ARTO Inferiore - Trattato di Anatomia umana PDF
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Università degli Studi del Piemonte Orientale 'Amedeo Avogadro'
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This document provides a detailed description of the human lower limb anatomy, covering the hip, thigh, leg, and foot.It explains the bones and their components, the development of the bones, and the pelvic regions.
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lOMoARcPSD|8384668 ARTO Inferiore - Trattato di Anatomia umana Anatomia Umana (Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna uni...
lOMoARcPSD|8384668 ARTO Inferiore - Trattato di Anatomia umana Anatomia Umana (Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 ARTO INFERIORE È diviso in 4 parti che, in senso prossimodistale, sono: - Anca - Coscia - Gamba - Piede L’anca è connessa con il tronco e, distalmente, dà attacco alla coscia che, insieme alla gamba e al piede, costituisce la parte libera dell’arto inferiore. Lo scheletro dell’anca forma la cintura pelvica ed è costituito dalle due ossa dell’anca articolate tra loro e unite, mediante l’articolazione sacroiliaca, all’osso sacro. Ossa dell’anca, sacro e coccige formano il complesso osseo della pelvi. Lo scheletro della coscia è costituito dal femore, quello della gamba dalla tibia, fibula e patella, lo scheletro del piede da 26 ossa riunite nel tarso, metatarso e nelle falangi. 1) Osso dell’anca È un voluminoso osso piatto, pari e simmetrico che risulta dalla fusione di tre abbozzi distinti, presenti fin dall’infanzia: l’ileo, l’ischio e il pube (si fondono tra il decimo e il sedicesimo anno di vita). Il punto di saldature delle tre ossa corrisponde all’acetabolo, un’ampia cavità articolare che accoglie la testa del femore; rispetto all’acetabolo: l’ileo è posto superiormente, l’ischio posteroinferiormente e il pube anteroinferiormente. L’acetabolo è una cavità emisferica delimitata perifericamente da un rilievo circolare, il margine o ciglio dell’acetabolo, che è interrotto nei punti di unione delle 3 ossa. Dei 3 punti di fusione, l’unico ben evidente è quello tra pube e ischio e corrisponde all’incisura dell’acetabolo. Il margine dell’acetabolo è separato dal corpo dell’ileo mediante il solco sopracetabolare. La cavità dell’acetabolo non entra tutta in contatto con la testa del femore, al suo interno è presente una superficie articolare semilunare e periferica, rivestita da cartilagine ialina, la faccia semilunare, che è interrotta dall’incisura dell’acetabolo. Centralmente è presente una superficie rugosa, non articolare, la fossa dell’acetabolo. Sotto l’acetabolo è visibile un foro, il foro otturato: ovale nel maschio e triangolare nella femmina, è delimitato superoanteriormente dal pube e posteroinferiormente dall’ischio. Il foro otturato deve il nome alla membrana otturatoria che lo chiude quasi completamente. Nella parte superiore del foro (delimitata dal ramo superiore del pube) è presente il solco otturatorio che è trasformato in canale da un’interruzione della membrana otturatoria; nel canale passa il fascio vascolonervoso otturatorio. Il solco è delimitato superiormente dalla cresta otturatoria. - Ileo: è formato da una robusta parte inferiore, il corpo, e da una porzione superiore appiattita, l’ala. Il corpo dell’ileo contribuisce a formare l’acetabolo e presenta il solco sopracetabolare (esternamente); internamente il corpo è piano e liscio ed è separato dall’ala mediante un lungo rilievo smusso, la linea arcuata. L’ala presenta esternamente un’ampia superficie piana, la faccia glutea, percorsa da 3 linee: o Linea glutea inferiore o Linea glutea anteriore o Linea glutea posteriore Queste tre linee delimitano 3 aree che danno origine ai muscoli glutei piccolo, medio e grande (rispettivamente). La faccia interna dell’ala è concava e presenta la fossa iliaca, origine del muscolo iliaco. Dietro alla fossa iliaca si trova la faccia sacropelvica che presenta una superficie articolare piana, la faccia auricolare, per l’articolazione con il sacro, e dorsalmente la tuberosità iliaca che dà inserzione ai legamenti sacroiliaci posteriori. Il margine superiore, robusto e incurvato a S, è denominato cresta iliaca e presenta un labbro esterno e un labbro interno e 1 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 una linea intermedia che danno inserzione ai muscoli larghi dell’addome. Il labbro esterno presenta una sporgenza laterale, il tubercolo iliaco. La cresta iliaca termina in avanti con una sporgenza palpabile, la spina iliaca anteriore superiore e, indietro, con la spina iliaca posteriore superiore. Sotto alle spine iliache superiori, l’ala dell’ileo possiede le spine iliache anteriore inferiore e posteriore inferiore. Inferiormente alla spina iliaca anteriore inferiore, l’ala dell’ileo presenta un’incisura e termina a livello dell’eminenza ileopubica (fusione con il pube). - Ischio: è formato da un corpo e da un ramo che insieme delimitano in basso il foro otturato. Il corpo dell’ischio partecipa alla formazione dell’acetabolo e presenta, in corrispondenza del suo margine posteriore, la spina ischiatica. Al di sopra della spina è visibile una profonda insicura alla cui formazione partecipa anche il corpo dell’ileo, la grande incisura ischiatica; sotto alla spina è presente la piccola incisura ischiatica. Le due incisure sono trasformate in grande e piccolo foro ischiatico dai legamenti sacrospinoso e sacrotuberoso. Dalla parte inferiore del corpo origina un robusto prolungamento, il ramo dell’ischio, che si porta in basso fino a una sporgenza, la tuberosità ischiatica: cambia quindi direzione dirigendosi avanti e in alto per riunirsi al ramo inferiore del pube formando il ramo ischiopubico. - Pube: è costituito da un corpo che contribuisce a formare l’acetabolo, da un ramo superiore e da un ramo inferiore che delimitano anteroinferiormente il foro otturato. Il ramo superiore del pube origina dalla parte anteriore del corpo, a livello dell’eminenza ileopubica, e si dirige medialmente. Il margine superiore del ramo è sottile e forma la cresta pettinea che termina in corrispondenza del tubercolo pubico. Dal tubercolo pubico origina la cresta pubica che termina in vicinanza della linea mediana. In corrispondenza della linea mediana, il pube presenta una superficie piana e ovalare, la faccia sinfisaria, che è unita dalla faccia sinfisaria dell’osso dell’anca controlaterale mediante la sinfisi pubica. Sotto alla sinfisi pubica, il ramo superiore del pube continua con il ramo inferiore che si unisce al ramo dell’ischio formando il ramo ischiopubico. 2 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 Sviluppo: origina da 3 abbozzi cartilaginei: l’ileo, l’ischio e il pube che si mantengono distinti fin oltre il decimo anno di vita. Il punto di fusione corrisponde all’acetabolo. Primo centro di ossificazione compare a livello dell’ileo nel 2° mese di vita embrionale, nell’ischio al quarto e nel pube al quinto mese di vita fetale. Centri secondari di ossificazione dell’osso dell’anca che corrisponde alla cresta iliaca, alla spina iliaca anteriore inferiore, alla spina ischiatica, alla tuberosità ischiatica, al tubercolo pubico e a parte dell’acetabolo, compaiono dopo il 15esimo anno di vita. La saldatura degli abbozzi principali avviene dopo il decimo anno di vita in tempi diversi: il pube si unisce all’ischio tra il decimo e il dodicesimo anno, l’ischio si salda con l’ileo tra il dodicesimo e il tredicesimo anno, il pube si salda con l’ileo tra il quindicesimo e il sedicesimo anno. I centri secondari si uniscono con le parti principali intorno al 15esimo anno di vita. 2) Pelvi (o bacino) È un complesso osseo formato: anterolateralmente dalle ossa dell’anca unite dalla sinfisi pubica e, posteriormente, dal sacro e dal coccige. Ha la forma di un imbuto con la base rivolta cranialmente e l’apice tronco caudalmente. Viene suddivisa in 2 parti: - Grande pelvi che topograficamente appartiene all’addome ha un contorno superiore molto irregolare che, dall’articolazione lombosacrale, si innalza nelle due creste iliache e si interrompe a livello della spina iliaca anteriore superiore; da questo punto la parete anteriore è formata dai muscoli dell’addome. È presente la fossa iliaca che accoglie organi addominali principalmente il cieco, l’appendice e il colon iliaco - Piccola pelvi è delimitata in alto dallo stretto superiore e, in basso, dall’apertura inferiore della pelvi o stretto inferiore. Quest’ultimo è delimitato, in avanti, dal margine inferiore della sinfisi pubica, lateralmente dalle tuberosità ischiatiche e, posteriormente, dall’apice del coccige. Il contorno dello stretto inferiore è molto irregolare e viene completato dai legamenti sacrotuberoso e sacrospinoso. La piccola pelvi è delimitata dorsalmente dal sacro e dal coccige, lateralmente dalla porzione dell’osso dell’anca posta inferiormente alla linea arcuata e anteriormente dal ramo superiore del pube, dalla sinfisi pubica e dai rami 3 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 ischiopubici. Tra i due rami ischiopubici, sotto alla sinfisi pubica, è presente l’angolo sottopubico che, nella femmina, è più ampio e viene definito arco pubico. La piccola pelvi delimita la cavità pelvica che contiene gli organi pelvici e costituisce il canale del parto attraversato dal feto al momento del parto Il piano che separa le due porzioni è inclinato di circa 60° rispetto al piano orizzontale e corrisponde all’apertura superiore della pelvi o stretto superiore. Quest’ultimo è una circonferenza di forma ovalare ed è formato in direzione dorsoventrale da: - Promontorio che corrisponde all’angolo lombosacrale - Margine anteriore delle ali del sacro - Articolazione sacroiliaca - Linea arcuata - Eminenza ileopubica - Cresta pettinea - Tubercolo pubico - Cresta pubica - Margine superiore della sinfisi pubica L’asse della piccola pelvi corrisponde alla linea curva, concava anteriormente ed equidistante dalle pareti, seguita dalla testa del feto durante la sua espulsione. A livello dello stretto superiore, l’asse passa per il punto di mezzo della coniugata anatomica (coniugata mediana dello stretto superiore); nella parte centrale della cavità pelvica l’asse passa a metà di una linea che unisce la faccia posteriore della sinfisi pubica al punto di unione tra la seconda e la terza vertebra sacrale (coniugata mediana della cavità pelvica); a livello dello stretto inferiore l’asse passa nel punto di mezzo della coniugata retta (coniugata mediana dello stretto inferiore). Le dimensioni della pelvi hanno una grande importanza in due ambiti: - Anatomico e antropologico - Pratico per le implicazioni ostetriche legate al parto Pelvimetria interna Nello stretto superiore, che viene attraversato dalla testa del femore all’inizio del travaglio, si considerano i seguenti diametri: - Coniugata anatomica o diametro anteroposteriore che unisce il margine superiore della sinfisi pubica al promontorio (11 cm) - Coniugata vera che è tesa tra la faccia posteriore della sinfisi e il promontorio, rappresenta lo spazio utile per il passaggio della testa del feto (10,5 cm). Può essere dedotto sottraendo 1 cm e mezzo alla coniugata diagonale (12 cm) che unisce il promontorio al margine inferiore della sinfisi (può essere misurata direttamente introducendo indice e medio in vagina fino a toccare il promontorio - Diametro trasverso unisce i punti più laterali dello stretto superiore (13,5 cm) - Diametro obliquo è teso tra l’eminenza ileopubica di un lato e l’articolazione sacroiliaca opposta. È il diametro secondo cui si impegna normalmente la testa del feto (12 cm) Nello stretto inferiore si misurano: - Coniugata retta o diametro anteroposteriore che unisce il margine inferiore della sinfisi pubica all’apice del coccige (9,5 cm) - poiché la posizione del coccige è soggetta a variazioni, il diametro anteroposteriore più importante corrisponde alla coniugata mediana che unisce il margine inferiore delle sinfisi pubica all’apice del sacro (11,5 cm) - diametro trasverso o bisischiatico che è teso tra le due tuberosità ischiatiche (11 cm) Pelvimetria esterna 4 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 Nella misurazione della pelvi si considerano anche delle misure esterne che possono dare indicazioni sulle misure esterne e sulle proporzioni tra le varie parti del bacino; tra queste: - Coniugata esterna che unisce il processo spinoso della quinta vertebra lombare al margine superiore della sinfisi pubica (20 cm) - Distanza interspinosa distinta in: o Bispinoiliaca anteriore che unisce le due spine iliache anteriori superiori (23-24 cm) o Bispinoiliaca posteriore che è tesa tra le spine iliache posteriori superiori (10 cm) - Distanza intercristale che unisce i punti più laterali della cresta iliaca (26-28 cm) - Distanza intertrocanterica che unisce i punti più sporgenti dei grandi trocanteri del femore (32 cm) Differenze sessuali della pelvi La pelvi presenta caratteristiche morfologiche differenti nel maschio e nella femmina che permettono di classificarla come pelvi di tipo maschile o femminile. Pelvi maschile: ha uno sviluppo più verticale di quella femminile che, al contrario, ha diametri trasversali maggiori. È più spessa di quella femminile e tutti i rilievi dovuti a inserzioni muscolari sono più evidenti Pelvi femminile: il piano dello stretto superiore è più inclinato rispetto al piano orizzontale di circa 5° rispetto al maschio. Le misure interne della cavità pelvica sono maggiori rispetto al maschio. Lo stretto superiore è ovale mentre nel maschio ha la forma di un cuore di carta da gioco; il foro otturato è triangolare nella femmina e ovale nel maschio, le ali dell’osso sacro nella femmina sono più inclinate lateralmente rispetto al maschio. Gli acetaboli e le tuberosità ischiatiche sono più distanti nella femmina che nel maschio; la sinfisi pubica nella femmina ha un diametro verticale inferiore a quello del maschio; i rami ischiopubici sono più distanziati nella femmina, dove formano un angolo di 110° (arco pubico) rispetto al maschio in cui è di circa 70° (angolo sottopubico). 3) Femore È l’osso più voluminoso del corpo e forma lo scheletro della coscia. Prossimalmente è articolato con l’acetabolo dell’osso dell’anca, distalmente con la tibia e la patella. Nella stazione eretta il femore è inclinato in basso e medialmente. Il femore è formato da: - Corpo presenta una convessità anteriore e ha una sezione prismatica triangolare in cui si possono descrivere: o Faccia anteriore o Faccia posterolaterale o Faccia posteromediale Le facce sono lisce e separate da 3 margini: Laterale Mediale Posteriore I primi due sono smussi mentre quello posteriore è rugoso ed è detto linea aspra che è formata da un labbro laterale e da uno mediale che sono accostati nella parte centrale del corpo e che divergono in prossimità delle due estremità. Prossimalmente la biforcazione laterale della linea aspra forma la tuberosità glutea che dà inserzione al muscolo grande gluteo; la biforcazione mediale è la linea pettinea per l’inserzione del muscolo pettineo. Distalmente le biforcazioni laterale e mediale continuano con le linee sopracondiloidee laterale e mediale che terminano a livello degli epicondili dell’estremità distale e delimitano la faccia poplitea. Lungo la linea aspra è presente il foro nutritizio. 5 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 - Due estremità: o Prossimale presenta la testa del femore, un’eminenza rivestita da cartilagine ialina che corrisponde a circa 2/3 di sfera e si articola con l’acetabolo dell’osso dell’anca. Nella testa è presente la fossetta della testa che è priva di cartilagine e dà inserzioni al legamento della testa del femore. La testa termina in corrispondenza del collo anatomico del femore (segmento cilindrico appiattito) che presenta numerosi piccoli fori nutritizi; l’asse della testa e del collo forma con l’asse del corpo del femore un angolo di circa 130°; presenta inoltre un angolo di torsione anteriore di circa 12°. Alla base del collo sono visibili due grossi rilievi: lateralmente e in alto il grande trocantere, inferiormente e medialmente il piccolo troncatere: i due trocanteri (danno inserzioni a muscoli) sono uniti anteriormente dalla linea intertrocanterica, posteriormente dalla cresta intertrocanterica; medialmente al grande trocantere si trova la fossa troncaterica. Distalmente al piccolo trocantere si trova il collo chirurgico del femore che corrisponde al limite tra diafisi ed epifisi o Distale è voluminosa e formata da due grosse masse convesse di forma ovalare a maggior asse anteroposteriore, i condili del femore laterale e mediale, rivestiti di cartilagine (più estesa posteriormente) si articolano con la tibia e, in avanti, continuano con la faccia patellare per l’articolazione con la patella. La superficie articolare per la patella presenta due versanti che convergono in corrispondenza di un solco verticale centrale. Posteriormente i condili sono separati da una depressione, la fossa intercondiloidea, che è separata dalla faccia poplitea mediante la linea intercondilea. Sopra ai condili sono visibili due rilievi, l’epicondilo laterale e mediale che danno inserzione a legamenti.; sopra all’epicondilo mediale è presente un altro rilievo, il tubercolo dell’adduttore, sul quale si inserisce il muscolo grande adduttore. Tra il condilo e l’epicondilo laterale è visibile il solco popliteo per il tendine del muscolo omonimo. Sviluppo: segue lo schema generale delle ossa lunghe a partire da un modello cartilagineo. Nel 2° mese di vita embrionale si costituisce il centro di ossificazione diafisario peri- ed encondrale. Poco prima della nascita si forma un centro di ossificazione encondrale per l’estremità distale (questo centro ha un particolare interesse medicolegale indicando la maturità del feto) e, dopo la nascita, si formano 3 centri di ossificazione encondrale per l’epifisi prossimale. Il centro per la testa si forma nel 1° anno di vita, quello per il grande trocantere tra l’8° e il 10° anno di vita. La fusione tra la diafisi e i nuclei epifisari avviene tra il 17° e il 25° anno di vita prima per l’epifisi distale e poi per quella prossimale. 