Lezione 3 - Capitolo 10 finale.pptx
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PE Storia, Guerre e Crisi Economiche Sergio Vergalli [email protected] Istituto Perlasca Politica Economic 19 gennaio Vergalli - Lezione 1 2021 Riassumendo….. 24 ottobre 1929: giovedì ner...
PE Storia, Guerre e Crisi Economiche Sergio Vergalli [email protected] Istituto Perlasca Politica Economic 19 gennaio Vergalli - Lezione 1 2021 Riassumendo….. 24 ottobre 1929: giovedì nero alla Borsa di Wall Street, Manhattan. - Quasi 13 milioni di azioni vengono scambiate a prezzi più che dimezzati; in un mese i titoli perdono il 50% del proprio valore, intere ricchezze si volatilizzano in pochi minuti, migliaia di cittadini si ritrovano improvvisamente in rovina. - Bolla speculativa. - Mercato borsistico > sistema bancario > industria > crollo della produzione. - Aumento della disoccupazione [nel 1933: 25 % della forza lavoro]. Riassumendo….. Negli USA, l’apice della crisi viene raggiunto nel 1933: - il 25% della forza lavoro (15 milioni di persone) si ritrova disoccupato; - la produzione si riduce di quasi il 50% rispetto al 1929; - gli investimenti passano da un miliardo di dollari a 74 milioni (contrazione); - i prezzi scendono del 25%; - cinquemila banche falliscono e dieci milioni di ipoteche compromettono il settore agricolo. La Grande Depressione (sintesi) Negli Usa, tra il 1929 ed il 1933 il pil a prezzi correnti crollò del 50%, il livello dei prezzi del 25% (deflazione). L'aggregato monetario M1 si ridusse fino al 1933, per riduzione del moltiplicatore monetario (conseguente ai fallimenti bancari) maggior rapporto circolante/ depositi (tardiva azione espansiva della Fed). Tassi di interesse reali positivi per la deflazione. Il numero dei disoccupati passò da 1,5 milioni ad oltre 12 milioni; il tasso di disoccupazione sfiorò il 25% nel 1933. Cleveland City Hall, Alla ricerca di lavoro durante la Grande Depressione. Unemployement Relief Camps (British Columbia e Canada). Durante la Grande Depressione, il governo federale sancì la creazione di un sistema di campi di assistenza ai disoccupati, dove in cambio di vitto e alloggio, gli uomini soli svolgevano lavori fisicamente impegnativi. New York, 1930 ca. In fila per un pasto gratis. Hooverville, ca. 1935. Hooverville era il nome popolare di baraccopoli costruite dai senzatetto durante la Grande depressione. Vennero così denominate perché si attribuiva al Presidente degli Stati Uniti Herbert Hoover la responsabilità Dorothea Lange Migrant mother , 1936. Le Politiche Economiche: Il Governo Programma economico dei repubblicani negli anni ‘20: programma di stampo liberista Riduzione delle imposte dirette (che colpiscono i redditi) e aumento di quelle indirette (che gravano sui consumi) Diminuzione della spesa pubblica, con conseguente rinuncia ad attivare programmi di assistenza per le classi più povere Si mantenne basso il tasso d’interesse, rendendo più agevole per le imprese l’accesso al credito e aumentando la circolazione monetaria; così si alimentò l’illusione di una crescita economica infinita Rinuncia a qualsiasi forma di regolazione dell’economia e, in particolare, al controllo sulle grandi concentrazioni finanziarie e industriali nascenti (le grandi aziende fronteggiavano la crescita della concorrenza spartendosi le quote di mercato, fissando i prezzi e le quote di produzione) Rapporto economia americana- economia europea: L’espansione americana finanziava con un cospicuo afflusso di prestiti la ripresa europea e questa alimentava con le sue importazioni di prodotti americani lo sviluppo degli Stati Uniti, generando una stretta interdipendenza fra i due sistemi economici Le Banche Gli effetti del crollo di Wall Street si trasmisero al sistema creditizio poiché i risparmiatori che avevano acquistato a credito i pacchetti azionari non poterono più far fronte agli impegni e gli agenti di borsa, che si erano indebitati con le banche dovettero denunciare la propria insolvibilità I correntisti, temendo un azzeramento dei propri depositi, li ritirarono dalle banche, affrettandone il fallimento Le banche, inoltre, iniziarono