Software e Reti Informative PDF

Summary

Questo documento descrive i concetti chiave dei sistemi informativi, del software e delle reti. Vengono discussi diversi tipi di software, come il software di sistema e applicativo, e le loro funzioni. Viene anche spiegata l'architettura delle reti di computer e i vari mezzi di trasmissione utilizzati.

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Generando così inefficienze nella gestione della capacità elaborativa. Per risolvere questo problema, molte organizzazioni oggi si rivolgono all'on-demand computing (per esempio, il cloud computing) per diminuire le inefficienze dovute alla gestione della capacità elaborativa o al grid computing per...

Generando così inefficienze nella gestione della capacità elaborativa. Per risolvere questo problema, molte organizzazioni oggi si rivolgono all'on-demand computing (per esempio, il cloud computing) per diminuire le inefficienze dovute alla gestione della capacità elaborativa o al grid computing per risolvere problemi complessi che richiedono molta capacità di elaborazione. Inoltre, le organizzazioni si rivolgono sempre più al green computing per ridurre il consumo energetico e abbassare i costi. L'infrastruttura Software Vari tipi di software consentono alle aziende di utilizzare hardware e reti dei propri sistemi informativi e le assistono nell'esecuzione dei processi aziendali e nella realizzazione delle proprie strategie. Il software è costituito da programmi, tramite i quali il computer esegue determinate funzioni di elaborazione: il software è dunque rappresentato da elementi intangibili. Il compito del software è quello di fornire istruzioni che consentono a tutti i componenti del sistema di comunicare tra loro. I due tipi fondamentali di software utilizzati nei sistemi informativi aziendali sono 1. il software di sistema 2. il software applicativo. Software di sistema Il software di sistema è l'insieme dei programmi che controllano le operazioni fondamentali per la gestione del computer. Si compone di: sistema operativo o software di base, coordina l'interazione tra i dispositivi hardware (CPU, RAM e così via), le periferiche (come la stampante), il software applicativo (per esempio i programmi di office automation) e gli utenti. Alcuni esempi di sistemi operativi sono: ○ Microsoft Windows, ○ Mac OS X (Apple), ○ Unix ○ Linux utility software: forniscono funzionalità aggiuntive al sistema operativo e includono software antivirus, screensaver, software per l'ottimizzazione dello spazio su disco, programmi di disinstallazione (per rimuovere in modo corretto il software non utilizzato) e molte altre applicazioni. Questo tipo di software fornisce funzionalità "aggiuntive". I software antivirus, per esempio, sono fondamentali per proteggere i computer dai virus informatici. Funzioni base del sistema operativo Ogni attività è svolta dal sistema operativo. Il sistema operativo è memorizzato sul disco fisso e una parte di esso viene trasferita nella memoria primaria all'avvio del computer. Una volta presente nella memoria, il sistema operativo inizia a gestire il computer e a predisporre l'interfaccia utente, cioè quell'insieme di programmi specifici per consentire l'interazione dell'utente con il computer e viceversa. I sistemi operativi coordinano l’interazione tra utenti, software applicativo, hardware e periferiche. Le funzioni principali sono: 1) Gestione della CPU 2) Gestione dei file 3) Gestione dei task 4) Esecuzione del software applicativo 5) Interfaccia Sistemi operativi e programmi applicativi utilizzano diversi tipi di interfacce, tra le più comuni ci sono: l'interfaccia a comandi:richiede l'immissione di comandi di testo nel computer per eseguire operazioni di base ○ Unix utilizza questa interfaccia la GUI o interfaccia utente grafica è il tipo di interfaccia più comune sui PC: utilizza immagini, icone e menu per inviare le istruzioni dell'utente al sistema del computer. ○ Tra i software di sistema che utilizzano una GUI vi sono Microsoft Windows 10, Mac OS X e varie versioni del sistema operativo open source Linux. Software applicativo Il software applicativo, consente all'utente di eseguire compiti specifici. Ogni programma applicativo interagisce con il software di sistema, il quale, a sua volta, interagisce con l'hardware del computer. Per classificare le diverse tipologie di software applicativo, si identificano tre categorie fondamentali: il software per la produttività personale: consente di svolgere molteplici attività, quali scrivere un documento, eseguire calcoli matematici piuttosto complessi, creare un grafico o una presentazione con diapositive. ○ qua appartengono i programmi del pacchetto software Microsoft Office (Word, Excel, PowerPoint e così via), ○ Adobe Acrobat per la creazione di file in formato pdf, ○ Photoshop per il fotoritocco. Il software per il mercato verticale: o software di settore, è l'insieme dei programmi applicativi progettati per rispondere alle specifiche esigenze di un mercato, cioè per supportare lo svolgimento di attività produttive, commerciali o di servizi tipiche di un determinato settore. il software per il mercato orizzontale o software specifico: identifica i programmi applicativi dedicati allo svolgimento di specifiche attività comuni a più settori: la gestione delle scorte in un magazzino, il calcolo delle buste paga, la progettazione e il disegno tecnico, e così via. Si tratta di software indirizzati a un mercato più vasto di utenti professionisti, che operano in contesti differenti. Lo sviluppo del software Per sviluppare qualsiasi tipologia di software, occorre utilizzare i linguaggi di programmazione, che sono linguaggi formali con una sintassi ben definita. Generalmente ogni programma "gira" su una piattaforma hardware e software definita, cioè su un computer (piattaforma hardware) sul quale vengono eseguiti un sistema operativo (piattaforma software) e un certo insieme di programmi applicativi compatibili. Esempi di piattaforme sono Microsoft Windows 10 e Apple Mac OSX Un linguaggio che si basa su una logica di programmazione orientata agli oggetti è JAVA, presentato nel 1995 da Sun Microsystems e indicato per molti anni come linguaggio di programmazione universale per le applicazioni Internet e intranet. Con il linguaggio macchina o codice macchina, cioè il linguaggio basato sull'alfabeto binario, rappresentato da sequenze di 0 e 1, sono scritti i programmi eseguibili per il computer (codice oggetto). I programmi traduttori si classificano in due categorie: i compilatori gli interpreti. I compilatori traducono l'intero programma generando il cosiddetto eseguibile (codice oggetto). Gli interpreti, al contrario, non generano alcun codice oggetto archiviabile: ogni istruzione viene interpretata ed eseguita singolarmente tutte le volte che l'utente lancia il programma. Tendenze dell'infrastruttura software Con il crescente utilizzo dei sistemi informativi a supporto dei processi aziendali, le organizzazioni devono affidarsi a vari tipi di software. Il costante aggiornamento dei sistemi operativi e del software applicativo può comportare un costo enorme per le organizzazioni. Al fine di contenere tali costi, per sopperire alle proprie esigenze di software, molte organizzazioni optano sempre più frequentemente per software open source o software on demand. Software open source L'open source è una filosofia che promuove l'accesso di sviluppatori e utenti alla sorgente di un prodotto o di un'idea. Il movimento open source, in particolare nell'area dello sviluppo del software, si è diffuso con Internet, attraverso cui persone di tutto il mondo mettono a disposizione il proprio tempo e la propria competenza per sviluppare o migliorare software che va dai sistemi operativi al software applicativo. Poiché il codice sorgente dei programmi è disponibile liberamente per l'uso o la modifica, si parla di software open source. Uno degli esempi più significativi di software open source è il sistema operativo Linux, sviluppato nel 1991. L’ideatore rese disponibile il codice sorgente del suo sistema operativo a chiunque desiderasse utilizzarlo e migliorarlo. Software on demand oggi è possibile, tramite Internet, un accesso diffuso e agevole a un insieme condiviso e configurabile di risorse di elaborazione, tra cui i software, che possono così essere "noleggiati" al bisogno (appunto, on demand). Pertanto, invece di acquistare, installare, mantenere e aggiornare il proprio software su computer aziendali, un'organizzazione può utilizzare quello fornito da un'altra azienda (fornitore di servizi applicativi), pagando solo in base all'utilizzo. L'infrastruttura di Comunicazione I sistemi informativi nelle organizzazioni sono diventati così importanti per la capacità di interconnessione che consente alle persone, interne ed esterne all'organizzazione, di comunicare e collaborare reciprocamente. L'infrastruttura che supporta tutto ciò è costituita dall'hardware, dal software e dalle reti che agevolano l'interconnessione di computer. Reti di computer La comunicazione umana comporta la condivisione di informazioni e messaggi tra mittenti e destinatari. Una rete informatica è rappresentata dal collegamento tra due o più computer (o dispositivi) attraverso un mezzo trasmissivo al fine di effettuare una trasmissione di dati. Tutte le reti informatiche necessitano di tre elementi costitutivi: almeno un computer (o dispositivo) mittente e uno destinatario che abbiano qualcosa da condividere; un mezzo o linea di trasmissione, come un cavo, per l'invio del messaggio; un protocollo che definisca le regole di comunicazione tra il mittente e il destinatario. I protocolli definiscono le procedure e le convenzioni seguite dai diversi computer nella trasmissione e ricezione dei dati. Sono due i principali obiettivi di una rete informatica: la comunicazione e la condivisione. Condividere le risorse in rete offre molti vantaggi: la condivisione delle risorse hardware permette un utilizzo ottimale delle periferiche e una razionalizzazione dei carichi di lavoro distribuiti tra i sistemi collegati tra loro; la condivisione dei software e dei dati consente di utilizzare in modalità distribuita i programmi e abilita l'accesso ai dati gestiti in database centralizzati, con positive conseguenze in termini di consistenza e di aggiornamento degli stessi; la condivisione dei dispositivi di sicurezza consente di disporre, in base agli utenti connessi, di soluzioni personalizzate per gli accessi ai dati e ai programmi e di un maggiore controllo in termini di protezione. Mezzi di trasmissione Ogni rete utilizza uno o più mezzi di trasmissione. Nelle reti sono utilizzati due tipi di mezzi di trasmissione: cavi: collegano i computer e gli altri dispositivi in una rete. Vengono utilizzati quando la mobilità non costituisce un problema e fattori come la larghezza di banda rappresentano i criteri decisionali. I tipi più comuni di cavi sono: ○ doppino in rame:è il mezzo di trasporto dei dati più diffuso e più economico ○ cavo coassiale: utilizzati anche per il collegamento tra televisore e antenne, sono schermati e quindi meno sensibili ai disturbi e più efficienti rispetto al doppino in rame. Tuttavia, il materiale con cui sono realizzati è più costoso e la loro installazione è più complessa. ○ fibra ottica: è attualmente il mezzo di comunicazione più utilizzato per il cablaggio in banda larga. È flessibile, immune ai disturbi elettrici e alle condizioni atmosferiche, ma soprattutto è in grado di trasportare enormi quantità di informazioni a velocità molto più superiori rispetto ai cavi in rame tradizionali. trasferisce le informazioni digitali attraverso la propagazione di impulsi luminosi wireless: i segnali elettromagnetici sono trasmessi e ricevuti utilizzando metodi quali: ○ i raggi infrarossi:I raggi infrarossi utilizzano onde luminose ad alta frequenza per trasmettere i dati tra i nodi ○ la trasmissione radio ad alta frequenza:possono trasmettere i dati a una velocità massima. Molti reparti di polizia, per esempio, utilizzano segnali radio ad alta frequenza che consentono ai veicoli