L'italiano Scritto: Usi, Regole e Dubbi PDF
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Università degli Studi di Verona
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Questo documento presenta un'analisi dell'italiano scritto, comprendendo le norme, gli usi e i dubbi relativi all'italiano scritto. L'opera analizza diversi tipi di testi e le caratteristiche linguistiche che li identificano. Contiene anche spunti sulla scrittura formale e informale nell'italiano.
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lOMoARcPSD|36924465 L’italiano scritto: usi, regole e dubbi lingue e culture per il commercio internazionale (Università degli Studi di Verona) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nes...
lOMoARcPSD|36924465 L’italiano scritto: usi, regole e dubbi lingue e culture per il commercio internazionale (Università degli Studi di Verona) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da lanna Ran ([email protected]) lOMoARcPSD|36924465 LÕitaliano scritto: usi, regole e dubbi SCRITTURA E TIPI DI TESTO 1.1 Che cosÕ un testo? Un testo un ßusso lineare con un inizio e una Þne, unÕ organizzazione complessa e formalizzata: la linearitˆ superÞciale; la reticolaritˆ pi profonda e si situa su due livelli, la coesione e la coerenza. LÕ emittente esercita lÕintenzionalitˆ del testo tenendo a mente chi sarˆ il suo lettore e propone un testo visivamente ordinato e pulito. Il ricevente si predispone allÕaccoglimento del testo e si crea delle aspettative. Solo grazie alle aspettative il ricevente riesce a colmare le lacune lasciate dallÕemittente. informativitˆ = originalitˆ e imprevedibilitˆ delle opinioni o nozioni, idee, notizie che contiene un testo. Il grado di informativitˆ dipende dalle nozioni pregresse del ricevente. intertestualitˆ = natura reticolare del testo, il richiamo tra testi pu˜ essere esplicito o sotto forma di citazione pi o meno mascherata. La quantitˆ di citazioni e note distingue uno studio sperimentale da uno manuale e da un testo divulgativo. appropriatezza = il lessico, la sintassi e lÕorganizzazione delle informazioni devono essere adatti alla funzione del testo che si sta producendo. 1.2 Testo e contesto cotesto = informazioni che completano quelle fornite da altre parti del testo. contesto = raccoglie le informazioni che situano il testo spazialmente e cronologicamente nella realtˆ e ne mostrano lo scopo. Nello scritto anche il contesto deve essere codiÞcato, diventando materiale linguistico, quindi cotesto. Dal momento che il contesto del parlato la realtˆ, il parlato usa la deisssi spaziale, temporale e personale per completare il senso del testo. paratesto = dimensione a metˆ tra contesto e cotesto tipica dello scritto, aggiunge informazioni di contorno sul contenuto del testo. inferenza = fenomeno cognitivo legato alla necessitˆ che lÕemittente e il ricevente condividano Þn dal principio una base di conoscenze. Questo modo di procedere tipico della cronaca giornalistica, che propone aggiornamenti rapidi sugli stessi argomenti, quindi conÞda nella permanenza nella memoria dei lettori degli eventi appena precedenti. UnÕinferenza pu˜ essere agevolata con un rimando intertestuale, una nota esplicativa o una glossa incidentale. Se non ricorressimo alle inferenze, i testi si allungherebbero allÕinÞnito. La quantitˆ e la qualitˆ delle informazioni non esplicitate rappresenta un discrimine tra i testi poco vincolanti (come quelli letterari, che possono sottintendere le informazioni) e i testi molto vincolanti (come quei che hanno la responsabilitˆ di dare regole, devono essere esplicitati al massimo). 1.3 Ipertesto e testi multimediali In uno scritto il contesto sempre codiÞcato come cotesto. Il paratesto fatto di indicazioni di contorno. Foto, disegni, graÞci, icone sono sempre pi integrati con i segni verbali nei testi che produciamo grazie a Internet. La comunicazione iconica risulta meno faticosa e pi veloce di quella scritta. Per˜ le immagini non sono adatte a esprimere tutti i tipi di contenuto. UnÕaltra risorsa messa a disposizione da Internet il link, la possibilitˆ di instaurare collegamenti non lineari tra testi diversi, che diventavano lÕuno cotesto dellÕaltro. In questo modo, ogni testo, inglobando tanti altri testi un ipertesto. Un ulteriore caratteristica di Internet che inßuenza la natura dello scritto lÕinterattivitˆ. 