Capitolo 4 - Individui e Mercato PDF
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This document discusses individual behavior in the market, focusing on how consumer demand is affected by income and prices. It analyzes the concept of normal goods and inferior goods, using practical examples like choosing ingredients for a sandwich. The document also explores the concept of consumer surplus and how it can be calculated.
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CAPITOLO 4 Individui e mercato Ogni volta che una persona acquista un bene sul **mercato**, implicitamente risolve il problema di scelta che abbiamo laboriosamente analizzato nel capitolo precedente. Dati i prezzi a cui i beni sono venduti sul mercato e dato il reddito monetario a disposizione per...
CAPITOLO 4 Individui e mercato Ogni volta che una persona acquista un bene sul **mercato**, implicitamente risolve il problema di scelta che abbiamo laboriosamente analizzato nel capitolo precedente. Dati i prezzi a cui i beni sono venduti sul mercato e dato il reddito monetario a disposizione per acquistarli, ogni individuo domanda una certa quantità di (tanti) beni differenti al fine di massimizzare il proprio benessere. Fermo restando che le scelte dipendono anche dalle preferenze, che possono essere diverse tra individui diversi, in questo capitolo ci occupiamo di come la domanda di un individuo dipenda, per date preferenze, dall'ampiezza delle sue possibilità di scelta. Come sappiamo, queste dipendono dal reddito e dai prezzi: considerando come cambia la scelta di un dato individuo al variare del reddito e dei prezzi, mettiamo il problema dell'individuo in contatto con il problema del mercato, in cui prezzi e redditi possono variare alla ricerca dell'**equilibrio**. [**1. Quantità domandata e variazioni di reddito **](javascript:void(0); "Pagina successiva") 1. Quantità domandata e variazioni di reddito Il reddito che il consumatore ha a disposizione per acquistare beni e servizi può variare: nell'esempio del capitolo precedente, è possibile ricevere buoni acquisto di diverso ammontare; nella realtà, si può spendere di più se si vince alla lotteria, o si viene promossi o ci si laurea; di meno se si perde il **lavoro**, o tocca pagare tasse arretrate. Come visto nel [*capitolo 3*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_19_4), in tutti questi casi il **vincolo di bilancio** trasla parallelamente rispetto a sé stesso: allontanandosi dall'origine degli assi se il reddito aumenta, avvicinandosi all'origine degli assi se il reddito diminuisce. Qui ci occupiamo di come cambia la scelta ottima del consumatore, ovvero la quantità domandata dei due beni, quando cambia il reddito. Una variazione delle risorse disponibili permette di acquistare una quantità differente di beni, anche se i prezzi dei beni restano costanti. In economia si 90chiamano *beni normali* i beni la cui quantità domandata aumenta se aumenta il reddito. Come dice il nome, ciò accade per la gran parte dei beni. Consideriamo una persona che, volendo preparare un tramezzino, deve scegliere come allocare il suo reddito tra due (soli) ingredienti, pane e salmone. Nella parte di sinistra della figura 4.1 si vede che, se le **curve di indifferenza** hanno un aspetto (appunto) normale, i loro punti di tangenza con vincoli di bilancio paralleli identificano panieri ottimali che contengono quantità più grandi, o più piccole, di entrambi i beni. Se si tratta di pane e salmone, come nella figura, il tramezzino che ci si può permettere se si può spendere di più contiene sia più pane, sia più salmone. fig. 4.1. Domanda e variazioni di reddito. I **beni normali** (che altri testi di economia chiamano anche «superiori» per distinguerli dai **beni inferiori** che introdurremo di seguito) si possono ulteriormente distinguere in due gruppi: ***beni di lusso***, la cui domanda aumenta più che proporzionalmente all'aumentare del reddito; e ***beni necessari***, la cui domanda aumenta sì, ma meno che in proporzione all'aumento del reddito. È in effetti normale che accada l'una o l'altra cosa, a seconda del tipo di bene. Se immaginiamo di diventare molto più ricchi, di poter spendere dieci volte 91tanto, non sembra sensato che decuplichi anche la nostra spesa per beni alimentari: aumenterebbe di meno, perché mangiare è necessario ed è piacevole mangiare bene, ma c'è un limite a quanto e quanto bene conviene mangiare; quindi, aumenterebbe più che in proporzione al reddito la spesa per qualche altro bene, appunto, di lusso, come una crociera ai Caraibi. Un aumento del reddito, però, non implica necessariamente un aumento della domanda di tutti i beni. Dopotutto, è una questione di gusti; beni differenti possono essere più o meno apprezzati da persone diverse anche a seconda di quanto possono spendere. Esistono, e si chiamano *beni inferiori*, beni la cui domanda diminuisce a seguito di un aumento del reddito. Si tratta di beni di cui ci si accontenta quando si può spendere poco ma si sostituiscono con altri, di qualità più alta, se ci si può permettere di spendere di più. Pensiamo ad esempio alle scelte che un individuo potrebbe fare, al fine di soddisfare il suo bisogno di calzature, tra sandali (di plastica) e scarpe (di cuoio). Se può spendere poco, indosserà prevalentemente sandali, riservando le poche scarpe che possiede a occasioni speciali non perché i sandali gli piacciono più delle scarpe, ma perché gli consentono di soddisfare il bisogno di calzature a poco prezzo. Se il reddito di questa persona aumentasse, potendo comunque indossare solo un paio di calzature per volta, avrebbe poco senso spendere le nuove risorse comprando numerosissime paia di sandali. È preferibile trattarsi bene, aumentare il numero di giorni in cui ci si permette di indossare scarpe di cuoio, e quindi diminuire l'uso di sandali; in questo esempio i sandali sono un bene inferiore, la cui quantità domandata diminuisce all'aumentare del reddito. Visto che è sensato che un bene possa essere inferiore, è possibile disegnare una figura in cui uno dei beni è inferiore senza violare le solite ragionevoli ipotesi che facciamo circa le preferenze. Se ci sono solo due beni, non possono essere entrambi inferiori, perché all'aumentare del reddito il consumatore deve comunque spendere di più; un bene «diventa» inferiore da un certo livello di reddito in su, quello a partire dal quale ci si può permettere di diminuire il consumo di un bene a favore di un altro (nel nostro esempio, da un certo livello di reddito in su diminuisce il numero di sandali che si trova conveniente avere nella scarpiera). Nella parte di destra della figura 4.1 le curve di indifferenza hanno un aspetto un po' strano rispetto a quelle che abbiamo incontrato finora, ma non violano nessuna delle loro proprietà fondamentali: sono discendenti e non si incrociano. Quelle curve rappresentano i gusti di un individuo che preferisce indossare meno spesso i sandali se diventa più ricco. Se il reddito è basso il consumatore sceglie la combinazione di scarpe e sandali indicata dal punto *D*. Se il reddito aumenta, il vincolo di bilancio si sposta parallelamente verso l'alto, e il nuovo punto di scelta ottima è il punto *E*: la disposizione delle curve di indifferenza rappresenta i gusti di una persona che all'aumentare del reddito sceglie la combinazione di beni *E*, che rispetto a *D* contiene più scarpe e meno sandali (come indicano le frecce nella figura). Quindi, le scarpe sono un bene normale e i sandali un bene inferiore.92 L'effetto di cambiamenti del reddito sulle quantità domandate si può rappresentare graficamente sia considerando l'evoluzione della quantità domandata di entrambi i beni al variare del reddito, sia considerando l'evoluzione della quantità domandata di un singolo bene al variare del reddito. Nel