della forza pubblica di comunicare tra loro e con l'ufficio centrale. ○ i sistemi a microonde: opera con un segnale radio ad alta frequenza inviato attraverso lo spazio mediante sistemi terrestri o satellitari. Sia la trasmissione terrestre sia quella satellitare richiedono comunicazioni a portata ottica tra il mittente del segnale e il ricevente. Questa tecnologia è divenuta assai conveniente per mezzi come la radio. Un punto di forza della comunicazione satellitare è il fatto che può essere utilizzata per accedere a località molto remote e arretrate della terra. Tali sistemi sono estremamente costosi perché utilizzo e installazione si basano sulla tecnologia spaziale. Un'applicazione diffusa della comunicazione satellitare è il GPS (Global Positioning System), che utilizza satelliti attivi per consentire agli utenti di effettuare la triangolazione della propria posizione in qualunque punto del nostro pianeta. Sviluppata in origine dalle forze militari, la tecnologia GPS è utilizzata per svariati dispositivi civili, tra cui i sistemi di navigazione, i telefoni cellulari e le fotocamere digitali. Per connettere due o più reti tra loro si utilizzano dispositivi che si occupano di gestire l'interconnessione e la trasmissione delle informazioni che transitano nei segmenti di rete: i router sono dedicati al corretto instradamento delle comunicazioni tra reti differenti, i bridge sono utilizzati per connettere reti dello stesso tipo e i gateway sono impiegati per la connessione di reti differenti Tipologie di reti In genere le reti sono classificate in base alla dimensione, alla distanza coperta e alla struttura: in base a tali criteri è possibile distinguere tra PBX(Private Branch Exchange, rete telefonica interna), PAN(Personal Area Network, rete personale), CAN(Campus Area Network,rete universitaria), Nel dettaglio, i principali tipi di reti: Reti WAN (Wide Area Network), o reti geografiche. Coprono un'area geografica estesa, utilizzando tecnologie e mezzi trasmissivi eterogenei. Reti MAN (Metropolitan Area Network). Coprono un'area territoriale limitata a livello cittadino. Reti LAN (Local Area Network). Coprono un'area territoriale limitata a un ufficio, un edificio o un gruppo di edifici. Server/client In una rete con architettura client/server, i computer connessi possono avere ruolo di server o il ruolo di client. Un server è un computer connesso alla rete che rende disponibile l'accesso a file, dati, documenti, altre risorse informatiche e fornisce servizi agli utenti della rete. In generale, un server dispone di un processore più avanzato, una maggiore quantità di memoria, una memoria cache più grande e più spazio di memorizzazione su disco rispetto a una normale stazione di lavoro per singolo utente. Un client è un computer, per esempio un PC in rete, che richiede servizi al server. I client richiedono soltanto i servizi. Di solito, ad ogni client corrisponde un solo utente, mentre molti utenti condividono un server. Oggi nelle aziende si tende a utilizzare reti centrate sui server, nelle quali server e client hanno ruoli definiti. Tuttavia, a casa e negli uffici di piccole dimensioni si trovano spesso le cosiddette reti peer-to-peer (P2P), che consentono a qualsiasi computer o dispositivo in rete di fornire e richiedere i servizi. Un peer è dunque un computer che può comportarsi sia da client che da server e quindi richiedere o fornire servizi. Internet La rete globale per eccellenza, è Internet, un vasto insieme di reti a livello mondiale che utilizza un protocollo comune per comunicare. Il nome Internet deriva dal concetto di internetworking, ossia il collegamento di diversi computer (host) in modo da formare reti ancora più estese. Le origini di Internet Le origini di Internet risalgono al 1969 all'interno dei progetti di difesa americani. Nel pieno della guerra fredda, l'idea era di poter mantenere il collegamento e di far sì che l'informazione giungesse a destinazione "scegliendo da sola" la strada libera. Nacque così ARPANET (Advanced Research Projects Agency Network), una rete geografica (WAN) che collegava molte università e centri di ricerca, e di seguito, nel 1974, il TCP/IP (trasmission control protocol/Internet protocol). Internet e la tecnologia a commutazione di pacchetto Internet si affida alla tecnologia denominata la commutazione di pacchetto per trasferire i dati e le informazioni tra le reti. La commutazione di pacchetto si basa su un concetto di trasmissione "a turno" e consente a milioni di utenti di inviare contemporaneamente insieme dati su Internet. Per ridurre al minimo i ritardi, le tecnologie di rete limitano la quantità di dati che un computer può trasferire per ogni turno. Nella rete Internet lo scambio dei dati avviene in maniera discontinua (commutazione di pacchetto) e i dati percorrono canali di comunicazione diversi (anche in termini di velocità) per raggiungere la stessa destinazione in funzione dello stato di congestione e del funzionamento di una parte della rete. Le reti locali (LAN), e WAN e Internet utilizzano tecnologie a commutazione di pacchetto, in modo che gli utenti possano condividere il canale di comunicazione e minimizzare i ritardi di consegna. Ciascun computer connesso a una rete ha un proprio indirizzo di rete univoco. TCP/IP Ogggigiorno sono interconnesse molteplici reti differenti tra loro, che devono disporre di regole comuni, o protocollo, per poter comunicare. Il protocollo utilizzato da Internet si chiama Transmission Control Protocol/Internet Protocol(TCP/IP). La prima parte, TCP, suddivide le informazioni in piccole porzioni chiamate pacchetti di dati e gestisce il trasferimento di tali pacchetti da un computer all'altro. L'IP definisce in che modo un pacchetto di dati deve essere formato e dove un router (un dispositivo utilizzato per collegare due o più reti) deve inoltrare ciascun pacchetto. I pacchetti viaggiano in modo indipendente rispetto alla loro destinazione, a volte seguendo percorsi diversi e giungendo a destinazione non in sequenza rispetto al numero loro assegnato. Il computer di destinazione riassembla tutti i pacchetti in base alle informazioni di identificazione e al numero di sequenza. Insieme, TCP e IP forniscono un modo affidabile ed efficiente per inviare i dati su Internet. Gli indirizzi IP servono a identificare tutti i computer e i dispositivi presenti su Internet. L'indirizzo IP funziona come indirizzo di destinazione per rivolgersi a un determinato computer o dispositivo e consente alla rete di instradare i messaggi verso la giusta destinazione. Il TCP aiuta l'IP a garantire la consegna dei datagrammi, eseguendo tre attività principali: controlla automaticamente eventuali datagrammi persi durante il percorso dall'origine alla destinazione; raccoglie i datagrammi in arrivo e li dispone nell'ordine corretto per ricreare il messaggio originale; scarta eventuali copie di datagrammi duplicati che potrebbero essere stati creati dall'hardware di rete. La gestione di un insieme di nomi così esteso e in continua evoluzione non è un problema banale. Tipicamente, infatti, a ogni server della Rete, identificato univocamente da un numero (indirizzo IP) possono essere associati uno o più nomi di dominio che corrispondono a più applicazioni o a varianti della stessa applicazione attive su quello specifico server. World Wide Web Una delle applicazioni più popolari di Internet, e che probabilmente usate ogni giorno, è il World Wide Web, a cui spesso ci si riferisce con l'acronimo "WWW".I browser sono diventati uno strumento standard per Internet, in grado di fornire agli utenti un modo semplice per accedere a un'immensa varietà di informazioni. Storia del World Wide Web La storia del World Wide Web ha inizio intorno al 1990, in Europa. Il metodo standard per specificare il formato delle pagine web è il linguaggio HTML (Hypertext Markup Language). II contenuto specifico all'interno di ciascuna pagina web è racchiuso tra codici, o tag di markup, che determinano in che modo il contenuto debba apparire all'utente. Il linguaggio HTML è nato per permettere agli utenti del World Wide Web di condividere le informazioni su sistemi differenti. Attualmente, però, le informazioni sul World Wide Web sono database di testo, immagini, suoni, video, audio. Quindi I'HTML è stato chiamato sempre più spesso a fornire soluzioni a problemi che non era nato per risolvere, come descrivere tipi differenti e specifici di informazioni, definire relazioni complesse di collegamenti tra documenti, trasmettere informazioni in diversi formati. Per superare questi problemi sono state create delle estensioni del linguaggio HTML, spesso fra loro incompatibili. XML (Extensible Markup Language) permette a gruppi di persone o a organizzazioni di creare il proprio linguaggio di markup, specifico per il tipo di informazione che trattano. La pagina web più elementare è statica, cioè scritta in linguaggio HTML "puro", che non essendo un linguaggio di programmazione, non dispone di meccanismi che consentono di supportare vere e proprie applicazioni. Questo comporta notevoli restrizioni quali, per esempio, l'impossibilità di rappresentare un'immagine in movimento, e non permette alcuna interattività. Le pagine web sono memorizzate su server web, che elaborano le richieste di pagine degli utenti mediante il protocollo HTTP (Hypertext Transfer Protocol). L'introduzione del Web fu il primo di tre eventi che condussero alla sua proliferazione. Il secondo evento fu l'Information Infrastructure Act promulgato dal governo statunitense nel 1992, che aprì il Web allo sfruttamento commerciale. Il terzo evento fu l'arrivo di un browser web grafico, Mosaic, che sostituì rapidamente Gopher, aggiungendo un'interfaccia grafica al Web. L'interfaccia grafica di Mosaic consentì di realizzare le pagine web in modo che offrissero una vasta gamma di contenuti, tra cui immagini, audio, video e altri elementi multimediali, che potevano tutti essere inclusi e visualizzati sulla stessa pagina. Mosaic gettò le basi per i browser più famosi e attualmente in uso come Microsoft Edge, Safari, Google Chrome e Mozilla Firefox. Nomi di dominio e indirizzi web Perché un browser possa connettersi a un sito web deve conoscere il suo indirizzo URL (Uniform Resource Locator). Per esempio, www. google.com è l'URL utilizzato per individuare il server web principale di Google. L'URL è costituito da varie parti distinte: il protocollo web: indica il protocollo da utilizzare per l'accesso al server. I protocolli più comuni sono: ○ HTTP (Hypertext Transfer Protocol), ○ HTTPS (Hypertext Transfer Protocol Over Secure Socket Layer), ○ FTP (File Transfer Protocol). Se il protocollo non viene specificato, il browser utilizza HTTP come protocollo predefinito. il nome host (che comprende il nome di dominio):rappresenta l'indirizzo fisico del server su cui risiede la risorsa da recuperare. Indica il particolare server web, o gruppo di server web (nel caso di un sito di grandi dimensioni), che risponde alla richiesta da parte di un browser. il percorso della risorsa da recuperare (che comprende la directory e il file da recuperare). Il nome host è costituito dal nome di dominio. Il nome di dominio di Google, per esempio, è google.com. Ciascun dominio di primo livello può generare più sottodomini e ciascuno di questi è suddiviso in ulteriori sottodomini (o domini di terzo livello come trends.google.com) e così via. La IANA (Internet Assigned Numbers Authority) delega a specifiche istituzioni, denominate registration/naming authorities, l'assegnazione dei domini di secondo livello facenti riferimento a un particolare TLD, che a loro volta autorizzano alla distribuzione dei domini stessi una serie di fornitori di servizi Internet denominati provider/maintainer. Gli indirizzi IP servono a identificare tutti i computer o dispositivi su Internet (o su qualsiasi rete TCP/IP). L'indirizzo IP serve come indirizzo di destinazione del computer o dispositivo e consente alla rete di instradare i messaggi alla destinazione appropriata. Architettura del World Wide Web Il Web utilizza i browser web, i server web e il