4) Patella (o rotula) Può essere considerata un grosso osso sesamoide accolto nello spessore del tendine del muscolo quadricipite femorale. È un osso breve di forma triangolare in cui si possono descrivere: - Faccia anteriore convessa e corrisponde alla cute - Faccia articolare o posteriore è rivestita da cartilagine ed è divisa da una cresta verticale in due semifacce, laterale e mediale, che si articolano con la faccia patellare del femore - Base superiore è rivolta in altoe dà inserzione al tendine del muscolo quadricipite femorale - Apice inferiore è posto in basso e dà inserzione al legamento patellare Sviluppo: la rotula si forma dalla fusione di numerosi piccoli centri di ossificazione encondrale che compaiono dopo il terzo anno di vita. 5) Tibia 6 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 È un robusto osso lungo che forma, insieme alla fibula, lo scheletro della gamba; è situato nella parte anteromediale della gamba stessa. La tibia presenta una convessità mediale, in alto, seguita da una convessità laterale in basso. È formato da: - Corpo è più voluminoso in alto che in basso ed è prismatico triangolare, presenta 3 facce: o Laterale concava in alto e convessa in basso dove volge anteriormente o Mediale è liscia e convessa e corrisponde alla cute o Posteriore liscia e convessa e, nella parte superiore, presenta una linea obliqua, la linea del muscolo soleo, sotto alla linea è visibile il foro nutritizio Separate da 3 margini: Anteriore origina in alto da un grosso rilievo, la tuberosità tibiale che dà inserzione al legamento patellare (centralmente è tagliente e palpabile attraverso i tegumenti, prossimalmente e distalmente è smusso) Mediale poco pronunciato Interosseo (o laterale) è tagliente e dà inserzione alla membrana interossea - Due estremità: o Prossimale voluminosa e sviluppata in senso trasversale per la presenza dei due condili, laterale e mediale. La faccia prossimale dei due condili, rivestita di cartilagine ialina, costituisce la faccia articolare superiore, che entra in contatto con i condili femorali. Tra le facce superiori dei condili è presente un rilievo, l’eminenza intercondiloidea, che è formato dai due tubercoli intercondiloidei, laterale e mediale. Anteriormente e posteriormente all’eminenza si trovano due superfici triangolari, le aree intercondiloidee anteriore e posteriore. Sulla faccia laterale del condilo laterale è presente una piccola superficie rivolta in basso e rivestita da cartilagine, la faccia articolare fibulare o Distale è più piccola di quella prossimale e continua medialmente in una sporgenza che si dirige in basso, il malleolo mediale. La faccia inferiore dell’estremità presenta una superficie articolare concava in senso anteroposteriore e divisa in due versanti da una cresta sagittale: la faccia articolare inferiore che corrisponde alla troclea dell’astragalo. La superficie articolare continua sulla faccia laterale del malleolo dove forma la faccia articolare del malleolo mediale che corrisponde alla faccia mediale dell’astragalo. Sulla faccia mediale del malleolo è presente il solco malleolare che accoglie i tendini dei muscoli flessori. Sulla faccia laterale dell’estremità distale della tibia, è visibile l’incisura fibulare che è rivestita di cartilagine per l’articolazione con la fibula Sviluppo: schema generale delle ossa lunghe a partire da un modello cartilagineo. 2° mese di vita embrionale si costituisce il centro di ossificazione diafisario peri- ed encondrale. Il centro di ossificazione encondrale dell’estremità prossimale compare circa alla nascita mentre un nucleo che corrisponde alla tuberosità tibiale è visibile verso il 13° anno di età. Il centro di ossificazione per l’estremità distale compare verso il 2° anno di età. La fusione avviene dopo il 16esimo anno. 6) Fibula (o perone) È un osso lungo che partecipa alla formazione dello scheletro della gamba; è molto più esile della tibia e le è posta lateralmente. Si descrivono: - Corpo ha una forma prismatica triangolare e presenta 3 facce: o Laterale liscia e arrotondata o Mediale è percorsa da un rilievo longitudinale, la cresta mediale, che continua con il margine interosseo 7 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 o Posteriore convessa in alto e piana in basso, presenta il foro nutritizio Separate da 3 margini: Anteriore Posteriore Interosseo (mediale) dà inserzione alla membrana interossea - Due estremità: o Prossimale è un rigonfiamento arrotondato, la testa, che termina in alto con una sporgenza, l’apice della testa; medialmente è visibile una superficie articolare, la faccia articolare della testa che si mette in rapporto con il condilo laterale della tibia. Al limite con il corpo la testa presenta un restringimento, il collo o Distale si rigonfia formando il malleolo laterale; la faccia mediale del malleolo si articola, in alto, con l’incisura fibulare della tibia, in basso presenta la faccia articolare del malleolo laterale che si articola con la faccia laterale dell’astragalo. Dietro alla faccia articolare è visibile la fossa del malleolo laterale che dà inserzione al legamento talofibulare posteriore. Sulla faccia laterale del malleolo è presente il solco malleolare per il passaggio dei tendini die muscoli peronieri. Sviluppo: schema generale delle ossa lunghe a partire da un modello cartilagineo. Nel 2° mese di vita embrionale si costituisce il centro di ossificazione diafisario peri- ed endocondrale. I centri di ossificazione endocondrale delle estremità si formano tra il 2° e il 5° anno di vita, prima nell’estremità distale e poi in quella prossimale. I vari nuclei si saldano tra i ventuno e i venticinque anni. 7) Tarso Le ossa del tarso insieme a quelle del metatarso e delle falangi formano lo scheletro del piede. È un complesso osseo costituito da 7 ossa brevi distinte in due file: - Prossimale formata da: o Talo si articola con tibia e fibula o Calcagno appoggio posteriore della volta plantare - Distale formata da: o Navicolare interposto tra il talo e i cuneiformi o 3 ossa cuneiformi si articolano con le ossa del metatarso o Cuboide si articola con le ossa del metatarso a) Talo (o astragalo) È un osso breve che trasmette il peso del corpo sul piede; buona parte della sua superficie è rivestita da cartilagine ialina per l’articolazione con diverse ossa. Ha una forma irregolarmente cuboide in cui si possono descrivere: - una testa è tondeggiante e presenta la faccia articolare per il navicolare che, in basso, continua con la faccia articolare calcaneare anteriore - un collo è un segmento ristretto che presenta rugosità e piccoli fori vascolari; inferiormente mostra la faccia articolare calcaneare media che è in continuità con quella anteriore - un corpo presenta superiormente la troclea, un’ampia superficie articolare percorsa da una gola diretta in senso sagittale. La troclea si articola con la tibia e fibula e continua sulle facce laterale e mediale del corpo con le facce malleolari laterale e mediale. Sotto alla faccia malleolare laterale è visibile il tubercolo laterale. Nella faccia posteriore del corpo dell’astragalo è presente il processo posteriore del talo che è formato dai tubercoli laterale e mediale. Il tubercolo laterale in alcuni soggetti forma un osso separato, l’osso trigono. Tra 8 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 i due tubercoli è visibile il solco per il tendine del muscolo flessore lungo dell’alluce. Nella superficie inferiore è presente un’ampia faccia articolare calcaneare posteriore che è separata da quella media tramite una profonda depressione, il solco del talo. Questo solco, insieme a un solco corrispondente del calcagno, forma il seno del talo b) Calcagno È l’osso breve più voluminoso del tarso, ha forma allungata in senso anteroposteriore e si articola superiormente con il talo, anteriormente con il cuboide. Nella parte posteriore è visibile un grosso rilievo, la tuberosità calcaneale che dà inserzione al tendine calcaneale (tallone d’Achille). Inferiormente la tuberosità presenta i due processi laterale e mediale della tuberosità (il processo mediale può svilupparsi verso l’avanti formando lo sprone calcaneare). La faccia inferiore del calcagno è liscia e presenta, in avanti, il tubercolo del calcagno. La faccia superiore presenta tre facce articolari per il talo: - anteriore - media corrisponde alla superficie superiore di una sporgenza ossea presente sulla faccia mediale del calcagno, il sostentacolo del talo (sotto il quale si trova il solco per il tendine del muscolo flessore lungo dell’alluce) - posteriore Tra la faccia media e posteriore è visibile il solco del calcagno che, con il corrispondente solco del talo, concorre a formare il seno del tarso. La faccia laterale del calcagno all’unione tra i due terzi posteriori e il terzo anteriore presenta un rilievo arrotondato, la troclea fibulare. Sotto alla troclea è visibile il solco per il tendine del muscolo peroniero lungo. La faccia anteriore del calcagno presenta un’ampia faccia articolare per il cuboide. Le ossa della fila distale del tarso hanno facce dorsali e plantari rugose per l’inserzione di muscoli e legamenti; le altre facce sono rivestite da cartilagine ialina per l’articolazione con le ossa della fila prossimale con le ossa della stessa fila e con le ossa metatarsali. c) Navicolare (o scafoide) È un osso breve, ovale, appiattita in senso anteroposteriore, situato nella parte mediale del tarso, davanti al talo e posteriormente ai 3 cuneiformi. La faccia posteriore è concava e presenta la faccia articolare talare. Nella faccia anteriore è visibile la faccia articolare per i cuneiformi, divisa in 3 faccette da 2 creste verticali. Medialmente presenta una sporgenza diretta verso il basso, la tuberosità del navicolare, che dà inserzione al tendine del muscolo tibiale posteriore. d) Cuneiformi 3 ossa brevi a forma di prisma triangolare che si distinguono per dimensione e posizione. Si articolano indietro con il navicolare. - cuneiforme mediale è il più voluminoso, rivolge la sua faccia più estesa verso la pianta del piede; si articola in avanti con il primo metatarsale e lateralmente con il cuneiforme intermedio e con il secondo metatarsale - cuneiforme intermedio è il più piccolo; si articola in avanti con il secondo metatarsale, lateralmente e medialmente con il cuneiforme laterale e mediale (rispettivamente) - cuneiforme laterale ha dimensioni intermedie si articola in avanti con il terzo metatarsale, lateralmente con il cuboide, medialmente con il cuneiforme intermedio e con il secondo metatarsale I cuneiformi intermedio e laterale rivolgono la loro faccia più estesa verso il dorso del piede. e) Cuboide È un osso breve di forma cubica posto nella parte laterale del tarso davanti al calcagno e lateralmente ai cuneiformi; in avanti si articola con i metatarsali. 