Internet CAP. 20 PDF
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This document presents a historical overview of the internet, discussing its development, legal implications, and evolving role in society's digital landscape.
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INTERNET CAP. 20 STORIA INTERNET è il fenomeno telematico conseguente all’interconnessione in orizzontale di più macchine allo stesso tempo. La rete è il fenomeno che passa per macchine e reti. È il fenomeno telematico conseguente alla interconnessione dei computer che, attraverso l'utilizzo di d...
INTERNET CAP. 20 STORIA INTERNET è il fenomeno telematico conseguente all’interconnessione in orizzontale di più macchine allo stesso tempo. La rete è il fenomeno che passa per macchine e reti. È il fenomeno telematico conseguente alla interconnessione dei computer che, attraverso l'utilizzo di diverse reti di telecomunicazioni esistenti possono dialogare utilizzando protocolli univoci e servizi di comunicazione standardizzati. La novità è che è in orizzontale, siamo tutti pari: non c'è un soggetto broadcasting e un altro receiving, siamo entrambi allo stesso tempo. L'altra caratteristica è che la rete è una serie di protocolli, linguaggi: linguaggio e- mail, world wide web, news, chat, ftp. STORIA Nel 1996 si prende per la prima volta in considerazione internet. Il caso vede uno studente inibito dal mettere online del materiale propagandistico. Insorge a difenderlo l'american civil liberties union. Vincono la causa davanti alla corte suprema e, nella decisione, la corte suprema americana dice per la prima volta cos'è internet: "il più potente e pervasivo strumento di libertà del pensiero mai creato dall'uomo". Tuttavia, oggi sappiamo che ha anche dei limiti e può essere pericoloso. È la prima volta che abbiamo un mezzo a libero accesso dove noi scegliamo i contenuti, le pagine dove andiamo. Questa struttura paritaria è la novità assoluta. Ne consegue che c'è una libera immissione dei contenuti e un tendenziale libero utilizzo di tutte le risorse. In quei primi giorni di definizione di internet c'è anche l'idea che a differenza della stampa, tv e reti telefoniche, nessuno è padrone di internet. Non è proprio così perché qualcuno decide la velocità, i nodi delle connessioni, potrebbe spegnerlo. STORIA Giuridicamente i giuristi hanno sempre avuto un problema con internet. Il problema di internet è che non c'è il territorio. Quindi come si può sostenere un sistema di regole se non c'è un territorio a cui ci si riferisce? La principale difficoltà sorge considerando che: - Lo stato è il soggetto legittimato a generare un sistema legale - lo stato ha come elementi costitutivi popolo, territorio e potere sovrano riconosciuto - Lo spazio digitale non ha un popolo definito, non si riferisce a nessun territorio, e quindi non c'è legittimazione per alcun potere riconosciuto STORIA Nel passato si è cercato di attribuire alla rete una dimensione sua. Il cyberspazio ha una sua dimensione e quindi nessuno stato ha giurisdizione in questo spazio ulteriore; perciò, i cybernauti hanno una sorta di legittimizzazione, una loro sovranità. Quindi, all'inizio c'erano speranza di libertà estrema. Il problema è che: L'idea che la rete abbia una soggettività propria è un atteggiamento sbagliato perché è come ritenere che abbia una vita propria ---> rinuncia a governarla. Ma in realtà internet è una macchina, un insieme di linguaggi e protocolli. L'idea che ciò che succede in rete non fa male. Anche questa è un'idea sbagliata. L'idea che tutto sia gratuito, che il digitale tendenzialmente debba essere gratis Tutte queste false illusioni ci portano in un primo momento a rinunciare di dare una regolazione a internet. STORIA Da qualche tempo si sta diffondendo il dibattito attorno a una possibile: Costituzionalizzazione della rete: diritto ad essere connessi, luogo che dobbiamo usufruire in modo proficuo Costituzione per la rete: le regole in rete Le due espressioni ci dicono che internet ha acquisito una rilevanza costituzionale, ma hanno un significato molto diverso Nella società dell'informazione questa relazione si evolve, diventa cruciale e potenzialmente pericolosa. Se i beni sono al centro del nostro sistema economico, il diritto più importante è il diritto di proprietà di quei beni. L'atto giuridico più importante è il contratto di compravendita. STORIA Rifkin dice che nella società dell'informazione al bene si sostituisce il dato. I dati diventano gli oggetti più importanti delle prossime economie. Il diritto più importante non è più la proprietà, ma l'accesso ai dati. L'unione