primo caso si disegna il *sentiero di **espansione** del reddito*: utilizzando il solito grafico in cui le quantità dei due beni si misurano sui due assi cartesiani, è la curva che unisce (tutte) le scelte ottime in corrispondenza dei vari livelli di reddito. Nella figura 4.1 i sentieri di espansione del reddito sono le linee tratteggiate che uniscono le combinazioni ottimali di pane e salmone (come i punti *A*, *B* e *C*), o di sandali e scarpe (come i punti *D*, *E* e *F*), in corrispondenza dei diversi livelli di reddito. A sinistra, nel caso di due beni normali, si tratta di una curva inclinata positivamente. A destra si tratta una curva inizialmente inclinata positivamente (per bassi livelli di reddito il consumo dei beni non può che aumentare, visto che parte da zero) che da un certo livello di reddito in poi diventa inclinata negativamente. Si possono utilizzare figure che rappresentano lo stesso fenomeno da prospettive diverse e mettono in rilievo particolari differenti. Per rappresentare graficamente come varia la quantità domandata di un bene in corrispondenza di vari livelli di reddito, si utilizza anche la *curva di Engel*, che si disegna in un grafico diverso, in cui sull'asse orizzontale si misura la quantità domandata del bene che ci interessa e sull'asse verticale il reddito. I due diagrammi nella parte inferiore della figura 4.1 rappresentano la curva di Engel del bene misurato sull'asse orizzontale del diagramma superiore. Nel caso del salmone (bene normale), la curva di Engel è crescente (diagramma di sinistra). Nel caso dei sandali, la curva di Engel invece è discendente nel tratto in cui quel bene è inferiore (diagramma di destra). [**2. Quantità domandata e variazioni di prezzo **](javascript:void(0); "Pagina successiva") 2. Quantità domandata e variazioni di prezzo La scelta ottima varia anche se variano i prezzi, a parità di reddito. La curva di domanda, che mette in relazione il prezzo di un bene con la quantità (ottimale) domandata, è un ingrediente fondamentale dei nostri ragionamenti. Quindi è importante capire gli effetti di una variazione del prezzo sulla quantità domandata; per farlo ci concentreremo sul caso in cui varia il prezzo di un solo bene, supponendo che restino fissi i prezzi di tutti gli altri. E per semplicità, ipotizzeremo che il consumatore scelga tra due beni soltanto, in modo da poter utilizzare figure a due dimensioni. È possibile rappresentare graficamente come cambiano le scelte del consumatore in corrispondenza di vari livelli di prezzo utilizzando due strumenti. Per seguire l'evoluzione della quantità domandata di entrambi i beni al variare del prezzo, si può tracciare il *sentiero di **espansione** del prezzo*, la linea che unisce le scelte ottime in corrispondenza dei vari livelli di prezzo. Nella parte superiore della figura 4.2 l'intercetta orizzontale del **vincolo di bilancio** varia in proporzione inversa al prezzo del bene lì misurato: se il prezzo del salmone 93aumenta, si può acquistare meno salmone quando si spende tutto il reddito nell'acquisto di quel bene (il vincolo ruota attorno all'intercetta verticale verso l'interno). Più precisamente se, come in figura, il prezzo raddoppia, o quadruplica, la quantità massima acquistabile del bene si dimezza, da 16 a 8, o si riduce a un quarto, da 16 a 4. I punti *A*, *B* e *C* rappresentano le scelte ottime in corrispondenza di tre prezzi diversi, e la curva che li unisce, passando anche per altri punti di scelta ottima non mostrati (uno per ogni possibile prezzo del salmone), è il sentiero di espansione del prezzo generato dalle variazioni del prezzo del bene misurato sull'asse orizzontale. ![](media/image2.png) fig. 4.2. Domanda e variazioni di prezzo. La parte inferiore della figura 4.2 riporta la quantità ottima di salmone contenuta nei tre panieri (*Q*~1~ in *A*, *Q*~2~ in *B*, *Q*~3~ in *C*) in un diagramma che misura sull'asse verticale il prezzo del bene che stiamo considerando. Questo diagramma parla dello stesso fenomeno illustrato nella parte superiore, ma mette in rilievo informazioni differenti. Quando utilizziamo **curve di indiffe**94**renza**, facciamo un po' di fatica a visualizzare i prezzi; in compenso vediamo anche la quantità scelta dell'altro bene (che, nell'esempio, cambia in realtà molto poco: al variare del prezzo del salmone, questo consumatore sceglie panini in cui varia molto la quantità di salmone, poco la quantità di pane; è in effetti abbastanza realistico che sia così, e torneremo a parlarne più avanti). Quando passiamo a disegnare la relazione che lega la quantità domandata di un bene al prezzo del bene, rappresentiamo la *curva di domanda* già vista nel [*capitolo 2*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_19_17). Il prezzo diventa facilissimo da vedere: la curva di domanda permette di prendere in considerazione tutti i prezzi misurabili sull'asse verticale, senza dover ogni volta complicare la figura della parte superiore con un altro vincolo di bilancio. Con un tratto di penna riassume, e in gran parte nasconde, moltissime informazioni importanti circa il problema affrontato dal consumatore; non vediamo più quale sia il suo reddito, come siano fatte le sue preferenze e quale sia il prezzo di beni diversi da quello di cui misuriamo la quantità sull'asse orizzontale. Proprio perché queste informazioni restano sullo sfondo, è essenziale non solo saper utilizzare la curva di domanda individuale, ma anche capire come le sue caratteristiche siano collegate alle scelte ottime del consumatore. [**3. Effetto di reddito ed effetto di sostituzione **](javascript:void(0); "Pagina successiva") 3. Effetto di reddito ed effetto di sostituzione L'effetto complessivo di una variazione del prezzo sulla quantità domandata può essere scomposto in due componenti. - L'*effetto di sostituzione* è legato alla variazione del ***prezzo relativo***. Se varia il rapporto tra i prezzi dei due beni, al consumatore conviene sostituire il bene che è diventato relativamente più costoso con quello diventato relativamente meno costoso. Questo effetto spinge sempre nella direzione opposta alla variazione di prezzo: si compra una quantità minore del bene che sta diventando relativamente più caro. Sembra ovvio che a prezzi più alti corrisponda una quantità domandata più bassa, e viceversa. Nell'esempio considerato nel capitolo 2 supponevamo che i clienti del **mercato** ortofrutticolo comprassero più arance se il loro prezzo si abbassava. Ma non sempre la legge della domanda è valida: ad esempio, non è assurdo pensare che un calo del prezzo delle arance possa far sentire molto più ricchi i clienti del mercato ortofrutticolo, inducendoli ad acquistare meno arance e più frutti esotici. In effetti, una variazione di prezzo non genera solo un **effetto di sostituzione**. Poter pagare poco quel che acquistiamo ci fa stare meglio: se il prezzo di un bene diminuisce, con gli stessi soldi si può acquistare di più non solo di quel bene, ma anche degli altri beni. Viceversa, arrivare al distributore e scoprire che il prezzo della benzina è aumentato trasmette una sensazione di malessere abbastanza simile a quella che si prova se, aprendo la busta paga, si vede una cifra più bassa del previsto. - L'*effetto di reddito* è legato alla variazione del *potere d'acquisto* che deriva dalla variazione del prezzo di un bene. Se cambiano i prezzi, cambia anche 95quel che si può acquistare in termini *reali* (di beni, come libri o DVD) a parità di reddito monetario (i soldi che si hanno in tasca). Abbiamo visto in precedenza che al variare del reddito la quantità domandata può aumentare o diminuire, a seconda che si tratti di un bene normale o di un bene inferiore. Quindi, l'**effetto di reddito** delle variazioni di prezzo può spingere nella stessa direzione dell'effetto di