a concedere prestiti solo in casi eccezionali, provocando una diminuzione della liquidità Le imprese non avevano più accesso al credito e ricorrevano alla riduzione della produzione, al taglio dei salari e ai licenziamenti Si giunse alla cifra esorbitante di 14 milioni di disoccupati Caduta verticale della disponibilità finanziaria delle famiglie americane, aggravata dall’impossibilità di accedere ai mutui edilizi e di realizzare acquisti a rate. Crisi ‘29 Vergalli - Lezione 1 Crisi ‘29 Vergalli - Lezione 1 Corsa agli sportelli Consideriamo una banca in buone condizioni, con un portafoglio di prestiti efficiente. Supponiamo ora che si sparga la voce che alcuni prestiti concessi dalla banca non saranno ripagati. Credendo che la banca fallirà, i correntisti vorranno chiudere i loro conti correnti e ritirare il contante. Vergalli - Lezione 1 Corsa agli sportelli Se molti correntisti ritirano contemporaneamente il denaro, la banca finirà le sue riserve e sarà costretta a chiudere. Il timore (aspettativa) che una banca possa chiudere, può causare la chiusura stessa della banca! Mary Poppins (La vita è Meravigliosa): il bambino dai capelli rossi si rifiuta di consegnare la sua monetina al padrone della banca: questo comportamento, scambiato per mancanza di fiducia, scatena con una sorta di passa-parola il panico presso i clienti. Vergalli - Lezione 1 EFFETTO A CATENA Azzeramento di molti I salari degli operai Crollo del valore piccoli patrimoni crescono più delle azioni familiari lentamente della produzione Le famiglie non possono più accedere ai Crisi agricola degli Crisi delle banche, mutui edilizi anni Venti: crollo dei restrizione dei redditi dei contadini prestiti Le aziende non ottengono più prestiti Lentezza nei per gli investimenti ricambi dei beni di consumo durevoli CALO DELLA DOMANDA DISOCCUPAZION LICENZIAMENTI E Gold standard Nella generazione precedente la I guerra mondiale il regime di tassi di cambio vigenti era un sistema a cambi fissi chiamato sistema monetario aureo o gold standard. Le autorità monetarie fissavano la parità della propria moneta in termini di una certa quantità di oro ed erano pronte ad acquistare e a vendere la propria valuta in cambio di oro alla parità prefissata. Il tasso di cambio bilaterale tra due paesi era pari al rapporto tra le parità auree delle due monete. Se per esempio il prezzo dell’oro in $ è fissato dalla FED a 35$ per oncia e dalla Banca d’Inghilterra a 14,58 £ per oncia il tasso di cambio dollaro/sterlina è : 35/14,58= 2,40 $ per sterlina 19 Gold standard (2) L’arbitraggio internazionale sui cambi faceva sì che l’acquisto o la vendita di valuta a un prezzo diverso dal rapporto tra le due parità avrebbe innescato dei meccanismi ( spedizione di oro per i pagamenti internazionali) che avrebbero riportato il tasso di cambio al suo valore prefissato. La parità poteva variare entro margini ristretti detti: punti dell’oro (pari alle spese di trasporto e assicurazione dell’oro) Aggiustamento automatico delle bilance dei pagamenti. Se un paese aumentava l’offerta di moneta, il tasso di interesse sarebbe diminuito. Ciò avrebbe reso le attività estere più redditizie. La valuta interna non può svalutarsi ma i detentori della valuta la scambiano contro oro, spediscono l’oro all’estero e acquistano attività estere. Il paese sperimenta un deflusso di oro. L’offerta di moneta diminuisce nel paese in questione 20 e il tasso di interessa aumenta di nuovo. Il contrario Il gold standard è deflazionistico (richiede politiche monetarie restrittive) Nonostante la simmetria già enunciata in cui nessun paese ha una posizione privilegiata (come avverrà con un sistema basato su 1 valuta di riserva) e nonostante che un sistema aureo poneva dei vincoli automatici all’aumento dei prezzi (offerta di moneta legata all’afflusso di riserve auree), a controbilanciare questi vantaggi vi sono degli svantaggi (o asimmetrie). Il più importante è che il suo operare pone dei vincoli all’utilizzo della politica monetaria per contrastare la disoccupazione. Se un paese si trova a sperimentare un deficit, il paese perde oro. Per arginare