Don Bosco e la pedagogia preventiva

Study Notes

Don Bosco fu una figura chiave nel panorama educativo dell'Ottocento, dedicando la sua vita all'educazione dei giovani svantaggiati.
La sua missione era quella di aiutare i giovani in difficoltà a ritrovare fiducia in se stessi e a sviluppare competenze utili per inserirsi nella società.
Nacque nel 1815 da una famiglia contadina povera e ricevette l'ordinazione religiosa a 26 anni.
Il suo interesse per l'educazione dei giovani nacque dall'incontro con il disagio giovanile e con l'emarginazione a Torino.
Nel 1841 fondò il primo Oratorio, "San Francesco di Sales", a Valdocco, con annesse case e laboratori artigianali.
Gli oratori salesiani si diffusero in Italia e all'estero, con Don Bosco in prima linea.
Morì nel 1888, dopo una vita dedicata all'aiuto dei giovani.
Le sue opere principali includono il "Sistema metrico decimale ridotto a semplicità", la "Storia sacra per uso delle scuole", "Regolamenti per gli oratori, gli istituti e le case", e soprattutto "Il sistema preventivo nell'educazione della gioventù".

Il metodo di Don Bosco si distingue per essere amorevole e pastorale.
Riconosceva le precarie condizioni materiali e morali dei poveri e degli emarginati.
Si concentrava sui bisogni individuali e sulla formazione di "buoni cittadini e buoni cristiani".
Il metodo educativo si basava su tre pilastri: ragione, religione e amorevolezza.
L'amorevolezza era considerata fondamentale, con l'educatore che si mette nei panni del giovane per sostenerlo e aiutarlo.
La prevenzione era un elemento chiave: si puntava ad evitare la trasgressione attraverso la libertà e il rispetto delle scelte individuali, evitando la repressione.
Le punizioni erano ammesse, ma non per umiliare o vendicarsi, bensì per far capire all'alunno l'errore compiuto.
Il metodo salesiano prevedeva la presenza di due figure chiave: il Direttore e l'Assistente.
Il Direttore aveva una visione globale, mentre l'Assistente si occupava dei singoli individui e delle loro difficoltà.

L'Oratorio era un luogo fondamentale, dove i ragazzi si trovavano in un ambiente protetto e potevano esprimere se stessi attraverso il gioco.
Gli educatori agivano come fratelli maggiori o genitori per accompagnare i ragazzi nel loro percorso.
Per garantire continuità, gli oratori si trasformarono in convitti, con alloggio e cibo per i ragazzi.
L'istruzione elementare e professionale erano considerate essenziali per il recupero dei giovani.
Le case salesiane si svilupparono in collegi convitti con programmi di educazione che comprendevano l'istruzione superiore e persino l'università.