sostituzione, o in direzione opposta, a seconda del tipo di bene che stiamo considerando (bene normale nel primo caso, inferiore nel secondo). Nella realtà, ovviamente, si osserva solo l'effetto totale della variazione del prezzo. La scomposizione dell'effetto sulla quantità domandata di una variazione di prezzo in un effetto di sostituzione e in un effetto di reddito è puramente teorica. Non ha quindi senso chiedersi quale effetto si verifica per primo. Distinguere questi effetti è però utile per capire che cosa spiega l'entità delle reazioni della domanda di un bene alle variazioni del suo prezzo, argomento sul quale torneremo a breve. Iniziamo a studiare che cosa accade alla quantità domandata di diversi tipi di beni quando varia il prezzo. La figura 4.3 permette di visualizzare questi due effetti scomponendoli graficamente. Riprendiamo il caso visto nella [*figura 4.2*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_19_24) di una diminuzione del prezzo del bene di cui misuriamo la quantità sull'asse orizzontale (il salmone, nell'esempio). Il punto di ottimo passa da *A* a *C*, e l'effetto totale della variazione di prezzo si traduce in un aumento della quantità domandata di salmone. L'effetto di reddito, che è legato al fatto che la diminuzione del prezzo amplia le possibilità di acquistare beni, può essere isolato graficamente disegnando un **vincolo di bilancio** (nella figura tratteggiato) che è parallelo al vincolo di bilancio iniziale, ma che consente di raggiungere la curva di indifferenza a cui appartiene il nuovo punto di ottimo *C*. Lo spostamento dal punto *A* al punto *B* corrisponde all'aumento della quantità domandata di salmone dovuto non alla variazione del prezzo del salmone (l'inclinazione del vincolo, uguale al prezzo relativo, non è cambiata), ma a un ipotetico aumento di reddito (potere di spesa in panini) che consentirebbe al consumatore di stare tanto bene quanto starebbe se potesse effettivamente pagare di meno il salmone (i punti *B* e *C* si trovano sulla stessa curva di indifferenza). Se l'aumento di benessere dipendesse effettivamente da un maggior reddito il consumatore passerebbe dal punto *A* non al punto *C*, ma al punto *B*: potendo spendere di più, agli stessi prezzi di prima, comprerebbe sia più salmone, sia più pane. Come sappiamo, questo indica che entrambi i beni sono normali: in questo caso, una parte dell'aumento della quantità domandata del bene di cui abbiamo fatto variare il prezzo dipende dal fatto che il consumatore approfitta di quella variazione per acquistare panieri che contengono di più di entrambi i beni. Consideriamo ora l'effetto di sostituzione. Se gli avessimo veramente reso disponibile un maggiore reddito senza far variare i prezzi, il consumatore si collocherebbe nel punto *B*; in realtà il reddito è rimasto quello di prima e il salmone costa meno. Il vincolo di bilancio rilevante è quello che lascia invariata la massima quantità acquistabile di pane (il suo punto di intersezione con l'asse verticale non cambia) e fa variare solo la quantità massima acquistabile 96di salmone (cambia l'intercetta orizzontale). Nella figura 4.3 si vede che per trasformare l'ipotetico vincolo tratteggiato in quello che veramente si applica al problema del consumatore lo si fa scivolare, ruotandolo, lungo la curva di indifferenza su cui si trovano i punti *B* e *C*. Così facendo si rappresenta il puro effetto della variazione del prezzo relativo dei due beni, tenendo costante il livello di benessere (siamo sulla stessa curva di indifferenza). L'effetto di sostituzione va in direzione opposta alla variazione del prezzo: se il salmone diventa relativamente meno caro del pane, sarà meglio che il panino (a parità di soddisfazione) ne contenga di più1. fig. 4.3. Effetti di reddito e di sostituzione: beni normali e ordinari. La somma dei due effetti, di reddito e di sostituzione, è la variazione complessiva della quantità domandata che risulta da una variazione di prezzo. Nell'esempio illustrato dalla figura entrambi gli effetti vanno nella stessa direzione: all'aumentare del prezzo la quantità domandata diminuisce, e viceversa. Per il bene considerato vale quindi la legge della domanda introdotta nel capitolo 2. Normalmente, al calare del prezzo aumenta la quantità domandata perché si sostituisce il bene che diventa meno costoso ad altri che soddisfano bisogni simili. Per la maggior parte dei beni, all'aumentare del prezzo la domanda del bene diminuisce: i beni per cui questo è vero sono detti *beni ordinari*.97 I **beni ordinari** sono beni per i quali l'effetto di sostituzione e l'effetto di reddito vanno nella stessa direzione, ovvero **beni normali**, come nell'esempio in figura 4.3; possono anche essere **beni inferiori**, a patto che l'effetto di sostituzione sia più forte dell'effetto di reddito. Consideriamo il grafico in alto della figura 4.4, nella quale torniamo a considerare la scelta di calzature, che può ricadere sull'acquisto di scarpe o di sandali. A seguito di una diminuzione del prezzo dei sandali, rappresentata da una rotazione del vincolo di bilancio attorno alla sua intercetta verticale verso l'esterno, la scelta ottima del consumatore cambia: la combinazione di beni che permette di ottenere il massimo benessere passa dal punto *D* al punto *F*. Osservando l'effetto totale della variazione del prezzo sulla quantità domandata, notiamo che al diminuire del prezzo la quantità domandata aumenta. Quindi, i sandali sono un bene ordinario per il quale vale la legge della domanda. Decomporre l'effetto totale in un effetto di reddito e in un effetto di sostituzione come abbiamo fatto per la figura 4.3 permette di capire che i sandali sono anche un bene inferiore. Se il reddito di questa persona aumentasse, fino a consentirle di acquistare, a parità di prezzi, una combinazione che si trova sulla curva di indifferenza alla quale appartiene il punto *F*, che effettivamente sceglie, ci troveremmo nel punto *E*. Per effetto di reddito la diminuzione del prezzo aumenta il potere d'acquisto; se questa persona domanda una quantità più bassa del bene, come indicato dallo spostamento dal punto *D* al punto *E*, sappiamo che i sandali sono un bene inferiore. Lo spostamento dal punto *E* al punto *F*, che per costruzione rappresenta l'effetto di sostituzione, legato (solo) alla variazione dei prezzi relativi, spinge in direzione opposta alla variazione del prezzo e all'effetto di reddito. Nel caso di un bene inferiore che è anche un bene ordinario come i sandali del nostro esempio, l'effetto di sostituzione è più forte dell'effetto di reddito, e fa sì che la diminuzione del prezzo dei sandali determini un aumento della quantità domandata. È addirittura possibile che, invece di farla aumentare, una diminuzione del prezzo faccia diminuire la quantità domandata: la legge della domanda può avere eccezioni che, come si dice, confermano la regola (o meglio, fanno capire che cosa la giustifichi). Il grafico in basso della figura 4.4 illustra gli effetti di una variazione di prezzo nel caso di un bene inferiore, la polenta nell'esempio che utilizzeremo per concretezza, in un mondo dove il consumatore può scegliere come allocare il reddito che ha a disposizione nell'acquisto di due soli beni, polenta e carne. Partendo dal punto *L*, una diminuzione del prezzo della polenta amplia le possibilità di acquisto del consumatore: ma, nella figura, le **curve di indifferenza** sono tracciate in modo da rappresentare i gusti di una persona che sceglie un nuovo **paniere** ottimale, corrispondente al punto *N*, che contiene meno polenta (e più carne). Quindi, se il prezzo della polenta diminuisce, diminuisce anche la quantità domandata di polenta. ![](media/image4.png) fig. 4.4. Effetto di reddito e di sostituzione: beni inferiori. Che cosa è successo? Di