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Gandini

Galileo Galilei

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science and religion Galileo Galilei history of science philosophy of science

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This document discusses Galileo Galilei's perspective on the relationship between science and religion, highlighting his belief in the independence of scientific inquiry. It explores how Galileo's work challenged the prevailing Aristotelian worldview, and how his observations led to a new understanding of the cosmos.

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Galileo Galilei (1564-1642, quasi 80 anni) E’ un matematico ma con una formazione umanistica, sa di letteratura, logica e retorica, ha frequentato l'accademia fiorentina in cui ci studiava Dante e Torquato tasso, si sposta tra pisa e padova (toscana e veneto) Verrà processato dalla santa inquisizio...

Galileo Galilei (1564-1642, quasi 80 anni) E’ un matematico ma con una formazione umanistica, sa di letteratura, logica e retorica, ha frequentato l'accademia fiorentina in cui ci studiava Dante e Torquato tasso, si sposta tra pisa e padova (toscana e veneto) Verrà processato dalla santa inquisizione negli anni 30 del 1600. Era fervidamente credente, lui con la sua teoria non vuole correggere la bibbia (la bibbia è alla portata morale di fede dell'uomo o è un testo scientifico?) Va in contraddizione di una lettura della genesi. Quando leggo un libro devo sapere il contesto e il pensiero del tempo. Genesi: dopo che il popolo ebraico viene catturato dai babilonesi. L'esodo viene scritto prima (secondo ebrei) Genesi scritta quando sotto Ciro (persiani) quando ci sarà la cattività babilonese Libro sapienziale: portata etica, contenuti morali e di fede Per combattere l'eresia alcuni contenuti della bibbia sono stati affermati universalmente (non si può andare contro la parola di dio) Poichè 50 Anni prima: sette eretiche che danno problemi alla chiesa. Durante Galileo siamo nel bel mezzo di una controriforma, che era firme con le leggi. C'era un dibattito interno alla chiesa stessa. Controriforma - Per difendersi contro ciò che aveva fatto Lutero (precede tutto l'illuminismo), ogni sapere deve essere fatto in accordo alla bibbia Il problema di lutero è che butta via tutta la traduzione. Se non ho bisogno di intermediari per leggere la bibbia perché posso leggere le scritture da solo con la ragione, allora non mi serve più il clero e il papa. La fede diventa intima mentre secondo la chiesa doveva essere il contrario. Un ragionamento di Galileo non è possibile in quel momento storico. Se Lutero è andato a mettere in crisi la fede cristiana in base al modo in cui vengono lette le scritture accade che ogni forma di sapere deve trovarsi in accordo con quanto scritto nella bibbia. Se il problema delle eresie parte da come le scritture sono state intese allora bisogna sorvegliare il modo in cui mi riferisco al testo sacro, se il testo è sacro non deve essere messo in discussione. Tutto ciò che va a mettere in crisi ciò che va a dire la bibbia non può essere tollerato. Fin da quando esistono i testi sacri, il problema di come andassero lette le scritture era già presente. Per l'ebreo c'è la Torah (che coincide con il pentateuco) Come va letta? questione ermeneutica ( di interpretazione ) già presente nella fede ebraica. La chiesa va a stringere il campo interpretativo della bibbia. Problema: come la chiesa cattolica di quel periodo intende le scritture Nelle lettere copernicane Galileo dice che tanto la natura quanto la bibbia derivano necessariamente da dio, la natura in quanto creato e la bibbia in quanto rivelazione Secondo Galileo quei contrasti tra verità scientifiche e verità religiose sono dei contrasti apparenti, cioè il problema effettivo è rivedere l'interpretazione del testo sacro. Le scritture siccome parlano a popoli (contesto non avanzato dal punto di vista scientifico) culturalmente non avanzati hanno dovuto adattare il proprio linguaggio ai destinatari. (linguaggio molto fisico, non metafisico) [Dio che si coinvolge con l'uomo, detto “adonai” mio signore] La Natura ha le proprie leggi immutabili che non si piegano alle esigenze umane. Ha un suo codice (leggi fisiche universali) e un suo canone. Io quelle leggi le guardo con l’occhio della matematica. Lo scopo della bibbia non è fornire delle verità scientifiche ma parlare delle verità antropologiche (il tema della bibbia è l'uomo e il suo rapporto con dio e con gli altri) Quindi anche scopo morale e etico. NB. Simon Weil dice che la bibbia è una grande antropologia Scienze: campo delle verità naturali portata naturalistica Bibbia: