Seminario di Politica Economica 2024-25

Periodo di tempo che va dal 1980 al 2008, caratterizzato da una forte espansione del commercio internazionale, liberalizzazione degli scambi e integrazione dei mercati finanziari.

Un fenomeno che ha portato ad una distribuzione ineguale della ricchezza, con un aumento delle disparità tra ricchi e poveri.

Un sistema economico che nasce dal basso e si basa su principi di solidarietà, equità e sostenibilità ambientale.

La crisi finanziaria globale che ha avuto origine negli Stati Uniti nel 2008, e che ha avuto gravi ripercussioni su scala mondiale.

Il processo di integrazione politica ed economica tra diversi stati, che porta a una maggiore interdipendenza tra le economie nazionali.

Un modello di sviluppo che considera l'impatto ambientale, sociale ed economico delle attività economiche. Mira a soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.

Fase storica dello sviluppo capitalistico caratterizzata da una riduzione delle distanze economiche, apertura al commercio internazionale e fenomeno che si ripete nella storia. L'ultima fase, dal 1979 al 2008, è definita globalizzazione neoliberista.

L'idea che il libero mercato, basato su efficienza e concorrenza perfetta, sia l'unico modello valido per l'organizzazione economica.

Un tipo di commercio che punta a garantire prezzi equi per i produttori, condizioni di lavoro dignitose, rispetto dell'ambiente e sviluppo delle comunità locali.

Un sistema economico che punta a ridurre al minimo lo spreco di risorse e a riutilizzare i materiali al massimo, promuovendo il riciclo e il riuso.

L'aumento delle esportazioni mondiali dal 13.6% del PIL mondiale nel 1969 al 29.3% nel 2008.

Un processo che ha portato a una crescita degli investimenti diretti da 10.5 miliardi di dollari nel 1970 a 2352 miliardi nel 2007, con un aumento degli investimenti speculativi e instabilità finanziaria.

Un sistema di governance che coinvolge attivamente i cittadini nelle decisioni politiche. Si promuove la partecipazione e il dialogo tra istituzioni e cittadini.

Un sistema di welfare che fornisce un reddito minimo garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro reddito o status lavorativo.

Spostamento di attività produttive in altri Paesi, con conseguente riduzione dei costi del lavoro e ambientali.

Riduzione del ruolo dello stato nell'economia, con privatizzazioni e deregolamentazione.

Trasferimento di potere economico a istituzioni internazionali, alcune non democratiche.

Il mercato basato su specializzazione e scambio è più efficiente dell'autoproduzione.

La difficoltà a proporre soluzioni innovative in contesti di crisi economica deriva dalla rigidità dei modelli economici esistenti, che non riescono a tenere conto delle nuove realtà e sfide.

I modelli economici tradizionali si basano sull'idea di individui che agiscono esclusivamente per il proprio interesse personale, senza tenere conto delle relazioni sociali e della cooperazione.

Le economie plurali sono sistemi economici basati sulla diversità e la collaborazione, valorizzando la sostenibilità e il benessere collettivo.

La visione critica dell'economia tradizionale si basa sull'analisi delle sue limitazioni e dei suoi effetti sociali e ambientali, proponendo alternative più sostenibili.

La frontiera teorica dell'economia alternativa si basa su principi di solidarietà, cooperazione e sostenibilità.

La 'gabbia teorica' rappresenta il limite imposto dai modelli economici tradizionali, che spesso non sono in grado di affrontare le complessità del mondo reale.

L'economia del copyleft incoraggia la condivisione e la modifica libera di opere intellettuali, contrastando il monopolio del copyright.

La Tobin Tax è una tassa sulle transazioni finanziarie, che mira a frenare la speculazione finanziaria e a favorire investimenti a lungo termine.

Un paese tende a specializzarsi nei settori dove utilizza maggiormente i fattori produttivi di cui dispone in abbondanza.

Il teorema Stolper-Samuelson afferma che i cambiamenti nella remunerazione dei fattori produttivi portano a una diminuzione della disuguaglianza nei paesi poveri e a un aumento nei paesi ricchi.

La globalizzazione ha portato a un aumento della disuguaglianza sia tra i paesi (Nord/Sud) che all'interno dei paesi.

La teoria neoclassica sostiene che la globalizzazione porti a una maggiore crescita economica e riduzione della povertà.

La posizione critica alla globalizzazione sostiene che questa abbia portato a squilibri internazionali, de-democratizzazione e insostenibilità ambientale.

Dopo la crisi del 2008, la reazione politica alla globalizzazione ha portato molti paesi verso politiche sovraniste e protezionistiche.

Il protezionismo ha costi economici, politici e sociali, come l'inefficienza economica, l'affermazione di sistemi autocratici e la divisione sociale.

La crisi finanziaria del 2008 è dovuta alla deregolamentazione dei mercati finanziari.