polenta, bene inferiore, il consumatore ne sceglie di meno se diventa più ricco e può stare meglio. Lo spostamento parallelo del vincolo di bilancio dalla posizione iniziale al vincolo di bilancio tratteggiato (che consentirebbe di raggiungere lo stesso livello di benessere reso possibile 98dalla diminuzione del prezzo della polenta), portando il consumatore nel punto *M*, causerebbe una forte diminuzione della quantità di polenta. Tale diminuzione viene in parte controbilanciata dall'effetto di sostituzione, che va comunque in direzione opposta alla variazione di prezzo (visto che la polenta costa meno, diventa relativamente più conveniente della carne) e corrisponde allo spostamento da *M* a *N*. Si chiama *bene di Giffen* un bene, 99come la polenta nel grafico in basso della figura 4.4, che è talmente inferiore da far eccezione alla legge della domanda2. Per un tale bene la curva di domanda è inclinata positivamente: all'aumentare del prezzo la quantità domandata aumenta. Si tratta di eccezioni alla regola molto limitate. Disegnare una figura come la 4.4 non è facile: le curve di indifferenza devono essere piuttosto strane per far sì che l'effetto di reddito non solo spinga nella stessa direzione della variazione del prezzo, ma sia anche sufficientemente forte da controbilanciare l'effetto di sostituzione. Nella realtà ciò accade se il bene di cui si tratta è non solo inferiore, ma anche importante per il consumatore: solo se la spesa per acquistarlo incide molto sul reddito complessivo le variazioni del suo prezzo possono influenzare il benessere in modo sufficientemente forte da generare effetti di reddito rilevanti (argomento approfondito nel [*quadro 4.1*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_19_24)). Tornando al nostro esempio, pare logico supporre che i sandali di plastica siano un bene inferiore e vengano sostituiti da scarpe di cuoio se il reddito è più alto. Ma è plausibile che siano anche un bene ordinario: a soddisfare il bisogno di calzature ciascuno di noi, povero o ricco che sia, dedica una parte abbastanza limitata del suo reddito complessivo; quindi, le variazioni del prezzo dei sandali non riescono a farci stare molto meglio o molto peggio, come se fossimo molto più ricchi o molto più poveri. Nel caso della polenta, invece, possiamo immaginare che famiglie molto povere, come i contadini italiani della Pianura Padana della prima metà del secolo scorso, si cibino prevalentemente di polenta e spendano in cibo gran parte del reddito: per queste famiglie, la polenta potrebbe essere un bene di Giffen. Tab. 4.1. Variazione del prezzo e della quantità domandata La tabella 4.1 può essere utile per visualizzare e ricordare meglio la distinzione tra beni ordinari e **beni di Giffen**. Le frecce indicano un aumento (↑) o una diminuzione (↓) della domanda (indicata con la lettera *Q*) o del prezzo (indicato con la lettera *p*) del bene. Supponendo che il prezzo del bene aumenti, la tabella scompone l'effetto di sostituzione e l'effetto di reddito, e ne chiarisce la direzione e la forza nel caso di beni normali e beni inferiori. Lo stesso schema si potrebbe proporre per analizzare l'effetto di una diminuzione del prezzo del bene, invertendo tutte le frecce presenti in tabella.100 Quadro 4.1. Quanto è sensibile la domanda rispetto al prezzo Quadro 4.1. Quanto è sensibile la domanda rispetto al prezzo Decomporre l'effetto complessivo di una variazione del prezzo ci aiuta a capire come mai la domanda dei vari beni sia più o meno sensibile al prezzo. Ad ogni livello di benessere, le variazioni di prezzo hanno effetti più forti per beni più facili da sostituire. Al variare del prezzo di un bene varia il livello di benessere, da cui risulta un effetto di reddito che potrà essere più o meno grande per vari tipi di bene. Ci sono **beni di lusso**, che vengono domandati molto di più quando il benessere aumenta, e **beni necessari**, la cui quantità domandata dipende poco dal benessere: nel nostro solito esempio, la quantità di salmone verosimilmente aumenta più della quantità di pane nei tramezzini scelti da chi può permettersene di più costosi. L'effetto di reddito di una variazione di prezzo dipende poi anche da quanto più si spende per comprare quel bene: se si tratta di qualcosa su cui si spende molto poco, il prezzo può variare molto senza far variare tanto il benessere del consumatore. La curva di domanda di quasi tutti i beni è decrescente rispetto al prezzo perché l'effetto di sostituzione è più forte dell'effetto di reddito. Questo è vero sia per i beni normali, per i quali effetto di reddito ed effetto di sostituzione si rafforzano a vicenda, sia per i beni inferiori che non sono beni di Giffen. Per capire come mai dobbiamo pensare che, nella realtà, consumiamo un gran numero di beni e servizi e che, spesso, il reddito che destiniamo all'acquisto di un singolo bene o servizio ha un'incidenza modesta sul nostro reddito totale. Consideriamo, ad esempio, i dati ISTAT sulla spesa mensile media di una famiglia italiana nel 2018, riportati nella tabella 4.2. All'interno di ogni voce di spesa riportata nella tabella ci sono decine di beni. Consideriamone uno che abbiamo già visto nel [*capitolo 1*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_19__cap_04_box4.1_10), l'acqua minerale, che rientra nella voce «Prodotti alimentari e bevande analcoliche». In media ogni mese una famiglia italiana spende circa 12,5 euro per acquistare acqua minerale. Supponendo che il prezzo dell'acqua minerale diminuisca considerevolmente, del 20%, sappiamo che, per effetto di sostituzione, la famiglia domanderà più acqua minerale a scapito di altri beni, diventati relativamente più cari. Anche per effetto di reddito la domanda di acqua minerale aumenterà, perché il potere di acquisto complessivo della famiglia sarà aumentato. Quanto è forte questo effetto o, se preferite, di quanto si sente più ricca la famiglia? Stiamo parlando del 20% di 12,5 euro, vale a dire 2,5 euro, che su un totale di circa 2.600 euro rappresentano meno di un millesimo del reddito mensile. Tab. 4.2. Spesa media mensile di una famiglia ------------------------------------------------------------------- --------------- Capitolo di spesa Spesa in euro SPESA MEDIA MENSILE 2.571,24 Prodotti alimentari e bevande analcoliche 461,70 Non alimentare 2.109,54 Bevande alcoliche e tabacchi 46,57 Abbigliamento e calzature 118,88 Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, di cui: 902,77 Mobili, articoli e servizi per la casa 107,93 Servizi sanitari e spese per la salute 120,74 Trasporti 292,39 Comunicazioni 62,06 Ricreazione, spettacoli e cultura 127,71 Istruzione 16,00 Servizi ricettivi e di ristorazione 130,37 Altri beni e servizi 184,13 ------------------------------------------------------------------- --------------- Facendo questi ragionamenti capiamo come mai la domanda dipende poco dal prezzo del sale da cucina, un bene difficile da sostituire su cui al giorno d'oggi le famiglie spendono una porzione piccolissima del reddito, ma dipende molto dal prezzo dei metri quadrati delle abitazioni, una voce importante nel bilancio delle famiglie: chi abita in città costose sceglie di vivere in appartamenti piccoli, e sostituisce metri quadri di soggiorno andando più spesso al bar o al cinema. Se invece un bene è difficile da sostituire (al limite, un perfetto complemento) e/o è inferiore, allora una diminuzione del suo prezzo fa aumentare meno la quantità domandata. Questo ci aiuta a capire come mai la domanda di crociere ai Caraibi (servizio facile da sostituire con altri modi di divertirsi e piuttosto lussuoso) è più sensibile al prezzo della domanda di cibo (bene difficile da sostituire e necessario). [**4. Surplus del consumatore **](javascript:void(0); "Pagina successiva") 4. Surplus del consumatore Si chiama *surplus del consumatore* la differenza tra quanto il consumatore sarebbe disposto a pagare per ottenere una certa quantità di un bene e quanto deve effettivamente pagare, ovvero il prezzo di mercato. Per capire di che cosa si tratta, basta immaginare di mettersi davanti a una vetrina, osservare un articolo che potrebbe interessarci e, senza guardare il prezzo esposto, pensare a quanto saremmo disposti a pagarlo. Dopo aver formulato una *disponibilità a pagare *quel paio di pantaloni o DVD, si guarda quanto il negozio ci chiede di pagare. Può capitare che il prezzo esposto sia più alto di quello che abbiamo in mente. In questo caso, nulla ci costringe a pagarlo, e non acquisteremo nulla. Ma se il prezzo esposto (come può ben capitare) è più basso della nostra personale disponibilità a pagare, non solo ci converrà acquistarlo subito, ma godremo anche del fatto di aver pagato solo (poniamo) 15 euro qualcosa che, per noi, poteva valerne anche 25. La differenza (10 euro, in questo caso) è una misura tangibile, in termini monetari, del benessere che noi come consumatori possiamo trarre dal mercato. Visto che tutti compriamo qualche cosa, il caso fortunato in cui il prezzo è minore di quel che saremmo disposti a pagare è in realtà molto frequente, e il mercato genera benessere. La curva di domanda aiuta a visualizzare graficamente il surplus del consumatore nel caso di acquisto di più unità di un dato bene. Finora si è parlato di curva di domanda in termini di relazione tra i possibili prezzi di un bene, presi per dati dal consumatore, e le quantità che il consumatore sceglie di acquistare. E abbiamo visto che la massimizzazione del benessere consente di determinare la quantità domandata di un bene in corrispondenza di ciascun prezzo: così facendo, si costruisce una funzione 102di *domanda diretta*3. Nulla impedisce, però, di interpretare le scelte del consumatore da una prospettiva diversa, e chiedersi quale prezzo renderebbe conveniente comprare ciascuna quantità. Una curva di domanda, come quella nella figura 4.5, si può leggere anche nel modo opposto a quello indicato dalle frecce, nel caso della combinazione identificata dal punto *A*: si può arrivare al prezzo, sull'asse verticale (*p*~*A*~), partendo da una quantità, sull'asse orizzontale (*Q*~*A*~). ![](media/image6.png) fig. 4.5. Surplus del consumatore. Questa interpretazione descrive una funzione di *domanda inversa*, la cui variabile dipendente è il prezzo. In realtà, il problema del consumatore è sempre quello di scegliere una quantità prendendo per dato il prezzo. Le variazioni di prezzo che consideriamo in questo capitolo sono puramente ipotetiche, e solo quando torneremo a parlare di equilibrio di mercato saremo in grado di collegarle a possibili fenomeni reali. Quindi, esprimere la curva di domanda in termini «diretti» o «inversi» è una questione di punti di vista: come ci si può ipoteticamente chiedere quanto pane e quanto salmone sceglieremmo se il salmone costasse solo un euro al chilo, così possiamo chiederci quanto poco dovrebbe costare il salmone per farcene mettere tre etti in ciascun panino. Il secondo tipo di questione è interessante perché la risposta consente di capire qualcosa di importante circa il benessere che il consumatore trae dai suoi acquisti. La domanda inversa individuale descrive 103la disponibilità a pagare di ciascun consumatore per ciascuna quantità del bene; se occorre pagare meno di quanto si sarebbe disposti a pagare, si trae dagli acquisti un beneficio netto, quello che sopra abbiamo definito surplus del consumatore. Utilizzando la curva di domanda inversa possiamo misurare precisamente il surplus del consumatore. Nella figura 4.5 la barra grigia più a sinistra indica la distanza tra quel che il consumatore sarebbe disposto a pagare per una quantità molto piccola del bene e il prezzo che in effetti paga (*p*~*M*~): è molto lunga, mentre barre analoghe disegnate per punti sempre più a destra (e quantità sempre più grandi) diventano più corte, fino ad annullarsi nel punto in cui la domanda arriva al livello del prezzo di mercato (il punto *M*). In quest'ultimo punto il consumatore, al margine, paga esattamente quel che è disposto a pagare: non è quindi né particolarmente contento, né particolarmente scontento di consumare quell'ultima unità del bene. Per le unità precedenti, invece, il consumatore paga meno di quel che sarebbe disposto a pagare, e questo lo rende inequivocabilmente più felice. Il primo caffè ogni mattina aumenta il benessere, e numerosi consumatori sarebbero disposti a pagarlo molto; il secondo, il terzo, il quarto, meno: pagando tutti i caffè allo stesso prezzo, ogni giorno si gode di un surplus che è massimo sul primo caffè ed è pari a zero quando l'utilità marginale dell'ennesimo caffè corrisponde, in termini di denaro, al suo prezzo. Per capire ancora meglio in che cosa consiste il surplus, torniamo a pensare alla scelta di un consumatore tra DVD e altri beni. I DVD, anche se hanno lo stesso prezzo, non sono tutti uguali: possiamo supporre che il consumatore di cui ci occupiamo li compri in un ordine che corrisponde ai suoi gusti. Questo non è del tutto coerente con i ragionamenti che facevamo sopra, dove si supponeva che (come per i caffè) l'utilità dipendesse soltanto dalla quantità consumata. Se però immaginiamo che per primi si comprino i DVD che piacciono di più, e che si comprerebbero anche se i DVD costassero molto, otteniamo un'immagine vivida del surplus. Quali siano quei DVD (film impegnati vincitori di importanti festival internazionali o commedie spiritose?) dipende dai gusti, ma chi vende i DVD non conosce i gusti di ciascuno: il mercato rende disponibili tutti i DVD allo stesso prezzo, e consente a un appassionato di comprare il tipo che gli piace di più a un prezzo inferiore a quello che sarebbe pur disposto a pagare. Considerando in figura 4.5 tutte le possibili quantità comprese tra zero e la quantità effettivamente acquistata, e tutte le corrispondenti differenze tra la disponibilità a pagare e il prezzo di mercato, si riempie (di barre) tutta l'area compresa tra la curva di domanda e il prezzo: quest'area è una misura del surplus del consumatore, ovvero del benessere complessivo che il consumatore ottiene dal poter comprare sul mercato quel che gli serve a un prezzo dato. Il quadro 4.2 delinea un'interpretazione più tecnica del fatto che la curva di domanda inversa consente di misurare il benessere complessivo che il consumatore ottiene partecipando al mercato. È importante capire il concetto di surplus, perché l'economia è una scienza sociale, che si 104occupa di come si possa far star bene le persone. Come vedremo in seguito, analizzando il surplus dei consumatori sarà possibile valutare il benessere generato dalla concorrenza e studiare come il benessere sia influenzato da imposte e sussidi. Quadro 4.2. Surplus e utilità Nel [*quadro 3.4*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_19__cap_04_box4.2_18) abbiamo visto che, nel punto di scelta ottima, il rapporto tra utilità marginale e prezzo è lo stesso per tutti i beni. Scriviamo quindi *UMGDpD*=*UMGLpL*=...