9 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 Faccia posteriore presenta la faccia articolare per il calcagno, nella faccia anteriore, anch’essa rivestita di cartilagine, sono visibili due facce articolari per la base del 4° e del 5° metatarsale. La faccia mediale presenta la faccia articolare per il terzo cuneiforme, la faccia superiore è rugosa e non articolare. Nella faccia laterale è presente il solco per il tendine del muscolo peroniero lungo. Nella faccia inferiore è presente una grossa sporgenza, la tuberosità cuboidea. Sviluppo: si differenziano da nuclei di ossificazione encondrale. I nuclei del talo e del calcagno compaiono al 6° mese di vita fetale, il nucleo del cuboide si forma in prossimità della nascita. I nuclei di navicolare e del cuneiforme laterale si differenziano nel primo anno di vita. I nuclei dei cuneiformi intermedio e mediale compaiono tra il 2° e il 4° anno. 8) Metatarso È formato da 5 ossa lunghe, le ossa metatarsali che vengono numerato da 1 a 5 in senso mediolaterale. Le ossa metatarsali presentano: - base prossimale (si articola con le ossa della fila distale del tarso) piramide quadrangolare posta prossimalmente. La faccia prossimale è rivestita di cartilagine per l’articolazione con le ossa della fila distale, quelle laterali e mediali, anch’esse rivestite di cartilagine, si articolano con le ossa metatarsali contigue. La faccia prossimale del: o primo metatarsale si articola con il cuneiforme mediale, presenta inferolateralmente la tuberosità del primo metatarsale per l’inserzione del tendine del muscolo fibulare lungo; lateralmente si articola con il secondo metatarsale o secondo metatarsale è incastrata tra i 3 cuneiformi e il tra il 1° e il 3° metatarsale o terzo metatarsale si articola con il cuneiforme laterale, lateralmente e medialmente rispettivamente con il 2° e 4° metatarsale o quarto metatarsale si articola con il cuboide, con il cuneiforme laterale e con il 3° metatarsale; la faccia laterale della base di articola con il 5° metatarsale o quinto metatarsale si articola con il cuboide; medialmente con il 4° metatarsale; lateralmente è presente la tuberosità del quinto metatarsale che dà inserzione al tendine del muscolo fibulare breve - corpo concavo inferiormente è di forma prismatica triangolare con tre facce: o dorsale o laterale o mediale Separate da 3 margini: laterale mediale plantare - testa distale (si articola con le falangi prossimali delle dita) arrotondata e convessa, dall’avanti all’indietro, e presenta una faccia articolare per l’articolazione con la base delle falangi prossimali delle dita. Sviluppo: base e corpo si formano da centri di ossificazione endocondrale e pericondrale nel 3° mese di vita embrionale. Testa si sviluppa da un centro di ossificazione endocondrale tra il 2° e il 4° anno di vita e si fonde con le parti restanti verso il 16esimo anno di vita. 9) Falangi Formano lo scheletro delle dita, hanno lunghezza e volume decrescente in senso prossimodistale. Sono in numero di 3: 10 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 - prossimale - media - distale la testa è sostituita da una lamina slargata e rugosa, la tuberosità che accoglie l’unghia Con l’eccezione del primo dito in cui sono due: - prossimale - distale Sono ossa lunghe e presentano: - un corpo: è appiattito e presenta una faccia dorsale e una plantare separate da un margine laterale e uno mediale - una base: ha una faccetta articolare per la testa dei metatarsali corrispondenti. Nelle basi delle falangi media e distale la faccia articolare è più estesa perché corrisponde alla troclea della testa delle falangi - una testa: è arrotondata ed è più piccola della base; presenta una superficie articolare a forma di puleggia, la troclea falangea, per l’articolazione con la base delle falangi media e distale corrispondenti. La testa delle falangi distali presenta la tuberosità della falange distale Sviluppo: centri di ossificazione che corrispondono per cronologia e modalità di sviluppi ai centri diafisari delle ossa metatarsali e compaiono tra il 2° e il 4° mese di vita fetale. Basi si formano da centri epifisari che compaiono tra il 2° e il 4° anno di vita. Nelle falangi prossimali l’ossificazione è più precoce che in quelle medie e distali. La fusione dei centri primari con le restanti porzioni avviene dopo il 15esimo anno di vita. ARTICOLAZIONI DELL’ARTO INFERIORE Comprendono: - articolazioni del bacino (il bacino è costituito dalle 2 ossa dell’anca articolate tra loro mediante la sinfisi pubica e, con l’osso sacro, nell’articolazione sacroiliaca; l’osso sacro è unito al coccige nell’articolazione sacrococcigea) o Sinfisi pubica È l’articolazione che unisce anteriormente le due ossa dell’anca. Le superfici articolari sono costituite da due facce ovalari e piane delle ossa dell’anca, le facce sinfisarie, rivestite da cartilagine ialina; tra le due facce articolari è interposto un disco fibrocartilagineo, il disco interpubico, che è più spesso centralmente che dorsalmente ed è più denso alla periferia e meno consistente al centro (a volte è presente una piccola cavità interna). N.B. Nella femmina è più spesso e, prima del parto, diventa più molle consentendo movimenti che ampliano i diametri della cavità pelvica. L’articolazione è rinforzata da un fascio fibroso che unisce i due tubercoli pubici, il legamento superiore del pube; inferiormente è presente il legamento inferiore del pube. Movimenti: molto poco mobile, consente solo piccoli movimenti di scivolamento che si accentuano nella donna nell’ultima fase della gravidanza. o Articolazione sacroiliaca Unisce le ossa dell’anca all’osso sacro. Le sue superfici articolari sono separate da un disco articolare che presenta all’interno una cavità: per questo è descritta da alcuni come anfiartrosi o come sinfisi, da altri come artrodia per la presenza di una membrana sinoviale. Le superficie articolari sono le facce auricolari dell’osso dell’anca e del sacro. La concordanza è stabilita da uno strato di fibrocartilagine. I mezzi di unione sono: 11 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 capsula articolare legamenti: sacroiliaco anteriore si porta dalla faccia anteriore del sacro alla parte mediale della fossa iliaca sacroiliaco posteriore unisce la cresta sacrale laterale alla superficie dell’osso dell’anca in prossimità delle spine iliache posteriori interosseo robusto fascio che unisce la tuberosità iliaca a quello dell’osso sacro ileolombare origina dai processi costiformi da C4 e C5 e si unisce al legamento sacroiliaco anteriore sacrospinoso teso tra il margine laterale del sacro e del coccige e la spina ischiatica sacrotuberoso dalle spine iliache posteriori superiori e inferiori e dal margine laterale del sacro e del coccige raggiunge la tuberosità ischiatica Movimenti: movimenti di scivolamento che diventano importanti al momento del parto. Nel movimento di nutazione, il sacro ruota in avanti e in basso, nella contronutazione esso compie il movimento opposto; entrambi i movimenti modificano i diametri anteroposteriori della pelvi. - articolazioni della parte libera dell’arto inferiori o Articolazione dell’anca o coxofemorale È un’enartrosi che si forma tra: l’acetabolo dell’osso dell’anca: sul suo contorno è presente un labbro acetabolare che amplia la cavità e passa a ponte sopra l’incisura dell’acetabolo come legamento trasverso dell’acetabolo. Non tutta la cavità dell’acetabolo entra in articolazione con la testa del femore; la superficie rivestita da cartilagine articolare corrisponde alla faccia semilunare mentre la fossa dell’acetabolo è riempita da un cuscinetto adiposo la testa del femore: è rivestita di cartilagine I mezzi di fissità sono: capsula articolare si fissa sul contorno dell’acetabolo e sul labbro acetabolare; sul femore si fissa anteriormente sulla linea intertrocanterica, posteriormente tra i 2/3 prossimali e il terzo distale del collo anatomico legamenti di rinforzo: ileofemorale (il più esteso) origina dalla porzione iliaca del contorno dell’acetabolo e si porta al femore dividendosi in: o fascio trasverso raggiunge il margine anteriore del grande trocantere o fascio discendente si porta alla parte più distale della linea intertrocanterica pubofemorale dal tratto pubico del margine dell’acetabolo si porta davanti al piccolo trocantere ischiofemorale unisce la parte ischiatica del margine dell’acetabolo alla fossa trocanterica passando sulla faccia posteriore della capsula articolare 12 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 Fibre della capsula poste profondamente ai precedenti legamenti formano un’ansa che circonda il collo del femore contribuendo a fissarlo nell’acetabolo: è la zona orbicolare. legamento della testa del femore è un robusto fascio fibroso che origina dalla fossa dell’acetabolo, passa sotto al legamento trasverso dell’acetabolo e si fissa alla fossetta della testa del femore Movimenti: flessione, estensione, abduzione, adduzione, rotazione e circumduzione. o Articolazione del ginocchio Unisce lo scheletro della coscia a quello della gamba contribuendo sia alla statica sia alla deambulazione. È un ginglimo angolare o troclea a cui partecipano: il femore con i condili e con la faccia patellare: la troclea femorale: costituita dalla superficie convessa dei condili che in avanti convergono nella faccia patellare. Posteriormente i condili divergono e sono separati dalla fossa intercondiloidea la tibia con la faccia articolare superiore: corrisponde alle due cavità glenoidee dei condili tibiali separate dall’eminenza intercondiloidea; le cavità glenoidee tibiali sono più piane rispetto ai condili femorali quindi tra le due superfici sono interposti due menischi fibrocartilaginei, di forma semilunare, che hanno il compito di rendere concordanti le superficie stesse. Ogni menisco ha forma triangolare con la base esterna aderente alla capsula articolare e l’apice rivolto all’interno della cavità articolare, la faccia superiore concava si mette in rapporto con i condili femorali, la faccia inferiore piana con la superficie articolare superiore della tibia menisco laterale ha la forma di un cerchio quasi completo e si interrompe medialmente per inserirsi con le estremità all’eminenza intercondiloidea: a questo livello il menisco aderisce anche ai legamenti crociati anteriore e posteriore. Dal menisco laterale originano due fasci: o legamento meniscofemorale anteriore o legamento meniscofemorale posteriore Uniscono il menisco al condilo femorale mediale. La parte periferica del menisco aderisce anche al legamento collaterale fibulare menisco mediale ha forma di semiluna ed è più ampio di quello laterale, con le sue estremità si inserisce alle aree intercondiloidee anteriore e posteriore (all’eminenza intercondiloidea) Le estremità anteriori dei due menischi sono unite dal legamento trasverso del ginocchio la patella con la faccia articolare: La patella è posta superiormente alla tibia a cui è fissata dal legamento patellare ed è situata anteriormente all’estremità distale del femore con il quale si articola I mezzi di unione sono: capsula articolare capsula fibrosa si fissa come manicotto ad alcuni millimetri dei capi articolari; anteriormente si inserisce sopra la faccia patellare, lateralmente e medialmente sotto agli epicondili, posteriormente sopra ai condili e nella fossa intercondiloidea. Sulla tibia si fissa subito al di sotto del margine della cartilagine articolare. 