L'Italia e le guerre di conquista

L'Italia del XV secolo era una terra divisa in numerosi stati indipendenti, come ducati, signorie e repubbliche. Questa frammentazione la rendeva vulnerabile alle invasioni straniere.

L'Italia, pur essendo ricca di cultura e prosperità economica, era debole militarmente e politicamente. Questo la rese un bersaglio facile per le grandi potenze europee.

Le guerre d'Italia iniziarono nel 1494 quando Carlo VIII di Francia invase la penisola italiana, con l'obiettivo di conquistare il Regno di Napoli. Questa invasione fu il primo passo di una lunga serie di conflitti che avrebbero stravolto il potere politico in Italia.

Carlo VIII, re di Francia, fu inizialmente accolto con facilità in Italia. Tuttavia, la sua ambizione di conquistare il Regno di Napoli incontrò l'opposizione di altre potenze europee, come gli Asburgo e gli Spagnoli.

Luigi XII, successore di Carlo VIII, continuò la politica espansionistica francese in Italia, conquistando Milano. Queste azioni diedero il via a una lunga serie di conflitti tra Francia e Spagna, con gli stati italiani coinvolti in alleanze e controalleanze.

La Pace di Noyon (1516) segnò la fine della prima fase delle guerre d'Italia. Questo trattato cercò di ristabilire la pace tra Francia e Spagna, ma la fragile tregua non durò a lungo.

Il conflitto tra Francia e Spagna per il controllo dell'Italia durò per decenni, con alleanze tra gli stati italiani che cambiavano continuamente. Questo conflitto portò ad ampi sconvolgimenti politici e sociali in Italia e contribuì alla crescita dell'influenza spagnola.

Il periodo delle guerre d'Italia ebbe un forte impatto sulla situazione politica e sociale italiana. L'invasione delle potenze europee e le continue guerre indebolirono gli stati italiani e portarono alla crescita dell'influenza spagnola nella penisola.

Il Papa Giulio II era un importante pontefice del Rinascimento. Il suo obiettivo principale era quello di trasformare la Chiesa in uno Stato forte, espandendosi negli Stati italiani ed europei e consolidando il dominio in Italia centrale.

Le indulgenze erano un modo per la Chiesa di raccogliere fondi. I fedeli potevano acquistare un 'certificato' che riduceva o cancellava le loro pene, o quelle dei loro defunti. Questo denaro veniva utilizzato per finanziare le attività della Chiesa.

Papa Leone X, della famiglia Medici, decise di finanziare la ricostruzione della Basilica di San Pietro attraverso la vendita delle indulgenze. Ciò significava che i fedeli dovevano confessare i loro peccati a un sacerdote e donare denaro alla Chiesa.

Martin Lutero, monaco e insegnante, condannò la vendita delle indulgenze. Lutero sostenne che il Papa non poteva cancellare le pene e che la salvezza si otteneva solo attraverso la fede, non le azioni.

Lutero pubblicò 95 tesi che criticavano la Chiesa cattolica, in particolare la vendita delle indulgenze. Questa azione scatenò un movimento di riforma, la Riforma Protestante.

Secondo la dottrina di Lutero, l'uomo è corrotto dal peccato originale e solo la fede in Dio, non le buone azioni, può portarlo alla salvezza.

Lutero sosteneva la libertà di interpretazione delle Scritture, perché solo la Bibbia, in quanto parola di Dio, contiene la verità. Questo principio, il libero esame delle Scritture, divenne fondamentale per la Riforma Protestante.

La credenza che l'uomo possa interpretare direttamente le Scritture senza bisogno di intermediari come i sacerdoti.

La riduzione dei sacramenti da sette a due (battesimo ed eucarestia), considerandoli come i soli istituiti da Gesù nei Vangeli.

Il rifiuto dell'autorità papale e della Chiesa di Roma come intermediaria tra Dio e l'uomo.

Il titolo dato ai ministri luterani che svolgono compiti analoghi a quelli dei sacerdoti, ma che possono sposarsi e avere figli.

La diffusione delle idee di Lutero grazie all'invenzione della stampa, che permise una rapida circolazione delle sue tesi.

Le 95 tesi di Lutero, un documento che criticava le indulgenze e le pratiche della Chiesa di Roma.

Il sostegno di Lutero da parte di alcuni principi tedeschi, che videro nella Riforma un'opportunità per sottrarre potere al Papa e all'Imperatore.

Il conflitto tra Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero, e i principi tedeschi che sostenevano Lutero.

Il termine "protestante" nasce da una lettera di protesta inviata dall'imperatore Carlo V, iniziando un conflitto religioso con i principi tedeschi.

La Pace di Augusta del 1555 concesse ai principi tedeschi la libertà di scegliere la propria religione, dividendo la Germania in due: protestante a nord e cattolica a sud.

Gruppi di persone che interpretavano la Riforma in modo estremo, come i contadini guidati da Thomas Müntzer, si ribellarono contro la società e le sue ingiustizie. Queste rivolte furono brutalmente represse dai principi.

Gli anabattisti erano un gruppo che praticava il battesimo solo in età adulta e che fu perseguitato e sterminato.

Il Calvinismo, basato sulla predestinazione (l'idea che Dio ha già deciso il destino di ogni individuo), si diffuse in tutta Europa centrale e settentrionale.

Enrico VIII d'Inghilterra decise di separare la Chiesa inglese da quella di Roma per poter divorziare dalla moglie e sposare un'altra donna.

Il sovrano inglese emanò l'Atto di Supremazia, dichiarando che la Chiesa inglese era soggetta solo al potere del re, non al papa.

Enrico VIII creò la Chiesa Anglicana, una miscela di cattolicesimo, luteranesimo e calvinismo, e abolì i conventi e i monasteri.