Psicopatologia: un'evoluzione concettuale

La psicopatologia è stata definita come la disciplina che distingue tra normale e patologico, ma questo concetto è ormai superato.
Attualmente, la psicopatologia si focalizza sul vissuto individuale, sulle esperienze e sul contesto di vita della persona.
Per lungo tempo, la psicopatologia è stata considerata un’estensione della psichiatria e della medicina, con influenze dalla psicologia clinica.
La psicopatologia era vista come una combinazione di approcci psichiatrici e clinici, con un focus su modelli tecnici e standardizzati.
Tradizionalmente, la psicopatologia si è occupata dello studio dei disturbi mentali, della diagnosi, della comprensione e delle caratteristiche dei disturbi.
I criteri diagnostici e classificatori erano essenziali per identificare e categorizzare i disturbi mentali.
Il concetto di salute mentale è strettamente legato alla psicopatologia, definendo il benessere psico-fisico e sociale.
La salute mentale non è semplicemente l'assenza di malattia, ma un concetto complesso che comprende diversi aspetti del vivere, tra cui la sfera sociale, relazionale, fisica, emotiva e funzionale.
La necessità di oggettivizzare la realtà umana ha portato all'utilizzo di parametri universali per identificare e classificare gli individui affetti da disturbi.
Questo approccio ha portato all'etichettatura ("labelling") degli individui, con il rischio di perdere di vista la complessità e le cause individuali dei disturbi.
Diverse scuole di pensiero hanno guidato l'evoluzione della psicopatologia, cercando di rispondere a domande su chi sia il paziente, che disturbo abbia e perché lo abbia.
L'obiettivo era spesso quello di definire il paziente attraverso una diagnosi oggettiva, senza approfondirne le esperienze individuali e le cause specifiche.
La tendenza all'oggettivazione diagnostica ha portato all'utilizzo di etichette diagnostiche come "schizofrenico", "depresso", "anoressico", etc.
L'approfondimento delle cause dei disturbi, come i fattori biologici, psicologici e sociali, è sempre stato un punto di interesse per la psicopatologia.
Le domande "chi è quel paziente?", "che cos'ha quel paziente?" e "perché quel paziente ha quel disturbo?" hanno guidato le ricerche e gli studi in psicopatologia.
La ricerca di una diagnosi oggettiva e standardizzata ha rappresentato una tradizione nell'ambito della psicopatologia.
La psicopatologia, nel suo percorso di evoluzione, ha cercato di bilanciare l'esigenza di oggettivazione con una maggiore attenzione alla complessità e alle cause individuali dei disturbi.

La Psicopatologia: Evoluzione del Concetto

La psicopatologia è stata definita come la disciplina che determina la "normalità" e la "patologia" ma questo concetto non è più valido.
Oggi la psicopatologia è un concetto dinamico che si basa sulla vita della persona e sulle esperienze che la caratterizzano.
Per molto tempo la psicopatologia è stata considerata un'estensione della psichiatria e delle scienze mediche, con influenze dalla psicologia clinica.
L'approccio tradizionale vedeva la psicopatologia come la somma di psichiatria e psicologia clinica.
La psicopatologia si è sempre occupata dello studio dei disturbi, della comprensione, della diagnosi e della distinzione tra persone.

Salute Mentale

La salute mentale è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non è semplicemente l'assenza di malattia o infermità.
La salute mentale è un concetto complesso che riguarda diverse aree del vivere: sociale, relazionale, fisico, emotivo, funzionale e quotidiano.
La salute mentale non si limita alla semplice presenza o assenza di malattia, ma implica un benessere multidimensionale.
La valutazione della salute mentale considera molti fattori: comportamento a casa, con i genitori, al lavoro, all'università, sonno, alimentazione, igiene, cura della propria immagine e funzionalità fisica.

Oggettivazione e Etichettatura nella Psicopatologia

La tendenza a oggettivizzare la realtà umana e le sue complessità ha portato all'utilizzo di parametri oggettivi per identificare le persone.
Questo approccio ha portato a un'oggettivazione eccessiva, trascurando la storia personale e le motivazioni del singolo individuo.
L'obiettivo era utilizzare "etichette" o "label" per identificare immediatamente la persona, semplificando la complessità individuale.
La psicopatologia si è fondata su diverse posizioni esistenti per studiare, comprendere e spiegare i disturbi mentali.

Le Domande Centrali

Le domande chiave per la psicopatologia erano: chi è il paziente? Che cosa ha il paziente? Perché il paziente ha quel disturbo?
L'etichettatura diagnostica era l'obiettivo principale: identificare il paziente come schizofrenico, depresso, maniacale, anoressico, bulimico, etc.
Il perché del disturbo era considerato secondario, si cercava di comprendere perché il paziente aveva un disturbo dipendente di personalità, disturbo antisociale di personalità, dipendenza da sostanze, etc.
La prima posizione, focalizzata su "chi è" e "che cosa ha" il paziente, rientra nella tradizione dell'oggettivazione diagnostica, cercando di rendere il paziente chiaro, oggettivo e identificabile.