protocollo di rete TCP/IP per agevolare la trasmissione delle pagine web su Internet. Per accedere alle informazioni sul Web, sul computer dell'utente deve essere installato un browser web, nonché il protocollo TCP/IP. Gli utenti possono accedere alle pagine web inserendo nel proprio browser l'URL della pagina web. Una volta che l'utente inserisce l'URL nel browser web, il protocollo TCP/IP suddivide la richiesta in pacchetti che instrada su Internet verso il server web, dove è memorizzata la pagina web richiesta. Quando i pacchetti raggiungono la propria destinazione, il TCP/IP li riassembla e trasferisce la richiesta al server web. Quest'ultimo comprende che l'utente sta richiedendo una pagina web e recupera la pagina, che viene suddivisa in pacchetti dal TCP/IP e trasmessa nuovamente via Internet al browser web. II TCP/P riassembla i pacchetti presso la destinazione e consegna la pagina web al browser web. A sua volta, il browser web traduce il codice HTML contenuto nella pagina web, ne formatta l'aspetto fisico e ne visualizza i risultati. Se la pagina web contiene un collegamento ipertestuale, l'utente può fare clic su di esso e il processo si ripete. Il deep Web Oltre ai contenuti raggiungibili mediante una ricerca, nel Web esistono molti contenuti che non vengono indicizzati dai motori di ricerca come Google. Il termine deep Web si riferisce a queste parti del Web che non possono essere indicizzate dai motori di ricerca convenzionali. Il Web comune che conosciamo e che utilizziamo ogni giorno, composto da siti come YouTube, Google, Wikipedia, comprende circa l'1 per cento del Web. Al di là di questa superficie, il deep Web è composto da decine di trilioni di pagine web che la maggior parte delle persone non ha mai visto. È costituito da aree private che richiedono autenticazione, da pagine web dinamiche create a partire da database e da pagine web statiche che non sono raggiungibili da altre pagine mediante collegamenti. Una parte di questi contenuti si trova in database pubblici, come i dati della NASA o dell'ufficio dei brevetti degli Stati Uniti. Altri database sono privati e accessibili a pagamento. Le organizzazioni che gestiscono questi database chiedono a utenti e istituzioni di pagare l'accesso, quindi i loro contenuti non sono disponibili all'indicizzazione da parte dei motori di ricerca. dark web il termine dark Web si riferisce a quelle aree del World Wide Web che vengono utilizzate per vari scopi nefandi (come il traffico di droga, di dati di carte di credito rubati o di pornografia illegale) e che tipicamente sono accessibili solo mediante browser specializzati che rendono anonimo l'utente e nascondono le sue tracce. Sistemi informativi, ICT e scenari digitali Definizione e ruolo strategico. Un sistema informativo aziendale viene definito come un insieme di dati, strumenti e applicazioni, persone e processi che permettono ad un’azienda di disporre delle informazioni necessarie allo svolgimento del proprio business. Negli ultimi anni le ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) hanno assunto un ruolo chiave e strategico nell’ambito dei SI, e gli strumenti e applicazioni di cui i sistemi informativi si avvalgono sono sempre più spesso assimilabili a hardware, software e reti. I dati sono la materia prima che i SI elaborano per produrre informazioni; una descrizione originaria e non interpretata di un evento. è l’elemento neutro al quale deve essere applicato un processo di elaborazione e interpretazione al fine di trasformarlo in informazione. L’informazione può essere definita come manipolazione dei dati al fine di ottenere la loro trasformazione in una forma significativa. La conoscenza rappresenta l’ultimo stadio di un possibile processo evolutivo che, attraverso elaborazione e informazione, muove dal dato, passa attraverso l’informazione fino a diventare conoscenza. La tecnologia è “l’applicazione e l’uso degli strumenti tecnici in senso lato, ossia di tutto ciò che può essere applicato alla soluzione di problemi”. Con il termine tecnologia dell’informazione (IT) si fa riferimento a tutte quelle tecnologie che abilitano e supportano la gestione automatizzata dell’informazione e che vengono studiate nell’ambito dell’informatica. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) raggruppano tutti gli strumenti e le applicazioni che combinano le capacità di elaborazione e immagazzinamento dei dati e delle info fornita dai mezzi telematici. L’ambiente organizzativo, è rappresentato dalle persone e dai processi. Un componente fondamentale dei sistemi informativi è dunque rappresentato dalle persone. Ultimo elemento che compone un SI è rappresentato dai processi, attività che le organizzazioni eseguono per raggiungere i loro obiettivi e che comprendono sia le attività di base, che trasformano gli input in output, sia le attività di supporto che consentono lo svolgimento di quelle di base. I SI che supportano le attività a livello operativo di un’azienda, e cioè i processi aziendali quotidiani e di routine, nonché le interazioni con i clienti, sono i sistemi transazionali e sono dedicati all’automazione delle attività ripetitive. A livello operativo i SI sono utilizzati per aumentare l’efficienza ottimizzando i processi e comprendendo meglio le cause degli eventuali problemi nelle prestazioni. I sistemi che supportano le attività a livello manageriale, cioè decisioni semistrutturate e quindi che richiedono capacità di valutazione ed esperienza sono i management information System (MIS) e i sistemi di supporto decisionale. I sistemi che supportano le attività a livello direzionale e cioè relative a problemi complessi, e quindi decisioni non strutturate, ovvero relative a situazione e scenari per i quali è difficile specificare in anticipo le procedure da seguire e le conseguenze che ne deriveranno, sono i sistemi di supporto direzionale, attraverso i quali le prestazioni, misurate da indicatori di prestazione chiave, vengono visualizzate su pannelli controllo. La giusta combinazione tra tecnologia e strategia I dirigenti di successo oggi intendono i SI come risorse per la competitività, da curare e su cui investire: i SI vengono utilizzati per un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti, sia in termini di efficienza, sia in termine di efficacia. Ogni implementazione dei SI deve essere accompagnata da un cambiamento organizzativo, introdurre un SI senza considerare l’aspetto organizzativo rischia di tradursi in una situazione ad alta conflittualità. L’evoluzione delle architetture ICT nell’ambito dei SI La storia dell’IT in termini di architetture vede 4 fasi evolutive: batch: fa riferimento alle prime introduzioni delle aziende, a partire dagli anni ’50, dei sistemi di calcolo, i cosiddetti mainframe. real time:caratterizzata dalla possibilità di accesso ai grandi calcolatori anche da postazioni remote, tra l’inizio anni ’70 e metà anni ’80. PC revolution:La nascita dei PC, nella seconda metà degli anni ’80, rende “distribuita” l’elaborazione delle informazioni all'interno delle organizzazioni. cloud computing:si fa riferimento alla pervasiva di internet e alla possibilità offerta da quest’ultima di sviluppare architetture con nuove potenzialità in termini di connessioni intra e inter organizzative. L’architettura informatica che caratterizza la fase “cloud computing" e "real time” è denominata architettura centralizzata/ architettura mainframe based e presenta il vincolo di concentrare tutta la capacità elaborativa di un’organizzazione in un unico punto. L’opportunità di superare tale vincolo si presenta a metà degli anni ’80 con l’avvento dei PC. Attraverso un processo lento ma progressivo, i “terminali stupidi" vengono sostituiti dai PC. Il beneficio ad esso legato a tale scelta è un impulso alla produttività individuale di tutte le risorse umane di organizzazione. Tale architettura, che prende il nome di architettura client-service/ distribuita, comincia a presentare, effetti negativi in termini di costi complessivi di gestione dell’infrastruttura tecnologica TCO (total cost of owernship). cloud computing e oltre Il cloud computing abilita, tramite la rete, l’accesso diffuso, agevole e on-demand a un insieme condiviso di risorse di elaborazione che possono essere acquisite e predisposte rapidamente e con minimo sforzo di gestione o di interazione con il fornitore dei servizi. Alla base di questo concetto c’è utility computing, un modello che vede le organizzazioni noleggiare risorse come capacità elaborativa, storage o banda di rete, da un fornitore esterno e pagando solo per l’utilizzo effettivo di queste risorse: il cloud computing aiuta a trasformare le spese per l’infrastruttura IT da costi fissi a costi variabili. Nel modello Iaas (infrastructure as a service), il provider mette a disposizione le sole capacità di base di calcolo, di storage e rete. Quando un utente si serve di Amazon Web Services, può scegliere la potenza di calcolo, la memoria e lo spazio di storage in base alle proprie necessità installando su di esse il proprio software di sistema e le proprie applicazioni. Nel modello PaaS (platform as a service), il sottoscrittore del servizio ha la possibilità di installare, sviluppare, e gestire le proprie applicazioni utilizzando la piattaforma hardware e il relativo software di sistema messi a disposizione dal provider. Nel modello SaaS (software as a service), il sottoscrittore del servizio si limita ad utilizzare le applicazioni fornite mediante un’infrastruttura interamente in cloud. Esempi di SaaS sono i servizi mail basati sul Web e suite di produttività web, come quelli offerti da salesforce.com. I provider di servizi cloud come AWS e Microsoft offrono il cloud pubblico. I servizi presenti su un cloud pubblico possono essere utilizzati da chiunque con una tariffazione basata sull’utilizzo Un cloud privato risiede internamente ad un’organizzazione e può aiutarla a bilanciare la domanda e la fornitura di risorse di calcolo per l’organizzazione della stessa; il cloud privato fornisce accesso in modalità del self-service alle risorse. Un cloud privato non libera l’azienda dalle problematiche relative alla gestione dell’infrastruttura cloud, ma le assicura un alto livello di personalizzazione, flessibilità e controllo sui propri dati e sulle proprie applicazioni. Quando sono coinvolti dati sensibili, le aziende devono chiedersi quale sarà il livello di protezione dati dagli accessi esterni indesiderati, come verrà salvaguardata la privacy dei dati degli utenti e se i criteri di memorizzazione dei dati sono conformi alle normative internazionali come il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e agli standard come il Payment Card Industries Data Security Standard. Per questo diventa importante chiedersi quale fornitore sia in grado di offrire i servizi necessari oggi e in futuro. Un ultimo fattore a cui pensare quando si vuole passar su un’infrastruttura cloud è quello dei costi. Il modello dell’utility computing utilizzato dai fornitori di cloud computing offre alle aziende il controllo sulle risorse che utilizzano e pagano: l’organizzazione paga solo per le risorse utilizzate è può aumentarle e diminuirle secondo necessità. Il cloud ha reso possibili altri trend: l’utilizzo di un’architettura orientata ai servizi per mettere a disposizione nuove applicazioni in maniera flessibile; il grid computing, che aiuta a risolvere i problemi di calcolo di larga scala; le content delivery network per aumentare le performance delle applicazioni web multimediali; la convergenza IP per la trasmissione di video e voce in internet. Per poter ottenere più agilità e flessibilità, le aziende hanno cercato di abbandonare le applicazioni grandi e monolitiche orientandosi maggiormente verso un’architettura orientata ai servizi. In quest’architettura, i processi aziendali vengono suddivisi in singoli componenti progettati per offrire i risultati desiderati al fruitore del servizio. Le aziende private e le organizzazioni pubbliche che danno un peso importante a ricerca e sviluppo devono affrontare un bisogno sempre crescente di