Applicazione di una prospettiva di genere nella ricerca turistica PDF
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Questo documento analizza l'applicazione di una prospettiva di genere nella ricerca turistica, fornendo un approccio teorico e pratico. Esplora come il genere influenzi il turismo, includendo l'evoluzione delle teorie femministe e le implicazioni del genere nelle diverse fasi della ricerca turistica. L'articolo sottolinea l'importanza di considerare una pluralità di punti di vista e di utilizzare metodi di ricerca adeguati per analizzare le dinamiche di genere nel turismo.
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Applicazione di una prospettiva di genere nella ricerca turistica: un approccio teorico e pratico Introduzione Il turismo è un settore importante per le donne, sia per le opportunità di lavoro e imprenditorialità che per il loro benessere e svago. È strettamente legato all’obiettivo delle Nazioni...
Applicazione di una prospettiva di genere nella ricerca turistica: un approccio teorico e pratico Introduzione Il turismo è un settore importante per le donne, sia per le opportunità di lavoro e imprenditorialità che per il loro benessere e svago. È strettamente legato all’obiettivo delle Nazioni Unite di promuovere l’uguaglianza di genere, ma la ricerca su turismo e genere è ancora limitata e necessita di miglioramenti. Esistono notevoli differenze di genere nel turismo, spesso causate da stereotipi e ruoli sociali, che penalizzano le donne rendendole più vulnerabili. La ricerca aiuta a identificare e ridurre queste disuguaglianze, ma manca una vera integrazione delle teorie femministe, portando a risultati spesso parziali. Questo è aggravato da problemi di sessismo e squilibri di genere nell’ambito accademico, dove le donne hanno meno opportunità e guadagnano meno degli uomini, occupando poche posizioni di vertice e ricevendo meno visibilità e riconoscimento per le loro ricerche. Nonostante l’interesse crescente, gli studi di genere nel turismo hanno avuto poco impatto concreto nel ridurre le disuguaglianze. Per affrontare questi limiti, è necessario un modello concettuale che colleghi le diverse aree di ricerca sul turismo e sul genere, integrando approcci femministi e nuovi metodi di analisi. Questo quadro teorico potrebbe migliorare lo studio del turismo da una prospettiva di genere e favorire cambiamenti concreti nel settore. 2 Approccio teorico alla ricerca da una prospettiva femminista La comprensione del rapporto tra turismo e genere richiede di distinguere tra i concetti di sesso, legato alle caratteristiche biologiche, e genere, che rappresenta un costrutto sociale. Il genere definisce ruoli, comportamenti e aspettative sociali che uomini e donne interiorizzano e ricreano nelle interazioni quotidiane. Questi stereotipi influenzano la divisione dei ruoli nella società: le donne sono spesso associate alla cura e alla sensibilità, mentre gli uomini al potere e all’autonomia, limitando così le opportunità di ciascuno. Nel turismo, il genere ha implicazioni a tre livelli: Individuale: riguarda l’identità personale e come ciascuno adotta valori e comportamenti legati al proprio genere. Interazionale: si riferisce alle aspettative di comportamento verso gli altri, anche in situazioni simili. Istituzionale: si concentra su come strutture sociali, culturali e organizzative perpetuano disuguaglianze di genere, ad esempio attraverso la divisione del lavoro e delle risorse. Questi livelli sono interconnessi e contribuiscono a mantenere le disparità di genere nel settore turistico e nella società in generale. 2.1 L’evoluzione delle teorie femministe Per integrare una prospettiva di genere nella ricerca sul turismo, è fondamentale comprendere l’evoluzione dei quadri teorici del femminismo, un movimento critico verso la costruzione sociale del genere e le sue implicazioni sui ruoli e le relazioni di potere. Il femminismo si è sviluppato attraverso tre principali fasi, o “ondate”: 1.Prima ondata: avviata nel XIX secolo con il movimento delle suffragette e l’industrializzazione, lottava per la parità dei diritti civili delle donne. 