13 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 Posteriormente e ai lati la capsula è piuttosto tesa e densa mentre anteriormente (dove si fissa al contorno della patella) è più lassa membrana sinoviale riveste internamente la membrana fibrosa e si fissa sul contorno della cartilagine articolare; a livello dei menischi si interrompe e si sdoppia per l’adesione degli stessi alla membrana fibrosa. Si porta superiormente tra il femore e il muscolo quadricipite femorale formando la borsa sovrapatellare. Posteriormente la sinoviale circonda i legamenti crociati che sono quindi intracapsulari ma al di fuori della cavità articolare; invia le sue dipendenze dietro a ciascun condilo. Altre borse sinoviali sono presenti tra la cute e la patella (non comunicanti con la cavità articolare): o borsa prepatellare E tra il legamento patellare e la patella: o borsa infrapatellare profonda Sopra quest’ultima borsa (tra il legamento patellare e la rima articolare) è presente un cuscinetto adiposo di rinforzo, il corpo adiposo infrapatellare fissato alla fossa intercondiloidea dalla piega sinoviale infrapatellare (altre due pieghe sono poste lateralmente al corpo adiposo) legamenti di rinforzo: legamento patellare è un cordone fibroso che unisce il margine inferiore della patella alla tuberosità tibiale; è la continuazione in basso del tendine del muscolo quadricipite femorale in cui la patella è inserita come osso sesamoide. I retinacoli laterale e mediale della patella sono due lamine fibrose che originano dall’aponeurosi dei muscoli vasti laterale e mediale e, decorrendo ai lati della patella, si inseriscono sulla superficie anteriore della tibia ai lati della tuberosità tibiale legamento collaterale tibiale è una larga lamina che origina dall’epicondilo mediale del femore e si inserisce alla faccia mediale della tibia aderendo alla capsula articolare e al menisco mediale legamento collaterale fibulare è un cordone fibroso che origina dall’epicondilo laterale del femore e si inserisce alla testa della fibula senza aderire alla capsula articolare legamento popliteo obliquo corrisponde all’espansione del tendine del muscolo semimembranoso sulla faccia posteriore della capsula. Si porta in basso e lateralmente per raggiungere la porzione della capsula che riveste il condilo laterale del femore legamento popliteo arcuato dall’estremità laterale del legamento popliteo obliquo si porta in basso incrociando il tendine del muscolo popliteo per terminare sulla testa della fibula legamenti crociati sono due robusti cordoni fibrosi che rappresentano i mezzi di unione più importanti tra il femore e la tibia. Si incrociano all’interno della fossa intercondiloidea del femore, all’interno della capsula ma all’esterno della cavità articolare; 14 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 originano dalle aree intercondiloidee anteriore e posteriore e si inseriscono alla faccia interna dei condili: o anteriore origina dall’area intercondiloidea anteriore della tibia e si inserisce alla faccia mediale del condilo laterale del femore o posteriore è più robusto ed è teso tra l’area intercondiloidea posteriore della tibia e la faccia laterale del condilo mediale del femore Movimenti: consente movimenti di flessione e di estensione della gamba sulla coscia; quando la gamba è flessa sono consentiti anche movimenti di extra e intrarotazione della gamba. Il movimento di extrarotazione è arrestato dalla tensione dei legamenti collaterali mentre la intrarotazione è limitata dai legamenti crociati. o Articolazione tibiofibulare prossimale La fibula non partecipa all’articolazione del ginocchio ma si articola prossimalmente e distalmente con la tibia (è unita alla tibia anche attarverso la membrana interossea). Si stabilisce tra la faccia articolare fibulare del condilo laterale della tibia e la faccia articolare della testa fibula. È rinforzata da: legamento della testa della fibula anteriore legamento della testa della fibula posteriore membrana interossea: una lamina fibrosa tesa tra i margini interossei della tibia e della fibula; stabilizza le articolazioni tibiofibulari, separa i muscoli anteriori da quelli posteriori della gamba e presenta fori per il passaggio dei vasi e di nervi Movimenti: è un’artrodia che permette piccoli movimenti di scivolamento reciproco delle due ossa. o Articolazioni del piede Articolazione talocrurale (o tibiotarsica) Ginglimo angolare che unisce la tibia e la fibula che formano una superficie concava, il mortaio tibiofibulare, con la troclea del talo. Le superfici articolari sono per tibia e fibula: faccia articolare inferiore della tibia facce articolari dei malleoli mediale e laterale Per il talo: troclea facce malleolari laterale e mediale Il malleolo laterale si porta più in basso rispetto a quello mediale. Tibia e fibula sono unite dall’articolazione tibiofibulare distale in cui il malleolo laterale della fibula si articola con l’incisura fibulare della tibia; partecipa alle articolazioni del piede e all’articolazione talocrurale. L’articolazione è rinforzata da: legamento tibiofibulare anteriore legamento tibiofibulare posteriore I mezzi di unione sono: capsula articolare si fissa sui contorni del mortaio tibiofibulare e sui margini della cartilagine articolare del talo; è più spessa ai lati legamenti di rinforzo: 15 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 o collaterale mediale (o deltoideo) fascio fibroso triangolare con apice fissato al malleolo mediale e la base che si inserisce alle ossa del tarso in 4 fasci: due fasci si portano anteriormente: parte o legamento tibiotalare anteriore che raggiunge il collo del talo parte tibionavicolare che si inserisce alla faccia dorsale del navicolare due fasci posteriori: parte tibiocalcaneale che si fissa al sostentacolo del talo del calcagno parte tibiotalare posteriore che si inserisce alla faccia mediale del talo o collaterale laterale origina dal malleolo laterale e si divide in 3 legamenti: legamento talofibulare anteriore si inserisce alla faccia laterale del talo legamento calcaneofibulare si fissa alla faccia laterale del calcagno legamento talofibulare posteriore si inserisce al processo posteriore del talo Movimenti: flessione dorsale (la troclea è incastrata nel mortaio tibiofibulare) e plantare (può compiere anche movimenti di lateralità) del piede Articolazioni intertarsiche Il talo e il calcagno si articolano mediante due articolazioni poste anteriormente e posteriormente al seno del tarso; l’articolazione posteriore è la talocalcaneale, quella anteriore la talocalcaneonavicolare (partecipa all’articolazione trasversa del tarso) Articolazione talocalcaneale (o subtalare) Si stabilisce tra la faccia articolare calcaneale posteriore del talo e la faccia articolare posteriore del calcagno per il talo. È un trocoide (calcagno faccia ovale e convessa, talo ovale e concava). I mezzi di unione sono: o capsula articolare: la capsula fibrosa è lassa e circonda le superfici articolari o legamenti di rinforzo: legamento talocalcaneale laterale si porta dalla faccia laterale del talo alla faccia laterale del calcagno legamento talocalcaneale mediale unisce la faccia mediale del talo alla faccia mediale del calcagno legamento talocalcaneale posteriore dal tubercolo laterale della tuberosità posteriore del talo raggiunge la faccia superiore del calcagno legamento talocalcaneale interosseo occupa il seno del tarso essendo teso tra il solco del talo e quello del calcagno 16 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 Movimenti: rotazione mediale e laterale del piede (supinazione e pronazione). Articolazione trasversa del tarso È costituita da una porzione mediale (articolazione talocalcaneonavicolare) e da una porzione laterale (articolazione calcaneocuboidea). Articolazione talocalcaneonavicolare È un’enartrosi che unisce la testa del talo alla faccia superiore del calcagno e alla faccia posteriore del navicolare. Superfici articolari: o testa del talo (forma emisferica) o concavità formata dalla faccia articolare talare del navicolare e dalle facce articolari anteriore e media per il talo del calcagno, unite dal legamento calcaneonavicolare plantare I mezzi di unione: o capsula articolare: membrana fibrosa si fissa sui margini delle superfici articolari e, posteriormente, raggiunge