliorare l'efficienza dei sistemi di welfare. -​ Sviluppo di nuovi modelli di welfare: La globalizzazione ha stimolato lo sviluppo di nuovi modelli di welfare, più flessibili e personalizzati, in grado di rispondere alle esigenze di una società in continua evoluzione. Quali sono le possibili evoluzioni del welfare? -​ Personalizzazione dei servizi: I servizi di welfare dovranno essere sempre più personalizzati e adattati ai bisogni individuali. -​ Integrazione tra pubblico e privato: Il settore privato e il terzo settore avranno un ruolo sempre più importante nell'erogazione dei servizi di welfare. -​ Digitalizzazione dei servizi: La digitalizzazione semplificherà l'accesso ai servizi e permetterà di monitorare più efficacemente i bisogni degli utenti. -​ Promozione dell'autonomia: Il welfare dovrà sostenere l'autonomia delle persone, promuovendo l'inclusione sociale e lavorativa. -​ Sostenibilità economica: I sistemi di welfare dovranno essere sostenibili a lungo termine, attraverso una riforma delle pensioni e una maggiore efficienza dei servizi. La Riforma del Sistema Sanitario Nazionale: un Panorama in Evoluzione La riforma del sistema sanitario nazionale un panorama in evoluzione: La riforma del servizio sanitario nazionale (ssn) è un tema di grande attualità, che coinvolge istituzioni, professionisti e cittadini. Le ultime novità legislative e le loro implicazioni sull'organizzazione dei servizi sono molteplici e in continua evoluzione. Quali sono le principali novità legislative? Il PNRR e il Fondo La riorganizzazione L'innovazione La valorizzazione delle sanitario nazionale delle reti assistenziali tecnologica risorse umane: Il Piano Nazionale di Le nuove normative La digitalizzazione è La riforma pone al Ripresa e Resilienza spingono verso una delle priorità della centro le risorse (PNRR) ha stanziato una riorganizzazione riforma, con l'obiettivo umane, investendo ingenti risorse per la delle reti assistenziali, di migliorare l'efficienza nella formazione modernizzazione del con una maggiore dei servizi e di facilitare continua del personale SSN, con un focus centralità del territorio l'accesso alle cure da e promuovendo la particolare sulla e un rafforzamento parte dei cittadini. Sono valorizzazione delle digitalizzazione, delle cure primarie. in corso professioni sanitarie. l'assistenza territoriale e Si punta a creare sperimentazioni su l'integrazione percorsi assistenziali nuove tecnologie, socio-sanitaria. Il più integrati e a ridurre come la telemedicina e Fondo sanitario il ricorso la cartella clinica nazionale, inoltre, è all'ospedalizzazione. elettronica. stato oggetto di significative rimodulazioni, con l'obiettivo di garantire una maggiore equità nell'accesso alle cure e di rafforzare la prevenzione. Quali sono le implicazioni per l’organizzazione dei servizi? -​ Maggiore centralità del territorio: Si assiste a un progressivo spostamento delle cure dall'ospedale al territorio, con un rafforzamento dell'assistenza domiciliare e dei servizi ambulatoriali. -​ Integrazione socio-sanitaria: L'integrazione tra i servizi sanitari e sociali è sempre più stretta, con l'obiettivo di fornire risposte più complete ai bisogni della popolazione. -​ Personalizzazione delle cure: Si passa da un modello di cura standardizzato a un modello più personalizzato, centrato sulle esigenze individuali del paziente. -​ Partecipazione attiva del cittadino: Il cittadino è sempre più coinvolto nelle scelte relative alla propria salute e ha diritto ad accedere a informazioni chiare e comprensibili. -​ Digitalizzazione dei processi: La digitalizzazione dei processi assistenziali consente di migliorare l'efficienza, la sicurezza e la trasparenza dei servizi. Quali sono le sfide da affrontare? -​ La carenza di personale: La carenza di personale sanitario è una delle principali sfide da affrontare, che richiede investimenti nella formazione e nella valorizzazione delle professioni. -​ La complessità organizzativa: La riorganizzazione dei servizi richiede una grande capacità di adattamento da parte degli operatori e delle strutture. -​ L'equità nell'accesso alle cure: È necessario garantire l'equità nell'accesso alle cure su tutto il territorio nazionale, superando le disparità esistenti. -​ La sostenibilità economica: La riforma richiede ingenti investimenti, che devono essere sostenuti nel tempo. -​ Cambiamenti culturali: È necessario superare le resistenze e promuovere una cultura della collaborazione tra le diverse figure professionali. CONCETTI DI PIANIFICAZIONE DEI SERVIZI SOCIO-SANITARI ED EDUCATIVI CONCETTI DI PIANIFICAZIONE DEI SERVIZI SOCIO-SANITARI ED EDUCATIVI La pianificazione dei servizi socio-sanitari ed educativi è un processo complesso e strategico che mira a garantire l'erogazione di servizi efficaci ed efficienti, rispondendo ai bisogni della popolazione partendo dalle risorse disponibili. L'affermazione "l'organizzazione risponde ad un bisogno in sanità" è un punto di partenza fondamentale per valutare il ruolo e l'impatto di un'entità all'interno del sistema sanitario. Cosa significa "rispondere ad un bisogno"? Quando si afferma che un'organizzazione risponde ad un bisogno in sanità, si intende che essa: -​ Identifica un vuoto: riconosce una carenza o un'esigenza non soddisfatta all'interno del sistema sanitario. -​ Sviluppa una soluzione: progetta e implementa servizi, programmi o interventi specifici per