2.Seconda ondata: iniziata negli anni ’60, influenzata dal libro Il secondo sesso di Simone de Beauvoir, analizzava come le forze culturali e sociali perpetuassero la subordinazione femminile. Include movimenti marxisti, socialisti, culturali e legati al femminismo nero. 3.Terza ondata: emersa negli anni ’90, si concentrava sulla realtà personale e sociale delle giovani donne, con cinque prospettive principali: teoria intersezionale, postmodernismo, teorie femministe post-coloniali, agenda delle giovani femministe e teorie queer, spesso considerate parte di una quarta ondata. Queste fasi riflettono l’evoluzione del femminismo verso una maggiore complessità e diversificazione, essenziale per affrontare le disuguaglianze anche nel contesto del turismo. 2.2 Evoluzione nell'applicazione di una prospettiva di genere e teorie femministe nel turismo Negli anni ‘90, la ricerca sul turismo ha iniziato a sviluppare un approccio femminista di genere per superare la visione androcentrica che fino a quel momento aveva dominato il settore. Questo nuovo orientamento ha portato l’attenzione su questioni come la perpetuazione degli stereotipi di genere nelle destinazioni turistiche, le differenze di genere nelle percezioni del turismo e il ruolo delle relazioni di potere nel creare disparità tra uomini e donne. Studi significativi, come quelli di Kinnaird e Hall, hanno evidenziato come il turismo potesse diventare uno strumento per l’indipendenza economica delle donne, ma anche come fosse profondamente radicato in dinamiche sociali e culturali spesso diseguali. Pubblicazioni fondamentali come la monografia Gender in Tourism del 1995 e il libro Tourism, A Gender Analysis hanno rappresentato una svolta importante, introducendo il concetto di genere nella ricerca turistica. Questo veniva inteso non solo come una semplice categoria di analisi, ma come un sistema di identità culturali e sociali che influenzano profondamente la divisione del lavoro, il tempo libero e le relazioni di potere. Kinnaird e Hall hanno sottolineato che le attività turistiche non sono neutre, ma si fondano su relazioni di genere complesse, gerarchiche e spesso diseguali, influenzate da fattori economici, politici e culturali. Inoltre, hanno evidenziato come l’uguaglianza e la diversità debbano essere analizzate non solo attraverso la lente del genere, ma anche considerando altre dimensioni, come l’età, la razza e la classe sociale. Da questo lavoro sono state individuate alcune aree principali di studio, tra cui il comportamento del turista, la distribuzione del lavoro tra gli operatori del turismo e il ruolo delle relazioni di genere nel marketing e nella costruzione dei paesaggi turistici. A queste si sono aggiunti, negli anni successivi, nuovi filoni di ricerca che hanno approfondito temi come il turismo sessuale, la sostenibilità legata al genere e l’imprenditorialità femminile. Questo crescente interesse è stato accompagnato da un maggiore impegno delle organizzazioni internazionali, come l’Organizzazione Mondiale del Turismo e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, che hanno promosso iniziative per sensibilizzare sull’importanza dell’uguaglianza di genere nel settore turistico. Nonostante questi progressi, l’applicazione di teorie femministe nella ricerca sul turismo rimane limitata. Se da un lato il femminismo liberale ha cercato di riformare le strutture esistenti, e il femminismo di standpoint ha analizzato le disuguaglianze materiali e sociali, il femminismo post-strutturalista ha messo in luce l’importanza di comprendere come il linguaggio e le relazioni di potere influenzino la costruzione culturale del turismo. Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare per integrare pienamente un’epistemologia femminista nel settore turistico e affrontare le disparità di genere in modo più completo e sistematico. 