il collo del talo o legamenti di rinforzo: legamento talonavicolare dorsale si porta dal collo del talo alla superficie dorsale del navicolare legamento calcaneonavicolare è la porzione mediale del legamento biforcato che, origina dalla faccia dorsale del calcagno, si dirige in avanti sdoppiandosi per inserirsi alla faccia dorsale del navicolare e del cuboide legamento calcaneonavicolare plantare unisce la faccia plantare del calcagno a quella plantare del navicolare Movimenti: rotazione mediale e laterale del piede. Articolazione calcaneocuboidea È la porzione laterale dell’articolazione trasversa del tarso; è un’articolazione a sella e unisce la faccia anteriore del calcagno alla faccia posteriore del cuboide. La faccia articolare del calcagno per il cuboide è concava in senso dorsoplantare e convessa trasversalmente; di senso opposto sono le curvature della faccia articolare del cuboide per il calcagno. I mezzi di unione: o capsula articolare: la membrana fibrosa si inserisce ai margini delle superfici articolari o legamenti di rinforzo: legamento calcaneocuboideo è il fascio laterale del legamento biforcato e si fissa alla faccia dorsale del cuboide legamento calcaneocuboideo plantare breve è la porzione profonda del legamento plantare lungo che, originato dalla faccia inferiore del calcagno, si fissa alla base delle ossa metatarsali contribuendo al 17 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 mantenimento della volta plantare del piede. È posto profondamente a quello lungo e si fissa alla faccia plantare del cuboide Movimenti: rotazione mediale e laterale del piede. Articolazione cuboideonavicolare È un’artrodia incostante che unisce la faccia laterale del navicolare alla faccia mediale del cuboide. Legamenti di rinforzo: o Legamento cuboideonavicolare dorsale che unisce le facce dorsali delle due ossa o Legamento cuboideonavicolare plantare teso tra le facce plantari delle stesse ossa Articolazione cuneonavicolare Tra la faccia anteriore del navicolare e le facce posteriori delle tre ossa cuneiformi. La faccia anteriore del navicolare presenta la faccia articolare per i cuneiformi divisa in tre parti per il rapporto con le 3 ossa cuneiformi. La stessa capsula articolare comprende 3 artrodie. La cavità articolare dell’articolazione è in continuità con quella delle articolazioni intercuneiformi. La membrana fibrosa è rinforzata da legamenti: o cuneonavicolari dorsali uniscono la faccia dorsale del navicolare alle facce dorsali dei 3 cuneiformi o cuneonavicolari palmari uniscono le corrispondenti facce del navicolare e dei cuneiformi Articolazioni intercuneiformi Sono due artrodie che si formano tra le facce contrapposte delle 3 ossa cuneiformi. La capsula articolare è rinforzata da: o legamenti intercuneiformi dorsali o legamenti intercuneiformi palmari La cavità articolare (che in dietro è in continuità con quella dell’articolazione cuneonavicolare, è chiusa anteriormente dalla presenza di: o legamenti intercuneiformi interossei Articolazione cuneocuboidea È un’atrodia che si stabilisce tra la faccia mediale del cuboide e la facciua laterale del terzo cuneiforme. La capsula articolare è rinforzata da: o legamento cuneocuboide dorsale o legamento cuneocuboide plantare La cavità articolare (che posteriormente comunica con quella dell’articolazione cuneonavicolare) è chiusa in avanti da: o legamento cuneocuboideo interosseo Movimenti: dalle ultime 4 articolazioni sono piccoli movimenti di scivolamento. Articolazioni tarsometatarsali 18 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 Sono artrodie che uniscono le ossa della fila distale del tarso con le basi delle ossa metatarsali. Il primo metatarsale si articola con il cuneiforme mediale; il secondo metatarsale si unisce al cuneiforme intermedio e con due faccette, laterale e mediale, al cuneiforme mediale e laterale; il terzo metatarsale si articola con il cuneiforme laterale; il quarto e il quinto metatarsale si articolano con la faccia distale del cuboide. La capsula articolare riveste le articolazioni tarsometatarsali e continua anche su quelle intermetatarsali. Le articolazioni. Sono rinforzate da: legamenti tarsometatarsali dorsali legamenti tarsometatarsali plantari Sono anche presenti 3: legamenti cuneometatarsali interossei che uniscono i 3 cuneiformi ai metatarsali e suddiviso la cavità articolare in tre porzioni Movimenti: piccoli movimenti di flessione, di estensione e di lateralità che permettono al piede adattamenti di forma e modificazioni della volta plantare. Articolazioni intermetatarsali Uniscono tra loro le basi delle ossa metatarsali con l’esclusione delle prime due unite solo da un legamento interosseo. La capsula articolare (comune a quella delle articolazioni metatarsofalangee) è rinforzata dai legamenti: intermetatarsali dorsali intermetatarsali palmari intermetatarsali interossei che uniscono le facce contrapposte delle basi dei metatarsali e chiudono distalmente la cavità articolare Le teste dei metatarsali sono unite tra loro mediante un legamento trasverso profondo. Movimenti: scivolamento reciproco delle basi dei metatarsali. Articolazioni metatarsofalangee Articolazioni a condilo che uniscono le teste dei metatarsali alle basi delle falangi prossimali. Le teste dei metatarsali sono convesse e costituiscono il condilo; le basi delle falangi prossimali possiedono una cavità glenoidea che è ampliata da un labbro glenoideo. La capsula articolare delle articolazioni è rinforzata da un: legamento plantare legamenti collaterali mediale e laterale che limitano i movimenti di lateralità Movimenti: flessione ed estensione delle dita del piede sui metatarsi Articolazioni interfalangee Sono 9 articolazioni a troclea (2 per ogni dito + 1 per il pollice) che uniscono le teste delle falangi alle basi delle stesse. La capsula articolare è rinforzata da: legamento plantare legamenti collaterale mediale e laterale Movimenti: flessione ed estensione. MUSCOLI DELL’ARTO INFERIORE Possono essere distinti in: 19 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 1) muscoli dell’anca Originano dalla colonna vertebrale e dalla pelvi e si inseriscono (per la maggior parte) al femore; si descrivono: a) muscoli interni dell’anca sono 2, entrambi innervati da rami del plesso lombare: o muscolo ileopsoas costituito da 2 parti: muscolo grande psoas che origina dalla colonna lombare; è fusiforme e origina da arcate fibrose che uniscono le superfici laterali dei corpi delle prime 4 vertebre lombari e dall’ultima toracica e dai dischi intervertebrali interposti. I fasci muscolari si dirigono in basso e raggiungono la fossa iliaca, passano sotto il al legamento inguinale e convergono in un tendine che si inserisce al piccolo trocantere del femore muscolo iliaco che origina dalla fossa iliaca; ha forma di ventaglio e origina dai 2/3 superiori della fossa iliaca e dalle parti laterali dell’ala del sacro. I fasci passano sotto il legamento inguinale, passano davanti all’articolazione dell’anca. L’inserzione del avviene sul tendine del muscolo grande psoas e quindi sul piccolo trocantere Si uniscono distalmente per inserirsi al piccolo trocantere del femore. Azione: se prende punto fisso sulla colonna e sul bacino è il principale flessore della coscia che, adduce ed extraruota. Se prende punto fisso sul femore flette il tronco e lo inclina dal proprio lato o muscolo piccolo psoas lungo e sottile è situato ventralmente al muscolo grande psoas. Può anche mancare. Origina dai corpi dell’ultima vertebra toracica e della prima lombare e dal disco intervertebrale interposto; si porta verso il basso e lateralmente per inserirsi all’eminenza ileopubica e alla fossa iliaca Azione: tende la fascia iliaca e partecipa alla flessione del tronco b) muscoli esterni sono disposti in più strati: o superficialmente: muscolo tensore della fascia lata è un muscolo allungato situato nella parte laterale dell’anca. È innervato dal nervo gluteo superiore. Origina dalla spina iliaca anteriore superiore e dall’estremità anteriore della cresta iliaca; i suoi fasci si dirigono distalmente e all’unione tra i 2/3 distali e il terzo prossimale della coscia, continuano in un tendine che si fonde con la fascia lata formano un inspessimento, il tratto ileotibiale. Quest’ultimo si inserisce al condilo laterale della tibia. Azione: tende la fascia lata, flette e abduce la coscia contribuendo al mantenimento della stazione eretta. Estende la gamba sulla coscia grande gluteo è una massa quadrilatera situata superficialmente nella regione glutea che unisce la pelvi al femore. È innervato dal nervo gluteo inferiore. Origina dalla cresta iliaca, dalla linea glutea posteriore e dalla superficie ossa interposta; prende origine dalla fascia toracolombare, dalla fascia del muscolo medio gluteo, dal legamento sacrotuberoso e dalle superfici laterali del sacro e del coccige. I fasci muscolari si dirigono in basso e lateralmente e convergono in un robusto tendine che si inserisce alla tuberosità glutea del femore; alcuni fasci superficiali del tendine si inseriscono al tratto ileotibiale 20 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 Azione: estende e ruota esternamente la coscia. Se prende punto fisso sul femore, estende il bacino e partecipa al mantenimento della stazione eretta e alla deambulazione o in posizione intermedia: medio gluteo appiattito e triangolare, è posto profondamente al precedente. È innervato dal nervo gluteo superiore. Origina dalla fascia glutea, dalla cresta iliaca, dal tratto di osso dell’anca compreso tra le linee glutee anteriore e posteriore e dalla spina iliaca anteriore superiore. I fasci muscolari si dirigono in basso convergendo in un tendine che si inserisce sulla faccia esterna del grande trocantere del