il deflusso di oro è costretto a seguire politiche restrittive di aumento di i per ridurre il deflusso di oro e la contrazione delle riserve. I paesi in deficit per rimanere nel sistema aureo devono aumentare il tasso di interesse 21 Le politiche Gli Stati Uniti risposero alla crisi sospendendo l’erogazione dei crediti all’estero e adottando una rigida politica protezionistica. In questo modo rinunciarono a qualsiasi ruolo di regolamentazione del sistema economico internazionale, preoccupandosi solo di difendere la loro economia. Tra il 1929 e il 1932 il mercato mondiale conobbe una contrazione di oltre il 60% Il presidente repubblicano Herbert Hoover (il cui mandato durò dal 1929 al 1933) rifiutò di sganciare il dollaro dalla parità con l’oro (gold standard) per timore di un’impennata inflattiva e dell’aumento del deficit statale La Gran Bretagna, invece, deciderà di abbandonare il gold standard (rapporto di convertibilità diretta fra la sterlina e l’oro) nel 1931, svalutando la propria moneta per rendere le proprie merci nuovamente competitive. Nel 1932 l’Inghilterra abbandonò la tradizionale politica liberista introducendo dazi sull’importazione La Francia difese la convertibilità della valuta nazionale in oro per motivi di prestigio; la sua linea deflazionistica penalizzerà le esportazioni francesi e ritarderà la ripresa economica. In Italia la crisi del ‘29 segnerà un’accentuazione del protezionismo e dell’intervento dello Stato nell’economia, accelerando il passaggio alla politica autarchica varata nel 1934. In Germania il cancelliere Heinrich Brüning (Zentrum) perseguì una politica deflazionistica, fatta di contenimento della spesa pubblica e di compressione dei salari. La Germania era strangolata dall’impossibilità di reggere Vergalli - Lezione 1 la concorrenza straniera e dall’interruzione dei flussi creditizi dagli Stati Uniti. Hooverville, ca. 1935. Hooverville era il nome popolare di baraccopoli costruite dai senzatetto durante la Grande depressione. Vennero così denominate perché si attribuiva al Presidente degli Stati Uniti Herbert Hoover la responsabilità Crollo del gold standard Il gold standard fu sospeso durante la I guerra mondiale perché ogni paese fu costretto ad utilizzare politiche monetarie espansive per finanziare le spese di guerra. Con l’inflazione ognuno avrebbe desiderato la conversione immediata della valuta in oro Il tentativo di ripristinare il sistema aureo naufragò dopo circa 5 anni dal suo ripristino e secondo alcuni economisti fu causa della Grande depressione. Perché il sistema crollò? Eichengreen e Bernanke hanno individuato le seguenti ragioni: - Il sistema poteva funzionare solo se le autorità possedevano riserve consistenti - I paesi detenevano le riserve in valuta anziché in oro. Se al primo segno di difficoltà gli operatori avessero chiesto la convertibilità il regime sarebbe crollato - I paesi in avanzo non ridussero i tassi di interesse in risposta all’afflusso di oro (le asimmetrie di cui si è detto). Non rispettarono le regole del gioco e non aumentarono l’offerta di moneta in seguito all’afflusso di oro. L’onere dell’aggiustamento ricadeva sui paesi in deficit - I paesi in deficit per rimanere nel sistema aureo erano costretti a mantenere alti tassi di interesse ed economie in recessione 24 Deprezzamento del cambio durante la GD. I paesi che abbandonarono la parità uscirono prima dalla GD 25 Bretton Woods: il gold exchange standard Poiché i tentativi di ricostruire il sistema aureo creò un regime vulnerabile agli shock, dopo la II guerra mondiale gli economisti (piano White versus Piano keynes) costruirono un nuovo sistema conosciuto come sistema a cambio aureo o sistema di Bretton Woods Lo scopo era di creare un sistema con i vantaggi del gold standard (cambi fissi) ma esente dagli inconvenienti del precedente regime. Le sue caratteristiche erano: Cambi fissi, le parità espresse in termini di $ (il $ era agganciato all’oro e indirettamente si poteva acquistare oro al prezzo di 35$ l’oncia). I cambi fissi avevano il vantaggio di stimolare il commercio internazionale rendendo prevedibili i prezzi