=*X* In questa formula i puntini ci ricordano che un consumatore vero oltre a libri e DVD consuma molti altri beni; la formula omette i rapporti tra utilità marginale e prezzo di quei beni, e indica con *X* il valore (comune a tutti i beni) di quel rapporto. Possiamo quindi scrivere pD=UMGDX e scoprire una cosa interessante: il prezzo, che con la sua scelta ottima un consumatore si dichiara disposto a pagare per una certa quantità di un certo bene, è proporzionale all'utilità marginale che ottiene dal consumo di quel bene. Collegare la disponibilità a pagare all'utilità marginale è interessante per vari motivi. Ci fa capire che un motivo per cui la curva di domanda inversa è decrescente è che, come abbiamo visto nei precedenti quadri del [*capitolo 3*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_19__cap_04_box4.2_18), è decrescente l'utilità marginale. Visto che le prime unità sono quelle che aumentano di più il benessere del consumatore, se riduciamo la quantità disponibile (ad esempio) di DVD il consumatore, al margine, è disposto a pagare di più per aumentarla. Riconduce i concetti astratti di preferenze e utilità a fatti molto concreti, riguardanti i prezzi pagati e le quantità acquistate dai consumatori. Anche se le preferenze sono una caratteristica molto intima di ciascuna persona, sono rivelate dal suo comportamento. Se le persone si comportano in modo ottimale, osservare i prezzi che pagano per le quantità che consumano ci consente di «vedere» la loro utilità marginale. Sommando le differenze tra i prezzi che i consumatori sarebbero disposti a pagare per ciascuna unità e il prezzo che effettivamente pagano, si può misurare la variazione complessiva dell'utilità che deriva dal poter accedere al mercato. Graficamente, è quello che viene fatto nella [*figura 4.5*](https://www.pandoracampus.it/doi/10.978.8815/356697/_19__cap_04_box4.2_18). Chi ha nozioni di analisi matematica può apprezzare il fatto che essendo l'utilità marginale la derivata dell'utilità totale, integrando la funzione di domanda inversa si ottiene una misura dell'utilità, che nella figura corrisponde all'area sottostante la curva di domanda. Di quel benessere, una parte (corrispondente al prodotto di prezzo e quantità) il consumatore lo paga; il resto, che si trova al di sopra del prezzo di mercato, è surplus. Riepilogo ▶ La domanda varia al variare del reddito e/o al variare del prezzo. ▶ Se al variare del reddito la quantità domandata varia nella stessa direzione si tratta di beni normali (o superiori); se la quantità domandata varia in direzione opposta si tratta di beni inferiori. ▶ Se al variare del prezzo di un bene la quantità domandata varia in direzione opposta si tratta di un bene ordinario; se la quantità domandata varia nella stessa direzione della variazione di prezzo si tratta di un bene di Giffen. ▶ La variazione di quantità domandata derivante da variazioni di prezzo può essere (artificialmente) scomposta in un effetto di reddito, legato alla variazione del potere d'acquisto, e in un effetto di sostituzione, legato alla variazione dei prezzi relativi. ▶ Per i beni normali l'effetto di reddito va in direzione opposta alla variazione del prezzo (all'aumentare del prezzo se ne compra di meno); per i beni inferiori va nella stessa direzione della variazione di prezzo (all'aumentare del prezzo se ne compra di più). ▶ L'effetto di sostituzione per tutti i beni va nella direzione opposta alla variazione di prezzo (si consumano quantità maggiori di un bene quando questo diventa relativamente meno costoso). ▶ Rientrano nella categoria dei beni ordinari, che seguono la legge della domanda, tutti i beni normali e quei beni inferiori per i quali l'effetto di sostituzione è più forte dell'effetto di reddito. ▶ I beni di Giffen sono beni talmente inferiori, e che pesano così tanto sulla spesa complessiva dei consumatori poveri, da far sì che l'effetto di reddito sia più forte dell'effetto di sostituzione. ▶ La domanda inversa individuale descrive la disponibilità a pagare di ciascun consumatore per ciascuna quantità del bene. ▶ La somma della differenza, calcolata su ogni unità scambiata, tra quel che si sarebbe disposti a pagare e quel che sul mercato occorre pagare è una misura del benessere che deriva dal partecipare al mercato, detta surplus del consumatore. UNITA' DIDATTICA CAPITOLO 4 Testo di supporto UD3 Questa UD studia come cambia la domanda di un bene quando variano le risorse che un consumatore ha a disposizione (reddito) e i prezzi dei beni, e introdurremo i concetti di domanda inversa e di surplus dei consumatori. Argomenti trattati nel Capitolo IV del testo \"Istituzioni di economia\". Argomenti: - Quantità domandata e variazioni di reddito - Quantità domandata e variazioni di prezzo - Surplus del consumatore a I. QUANTITA\' DOMANDATA E VARIAZIONI DI REDDITO Nella UD2 abbiamo rappresentato il problema di scelta del consumatore prendendo come dati il reddito e i prezzi dei due beni. In questa UD vedremo come cambia la scelta ottima del consumatore quando variano reddito e prezzi. Iniziamo dal considerare cosa accade quando, tenendo fissi i prezzi dei due beni, variano le risorse a disposizione del consumatore. Come abbiamo visto nella UD2, il vincolo di bilancio trasla parallelamente rispetto a se stesso allontanandosi dall\'origine degli assi se il reddito aumenta, avvicinandosi all\'origine degli assi se il reddito diminuisce. Che cosa accade alla scelta ottima, vale a dire alla quantità domandata dei due beni? Dipende. a Quando il reddito aumenta, la quantità domandata di un bene può aumentare o diminuire. In economia definiamo: - Beni NORMALI i beni la cui domanda aumenta (diminuisce) a seguito di un aumento (diminuzione) del reddito. La maggior parte dei beni appartiene a questa categoria. - Beni INFERIORI i beni la cui domanda diminuisce (aumenta) a seguito di un aumento (diminuzione) del reddito. Sono beni di bassa qualità (dove il concetto di qualità è legato alle preferenze dell\'individuo, non ad un criterio di qualità oggettiva). Pensate al caso di un consumatore che fintanto che è troppo povero per permettersi di acquistare burro acquista margarina, e che all\'aumentare del suo reddito preferisce consumare burro, diminuendo quindi il consumo di margarina. In questo caso, il burro è un bene normale e la margarina è un bene inferiore. Per vedere se abbiamo capito, supponiamo di misurare la quantità di scarpe sull\'asse verticale e la quantità di sandali sull\'asse orizzontale. Se un aumento del reddito determina un aumento del consumo di scarpe e una diminuzione del consumo di sandali, che cosa possiamo dire dei due beni? Play Video [* Scarica*](https://giurisprudenza.i-learn.unito.it/pluginfile.php/404588/mod_page/content/24/Fig.UD4.1_varM.mp4) a Per **rappresentare graficamente** cosa accade alle scelte del consumatore in corrispondenza di vari livelli di reddito, possiamo utilizzare i seguenti strumenti: - **Sentiero di espansione del reddito (SER):** serve a tracciare l\'evoluzione della quantità domandata di entrambi i beni al variare del reddito. Nel caso di due beni normali, il SER è una linea inclinata positivamente. Provate a disegnare il SER nel caso in cui un bene è normale e un bene è inferiore. Play Video [* Scarica*](https://giurisprudenza.i-learn.unito.it/pluginfile.php/404588/mod_page/content/24/Fig.UD4.2_SER.mp4) - **Curva di Engel:** serve a tracciare l\'evoluzione della quantità domandata di un singolo bene al variare del reddito. Misurando il reddito sull\'asse verticale e la quantità di un generico bene, che possiamo chiamare x1, sull\'asse orizzontale, quale forma assume la curva di Engel nel caso di beni normali e inferiori? Play Video [* Scarica*](https://giurisprudenza.i-learn.unito.it/pluginfile.php/404588/mod_page/content/24/Fig.UD4.3_Engel.mp4) **a** II\. QUANTITA\' DOMANDATA E VARIAZIONI DI PREZZO Analizziamo ora cosa accade quando variano i prezzi. Per semplicità, considereremo cosa accade quando varia il prezzo di un solo bene, tenendo fissi reddito e prezzo dell\'altro bene. L\'effetto di una variazione del prezzo sulla quantità domandata può essere scomposto in due componenti: - **Effetto di SOSTITUZIONE: legato alla variazione del *****saggio di scambio di mercato*****. Quando varia il rapporto tra i prezzi dei due beni il consumatore decide di sostituire il bene che è diventato relativamente più costoso con quello diventato relativamente meno costoso. L\'effetto di sostituzione spinge sempre nella direzione opposta alla variazione di prezzo: se il prezzo di un bene aumenta (diminuisce), questo tipo di effetto determina una diminuzione (aumento) della domanda del bene.