Filosofia di John Dewey e Rorty

Study Notes

Dewey propone una visione anti-assolutista e sperimentale dei valori, enfatizzando il concetto di sperimentazione democratica.
I valori possono essere testati sperimentalmente e non sono assoluti.
La centralità della situazione problematica è fondamentale, poiché le crisi nei nostri valori emergono da situazioni problematiche reali nella vita.

Il pubblico è centrale nella visione della democrazia di Dewey e comprende coloro che sono toccati dalle conseguenze indirette delle transazioni e che devono prendersi cura di tali conseguenze.
Il pubblico è coinvolto nella definizione dei propri interessi, con molteplici valutazioni interne ed esterne.

Dewey critica l'emotivismo, sostenendo che i giudizi di valore non sono semplici espressioni emotive, ma derivano dalla natura sociale e pragmatica delle emozioni.
Le valutazioni, intese come prizing, sono collegate a desideri e interessi che emergono in contesti più ampi di attività.
Dewey distingue tra "valuation" e "evaluation," superando la dicotomia tra mezzi e fini e rifiutando il concetto di fine ultimo a favore del concetto di fine in vista.
La rivalutazione include sia mezzi che fini, e le valutazioni possono essere influenzate dall'analisi delle condizioni storiche e delle conseguenze.

Dewey sottolinea la necessità di adottare misure socialiste, ma critica il dogmatismo associato al termine "socialista."
Mantiene la centralità del controllo democratico nella vita sociale e politica.

Dewey esplora la religiosità, sostenendo che non esiste un'esperienza religiosa separata, ma piuttosto una dimensione religiosa nell'esperienza.
Gli ideali emergono attraverso un processo creativo di idealizzazione di possibilità contingenti, integrando esperienze significative e guidando l'azione.
La comunicazione assume un ruolo cruciale, con Dewey enfatizzando la meraviglia della comunicazione e la sua capacità di condividere significati.
La comunicazione contribuisce alla formazione di valori e ideali attraverso l'esperienza condivisa.

Sorgono interrogativi critici sulla de-istituzionalizzazione della ragione, la sacralizzazione della democrazia e la produzione di valori comuni attraverso esperienze particolari.
Dewey suggerisce una sacralità non sovrannaturale, in cui Dio rappresenta la relazione tra l'attuale e l'ideale.

Richard Rorty è un filosofo americano noto per il suo pragmatismo e il suo contributo al pensiero postmoderno.

Rorty accetta la pluralità e la contingenza del Sé, ossia la natura fluida e mutevole dell'identità umana.
Ciò apre la porta a un'idea di sé come costruzione sociale e culturale, piuttosto che come entità fissa e immutabile.

Rorty si distingue da Nietzsche in tre aspetti fondamentali.
Innanzitutto, Rorty sottolinea la democratizzazione del genio, sostenendo che ogni individuo possiede un potenziale creativo che può essere espresso attraverso l'auto-creazione.
In secondo luogo, Rorty ritiene che l'accento sulla creatività debba essere limitato alla sfera privata, evitando di trasformarla in un imperativo sociale o politico.
Infine, propone un compromesso che consiste nel privatizzare l'aspirazione all'autenticità e alla purezza, per evitare di sacrificare obiettivi sociali importanti, come la prevenzione della crudeltà.

Una delle priorità etiche di Rorty è l'evitare l'umiliazione degli altri.
Egli sostiene che l'umiliazione è particolarmente dolorosa perché mina la nostra capacità di dare un senso al mondo intorno a noi e alle nostre esperienze.
Utilizza l'esempio dei bambini a cui vengono derisi o svalutati i loro giocattoli o oggetti preziosi, sottolineando come questo possa danneggiare la loro capacità di costruire un senso di sé e del mondo.
Rorty suggerisce che la peggiore forma di dolore non è solo fisica, ma è quella che priva una persona della capacità di comprendere e descrivere ciò che le è accaduto, rendendola incapace di tornare alla sua condizione precedente.