dei beni esteri 26 Interpretazione grande depressione Al di là della causa scatenante (scoppio della bolla speculativa azionaria), ruolo importante delle politiche economiche errate nello spiegarne intensità e durata. La maggiore differenza tra la Grande Depressione e la recente crisi globale (2008-09) consiste proprio nelle dissimili risposte di politica economica, ora più tempestive e incisive. Interpretazione keynesiana “reale”: ruolo svolto dalla riduzione ed instabilità della domanda per investimenti e consumi, come conseguenza dell’incertezza sistemica (C. Romer, 1990). Ipotesi “monetaria" circa la politica monetaria errata (restrittiva) della Fed (Friedman e Schwartz, 1963). Ipotesi “finanziaria”: ruolo della deflazione inattesa nel determinare la caduta della domanda aggregata, soprattutto degli investimenti, in conseguenza della maggiore costosità e razionamento dei finanziamenti esterni (Bernanke, 1983). Spiegazione “internazionale“: la scelta della deflazione anziché della svalutazione (non possibile perché molti paesi avevano cambi fissi) è il principale fattore di spiegazione e trasmissione internazionale della crisi economica (Bernanke, 2000). ROOSEVELT E IL NEW DEAL Elezioni 1932: vittoria del candidato democratico Franklin Delano Roosevelt con 22,8 milioni di voti contro i 15,7 del repubblicano Hoover Il nuovo presidente costituì un brain trust («consorzio di cervelli») un gruppo di ricercatori e specialisti che approntasse un programma politico e sociale per far uscire il paese dalla crisi Si trattava, in primis, di rilanciare gli investimenti delle aziende e i consumi dei cittadini Venne abbandonato il dogma liberista secondo cui il mercato ha la capacità di riequilibrare spontaneamente, senza interventi esterni, le situazioni di crisi e si scelse una politica di intervento da parte dello «[…]La stato,nostra nazione mirante domandaildi ad innalzare poter agire, reddito e immediatamente. pro capite, a rafforzareIllanostro primo grandeecompito domanda a ridurre è di ledare lavoro al popolo. sperequazioni sociali.Non è unerano Queste problema le linee insolubile, se affrontato con saggezza e coraggio. Può essere parzialmente essenziali del New deal, il Nuovo corso che Roosevelt voleva realizzare. risolto per mezzo di ingaggi diretti da parte del governo, affrontando la questione come si affronterebbe in caso di bisogno la mobilitazione per una guerra; ma nello stesso tempo non dimenticando che tale impiego di uomini va diretto al compimento di opere di grande utilità pubblica, realizzando progetti adatti a provocare e riorganizzare l' uso delle nostre grandi risorse nazionali. Infine, nel nostro progresso verso una ripresa del lavoro occorre tenere presenti due salvaguardie contro i mali del vecchio ordine di cose: bisogna esercitare una stretta sorveglianza su tutto il sistema bancario, creditizio e di investimento del denaro; bisogna finirla con le speculazioni basate sul denaro altrui[…]” (Discorso inaugurale di Franklin IL NEW DEAL Il governo Roosevelt varò una serie di provvedimenti che miglioravano, direttamente e indirettamente, le condizioni delle attività produttive e delle famiglie americana. INTERVENTI INDIRETTI: Riforma del sistema creditizio e sganciamento del dollaro dalla parità con l’oro: la moneta americana poteva essere svalutata, favorendo le esportazioni (il mercato estero venne utilizzato come sbocco per la sovrapproduzione statunitense) Emanazione di una legge, l’Agricoltural Adjustement Act (AAA) che concedeva premi in denaro a quei coltivatori che avessero limitato i propri raccolti. Così si intendeva limitare la sovrapproduzione e contenere il calo dei prezzi Il National Industrial Recovery Act (NIRA) decreto che imponeva alle aziende un codice di disciplina produttiva (rinuncia al lavoro nero e al lavoro infantile, accettazione di minimi salariali). Gli imprenditori vennero sottoposti ad una serie di accordi vincolanti al fine di limitare la produzione e porre un freno al crollo dei prezzi Varo Si di una riforma modificò fiscale la radicalmente checoncezione prevedeva criteri del di tassazione ruolo dei