performance di calcolo. Anche se i supercomputer oggi hanno raggiunto enormi potenze di calcolo, ci sono dei compiti che vanno al di là delle loro capacità. Un modo per superare tali limiti è quello di ricorrere al grid computing: il termine si riferisce alla combinazione della potenza di calcolo di un grande numero di computer piccoli e indipendenti collegati in rete in un sistema coeso, allo scopo di risolvere problemi che prima potevano essere affrontati unicamente dai supercomputer. Per far funzionare il grid computing, i complessi compiti di elaborazione vengono suddivisi in porzioni più piccole che possono essere completate dai singoli computer Il computer più lento spesso crea un collo di bottiglia che finisce per rallentare l’intero sistema grid. Un grid dedicato, può aiutare a superare questi problemi: un sistema di questo tipo è più semplice da implementare e gestire e, per molte realtà, più conveniente rispetto all’acquisto di un supercomputer. Un’altra recente tendenza nella gestione dell’infrastruttura hardware IT è rappresentata dall’utilizzo delle CDN per aumentare la performance dei siti web. Quanto più grande è la distanza tra un utente e il server web che ospita un determinato contenuto, tanto maggiore è il tempo necessario per trasmettere il contenuto stesso. Le content delivery network aiutano a ridurre questa latenza fornendo una rete di server collocati in diverse posizioni geografiche e contenenti copie di particolari siti web. Con il termine green computing, si fa riferimento all’utilizzo delle risorse informatiche in maniera più efficiente in modo da ridurre l’impatto ambientale delle stesse. Anche il cloud computing viene ritenuto utile a ridurre il consumo energetico, dato che l’infrastruttura del fornitore di servizi viene utilizzata da molti utenti. Il ruolo della tecnologia (e del cloud) nello sviluppo dell’economia della collaborazione Uno degli elementi chiave per la comprensione dell’evoluzione strategica nel mondo virtuale è il crowdsourcing: capacità di un’organizzazione di esternalizzare agli utenti della rete una o più attività che prima venivano svolte da dipendenti o fornitori. Amazon è andato oltre, creando un vero e proprio mercato di micro attività basato sul concetto di crowdsourcing denominato meccanico turk. Un concetto strettamente correlato a quello di crowdsourcing è quello dell’innovazione aperta. Le aziende stanno sempre più cercando di creare reti di ricerca e sviluppo ad hoc coinvolgendo gli stakeholder esterni nei loro processi di innovazione in modo da sfruttare il potenziale della cosiddetta intelligenza collettiva. I principali trend digitali La rivoluzione digitale che caratterizza il contesto attuale può essere vista come l’ennesima tappa di un processo di digitalizzazione in atto da anni, abilitato dalle ICT. Tale evoluzione ha implicato un processo di convergenza digitale attraverso il quale le informazioni e la conoscenza possono essere facilmente scambiate attraverso reti di comunicazione e Device. Internet delle cose (IoT) rappresenta un’ampia varietà di oggetti fisici, Device, dispositivi indomabili, svariati oggetti comuni che, dotati di chip e altre tecnologie e attraverso la rete internet, sono interconnessi e condividono autonomamente i dati relativi al loro stato e/o alle condizioni dell’ambiente che li circonda. Negli ultimi decenni si è osservato il diffondersi di dispositivi mobili sia per uso privato, sia in ambito professionale. Per le aziende tale diffusione ha diverse implicazioni. La gestione dei device mobili utilizzati dai lavoratori può essere fonte di preoccupazione per le aziende, ma può anche fornire molte opportunità, quali un maggior grado di collaborazione e un maggior livello di produttività e di customer satisfaction. Gli approcci alla gestione dei device mobili da parte delle aziende possono essere differenti: COBO (corporate owned, business only), BYOD (Bring your own device), CYOD (choose your own device). Sulla scorta del vecchio adagio secondo cui l’informazione è potere, le organizzazioni cercano continuamente di ottenere le informazioni giusto a non supporto delle decisioni aziendali, raccogliendo sempre più dati da fonti interne ed esterne. Con il termine big data ci si riferisce comunemente all’enorme quantità di dati digitali disponibili oggigiorno. Big data è un termine utilizzato per descrivere un quantitativo di dati enorme, in termini di volume, e altresì differenziato, in termini di formato che viene generato e scambiato quotidianamente. La diffusione dei social media ha aumentato la quantità di dati non strutturati disponibili. Altre due caratteristiche dei big Data, oltre al volume e alla varietà, sono la veridicità e la velocità. Con veridicità si fa riferimento all’attendibilità e alla concretezza dei dati. La velocità è quella con cui i dati vengono creati e con cui devono essere analizzati. I dati per rappresentare valore, devono essere raccolti, studiati, interpretati e messi in connessione. L’intelligenza artificiale è una disciplina dell’informatica che studia la capacità di un elaboratore elettronico, attraverso le componenti hardware e software, di simulare funzioni e ragionamenti tipici di una mente umana. Un sistema intelligente è costituito da sensori, software e computer integrati in macchine e dispositivi, al fine di simulare alcune capacità umane. Lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale, in forma di sistemi esperti, reti neutrali, agenti intelligenti, iniziò a diffondersi in contesti aziendali. Un sistema esperto è un tipo di sistema che simula metodi di ragionamento basati sulla conoscenza di problemi specifici al fine di fornire supporto decisionale, similmente a quanto farebbe un esperto umano. I sistemi esperti vengono utilizzati per limitare l’esperienza umana manipolando la conoscenza, invece di semplici informazioni. La conoscenza umana può essere esplicitata e rappresentata in un sistema esperto mediante fatti e regole relativi a un problema, codificati in una forma che possa essere gestita da un computer. Una rete neutrale tenta di imitare il funzionamento del cervello umano. Un agente intelligente, o agente/bot, è un programma che funziona in background per fornire un certo servizio quando si specifica un determinato evento. Riferendosi alle potenzialità dell’intelligenza artificiale è necessario considerare l’apprendimento autonomo, un campo studi che fornisce al computer la capacità di apprendere senza essere stati esplicitamente programmati. Un’evoluzione dell’apprendimento automatico è rappresentato dall’apprendimento profondo, un campo di ricerca dalle enormi potenzialità che si basa sugli stessi principi del machine Learning ma che, a differenza di questo, impiega reti neutrali artificiali multistrato che simulano il funzionamento del cervello umano e rappresentano i dati su diversi livelli, raggiungendo migliore capacità di astrazione. I robot possono essere considerati sistemi intelligenti in grado di svolgere compiti che richiedono la capacità per la manipolazione e lo spostamento di oggetti e la locomozione. Queste macchine sono in grado di operare autonomamente, con assistenza minima; non sono solo in grado di svolgere attività meccaniche e ripetitive, ma anche di creare. Negli ultimi decenni il settore dell’AI a registrato un continuo e costante impulso e le potenzialità di questi strumenti sono aumentate grazie a due fattori: la crescente capacità di calcolo del computer, disponibile a costi in continua discesa in rapporto alle prestazioni, e una mole di dati senza precedenti. La rivoluzione digitale e l’industry 4.0 L’utilizzo integrato delle diverse tecnologie ha portato alla definizione di Industry 4.0: il termine rappresenta un vero e proprio paradigma economico nel quale la tecnologia rappresenta uno strumento per ripensare l’intera economia industriale. L’industry 4.0 scaturisce la quarta rivoluzione industriale e vuole identificare il processo che dovrebbe condurre a una produzione industriale in gran parte automatizzata e interconnessa. La realizzazione di questo scenario è resa possibile dall’impiego di molteplici tecnologie, oggi accessibili alle aziende a costi sostenibili nei processi produttivi all’interno della fabbrica. La rivoluzione digitale oggi è al centro d’un ampio dibattito: da un lato, apre nuovi e avvincenti scenari, dall’altro pone “vecchie domande” sul rapporto tra tecnologia e lavoro. La tecnologia creerà disoccupazione? Quali saranno le trasformazioni nel mercato del lavoro? Quali mansioni saranno ancora svolte dagli esseri umani? Le previsioni sul futuro sono divergenti: alcune teorie prevedono una drastica riduzione dei posti di lavoro come conseguenza del processo tecnologico. Business digitale Opportunità per le aziende nel contesto online La potente combinazione di internet e delle tecnologie web ha fatto nascere una piattaforma globale in cui le aziende di tutto il mondo possono competere e accedere a nuovi mercati. La connettività mondiale di internet consente la diffusione globale delle informazioni cosicché le aziende possono far conoscere e promuovere i loro prodotti e servizi nei mercati internazionali. Le tecnologie web consentono l’integrazione delle informazioni pubblicate sui siti con i dati aziendali, aggiornati in tempo reale, mediante il collegamento ai sistemi informativi e ai database delle aziende, cosicché i clienti non debbano basarsi più su informazioni obsolete. La comunicazione interattiva tramite internet supporta le aziende nella relazione e nella fidelizzazione del cliente. Le informazioni al servizio della clientela e le sezioni dedicate al customer care sono supportate dai cosiddetti sistemi di help desk. L’assistenza al cliente può essere effettuata attraverso diverse modalità: I. Accesso a database, si riferisce all’utilizzo di sistemi di help desk basati su elenchi di risposte alle domande più comuni, contenuti in database aziendali e strutturati in modo tale che l’utente possa trovare da solo la risposta alla sua domanda; II. Forum di discussione telematici dove il consumatore può indirizzare domande ad esperti dell’azienda che risponderanno attraverso lo stesso sistema nel più breve tempo possibile; III. Servizi interattivi grazie ai quali l’azienda mette a disposizione della sua utenza sistemi di chat basati su protocolli della rete, o realizzati utilizzando interfacce e sistemi basati su web, attraverso i quali i clienti ricevono risposte in tempo reale. A livello aziendale, internet può essere utilizzata per supportare le interazioni e la collaborazione tra colleghi, lo scambio di informazioni e la condivisione di documenti. La rete può abilitare applicazioni a supporto di attività di progetto facilitando la comunicazione, il coordinamento delle persone. Internet e il web offrendo a privati e aziende la possibilità di effettuare transazioni online con un limitato coinvolgimento di operatori umani, hanno notevolmente ridotto i costi di transazione. Il collegamento tra la piattaforma web di e-commerce che abilita il cliente alla configurazione online del prodotto personalizzato e la produzione aziendale just-in-time consente alle aziende di realizzare ciascun bene on demand e sulla base delle specifiche caratteristiche espresse dal singolo consumatore. le aziende tendono al rinnovamento di modelli di business, processi organizzativi, prodotti e servizi. Con il termine digital transformation si fa riferimento a una trasformazione radicale delle organizzazioni, a partire dai processi e dai flussi informativi fino ai modelli di business, al fine di cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dai nuovi media e canali di comunicazione. Commercio elettronico Definiamo commercio elettronico un’attività di compravendita di beni e servizi in cui le tecnologie dell’informazione e della comunicazione abilitano una o più fasi necessarie a portare a complemento la transazione in modo innovativo e strategico. Il commercio elettronico non include soltanto l’acquisto e la vendita di beni e servizi, ma anche tutti gli eventi e le iniziative online che diffondono le informazioni necessarie a promuovere l’acquisto di un prodotto o a supportare i servizi post vendita. Esistono diversi tipi di commercio elettronico: business-consumer (B2C), focalizzato sul commercio al dettaglio, sulle transazioni tra un’azienda e i consumatori finali. business-business (B2B) dove l’ecommerce è utilizzato dalle aziende anche per sviluppare e rendere più efficienti le relazioni con partner commerciali quali fornitori e intermediari, consumer-consumer (C2C), il commercio elettronico non riguarda solo le aziende, ma i privati, come avviene per i siti di aste online quali eBay; consumer-business (C2B), un modello di ecommerce definito in cui i consumatori vendono prodotti e servizi alle aziende, trasformando in tal modo il ruolo del consumatore da soggetto fruitore di prodotti e servizi a soggetto fornitore di questi ultimi. Altre forme di interazione abilitate da internet e dal web hanno luogo tra le aziende e i propri dipendenti: in questo caso si parla di business-employee (B2E), segmento concentrato sulla comunicazione e sull’offerta di servizi effettuati dall’azienda verso i propri dipendenti sui processi interni alle organizzazioni. Altre forme di interazioni coinvolgono la pubblica amministrazione, i cittadini e le aziende e vengono identificate con il termine egovernment, a indicare l’utilizzo da parte della PA di SI e di internet per fornire informazioni e servizi pubblici. 