colmare tale vuoto. -​ Crea valore: offre un beneficio tangibile alla comunità, migliorando la salute e il benessere delle persone. TIPI DI BISOGNI IN SANITÀ A CUI UN'ORGANIZZAZIONE PUÒ RISPONDERE Le esigenze del settore sanitario sono molteplici e variabili nel tempo. Un'organizzazione può rispondere a bisogni di natura: -​ Assistenziale: Fornendo cure dirette ai pazienti, come assistenza domiciliare, riabilitazione o cure palliative. -​ Preventiva: Promuovendo stili di vita sani, effettuando screening e vaccinazioni. -​ Educativa: Informando la popolazione sui temi della salute e formando il personale sanitario. -​ Ricerca: Sviluppando nuove terapie e tecnologie per migliorare la diagnosi e il trattamento delle malattie. -​ Gestionale: Ottimizzando i processi interni e migliorando l'efficienza del sistema sanitario. COME VALUTARE SE UN'ORGANIZZAZIONE RISPONDE EFFETTIVAMENTE AD UN BISOGNO? Per valutare se un’organizzazione risponde effettivamente ad un bisogno in sanità, è necessario considerare diversi fattori: -​ Rilevanza del bisogno: Il bisogno identificato dall' organizzazione è effettivamente significativo per la comunità? -​ Efficacia delle soluzioni: Le soluzioni proposte dall'organizzazione sono efficaci nel soddisfare il bisogno? -​ Impatto sulla salute: L' attività dell'organizzazione ha un impatto positivo sulla salute della popolazione? -​ Sostenibilità: L'organizzazione è in grado di garantire la sostenibilità dei propri servizi nel tempo? FASI DELLA PIANIFICAZIONE Analisi dei bisogni: -​ Bisogni espliciti e impliciti: È importante distinguere tra i bisogni che le persone esprimono direttamente (es. richiesta di assistenza domiciliare) e quelli che possono essere rilevati attraverso un’analisi più approfondita dei dati (es.necessità di servizi per l'integrazione sociale). -​ Bisogni individuali e collettivi: L'analisi deve considerare sia i bisogni individuali (es. assistenza sanitaria personalizzata) sia quelli collettivi (es. promozione della salute pubblica). -​ Approccio multidimensionale: I bisogni sono complessi e interconnessi, coinvolgendo aspetti sanitari, sociali, educativi, riabilitativi ed economici. Analisi delle risorse: Valutazione delle risorse disponibili (umane, economiche, strutturali) e dei vincoli presenti. -​ Risorse umane: Oltre al numero di professionisti, è importante valutare le competenze, la motivazione e la formazione del personale. -​ Risorse economiche: È necessario stimare i costi dei servizi e individuare le fonti di finanziamento (pubbliche e private). -​ Risorse strutturali: Si riferisce alla disponibilità di edifici, attrezzature e tecnologie necessarie per erogare i servizi. -​ Risorse relazionali: Le relazioni tra gli attori coinvolti (enti pubblici, privati, terzo settore) sono fondamentali per una buona riuscita della pianificazione. Analisi del contesto normativo -​ Legislazione nazionale e regionale: È necessario conoscere le leggi e i regolamenti che disciplinano il settore socio-sanitario ed educativo. -​ Linee guida e protocolli: Le linee guida e i protocolli clinici forniscono indicazioni operative per l'erogazione dei servizi. -​ Accordi di programma: Gli accordi di programma tra diversi enti definiscono le modalità di collaborazione e le risorse da destinare ai servizi. Principi Guida La pianificazione dei servizi deve basarsi su alcuni principi fondamentali: -​ Mappatura degli stakeholder: Coinvolgere tutti gli attori interessati (utenti, fornitori, partner) per ottenere una visione completa dei bisogni. -​ Coerenza: Coerenza con le politiche sociali e sanitarie nazionali e regionali. -​ Flessibilità: Capacità di adattarsi ai cambiamenti del contesto e ai nuovi bisogni. -​ Sostenibilità: Garanzia della sostenibilità economica e organizzativa dei servizi nel lungo periodo. -​ Evidenza: Utilizzo di dati e evidenze scientifiche per prendere decisioni informate. ASPETTI NORMATIVI ELEMENTI DI ACCREDITAMENTO LA SEGNALAZIONE CERTIFICATA DI INIZIO ATTIVITÀ (SCIA) è lo strumento amministrativo semplificato che le strutture socio-sanitarie devono presentare per avviare o modificare la propria attività. Cosa comprende la SCIA per i servizi socio-sanitari? La SCIA per i servizi socio-sanitari comprende una serie di elementi fondamentali, tra cui: ​ Dati identificativi della struttura: denominazione, sede legale, rappresentante legale. ​ Tipologia di servizio: Residenziale, semiresidenziale, domiciliare, ecc. ​ Destinatari del servizio: Anziani, persone con Disabilità, minori, ecc. ​ Caratteristiche della struttura: Dimensioni, locali, attrezzature. ​ Personale qualificato: Numero e profili professionali del personale impiegato. ​ Progetto organizzativo: Descrizione dettagliata delle attività svolte e delle modalità di gestione. LA SCIA La Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) è lo strumento amministrativo semplificato che le strutture socio-sanitarie devono presentare per avviare o modificare la propria attività. Quali sono i documenti da allegare alla SCIA? La documentazione da allegare alla SCIA può variare a seconda della regione e del tipo di servizio offerto. In generale, è necessario allegare: -​ Statuto e atto costitutivo: Per le strutture private. -​ Piano dell'offerta formativa: Per i servizi educativi. -​ Piano dell'assistenza: Per i servizi socio-sanitari. -​ Documentazione relativa al personale: Curriculum vitae, titoli di studio, abilitazioni