europea sta sempre più regolamentando l'accesso alla rete come diritto fondamentale. Caso in merito ad eccesso web per detenuti per studiare. Secondo la corte europea internet non ritiene che sia ancora un diritto fondamentale, ma è un mezzo attraverso cui esercitar diritti fondamentali ---> Internet come servizio pubblico Frank La Rue dà una delle prime definizioni di internet. Definizione strumentale: "internet è definito come mezzo fondamentale attraverso il quale è possibile esercitare la libertà di opinione e di espressione garantita dall'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 e del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966”. STORIA In Italia abbiamo approvato una dichiarazione dei diritti di internet dalla camera dei deputati. "internet ha contribuito in modo decisivo a ridefinire lo spazio pubblico e privato, a strutturare le relazioni tra le persone e tra queste e le istituzioni, ha cancellato i confini e ha costruito nuovi modi di produzione e uso della conoscenza, ha ampliato la possibilità di intervento diretto da persone nella sfera pubblica, ha modificato l’organizzazione del lavoro, ha permesso lo sviluppo di una società più aperta e libera, internet deve essere considerata come una risorsa globale che risponde al criterio dell’universalità”. Internet è estensione del nostro essere. DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DI INTERNET: ART. 2 "l'accesso a internet è diritto fondamentale della persona e condizione per il suo pieno sviluppo individuale e sociale" Se dico che internet è un diritto fondamentale, significa che devo garantire a tutti i cittadini una possibilità di accesso alla rete efficiente. Ogni persona ha eguale diritto di accedere a Internet in condizioni di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale Il diritto fondamentale di accesso a internet deve essere assicurato nei suoi presupposti sostanziali e non solo come possibilità di collegamento alla rete L'accesso comprende la libertà di scelta per quanto riguarda dispositivi, sistemi operativi e applicazioni anche distribuite Le istituzioni pubbliche garantiscono i necessari interventi per il superamento di ogni forma di divario digitale tra cui quelli determinati dal genere, dalle condizioni economiche oltre che da situazioni di vulnerabilità personale e disabilità DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DI INTERNET Si è cercato di cambiare la costituzione con l'articolo 21 bis: "tutti hanno uguali diritto di accesso a internet, su un piano di parità, con metodi tecnologicamente appropriati e che rimuovono ogni ostacolo di ordine economico e sociale. La legge stabilisce misure adeguate a prevenire le violazioni dei diritti” Tuttavia, non ha funzionato: il divario digitale deve essere preso in considerazione. Il divario digitale è il divario tra coloro che hanno un effettivo accesso all'informatica e chi è parzialmente o totalmente escluso. Il digital divide include anche disparità nell'acquisizione di risorse o competenze per partecipare alla società dell'informazione. Il digital divide è anche culturale e sociale: le persone navigano la rete in maniera non produttiva o hanno qualche forma si discriminazione DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DI INTERNET Il digital divide deve essere misurato: Non solo con il numero di connessioni internet, o considerando la sua velocità (digital divide strutturale) Ma anche e ancor più come il riflesso delle disuguaglianze preesistenti all'introduzione delle TIC, basate sul sesso, l'età, l'istruzione, la ricchezza, l'ottima conoscenza della lingua inglese, il luogo di vita e il lavoro (digital divide sociale) Per reagire a questo, alcuni paesi dell'America latina hanno incluso nelle loro costituzioni una serie di regole che forniscono una serie di garanzie sull'uso e sulla circolazione dei dati. Questi paesi hanno deciso di procedere alla definizione di diritti costituzionali relativi alle nuove tecnologie dell'informazione. Prende il nome di habeas data: il riconoscimento di una dimensione ulteriore di diritti relativi ai nostri dati. DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DI INTERNET Dall'altra parte, ci sono paesi come l'Italia che hanno deciso di intervenire in un altro modo. Si pensa che i cittadini saranno portati a digitalizzarsi da una digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni per accelerare la trasformazione digitale delle società e delle economie europee. Se sono obbligato a relazionarmi con le pubbliche amministrazioni, ci si riesce a digitalizzare attraverso la digitalizzazione dell'offerta