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Questi appunti forniscono una panoramica di base sulla radioprotezione e la medicina nucleare. Coprono argomenti quali la struttura dell'atomo, i numeri atomici e di massa, i legami chimici, l'energia nucleare e gli isotopi. Il documento include anche un breve riassunto della radioattività naturale e artificiale, oltre ai concetti di ionizzazione e SAR (Tasso di Assorbimento Specifico).
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RADIOPROTEZIONE E MEDICINA NUCLEARE LEZIONE 1 RADIOPROTEZIONE: studia effetti delle radiazioni sugli organismi viventi ed elabora strategie per limitarli e tenerli sotto controllo senza rinunciare ai benefici che possono derivare dalla radioattività OBIETTIVI DELLA RADIOPROTEZIONE: - protegger...
RADIOPROTEZIONE E MEDICINA NUCLEARE LEZIONE 1 RADIOPROTEZIONE: studia effetti delle radiazioni sugli organismi viventi ed elabora strategie per limitarli e tenerli sotto controllo senza rinunciare ai benefici che possono derivare dalla radioattività OBIETTIVI DELLA RADIOPROTEZIONE: - proteggere pazienti e personale sanitario - ridurre le dosi di radiazioni al minimo compatibile con una diagnosi o terapia efficace - monitorare l'esposizione con strumenti tipo i dosimetri STRUTTURA DELL’ATOMO: particelle subatomiche: - protoni: carica positiva, si trovano nel nucleo - neutroni: carica positiva, si trovano nel nucleo - elettroni: carica negativa, orbitano attorno al nucleo NUMERO ATOMICO: valore numerico che caratterizza ogni atomo - indica il numero di protoni presenti nel nucleo di un atomo di un elemento - indica quanti elettroni sono presenti in un atomo - è scritto sul lato sinistro in basso del simbolo dell’elemento NUMERO DI MASSA: - corrisponde ad un numero intero e indica la somma di protoni e neutroni - è scritto sul lato sinistro in alto del simbolo dell’elemento MOLECOLE E LEGAMI CHIMICI molecola: insieme di atomi legati tra loro gli atomi si legano tra loro per formare molecole, che costituiscono le sostanze chimiche che compongono tutto ciò che ci circonda, i legami tra atomi possono essere: - legami covalenti: gli atomi condividono uno o più elettroni per stabilizzarsi. Questo legame è molto forte - legami ionici: gli atomi trasferiscono elettroni da uno all’altro, formando ioni ENERGIA NUCLEARE è l’energia contenuta nel nucleo atomico e rilasciata durante le reazioni nucleari (fissione e fusione). E’ utilizzata in ambito sanitario in radioterapia e nella produzione di isotopi per la diagnosi e il trattamento di varie patologie. - fissione: rottura di un nucleo pesante in nuclei più piccoli con il rilascio di una grande quantità di energia - fusione: unione di due nuclei leggeri in un nucleo più pesante, anch’essa accompagnata da un grande rilascio di energia ISOTOPI Sono atomi dello stesso elemento con lo stesso numero di protoni ma diverso numero di neutroni (z uguale ma diverso numero di massa a). Esistono vari tipi di isotopi: - isotopi stabili: non subiscono trasformazioni spontanee - isotopi instabili: subiscono decadimento emettendo radiazioni DECADIMENTO RADIOATTIVO decadimento: processo nel quale un isotopo instabile emette particelle o radiazioni per diventare stabile - decadimento alfa: emissione di particelle alfa - decadimento beta: emissione di elettroni o protoni - decadimento gamma: emissione di radiazioni elettromagnetiche, molto penetranti, schermate dal piombo ISOTOPI RADIOATTIVI IN MEDICINA - Tecnezio-99m: usato in scintigrafia per visualizzare organi e tessuti, emette radiazioni rilevabili LEZIONE 2 RADIAZIONE: fenomeno fisico del trasporto di energia attraverso lo spazio che può avvenire con modalità molto differenti come onde elettromagnetiche o particelle subatomiche IONIZZAZIONE: processo mediante il quale un atomo o una molecola perde o acquisisce elettroni creando una particella carica chiamata ione Le radiazioni in base alla loro capacità di modificare il numero di elettroni di un atomo o di una molecola si suddividono in: ionizzanti: hanno energia sufficiente per ionizzare l’atomo → raggi X, raggi alfa, beta e gamma, neutroni a seconda che la ionizzazione del mezzo irradiato avvenga per via diretta o indiretta sono classificate in: - direttamente