femore. Azione: abduce la coscia, con i fasci anteriori la ruota internamente, con quelli posteriori esternamente. Se prende punto fisso sul femore, estende e inclina lateralmente il bacino; la contrazione bilaterale contribuisce al mantenimento della stazione eretta o profondamente: piccolo gluteo triangolare ed è posto profondamente al medio gluteo. È innervato dal nervo gluteo superiore. Origine dalla superficiale esterna dell’osso dell’anca compresa tra le linee glutee anteriore e inferiore e dalla cresta iliaca. I fasci muscolari si dirigono in basso convergendo in un tendine che si inserisce sul margine anteriore del grande trocantere del femore. Azione: abduce e ruota internamente la coscia; se prende punto fisso sul femore estende il bacino e lo inclina dal proprio lato. La contrazione bilaterale contribuisce al mantenimento della stazione eretta piriforme è di forma triangolare e unisce la superficie interna dell’osso sacro al femore. È innervato da un ramo del plesso sacrale. Origina dalla faccia pelvica dell’osso sacro, lateralmente al 2°, 3° e 4° foro sacrale e dal margine della grande incisura ischiatica. I fasci muscolari si dirigono lateralmente ed escono dalla piccola pelvi attraverso il grande foro ischiatico; il tendine terminale si inserisce all’estremità superiore della superficie interna del grande trocantere. Azione: ruota esternamente e abduce il femore; stabilizza l’articolazione dell’anca otturatorio esterno è situato profondamente, a ridosso dell’articolazione dell’anca. È innervato dal nervo otturatorio. Origina dalla superficie esterna del foro otturatorio e dalla membrana otturatoria e si dirige in alto, indietro e lateralemnte decorrendo profondamente ai muscoli adduttori; si inserisce nella fossa trocanterica Azione: ruota esternamente la coscia e stabilizza l’articolazione dell’anca otturatorio interno è triangolare e appiattito, unisce la faccia interna dell’osso dell’anca al femore. È innervato dal ramo otturatorio interno del plesso sacrale. Origina dal margine interno del foro otturatorio, dalla membrana otturatoria e dalla superficie ossea situata tra il foro otturatorio e la grande incisura ischiatica. I suoi fasci muscolari si dividono indietro e in basso per impegnarsi nel piccolo foro ischiatico dove, usciti dalla piccola pelvi, formano un angolo retto per inserirsi nella fossa trocanterica 21 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 Azione: ruota lateralmente la coscia e stabilizza l’articolazione dell’anca gemello superiore origina dal margine inferiore della spina ischiatica gemello inferiore dalla tuberosità ischiatica Entrambi si portano lateralmente e si uniscono rispettivamente ai margini superiore e inferiore del tendine del muscolo otturatorio interno per raggiungere la fossa trocanterica. Sono due muscoli che dalla piccola incisura ischiatica si portano alla fossa trocanterica unendosi al tendine del muscolo otturatorio interno. Sono innervati da rami collaterali del plesso sacrale. Azione: ruotano esternamente la coscia e stabilizzano l’articolazione dell’anca quadrato del femore quadrangolare, unisce l’osso dell’anca al femore ed è situato inferiormente al muscolo gemello inferiore. È innervato da un ramo collaterale del plesso sacrale. Origina dalla faccia esterna della tuberosità ischiatica e, dirigendosi lateralmente, si inserisce alla base del grande trocantere e alla cresta intertrocanterica. Azione: ruota esternamente la coscia e stabilizza l’articolazione dell’anca Sono tutti innervati da rami del plesso sacrale. c) muscoli della coscia possono distinguersi in: o muscoli anteriori sono: sartorio è il più superficiale ed è allungato a forma di nastro; si estende dall’osso dell’anca alla tibia. Origina dalla spina iliaca anteriore, si dirige distalmente e medialmente, raggiunge il condilo mediale del femore e continua con un tendine che si inserisce all’estremità superiore della faccia mediale della tibia. Il tendine di inserzione, unito con espansioni fibrose ai tendini dei muscoli gracile e semitendinoso, costituisce un dispositivo che è detto zampa d’oca. Il muscolo sartorio insieme al legamento inguinale e al muscolo adduttore lungo delimita il triangolo femorale. Azione: flette la gamba sulla coscia e quest’ultima sul bacino; abduce e ruota esternamente e l’insieme di questi movimenti determina l’accavallamento degli arti inferiori quadricipite del femore è la massa muscolare più voluminosa del corpo e occupa la parte anteriore della coscia; si estende dalla pelvi e dal femore alla patella. È costituito da 4 capi di origine che si uniscono in un unico tendine di inserzione: posizione superficiale: o retto del femore origina con un tendine diretto dalla spina iliaca anteriore e inferiore e, mediante un tendine riflesso, dal contorno dell’acetabolo posizione intermedia: o vasto laterale è il più voluminoso e origina dalla faccia laterale del grande trocantere, dalla tuberosità glutea e dal labbro laterale della linea aspra o vasto mediale origina in prossimità del collo anatomico del femore e dal labbro mediale della linea aspra posizione profonda: o vasto intermedio origina dai ¾ prossimali delle facce anteriore e laterale del corpo del femore e dal labbro laterale della linea aspra. Alcuni fasci profondi del vasto intermedio si 22 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 inseriscono al recesso superiore della borsa soprapatellare costituendo il muscolo articolare del ginocchio I 4 capi si dirigono distalmente mantenendo la loro individualità e si uniscono in un grosso tendine che si inserisce alla patella. Le fibre superficiali del tendine (derivanti dal retto del femore) passano davanti alla patella e continuano in basso con il legamento patellare che si inserisce alla tuberosità tibiale; le fibre intermedie del tendine (vasti laterale e mediale) si inseriscono ai margini della patella; le fibre profonde (vasto intermedio) si inseriscono alla base della patella. Alcuni fasci del retto del femore e dei vasti laterale e mediale formano i retinacoli laterale e mediale della patella. Azione: è uno dei muscoli più importanti per il mantenimento della stazione eretta e per la deambulazione; con la sua azione estende la gamba sulla coscia e, con il retto del femore, flette la coscia sul bacino Entrambi innervati dal nervo femorale. o muscoli posteriori uniscono la parte inferiore dell’ischio e il femore alle ossa della gamba e sono: lateralmente: bicipite femorale è un muscolo situato nella parte laterale della coscia ed è costituito da due capi: o capo lungo è innervato dal nervo tibiale; origina dalla tuberosità ischiatica con un tendine comune al muscolo semitendinoso o capo breve è innervato dal nervo peroniero; origina, profondamente al precedente, dal terzo medio del labbro laterale della linea aspra del femore e dal setto intermuscolare laterale I capi si riuniscono in un tendine che si inserisce alla testa della fibula e al condilo laterale della tibia. Azione: estende la coscia sulla gamba, flette la gamba sulla coscia e la ruota esternamente medialmente: semitendinoso fusiforme e allungato, unisce l’ischio alla tibia. È innervato dal nervo tibiale. Origina dalla tuberosità ischiatica con un tendine comune al capo lungo del bicipite, si dirige verticalmente in basso e continua con un lungo tendine che si inserisce alla parte superiore della faccia mediale della tibia. Insieme ai muscoli sartorio e gracile forma la zampa d’oca. Azione: estende la coscia sul bacino, flette la gamba sulla coscia e la ruota internamente semimembranoso è appiattito e situato profondamente al precedente; è denominato così perché, nel suo terzo prossimale, è formato da un’ampia lamina tendinea. È innervato dal nervo tibiale. Origina dalla tuberosità ischiatica, profondamente ai due muscoli precedenti, con un tendine largo e piatto cui fa seguito un ventre muscolare appiattito. I fasci muscolari scendono verticalmente e continuano con un tendine che, a livello dell’articolazione del ginocchio, si divide in 3 parti: 23 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 o la prima si inserisce al condilo mediale della tibia o la seconda risale sulla faccia posteriore della capsula articolare del ginocchio, verso il condilo laterale del femore, e costituisce il legamento popliteo obliquo o la terza parte si inserisce alla fascia del muscolo popliteo Azione: estende la coscia sul bacino, flette la gamba sulla coscia e la ruota internamente o muscoli mediali anche definiti adduttori, sono disposti in piani sovrapposti: piano superficiale: gracile è lungo e appiattito ed è situato nella faccia mediale della coscia; è esteso dalla pelvi alla tibia. Insieme ai muscoli pettineo e adduttore lungo forma lo strato superficiale dei muscoli mediali della coscia. È innervato dal nervo otturatorio. Origina dalla faccia anteriore del ramo ischiopubico e si dirige verticalmente in basso, passando dorsalmente al condilo mediale del femore, per inserirsi con un lungo tendine alla parte superiore della faccia mediale della tibia. Insieme ai tendini dei muscoli sartorio e semitendinoso costituisce la zampa d’oca Azione: adduce la coscia, flette e ruota internamente la gamba pettineo è quadrilatero e appiattito, occupa la posizione superomediale della coscia dove forma il pavimento del triangolo femorale. È innervato dal nervo femorale. Origina dalla cresta pettinea e dall’eminenza ileopubica; i suoi fasci si dirigono in basso e lateralmente per inserirsi alla linea pettinea del femore Azione: adduce, flette e ruota esternamente la coscia adduttore lungo è appiattito e triangolare con la base rivolta verso il femore. È innervato dal nervo otturatorio. Origina dal ramo superiore del pube, medialmente all’origine del muscolo pettineo, tra