3. Implementazione di un approccio di genere nella ricerca turistica L’approccio di genere rappresenta uno strumento fondamentale nella ricerca sociale, poiché consente di analizzare le modalità in cui uomini e donne costruiscono la propria identità e interagiscono con il mondo. Questo approccio mette in evidenza differenze nei comportamenti, nelle percezioni e nelle modalità di interazione, rivelando come tali aspetti siano influenzati da costruzioni culturali e sociali. Tuttavia, nonostante la sua importanza, il genere non è stato ancora adeguatamente integrato nella ricerca turistica, né a livello teorico né empirico. Di conseguenza, permangono stereotipi e pregiudizi impliciti che riflettono le esperienze e le aspettative di un ambiente accademico storicamente dominato dagli uomini, perpetuando squilibri e limitazioni nell’interpretazione della realtà. Questo problema si manifesta soprattutto nella scelta dei temi di ricerca e nell’analisi dei dati, influenzati dalle prospettive personali e culturali dei ricercatori. Come osservano studiosi come Butler e West e Zimmerman, il genere è un elemento socialmente costruito che non solo guida i comportamenti quotidiani delle persone, ma modella anche il modo in cui gli accademici creano e riproducono conoscenza. Di conseguenza, le interpretazioni della realtà turistica sono inevitabilmente parziali, essendo filtrate da visioni influenzate dai ruoli e dalle identità di genere apprese. La teorizzazione femminista propone un approccio alternativo alla ricerca, caratterizzato da riflessività, posizionalità e reciprocità. Riflessività significa riconoscere che il punto di vista del ricercatore è anch’esso una costruzione sociale e di genere, influenzata dalle sue esperienze personali e culturali. Come sottolinea Bakas, il ricercatore definisce i temi, i metodi e interpreta i risultati, e dunque il suo background deve essere considerato parte integrante del processo. La posizionalità, d’altra parte, si riferisce al modo in cui il ricercatore viene percepito dai partecipanti in base alla sua origine culturale o ad altri fattori, influenzando la natura delle informazioni condivise. Infine, la reciprocità pone l’accento sulla necessità di una relazione paritaria tra ricercatore e partecipanti, assicurando che la ricerca generi benefici reciproci. L’inclusione di una prospettiva di genere nella ricerca turistica richiede il suo inserimento in ogni fase del processo, dalla progettazione fino alla presentazione dei risultati. Ciò comporta non solo il riconoscimento del genere come una variabile chiave, ma anche l’accettazione del suo ruolo come elemento organizzativo che influisce persino sull’accesso alle risorse e ai finanziamenti. Ignorare queste dimensioni o affrontarle in modo superficiale porta a risultati incompleti, limitando la capacità della ricerca di riflettere la complessità delle dinamiche sociali e di genere. In questo senso, l’adozione di un approccio di genere nella ricerca sul turismo rappresenta non solo una necessità teorica, ma anche un passo essenziale per migliorare la qualità e l’equità della produzione accademica. 3.1 L'implementazione di una prospettiva di genere nella progettazione Il Ministero spagnolo della scienza e della ricerca (2011) identifica la ricerca sensibile al genere come uno strumento con un duplice obiettivo: garantire la partecipazione equilibrata di uomini e donne, offrendo pari opportunità, e integrare il genere nel contenuto della ricerca, dalla sua concezione iniziale fino alla diffusione dei risultati. Questo approccio trasversale influenza tutte le fasi del processo di ricerca, come illustrato di seguito: 1.Definizione del problema, delle idee, degli obiettivi e delle ipotesi:In questa fase, è essenziale considerare la riflessività del ricercatore, che influisce sulle scelte di indagine in base alle sue convinzioni e al proprio contesto culturale. È necessario identificare i fattori socialmente costruiti legati al genere che influenzano il problema turistico in esame, sia a livello individuale che istituzionale (Segovia-Pérez et al., 2019). Inoltre, è utile incorporare conoscenze pregresse sul rapporto tra genere e turismo, così come teorie femministe rilevanti, per formulare obiettivi e ipotesi che riflettano questa prospettiva. 2.Sviluppo del piano di ricerca e metodologia:Le metodologie di ricerca devono essere coerenti con l’approccio di genere, evitando che esso si limiti alla sola revisione teorica. Gli strumenti di raccolta dati, come questionari e checklist, devono utilizzare un linguaggio non sessista, tenere conto delle diverse realtà di uomini e donne, ed evitare pregiudizi. Per esempio, domande che richiedono risposte dal “capofamiglia” dovrebbero considerare il punto di vista di tutti i membri della famiglia. La scelta di metodi misti (qualitativi e quantitativi) è particolarmente indicata, poiché consente un’analisi più completa delle dinamiche di genere. 