ionizzanti: particelle cariche che interagiscono direttamente con gli atomi della materia trasferendo abbastanza energia per rimuovere un elettrone dallo stesso atomo (particelle alfa) - indirettamente ionizzanti: particelle prive di carica che non ionizzano direttamente il materiale ma producono particelle cariche secondarie che causano ionizzazioni (elettroni o protoni) → fotoni non ionizzanti: non hanno energia sufficiente per ionizzare l’atomo → onde elettromagnetiche come ecografie, risonanze magnetiche e luce UV SAR: TASSO DI ASSORBIMENTO SPECIFICO E’ una misura utilizzata per valutare l’energia che un corpo umano assorbe quando è esposto a radiazioni non ionizzanti, è particolarmente rilevante quando si parla di radiazioni elettromagnetiche emesse dai telefoni, dispositivi wireless… Il SAR è definito come la quantità di energia assorbita da un grammo di tessuto umano ogni secondo esposto a una radiazione elettromagnetica. E’ misurato in watt per chilogrammo (W/Kg) RADIOATTIVITA’ NATURALE: provengono principalmente da: - raggi cosmici: particelle radioattive emesse dal sole - radiazioni emesse dalla terra: radon RADIOATTIVITA’ ARTIFICIALE: provengono principalmente da: - irradiazione medica a fini diagnostici e terapici - elementi radioattivi dispersi nell’atmosfera in seguito a esperimenti atomici - emissioni dell’industria dell’energia nucleare e attività di ricerca COME SI MISURANO EFFETTI E RISCHI DELLE RADIAZIONI: Gli effetti biologici delle radiazioni ionizzanti dipendono dalla dose, maggiore è la dose a cui si è esposti, maggiore è l’energia che si deposita nei tessuti e maggiore sarà quindi il danno biologico. - dose di radiazioni assorbita dai tessuti è misurata in Gray (Gy), è la quantità di energia assorbita da un organo divisa per la sua massa - Per confrontarle le dosi assorbite devono essere pesate in base alla loro capacità di produrre il danno biologico. La dose pesata è chiamata dose equivalente e la sua unità di misura è il Sievert (Sv). - dose efficace è la somma delle dosi equivalenti pesate in tutti i tessuti e organi del corpo per i loro diversi fattori di radiosensibilità. La sua unità di misura è il Sievert (Sv) DOSE EQUIVALENTE (Sv) = DOSE ASSORBITA x FATTORE DI QUALITA’ DELLE RADIAZIONI DOSE ASSORBITA (Gy)= DOSE EQUIVALENTE : FATTORE DI QUALITA’ DELLE RADIAZIONI Esempio: Se un paziente riceve una dose equivalente di 0,1 Sv all'orecchio (con 𝑤𝑇=0,01w T =0,01 per l'orecchio) e 0,3 Sv al fegato (con 𝑤𝑇=0,05w T =0,05 per il fegato), la dose efficace complessiva sarà: 𝐸=(0,1 Sv×0,01)+(0,3 Sv×0,05) E=0,001Sv+0,015Sv=0,016Sv In questo caso, la dose efficace complessiva è 0,016 Sv, che tiene conto sia della dose ricevuta che della radiosensibilità di ciascun organo. NORMATIVE DI RADIOPROTEZIONE DECRETO LEGISLATIVO 101/2020: protezione dei lavoratori e del pubblico: - stabilisce limiti di dose per i lavoratori esposti - definisce ruoli e responsabilità di tutti i soggetti coinvolti. Introduce la figura dell’Esperto di Radioprotezione - definisce le sanzioni amministrative e penali per la violazione delle norme di radioprotezione - include protocolli e requisiti per la protezione dei pazienti - impone regole per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi - vengono previste delle misure di emergenza DIRETTIVA 2013/59/EURATOM: impone standard di sicurezza di base per la protezione contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti. Principi chiave: - limitazione delle dosi per lavoratori e popolazione - misure per la protezione in situazioni di emergenza - obblighi per i datori di lavoro di monitorare e limitare l’esposizione alle radiazioni mentre la Direttiva 2013/59/Euratom fornisce una base comune a livello europeo per la radioprotezione, il D.Lgs. 101/2020 rappresenta la sua implementazione in Italia, con maggiori dettagli operativi e sanzioni definite per il mancato rispetto delle normative di sicurezza radiologica. PRINCIPIO DI ALARA: il più basso ragionevolmente ottenibile. E’ il principio cardine della radioprotezione, applicabile su pazienti e operatori sanitari. - obiettivo: ridurre al minimo l’esposizione alle radiazioni ionizzanti compatibilmente con: - necessità clinica dell’ indagine o trattamento - risorse tecnologiche disponibili - normative di sicurezza LEZIONE 3 OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO E DELLE FIGURE PROFESSIONALI NELLA RADIOPROTEZIONE: - datore di lavoro: responsabile nel garantire la sicurezza del personale fornendo dispositivi di protezione e formazione - esperto di radioprotezione: in posesso di capacità tecnica e professionale necessaria per lo svolgimento dei compiti inerenti alla sorveglianza fisica dei lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti - medico competente: monitora la salute dei lavoratori esposti con visite mediche periodiche SORVEGLIANZA MEDICA E FISICA - sorveglianza medica: l’insieme delle visite mediche, indagini specialistiche e di laboratorio, dei provvedimenti sanitari adottati dal medico scopo: verifica dell’idoneità individuale e la diagnosi precoce finalizzate alla tutela della salute e la sicurezza dei lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti - sorveglianza fisica: l’insieme dei dispositivi adottati, delle valutazioni, delle misure e degli esami effettuati, delle indicazioni fornite e dei provvedimenti formulati dall’EQ 3 PRINCIPI DELLA RADIOPROTEZIONE: 1. PRINCIPIO DI GIUSTIFICAZIONE: Nessuna pratica che implica esposizione alle radiazioni ionizzanti può essere avviata se i benefici non superano i rischi. E’ vietata l’esposizione non giustificata 2. PRINCIPIO DI OTTIMIZZAZIONE: Tutte le esposizioni devono essere mantenute al livello più basso ragionevolmente ottenibile misure pratiche: utilizzo di schermature adeguate: - programmazione delle procedure per minimizzare il tempo di esposizione - controllo dei fasci radianti strumenti di ottimizzazione: - dpi - controllo periodico delle apparecchiature radiologiche OBBLIGO DI RIPORTARE LA DOSE NEI REFERTI: Decreto legislativo 101/2020 (articolo 162, comma 4) “Il medico radiologo o altro specialista responsabile del referto indica iparametri dosimetrici caratteristici relativi all’esame effettuato.” LDR: LIVELLI DIAGNOSTICI DI RIFERIMENTO - in caso le procedure impiegate comportino un superamento degli ldr si dovrebbe procedere ad una revisione delle metodiche impiegate e/o delle apparecchiature - nel caso in cui le attività somministrate risultino significativamente inferiori agli LDR potrebbe comportare una qualità scadente dell'informazione diagnostica. OBIETTIVI DEGLI LDR: - Identificare esposizioni anomale. - Favorire l'ottimizzazione delle procedure. - Ridurre la variabilità non necessaria tra strutture sanitarie. come vengono stabiliti: - basati su studi statistici su un’ampia popolazione di pazienti - valori pubblicati da enti di radioprotezione benefici: - garantiscono una maggiore uniformità nella pratica clinica - migliorano la sicurezza del paziente - promuovono una cultura dell'ottimizzazione continua 3. PRINCIPIO DI LIMITAZIONE DELLA DOSE: Esposizione individuale non deve superare i limiti stabiliti dalla normativa. limiti di dosi annuali: - lavoratori esposti: 20 mSv/anno, con massimo di 50 mSv in un singolo anno. - popolazione generale: 1 mSv/anno. CLASSIFICAZIONE DEI LAVORATORI: categoria A: - Esposizione potenziale globale > 6 mSv/anno - 15 mSv di dose equivalente per il cristallino - 150 mSv di dose equivalente per mani, avambracci, piedi e caviglie - Monitoraggio obbligatorio (dosimetri personali). - Controlli periodici semestrali. categoria B - Esposizione potenziale globale ≤ 6 mSv/anno. - 15 mSv di dose equivalente per il cristallino - 150 mSv di dose equivalente per mani, avambracci, piedi e caviglie - Controlli periodici, ma meno frequenti (annuali). CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI DI LAVORO: zona controllata - l’esposizione può superare 6 mSv/anno - accesso controllato delle persone - segnaletica obbligatoria e accesso limitato zona sorvegliata: - esposizione tra 1 mSv e 6 mSv/anno - area attesa o accettazione limitrofe al sito radiologico MONITORAGGIO E STRUMENTI DI PROTEZIONE dpi: grembiuli piombati, guanti, occhiali protettivi dosimetri personali: per monitorare l’esposizione dei lavoratori strumenti di monitoraggio ambientale: rivelatori di radiazioni DOSIMETRO: strumento utilizzato per misurare la quantità di radiazione a cui una persona è esposta in un determinato