Maschilità nella Tecnocultura Digitale

La nascita dell'informatica è legata a contesti bellici, come la Seconda Guerra Mondiale, e al ruolo delle donne in quei contesti, come le Wrens e le ENIAC Girls.

Le donne hanno svolto ruoli chiave nell'informatica iniziale, ma i loro contributi sono stati spesso sottovalutati e considerati lavori di basso livello.

La programmazione, negli anni '60, è diventata una professione associata a caratteristiche maschili come l'individualismo e l'autonomia.

Lo stereotipo dell'hacker, associato al dominio maschile, ha contribuito a creare una cultura informatica poco inclusiva, con un linguaggio tecnico che esclude le donne.

Sherry Turkle identifica la 'padronanza rigida' come una caratteristica maschile nell'approccio ai computer, mentre le donne privilegiano una 'padronanza morbida' basata sull'interazione.

La cultura hacker degli anni '80 è stata influenzata dalle dinamiche di genere, contribuendo a perpetuare lo stereotipo del programmatore uomo bianco e di classe media.

L'informatica è stata storicamente un settore poco inclusivo, con scarsa rappresentanza di donne e altre identità diverse da quelle maschili.

La narrazione storica dell'informatica, con la sua enfasi sul genere maschile, ha portato a una cultura tecnologica poco inclusiva e con un'immagine distorta della tecnologia come dominio maschile.

La tendenza di molti hacker, spesso giovani, a cercare rifugio negli ambienti informatici per evitare le complessità delle relazioni umane.

L'immagine dell'hacker come eroe ribelle, simile al pioniere del selvaggio West, che si spinge in territori inesplorati, sfidando le autorità, il desiderio di dominio e conquista.

La cultura degli hacker, spesso associata alla mascolinità, che enfatizza l'individualismo e l'esclusione sistematica delle donne. L'immagine del cyberspazio come territorio da dominare.

La credenza che Internet fosse un luogo più democratico e inclusivo, smentita dai risultati che mostrano un diverso uso della comunicazione online tra uomini e donne.

Gli uomini tendono a utilizzare uno stile comunicativo aggressivo e competitivo online, adottando sarcasmo, espressioni forti e litigi accesi.

Le donne preferiscono una comunicazione online collaborativa e rispettosa, che crea un clima positivo e di supporto, evitando il confronto diretto.

Gli uomini monopolizzano il dibattito online, pubblicando più messaggi, introducendo nuovi temi e ottenendo più risposte, mentre le donne vengono spesso ignorate o sminuite.

Lo studio di Lori Kendall analizza come uomini e donne si muovono nei ruoli di genere in un ambiente online specifico, il MUD BlueSky, una comunità dominata da giovani uomini bianchi appassionati di tecnologia.

Lo stereotipo del nerd si basa su una maschilità peculiare, caratterizzata da intelligenza e abilità tecnologica, ma con una certa vulnerabilità sociale.

La figura del nerd, pur allontanandosi dai modelli tradizionali di maschilità, afferma una supremazia maschile basata sulla superiorità intellettuale, escludendo le donne e chi non condivide queste caratteristiche.

L'esibizione di competenze tecnologiche come prova di dominio, creando un ambiente ostile alle donne.

I nerd si rappresentano come emarginati, ma questo non porta a reali cambiamenti inclusivi. Anzi, spesso porta a sarcasmo e vittimismo verso le donne.

Il trolling è una pratica online che consiste nel disturbare le conversazioni con messaggi provocatori o assurdi per creare scompiglio e disagio.

Il trolling è praticato principalmente da uomini bianchi con un certo privilegio economico, spesso rivolto a donne, persone di colore e comunità LGBTQ+.

Il trolling crea un'asimmetria di potere, dove il troll controlla la conversazione, mentre il bersaglio è costretto a difendersi senza comprendere le intenzioni.

Il trolling esprime una forma di maschilità che si basa sulla capacità di creare caos, ottenere l'attenzione e sentirsi superiore.

Comportamenti aggressivi e competitivi nelle discussioni online, con l'obiettivo di dominare piuttosto che cercare la verità.

Ignorare le conseguenze reali delle proprie azioni online, separando il mondo virtuale da quello reale.

Percezione di Internet come uno spazio principalmente maschile, dove l'anonimato e la libertà d'azione sono considerati diritti assoluti.

Stereotipo del giocatore associato a un profilo maschile che non incarna gli ideali tradizionali di mascolinità, come il prestigio sociale o il successo con le donne.

I videogiochi, i fumetti e la tecnologia diventano un rifugio per affermare il proprio valore in uno spazio che premia competenze alternative, come la competenza tecnica e la passione per il gioco.

Questa forma di mascolinità, focalizzata sulle competenze tecniche e la passione per i giochi, tende a escludere chi non si conforma ai suoi criteri, soprattutto le donne, viste come una minaccia alla coesione di questi ambienti.

Campagna di odio esplosa nel 2014 contro Zoe Quinn, game designer, accusata infondatamente di manipolazione per ottenere recensioni positive del suo gioco.

Le tattiche di odio usate durante il Gamergate si sono diffuse diventando un modello per altre forme di violenza online.

Un movimento composto da uomini che si considerano svantaggiati dalle politiche femministe e che spesso sostengono una visione tradizionalista e gerarchica dei ruoli di genere.

Un gruppo di uomini che si batte per i diritti maschili, ma che spesso critica il femminismo e lo accusa di privilegi concessi alle donne.

Individui che usano tecniche di seduzione basate su una visione stereotipata e conservatrice dei rapporti di genere, presentando gli uomini come dominanti e le donne come prede.

Individui che soffrono di celibato involontario e che spesso coltivano sentimenti di rabbia e frustrazione verso le donne, accusandole di essere attratte solo da uomini con caratteristiche superiori.

Uomini eterosessuali che decidono di evitare relazioni con le donne, percepite come manipolatrici e problematiche, rifugiandosi in una narrativa che giustifica l'isolamento volontario come una forma di autodifesa.

Un concetto che rappresenta la consapevolezza della realtà come un mondo falso e controllato, dove le donne detengono un potere nascosto.

Una visione pessimistica e fatalistica che afferma che le donne sono attratte solo da uomini con caratteristiche superiori, escludendo gli uomini comuni (black pill).

Un concetto che sottolinea l'idea di un mondo controllato dalle donne, dove gli uomini sono svantaggiati e il femminismo ha avuto il sopravvento.