3 strategie: Da un lato, le aziende che seguono una strategia tradizionale scelgono di operare solo nei mercati fisici; la strategia non include il commercio elettronico. Le aziende che seguono una strategia online pura, conducono le loro attività nel cyberspazio: non hanno negozi fisici e si concentrano unicamente online (eBay). Altre aziende scelgono di adottare entrambe le strategie, operando sia nei mercati fisici che virtuali e in questo caso si parla di strategia ibrida. Recentemente si è assistito a un ulteriore step evolutivo attraverso l’utilizzo di più canali contemporaneamente nel medesimo processo di acquisto: le transazioni si svolgono attraverso più ambienti, per cui si parla di retail cross-canale. Il processo evolutivo nell’uso di molti canali vede un’ulteriore fase: l’omicanalità. l’interoperabilità è la capacità di un sistema di cooperare e scambiare dati con altri sistemi in modo affidabile, privo di errori e ottimizzando le risorse; significa una facile interazione tra sistemi differenti, a supporto dell’attività tradizionale e dell’attività in rete. Modelli di business nel mondo digitale Il modello di business costituisce la sintesi della direzione strategica di un’azienda e delinea il modo in cui gli obiettivi verranno raggiunti, specificando le modalità attraverso le quali l’azienda crea e distribuisce valore. Il modello di ricavo descrive il modo in cui l’azienda realizzerà entrate, genererà profitti e produrrà una remunerazione maggiore del capitale investito. Oltre ai modelli basati sulla vendita, sulle commissioni di transazione, sulle licenze e pubblicità, internet ha reso possibili altri modelli di ricavo, come il marketing di affiliazione: un’azienda promuove prodotti e servizi: l’affiliato guadagna in base al numero di annunci cliccati dagli utenti e/o dalle vendite conseguenti. Altre aziende generano ricavi mediante un modello ad abbonamento, secondo il quale i clienti pagano un canone mensile o annuo per tale prodotto o servizio. Anche il modello freemium è diventato un modo diffuso per fornire prodotti e servizi digitali. Alcune aziende operano per il modello di ricavo freemium: un’organizzazione offre gratuitamente versioni limitate di un prodotto o servizio allo scopo di creare un’ampia platea di clienti e chiede il pagamento di un prezzo per le versioni complete. A metà degli anni ’90, quando nacque la new economy si è assistito ad una sorta di frenesia imprenditoriale. Anziché produrre e offrire un prodotto o un servizio in modo lineare attraverso una logica pipe, una piattaforma digitale consente ad altri di collaborare a creare e consumare valore. Con questo modello di business si creano ambienti digitali nei quali alcuni utenti creano beni e servizi che altri consumano. Il successo di una piattaforma dipende dall’effetto rete e la piattaforma ha valore solo se gli utenti partecipano alla produzione e consumo. Ogni azienda che basa il proprio business su una piattaforma deve saper attrarre sia produttori che consumatori. Molti produttori utilizzano tradizionali modelli di business basati su una logica pipe per produrre beni che poi vengono venduti agli utenti finali, con un modello di business centrato sul servizio, un produttore può offrire servizi on-demand. Un altro modello di business innovativo reso possibile da internet è quello degli acquisti di gruppo. Commercio elettronico B2C Il commercio B2C, è focalizzato sul commercio al dettaglio, sulle transazioni tra un’azienda e i consumatori finali. Esistono milioni di siti web orientati al B2C, che si distinguono in base al livello e al tipo di interazione consentita all’utente finale. A un estremo si collocano i siti web informativi, relativamente semplici, che forniscono informazioni pubbliche sui prodotti e sull’azienda: siti vetrina, che non consentono l’interazione dell’utente finale che resta passivo e suo solo vedere e acquisire informazioni. All’opposto ci sono i siti che consentono di effettuare vere e proprie transazioni online: questi siti consentono agli utenti di visualizzare prodotti, servizi e informazioni aggiornate in tempo reale, nonché di fare acquisti online. Le aziende solitamente avviano la propria presenza sul web con un sito informativo che può evolvere nel tempo, mediante l’aggiunta di funzionalità e integrazione con SI aziendali, fino a diventare un sito di e-commerce a tutti gli effetti. Queste fasi possono essere classificate: I. E-information: fornire brochure elettroniche e altri tipi di informazioni pubbliche ai clienti; II. E-integration: fornire ai clienti la possibilità di ottenere informazioni personalizzate e aggiornate in tempo reale interrogando i database aziendali e altre fonti; III. E-transaction: consentire ai clienti di fare ordini, acquisti e pagamenti online. Oggi i negozi come Amazon offrono anche alle piccole aziende la possibilità di vendere i propri beni e servizi online senza dover fare grandi investimenti in un’infrastruttura di e-transaction. La vendita online di beni, o e-tailing, può assumere varie forme. Utilizzando alcuni concetti del marketing mix, quali prodotto, prezzo, distribuzione, è possibile analizzare come l’e-tailing possa fornire alle aziende molte opportunità rispetto alla strategia di vendita tradizionale. Per qualsiasi azienda attiva nel settore B2C, il merchandising rappresenta un aspetto decisivo, che si traduce nella capacità dell’azienda di comprendere a fondo la propria clientela per selezionare i prodotti più apprezzati, proponendogli in modo efficace. Per i clienti online, fare confronti durante gli acquisti è molto più semplice: possono utilizzare il web per fare info-commerce, cercare informazioni su prodotti e servizi, e comprare i prezzi. Oltre a diversi modelli di ricavo abilitati alla rete, internet ha consentito anche lo sviluppo di nuovi modelli di pricing: tradizionale modello a menu: in cui aziende come amazon fissano i prezzi che i clienti pagano per i prodotti o servizi che acquistano. I modelli di reverse pricing, si basano su un meccanismo dinamico di definizione del prezzo, dove sia il venditore, sia l’acquirente influenzano il prezzo finale di una transazione: il cliente specifica il prodotto che sta cercando e quanto è disposto a spendere per l’acquisto, poi spetterà al venditore accettare o rifiutare.(vinted) L’ubiquità di internet consente alle aziende di vendere beni e servizi su scala globale. I consumatori che cercano un particolare prodotto non devono rivolgersi ai negozi del proprio paese, ma possono cercarlo dove c’è la maggiore disponibilità o qualità. svantaggi l’e-tailing Ci sono alcuni problemi associati al concetto di fiducia, alla mancanza di un’esperienza diretta del prodotto e alla consegna. Un altro problema dell'e-tailing riguarda la mancanza di informazioni sensoriali. La mancanza di esperienza diretta del prodotto può disincentivare i consumatori dall’acquistare online. A volte i clienti si recano nei negozi fisici per esaminare i prodotti di persona e poi li riordinano online a prezzo inferiore: showrooming. Questo fenomeno mette in crisi i commercianti che investono per realizzare e manutenere i propri negozi nel mondo reale, mentre avvantaggia i dettaglianti online, che possono offrire prodotti sottocosto. Laddove un tempo i consumatori dovevano recarsi agli sportelli della propria banca, ora possono gestire carte di credito, conti correnti e di deposito o pagare le bollette tramite i sistemi di e-banking. Altri sistemi utilizzati nel settore finanziario sono quelli di trading online che consentono la compravendita di strumenti finanziari tramite internet. Molte banche hanno creato app di mobile banking che permettono di verificare il saldo dei conti correnti o di effettuare transazioni. Mobile commerce Si intende qualsiasi transazione elettronica o interazione, condotta utilizzando un dispositivo wireless, mobile e reti di mobilità che porta al trasferimento di un valore reale o percepito in cambio di informazioni, servizi o beni. Con la crescente popolarità del mobile commerce, le aziende devono decidere se approntare versioni specifiche dei loro siti web e/o creare app dedicate, in grado di fornire molte funzionalità che i siti mobile non possono offrire. Le app dedicate sono generalmente costose da sviluppare e devono essere adatte a diverse piattaforme e a fattori legati alla dimensione degli schemi dei dispositivi. Progettare siti web responsive, potrebbe rappresentare una soluzione: il responsive web design è una tecnica di progettazione che consente di realizzare siti in grado di adattare il proprio layout al dispositivo con il quale sono visualizzati, favorendo una navigazione ottimale con ogni device utilizzato. Social commerce L’uso dei social media per influenzare sulle esperienze d’acquisto, è definito social commerce: questo fenomeno si basa sul concetto di passaparola tra le persone che appartengono a una rete di contatti e sulla possibilità di fare acquisti direttamente sulla piattaforma social media in cui si sta navigando. Siti per acquisti di gruppo utilizzano l’effetto rete per incrementare il potere d’acquisto e ottenere buoni contratti e sconti. Il sito di social shopping Wanelo presenta 30 milioni di prodotti provenienti da 550000 negozi e consente agli utenti di seguire un brand, negozi o altri utenti, condividere i loro desiderata, scoprire nuovi siti o prodotti. Commercio elettronico C2C Il commercio C2C esiste fin dalle origini del commercio stesso. Che si tratti di baratto, aste o scambi, il commercio ha sempre incluso modalità C2C. Queste relazioni possono essere classificate in base al numero di venditori e numero di acquirenti. Si possono definire 4 categorie di commercio elettronico C2C. Le aste elettroniche, e-auction, forniscono uno spazio virtuale in cui i venditori possono mettere in vendita beni e servizi e i potenziali acquirenti possono fare offerte per acquistarli. ○ due principali tipi di aste: di rialzo, in cui a fronte dei beni messi in vendita, tra gli acquirenti che fanno offerte di acquisto si aggiudica il bene colui che fa l’offerta più alta. al ribasso, vince il compratore che fa l’offerta unica più bassa. Nel caso si dovesse verificare l’assenza di un’offerta unica al termine di un’asta al ribasso, l’oggetto verrà aggiudicato all’utente che avrà effettuato per primo l’offerta fatta dal minor numero di utenti e vince sempre l’offerta più bassa. gli annunci online. I siti di annunci online utilizzano le funzionalità del web per produrre prodotti, ma le transazioni avvengono offline. Negli ultimi anni gli annunci online hanno riscosso grande successo, permettendo di vendere qualsiasi cosa. Le piattaforme digitali consentono agli utenti di cooperare