professionali. -​ Documentazione relativa alla struttura: Planimetrie, autorizzazioni edilizie, certificazioni di agibilità. Quali sono gli obblighi della struttura? La presentazione della SCIA comporta una serie di obblighi per la struttura, tra cui: -​ Veridicità delle informazioni comunicate: Tutte le informazioni contenute nella SCIA devono essere veritiere e aggiornate. -​ Conformità alle normative vigenti: La struttura deve rispettare tutte le norme in materia di sicurezza, igiene, tutela della salute e tutela dei diritti degli utenti. -​ Disponibilità agli accertamenti: La struttura deve consentire agli enti competenti di effettuare eventuali verifiche e controlli. AUTORIZZAZIONE: L'autorizzazione è il provvedimento amministrativo con il quale un’azienda sanitaria locale (ASL) o un’agenzia regionale di tutela della salute (ATS) autorizza una struttura a fornire determinati servizi sanitari. In pratica, è il titolo abilitativo che deve essere posseduto dalle strutture private che intendono erogare prestazioni sociosanitarie, che devono assicurare standard minimi di sicurezza e qualità delle prestazioni ed evitare il fenomeno dell’esercizio abusivo delle professioni. ACCREDITAMENTO: L’accreditamento è un processo di valutazione della qualità dei servizi offerti da una struttura sanitaria, effettuato da un organismo esterno indipendente. L'accreditamento attesta che la struttura rispetta determinati standard di qualità e sicurezza, andando oltre i requisiti minimi previsti dall'autorizzazione. Viene concesso ai soggetti già in possesso dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria, subordinatamente alla sussistenza delle seguenti condizioni: coerenza delle funzioni svolte con gli indirizzi della programmazione regionale, di rispondenza ai requisiti ulteriori, rispetto a quelli richiesti ai fini dell’autorizzazione. VIGILANZA E CONTROLLO Le ATS (Agenzie di Tutela della Salute) della Regione Lombardia svolgono un ruolo fondamentale nella valutazione e nella vigilanza dei servizi socio-sanitari erogati sul territorio. La funzione di vigilanza si svolge attraverso attività volte alla verifica del possesso e del mantenimento nel tempo dei requisiti generali e specifici, di esercizio e di accreditamento, che comprendono i requisiti soggettivi, organizzativi e gestionali, strutturali e tecnologici. La funzione di controllo si svolge attraverso attività di verifica dell appropriata erogazione delle prestazioni e della loro corretta rendicontazione, con riferimento all’assistenza diretta al singolo utente secondo le modalità previste dalla D.G.R. 8 maggio 2014, n. 1765. COME VENGONO EFFETTUATI VALUTAZIONE E MONITORAGGIO? Le ATS utilizzano una pluralità di strumenti e metodologie per valutare e monitorare i servizi, tra cui: -​ Indicatori di performance: Misurano l'efficacia e l'efficienza dei servizi, come ad esempio il numero di pazienti trattati, i tempi di attesa, i tassi di ricovero. -​ Questionari di soddisfazione: Raccolgono il feedback degli utenti sui servizi ricevuti. -​ Audit clinici: Verificano la conformità delle pratiche cliniche agli standard definiti. -​ Analisi dei dati amministrativi: Utilizzano i dati raccolti dai sistemi informativi per individuare trend e anomalie. -​ Visite ispettive: Consentono di verificare in loco la qualità dei servizi e delle strutture. -​ Indicatori di performance: Misurano l'efficacia e l'efficienza dei servizi, come ad esempio il numero di pazienti trattati, i tempi di attesa, i tassi di ricovero. -​ Questionari di soddisfazione: Raccolgono il feedback degli utenti sui servizi ricevuti. -​ Audit clinici: Verificano la conformità delle pratiche cliniche agli standard definiti. -​ Analisi dei dati amministrativi: Utilizzano i dati raccolti dai sistemi informativi per individuare trend e anomalie. -​ Visite ispettive: Consentono di verificare in loco la qualità dei servizi e delle strutture. QUALI SONO LE PRINCIPALI AREE DI VALUTAZIONE E MONITORAGGIO? Le ATS valutano e monitorano diverse aree, tra cui: -​ Qualità delle cure: Sicurezza, efficacia e appropriatezza delle prestazioni erogate. -​ Accessibilità dei servizi: Facilità con cui i cittadini possono accedere ai servizi. -​ Continuità assistenziale: Coordinamento tra i diversi livelli di assistenza. -​ Soddisfazione degli utenti: Opinioni e percezioni degli utenti sui servizi ricevuti. -​ Efficienza organizzativa: Ottimizzazione delle risorse e dei processi. LA CARTA DEI SERVIZI L’introduzione della Carta dei servizi come strumento di tutela per i cittadini si ha con la Direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 27 gennaio 1994 "Principi sull’erogazione dei servizi pubblici". Tutte le unità d’offerta si dotano di una carta dei servizi, datata, esposta, a disposizione del pubblico, pubblicata sul sito web (se esistente) dell’unità d’offerta, allegata al contratto di ingresso. I CONTENUTI MINIMI DELLA CARTA DEI SERVIZI SONO I SEGUENTI: 1.​ Le condizioni che danno titolo all’accesso; 2.​ La descrizione dell’unità d’offerta con l’indicazione dei posti abilitati all’esercizio, accreditati e a contratto; 3.​ I criteri di formazione e le modalità di gestione delle liste d’attesa, di accoglienza (anche con l’individuazione dell’unità operativa o persona incaricata per le visite guidate alla unità d’offerta), di presa in carico e dimissione degli utenti; 4.