Summary

Questo documento è un riassunto della filosofia, con un focus particolare su Eraclito e Parmenide, due importanti filosofi presocratici. Il documento descrive i concetti fondamentali del pensiero di entrambi i filosofi, tra cui l'idea del divenire, dell'unità dei contrari, del logos e della dimostrazione per assurdo.

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FILOSOFIA RIASSUNTO: Eraclito: Eraclito di Efeso, vissuto intorno al 500 a.C., è una figura chiave della filosofia presocratica, noto anche come "l'Oscuro" per la natura enigmatica e apparentemente contraddittoria del suo pensiero. Questa oscurità non era intenzionale, ma derivava dalla profondità...

FILOSOFIA RIASSUNTO: Eraclito: Eraclito di Efeso, vissuto intorno al 500 a.C., è una figura chiave della filosofia presocratica, noto anche come "l'Oscuro" per la natura enigmatica e apparentemente contraddittoria del suo pensiero. Questa oscurità non era intenzionale, ma derivava dalla profondità e dalla complessità delle sue idee, espresse in uno stile oracolare e ricco di metafore. Il filosofo è convinto che non tutti sono in grado di fare filosofia e quindi di accedere alla verità. La maggioranza delle persone sono definite come “dormienti” ovvero incapaci di aprire gli occhi. Eraclito utilizzava un linguaggio denso, aforistico e spesso paradossale, che rendeva difficile la comprensione immediata dei suoi concetti. Le sue affermazioni erano spesso concise e ambigue, lasciando spazio a diverse interpretazioni. affrontava temi complessi come il divenire, l'unità dei contrari e la natura del logos, che richiedevano una riflessione attenta e profonda per essere compresi appieno. Eraclito si contrapponeva al pensiero comune e alle opinioni diffuse, invitando a superare l'apparenza delle cose per cogliere la verità nascosta. Questo suo atteggiamento critico e anticonformista contribuiva a renderlo incompreso ai più. I concetti fondamentali del pensiero di Eraclito: Panta rei (Tutto scorre): celebre espressione, anche se non attribuita direttamente a Eraclito nei frammenti pervenuti, riassume bene la sua concezione del mondo come flusso continuo e incessante trasformazione. Nulla è statico, tutto si muove e si trasforma incessantemente. Unità dei contrari: Per Eraclito, la realtà è caratterizzata dalla coesistenza e dall'interdipendenza degli opposti. Giorno e notte, caldo e freddo, vita e morte sono solo apparentemente contraddittori, in realtà sono aspetti complementari di un'unica realtà. L'armonia del mondo nasce proprio dalla tensione e dal conflitto tra gli opposti. Logos: Il logos è il principio razionale che governa il mondo e che ne determina l'ordine e l'armonia. È una legge universale che regola il divenire e che unisce i contrari. Eraclito invita gli uomini a comprendere il logos per vivere in armonia con il mondo. Ci sono due significati principali per il termine “logos”: 1. significa “ragione” come quella universle che regola gli opposti e dona armonia nell’universo. Per esmpio il bambino che diventa adolscente e non subito adulto o anziano. Dunque c’è una razionalità alla base di ogni mutamento. 2. indica la “ragione umana” e il “pensiero”, che articoliamo con le parole. Tutti quindi sono dotati di “logos” che permette di compredere la razionalità che regola il divenire del mondo, e di descriverlo con le parole. Fuoco: Il fuoco è l'elemento che meglio rappresenta il divenire e la trasformazione continua della realtà. Come il fuoco trasforma la materia, così il mondo è in continua trasformazione. Il fuoco non è inteso in senso letterale, ma come metafora del principio dinamico che anima la realtà. PARMENIDE: Parmenide di Elea è stato un filosofo greco antico vissuto tra il 515-450 a.C. Originario di Elea, una città della Magna Grecia (in Campania), è considerato uno dei pensatori più importanti e influenti della filosofia presocratica e il fondatore dell'ontologia, ovvero lo