portata antropologica L'autore è il medesimo, le finalità sono diverse. L'errore che fanno i teologi secondo Galileo è pretendere che la bibbia contenga verità scientifiche sulla natura (problema già avuto dagli ebrei prima di cristo) (non c'entra) Gli ebrei si dividono in scuole con capi dei rabbini ( si differenziano in base a come interpretano le scritture) se per l'ebreo la parola di dio è infinita allora anche le interpretazioni sono infinite. Dio è autore sia della sua rivelazione biblica che del creato. La scienza fino ad allora era ancora legata alla visione aristotelico-tolemaica. Dal 4 sec ac in poi ciò che veniva definito scienza custodiva quei caratteri predicati da aristotele, scienza che si basava su quello che aristotele aveva scritto nel suo “Organon” (grande libro scientifico di aristotele, scrive presupposti della sua indagine del reale) Quello che è il linguaggio aristotelico si era collegata alla concezione tolemaica che aveva schema geocentrico, al centro delle sfere concentriche c'è la terra. Galileo, Keplero e Copernico mettono tutti in discussione questo sistema. Colpiscono concetti di perfezione astrale (dei corpi celesti) e incorruttibilità. Tutta quella scienza che sposta l'astronomia sul piano eliocentrico mette in difficoltà questi due concetti. Galileo, Keplero e Copernico si basano su vari scoperte: Scoperta delle macchie lunari: si scopre che la luna ha dei crateri e quindi delle montagne. mette in crisi l'idea della perfezione dei cieli (il fatto che tutto ciò che è formato da etere sia perfetto) Scoperta dei satelliti di giove (4) che ruotano attorno a giove: Se come dice copernico, giove ruota con i propri satelliti attorno alla terra, perché non potrebbe essere possibile per la terra che ha un satellite che si chiama luna girare intorno al sole, questo confuta teoria aristotelica dei nuclei immobili. Ciò diceva che la terra è immobile e che sono gli astri che gli girano intorno. Scoperta macchie solari: punti più o meno intensi: mette in discussione l'incorruttibilità dei corpi celesti. In teoria dovrebbe sfuggire al divenire perché è nella sfera celeste, mentre il sole in realtà è soggetto a dei processi. (mentalità greca: più lontano dal divenire, più imperfetto e corruttibile mentre se sei più vicino al divenire sei più vicino a dio e incorruttibile) Le fasi di venere: ci rivela che i pianeti non godono di luce propria ma di luce riflessa. (in base ad alcuni momenti dell'anno tu riesci o meno a vedere Venere rispetto a come rimbalza luce sole) Ma se questo vale per tutti i pianeti, perché non dovrebbe valere anche per la terra? Io noto che nel cielo c'è un'infinità di stelle, anzi noto che addirittura in base ai periodi dell'anno, alcune si vedono e alcune no, suppone (Galileo e altri) la teoria dell'infinità delle stesse, contrario alla teoria delle stelle fisse (ne parla pure dante) Viene messo in discussione il sistema di matrioska della sfera celeste, mettendo in crisi e paragonando il movimento terrestre a quello degli altri pianeti, si cerca di affermare che il centro dell'universo sia il sole. Metodo della scienza dal 600 in poi: metodo (strada dal greco) Il nuovo metodo è fatto di due momenti: Momento risolutivo o analitico: nell'approcciarsi alla realtà, nell'incontrare un fenomeno, lo scompongo nei suoi elementi più semplici, in dati, lo divido nei suoi elementi quantitativi e misurabili per formulare un'ipotesi matematica e fine ultimo è arrivare ad una legge Momento compositivo o sintetico: è il momento della verifica, dell'esperimento in senso stesso, cerco di riprodurre il fenomeno artificialmente, se l'ipotesi è inverata, io posso passare alla formulazione della legge che viene verificata, inverata. Momento risolutivo è preambolo di quello sintetico. Come si arriva alla legge? Galileo parla di: Sensate esperienze: esperienza fatta completamente dai nostri sensi, il momento osservativo-induttivo, osservo dei fatti e delle cose particolari e il particolare mi porta a formulare un'ipotesi di legge Necessarie dimostrazioni: indicano il momento ipotetico-deduttivo Sono nell'ambito della deduzione, indica quei ragionamenti logici che io svolgo col linguaggio della matematica, parto da ambito logico e con deduzione arrivo a formulare un'ipotesi. Dall'intuizione, lo scienziato deduce il comportamento probabile di alcuni fatti. (reazione da verificare) L'uno implica necessariamente l'altro. Le sensate esperienze rivelano sempre un riferimento alle dimostrazioni necessarie. Tutte le esperienze osservative sono già determinate da un'ipotesi. Una pre ipotesi che sceglie cosa osservare di un fenomeno particolare. Metodo è frutto di un processo, più autori interpretano