​ Le modalità di erogazione delle prestazioni e la descrizione delle attività previste, riferite alla specifica tipologia di unità d’offerta (descrizione della giornata tipo per le unità d’offerta residenziali, descrizione dei percorsi terapeutici per le unità d’offerta ambulatoriali) 5.​ L’orario di funzionamento dell’unità d’offerta (se residenziale l’orario di visita, se semiresidenziale il periodo di apertura nell’anno); 6.​ La raggiungibilità della struttura con i mezzi di trasporto, l’eventuale disponibilità di un servizio di trasporto della struttura; 7.​ Per le unità d’offerta che prevedono la compartecipazione alla spesa da parte dell’utente: le tipologie di rette applicate e il dettaglio degli eventuali costi aggiuntivi per prestazioni specifiche, l’eventuale esistenza di un deposito cauzionale e le modalità di applicazione dello stesso; 8.​ Gli strumenti e le modalità atte a tutelare i diritti delle persone assistite, i tempi di gestione delle segnalazioni e dei reclami, le indicazioni in caso di dimissioni, trasferimento ad altra struttura e per assicurare la continuità delle cure 9.​ Gli strumenti, le modalità e i tempi di valutazione del grado di soddisfazione degli utenti e dei caregiver rispetto alla qualità dei servizi e delle prestazioni usufruite, nonché per la rilevazione dei disservizi; 10.​ Ogni altro contenuto previsto nella normativa per le specifiche unità d’offerta; 11.​ Le modalità di rilascio agli utenti della dichiarazione prevista ai fini fiscali; 12.​ Le tempistiche e le modalità per l’accesso alla documentazione sociosanitaria o per ottenerne il rilascio Decreto legislativo 3 maggio 2024, n. 62 in materia di disabilità Il 14 maggio 2024 è stato pubblicato nella gazzetta ufficiale n. 111 il d. Lgs. 3 maggio 2024, n. 62 riguardante la definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato. Il decreto supera sia il modello assistenziale sia quello biomedico per introdurre ed attuare il nuovo “modello biopsicosociale” nella prima parte del provvedimento l’attenzione del legislatore si appunta sui concetti, in particolare viene precisato chi è la “persona con disabilità” e cosa si debba intendere per “condizione di disabilità”. Dall’introduzione di questi nuovi concetti ne discende la necessità di un diverso approccio anche culturale che la norma stigmatizza con riferimento all’utilizzo di un linguaggio diverso in cui la locuzione “portatore di handicap” è sostituita dalla espressione “persona con disabilità”; parimenti la “condizione di gravità” con la locuzione “persona con disabilità avente necessità di sostegno intensivo”, con conseguente abolizione di tutte le altre desuete e stigmatizzanti definizioni. Il d.lgs. 62/2024 abbandona, quindi, la correlazione fra disabilità e gravità della menomazione che connotava negativamente la persona per introdurre una nuova correlazione quella fra disabilità e intensità dei sostegni necessari ad assicurare la partecipazione delle persone in un contesto di “uguali”. Al sostegno sia esso economico e/o sociale si affianca qualora la persona disabile lo richieda anche un piano individuale proposto dal singolo o ideato all’interno di una procedura valutativa e progettuale complessa nel quale trova riconoscimento il suo progetto di vita. Sostegno e, qualora richiesto, piano individuale ciclicamente connessi fra loro saranno gli strumenti che accompagneranno le persone disabili durante tutto l’arco della loro vita seguendoli nei territori nei quali decideranno di andare ad abitare; atteggiandosi in modo diverso di fronte ai cambiamenti che modificheranno le loro condizioni iniziali di disabilità. ➔​ Se fino ad oggi siamo partiti da un aspetto puramente medico (ovvero a diagnosi corrisponde sostengo) ad oggi invece, a bisogno corrisponde sostengo (vado ad analizzare il tuo contesto bio-psico-socile). Perché si parte dal concetto che è il contesto a rendere la persona disabile (es: non rendo la persona meno disabile se la prendo e la porto in un a struttura con solo disabili) SERVIZI PER LE PERSONE CON DISABILITÀ: RESIDENZE SANITARIE, CENTRI DIURNI, SERVIZI SOCIO EDUCATIVI Unità di Offerta e servizi RESIDENZE SANITARIO ASSISTENZIALI PER PERSONE CON DISABILITÀ (RSD) La RSD è un’unità di offerta (UDO) residenziale afferente alla rete socio-sanitaria, ad alta integrazione sanitaria, destinata ad accogliere persone dai 18 ai65 anni con grave o gravissima disabilità (fisica, psichica, sensoriale) dipendenti da qualsiasi causa e misurate dalle schede individuali disabilità S.I.D.I. La DGR vii/12620 del 07/4/2003 – “definizione della nuova unità di offerta residenza sanitario assistenziale per persone con disabilità (RSD)” – adotta quale strumento di classificazione del livello di fragilità degli ospiti della RSD la scheda di rilevazione SIDI che classifica gli ospiti ed i carichi assistenziali espressi in minuti settimanali medi per ospite. Nelle seguenti cinque classi: -​ Classe 1- livello di fragilità alto- misura del carico assistenziale (minuti sett. Medi per ospite.) 2.500 -​ Classe 2 - livello di fragilità medio - alto - misura del carico assistenziale 2.000 -​ Classe 3 - livello di fragilità medio - misura del carico assistenziale 1.600 -​ Classe 4 - livello di fragilità medio- basso - misura del carico assistenziale 1200 -​ Classe 5 - livello di fragilità basso - misura del carico assistenziale 900 Quali aree vengono utilizzate nella la classificazione s.i.d.i? 1.