studio dell'essere in quanto tale. Parmenide espresse il suo pensiero in un poema filosofico intitolato "Sulla Natura" Di quest'opera ci sono pervenuti solo alcuni frammenti, ma sono sufficienti a delineare il suo pensiero fondamentale. Nel poema, Parmenide descrive un viaggio allegorico verso la dea che gli rivela la verità. Questa verità si basa su una distinzione fondamentale tra due vie di conoscenza: La via della verità: Questa via è quella della ragione e dell'essere. Afferma che "l'essere è e non può non essere", mentre "il non-essere non è e non può essere". In altre parole, solo ciò che è esistente può essere pensato e detto. Il cambiamento e il divenire, che percepiamo nel mondo sensibile, sono illusioni. L'essere è unico, immutabile, eterno e immobile. La via dell'opinione: Questa via è quella dei sensi e dell'apparenza. Descrive il mondo come ci appare, pieno di mutamento, generazione e corruzione. Parmenide considera questa via ingannevole e fonte di errore. L’essere e le sue caratteristiche: IL procedimento che adotta è chiamato “dimostrazione per assurdo”, ovvero si utilizza come tesi di partenza il contrario di ciò che si vuole sostenere. Successivamente si procede mostrando come le conseguenze di tale tesi siano assurde, e quindi risulta necessariamente valida l’ipotesi che si voleva dimostrare. Elenchiamo alcuni enunciati di Parmenide: 1. l’essere è immobile: ovvero che se l’essere si può muovere significa che l’essere non è più dove era prima e questo andrebbe contro l’impossibilità di mecolare essere e non essere e questo è assurdo quindi l’essere è immobile. 2. l’essere è immutabile: ovvero se l’essere mutasse non sarebbe più ciò che era prima. 3. l’essere è ingenerato (esiste da sempre), imperituro (non morirà mai) e eterno: ovvero, se l’essere fosse nato, vuol dire che prima non era e se morirà allora non sarà più. Ma l’essere non può passare dall’essere al non essere più quindi l’essere è eterno. 4. l’essere è uno: poichè se fosse molteplice allora ciascuna parte non sarebbe le altre, ma questo significa mescolare essere e non essere, quindi l’essere è unico 5. l’essere è pieno e continuo: perchè non potrebbe esserci dello spazio tra una parte all’altra, perchè questo spazio sarebbe il non essere, quindi l’essere è pieno e continuo. 6. l’essere è finito: perchè se fosse infinito non sarebbe non-finito, quindi gli mancherebbe qualcosa e allo stesso tempo non sarebbe ciò di cui è manchevole, ma questo comporta a mescolare essere e non essere, quindi l’essere è finito. Secondo Parmenide, l’essere è di forma sferica poichè la sfera, forma in cui tutti i punti sono ugualmente distanti dal centro, è ciò che esprime nel miglior modo la compiutezza e la perfezione dell’essere. La terza via: Oltre alla strada dell’essere e del non essere, c’è anche una terza strada ovvero quella dell’apparenza: dove essere e non essere sono mescolati. Parmenide ne parla descrivendola come opinione, ben distante dalla verità dell’essere. ZENONE: Zenone di Elea è stato un filosofo greco vissuto nel V secolo a.C., famoso per aver formulato una serie di paradossi che mettono in discussione concetti fondamentali come il movimento, lo spazio e il tempo. Questi paradossi, noti come "paradossi di Zenone", sono stati ideati per supportare la dottrina del suo maestro Parmenide, il quale sosteneva l'immobilità e l'unicità dell'essere. Un paradosso è un'affermazione che, apparentemente, sembra vera ma che porta a una conclusione logicamente inaccettabile o contraddittoria. I paradossi di Zenone mirano a dimostrare l'impossibilità del movimento e della molteplicità attraverso ragionamenti logici che sembrano ineccepibili, ma che conducono a risultati paradossali. Questa si chiama dimostrazione per assurdo ed è schematizzata cosi: 1. si assume come vera l’ipotesi del proprio avversario che si vuole confutare 2. si procede mostrando che le conseguenze di questa tesi portano a