pubblica. La corte costituzionale ha ricevuto una causa del veneto. Non solo è un principio, ma devi anche aiutare i cittadini che non sono alfabetizzati ad utilizzare questi servizi. Bisogna rendere pronti i cittadini. Si passa da digital first a digital must. Il 27% delle risorse totali del piano nazionale di ripresa e resilienza sono dedicata alla transizione digitale OPINIONI E SOLUZIONI DEGLI STUDIOSI - La tesi di Gunther Teubner: l'emergere di una molteplicità di costituzioni civili, prodotte da sottosistemi autonomi della società civile, che devono essere imposti come risultato di dinamiche sociale ed economiche, è a scapito dei tradizionali poteri politici e costituzionali. La seconda prospettiva è la regolazione dentro la rete. Che sistema di diritti e regole vige dentro la rete? Come si regola la vita online? Ci sono vari modi di proporre una soluzione a questo problema. Teubner dice che la legge arriva fino a un certo punto, poi le persone si regolano da sole. I corpi sociali si regolano da soli. La rete si produrrà da sola delle regole. La convivenza in rete genererà delle regole per la vita in rete. OPINIONI E SOLUZIONI DEGLI STUDIOSI Tuttavia, l'autoregolamentazione funziona fino ad un certo punto perché i più forti tendono a prevalere. - Alcuni studiosi propongono a livello ONU un codice dettagliato per la vita online che tutti i paesi del mondo condividono. Altri propongono delle carte dei principi internazionali. Queste carte non hanno la forza vincolante e coercitiva della legge. - Lawrence Lessig pensa invece a quattro strumenti da utilizzare: legge, autoregolamentazione, mercato, architettura. La vita in rete è regolata da questi quattro fattori. I beni che girano su questo mercato non sono rivali. OPINIONI E SOLUZIONI DEGLI STUDIOSI Architettura: Come sono costruite le macchine ci costringe a certi comportamenti. Non li consideriamo limiti alla nostra libertà come nel mondo fisico, è una forzatura di comportamento. La tecnologia è interpretazione della realtà. Le aziende private la interpretano per noi. - Soluzione giurisprudenziale: il codice per tutto il mondo non funziona, perciò si lascia ai giudici la costruzione di un sistema di regole. Le norme nascono nelle corti. Invece di pensare prima ad una codificazione si lasciano le cose nelle mani dei giudici, a seconda dei casi che ricevono. INTERNET RIDEFINISCE: Il rapporto tra potere e opinione pubblica (caso wikileaks e data gate) - Il rapporto tra regolamentazione pubblica e autoregolamentazione privata (caso indipendent oversight board di Facebook e Instagram (comitato indipendente di vigilanza): ha il potere di decidere quali contenuto postati dagli utenti eliminare o mantenere La crescita di questi rispetti corrisponde alla crescita di questi privati. Es: Twitter che elimina il profilo di Trump. LA NEUTRALITÀ DELLA RETE Da una parte le aziende di telecomunicazioni e dall'altra le aziende OTT La net neutrality è il principio secondo cui tutti coloro che entrano in rete, date le loro condizioni di partenza, devono poter stare online alle stesse condizioni degli altri. La rete non può discriminare. Questo ha effetti ampi, ad esempio ha effetto sul fatto che non si può discriminare in base al dispositivo che si sceglie. Coloro che sono contrari alla net neutrality vorrebbero che questo principio terminasse e che ci fossero condizioni diverse per lo stare in rete. Si tratta di grandi produttori di server, le aziende di telecomunicazione che costruiscono le reti. Sono contrari perché se tutti abbiamo diritto di entrare e stare in rete alle stesse condizioni degli altri, loro non ci guadagnano nulla. L'unica fonte di guadagno per loro è attraverso il pagamento dell'abbonamento. Compagnie come Amazon, eBay, Google, Microsoft, Yahoo sono favorevoli perché ricevono un guadagno anche attraverso le pubblicità e i dati che prendono. LA NEUTRALITÀ DELLA RETE Il problema non si era posto, fino a quando Trump non ha fermato l'atto che affermava la neutralità della rete proposto da Obama. Biden nel 2021 è ritornato alla neutralità della rete. In Europa si è affermata da tempo la scelta della neutralità della rete. Di conseguenza, si è preferito sostenere le reti che operano in rete piuttosto quelle che forniscono servizi di telecomunicazioni. Dietro al principio di neutralità della rete esiste anche un sentire democratico. C'è anche la concezione della rete come un diritto fondamentale. In Italia c'è una dichiarazione nell'articolo 4 che dice che: - Ogni persona ha il diritto che i dati trasmessi e ricevuti in internet non subiscano discriminazioni, restrizioni o interferenze