nella creazione di valore e, alimentate dai tendi digitali, in molti casi si concentrano sul supporto di interazioni C2C. Le aziende sfruttano logiche di crowdsourcing su piattaforme come Mechanical Turk di amazon per far eseguire piccole attività ben definite a una forza lavoro scalabile composta da persone esterne all’azienda stessa. Commercio elettronico B2B Le soluzioni tecnologiche a supporto delle attività B2B sono numerose. Per trasmettere informazioni riservate e consentire lo svolgimento di transazioni a utenti autorizzati che non appartengono all’organizzazione aziendale, è possibile implementare un extranet, ovvero un’architettura di rete che consente di estendere i confini dell’azienda ad altre selezionate organizzazioni, grazie a connessioni via internet protette e finalizzate allo scambio di dati e alla cooperazione. Una extranet aziendale è un’architettura che sfrutta l’infrastruttura di internet per connettere due o più aziende partner consentendo a quest’ultime di comunicare e scambiare informazioni in modo riservato. A tal fine è necessario il firewall, che abilita l’accesso solo agli utenti autorizzati. Il firewall è un sistema progettato e interposto tra la rete aziendale e internet al fine di effettuare un’attività di filtro e di controllo sulle comunicazioni in entrata e in uscita. In alternativa, le organizzazioni aziendali possono utilizzare una rete privata virtuale. Le extranet possono migliorare la tempestività e l’accuratezza delle comunicazioni, sia all’interno dell’organizzazione che verso l’esterno, con partner e aziende clienti. Nel contesto aziendale, le informazioni non sono quasi mai statiche, quindi è necessario aggiornarle di continuo a diffonderle in tempo reale. Le extranet facilitano questo processo fornendo un mezzo di comunicazione globale ed economico attraverso il quale distribuire informazioni riservate necessarie per gestire e sviluppare il business. Le tecnologie basate sul web sono multipiattaforma, consentono a sistemi informatici diversi tra loro di comunicare mediante protocolli web standard. Le extranet non richiedono costi elevati per l’addestramento e la formazione degli utenti. Come interfaccia alla extranet aziendale è possibile realizzare un sito denominato portale aziendale, ricco di funzionalità e che consente a tutte le aziende autorizzate un accesso riservato a numerose applicazioni e informazioni. A seconda del tipo di relazioni B2B veicolate attraverso di esso, è possibile distinguere tra due principali tipi di portali: Il supplier portal consente ad un’azienda di automatizzare e gestire, attraverso esso e le extranet collegate, processi di business utili all’acquisto di materie prime, materiali, semilavorati, presso una moltitudine di fornitori. Il customer portal consente di automatizzare e gestire, sempre sfruttando le extranet collegate, le transazioni commerciali tra un fornitore e molteplici aziende acquirenti. Il B2B marketplace, e-hub, sono complessi sistemi di trading di tipo B2B basati sul web, in cui numerosi compratori e venditori si incontrano virtualmente per svolgere attività di business: consentono l’accesso alle transazioni solo agli operatori di settore abilitati. Alcuni B2B marketplace sono generalisti, ovvero forniscono l’incontro e abilitano le transazioni commerciali tra fornitori e acquirenti appartenenti a settori economici diversi: altri sono definiti verticali perché abilitano le stesse funzioni rivolgendosi solo ad aziende appartenenti ad un medesimo settore. Pagamenti nel mondo digitale Una delle principali problematiche del commercio B2C e C2C, è quella di garantire la sicurezza di pagamenti online. Le carte di credito e di debito sono tra gli strumenti di pagamento maggiormente accettati nel commercio B2C. Esistono dei timori in merito all’utilizzo in rete delle carte di credito, in primis, da parte di chi effettua acquisti online, la paura che i dati inviati vengano alterati o intercettati da terzi, con il rischio di vedere addebitate somme mai spese. Per qualsiasi transazione online un cliente deve trasmettere molte informazioni personali al commerciante e in tanti temono di essere frodati da un venditore inaffidabile. Diventa necessario soddisfare esigenze di integrità e di autenticazione attraverso forme digitali e tecnologiche di cifratura che rendono sicure le transazioni finanziarie. Anche per chi vende online il rischio che i clienti usino carte di credito in modo fraudolento è alto. Anche online i consumatori aprono dispute sulle transazioni. In questi casi, il commerciante è responsabile per le transazioni e le società emittenti le carte di credito tendono a rimborsare i propri clienti. I commercianti online possono vagliare gli ordini sulla base di altri indicatori di frode: I. Indirizzi email: spesso contengono parti del nome dell’utente: i malintenzionati creano indirizzi con combinazione di caratteri senza senso e presso provider di email gratuiti; II. Indirizzi di spedizione e fatturazione: i truffatori fanno spedire la merce in paesi ad alto rischio: i venditori possono richiedere che l’indirizzo di fatturazione e di spedizione coincidano. Dato che molti truffatori provengono da paesi stranieri, eventuali errori di digitazione di parole comuni o nomi di vie possono essere potenziali indicatori di frode. III. Modelli di transazione: le transazioni fraudolente seguono modelli ben definiti nella celata della merce. Possono essere ordini più cospicui del solito, formati da diversi oggetti dello stesso tipo oppure da oggetti costosi o di lusso. Con l’introduzione delle smart card è stato compiuto un ulteriore passo nell’evoluzione dei pagamenti elettronici: queste carte sono dotate un microchip che consente una capacità di immagazzinamento dati paragonabile alla memoria di un piccolo computer, in sostituzione o ad integrazione della tradizionale banda magnetica, sono in grado di fornire più informazioni rispetto ad una carta tradizionale. Le smart card sono alla base di molte innovazioni degli ultimi anni come le carte prepagate, i pagamenti contactless e la progressiva sostituzione della firma con la digitazione pin. Anziché pagare un commerciante fornendogli informazioni della carta di credito, l’utente può pagare indicando il suo account presso il servizio di pagamento in uso. L’utente fornisce le informazioni di pagamento solo al servizio di pagamento, che le mantiene riservate e non le condivide con il commerciante. Con l’aumento delle interazioni con dispositivi mobili, i servizi di pagamento in mobilità (apple pay) sono sempre più popolari. Tali servizi facilitano i pagamenti nei negozi attraverso l’uso dello smartphone e rappresentano un’alternativa all’uso di carte di credito o di debito. In tutti i casi in cui i pagamenti avvengono tramite semplice avvicinamento del dispositivo mobile a un lettore per il pagamento si parla di mobile proximity payment. Un altro servizio di pagamento in mobilità è il mobile remote ePayment attraverso il quale è possibile attivare il pagamento di un bene o un servizio usando un device mobile da remoto; il mobile ticketing consente di acquistare un biglietto. Un recente sviluppo dei servizi di pagamento in mobilità consente anche i pagamenti peer-to-peer, così un gruppo di amici può facilmente suddividere il conto di una cena al ristorante. Il termine fintech fa riferimento alle tecnologie informatiche che ne supportano le attività nel settore finanziario. Spesso questo termine è associato ad aziende che utilizzano ICT in modo innovativo per rivoluzionarie le attività nel settore finanziario. Alcuni esempi di fintech start-up di successo sono le piattaforme di crowdfunding come indiegogo e kickstarter. Una novità rivoluzionaria nel settore dei pagamenti è rappresentata dalle criptovalute, monete virtuali che non sono emesse da alcuna banca centrale e si basano su tecnologie di cifratura per proteggere le transazioni e per generare nuove unità di valuta. Problemi legali nell’e-commerce Due dei problemi più importanti legati al commercio online sono la tassazione delle vendite e la protezione della proprietà intellettuale, specialmente per quanto concerne i prodotti digitali. Il problema della tassazione delle vendite online: con il numero di transazioni elettroniche che cresce a tasso esponenziale, molti governi intendono tassare le vendite online per compensare la perdita di gettito fiscale derivante dalle vendite tradizionali. Sulla base di normative fiscali come l’internet tac Freedom act, le vendite su internet vanno trattate allo stesso modo delle tradizionali vendite per corrispondenza. Le aziende sono tenute a riscuotere le tasse sulle vendite solo dai clienti che risiedono in uno stato dove l’azienda ha una presenza sostanziale. Molte aziende online hanno quindi scelto strategicamente le loro sedi amministrative, in modo da offrire tac-free shopping alla maggioranza dei propri clienti. Amazon ha negoziato accordi di tassazione con diversi stati e nella legislazione statunitense è stato proposto il cosiddetto marketplace fairness act per semplificare i problemi di tassazione legati al commercio elettronico e permettere agli stati di richiedere ai commercianti online di riscuotere le tasse di rendita, anche se il venditore non ha alcuna presenza fisica sul territorio. Le aziende che vendono dei servizi online devono pubblicare termini contrattuali espliciti e utilizzabili in giudizio per quanto riguarda vendite, uso del sito web e uso dei servizi. Sono state sviluppate tecnologie DRM (digital Rights management) al fine di consentire agli autori di controllare i propri contenuti e di scoraggiare, limitare o prevenire copia e distribuzione illegali. La neutralità della rete è il principio secondo cui tutti i dati su internet andrebbero trattati allo stesso modo. Interazioni business-to-employee B2E hanno luogo tra le diverse aziende e i propri dipendenti e sono focalizzate sull’erogazione di servizi e sullo scambio di informazioni nonché processi interni alle organizzazioni. Le soluzioni tecnologiche a supporto dell’attività B2E sono numerose, ma su tutte spicca intranet, che è una rete aziendale privata completamente isolata dalla rete esterna (Internet) Il corporate portal rappresenta l’interfaccia principale utilizzata dai dipendenti e ha le funzionalità tipiche di un sito web pubblico. Gli utenti accedono alla intranet della loro azienda utilizzando il proprio browser. Tutte le pagine di una intranet sono protette dal firewall aziendale e le comunicazioni si svolgono soltanto all’interno dei cori dell’organizzazione e non viaggiano attraverso la rete internet. Molte aziende forniscono pagine intranet personalizzate per ciascun dipendente in base al ruolo di azienda o anche alla sede geografica, ciascun dipendente è abilitato ad accedere soltanto alle informazioni che gli servono per svolgere la propria mansione. Stanno cambiando modi, tempi e luoghi di lavoro, favorendo la diffusione e il consolidamento del fenomeno smart working. Un approccio all’organizzazione del lavoro finalizzato ad ottenere maggiore efficienza ed efficacia nel raggiungimento degli obiettivi professionali attraverso la combinazione di flessibilità, autonomia e collaborazione, in parallelo con l’ottimizzazione degli strumenti e dell’ambiente di lavoro. è stato regolamentato il 22 maggio 2017 allo scopo di incrementare la competitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e lavoro. E-government Consiste nell’utilizzo da parte della pubblica amministrazione della rete internet e di sistemi informativi per aprire ai cittadini, aziende, organizzazioni informazioni e servizi pubblici, erogandoli in modo più efficiente e migliorandone la qualità. Le iniziative e-government si suddividono i tre tipi differenti: Government-to-Citizen identifica le relazione tra la PA e i cittadini; consente interazioni tra enti pubblici nazionali, regionali, locali e cittadini. I servizi pubblici offerti online dalla PA tramite questa forma sono finalizzati a: diffondere informazioni, consentire transazioni online: nel primo caso si assiste alla pubblicazione di informazioni e