periodo di tempo. Funzioni principali: - misurazione di esposizione a radiazioni - monitoraggio di dose accumulata - prevenzione di danno da radiazioni tipi di dosimetri: - dosimetri a film: costituito da una tessera da indossare contenente un pezzo di pellicola fotografica sensibile al tipo di radiazione che si vuole misurare. Viene periodicamente rimossa e sostituita - dosimetri a cristalli termoluminescenti: contengono cristallo che emettono luce quando vengono riscaldati, in proporzione alla radiazione assorbita - dosimetri elettronici: dispositivi digitali che rilevano radiazioni tramite sensori elettronici tipologia di utilizzo dei dosimetri: - dosimetri individuali: dispositivi indossati da persone esposte a radiazioni ionizzanti per misurare la dose assorbita nel tempo - dosimetri ambientali: posizionati in ambienti specifici per monitorare i livelli di radiazioni nell’aria e valutare il rischio di esposizione per chi frequenta quegli ambienti LEZIONE 4 RADIOBIOLOGIA: La radiobiologia è la disciplina che studia gli effetti delle radiazioni ionizzanti sui sistemi biologici, dalle molecole alle cellule, fino agli organismi complessi. OBIETTIVI PRINCIPALI: - Comprendere i meccanismi di interazione tra radiazioni e tessuti. - Valutare i rischi legati all’esposizione. - Ottimizzare l'uso delle radiazioni in ambito medico. MECCANISMI RADIOBIOLOGICI: L’irradiazione di ogni sistema biologico a livello del DNA causa una successione di eventi che possono essere divisi in 5 fasi: 1. FISICA: durata: tempi brevissimi (10⁻¹⁵ s) Processo principale: la radiazione ionizzante trasferisce energia agli atomi della materia, causando ionizzazione (rimozione di un elettrone) o eccitazione (aumento dell’energia di un elettrone senza rimozione)→ trasferimento e assorbimento dell’energia tipologie di interazioni: - effetto fotoelettrico, compton, coppia e fotodisintegrazione nucleare per radiazioni elettromagnetiche - collisione diretta con elettroni o nuclei per radiazioni corpuscolari LET: trasferimento lineare di energia: - a livello macroscopico, le radiazioni a basso LET (raggi x e gamma) hanno un potere di penetrazione nei tessuti maggiore - a livello microscopico, al contrario, la probabilità di colpire la cellula è maggiore per le radiazioni ad alto LET (particelle alfa e neutroni) 2. CHIMICA durata: 10⁻³ s Le molecole ionizzate, instabili, reagiscono chimicamente: - Radiolisi dell’acqua: produce radicali liberi altamente reattivi Questi radicali attaccano DNA, proteine, lipidi, causando danni significativi. 3. BIOCHIMICA I radicali liberi causano: - Danni diretti: rottura del DNA da parte della radiazione. - Danni indiretti: i radicali liberi reagiscono con le molecole cellulari, soprattutto il DNA. 4. BIOLGICA le cellule danneggiate possono: - ripararsi: se il danno è lieve il DNA ha dei meccanismi per aggiustarsi - morire: se il danno è grave la cellula va incontro a: - apoptosi: morte programmata, non dannosa per il tessuto - necrosi: morte disordinata che può causare infiammazioni le cellule più radiosensibili hanno le seguenti caratteristiche: - elevata attività mitotica: le cellule che si dividono più frequentemente sono le più sensibili alle radiazioni poiché il DNA è più vulnerabile durante la fase di replicazione e la mitosi - basso grado di differenziazione: le cellule immature sono più suscettibili ai danni da radiazioni rispetto a quelle completamente differenziate - lunga durata di vita proliferativa: le cellule in grado di dividersi molte volte sono più sensibili alle radiazioni radiosensibilità dei tessuti: - molto radiosensibile: tessuto linfatico, gonadi, cristallino… - mediamente radiosensibile: pelle, polmoni, reni, fegato… - scarsamente radiosensibile: sistema nervoso centrale, muscoli… 5. CLINICA gli effetti biologici delle radiazioni si manifestano nel corpo, questa fase dipende dall’entità del danno cellulare causato nelle fasi precedenti. gli effetti delle radiazioni ionizzanti sull’uomo possono dividersi in 3 classi: - EFFETTI SOMATICI DETERMINISTICI: hanno valori soglia (tumori solidi, leucemie) effetto immediato sull’individuo irradiato - dose soglia: dose minima di radiazione al di sopra della quale si verifica un danno biologico osservabile