3.Progettazione e analisi dei dati:Oltre a disaggregare i dati per sesso, è fondamentale analizzare i fattori sociali costruiti attraverso il genere, come ruoli familiari, ciclo di vita, identità sessuale e lavoro produttivo/riproduttivo. Utilizzare campioni bilanciati tra uomini e donne permette di ottenere risultati più equi e rappresentativi. Inoltre, è importante andare oltre una visione dicotomica del genere (uomo/donna) per includere prospettive più inclusive e diversificate. L’obiettivo è evidenziare il valore aggiunto di un approccio di genere rispetto a una visione androcentrica tradizionale. 4.Interpretazione e disseminazione dei risultati:La presentazione dei dati deve includere una prospettiva di genere, adottando un linguaggio non sessista e considerando azioni di disseminazione specifiche per le tematiche di genere. Ciò può includere la condivisione dei risultati con dipartimenti e istituzioni focalizzati sul genere, oltre che l’organizzazione di eventi e pubblicazioni mirate. In questo modo, si garantisce una comunicazione più ampia e inclusiva delle scoperte. Integrare il genere in tutte le fasi del processo di ricerca non solo migliora la qualità dei risultati, ma consente anche di evidenziare le differenze e le disuguaglianze sociali, contribuendo a una maggiore equità nella produzione e diffusione della conoscenza. 3.2 Metodologie rilevanti e approcci epistemologici Il positivismo, come approccio alla conoscenza scientifica, mira a generalizzare i risultati e a garantire oggettività e verificabilità. Il ricercatore, secondo questo paradigma, deve separare i propri valori e esperienze personali dal processo di ricerca, per assicurarsi che i risultati possano essere replicati da altri utilizzando gli stessi metodi di analisi (Metso e Le Feuvre, 2006). Tuttavia, il femminismo rifiuta il positivismo, sostenendo che la ricerca oggettiva è un’illusione e che tutte le forme di conoscenza, inclusa quella scientifica, sono socialmente costruite. Secondo Sprague e Zimmerman (1989), il rifiuto femminista del positivismo si fonda sulla consapevolezza che ogni ricerca è inevitabilmente influenzata da pregiudizi soggettivi, che emergono dalle esperienze individuali e collettive del ricercatore. Secondo Marchbank e Letherby (2014), la critica femminista al tradizionale processo di ricerca deriva da vari aspetti, tra cui la selezione di obiettivi di ricerca sessisti, la mancata inclusione delle esperienze femminili e l’adozione di metodologie quantitative, che vengono spesso associate a modalità di ricerca maschili. A livello epistemologico, la critica femminista si articola in diverse prospettive, che mettono in discussione l’universalità della scienza positivista. Blazquez Graf e Fernandez Rius (2012) identificano tre principali approcci teorici nell’epistemologia femminista: il femminismo Standpoint, che difende la conoscenza derivante dall’esperienza delle donne; il postmodernismo femminista, che rifiuta l’idea di una visione unica e universale per tutte le donne, evidenziando la pluralità delle esperienze femminili; e l’empirismo femminista, che cerca una prospettiva imparziale per l’osservazione e la generazione di conoscenza. Dal punto di vista metodologico, esiste un dibattito tra l’utilizzo dei metodi quantitativi, tradizionalmente associati al positivismo e ai modelli maschili, e i metodi qualitativi, che si legano maggiormente alla ricerca femminista. Le ricercatrici femministe, infatti, tendono a rifiutare la metodologia quantitativa, ritenendo che non possa raggiungere una conoscenza completamente oggettiva e che non sia adatta ad analizzare fattori socialmente costruiti, come quelli legati al genere. Inoltre, i metodi quantitativi sono visti come strumenti che possono riprodurre le disuguaglianze e le relazioni di potere esistenti. Al contrario, le metodologie qualitative, che si concentrano sull’interpretazione e sul significato delle esperienze personali, sono considerate più empatiche ed egualitarie, adatte a dare voce ai gruppi sociali oppressi (Risman, 1993). Tuttavia, il dibattito non riguarda tanto l’opposizione tra metodologie quantitative e qualitative, quanto piuttosto la consapevolezza che entrambe sono socialmente costruite. Il punto cruciale non è il metodo in sé, ma la selezione delle domande e delle variabili da utilizzare per raccogliere e interpretare i dati (Eguiluz et al., 2011). Per questo motivo, nella ricerca sul genere nel turismo, non si dovrebbe privilegiare esclusivamente una delle due metodologie, ma piuttosto combinare approcci qualitativi e quantitativi per esplorare aspetti nuovi e per confrontare i risultati con altre ricerche (Heimtun e Morgan, 2012; Ariños et al., 2011). 