sindacati: progressivi, Roosevelt non quindi aliquote più li considerò elevate per pericolosi i redditi più antagonisti delalticapitalismo, da combattere, Promulgazionema prese atto cheAct del Wagner rappresentavano ampie fasce che sanciva il diritto sociali e ne fece all’organizzazione sindacale, dei legittimi ilinterlocutori diritto di sciopero e il In politici. principio della potevano questo modo contrattazione essere utili collettiva per canalizzare in forme istituzionali il conflitto sociale che Roosevelt IL NEW DEAL Il governo Roosevelt varò una serie di provvedimenti che miglioravano, direttamente e indirettamente, le condizioni delle attività produttive e delle famiglie americana. INTERVENTI DIRETTI: Venne istituita la Tennessee Valley Authority (TVA) agenzia con il compito di sfruttare al meglio, tramite una serie di opere (tra cui la costruzione di imponenti dighe) le risorse idroelettriche del bacino del Tennessee Fu creata la Work Progress Administration (WPA) agenzia che impiegò 8 milioni di persone in enormi cantieri nei grandi bacini idroelettrici del Colorado. Si perseguì un progetto di sistemazione del territorio tramite un vasto programma di opere pubbliche (ponti, strade, ecc.). Ciò permise di dare lavoro a 2,5 milioni di disoccupati e di garantire alle industrie energia elettrica a basso costo. Social Security Negli anni Act: Trenta creazione furono di un gettate le moderno sistema pensionistico basi del Welfare State, Stato del e assistenziale benessere, unche prevedeva sistema in cuisussidi di disoccupazione lo Stato assicurava dei, indiritti generale, una ai primari protezione sociale cittadini, come di cui quello i lavoratori americani all’assistenza per chi sierano statiin trovava fino ad allora di condizioni povertà o quello ad una vecchiaia dignitosa garantita da una pensione. Mutò il rapporto fra Stato ed economia: nonostante l’affermazione dei liberisti più accaniti, l’intervento statale sotto il New Deal non aveva nessuna intenzione di sostituire l’iniziativa privata, ma solo di proporsi come elemento di regolamentazione del mercato, Le elezioni del 1936 e i risultati generali del New Deal Sia nel contesto della campagna elettorale che durante il suo mandato Roosevelt si era proposto come leader forte e rassicurante, capace di stabilire con le masse un contatto familiare e di infondere coraggio e speranza («chiacchierate al caminetto», conversazioni radiofoniche in cui il presidente illustrava settimanalmente ai cittadini lo stato dell’Unione) Elezioni presidenziali 1936: successo schiacciante di Roosevelt sul candidato repubblicano Alfred Landon (I mandato di Roosevelt: 1933-1937; II mandato: 1937-1941, III mandato: 1941-1945) Il programma rooseveltiano fu avversato dalle lobby, contrarie ad una politica pubblica di controllo economico (dei cambi, dei prezzi, delle banche) o di creazione diretta di posti di lavoro. La Corte suprema, dotata del potere di valutare la costituzionalità delle leggi votate dal Congresso, sede tradizionale degli interessi dei conservatori, respinse i decreti più sfavorevoli ai potentati economici, giudicandoli contrari ai dettami della Costituzione (poiché limitavano la libera iniziativa). Nel 1937 Roosevelt riuscì a sostituire alcuni giudici con elementi più favorevoli alle proposte della sua amministrazione I risultati economici del new Deal non furono entusiasmanti, tuttavia gli americani e gli osservatori del resto del mondo percepirono l’età rooseveltiana come un periodo caratterizzato da grande speranza e ottimismo New Deal Sintesi Nell’estate del 1932 la disoccupazione raggiunse la punta Effetti politici: massima, e il grave disagio prodottosi in tutto il Paese portò alla caduta del partito repubblicano e all’elezione di Roosevelt. Elezione Roosvelt L’insediamento del nuovo presidente avvenne nel febbraio del 1933, nel periodo più acuto della crisi, con la minaccia di crollo New Deal di gran parte delle banche: Roosevelt avviò allora una vasta politica di interventi statali, che fu dettata prima dalle necessità più urgenti, ma che andò poi via via assumendo forma più Interventi