in relazione al mittente, ricevente tipo o contenuto dei dati, dispositivo utilizzato, applicazioni o, in generale, legittime scelte delle persone. IL CASO DEI BIG DATA Altro tema problematico sono i big data. Caratteristiche: - La quantità straordinaria di dati ---> volume - La varietà delle fonti: questi dati sono di tutti i tipi, anche sensibili ---> variety - La velocità di elaborazione ---> velocity Un meccanismo digitale che sa elaborare ad altissima velocità una miriade di dati provenienti da fonti diverse. IL CASO DEI BIG DATA Perché sono un problema? Alterano il nostro modo di concepire la ricerca online. Facciamo un lavoro di selezione della domanda giusta quando facciamo una ricerca su Google. Il nostro problema è selezionare tra tutti i risultati. I big data cambiano questo paradigma perché la coerenza tra la domanda e la risposta diventa superflua: la vera qualità dei big data è qualcosa che non ci aspettavamo. La capacità predittiva è enorme e assolutamente scollegata con le informazioni che noi immettiamo, a differenza di Google su invece si basa su di essa. Negli small data conta la qualità dei dati immessi, nei big data conta la quantità. Questo conferisce una capacità predittiva straordinaria di queste aziende. Altera il mercato e il modo di fare ricerca. IL CASO DEI BIG DATA Due problemi: - Problema della concorrenza. Le aziende che dispongono dei big data buttano fuori dal mercato quelle piccole che non le hanno. - Possiedono anche dati sulla nostra salute, dati oggettivi e dati personali. Forniamo una materia prima del risultato di quel prodotto, ma non ne siamo proprietari e non ci guadagniamo nulla Altro problema di riservatezza (GDPR). Il GDPR ha previsto due metodi per contrastare il fatto che i dati sensibili di una persona vanno nei big data. - Il primo metodo è che quei dati vengano immessi in modo anonimo. Tuttavia, rendere anonima l'informazione non è sempre utile alla ricerca; - perciò, l'altra soluzione che prevede il GDPR è di usare pseudonimi. Quindi, conservo tutte le informazioni di controllo ma non le posso più riferire ad una persona precisa. GLI ALGORITMI Google cambia il suo algoritmo: prima la risposta era basata oggettivamente sulla nostra domanda, dal 2014 personalizza le risposte e ci profila, si informa, sedimenta informazioni su di noi e risponde in base all'idea che Google si è fatta di noi. Dopo Google, anche gli altri OTT iniziano a profilare. Il problema viene sintetizzato in due fenomeni non alternativi che questo provoca: - Eco chamber: se la rete asseconda sempre chi crede che noi siamo, noi siamo portati ad assecondare sempre noi stessi e a fare sempre le stesse ricerche, ad escludere opinioni diverse dalle nostre. La crescita di fenomeni estremisti è stata imputata a questa condizione della rete. Non fa bene alla democrazia, che è l'incontro e il confronto con il diverso. - Filter bubble: se veniamo profilati e le risposte che riceviamo sono sempre più basate su chi pensa che la rete noi siamo, questo significa che ci arrivano solo notizie in armonie con chi noi abbiamo dimostrato di essere e significa che certe informazioni non ci arriveranno mai. La nostra sfera di informazione, di conseguenza, è limitata dall'immagine che la rete ha di noi. GLI ALGORITMI L'anno scorso le nazioni unite hanno fatto un primo passo verso questo problema, chiedendo agli OTT di adottare una serie di raccomandazioni, tra cui non costruire più algoritmi che ci possono profilare. Google ha detto che smetterà di profilare. Il problema è che : - Google ci guadagna profilandoci - Google è un soggetto privato, rappresenta quasi un monopolio Sempre più spesso, algoritmi simili sono stati usati per prendere decisioni pubbliche, come i concorsi. L'uso automatizzato di calcoli non era ritenuto opportuno. Tuttavia, l'uso degli algoritmi è opportuno nel momento in cui: - Si sa che c'è un algoritmo - L'algoritmo deve essere scritto in modo equo - Non ci deve essere solo l'algoritmo, ma anche un pezzo di valutazione umane Nelle decisioni sempre più automatizzate queste sono le tre condizioni da rispettare. GLI ALGORITMI Block chain: algoritmi passivi che registrano le transazioni online (nate per la compravendita online di bitcoin). È un meccanismo per costruire la reputazione online. Ha altre caratteristiche: - Non è hackerabile, non c'è modo di intervenire e modificare i dati perché è presente su un numero enorme di server al momento - Se questo meccanismo funzionasse noi potremmo progressivamente sostituirlo ad una serie di funzionari pubblici, come i notai. Altri prevedono che potranno sostituire i governi.