la sinfisi e il tubercolo pubico. I suoi fasci si dirigono in basso e lateralmente per inserirsi al labbro mediale della linea aspra, nel terzo medio del corpo del femore. Azione: adduce, flette e ruota esternamente la coscia intermedio (perché si trova tra l’adduttore lungo e quello grande) adduttore breve è triangolare e appiattito. È innervato dal nervo otturatorio. Origina dalla faccia anteriore del ramo superiore del pube, al di sotto del precedente, i suoi fasci si dirigono in basso e lateralmente allargandosi e si inseriscono al terzo superiore del labbro mediale della linea aspra del femore. Azione: adduce e ruota esternamente la coscia e partecipa anche alla sua flessione profondo: adduttore grande è un’ampia massa muscolare appiattita, triangolare, estesa dall’ischio al femore. È innervato dal nervo otturatorio e dal nervo tibiale. Origina dalla faccia anteriore del ramo ischiopubico e dalla tuberosità ischiatica; si dirige in basso, indietro e lateralmente (a ventaglio). I suoi fasci superiori e medi si inseriscono ai due terzi distali del labbro mediale della linea aspra del femore delimitando alcuni orifizi che danno passaggio a vasi perforati. I fasci 24 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 inferiori del muscolo si inseriscono al tubercolo del grande adduttore che è posto sopra all’epicondilo mediale del femore. Tra i fasci muscolari medi e quelli inferiori si forma lo iato adduttorio, attraversato dall’arteria femorale che si porta nel cavo popliteo dove prende il nome di arteria poplitea. Azione: adduce e ruota esternamente la coscia, contribuisce a mantenere la stazione eretta adduttore minimo è considerato da alcuni come facente parte del muscolo grande adduttore di cui costituirebbe la parte superiore. È innervato dal nervo otturatorio. Origina dal ramo inferiore del pube e, in parte fuso con il grande adduttore, si inserisce al terzo superiore del labbro mediale della linea aspra. Azione: adduce e ruota esternamente la coscia TRIANGOLO FEMORALE Regione di forma triangolare situata nella porzione prossimale della faccia anteriore della coscia. È delimitata in alto dal legamento inguinale, in basso e lateralmente dal muscolo sartorio, in basso e medialmente dal muscolo adduttore lungo. Superficialmente la regione è rivestita dalla fascia lata che, nella parte centrale del triangolo, prende il nome di fascia cribrosa perché attraversata da numerosi vasi di cui il più importante è la vena grande safena. Quest’ultima compie un arco per portarsi in profondità e raggiungere, mediante lo iato safeno, la vena femorale. Superficialmente alla fascia lata sono disposti numerosi linfonodi inguinali superficiali. Profondamente alla fascia lata è presente uno spazio piramidale che, con la base prossimale, corrisponde alla lacuna dei vasi e, con l’apice distale, al canale dei vasi femorali. All’interno di questo spazio sono presenti i vasi femorali e i linfonodi inguinali profondi; il pavimento della regione è costituito lateralmente, dall’estremità distale del muscolo ileopsoas, medialmente, dal muscolo pettineo. d) muscoli della gamba formano un’ampia massa carnosa prossimalmente mentre distalmente sono rappresentati da lunghi tendini; possono essere distinti in: o muscoli anteriori si portano dalla gamba al piede sono disposti in un unico strato e, in direzione mediolaterale, sono rappresentati da: tibiale anteriore posto a ridosso della faccia laterale della tibia, è di forma prismatica triangolare e, con un lungo tendine, si porta al margine mediale del piede. Origina dalla faccia laterale della tibia, dalla membrana interossea e dalla fascia crurale, si dirige in basso e, giunto in corrispondenza della parte inferiore della gamba, continua con un robusto tendine; quest’ultimo passa profondamente ai retinacoli superiore e inferiore dei muscoli estensori inserendosi alla superficie mediale dell’osso cuneiforme mediale e della base del primo metatarsale Azione: flette dorsalmente il piede e lo supina sollevandone il margine mediale; a piede fisso al suolo, avvicina la gamba al dorso del piede estensore lungo dell’alluce è situato profondamente tra il tibiale anteriore e l’estensore lungo delle dita. Origina dal terzo medio della faccia mediale della fibula e dalla membrana interossea, si dirige in basso e continua con un tendine appiattito che, dopo essere passato profondamente ai retinacoli superiore e inferiore dei muscoli estensori, si inserisce alla superficie dorsale della base della falange distale dell’alluce. 25 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 Azione: flette dorsalmente l’alluce e partecipa alla flessione dorsale del piede sollevandone il margine mediale (supinazione) a piede fisso, avvicina la gamba al dorso del piede estensore lungo delle dita è un robusto muscolo appiattito posto tra i muscoli tibiale anteriore ed estensore lungo dell’alluce; unisce la tibia e la fibula alle ultime quattro dita del piede. Origina dal condilo laterale della tibia, dalla membrana interossea, dalla testa e dal margine anteriore della fibula e dalla fascia crurale. Il ventre muscolare si dirige distalmente e continua in un tendine che, dopo essere passato profondamente ai retinacoli superiore e inferiore dei muscoli estensori, si divide in 4 tendini secondari per le ultime 4 dita che divergono sul dorso del piede. Ciascuno dei tendini secondari si divide in 3 linguette di cui, quella media si inserisce alla base della falange media, le altre alla base della falange distale. Azione: flette dorsalmente le ultime 4 dita del piede, partecipa alla flessione dorsale del piede e ne solleva il margine laterale (pronazione); a piede fisso, avvicina la gamba al dorso del piede peroniero terzo (o anteriore) è il più laterale dei muscoli anteriori e occupa la metà inferiore della gamba che unisce al quinto metatarsale. Origina dalla metà inferiore della faccia mediale della fibula e dalla membrana interossea, discende in basso e continua in un tendine che, passato profondamente ai retinacoli superiore e inferiore dei muscoli estensori, si inserisce alla faccia dorsale della base del quinto osso metatarsale. Azione: flette dorsalmente il piede e ne solleva il margine laterale (pronazione) Sono tutti innervati dal nervo peroniero profondo o muscoli laterali sono rappresentati dal: peroniero lungo è un muscolo allungato che si trova superficialmente nella faccia laterale della gamba; è esteso dalla fibula al primo osso metatarsale. Origina dalla testa e dalla faccia laterale della fibula; i suoi fasci muscolari, giunti a metà della gamba, continuano in un lungo tendine che passa posteriormente al malleolo fibulare e profondamente al retinacolo superiore dei muscoli estensori. Il tendine si dirige in avanti, passando profondamente al retinacolo inferiore dei muscoli estensori, e si porta alla pianta del piede. Qui decorre in avanti e medialmente, profondamente ai muscoli plantari e raggiunge il margine mediale del piede dove si inserisce al cuneiforme mediale e alla tuberosità del primo osso metatarsale. Azione: abbassa il margine mediale del piede esercitando una forte azione pronatoria; flette inoltre ventralmente il piede peroniero breve è posto profondamente al peroniero lungo e unisce la fibula al quinto osso metatarsale. Origina dal terzo medio della faccia laterale della fibula e continua con un tendine che decorre, insieme a quello del peroniero lungo, dietro al malleolo fibulare e profondamente ai retinacoli superiore e inferiore dei muscoli estensori. Dalla faccia laterale del calcagno, il tendine raggiunge il margine laterale del piede e si inserisce alla tuberosità del quinto osso metatarsale. Azione: insieme al peroniero lungo contribuisce alla pronazione del piede sollevandone il margine laterale 26 Scaricato da Eleonora Gatto ([email protected]) lOMoARcPSD|8384668 Dalla fibula si portano al piede; sono entrambi innervati dal nervo peroniero superficiale o muscoli posteriori disposti in due strati sovrapposti: strato superficiale: tricipite della sura è una voluminosa massa muscolare costituita da 3 capi: o 2 superficiali che formano il muscolo gastrocnemio: capo mediale origina dall’epicondilo e dalla superficie posteriore del condilo mediale del femore capo laterale si distacca dalle corrispondenti aree del condilo laterale del femore Entrambi i capi traggono origine anche dalla faccia posteriore della capsula articolare del ginocchio. I due capi si dirigono in basso convergendo e delimitando la fossa poplitea e, a livello del terzo medio della gamba, si riuniscono per costituire un’ampia aponeurosi che continua distalmente nel tendine calcaneale o 1 profondo: muscolo soleo ha un’origine fibrosa dalla testa e dalla faccia posteriore della fibula, dalla linea del muscolo soleo dalla faccia posteriore della fibula, dalla linea del muscolo soleo della faccia posteriore della tibia e dall’arcata fibrosa tesa tra la testa della fibula e la linea del muscolo soleo. Da queste origini si forma un lungo ventre appiattito che continua in una larga aponeurosi che discende in basso e, a livello del terzo inferiore della gamba, si unisce alla faccia profonda dell’aponeurosi del muscolo gastrocnemio costituendo il tendine calcaneale. Quest’ultimo raggiunge il piede e si inserisce alla tuberosità del calcagno; la faccia superficiale del tendine corrisponde ai tegumenti, la faccia profonda è separata dalla faccia posteriore del calcagno tramite una borsa mucosa Azione: determina la flessione plantare del piede e la sua supinazione; mediante i capi del gastrocnemio flette la gamba sulla coscia. A piede fisso al suolo, estende la gamba sul piede e interviene in modo determinante nel mantenimento della postura, nella deambulazione, nella corsa e nel salto