situazioni paradossali 3. la tesi iniziale dell’avversario è falsa 4. la propria tesi è vera Tra i paradossi più noti di Zenone, possiamo trovare: Paradosso di Achille e la tartaruga: In una gara di corsa, Achille, famoso per la sua velocità, concede un vantaggio a una tartaruga. Secondo il paradosso, Achille non raggiungerà mai la tartaruga, poiché ogni volta che raggiunge il punto in cui si trovava la tartaruga un istante prima, questa si sarà spostata di un piccolo tratto. Questo processo si ripete all'infinito, impedendo ad Achille di superare la tartaruga. Paradosso della freccia: Una freccia in volo sembra essere in movimento, ma in ogni singolo istante di tempo, la freccia occupa una posizione precisa nello spazio. Poiché il tempo è composto da una serie di istanti, la freccia è sempre ferma in ogni istante, quindi non si muove mai. Paradosso della dicotomia (o dello stadio): Per percorrere una certa distanza, un corpo deve prima raggiungere la metà di tale distanza, poi la metà della metà, e così via all'infinito. Questo implica che per compiere un qualsiasi movimento, bisogna attraversare un numero infinito di punti, il che sembra impossibile in un tempo finito. Paradosso delle masse nello stadio: Una stessa massa viaggia contemporaneamente alla sua velocità e al doppio della stessa. Ma ciò è assurdo, quindi il movimento è puramente un’illusione. I paradossi di Zenone hanno avuto una profonda influenza sulla filosofia, la matematica e la fisica. Hanno stimolato la riflessione sui concetti di spazio, tempo, infinito e movimento, contribuendo allo sviluppo di nuove teorie e approcci. Anche oggi, i paradossi di Zenone continuano ad affascinare per come la mente umana possa sforzarsi per mettere in crisi le certezze acquisite. I FISICI PLURALISTI: Nel VI-V secolo a.C, la ricerca filosofica è condizionata dal pensiero di Parmenide e dalla contrapposizione tra innovatori e conservatori. Filosofi come Empedocle, Anassagora e Democrito cercano di salvare il divenire dei fenomeni, tenedno fermi i tratti caratteristici dell’essere di parmenide. Però è necessario non attribuire un solo principio, sennò si cade nella contraddizione, ovvero come essere e non essere. I nuovi filosofi sostengono che l’essere è costituito da pluralità di elementi: 1. sostengono le caratteristiche di parmenide che però mescolandosi danno origine alle molteplicità dei composti, che hanno le caratteristiche di eraclito. EMPEDOCLE: Empedocle di Agrigento (circa 490-430 a.C.) fu un filosofo, medico, scienziato e politico greco presocratico. È considerato uno dei più importanti esponenti della filosofia pluralista, che cercò di conciliare le teorie contrastanti di Eraclito e Parmenide. La teoria delle quattro radici: Il contributo più significativo di Empedocle alla filosofia fu la sua teoria delle quattro "radici" o elementi fondamentali che compongono la realtà: Fuoco: Caldo e secco. Aria: Calda e umida. Acqua: Fredda e umida. Terra: Fredda e secca. Secondo Empedocle, queste radici sono eterne, immutabili e indivisibili, ma si combinano e si separano tra loro in proporzioni diverse per formare tutte le cose che esistono nel mondo. Questo processo di combinazione e separazione è governato da due forze cosmiche opposte: Amore: Forza unificatrice che attrae e unisce le radici, generando armonia e ordine. Odio: Forza disgregatrice che separa e divide le radici, causando disordine e conflitto. Il ciclo cosmico: Empedocle descrisse un ciclo cosmico in cui l'Amore e l'Odio si alternano nel predominio, influenzando la composizione del mondo. Quando prevale la forza dell’amore, l’universoè unito dall’armonia assoluta in cui non vi è distinzione tra parti Quando prevale la forza dell’odio, l’universo è completamente disgregato, è un disordine detto “caos” Secondo il filosofo, siamo in presenza di un ciclo cosmico che si ripete all’infinito, in cui si passa da armonia a caos. Tra caos e armonia