Summary

This document analyzes the phenomenon of online dating, discussing the evolution, societal factors, and implications on human relationships. It examines the interactions of digital experiences and their influence on everyday life, exploring the impact of algorithms and technology on forming connections.

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Media digitali e dating. Il dating online è un fenomeno che riflette l’evoluzione delle relazioni umane nell’era digitale, posizionandosi tra innovazioni tecnologiche e cambiamenti sociali. Nato per facilitare incontri di vario tipo, dalle relazioni durature agli incontri casuali, il dating online r...

Media digitali e dating. Il dating online è un fenomeno che riflette l’evoluzione delle relazioni umane nell’era digitale, posizionandosi tra innovazioni tecnologiche e cambiamenti sociali. Nato per facilitare incontri di vario tipo, dalle relazioni durature agli incontri casuali, il dating online ridefinisce il modo in cui ci relazioniamo agli altri, superando barriere di tempo e spazio grazie a strumenti come la geolocalizzazione e l’accesso tramite smartphone. - Negli Stati Uniti è tra le modalità principali per formare nuove coppie. - In Italia, nonostante iniziali resistenze, l’uso delle app di dating è in crescita, soprattutto tra uomini sotto i 30 anni e spinto ulteriormente dalla pandemia. Le comunità LGBTQIA+, in particolare la comunità gay maschile con app come Grindr, hanno avuto un ruolo pionieristico, creando spazi sicuri per esprimere identità e desideri non conformi all’eteronormatività. Oggi piattaforme come Her e Hornet contribuiscono a una maggiore visibilità e inclusione di queste comunità. Il dating online annulla il confine tra virtuale e reale: le scelte digitali influenzano il mondo fisico e viceversa, creando un dialogo continuo tra le due dimensioni. Inoltre, richiede agli utenti di definire aspetti della propria identità, come genere e orientamento sessuale, riflettendo o sfidando le norme sociali. Ogni interazione è intrisa di significati culturali, plasmata da dinamiche di potere e aspettative. I PRINCIPALI APPROCCI DI ANALISI. Le origini del dating online derivano dalle inserzioni personali su giornali e riviste, evolutesi con l’avvento di Internet in piattaforme come Match.com nel 1995. La vera svolta è arrivata con le app mobili, iniziate con Skout e Zoosk (2007), seguite da Grindr (2009), destinata alla comunità gay, e Tinder (2012), che ha reso il fenomeno accessibile al grande pubblico. Da allora, piattaforme come Bumble e Happn hanno diversificato l’offerta, normalizzando il dating online e rendendolo mainstream, specialmente in Nord America. Per le comunità LGBTQIA+, spesso emarginate, queste piattaforme hanno creato spazi sicuri per socializzare e affermare la propria identità, superando barriere eteronormative e la mancanza di luoghi fisici di incontro. Le dinamiche del dating online si articolano in tre fasi: 1. Creazione del profilo. 2. Impostazione di criteri di ricerca. 3. Interazione con gli altri utenti. Ogni fase è influenzata da algoritmi che regolano visibilità e matchmaking, come l’Elo score di Tinder, sollevando interrogativi etici sulla trasparenza. Il dating online ha ridefinito il concetto di relazione, sfumando il confine tra online e offline. Interazioni digitali influenzano quelle reali, e viceversa, abbattendo confini geografici e sociali. Accademicamente, queste piattaforme offrono un laboratorio sociale per studiare come le persone negoziano identità, intimità e significati relazionali, riflettendo le trasformazioni culturali dell’era digitale. => Nelle app di dating, l'assenza di comunicazione face to face e di segnali corporei spinge gli utenti a costruire strategicamente i propri profili, selezionando foto e informazioni per presentarsi in modo desiderabile. Nicole Ellison definisce il profilo online come una "promessa", una rappresentazione ideale legata all’identità reale. Questa costruzione varia in base al genere: gli uomini enfatizzano status economico e professionale, mentre le donne privilegiano giovinezza e attrattiva fisica, riflettendo i "GENDER SCRIPT", norme culturali che prescrivono modalità specifiche di presentarsi e comportarsi in base al genere. Sebbene alcune app stiano introducendo opzioni più inclusive, molte piattaforme rafforzano questi script con il loro design e funzionalità. Un elemento centrale è l'importanza delle immagini. Attraverso un rapido sfoglio di foto, definito "screened intimacies" da Gaby David e Carolina Cambre, gli utenti scelgono i profili in pochi secondi, riducendo spesso le relazioni a dinamiche consumistiche. Eva Illouz sottolinea come questo processo segmenti le persone in categorie, trasformandole in "prodotti" da approvare o scartare. => Le