​ Autonomia delle funzioni primarie (es. Alimentazione - respirazione - evacuazione etc) 2.​ Indicatori di mobilità (es. Sa trasferirsi da seduto? Sa camminare attorno agli ostacoli? etc) 3.​ Igiene personale (es. Sa lavarsi le parti del corpo? Sa curare i denti? etc) 4.​ Abbigliamento (es. Sa mettersi indumenti? etc) 5.​ Alimentazione (es sa usare la forchetta? Sa usare il bicchiere? etc) 6.​ Aspetti cognitivo- comportamentale (es presenta comportamenti auto - etero aggressivi comportano controllo? etc) Limitatamente alla parte relativa alla ripartizione percentuale della presenza delle diverse aree professionali, che viene sostituito e unificato sia per i minori sia per gli adulti, dal seguente: 80% da medico e operatori afferenti all’area educativa, riabilitativa, infermieristica e tutelare (ASA/OSS) In merito alle aree obbligatorie, considerata l’evoluzione normativa, si specifica che la figura professionale dell’educatore è stata revisionata dalla legge 205/2017 e SMI, che distingue: -​ Educatore professionale sociosanitario che rientra tra le professioni della riabilitazione di cui all’ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (TSRMPSTRP); -​ Educatore professionale socio pedagogico e pedagogista che opera limitatamente agli aspetti socioeducativi Max il 20% psicologo/assistenti sociali/operatori che hanno sostenuto corsi di formazione/aggiornamento/specializzazione in musicoterapia, arteterapia, danzaterapia e teatroterapia oltre che esperti in lavori artigianali (maestri d’arte) ai fini del raggiungimento degli obiettivi fissati nel progetto individuale. Fermo restando che la quota del 80% non può essere ridotta, ai fini del conseguimento dello standard, la percentuale dell’80% può incrementarsi assorbendo in tutto o in parte quella del 20% e non viceversa. La RSD adotta per ogni ospite il fascicolo socio assistenziale sanitario (FASAS), di cui e responsabile, per la corretta tenuta e compilazione, il direttore dei servizi coadiuvato dal responsabile di servizio. All'interno del FASAS, viene personalizzato il progetto individuale (pi) tenendo conto delle risorse e dei bisogni di ogni ospite, e contiene le indicazioni generali relativamente alle necessità assistenziali, educative, sanitarie e riabilitative. Il pi, sulla base delle esigenze e dei bisogni individuali, è corredato da almeno uno dei seguenti documenti: dal piano educativo personalizzato (PEI, dal piano assistenziale individuale (PAI), dal programma riabilitativo individuale (PRI) le proposte di intervento contenute nel PAI sono condivise con l'ospite e/ o con il legale rappresentante o altra persona secondo la volontà dell'ospite. Residenze sanitario assistenziali per persone con disabilità (RSD) FASAS A partire dal 2012 che viene introdotto il termine FASAS, infatti, nella d.g.r. 30 maggio 2012 - n. IX/3540 "determinazioni in materia di esercizio e accreditamento delle unità di offerta sociosanitarie e di razionalizzazione del relativo sistema di vigilanza e controllo"; infatti nell'allegato B si dice: Fascicolo socio assistenziale e sanitario Tutte le unità di offerta devono adottare un fascicolo socio assistenziale e sanitario per la tenuta e l'aggiornamento delle informazioni sulla persona assistita, completo di consenso informato dell'assistito / tutore/curatore o amministratore di sostegno. Il FASAS è composto almeno da: 1.​ sezioni anamnestiche; 2.​ strumenti validati in uso per le valutazioni (scale di valutazione) e relativa​ classificazione ove prevista; 3.​ valutazioni dei diversi professionisti (esame obiettivo, scheda infermieristica, riabilitativa, sociale, psicologica, educativo-animativa); 4.​ il progetto individuale comprensivo del piano/programma assistenziale (PAI), o del piano/programma educativo (PEI), o del piano/ programma riabilitativo (PRI); 5.​ diario degli eventi ed interventi; 6.​ documentazione/ modulistica riferita ad aspetti assistenziali. Il FASAS deve essere costantemente aggiornato e debitamente compilato. Il fascicolo socio assistenziale e sanitario contiene il diario socio-sanitario nel quale sono documentati gli eventi riguardanti l'evoluzione del percorso dell'utente all'interno dell'unità d'offerta, sono registrati i trattamenti diagnostici, terapeutici, farmacologici, assistenziali, riabilitativi, educativi, animativi effettuati. Variazioni delle condizioni di salute defeudante e le eventuali modifiche, motivate, al piano di cura devono essere segnalate tempestivamente. Ogni registrazione in diario deve essere corredata di data, ora e firma (anche sigla, se esiste siglatario aziendale) dell'estensore. Il redattore della nota deve essere sempre identificabile. Particolare attenzione deve essere posta con riguardo alla tracciabilità puntuale dei farmaci somministrati agli utenti. La definizione di modalità di compilazione della documentazione sociosanitaria, prevedendo l'accessibilità e la compilazione per le diverse figure professionali, e che le indicazioni date trovino attuazione nella pratica quotidiana dell'unità d'offerta. È necessario verificare che gli interventi effettuati e registrati riportino sempre data, ora e firma dell’addetto. Il FASAS deve pertanto essere unico e contenere la registrazione di tutti gli interventi attuati con/sulla persona; il FASAS costituisce documentazione obbligatoria atta a dare evidenza del percorso clinico-assistenziale della persona nella specifica unità d'offerta. CSS COMUNITÀ ALLOGGIO