1.4 Suddivisione tipologica Distinzione di categorie di testo in base alla funzione che il testo ricopre: testi narrativi, descrittivi, argomentativi, informativi, regolativi. AllÕinterno delle categorie funzionali possibile identiÞcare Scaricato da lanna Ran ([email protected]) lOMoARcPSD|36924465 sottocategorie, usando altri criteri, come il codice, il registro, lÕidentitˆ del ricevente. Questa schematizzazione per˜ imperfetta, perchŽ difficilmente nella realtˆ esistono testi completamente narrativi, o completamente informativi ecc. I testi reali contengono aspetti propri di pi categorie, delineandosi come testi misti. testi narrativi i pi tipici sono quelli letterari scritti, in prosa o poetici: romanzi, novelle, Þabe, poemi, biograÞe, cronache. Esistono anche testi narrativi prettamente parlati e quelli multimediali. Tutti questi testi si basano sulla narrazione, cio sulla sistemazione in sequenza di eventi legati tra loro da un Þlo logico grammaticale. I nessi logici tipici della narrazione sono quello temporale e quello di causa-effetto. testi descrittivi testi prettamente descrittivi sono rari nella realtˆ; pi spesso le descrizioni sono parti di testi con altri scopi. Testi con funzione pi ampiamente descrittiva sono i dŽpliant e le brochure turistiche. La descrizione funzionale, quasi necessaria, alla narrazione. testi argomentativi sono usati per convincere il ricevente. A questo gruppo appartiene una vasta gamma di testi. LÕargomentazione viene tipicamente organizzata seguendo lÕordine tematico: premessa, ipotesi, argomenti, antitesi, confutazione dellÕantitesi, tesi, conclusione. LÕipotesi sostenuta da un argomento e alla Þne viene nuovamente confermata. Ogni argomento tipicamente una sottoargomentazione, nella quale una sottoipotesi sostenuta da argomenti a favore. testi informativi/espositivi realizzano la funzione di trasmettere in modo oggettivo un sapere a un ricevente che si presuppone ne sia privo. Le informazioni devono seguire lÕordine dal dato al nuovo, in modo che questÕultimo sia interpretabile sulla base del primo. Per questo motivo importante che un testo informativo rispetti un ordine sequenziale nella disposizione delle informazioni. Le informazioni vengono spesso accompagnate da una spiegazione, che usa nessi logici come quello causa- effetto, accumulativo, ampliÞcativo, esplicativo. testi regolativi/prescrittivi prevedono lÕimpostazione di un punto di vista o di un comportamento. Questi testi sono caratterizzati da alcuni modi e tempi verbali, lÕimperativo, lÕindicativo e lÕinÞnito. Non sono previsti inserti narrativi. VARIETË E STILI 2.1 La lingua non monolitica: i registri dÕuso Un carattere comune a ogni lingua il cambiamento, la ßuiditˆ, il non essere mai uguale a se stessa. Una lingua inoltre cambia nel tempo e nello spazio. Esistono cinque parametri di variabilitˆ: diacronica -> nel tempo diatopica -> nello spazio diafasica -> nella situazione comunicativa, spesso le varietˆ diafasiche vengono denominate anche stili, registri o linguaggi settoriali. diastratica -> nel livello socioculturale diamesica -> nel canale di trasmissione usato 2.2 Scritto e parlato La differenza tra testi scritti e parlati attraversa tutti i parametri di variazione. Tendenzialmente si identiÞca il parlato con lÕinformalitˆ e lo scritto con la formalitˆ. La struttura dialogica, inßuenza fortemente la progettazione del parlato: lÕemittente diviene ricevente, e quando ritorna emittente deve ripianiÞcare il discorso sulla base di ci˜ che ha appena appreso o della domanda che ha ricevuto. Scaricato da lanna Ran ([email protected]) lOMoARcPSD|36924465 Le forme tipiche del parlato penetrano nello scritto innanzitutto quando sono inquadrate in un disegno di imitazione esplicita del parlato stesso. Questo pu˜ essere racchiuso in un discorso diretto o trovarsi del discorso indiretto libero. Quando i fenomeni che dovrebbero essere usati solo nel parlato vengono inseriti nello scritto inconsapevolmente, lÕeffetto di un testo confuso ed esitante. 