motivazioni dietro l’uso delle app variano: relazioni occasionali, legami stabili, intrattenimento o conferme personali. Anche qui emergono differenze di genere, con uomini più orientati agli incontri casuali e donne più spesso interessate a relazioni durature, riflettendo ruoli di genere culturali piuttosto che preferenze innate. => Le app di dating non sono spazi neutri. Il loro design e le loro funzionalità, pensate per obiettivi commerciali, influenzano comportamenti e incorporano stereotipi di genere. Tuttavia, secondo il modello di Stuart Hall, le piattaforme diventano luoghi di negoziazione: gli utenti possono accettarne le logiche, reinterpretarle o sfidarle, dando vita a nuove dinamiche d’uso che trasformano i significati culturali e relazionali inizialmente proposti. STUDIARE IL DATING ONLINE OGGI. Le app di dating trasformano le relazioni intime e il desiderio in dati analizzabili, attraverso un processo noto come "datificazione". Gli utenti condividono volontariamente informazioni personali come posizione, preferenze e comportamenti, che vengono elaborate dagli algoritmi per prevedere e modellare le loro interazioni. Tuttavia, questi algoritmi operano come una "scatola nera": gli utenti vedono solo i profili suggeriti, senza conoscere i criteri che guidano queste scelte, spesso basate su cluster di utenti con comportamenti simili. Questa dinamica, apparentemente progettata per migliorare l’esperienza, segue una logica commerciale precisa. Ogni interazione – un like, uno swipe, un messaggio – produce nuovi dati utilizzati non solo per perfezionare gli algoritmi, ma anche per alimentare modelli di business basati su pubblicità e servizi a pagamento. L’obiettivo principale non è far trovare l’anima gemella, ma massimizzare il coinvolgimento e monetizzare ogni clic. - Un esempio emblematico è l’Elo score di Tinder, che fino al 2019 assegnava un punteggio di "desiderabilità" agli utenti, influenzando chi potesse vedere chi. Sebbene abbandonato, la logica di ranking continua a modellare le interazioni, creando gerarchie invisibili. In questo modo, il dating online diventa uno spazio di controllo algoritmico, dove le relazioni intime sono mediate da logiche tecnologiche e commerciali, ridefinendo il modo in cui ci connettiamo agli altri. Le app di dating hanno quindi trasformato le relazioni sociali ampliando le possibilità di incontro, ma consolidando dinamiche già presenti offline: - Da un lato, consentono di connettersi con persone altrimenti irraggiungibili. - Dall’altro, favoriscono tendenze omofile, con algoritmi che rafforzano preferenze preesistenti attraverso le relational filter bubble, limitando la varietà delle connessioni. Questa mediazione algoritmica, spesso opaca, dà l’illusione di una scelta autonoma, ma riproduce esclusioni e disuguaglianze già esistenti. I ruoli di genere tradizionali restano centrali, soprattutto nelle piattaforme eterosessuali. Gli uomini assumono ruoli assertivi, mentre le donne tendono a essere più passive, spesso lasciando agli uomini l’iniziativa. Questo perpetua i dating script convenzionali e, in alcuni casi, alimenta maschilità tossiche, come l’invio di contenuti espliciti non consensuali. Alcune app, come AdottaUnRagazzo e Bumble, cercano di sfidare queste dinamiche. - AdottaUnRagazzo permette alle donne di fare il primo passo, ma utilizza metafore ludiche che mantengono una logica commerciale senza sovvertire realmente i ruoli di genere. - Bumble, invece, promuove relazioni equilibrate lasciando alle donne l’iniziativa nelle conversazioni, posizionandosi come uno spazio di empowerment. Tuttavia, queste strategie hanno un impatto spesso simbolico, senza risolvere del tutto le pressioni culturali e le esclusioni algoritmiche. L’uso delle app di dating in Italia riflette dinamiche socioculturali uniche, evidenziando il persistere di uno stigma sociale legato al loro utilizzo. A differenza di contesti come gli Stati Uniti, molti italiani provano disagio nel rivelare di aver conosciuto un partner online, influenzati da valori tradizionali e da una diffusa omotransfobia. Per le persone LGBTQIA+, queste piattaforme possono rappresentare spazi relativamente sicuri per esplorare identità e relazioni, ma mancano ancora studi approfonditi, soprattutto sull’esperienza delle persone transgender. Le pratiche d’uso variano tra le generazioni: - I giovani tendono a sfruttare le app in modi più fluidi e innovativi. - Gli utenti più anziani si approcciano spesso con modalità più tradizionali, riflettendo aspettative consolidate. Inoltre, la pandemia da Covid-19 ha trasformato il modo di utilizzare queste piattaforme, spingendo verso l’interazione mediata, come le videochiamate, e costringendo a negoziare nuove forme di intimità.

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