SOCIO SANITARIA La CSS è un servizio residenziale rivolto a soggetti di età compresa fra | 18 e 1 65 anni con disabilità psico-fisica da medio - grave a lieve che offre ospitalità a dieci persone. La CSS inserisce persone con compromissione dell'autonomia e nelle funzioni elementari la cui fragilità sia compresa nelle cinque classi individuate dalla scheda individuale disabile (SIDI), introdotta da regione lombardia come sistema di classificazione dei bisogni assistenziali, sanitari ed educativi delle persone con disabilità. Dispone di spazi conformi ai requisiti strutturali specifici prescritti per le CSS, idoneamente organizzati per consentirne la fruizione da parte degli ospiti e lo svolgimento delle attività socio – riabilitative, educative, di animazione, assistenziali e sanitarie previste dall’organizzazione quotidiana del servizio. L'équipe della CSS risponde ai requisiti gestionali previsti dalla normativa, è composta dal coordinatore, da educatori, da operatori sociosanitari e da personale ausiliario, nonché da figure specialistiche qualora esse siano previste. Tutti gli operatori collaborano attivamente per il raggiungimento degli obiettivi progettuali individuati secondo gli specifici ruoli interagendo e integrandosi secondo quanto indicato nei rispettivi piani di lavoro. L'esperienza comunitaria residenziale promuove: 1.​ la vita adulta e indipendente oltre/con la famiglia quando esistente; 2.​ l'accompagnamento abilitativo/riabilitativo nelle aree di indipendenza; 3.​ la relazione con l'altro, imparando a riconoscerne i punti di forza e ad accettarne i limiti; 4.​ il senso di appartenenza al gruppo comunitario e alla comunità locale Gli obiettivi generali della CSS sono: 1.​ Mantenere il benessere psico-fisico delle persone inserite fornendo un luogo accogliente e stimolante dove ciascuno possa sentirsi accolto 1.​ accompagnare e incentivare le persone a diventare consapevoli delle proprie risorse e ad essere autori del proprio progetto di vita; 2.​ mantenere, far acquisire, consolidare, rivalorizzare i repertori personali di indipendenza e autodeterminazione relativi alle aree dell'autonomia personale, delle abilità cognitive, socioemozionali e della partecipazione sociale; 3.​ sostenere e mediare il rapporto con il nucleo familiare d'origine; 4.​ favorire l'inclusione sociale e la partecipazione alla vita del quartiere. CENTRI DIURNI PER PERSONE CON DISABILITÀ- CDD Il CDD è un’unità d’offerta (UDO) afferente alla rete socio-sanitaria semiresidenziale, ad alta integrazione sanitario, destinata ad accogliere persone dai 18 ai 65 anni con grave e gravissima disabilità (fisica, psichica e sensoriale) dipendenti da qualsiasi causa e misurate delle schede individuali disabili S.I.D.I La DGR vii/18334 del 23/7/2004 - "definizione della nuova unita di offerta "centro diurno per persone con disabilità" (cdd): requisiti per l'autorizzazione al funzionamento e per l'accreditamento" adotta, quale strumento di classificazione del livello di fragilità degli ospiti dell'unità di offerta, la scheda di rilevazione SIDI che classifica gli ospiti ed i carichi assistenziali espressi in minuti settimanali medi per ospite nelle seguenti cinque classi -​ Classe 1 - livello di fragilità alto- misura del carico assistenziale (minuti sett. Medi per ospite.) 1300 -​ Classe 2 - livello di fragilità medio - alto - misura del carico assistenziale 1100 -​ Classe 3 - livello di fragilità medio - misura del carico assistenziale 900 -​ Classe 4 - livello di fragilità medio- basso - misura del carico assistenziale 750 -​ Classe 5 - livello di fragilità basso - misura del carico assistenziale 600 La medesima DGR definisce lo standard gestionale per l’autorizzazione al funzionamento prevedendo la presenza obbligatoria di personale appartenente alle aree socioassistenziale, educativa, riabilitativa e infermieristica nelle percentuali che le strutture valuteranno più consone alle esigenze assistenziali degli ospiti, a cui può concorrere anche il personale medico e psicologico. ​ 70% da operatori afferenti all’area educativa, riabilitativa, infermieristica e tutelare(asa/ota/oss) ​ Max il 30% da medico/psicologo/operatori diversi che abbiamo sostenuto corsi di formazione/aggiornamento/specializzazione in musicoterapia, arteterapia, danzaterapia e teatroterapia, oltre che esperti in lavori artigianali (maestri d’arte), diplomati isef o laureati in scienze delle attività motorie sportive. Il progetto individuale, al fine del rispetto del minutaggio previsto dalla classificazione SIDI, definisce la composizione del mix delle figure professionali appropriato alla risposta al bisogno. Si intende pertanto che le figure professionali non devono necessariamente essere tutte presenti nei singoli progetti individuali ma che devono essere presenti tutte quelle figure funzionali a realizzare le attività e le prestazioni sociosanitarie previste dal progetto l'ente gestore del cdd e quindi chiamato ad assicurare una coerenza tra la composizione e gestione dell'organico e l contenuti dei progetti individuali degli ospiti dell'unita di offerta. Il cod adotta per ogni ospite il fascicolo socio assistenziale sanitario (FASAS), di cui è responsabile, per la corretta tenuta e compilazione, il direttore dei servizi coadiuvato dal responsabile di servizio. All'interno del FASAS, viene personalizzato il progetto individuale(pi) tenendo conto delle risorse e dei