ci sono dei momenti intermedi ed è in questi in cui emerge la vita. Teoria della conoscenza: Dalla teoria del ciclo cosmico, empedocle deriva la teoria umana dalla consocenza. Gli esseri sono costituiti dalla quattro radici di cui è composto tutto l’universo. “Secondo il filosofo il simile conosce il simile, ovvero l’acqua presente nel nostro corpo conosce l’acqua di altri fiumi o laghi, oppure la terra conosce la terra che calpestiamo e così via” ANASSAGORA: Anassagora è stato un importante filosofo greco presocratico, vissuto tra il 500 e il 428 a.C. circa. È noto per aver introdotto la filosofia ad Atene e per la sua teoria dei "semi" e del Nous (intelletto). Vita e contesto storico: Si trasferì ad Atene, dove divenne amico di Pericle e influenzò la vita intellettuale della città. Fu processato per empietà (secondo alcune fonti, per aver affermato che il Sole fosse una pietra incandescente) e costretto all'esilio a Lampsaco, dove morì intorno al 428 a.C. Anassagora cercò di conciliare le diverse teorie filosofiche precedenti, in particolare quelle di Parmenide ed Eraclito. Anassagora non accettava l'idea che l'essere fosse unico e immutabile. Credeva invece che la realtà fosse composta da una molteplicità di elementi. I "semi": Anassagora ipotizzò che tutte le cose fossero composte da un'infinità di particelle elementari, che chiamò "semi". Questi semi sono qualitativamente diversi tra loro e presenti in ogni cosa, anche se in proporzioni diverse. Per esempio, in una cosa che noi chiamiamo "oro" ci sono prevalentemente semi di oro, ma anche semi di tutte le altre sostanze I semi sono immutabili, ovvero mantengono sempre la stessa identità, sono eterni e sono incorruttibili. Il Nous: Per spiegare l'ordine e il movimento del cosmo, Anassagora introdusse il concetto di Nous, che può essere tradotto come "intelletto". Il Nous è una forza esterna alla materia, una sorta di intelligenza cosmica che ha dato inizio al movimento rotatorio dei semi, separando gli elementi e creando il cosmo così come lo conosciamo. Il Nous è l'elemento più sottile e puro di tutti, ed è l'unico elemento non mescolato con gli altri. Il nous è una forza che non crea, perchè la creazione implicherebbe un passaggio dal nulla all’essere, e ciò non è possibile. Teoria della conoscenza: Anassagora sostiene che alla base della conoscenza umana vi è un legame tra esperienza, intelligenza, osservazione e ragionamento e giunge a elaborare una teoria della conoscenza fondata sulla correlazione tra esperienza, memoria, intelligenza e tecnica. 1. Si inizia con l’esperienza, ovvero le sensazione percepite 2. Poi si passa alla memoria, che stabilizza le sensazioni 3. Il processo continua con l’intelligenza che interpreta: dati, formula ipotesi e produce conoscenze solide 4. Infine il sapere diventa pratico, quindi tecnica Anassagora, qundi, può essere considerato il padre del modello scentifico dell’Occidente che assumerà la stabile struttura di un metodo razionale usato per comprendere la realtà. L’importanaza assegnata esalta l’uso delle mani, che ci permettono di operare secondo la tecnica. DEMOCRITO: Democrito, filosofo greco vissuto tra il V e il IV secolo a.C., è noto soprattutto per la sua teoria atomistica, una delle più importanti e influenti teorie presocratiche. Questa teoria, sviluppata in collaborazione con il suo maestro Leucippo, proponeva che la realtà fosse composta da due elementi fondamentali: gli atomi e il vuoto. Democrito è conosciuto come il filosofo dell’atomismo. Per spiegare il movimento e al molteplicità delle cose e il loro continuo trasformarsi, il filosofo ricorre ai concetti di atomi , movimento e vuoto. L’atomismo, si propone di spiegare il movimento senza ridurlo, ad apparenza ed illusione. Seconda la sua teoria, la realtà è costituita da infinite particelle indivisibili. gli atomi che si muovono nel vuoto. L’essere degli atomi e il non essere del vuoto non si escludono