4.Modello concettuale nel turismo e genere Il tempo libero è ormai diventato uno strumento cruciale per lo sviluppo personale di uomini e donne, e le attività turistiche si distinguono per la loro varietà e rilevanza nella società moderna. Il genere rappresenta un fattore fondamentale che influisce su vari ambiti del turismo, dai consumatori al marketing, dall’ambiente di lavoro alla sostenibilità. Approfondire la ricerca turistica da una prospettiva di genere offre l’opportunità di rivelare scenari nuovi e migliorare la comprensione delle dinamiche sociali, contribuendo alla costruzione di un corpus teorico ed empirico che è ancora parzialmente inesplorato. Le principali aree di sviluppo della ricerca turistica si concentrano su due ambiti fondamentali: da un lato, la capacità di uomini e donne di innovare e sviluppare l’attività turistica in modo sostenibile e creativo, e dall’altro, le diverse esigenze dei turisti maschili e femminili, legate alle loro esperienze di svago. In questo contesto, emergono questioni cruciali, come l’etica del turismo sessuale, le disuguaglianze nella produzione, nel marketing e nel consumo turistico, e la costruzione delle esperienze turistiche legate ai concetti di mascolinità e femminilità. Il turismo, infatti, può rappresentare un importante veicolo per promuovere la diversità culturale e favorire l’accesso equo alle risorse per tutti, sia per i fornitori di servizi turistici che per i turisti stessi (Swain, 2005). L’applicazione di una prospettiva di genere nella pianificazione turistica è fondamentale per renderla più sostenibile e responsabile dal punto di vista sociale. Secondo il modello concettuale relativo alla presenza di donne e uomini nel settore turistico, identificato da Segovia-Pérez e Figueroa-Domecq (2018), le aree in cui è rilevante applicare una prospettiva di genere includono: il turismo di genere, l’imprenditorialità di genere, la posizione dei dipendenti di genere, il ruolo dei residenti di genere, la sostenibilità di genere, il potere di genere, il marketing e la comunicazione di genere, e il turismo sessuale. Il concetto di turismo di genere è strettamente legato anche alla comunicazione, in quanto uomini e donne hanno esigenze diverse quando si tratta di informazioni, prenotazioni e consumo di prodotti turistici. Ad esempio, molti prodotti turistici sono progettati da una prospettiva prevalentemente maschile (Westwood et al., 2000), ma oggi sempre più donne viaggiano in modo indipendente e sono consapevoli della necessità di auto-sviluppo. Questo richiede che le destinazioni turistiche rispondano alle loro specifiche esigenze, comprese quelle legate alla sicurezza (Kotler e Lee, 2008). Un marketing turistico sensibile al genere, l’analisi delle motivazioni e delle aspettative femminili, e l’esame dell’influenza delle tecnologie sull’organizzazione dei viaggi sono tutte aree di ricerca promettenti (Kinnaird e Hall, 1994; Pearce, 2005; Figueroa-Domecq et al., 2010). Nel contesto lavorativo, è importante notare che le donne continuano ad affrontare discriminazioni in termini di accesso a posizioni di potere e di disuguaglianze salariali. Nel settore turistico, questo si traduce in una presenza ridotta delle donne in posizioni dirigenziali e nella persistente difficoltà di accedere a ruoli di leadership, fenomeni come il “Glass Ceiling” e la “Horizontal Segmentation” (Figueroa-Domecq et al., 2014). Tuttavia, il turismo è un settore che offre opportunità per l’imprenditorialità femminile, grazie alla presenza di piccole imprese e a barriere relativamente basse all’ingresso, anche se la partecipazione femminile rimane ancora inferiore rispetto agli uomini (Ramos-Rodríguez et al., 2012). Nonostante i progressi, molte donne continuano a ricoprire ruoli tradizionali legati alla cura domestica, rinforzando stereotipi di genere nel settore turistico (Cassel e Pettersson, 2015; Vandegrift, 