bisogni di ogni ospite, e contiene le indicazioni generali relativamente alle necessità assistenziali, educative, sanitarie e riabilitative. Il pi, sulla base delle esigenze e dei bisogni individuali, è corredato da almeno uno dei seguenti documenti dal piano educativo individuale (PEI), dal piano assistenziale individuale (PAI), dal piano riabilitativo individuale (PRI). Le proposte di intervento contenute nel pi sono condivise con l'utente, e/o con il legale rappresentante o altra persona secondo la volontà dell'utente stesso. CENTRI SOCIO EDUCATIVI - C.S.E Il centro socio educativo (CSE) è un servizio diurno per persone con disabilità, che offre interventi socio-educativi e socio-animativi. Destinatari di questo servizio sono tutte le persone con disabilità, la cui fragilità non sia compresa tra quelle riconducibili al sistema socio-sanitario. Finalità -​ Fornire un valido sostegno alla famiglia, favorendo la permanenza della persona all'interno della stessa; -​ Favorire una crescita evolutiva nella progressiva e costante socializzazione con il duplice obiettivo di sviluppare le abilità residue e di mantenere | livelli acquisiti. -​ Sensibilizzare il territorio e creare condizioni per una proficua integrazione delle persone con disabilità. CENTRI SOCIO EDUCATIVI - C.S.E Il complesso delle risposte che il CSE è chiamato ad offrire alle persone inserite trova compimento nel progetto educativo personalizzato (PEI). Nel PEI sono solitamente individuate delle aree di intervento e per ciascuna area vengono indicati gli obiettivi cui mirano gli interventi, obiettivi da conseguire attraverso azioni mirate durante i momenti delle attività socio-educative e socio-animative interne ed esterne, specifiche per area o trasversali a più aree: ​ Area delle autonomie ​ Area della socializzazione ​ Area del mantenimento del livello culturale ​ Area dell'esercitazione delle autonomie ​ Area del benessere psicofisico ​ Area dell'affettività Gli obiettivi mirano al mantenimento e allo sviluppo delle abilità e capacità dei Soggetti inseriti, nelle aree di intervento. SERVIZI DI FORMAZIONE ALL'AUTONOMIA - SFA I servizi di formazione all'autonomia (SFA) prevedono, per le persone con lieve disabilità, percorsi di crescita con l'obiettivo di sviluppare la maggiore autonomia possibile favorendo l'acquisizione dei prerequisiti lavorativi. Obiettivi Lo SFA si pone come obiettivo generale, di proporre un percorso formativo per giovani con disabilità intellettiva dai 16 ai 35 anni, con attenzione particolare all'ambito lavorativo e alla cittadinanza attiva. L'esercizio funzionale e significativo del complesso delle competenze adattive, all'interno di una cornice di attenzione e promozione della qualità esistenziale della persona nel contesto privato e civile, è oggetto dell'impegno educativo quotidiano, teso anche a promuovere concreti processi culturali all'esterno del servizio affinché la persona con disabilità sia percepita come cittadino in grado di partecipare alla vita della comunità. È prevista la programmazione individualizzata coerente alle mete educative individuate nel confronto con la persona, la sua famiglia e i servizi territoriali coinvolti; La quotidianità (metà cognitiva, ambientale, relazionale) diviene il terreno privilegiato dai sostegni e delle azioni educative. SERVIZI PER ANZIANI: ASSISTENZA DOMICILIARE, RESIDENZE PER ANZIANI, CENTRI DIURNI I servizi dell’area anziani La rete lombarda dei servizi agli anziani non autosufficienti si polarizzava su due versanti: 1.​ i servizi domiciliari, ADÌ e SAD, rispettivamente di natura sociosanitaria e sociale, fruiti da percentuali ridotte di anziani; 2.​ le rsa, residenze sanitarie assistenziali, con percentuali di anziani in carico più elevate. In un quadro nel quale agli anziani non autosufficienti era riservata una bassa priorità, ha fatto irruzione la pandemia, che ha mietuto le maggiori vittime proprio tra anziani e soggetti fragili. Su di essi ha cominciato a convergere un’inconsueta attenzione: nel post covid lo stato ha dato il via all’emanazione di vari atti e normative, diversi dei quali interessano da vicino gli anziani, prima tra tutti la legge delega di riforma a favore dei non autosufficienti (l. 33/2023). L’esame dell’odierna situazione dei servizi per anziani in lombardia non può dunque prescindere dalla legislazione statale licenziata dal 2021 in poi, dal PNRR alle leggi nazionali correlate, tra cui quelle relative ai livelli essenziali delle prestazioni (LEPS), e dai conseguenti recepimenti e ripercussioni sui territori. Il modello di cura che caratterizza l'area della non autosufficienza, sia nella residenzialità che negli interventi domiciliari, è di tipo biomedico, concentrato sulle prestazioni tecnico specialistiche, interviene sulle patologie dell'anziano: ogni problema di salute trova la soluzione coordinata nel progetto assistenziale, frutto prevalente del pensiero dei professionisti, l'attenzione è diretta al processo di cura, guidato perlopiù da criteri di efficienza che lasciano sottotraccia la valutazione degli esiti degli interventi, tuttavia, pur non negando i meriti di questo modello, sempre più risulta evidente la sua parzialità perché la vecchiaia non è (soprattutto e soltanto) una condizione di malattia, bensì un tempo da percorrere nonostante i deficit che possono contraddistinguerlo. Lo sforzo assistenziale, quindi, deve aiutare l'anziano a dar senso alla condizione che vive, garantendo il più possibile la sua identità personale e la sua dignità. I servizi a domicilio L'assistenza domiciliare integrata (ADÌ) è rivolta a persone in situazioni di fragilità. Tale intervento domiciliare nasce dall'esigenza di sviluppare i servizi domiciliari per far diventare la casa "il luogo privilegiato di cura”. A chi viene garantita l'assistenza domiciliare? -​ una situazione di non autosufficienza parziale o totale di carattere temporaneo o definitivo; -​ una condizione di impossibilità a deambulare e di non trasportabilità presso | presidi sanitari ambulatoriali; -​ condizioni abitative che garantiscano la praticabilità dell'assistenza a domicilio. Le cure domiciliari hanno pertanto tra i loro obiettivi: 1.