2.3 Lo stile brillante Alcuni tipi di testo scritto amano combinare tratti dello scritto colto con elementi dello scritto mimetico del parlato informale. Ne deriva uno stile deÞnito spesso brillante, che caratterizza alcuni testi giornalistici. 2.4 Parlato a confronto con lo scritto Il parlato pu˜ permettersi una sintesi maggiore, dÕaltro canto lo scritto per sua natura pi sintetico, in quanto privo di incertezze, ripetizioni, autocorrezioni e riformulazioni. Nello scritto inoltre sentiamo lÕesigenza di rendere espliciti quei rapporti logico-semantici che nel parlato possono rimanere impliciti. 2.5 Confronto tra testo argomentativi e testo narrativo La sintassi dei testi narrativi prevalentemente nominale, mentre quella dei testi argomentativi prevalentemente verbale. Ci˜ rißette anche quanto accade nella lingua scritta rispetto a quella parlata. La sintassi nominale consente di condensare lÕinformazione laddove la sintassi verbale risulta pi dispersa. 2.6 La sempliÞcazione La chiarezza di un testo, il suo essere comunicativo ed efficace, non dipende dalla complessitˆ sintattica bens“ dalla sintassi ben controllata. La sempliÞcazione sintattica pu˜ essere un ricercato espediente stilistico e non soltanto il sintomo dellÕincapacitˆ di progettare un discorso scritto. SINTASSI, COESIONE E COERENZA 3.1 LÕenunciato, il dato e il nuovo Quando gli enunciati contengono pi di unÕinformazione, solitamente le informazioni note sono disposte a sinistra mentre quelle nuove a destra. Ci˜ che prima era informazione nuova, diventa nellÕenunciato successivo informazione data che funge da spunto per unÕulteriore notizia nuova. Il processo non sempre cos“ regolare, possono esservi anche anticipazioni o inversioni nellÕudienza degli elementi. I linguisti chiamano solitamente la parte data di un enunciato tema e la parte nuova rema. Il tema ci˜ di cui si sta parlando nellÕenunciato, ci˜ che presupposto mentre il rema ci˜ che si dice di nuovo sul tema. Scaricato da lanna Ran ([email protected]) lOMoARcPSD|36924465 A volte nel parlato lÕintonazione pi importante dellÕordine delle parole per far capire chiaramente il contesto tra dato e nuovo. Grazie allÕintonazione, al ritmo e al volume della voce facile, nel parlato, far capire la differenza tra dato e nuovo, mentre nello scritto un poÕpi difficile e ci si affida a strumenti sintattici quali lÕordine dei costituenti dellÕenunciato oppure la punteggiatura. Se lÕaggancio sintattico tra tema e rema manca, i linguisti parlano di tema sospeso o anacoluto. Almeno una delle cosiddette cinque W, ovvero le informazioni salienti di un articolo, viene isolata in prima posizione nel titolo per agganciare immediatamente lÕattenzione del lettore. Le dislocazioni e il tema sospeso possono essere considerati costrutti di sintassi marcata. Un altro costrutto marcato molto usato nellÕitaliano scritto e parlato la frase scissa. Consiste in due proposizioni al posto di una, la seconda delle quali una subordinata pseudorelativa introdotta da che. La frase scissa in molti casi agevola la coesione tra le varie parti del testo, in quanto indirizza lÕattenzione sulla ripresa di un elemento giˆ presentato. 3.2 Coesione Un testo ben costruito riesce a separare i piani del discorso, distinguendo le informazioni pi importanti da quelle di sfondo, le cause dagli effetti, il prima dal dopo. Consiste insomma nel rispetto dei rapporti logici tra le varie informazioni del testo. Anafora = ripetizione di qualcosa giˆ enunciato nel testo. Un particolare tipo di anafora lÕincapsulamento cataforico, realizzato mediante un pronome clitico perchŽ in grado di inglobare molti elementi. Catafora = anticipazione di qualcosa che verrˆ chiarito o riformulato in seguito. Il mantenimento della coesione di un testo dovuto al rispetto della catena forica, ovvero al fenomeno della coreferenza che riguarda lÕinsieme di tutte le forme che si riferiscono a un medesimo elemento del testo, detto anche referente. Molti errori di coesione derivano da unÕerronea presupposizione dello scrivente: dˆ per scontato che il lettore condivida tutti i suoi pensieri e si comporta come se stesse parlando faccia a faccia con lui. La deissi tipica di ogni discorso orale e contribuisce ad avvicinare lo scritto ai modi del parlato. 