organica in quel sistema che venne detto New Deal. Questo statali prevedeva vasti interventi statali nell’economia, la guerra alle Svalutazio holding e ai trust, la nazionalizzazione di alcuni servizi pubblici ne essenziali e una nuova politica monetaria. Nell’inverno del 1933 il dollaro venne svalutato. Si cercò di dare lavoro, anche se ad orario ridotto, ai disoccupati per alimentare la loro fiducia nel futuro e per sostenere la domanda. Venne creato un sistema di assicurazioni obbligatorie contro infortuni, disoccupazione e vecchiaia e fu avviato un colossale programma di lavori pubblici, Vergalli - Lezione 1 Keynes e la nascita della Macroeconomia Opera più famosa: “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta” (1936). Approccio: è con Keynes che nasce la macroeconomia e la moderna politica economica; analisi incentrata sul breve periodo. Temi: equilibri di sottoccupazione dovuti a rigidità, imperfezioni ed altre situazioni di “fallimento del mercato” Motivazione: la Grande Depressione degli anni ’30, successiva alla crisi del 1929. Politica economica: occorre l’intervento “correttivo” dello Stato in economia. Origini della «rivoluzione keynesiana» L'opera di Keynes traeva stimolo dai problemi reali dell'epoca: gli effetti della Grande Depressione, che dopo la crisi finanziaria del 1929, con conseguente disoccupazione di massa. L'assenza di piena occupazione e la distribuzione arbitraria ed iniqua di reddito e ricchezza erano per Keynes i due maggiori fallimenti dell'economia di mercato. Esempi di politiche suggerite da Keynes: opere pubbliche, interventi sulle infrastrutture e nell'edilizia, altri tipi di investimenti pubblici. Dalla Grande Depressione si cominciò ad uscire quando, nel 1933, il Presidente Usa F.D. Roosvelt – con il New Deal – attuò un grande piano di interventi pubblici, per sostenere redditi e occupazione. IL NEW DEAL Il fondamento teorico dell’intervento statale in economia era rappresentato dal pensiero dell’economista inglese John Maynard Keynes (1884- 1946) che aveva messo in discussione la teoria economica liberista classica. Anche se Keynes non fu un collaboratore di Roosevelt, il suo pensiero influenzò profondamente le riflessioni e le decisioni del brain trust del presidente. L'allargamento delle funzioni di governo alla sfera economica secondo Keynes John Maynard Keynes, Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta in La storia contemporanea attraverso i documenti, a cura di Enzo Collotti e Enrica Collotti Pischel, Bologna, Zanichelli, 1974, pp. 207-208. «Lo stato dovrà esercitare un'influenza direttiva circa la propensione a consumare, in parte mediante il suo schema di imposizione fiscale, in parte fissando il saggio di interesse e in parte, forse, in altri modi. Per di più, sembra improbabile che l'influenza della politica bancaria sul saggio di interesse sarà sufficiente da sé sola a determinare un ritmo ottimo di investimento. Ritengo perciò che una socializzazione di una certa ampiezza dell'investimento si dimostrerà l'unico mezzo per consentire di avvicinarci alla occupazione piena; sebbene ciò non escluda necessariamente ogni sorta di espedienti e di compromessi coi quali la pubblica autorità collabori con la privata iniziativa. Ma oltre a questo non si vede nessun'altra necessità di un sistema di socialismo di stato che abbracci la maggior parte della vita economica della collettività. Non è la proprietà degli strumenti di produzione che è importante che lo stato si assuma. Se lo stato è in grado di determinare l'ammontare complessivo dei mezzi dedicati ad L'allargamento delle funzioni di governo alla sfera economica secondo Keynes Giacché questa varietà preserva le tradizioni in cui si sono incorporate le scelte più sicure e meglio riuscite delle generazioni passate; colora il presente con la diversificazione della sua fantasia; ed essendo l'ancella dell'esperimento oltre che della tradizione e della fantasia, è lo strumento più potente per migliorare il futuro. La nostra critica della teoria dell'economia classica generalmente accettata è consistita non tanto nel trovare crepe logiche