​ stabilizzare il quadro clinico 2.​ stabilizzare il quadro clinico della persona a seguito di dimissione ospedaliera 3.​ garantire la continuità dell'assistenza tra sistema sanitario, sociosanitario e sociale 4.​ migliorare la qualità della vita, limitando il declino funzionale della persona 5.​ supportare la famiglia nel lavoro di cura 6.​ ridurre i ricoveri ospedalieri impropri e il ricorso ai servizi di emergenza/urgenza 7.​ evitare, laddove possibile, il ricovero definitivo in strutture residenziali Misura rsa aperta Misura finalizzata ad assicurare interventi di natura prioritariamente sociosanitaria, finalizzati a supportare la permanenza al domicilio di persone affette da demenza certificata o di anziani di età pari o superiore a 75 anni, in condizioni di non autosufficienza. Destinata: -​ persone con demenza: presenza di certificazione rilasciata da medico specialista geriatra/neurologo di strutture accreditate/equipe cdcd (centri per deficit cognitivi e demenze) -​ Anziani non autosufficienti: età pari o superiore a 75 anni, riconosciuti invalidi civili al 100%. La misura prevede l'erogazione di prestazioni differenziate in relazione al livello di gravità della malattia per le persone affette da demenza, e per le persone anziane, di età pari o superiore ai 75 anni, non autosufficienti. Gli interventi qualificati di natura prioritariamente sociosanitaria, sono finalizzati a supportare la permanenza al domicilio delle persone, a sostenere il mantenimento il più a lungo possibile delle capacità residue delle persone beneficiarie e rallentare, ove possibile, il decadimento delle diverse funzioni, evitando e/o ritardando il ricorso al ricovero definitivo in struttura, ad offrire un sostegno al caregiver nell'espletamento delle attività di assistenza dallo stesso assicurate. Prestazioni erogabili: ▪​ interventi qualificati di accompagnamento, dialogo e arricchimento del tempo, uscite per mantenere relazioni e favorire l'autonomia ▪​ adattamento degli ambienti: analisi degli ambienti in relazione alla specificità della situazione della persona e della famiglia a proposta di interventi e soluzioni ▪​ addestramento del caregiver, per un tempo circoscritto, per gli ambiti non di competenza adi/sad (ad esempio, addestramento all'igiene personale o all'organizzazione di vita o per interventi di stimolazione cognitiva) ▪​ stimolazione cognitiva, di sostegno a bpsd ▪​ counselling e terapia occupazionale ▪​ integrazione assistenza domiciliare (asa, oss) ▪​ sostegno e interventi psicologici e cognitivi (psicologo) ▪​ sostegno e interventi educativi (educatore) ▪​ interventi di fisioterapia (fisioterapista) Rsa I servizi residenziali sono gestiti da strutture che erogano servizi di carattere sociale, sociosanitario e sanitario. Accolgono la persona anziana non autosufficiente, di prassi, in via definitiva. All'interno delle politiche di welfare, i servizi residenziali per gli anziani, nel contesto attuale, evidenziano problematiche rilevanti sia per la crescita numerica della domanda, sia per gli elevati costi dell'offerta. Anche all'interno delle stesse regioni, storie e realtà hanno sviluppato difformi percorsi; costumi e tradizioni hanno segnato interventi multiformi ma fortemente collegati al territorio. Quando l'abitare diventa un problema non più gestibile a domicilio, i servizi sociosanitari hanno tutti lo scopo di contrastare l'isolamento della persona, assicurando le cure e la riabilitazione. Lo stato delle politiche residenziali è nei fatti vincolato ad un difficile equilibrio tra il potere di acquisto dei pensionati (redditi e pensioni), il costo di accesso alle strutture e le disponibilità per interventi di sostegno da parte pubblica. I posti letto delle rsa sono suddivisi in quattro classi, che presentano caratteristiche distintive: Autorizzati, accreditati, contrattualizzati e solventi. -​ I posti letto contrattualizzati sono quelli riconosciuti da regione lombardia tramite regolare contratto, sono inseriti nella programmazione del sistema sociosanitario lombardo e sono finanziati con quote fissate tramite la classificazione sosia 24 dal fondo sanitario regionale (FSR) a copertura dei costi sanitari sostenuti dalle rsa. -​ I posti letto solventi sono quelli autorizzati da regione lombardia ma non contrattualizzati dalle ATS;​ sono istituiti per riequilibrare la domanda e rispondere alle liste di attesa in ingresso alle strutture. Molte rsa lombarde nel corso degli ultimi anni hanno provveduto costantemente ad aumentare la propria offerta di prestazioni creando questa tipologia di posti letto; ricordiamo che

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