2008). Il potere di genere gioca un ruolo centrale nelle dinamiche del turismo, poiché le relazioni sociali, economiche e culturali tra imprenditori, clienti, residenti e manager sono tutte influenzate dal genere. Il turismo, come sistema economico e sociale, è modellato dalle strutture di potere esistenti, che si esprimono attraverso tradizioni, desideri e percezioni di mascolinità e femminilità. La distribuzione del potere, la divisione del lavoro, la costruzione del paesaggio turistico e la percezione dell’“altro” sono tutte variabili fondamentali da analizzare alla luce del genere (Kinnaird e Hall, 1994). Inoltre, il turismo può essere un motore di emancipazione femminile, offrendo alle donne opportunità di partecipare attivamente alla costruzione e alla crescita del settore (Boley et al., 2017). Infine, la relazione tra turismo e sostenibilità di genere è cruciale, come dimostra il fatto che l’uguaglianza di genere è uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU (SDG 5). Nonostante il riconoscimento ufficiale di questa dimensione, la ricerca è ancora limitata e non si è tradotta in politiche concrete per promuovere il turismo sostenibile e inclusivo (Moreno Alarcon e Cole, 2019; Lee-Gosselin et al., 2013). Un’area critica di ricerca rimane anche il turismo sessuale, che, pur coinvolgendo sia uomini che donne, ha un impatto particolarmente negativo sulle donne e le ragazze coinvolte in queste reti. Il turismo sessuale solleva importanti questioni etiche e sociali e continua a rappresentare un campo di studio fondamentale (Kempadoo e Ghuma, 2017; Jacobs, 2016). 5. Conclusioni L’adozione di una prospettiva di genere nel campo del turismo offre opportunità significative, non solo per i ricercatori affermati, ma anche per quelli emergenti. Questo ambito di ricerca ha guadagnato un interesse crescente sia a livello nazionale che internazionale, come dimostrano gli impegni di organizzazioni globali come l’ONU e l’UNWTO. Tuttavia, restano molte lacune da colmare, rendendo indispensabile l’espansione e l’approfondimento della ricerca turistica attraverso una vera e propria lente di genere. Affrontare la dimensione di genere nella ricerca turistica significa considerare il genere come una variabile fondamentale nel processo di costruzione sociale delle attività turistiche. La ricerca con una prospettiva di genere deve includere l’analisi dei fattori sociali che determinano le differenze tra uomini e donne, poiché questi fattori possono spiegare comportamenti, preferenze e opportunità differenti nel settore turistico. L’integrazione delle teorie femministe è un passo fondamentale per garantire che il genere sia trattato in modo inclusivo e critico. Per una corretta implementazione, il genere deve essere presente in tutte le fasi della ricerca: dalla formulazione dell’idea iniziale alla definizione degli obiettivi, dalla scelta della metodologia all’analisi e interpretazione dei risultati, fino alla loro pubblicazione. Solo in questo modo si potrà ottenere una comprensione più completa delle dinamiche turistiche, prendendo in considerazione il ruolo centrale che il genere gioca in ogni aspetto di questo settore. Fino ad oggi, l’applicazione di una prospettiva di genere nella valutazione del turismo ha evidenziato differenze sostanziali tra uomini e donne in vari ambiti, come occupazione, imprenditorialità e consumo, a causa dei ruoli sociali e della costruzione sociale del genere. Pertanto, è fondamentale applicare un’analisi di genere nella ricerca turistica, in modo da identificare, comprendere e, quando possibile, ridurre le disuguaglianze esistenti. La letteratura esistente sulla relazione tra turismo e genere è ampia a livello internazionale, e numerosi autori evidenziano diverse aree di ricerca che meritano ulteriori sviluppi. Il modello concettuale proposto per orientare la ricerca nel turismo con una prospettiva di genere comprende: il turismo di genere, l’imprenditorialità di genere, i dipendenti di genere, i residenti di genere, la sostenibilità di genere, il potere di genere, il marketing e la comunicazione di genere, e il turismo sessuale. Includere una prospettiva di genere nella ricerca sul turismo è essenziale per approfondire e chiarire la complessa realtà del settore, favorendo una visione più completa e inclusiva.