3.3 Segnali del discorso, preposizioni, congiunzioni e avverbi Un testo appare ben coeso soprattutto grazie al corretto uso dei legamenti sintattici e logico- semantici tra le sue varie componenti. Connettivi = parole che servono a congiungere porzioni di testo. Segnali discorsivi = riguardano la testualitˆ, vale a dire la connessione tra porzioni di testo semanticamente autonome e gli atti linguistici. Sono tutte quelle forme che aiutano il lettore a orientarsi tra le diverse zone del testo, rendendogli evidente che cosa viene prima e che cosa viene dopo, che cosa pi o meno importante ecc. 3.4 Reggenza e accordo Reggenza = rapporto tra un verbo, o un nome, o un aggettivo, o un avverbio e un altro elemento. La coesione di un testo si realizza anche mediante il rispetto delle regole di concordanza: un sostantivo deve concordare in genere e numero con lÕaggettivo he gli si riferisce, un verbo deve concordare nel numero con il soggetto. 3.5 Coerenza Per essere coerente logicamente, un testo deve presentare le informazioni secondo i loro reciproci rapporti di causalitˆ, temporalitˆ, opposizione ecc. Alla base della comprensione di un testo, cÕ non soltanto la conoscenza di un buon numero di informazioni extralinguistiche, ma anche e soprattutto unÕestesa conoscenza lessicale. 3.6 PerchŽ certi testi non funzionano Gli errori di coreferenza generano problemi di comprensione. Un altro tipico errore degli scriventi inesperti quello di utilizzare connettivi o segnali discorsivi inadatti per collegare due affermazioni non propriamente lÕuna la diretta conseguenza o causa dellÕaltra. A volte a non far funzionare i testi un eccesso di informazioni, anche questo rientra nellÕincoerenza Scaricato da lanna Ran ([email protected]) lOMoARcPSD|36924465 DUBBI GRAMMATICALI 4.2 Usi verbali Il congiuntivo il modo per eccellenza delle subordinate, veicola una sfumatura epistemica LÕindicativo conferisce una sfumatura di oggettivitˆ alla frase, alcune frasi subordinate richiedono lÕindicativo. Il participio condivide molti usi e funzioni con il gerundio. Essendo entrambi modi indeÞniti, si usano a condizione che il loro soggetti coincida con quello del verbo reggente. Il gerundio favorisce la concatenazione di pi esemplari, uno subordinato allÕaltro. Incertezze sullÕuso dellÕinÞnito possono emergere nella costruzione di subordinate con identitˆ di soggetto con la reggente. Un particolare tipo di concordanza il legame tra il tempo verbale utilizzato nella proposizione reggente e quello delle subordinate, ovvero la consecutio temporum. 4.3 Usi e abusi dei segni di punteggiatura Alcune funzioni dei segni di interpunzione sono: favorire la corretta sistemazione delle componenti della frase e la visualizzazione delle relazioni tra i sintagmi; scandire lo scorrimento del discorso segnalando le suddivisioni del testo; veicolare informazioni testuali; dotare il testo scritto di concretezza. Il punto fermo segmenta in porzioni pi piccole i periodi oppure segnala il passaggio da un capoverso al successivo. La virgola il segno pi diffuso e pi ricco di funzioni e sfumature. Serve a separare membri semplici nelle elencazioni, a isolare un segmento informativo meno importante rispetto al resto. Non permesso separare il soggetto dal predicato con la virgola. I due punti servono prima di tutto a introdurre il discorso riportato, cio segnalano lÕinterruzione del piano dietetico. Se non sono seguiti dalle virgolette, anticipano che quello che segue avrˆ una funzione esplicativa o rappresenterˆ la diretta conseguenza di quanto appena scritto. Il punto e virgola va usato per separare due unitˆ tematiche complesse, o due membri giustapposti di un periodo complesso. Pu˜ segnalare il cambio di tema in una frase giustapposta o coordinata. Va usato anche quando si riprende un elemento della frase precedente per qualiÞcarlo meglio tramite una relativa o una serie attributiva. I punti interrogativo e esclamativo servono a stilizzare intonazioni del parlato. I trattini possono avere lunghezze diverse, a cui corrispondono funzioni diverse. Di solito il trattino lungo pu˜ sostituire le parentesi o pu˜ introdurre il discorso diretto. Il trattino breve si usa generalmente per unire due elementi di una parola composta. 