** - **Effetto REDDITO: legato alla variazione del *****potere d\'acquisto*****. Quando il prezzo di un bene aumenta (diminuisce), a parità di reddito e di prezzo dell\'altro bene, il consumatore si sente più povero (ricco): a parità di reddito monetario, cioè a parità di soldi che ha in tasca, il consumatore assiste ad una variazione del suo reddito reale, cioè di quanto può acquistare in termini di beni.** L\'effetto di reddito, come abbiamo visto in precedenza, può spingere nella stessa direzione della variazione di prezzo o in direzione opposta a seconda del tipo di bene che stiamo considerando. A seguito di un aumento del prezzo, determina: una diminuzione della quantità domandata nel caso di beni normali; un aumento della quantità domandata nel caso di beni inferiori. a A seconda di quale effetto prevale, in economia si distingue tra: - **Beni ORDINARI: in base alla legge della domanda che abbiamo studiato nella UD1, sappiamo che per la maggior parte dei beni, detti appunto *****ordinari*****, all\'aumentare (diminuire) del prezzo, la domanda del bene diminuisce (aumenta). Sono beni per i quali l\'effetto di sostituzione e l\'effetto di reddito vanno nella stessa direzione (beni normali), o beni inferiori per i quali l\'effetto di sostituzione è più forte dell\'effetto di reddito.** - **Beni di Giffen: sono beni \"molto inferiori\"?, nel senso che sono beni inferiori che pesano molto sul reddito di consumatori poveri, tanto che l\'effetto di reddito è più forte dell\'effetto di sostituzione. Per questi beni non vale la legge della domanda. Un aumento (diminuzione) del prezzo di un bene di Giffen determina un aumento (diminuzione) della quantità domandata. ** Il testo \"Istituzioni di Economia\" spiega come scomporre in un grafico questi due effetti. Per l\'esame è importante capire come l\'effetto di reddito e l\'effetto di sostituzione si sommano a determinare l\'effetto complessivo di una variazione di prezzo sulla quantità domandata. A tale scopo un diagramma può aiutare a chiarire le idee. Play Video [* Scarica*](https://giurisprudenza.i-learn.unito.it/pluginfile.php/404588/mod_page/content/24/Fig.UD4.4_effReffS.mp4) a Per **rappresentare graficamente** come varia la scelta del consumatore al variare del prezzo possiamo utilizzare due strumenti: - **Sentiero di espansione del prezzo (SEP):** serve a tracciare l\'evoluzione della quantità domandata di entrambi i beni al variare del prezzo. Provate a tracciare il SEP nel caso di due beni ordinari. Play Video [* Scarica*](https://giurisprudenza.i-learn.unito.it/pluginfile.php/404588/mod_page/content/24/Fig.UD4.5_SEP.mp4) - **Curva di domanda**: come abbiamo visto nella UD2, la curva di domanda rappresenta come varia la quantità domandata di un singolo bene al variare del prezzo. Quale forma ha la curva di domanda nel caso dei beni ordinari e nel caso dei beni di Giffen? Play Video [* Scarica*](https://giurisprudenza.i-learn.unito.it/pluginfile.php/404588/mod_page/content/24/Fig.UD4.6_D.mp4) Â III\. SURPLUS DEL CONSUMATORE Introduciamo ora una misura in termini monetari del benessere che il consumatore ottiene dal partecipare al mercato. Il *surplus del consumatore *rappresenta il beneficio netto che il consumatore ottiene dall\'acquistare un bene ad un determinato prezzo. E\' pari alla differenza tra quanto il consumatore sarebbe disposto a pagare per ottenere una certa quantità di un bene e quanto deve effettivamente pagare (il prezzo di mercato). A livello aggregato, il surplus dei consumatori misura di quanto, in termini monetari, la partecipazione al mercato aumenta il benessere dei consumatori nel loro insieme. Â A.FUNZIONE DI DOMANDA \"DIRETTA\" e \"INVERSA\" Per rappresentare il surplus dei consumatori è utile pensare alla curva di domanda da un punto di vista differente rispetto a quello che abbiamo adottato finora. - Quando esprimiamo la quantità domandata di un bene in funzione del prezzo utilizziamo la **funzione di domanda diretta**. - Quando interpretiamo le scelte del consumatore esprimendo il prezzo in funzione della quantità domandata, consideriamo quella che viene definita **funzione di domanda inversa**. Il problema di scelta è sempre lo stesso, si tratta di interpretare la relazione tra prezzo e quantità utilizzando due diverse prospettive. La funzione di domanda inversa è interessante per le interpretazioni che può avere: - in termini di domanda individuale, indica quanto il consumatore sarebbe disposto a spendere per acquistare una determinata quantità del bene; - in termini di domanda di mercato, indica quale dovrebbe essere il prezzo prevalente sul mercato affinché i consumatori scelgano di acquistare una determinata quantità del bene. B. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL SURPLUS DEL CONSUMATORE Utilizzando il concetto di domanda inversa (e di *disponibilità a pagare*) possiamo misurare il surplus del consumatore. Graficamente il surplus del consumatore è rappresentato dall\'area che si trova tra la curva di domanda inversa e la retta che corrisponde al prezzo di mercato (si veda la figura qui sotto e la figura 4.5 sul libro di testo). Play Video [* Scarica*](https://giurisprudenza.i-learn.unito.it/pluginfile.php/404588/mod_page/content/24/Fig.UD4.7_surplus.mp4) Il surplus dei consumatori è un utile strumento di analisi economica; come vedremo in seguito, esso consente di studiare gli effetti di politiche pubbliche (come tasse e sussidi) e, una volta introdotto il concetto di surplus dei produttori, permette di valutare l\'impatto di varie forme di mercato (concorrenza perfetta, monopolio, etc.) in termini di benessere sociale. QUIZ I cambiamenti del prezzo di un bene hanno effetti di reddito, in quanto Scegli un\'alternativa: a.prezzi più alti inducono a consumare di più b.prezzi più bassi riducono il potere d\'acquisto c.prezzi e reddito sono due termini che esprimono lo stesso concetto d.prezzi più bassi aumentano il potere d\'acquisto e.nessuna delle risposte precedenti Feedback La risposta corretta è: prezzi più bassi aumentano il potere d\'acquisto Domanda 2 Risposta corretta Punteggio ottenuto 1 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda La curva di domanda di quasi tutti i beni è decrescente rispetto al prezzo perché: Scegli un\'alternativa: a.l\'utilità totale decresce quando aumenta il consumo b.l\'effetto sostituzione è più forte dell\'effetto reddito c.vige la legge dei costi crescenti d.l\'utilità totale aumenta quando cresce il consumo e.vige la legge dei rendimenti decrescenti Feedback I beni ordinari, per i quali vale la legge della domanda, sono beni per i quali l\'effetto di sostituzione spinge nella stessa direzione dell\'effetto di reddito (beni ordinari e normali) o beni per i quali l\'effetto di sostituzione spinge in direzione opposta all\'effetto di reddito, ma è più forte di quest\'ultimo (beni ordinari e inferiori). L\'effetto di sostituzione è più forte dell\'effetto di reddito anche per i beni normali, in quanto la parte di reddito che dedichiamo all\'acquisto di un singolo bene è in genere piccola rispetto al totale delle nostre risorse, e incide significativamente sul nostro sentirci molto poveri solo se si tratta di beni inferiori di cui non si può fare a meno proprio in virtù della nostra condizione economica (i beni di Giffen). L\'utilità totale aumenta all\'aumentare del consumo. Questo non spiega il fenomeno che stiamo considerando. Basti pensare ai beni di Giffen: anche nel loro caso l\'utilità totale aumenta quando se ne consumano quantità maggiori, eppure la curva di domanda è crescente rispetto al prezzo. La risposta corretta è: l\'effetto sostituzione è più forte