la realtà in una nuova maniera Filosofia moderna parte dal problema gnoseologico, in base a ciò creare una maniera di studiare la realtà, interpretare il rapporto con me stesso e con gli altri. Scienza, autocoscienza, società e politica. Tutti i grandi pensatori della modernità, sono pensatori scientifici e politici. Nel momento in cui mi approccio a questi fenomeni, il mio sguardo nell'osservare la realtà è già orientato, l'atto con cui io osservo la realtà è già di per sé informato. Cioè sto già applicando un'interpretazione alla realtà. Nel momento in cui mi approccio al reale, io mi approcciò già con un'ipotesi conoscitiva di partenza. Heidegger: pre comprensione, ho delle ipotesi dentro di me già prima di conoscere qualcosa Le mie sensate esperienze non sono mai casuali, non sono mai dirette dal caso ma sono già sotterraneamente direzionate da un ipotesi. Alla stessa maniera le necessarie dimostrazioni non sarebbero tali con il dato di realtà che mi danno i sensi, riesco a tradurre in linguaggio logico matematico grazie a quei dati. Galileo, Cartesio rivoluzionano l’astronomia e il processo di conoscenza Adesso non c'è una netta divisione tra soggetto e oggetto, che invece c'era con Tommaso D'aquino Quando noi parlando del metodo scientifico parliamo di esperienza, non dobbiamo intenderla come l'esperienza ordinaria, quindi c'è una rottura. Esperienza ordinaria, il “mi sembra”, il senso comune, il fermarsi alla prima concezione di un fatto o fenomeno. C'è il rischio di rendere valida un'apparenza, dare i caratteri della validità a un'apparenza. Galileo sta mettendo a tema il fatto che il mondo come viene percepito dal senso comune, non è il mondo della fisica, il mondo delle apparenze, il mondo del mi sembra non è valido (lo diceva platone, con la doxa=opinione e mi sembra episteme= la verità necessaria al linguaggio.) Il concetto di esperienza per galileo e per il metodo scientifico moderno, è un concetto che deve mettere in discussione le prime apparenze, i primi dati che noi incontriamo nel processo conoscitivo, non puoi fermarti alle prime apparenze di qualcosa ma devi approfondirlo. Per contrastare le apparenze serve quindi un esperimento in quanto più io interrogo il fenomeno più io vado a fondo. Ricreo dinamica e arrivo alla legge. Ma che cos'è la VERIFICA? Non è semplicemente la conferma dei sensi. La verifica è una procedura complessa, articolata, attraverso cui cerco di riprodurre il fenomeno attraverso una riproduzione semplificata (cerco di eliminare elementi di ostacolo), riproduco l'essenziale. Ma nel momento in cui la verifica non è possibile? Si ricorre agli esperimenti mentali -> si fa appello a una fisica ideale (teorica): tengo conto di tutti quei dati scientifici e in base ad essi traccio degli esperimenti mentali. Il punto di verifica rimane sempre l'esperimento concreto: ogni teoria è considerata scientifica solo dopo essere stata inverata da un esperimento. Quali sono i presupposti filosofici? Indicano tipo della visione della realtà che permette un certo sguardo sulla realtà: Il cosmo ha una struttura matematica: l'ordine della realtà è geometrico. Quindi l'essenza dei fenomeni è geometrica e serve linguaggio matematico. Noi in questo nostro universo ragioniamo così, ma chi ci dice che sia l'unico linguaggio? Distinzione tra proprietà oggettiva e soggettiva: accento posto su elementi quantitativi e non qualitativi. Io non considero le qualità relative (per Aristotele -> accidenti) ma solo la realtà in quanto tale. L'uniformità della natura: la natura è ontologicamente strutturata in base a delle leggi generali e immutabili cioè sempre valide, universali. Leggi che sommamente rispondono al principio di causa-effetto. La natura è un sistema. L'identica certezza tra la conoscenza umana e quella divina: la conoscenza umana e quella divina variano rispetto alla modalità di apprendere. La nostra conoscenza è progressiva mentre quella divina è immediata. La conoscenza umana è un poligono all'interno di un cerchio -> non arriverà mai a sovrapporsi. La scienza ha la pretesa di individuare le leggi necessarie della realtà che sono quelle che il creatore ha inserito nella realtà stessa. Posizione di Galileo -> realismo gnoseologico (conoscitivo). Galileo crede nella conformità tra ciò che la scienza sostiene e l'ordine del mondo. Questo principio verrà messo in discussione da Kant. Fra soggetto e oggetto c'è un collegamento di corrispondenza. Fra la matematica e la natura c'è sempre un accordo, la scienza non è altro che lo specchio della realtà dei fenomeni. La conoscenza umana deve rispettare ciò che dice la natura riguardo i fenomeni.

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