contenuti da parte di enti pubblici a beneficio dei cittadini, mentre nel secondo caso è possibile svolgere vere e proprie transazioni. Government-to-Business quelle tra PA e imprese; è incluso l’e-procurement, processo attraverso il quale gli enti pubblici possono acquistare materiali di varia natura direttamente dai fornitori sfruttando la rete internet. Government-to-Government, quelle tra diversi enti pubblici, sia a livello centrale sia locale;è utilizzato per le interazioni elettroniche tra enti pubblici a diversi livelli, anche internazionale tra diversi paesi. Uno dei principali obiettivi a livello nazionale è aumentare l’efficienza dei processi amministrativi della PA e migliorare la trasparenza nella gestione intera. Ruolo e caratteristiche dei sistemi informativi aziendali Durante la metà degli anni 60, il computer e le sue prime teorie organizzative cominciarono a diffondersi. Tra le varie teorie, quella della piramide di Anthony è probabilmente la più conosciuta. Anthony, studiò nella sua teoria in particolare il comportamento delle organizzazioni in un momento di cambiamento e schematizzò il modello noto appunto come piramide di Anthony. Egli verificò, che tutte le aziende avevano in comune una “piramide sociale”, dove al più alto livello si trovavano i processi e le decisioni strategiche (livello strategico), al medio livello si trovavano i processi e le decisioni tattiche (livello tattico) e al livello alla base della piramide si collocavano le attività operative (livello operativo). Al livello operativo le attività sono ripetitive ed eseguite in grandi volumi. Il requisito principale del sistema informativo che serve a questo livello è la stabilità. I sistemi che supportano il livello il livello operativo sono detti Transaction Processing System (TPS) o sistemi di gestione delle transizioni. Al livello tattico le attività tipiche sono quelle di pianificazione, programmazione e controllo. I sistemi che apportano il livello tattico sono i Management Information System (MIS) e i Decision Support System (DSS), noti anche come sistemi di Business Intelligence (BI). Tali sistemi producono dati di sintesi attraverso la creazione di report sofisticati. Il requisito principale è l’espressività. Al livello strategico le decisioni dell’alta direzione non sono prevedibili né circoscrivibili. I sistemi che supportano il livello strategico si dicono Executive Informazioni System (EIS) o Executive Support System (ESS). Sistemi informativi a livello operativo Transaction processing system Molti processi aziendali sono svolti tramite la ripetizione di una serie di attività. Queste attività sono esempi di transazioni. Un sistema di elaborazione delle transazioni (TPS) è un sistema informativo progettato per l’automazione delle attività ripetitive e per migliorare l’efficienza dei processi aziendali. Alcuni esempi di processi aziendali supportati dai TPS sono: -elaborazione degli stipendi -elaborazione degli ordini e delle vendite -gestione delle scorte a magazzino -approvvigionamento, ricezione e spedizione dei prodotti -contabilità fornitori e clienti Architettura di un tps L’architettura di base utilizza un modello di input, elaborazione e output. I documenti di origine descrivono una specifica transazione aziendale e sono il punto di partenza per i processi di elaborazione dati dei TPS; possono essere elaborati in tempo reale mentre vengono creati o successivamente. L’elaborazione online delle transazioni fornisce risultati immediati , mentre l’elaborazione batch si verifica quando i documenti di origine vengono prima raccolti e poi elaborati successivamente. In un sistema TPS i dati possono essere immessi in tre modi diversi: inserimento dati manuale, inserimento dati semiautomatico inserimento dati completamente automatico. Le attività di elaborazione di un TPS comprendono registrazione, riepilogo, ordinamento, aggiornamento e integrazione delle informazioni di transazioni con database aziendali. management information system Il sistema informativo per il management (MIS) è un sistema organizzato per fornire informazioni relative ad aspetti esterni e interni all’azienda. È un sistema progettato al fine di aiutare i manager di livello intermedio a prendere decisioni più efficaci. I MIS hanno inoltre il compito di supportare molti processi aziendali, per lo più sempre inerenti alla sfera manageriale. Architettura di un mis Un MIS riepiloga il volume totale delle vendite di ciascun venditore in un report che può fornire moltissime informazioni. In generale gli input di un MIS sono dati di elaborazione transazionale, altri dati interni e richieste di informazioni programmate e ad hoc. L’aspetto elaborativo si concentra invece sull’aggregazione e riepilogo dei dati. I risultati sono report formattati che forniscono ai manager di livello intermedio informazioni programmate e non ricorrenti. Decision Support System I sistemi di supporto delle decisioni (DSS) o sistemi di Business Intelligence (BI) sono sistemi che aiutano tipicamente figure dislivello manageriale nel prendere decisioni in contesti caratterizzati da informazione limitata. Architettura di un DSS L’architettura di un DSS consiste di componenti input, elaborazione e output. All’interno dei componenti elaborazione sono utilizzati modelli e dati. Sistemi informativi a livello strategico Executive information system Il sistema informativo a livello direzionale (EIS) è un sistema progettato per supportare i dirigenti di massimo livello. Consiste di tecnologia, dati, procedure e persone necessari a consolidare le informazioni provenienti da fonti interne ed esterne per assistere le decisioni a livello strategico. Fornisce informazioni ai top manager cosicché loro possano tracciare varie condizioni di mercato a supporto delle decisioni di investimento. I processi aziendali supportati da un EIS comprendono decisioni direzionali, pianificazione strategica a lungo termine e monitoraggio di risorse ed eventi interni ed esterni. Un EIS può garantire al decisore sia dati soft, che comprendono notizie testuali o informazioni non analitiche, sia dati hard, che invece comprendono fatti e numeri. architettura di un EIS Gli EIS utilizzano dati provenienti da fonti e sistemi interni ed esterni. C’è il rischio che alle volte un EIS possa “sovraccaricare” il manager con troppe informazioni, perciò si fa in modo che vengano fornite ai dirigenti solo le informazioni chiave. I database I database sono raccolte strutturate di dati organizzati in modo da facilitare le ricerche; sono fondamentali per il funzionamento di un’organizzazione e per il vantaggio competitivo e successo dell’attività. Il termine fu coniato nel 1964. All’epoca erano molto semplici, con tabelle bidimensionali con le quali realizzare modelli a matrice. Sempre in quest’epoca nacquero i modelli gerarchici, in cui ogni record può avere più record che dipendono senza limiti nella profondità, ma ogni record “figlio” non può avere più di un record “genitori”. Nei modelli reticolari ogni record “figlio” può avere più di un record “genitori”, pertanto non vi è uno schema gerarchico fisso. Questo tipo di modello non ebbe molta fortuna, per poi tornare alla ribalta agli inizi degli anni 2000, quando nacque l’intelligenza artificiale. All’inizio degli anni 90 invece vediamo il periodo di massimo sviluppo del modello relazionale. Questo modello fu studiato da Edward Codd, che per definirlo si avvalse di una logica matematica. L’evoluzione di questo modello fu il database a oggetti. Ad oggi, grazie anche allo sviluppo di internet, si sta diffondendo sempre di più un nuovo modello di database, detto schemaless, la cui caratteristica principale è quella di poter memorizzare informazioni complesse. I data warehouse Quando abbiamo citato i DSS e i sistemi di business intelligence abbiamo fatto riferimento a sistemi in grado di supportare il processo decisionale dei manager. Un elemento essenziale di tali sistemi è rappresentato dal data warehouse, ovvero il magazzino di dati. Un Data warehouse è un archivio di dati che contiene al suo interno tutti i dati di un’organizzazione. Più nel dettaglio un data warehouse è una raccolta di dati integrata, dunque al suo interno devono confluire dati provenienti da più fonti, orientata al soggetto, quindi orientato ai temi aziendali specifici, variabile nel tempo, poiché copre un intervallo di tempo più ampio possibile e non volatile di supporto ai processi decisionali, dato che non necessita di essere aggiornato in tempo reale. Il data warehouse è inoltre multidimensionale. Esiste un vero e proprio processo di gestione dei data warehouse, che si divide in diverse fasi. 1. fase di estrazione: dopo la prima estrazione massiva, le estrazioni diventano incrementali 2. Fase di trasformazione: è quella che assicura qualità e completezza alle informazioni estratte. 3. Fase di caricamento: provvede all’inserimento dei dati estratti e trasformati nelle tabelle del data warehouse. 4. Fase di aggiornamento: che comporta la verifica del buon fine complessivo di tutte le operazioni data mart Un data mart è un data warehouse con ambito limitato, contiene informazioni selezionate dal data warehouse cosi da risultare personalizzato per le applicazioni di supporto decisionale. Si sono diffusi nelle piccole e medie imprese e nei reparti delle grandi organizzazioni. Generalmente contengono decine di gigabyte di dati e perciò possono essere distribuiti su hardware di minore potenza. Interrogazioni dei database e dei data warehouse Interrogare un database significa eseguire operazioni online transaction processing (OLTP), interrogare un data warehouse significa invece effettuare operazioni note come online analytical processing (OLAP). Un esempio di operazione OLTP può essere la ricerca di un record contenente l’anagrafica di un cliente per modificare l’indirizzo o i dati bancari contenuti, mentre un esempio di operazione OLAP può essere la sequenza di calcoli eseguiti da specifici motori. Per consentire queste analisi multidimensionali, il sistema OLAP organizza i dati nei cosiddetti cubi. Un cubo OLAP è una struttura di dati che consente l’aggiunta di più dimensioni a una tradizionale tabella bidimensionale. Questa analisi di dati in sottoinsiemi delle dimensioni è definita slicing e dicing. Data Mining Il data mining integra il sistema OLAP, poiché fornisce funzionalità per scoprire relazioni predittive “nascoste” nei dati. Le applicazioni di data mining possono analizzare grandi quantità di dati al fine di identificare modelli o schemi logici non definibili a priori. I data mining hanno diverse funzionalità: una di queste è quella di scoprire associazioni, o il clustering, che mette insieme record correlati, e la classificazione, che funziona al contrario del clustering. I sistemi informativi come supporto ai processi aziendali I sistemi informativi aziendali integrati sono sistemi che consentono alle aziende di integrare informazioni tra le varie attività dell’intera organizzazione. Possono essere utilizzati per supportare processi aziendali rivolti sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione. I sistemi rivolti all’interno (interorganizzativo) supportano aree funzionali, processi aziendali e decisioni di un’organizzazione. I sistemi informativi rivolti all’esterno (interorganizzativo) dell’organizzazione coordinano i processi aziendali con clienti, fornitori o partner. Le applicazioni per le attività primarie e di supporto Il flusso informativo attraverso un insieme di attività aziendali è detto catena del valore, in cui le informazioni scorrono attraverso aree funzionali che facilitano le attività interne dell’impresa. Le aree funzionali possono essere suddivise in: attività core e di supporto. Le attività core sono aree funzionali all’interno di un’organizzazione che elaborano input e producono output. Comprendono: logistica in entrata: comprende le attività aziendali associate alla ricezione e allo stoccaggio di materie prime, semilavorati e prodotti. operations e produzione: può comprendere attività quali l’elaborazione di ordini processi di produzione