in un organismo vivente. - soglia d’effetto: influenzata da 3 fattori: - dimensione del campione - tempo di osservazione - sensibilità del metodo utilizzato - EFFETTI SOMATICI STOCASTICI: probabilistici senza valore soglia, effetti tardivi sull’individuo irradiato - cellule somatiche: mutazione maligna - cellule germinali: effetti genetici trasmissibili - EFFETTI GENETICI STOCASTICI: danni che si manifestano nella progenie dell’individuo FATTORI CHE INFLUENZANO IL RISCHIO: - familiarità e predisposizione genetica - età - sesso - tipo di radiazione LEZIONE 5 RADIOTERAPIA: trattamento oncologico che utilizza radiazioni ionizzanti per distruggere le cellule tumorali, le radiazioni danneggiano il DNA delle cellule impedendo loro di moltiplicarsi obiettivi principali: - curativo: elimina completamente il tumore - palliativo: riduce i sintomi o rallenta la crescita del tumore vie di somministrazione: - esternamente: tramite un’apparecchiatura che dirige i fasci di radiazioni verso il tumore - internamente: con sorgenti radioattive posizionate vicino o dentro al tumore le radiazioni colpiscono sia le cellule tumorali che quelle sane vicine, ma queste spesso riescono a ripararsi meglio meccanismo d’azione: - le radiazioni producono danni al DNA delle cellule - le cellule tumorali più vulnerabili non riescono a riparare il danno e muoiono - i tessuti sani colpiti hanno una maggiore possibilità di recupero effetti collaterali legati alla zona trattata: - effetti a breve termine: rossore o stanchezza - effetti a lungo termine: fibrosi o ridotta funzionalità dei tessuti legame con il tessuto sano: - effetto bystander: fenomeno che descrive come anche le cellule vicine alle irradiate possono subire danni, senza essere colpite direttamente. EFFETTO BYSTANDER: le radiazioni ionizzanti sono in grado di indurre effetti biologici rilevanti anche alla frazione di cellule non direttamente attraversata dall’energia radiante. Questo accade perché: - Le cellule irradiate rilasciano sostanze chimiche o segnali. - Questi segnali possono raggiungere altre cellule vicine, provocando danni come: - lesioni al DNA. - stress ossidativo. - morte cellulare (apoptosi). effetto bystander in radioterapia: effetti positivi: - Anche le cellule tumorali che non vengono direttamente colpite dalle radiazioni possono morire grazie all’effetto bystander. - È utile nei tumori molto grandi o in zone difficili da colpire, perché aumenta l’efficacia del trattamento. effetti negativi: - non colpisce solo le cellule tumorali, ma anche le cellule sane vicine causando effetti collaterali come: - danni ai tessuti sani - infiammazione - possibile rischio di nuovi tumori a lungo termine come proteggere i tessuti sani: tecniche di precisione: - radioterapia conformazionale (terapia ad intensità modulata): concentrano le radiazioni solo sul tumore risparmiando i tessuti sani - radioterapia stereotassica: dosi alte ma molto precise per evitare danni a tessuti sani protezione chimica: - farmaci protettivi come l’Amifostina: protegge le cellule sane dalle radiazioni riduzione dello stress ossidativo: - Si usano antiossidanti per ridurre i danni provocati dai segnali chimici rilasciati dalle cellule irradiate blocco della comunicazione tra cellule: - Alcuni farmaci possono fermare i segnali chimici tra le cellule, riducendo l’effetto bystander nelle cellule sane. CARATTERISTICHE DELL’EFFETTO BYSTANDER: 1. Coinvolgimento di cellule non irradiate: questo effetto si manifesta quando: - cellule non irradiate situate vicino a cellule irradiate subiscono danni biologici simili a quelli causati dalla radiazione diretta. - effetto che si estende alle cellule che non sono state direttamente colpite da particelle ionizzanti. 2. Mediante comunicazione intercellulare: La trasmissione del segnale dai bersagli irradiati alle cellule bystander avviene attraverso: - Fattori solubili: Le cellule irradiate rilasciano molecole chimiche che si diffondono nel microambiente e influenzano le cellule vicine - Gap junctions: canali diretti di comunicazione tra cellule vicine che permettono la trasmissione di segnali e molecole: - permettono ai segnali di danno di diffondersi dalle cellule irradiate a quelle vicine - contribuisce a distruggere più cellule tumorali e a danneggiare i tessuti sani 3. Danni simili a quelli da irradiazione diretta: - danno al DNA - stress ossidativo - morte cellulare 4. Dipendenza dalla dose di radiazione: - l’effetto bystander si osserva anche a dosi molto basse di radiazioni 5. Tempistiche del fenomeno: - l’effetto bystander non è immediato, può manifestarsi dopo minuti, ore o anche giorni dall'irradiazione iniziale a seconda del contesto. 