a vicenda, bensì costituiscono i due principi che integrandosi spiegano il divenire del mondo. Siamo in presenza che si fonda su un ragionamento teorico: “un corpo non può essere divisibile all’infinito e non può sparire nel nulla” Pertanto, i corpi possono essere divisibili fino a quando non si giunge alla loro parte materiale ultima, non divisibile. Gli atomi: Gli atomi sono: eterni, ingenerati, indistruttibili e compatti e indivisibili in quanto “pieni di essere” sono privi di qualità come colore, odore e sapore, diversamente da anassagora, gli unici attributi che possiedono sono geometrico, e quantitativo. Un atomo ha una forma geometrica, una grandezza, un’ordine e una posizione nello spazio. Il movimento e il devenire sono resi possibili dal vuoto: le particelle si muovono in modo vorticoso nel vuoto e da ciò deriva la possibilità che essi si incontrino. La prospettiva atomista trova pertanto un punto di incontro tra l’essere che muta e l’essere che è sempre identico a sè: Il divenire riguarda i composti, i quali nascono e muoiono, si aggregano e disgregano l’immutabilità appartiene agli atomi che rimangono uguali a se stessi. Materialismo: Democrito sostiene che non vi è ne alto ne il basso, ne il centro ne l’estremo. La prospettiva meccanicista di Democrito: ogni evento è il frutto dell’incessante movimento degli atomi nel vuoto, i quali, danno vita a una catena consequenziale di accadimenti. L’universo non nasce per volontà degli dei ma per aggregrazione di atomi secondo una assoluta necessità meccanica. L’atomismo offre una spiegazione razzionale e naturale della vita, escludendo l’intervento di divinità. Democrito prevede che anche gli dei sono costituiti da atomi, e non interagiscono con le vicende naturali. Si può parlare dunque di ateismo; gli dei esistono ma non sono fluenti. Infine, anche l’anima è materiale e mortale, e anch’essa è composta da atomi. Alla morte del copro, anche l’anima si disgrega e muore. Teoria della conoscenza: Democrito elabora una teoria di stampo meccanicista della conoscenza sensibile. Tutto ciò che gli esseri umani percepiscono non sono propietà degli atomi, ma delle qualità che derivano da essi. Le qualità sono: Soggettive: in quanto percepite dai sensi Oggettive: in quanto riferite alla struttura degli atomi e del loro movimento el vuoto. Queste non sono nettamente separate. Secondo il filosofo, la conoscenza tra soggetto e oggetto avviene tramite un contatto con gli atomi; tale non avviene in modo diretto, ma tra soggetto e l’immagine dell’oggetto. I sensi del soggetto percepiscono gli atomi di superficie, che si staccano da ogni corpo e che costituiscono una immagine materiale del corpo stesso. Tale immagine è la percezione. Queste dipendono dal soggetto e possono essere relative. La filosofia etica: Dalla filosofia materialista deriva una originale teoria del comportamento, la quale testimonia la crisi politica e morale delle polis, che non sono più in grado di costruire un modello di azione nelle sfere pubbliche e personali. Secondo il filosofo gli esseri umani devono “vivere secondo ragione”, ovvero mostrare rispetto nei confronti degli altri e di se stessi, poichè chi non rispetta gli altri, in principio non rispetta se stesso. L’essere umano che vive rispettando se stesso è “cosmopolita”, cioè cittadino del mondo. Democrito era un sostenitore del “cosmopolitismo etico", teoria secondo cui, il genere umano è la kosmopolis di ogni individuo che vive secnood ragione. Chi è in grado di fare questo ah dunque l’obiettivo di raggiungere la saggezza, per democrito la felicità consiste nel liberarsi da tutto ciò che porta turbamento e affanno. A partire da queste idee, Democrito fa un elogio del ridere, dell’autoerotismo e di una dieta equilibrata che favorisca l’armonia dell’intestino. Democrito, con socrate e platone è uno dei fondatori della filosofia etica.

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