che trasformano materie prime o componenti in prodotti finali. logistica in uscita: riguarda la distribuzione dei prodotti finali, rispecchia un po’ l’area funzionale della logistica in entrata. marketing e vendite: facilita le attività di prevendita dell’azienda servizio clienti: si concentra sulle attività post-vendita. Esso tramite l’accesso a un archivio di informazioni può risolvere il problema presentato dal cliente. Le attività di supporto consentono lo svolgimento delle attività core. comprendono attività infrastrutturali: riguardano la pianificazione, la contabilità finanziaria, l’organizzazione, gli affari legali e tutte le attività legate all’infrastruttura. gestione delle risorse umane: comprende le attività associate alla gestione del personale, la gestione di paghe e stipendi, i benefici e lo sviluppo della carriera. sviluppo della tecnologia: comprende progettazione e sviluppo di sistemi informativi che supportano le attività aziendali primarie in modo da migliorare prodotti e/o servizi. approvvigionamento: indica l’acquisto di beni e servizi richiesti in input delle attività primarie. Applicazioni per i flussi interorganizzativi Il flusso di informazioni può essere gestito anche oltre i confini dell’organizzazione. Un’azienda può creare valore aggiunto integrando i propri sistemi interni. Per fare ciò le aziende collegano le rispettive catene del valore interne così da formare un unico sistema del valore. Un flusso informativo upstream è costituito da informazioni ricevute da un’altra organizzazione, mentre un flusso informativo downstream è costituito da informazioni prodotte da un’azienda e inviate a un’altra organizzazione. La nascita dei sistemi informativi aziendali moderni Le applicazioni autonome o stand alone sono quei sistemi focalizzati sulle esigenze specifiche di singoli reparti non progettati per comunicare con altri sistemi dell’organizzazione. Queste applicazioni autonome e i computer su cui sono eseguite sono spesso indicati come sistemi legacy: vecchi sistemi che hanno già oltrepassato il termine del loro ciclo di vita utile all’interno dell’organizzazione. I sistemi legacy Sono quei sistemi che operano entro i limiti di una particolare esigenza aziendale. Questi possono causare problemi quando sono richieste informazioni di più sistemi dipartimentali per supportare processi aziendali e decisioni. Ad esempio, se le applicazioni per la logistica in entrata e le operations non sono integrate, le aziende perderanno tempo prezioso per accedere ai dati relativi ai livelli delle scorte. L’esigenza di integrare sistemi informativi Il fenomeno della frammentazione ha provocato una serie di inconvenienti, che potrebbero essere risolti tramite l’integrazioni di sistemi informativi. Integrandoli e convertendoli, le aziende potrebbero ottenere diversi vantaggi. Il processo di conversione trasferisce informazioni memorizzate su sistemi legacy in una nuova piattaforma informatica integrata, generalmente nella forma di applicazioni ERP. I sistemi che facilitano la comunicazione tra organizzazioni diverse invece, si concentrano sul flusso upstream e su quello downstream. Le applicazioni di gestione delle relazioni con i clienti si concentrano sui flussi informativi downstream ; al contrario le applicazioni di supply chain management operano sui flussi informativi upstream. Implementazione di sistemi informativi e miglioramento dei processi aziendali Uno dei principali ostacoli per le aziende che alterano i sistemi informativi aziendali riguarda la modifica dei processi che saranno supportati dai sistemi stessi. La gestione dei processi aziendali (business process management BPM) è un approccio sistematico e strutturato adottato da un’organizzazione in cui le persone esaminano , ripensano e riprogettano i processi al fine di ottenere notevoli miglioramenti. Successivamente questa gestione fu poi rinominata reingegnerizzazione dei processi aziendali (Business Process Reengineering, BPR) che presentava diversi passaggi di base: Sviluppare una visione dell’organizzazione che specifichi gli obiettivi aziendali individuare i processi critici da riprogettare stabilire una linea di riferimento per i miglioramenti futuri capire come utilizzare i sistemi informativi per migliorare i processi progettare un prototipo dei nuovi processi Molti di questi sistemi informativi sono già progettati per operare secondo processi standard di settore o best practice. I SISTEMI INFORMATIVI GESTIONALI I sistemi per l’integrazione delle informazioni e dei processi:ERP Le applicazioni che integrano le esigenze informative specifiche delle diverse aree funzionali sono dette sistemi di pianificazione delle risorse d’impresa o sistemi ERP. Le applicazioni ERP facilitano l'accesso alle informazioni fornendo un repository centrale. Il termine controllo ERP indica la modalità con cui è gestito il controllo sui sistemi informativi e le decisioni che li riguardano. Inoltre, quando le organizzazioni decidono di interpolare un sistema ERP, devono scegliere quali moduli implementare. Esistono due categorie principali di componenti ERP: core: supportano le importanti attività interne dell’organizzazione per la produzione di beni e servizi. estesi: supportano le attività primarie dell’organizzazione rivolte verso l’esterni dell’organizzazione. I sistemi per la gestione delle relazioni con i clienti : CRM La gestione delle relazioni con i clienti (customer relationship management, CRM) è una strategia per creare e mantenere relazioni durature con i clienti, concentrandosi sui flussi informativi downstream. Le applicazioni che si focalizzano su questi flussi hanno gli obiettivi di attirare potenziali clienti e fidelizzare, e dispongono anch’esse di varie funzioni e moduli, e come nel caso di quelle ERP, il manager deve selezionare con cura quelle che soddisfino specifici requisiti. Per sviluppare una strategia CRM di successo, le organizzazioni devono apportare cambiamenti organizzativi e manageriali a livello aziendale, tra cui: modifiche a politiche e processi aziendali modifiche al servizio clienti modifiche alla formazione del personale modifiche alle attività di raccolta, analisi e condivisione dei dati. Architettura di un sistema CRM Un sistema CRM completo presenta tre componenti principali: 1. CRM operativo: Le applicazioni che servono per automatizzare i processi aziendali fondamentali per interagire col cliente. Comprende tutte le applicazioni che consentono l’interazione e il servizio clienti. Tramite la sua efficacia, le organizzazioni sono in grado di fornire un altrettanto efficace servizio clienti. a. Il primo componente di un CRM operativo è l’automazione della forza vendita, la quale supporta un’ampia gamma di processi aziendali legati alle vendite. Quest’ultima inoltre migliora l’efficacia della funzione di marketing. b. Il secondo componente di un sistema CMR operativo è il servizio e supporto clienti (CSS, customer service and support). Si tratta di sistemi che automatizzano richieste di assistenza, reclami, resi di prodotto e richieste di informazioni. c. Il terzo componente di un sistema CRM operativo è la gestione integrata a livello aziendale delle campagne di marketing (EMM, enterprise marketing management). Gli strumenti EMM aiutano un’azienda nell’esecuzione della strategia CRM migliorando la gestione delle campagne di marketing, e allo stesso tempo forniscono notevoli capacita di analisi che possono aiutare ad analizzare l’efficacia delle campagne di marketing. 2. CRM analitico: Le applicazioni che servono per analizzare il comportamento e le percezioni dei clienti. Si concentra sull’analisi del comportamento e delle percezioni del cliente al fine di fornire le informazioni necessarie per individuare nuove opportunità e fornire un servizio clienti migliore. Tra le tecnologie chiave nei sistemi di CRM vi sono i data mining, il supporto decisionale, e altre tecniche di business intelligence che tentano di creare modelli predittivi di vari attributi dei clienti con l’intenzione di migliorare un’ampia gamma di processi aziendali centrati sui clienti. 3. CRM collaborativo: Le applicazioni che servono per instaurare comunicazioni efficaci ed efficienti con i clienti. Comprende sistemi per supportare comunicazioni efficaci ed efficienti con il cliente. La comunicazione viene migliorata tramite un maggiore orientamento al cliente, minori barriere alla comunicazione e maggiore integrazione delle informazioni. I sistemi per la gestione delle relazioni con i fornitori: SCM Il coordinamento con i fornitori è diventato un aspetto centrale delle strategie complessive delle aziende. In relazione a ciò nel 1982 fu coniato il termine supply chain (catena di approvvigionamento), che indica i produttori di beni utilizzati da un’azienda. Tutti i sistemi informativi focalizzati sul miglioramento dei flussi informativi upstream sono chiamati SCM (supply chain management) i quali migliorano il coordinamento di fornitori, produttori e distributori. Architettura di un SCM Un sistema SCM è costituito da moduli o applicazioni incentrati sulla pianificazione e/o l’esecuzione della catena di approvvigionamento. Nel processo SCP sono sviluppati 4 tipi generali di piani: pianificazione e previsione delle domande pianificazione della distribuzione programmazione della produzione pianificazione dell’approvvigionamento. Una volta sviluppati questi piani, essi vengono utilizzati per guidare l’esecuzione della catena di approvvigionamento. Esecuzione della catena di approvvigionamento L’esecuzione della catena di approvvigionamento (SCE, Supply chain execution) è l’esecuzione della pianificazione della catena di approvvigionamento. L’SCE di tre elementi chiave della catena di approvvigionamento: il flusso di prodotto, che è il movimento dei beni del fornitore alla produzione Il flusso informativo: che è il movimento delle informazioni lungo la catena di approvvigionamento il flusso finanziario: è il movimento di asset finanziari attraverso la catena di approvvigionamento. La funzione sistemi informativi Tutti gli indicatori puntano sull’incremento dell’uso della tecnologia e sulla crescente consapevolezza da parte delle organizzazioni circa l’importanza dell’ICT sia come strumento di produttività, sia come veicolo per ottenere un vantaggio competitivo e un cambiamento organizzativo. Definizione e compiti della funzione sistemi informativi La funzione sistemi informativi (FSI) è l’unità di business delegata alla gestione dell’elaborazione e della distribuzione a tutti i reparti dell’organizzazione delle informazioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi aziendali. L’obiettivo primario della FSI è l’applicazione della tecnologia informatica a tutti processi aziendali per renderli più efficienti ed efficaci. La FSI è incaricata dello sviluppo del sistema informativo, ovvero supporta l’attività di realizzazione dei sistemi informativi in base alle indicazioni espresse dagli utenti, cioè le altre funzioni aziendali, che esplicitano i requisiti che ogni nuova procedura deve soddisfare. Alla FSI compete anche l’esercizio delle applicazioni realizzate. Per esercizi si intende l’insieme delle mansioni relative allo svolgimento e al controllo delle attività quotidiane, che consentono l’utilizzo delle applicazioni informatiche da parte degli utenti. La FSI è responsabile della manutenzione del sistema, e cioè quell’insieme di attività volte alla correzione o alla modifica di alcuni aspetti delle procedure automatizzate. L’ascesa dell’outsourcing Il termine outsourcing indica l’affidamento di processi o attività aziendali a un’azienda esterna, che può essere localizzata nello stesso paese o all’estero. Le organizzazioni scelgono di affidare all’esterno le attività di business per vari motivi: ridurre o controllare i costi liberare risorse esterne ottenere accesso a capacità produttive a livello mondiale aumentare i ricavi potenziali ridurre il time to market aumentare le efficienze di processo potersi concentrare sulle attività core colmare una lacuna di spec

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