4.4 Le facce del che La funzionalitˆ di questa parola la rende molto diffusa nei testi e gli usi standard di che sono molti: pronome relativo, pronome e aggettivo interrogativo e esclamativo, congiunzione completiva, consecutiva, causale, coordinante. 4.5 Lessico Difficilmente il parlante ha dubbi sulla corretta formazione delle parole che usa, a meno che non si imbatta in una parola con due forme. Le difficoltˆ comuni riguardanti lÕortograÞa delle parole toccano i punti divergenti rispetto alla pronuncia: consonanti doppie, uso dellÕh, accenti, apostroÞ. Il signiÞcato lÕaspetto pi sfuggente delle parole. In generale, non possiamo contare sulla biunivocitˆ tra forma e signiÞcato: esistono parole che hanno pi di un signiÞcato e signiÞcati che hanno pi di una parola. In alcuni casi lÕevoluzione del signiÞcato delle parole che mette in crisi i parlanti. Nella scelta delle parole da usare deve essere dato un grande peso allÕappropriatezza, visto che ogni parola ha un registro dÕelevazione. Scaricato da lanna Ran ([email protected]) lOMoARcPSD|36924465 COME SI CITA UNA FONTE E COME SI SCRIVE UNA TESI DI LAUREA 5.1 Come si fa una bibliograÞa LÕelenco completo di tutti i testi cui si fatto riferimento per la stesura di un articolo, un saggio o di una tesi, vale a dire la bibliograÞa, pu˜ essere collocato o allÕinizio o, pi spesso, alla Þne dellÕopera. Occorre distinguere preliminarmente tra monograÞa (o volume scritto da un unico autore), saggio inserito in una raccolta e articolo in rivista. Nel caso si riporti una monograÞa va scritto in primo luogo lÕautore, dopo lÕautore, separato da una virgola, si scrive il titolo del libro in corsivo. Dopo il titolo, separato da una virgola, si scrivono la cittˆ dellÕeditore, seguita da una virgola e dal nome dellÕeditore, seguito da una virgola e dallÕanno dÕedizione del testo, con un punto alla Þne: P. DÕAchille e C. Giovanardi, Dal Belli ar Cipolla. Conservazione e innovazione del romanesco contemporaneo, Roma, Carocci, 2001 Se si deve citare un saggio incluso in una pubblicazione pi ampia, dopo la prima parte identica alla sezione precedente, bisognerˆ speciÞcare, in corsivo e preceduto alla preposizione in, il titolo del volume entro cui il saggio contenuto, pi una virgola, seguito dallÕespressione a cura di, seguita dallÕindicazione del nome e del cognome del curatore della raccolta di saggi, seguita da una virgola pi la cittˆ dÕedizione, lÕeditore, lÕanno di edizione e inÞne, dopo la virgola, le pagine limite del saggi in questione. Fabio Rossi, Il dialogo nel parlato Þlmico, in Sul dialogo. Contesti e forme di interazione verbale, a cura di Carla Bazzanella, Milano, Guerini, 2002, pp.161-175. Nel riportare un articolo in rivista, dopo le indicazioni dellÕautore e del titolo, si scrive, preceduto dalla preposizione in, il titolo del periodico, tra virgolette, seguito dalla virgola, seguita dal numero romano indicante lÕannata della rivista, seguito da una virgola e dal numero arabo del fascicolo, seguito da una virgola e dal numero delle pagine limite dellÕarticolo con un punto alla Þne. Luca Serianni, Il problema della norma linguistica dellÕitaliano, in ÒAnnali dellÕUniversitˆ per Stranieri di PerugiaÓ, VII (1986), pp. 47-69. Se si riporta un testo tratto da Internet, dopo lÕindicazione dellÕautore e del titolo, occorre riportare il sito web dal quale si tratto il testo, seguito dalla data dellÕultima consultazione. AllÕestero si adottano altre norme bibliograÞche. La differenza principale rispetto alle bibliograÞe allÕitaliana, consiste nel fatto che subito dopo lÕindicazione dellÕautore si mette un punto e poi lÕanno dÕedizione dellÕopera. Indipendentemente dal criterio bibliograÞco adottato, si possono aggiungere anche altre informazioni sui testi elencati, come il titolo della collana e il numero del volume. Tutti i testi di una bibliograÞa si elencano di solito in ordine alfabetico per cognome dellÕautore. A volte si preferisce distinguere tra bibliograÞa primaria e secondaria, ovvero tra fonti e studi, mediante elenchi bibliograÞci separati. 