dell\'effetto reddito Domanda 3 Risposta corretta Punteggio ottenuto 1 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda La variazione della quantità domandata che avviene soltanto quale risultato di una variazione del prezzo relativo di un bene è chiamata: Scegli un\'alternativa: a.effetto di utilità b.effetto di sostituzione c.effetto di costo d.effetto di prezzo e.effetto di reddito Feedback La risposta corretta è: effetto di sostituzione Domanda 4 Risposta corretta Punteggio ottenuto 1 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda Per rappresentare come varia la quantità domandata di entrambi i beni al variare del reddito si utilizza Scegli un\'alternativa: a.la curva di domanda b.la curva di Engel c.la retta di Marx d.il cammino di espansione del prezzo e.il sentiero di espansione del reddito Feedback La risposta corretta è: il sentiero di espansione del reddito Domanda 5 Risposta corretta Punteggio ottenuto 1 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda L\'effetto di sostituzione tra due beni spinge sempre in direzione opposta alla variazione di prezzo perchè: Scegli un\'alternativa: a.alla gente non piace fare sostituzioni b.l\'effetto di reddito è fuorviante c.i prezzi relativi non contano d.aumenti del prezzo relativo di un bene diminuiscono la convenienza ad acquistarlo e.aumenti del prezzo relativo di un bene aumentano la convenienza ad acquistarlo Feedback La risposta corretta è: aumenti del prezzo relativo di un bene diminuiscono la convenienza ad acquistarlo Domanda 6 Risposta corretta Punteggio ottenuto 1 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda I beni di Giffen: Scegli un\'alternativa: a.sono i beni di proprietà di un economista di nome Giffen b.non sono beni ordinari c.sono beni normali d.sono mali, generano malessere e.sono beni inutili Feedback I beni normali (quelli la cui domanda aumenta all\'aumentare del reddito) sono tutti beni ordinari. A seconda di come varia la quantità domandata di un bene a seguito di una variazione del prezzo si distingue tra beni ordinari e beni di Giffen. I beni di Giffen violano la legge della domanda. La risposta corretta è: non sono beni ordinari Domanda 7 Risposta corretta Punteggio ottenuto 1 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda Si definisce normale un bene Scegli un\'alternativa: a.di cui osserviamo aumentare la quantità domandata al diminuire del reddito b.che si può sostituire con un altro c.che si comporta come tutti i beni e servizi che si scambiano nella realtà d.di cui osserviamo diminuire la quantità domandata al diminuire del reddito e.il cui consumo aumenta al diminuire del prezzo Feedback La risposta corretta è: di cui osserviamo diminuire la quantità domandata al diminuire del reddito Domanda 8 Risposta corretta Punteggio ottenuto 1 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda La combinazione quantità-prezzo di equilibrio sul mercato di un bene normale: Scegli un\'alternativa: a.appartiene a una curva di domanda inversa decrescente b.è un punto su una curva di domanda inclinata positivamente c.non dipende dal reddito dei consumatori d.non dipende dai gusti dei consumatori e.non dipende dai prezzi degli altri beni Feedback La risposta corretta è: appartiene a una curva di domanda inversa decrescente Domanda 9 Risposta corretta Punteggio ottenuto 1 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda Quando la quantità domandata del bene varia nella direzione opposta alla variazione del reddito, il bene è detto: Scegli un\'alternativa: a.bene inferiore b.bene complementare c.bene normale d.bene ordinario e.bene sostituto nel consumo Feedback La risposta corretta è: bene inferiore Domanda 10 Risposta corretta Punteggio ottenuto 1 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda Il surplus del consumatore è Scegli un\'alternativa: a.la parte del reddito che il consumatore non spende in consumi b.l\'eccesso di domanda da parte dei consumatori rispetto all\'offerta delle imprese c.la differenza tra la disponibilità a pagare e quanto viene effettivamente pagato d.l\'incremento del reddito del consumatore nell\'ultimo anno e.quanto il consumatore compra per poi non essere di fatto utilizzato Feedback La risposta corretta è: la differenza tra la disponibilità a pagare e quanto viene effettivamente pagato Domanda 11 Risposta corretta Punteggio ottenuto 1 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda La relazione tra quantità domandata di un bene e reddito è rappresentata: Scegli un\'alternativa: a.dalla via Francigena b.dal sentiero di espansione del prezzo c.dalla curva di Engel d.dal sentiero di espansione del reddito e.dalla curva di domanda Feedback La risposta corretta è: dalla curva di Engel Domanda 12 Risposta corretta Punteggio ottenuto 1 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda Effetto di reddito e di sostituzione Scegli un\'alternativa: a.possono essere distinti l\'uno dall\'altro solo quando si osserva la domanda di persone ricche b.nella realtà si osservano distintamente: prima c\'è l\'effetto di reddito poi quello di sostituzione c.nella realtà si osservano distintamente: prima c\'è l\'effetto di sostituzione poi quello di reddito d.possono essere scomposti graficamente e.sono la stessa cosa Feedback La risposta corretta è: possono essere scomposti graficamente Domanda 13 Risposta corretta Punteggio ottenuto 1 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda Per effetto di reddito si intende: Scegli un\'alternativa: a.la variazione della quantità acquistata causata da un disastro naturale b.la variazione della quantità acquistata causata da variazioni del prezzo relativo di un bene c.la variazione della quantità acquistata causata dal fatto che le variazioni del prezzo di un bene determinano una variazione del potere d\'acquisto del consumatore d.la variazione della quantità acquistata dovuta ad una varizione dei gusti del consumatore e.tutte le risposte precedenti sono corrette Feedback La risposta corretta è: la variazione della quantità acquistata causata dal fatto che le variazioni del prezzo di un bene determinano una variazione del potere d\'acquisto del consumatore Domanda 14 Risposta errata Punteggio ottenuto 0 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda La funzione di domanda inversa: Scegli un\'alternativa: a.è una funzione rovesciata b.è concettualmente identica alla funzione di domanda diretta c.rappresenta la quantità domandata in funzione del prezzo Sbagliato, questa è la relazione rappresentata dalla curva di domanda diretta. d.rappresenta il prezzo in funzione della quantità domandata e.rappresenta la disponibilità a vendere in funzione del reddito Feedback La funzione di domanda inversa descrive il prezzo che siamo disposti a pagare in funzione della quantità; mentre la funzione di domanda diretta descrive la quantità domandata in funzione del prezzo (capitolo 4.4 del libro). Sono due modi concettualmente diversi di esprimere la relazione tra prezzo e quantità. La risposta corretta è: rappresenta il prezzo in funzione della quantità domandata Domanda 15 Risposta errata Punteggio ottenuto 0 su 1 **Contrassegna domanda** Testo della domanda Se il prezzo di un bene aumenta, la quantità domandata da un consumatore diminuisce? Scegli un\'alternativa: a.Sì, sempre Sbagliato, non SEMPRE b.Sì, ma solo se si tratta di un bene inferiore c.Dipende dall\'inclinazione della curva di offerta d.No e.Normalmente sì, ma può aumentare nel caso di alcuni beni inferiori Feedback La maggior parte dei beni sono beni per cui vale la legge della domanda (detti beni ordinari). Esistono poi delle eccezioni, beni la cui domanda aumenta (diminuisce) se aumenta (diminuisce) il prezzo (detti beni di Giffen). La risposta corretta è: Normalmente sì, ma può aumentare nel caso di alcuni beni inferiori