nella analisi, quanto nell'indicare che i suoi presupposti non sono soddisfatti mai o quasi mai, e che di conseguenza essa non può risolvere i problemi economici del mondo reale. Ma se le nostre autorità centrali di controllo riuscissero a stabilire un volume complessivo di produzione corrispondente all'occupazione piena fin dove è possibile, la teoria classica si affermerà di nuovo da quel punto in avanti. [...] I controlli centrali necessari ad assicurare l'occupazione piena richiederanno naturalmente una vasta estensione delle funzioni tradizionali di governo. Inoltre la teoria classica moderna ha essa stessa richiamato l'attenzione sulle diverse condizioni nelle quali il libero gioco delle forze economiche deve venir moderato e guidato. Ma rimarrà ancora gran campo all'esercizio dell'iniziativa e della responsabilità individuale. Entro questo campo, i vantaggi tradizionali dell'individualismo varranno ancora. Fermiamoci un momento a ricordare a noi stessi quali sono questi vantaggi. [...] Il vantaggio dell'efficienza e del decentramento delle decisioni e della responsabilità individuale è forse ancora maggiore di quanto supponesse il diciannovesimo secolo; e può darsi che la reazione contro l'appello all'interesse personale sia andata troppo innanzi. Ma soprattutto l'individualismo, se lo si può purgare dei suoi difetti e dei suoi abusi, è la miglior salvaguardia della libertà personale, nel senso che, in L'allargamento delle funzioni di governo alla sfera economica secondo Keynes Mentre quindi, l'allargamento delle funzioni di governo, richiesto dal compito di equilibrare l'una all'altro la propensione a consumare e l'incentivo ad investire, sarebbe sembrato ad un pubblicista del diciannovesimo secolo o ad un finanziere americano contemporaneo una terribile usurpazione ai danni dell'individualismo, io lo difendo, al contrario, sia come l'unico mezzo attuabile per evitare la distruzione completa delle forme economiche esistenti, sia come la condizione di un funzionamento soddisfacente dell'iniziativa individuale. Giacché se la domanda effettiva è deficiente, non soltanto vi è l'intollerabile scandalo pubblico dei mezzi sprecati, ma il singolo imprenditore che cerca di mettere in azione questi mezzi opera con tutte le possibilità sfavorevoli contro di lui. Nella partita d'azzardo che egli gioca vi sono molti zeri, cosicché i giocatori in complesso perderanno se hanno l'energia e la speranza di giocare tutte le carte. Finora, l'incremento della ricchezza mondiale è risultato inferiore al complesso dei risparmi individuali positivi; e la differenza è costituita dalle perdite di coloro al cui coraggio ed alla cui iniziativa non è andata congiunta un'abilità eccezionale o una buona fortuna non comune. Ma se la domanda effettiva è adeguata saranno sufficienti l'abilità media e la buona fortuna media. I sistemi moderni di stato autoritario sembrano risolvere il problema della disoccupazione a scapito dell'efficienza e della libertà. È certo che il mondo non tollererà ancora per molto tempo la disoccupazione che, salvo brevi intervalli di eccitazione, è associata — e, a mio parere, inevitabilmente associata — con l'individualismo capitalista d'oggigiorno. Ma può essere possibile, mediante una corretta analisi Innovazioni Keynes nelle teorie economiche Keynes è il padre riconosciuto della moderna macroeconomia. Innovazioni specifiche: 1. L’economia di mercato spesso conduce a equilibri di sotto-occupazione. Il reddito non è sempre fissato al livello di piena occupazione; bisogna spiegare cosa determina tali equilibri e come uscirne. 2. Reddito determinato dal lato della domanda. ◦ Rigettata la “legge di Say” dei classici, secondo cui l’offerta crea la propria domanda. 3. Nella domanda effettiva di Keynes assumono particolare rilevanza i consumi e gli investimenti. E’ con Keynes che nasce la funzione del consumo macroeconomica, con una propensione marginale al consumo minore dell’unità. Gli investimenti sono una funzione inversa del tasso d’interesse, ma sono molto instabili a causa degli animal spirits. L’equilibrio dei mercati Se: C = c0 + c1 Y c0>0, 0