6. estensione spaziale: - l’effetto bystander si osserva principalmente nelle cellule vicine al sito di irradiazione - l’estensione spaziale dipende dalla diffusione dei segnali chimici e dalla comunicazione attraverso gap junctions 7. specificità del microambiente: l'intensità e la manifestazione dell'effetto bystander dipendono: - dal tipo di tessuto coinvolto - dallo stato fisiologico delle cellule 8. effetti a lungo termine: l’effetto bystander può contribuire all'instabilità genomica: - le cellule non irradiate possono subire mutazioni persistenti o altre alterazioni genetiche che aumentano il rischio di trasformazione neoplastica. - questo fenomeno può avere implicazioni per lo sviluppo di tumori, anche in aree non irradiate 9. indipendenza dal tipo di radiazione - l'entità del fenomeno può variare in base al tipo di radiazione e alla dose (raggi X, raggi gamma, protoni e particelle alfa) 10. dipendenza dal tipo di cellula: - cellule normali: mostrano l'effetto bystander in modo più evidente - cellule tumorali: possono rispondere in modo diverso, a seconda del grado di comunicazione intercellulare e dello stato di mutazione. 11. dualità: effetti benefici e dannosi - benefici: nella radioterapia questo effetto può amplificare la distruzione di cellule tumorali, colpendo anche le cellule vicine non direttamente irradiate - dannosi: può portare degli effetti collaterali in tessuti sani o all’instabilità genomica, aumentando il rischio di mutazioni secondarie o tumori 12. assenza di una soglia: - l’effetto bystander si manifesta anche a dosi molto basse CARATTERISTICHE PRINCIPALI: 1. non tutte le cellule reagiscono allo stesso modo - le cellule tumorali sono spesso più vulnerabili all'effetto bystander rispetto alle cellule sane 2. può colpire anche lontano dal tumore - può aiutare a distruggere cellule tumorali lontane (metastasi), ma può anche provocare effetti collaterali sistemici 3. non è sempre prevedibile: - può variare in base al tipo di tumore o di tessuto 4. importanza nella personalizzazione dei trattamenti - ogni paziente è diverso quindi è importante personalizzare il trattamento e ridurre gli effetti collaterali 5. nuove ricerche: - si stanno studiando dei modi per far si che il tumore si distrugga più facilmente e per far si che si distruggano meno tessuti sani RISCHIO IN GRAVIDANZA - l’embrione e il feto sono sensibili alle radiazioni ionizzanti, questa sensibilità è variabile a seconda dello stadio di sviluppo - tra la terza settimana dal concepimento e la fine della gestazione è probabile che l’effetto delle radiazioni possa portare ad effetti stocastici (aumento delle probabilità di neoplasie in epoca post natale) irradiazione delle gonadi prima del concepimento: - può portare a sterilità temporanea o definitiva - i soggetti possono tornare fertili e concepire una prole normale SENSIBILITA’ ALL’IRRADIAZIONE IN FUNZIONE DELLO STADIO DI SVILUPPO: 1. FASI DELLA GRAVIDANZA: fase pre impianto → fino al 9^ giorno → EFFETTO TUTTO O NULLA - O la morte dell’embrione - O uno sviluppo normale fase morfogenica → dal 9^ giorno alla fine del secondo mese - elevata sensibilità con la massima probabilità di indurre la comparsa di malformazioni fase fetale → dal terzo mese alla fine della gravidanza - minore rischio di malformazioni generali - rilevante rischio di alterato sviluppo del sistema nervoso centrale - microcefalia - deficit cognitivi o ritardi mentali - alterazioni del sistema scheletrico - possibilità di danni stocastici (problemi legati al danno genetico) - aumento del rischio del cancro infantile (leucemia) - mutazioni genetiche che potrebbero comparire nel corso della vita dose critica: - malformazioni: tra 50 e 500 mSv - ritardo mentale: tra 100 e 300 mSv - morte embrionale: oltre 100 mSv nella fase pre-impianto