5.2 Come si fanno le citazioni Le citazioni intertestuali sono brani scritti da altri e riportati alla lettera. Usualmente se la citazione al di sotto delle tre righe, si scrive tra virgolette. Se la citazione pi estesa si preferisce riportarla a capo, con margini di solito rientranti e in corpo minore. Qualora si omettano parti del testo citato, il taglio va segnalato cos“ [É]. Ogni citazione deve recare la fonte da cui tratta o in nota o subito di seguito. Vi sono almeno quattro modalitˆ per riportare la fonte di una citazione: 1. riportare il titolo dellÕopera per esteso. 2. riportare lÕopera per esteso la prima volta, abbreviata dalla seconda in poi. 3. riportare soltanto il cognome dellÕautore seguito dallÕanno dÕedizione dellÕopera, seguito da due punti e dal numero della pagina o delle pagine oggetto della citazione. 4. riportare soltanto il numero di pagine della citazione quando lÕautore si evince dal teso o in presenza di una sezione bibliograÞca. Scaricato da lanna Ran ([email protected]) lOMoARcPSD|36924465 Se anche il titolo dellÕopera (e non solo lÕautore) stato giˆ citato subito prima, lÕintero riferimento bibliograÞco si riduce a ivi. Dato che ivi poco frequente, a volte si utilizza ibidem. 5.3 Come si fanno le note Le note di un saggio contengono perlopi i riferimenti bibliograÞci, soprattutto nei casi nei quali manchi una bibliograÞa conclusiva. Possono pertanto trovarsi in nota alcune citazioni sul metodo della ricerca, i ringraziamenti a quanti hanno contribuito allÕesito del lavoro, la traduzione di una parola o di una frase presenti nel saggio, alcuni esempi ritenuti secondari ma comunque corroboranti lÕassunto generale e altro ancora. Le note non dovrebbero mai essere troppo estese. Solitamente le pubblicazioni scientiÞche di ambito angloamericano le riducono al minimo, mentre la tradizione Þlologico-umanistica italiana ne fa un uso abbondante. 5.4 Suggerimenti sulla stesura di un saggio, di un articolo scientiÞco o di una tesi di laurea EÕ buona abitudine incorniciare il proprio saggio con unÕintroduzione e una conclusione. NellÕintroduzione si da conto dellÕargomento dellÕintero scritto. Nella conclusione si tirano normalmente le Þla dei dati pi interessanti discussi nel testo. Per una pi rapida reperibilitˆ dei contenuti di un libro, alla Þne si trova spesso un indice analitico o indice delle cose notevoli. Ogni buon volume possiede un indice generale, con lÕelencazione dei capitoli e dei paragraÞ e lÕindicazione dei numeri di pagina di riferimento. Spesso lÕintroduzione di un volume preceduta da una prefazione, nella quale si dˆ conto di indicazioni di carattere perlopi metodologico e editoriale. Pi rara la postfazione, che pu˜ contenere informazioni sulla fruizione del testo ed eventuali suggerimenti al lettore. é altamente consigliabile una scansione in capitoli e paragraÞ, specialmente se il testo particolarmente esteso. Alcune consuetudini scrittorie variano a seconda della tradizione dei paesi. Essendo la tesi di laurea un testo argomentativo, indispensabile ricordare i seguenti dieci punti 1. attenzione alla coerenza 2. attenzione alla coesione 3. attenzione alla sintassi 4. attenzione al lessico 5. attenzione alla scelta dei titoli, della tesi e di ogni capitolo 6. compilare con cura la bibliograÞa 7. controllare che ogni citazione sia seguita dallÕindicazione completa della fonte da cui tratta 8. far precedere la tesi da unÕintroduzione che contenga le domande, o le ipotesi, da cui scaturisce lÕintera ricerca 9. chiudere la tesi con una conclusione che ripercorra molto sinteticamente i contenuti dei vari capitolo e sottolinei le acquisizioni pi importanti cui giunto lÕautore 10. rileggere pi volte tutta la tesi Scaricato da lanna Ran ([email protected])