Diritto Pubblico e Costituzione

Il principio secondo cui solo il legislatore può regolare certi ambiti sensibili della vita pubblica, come la libertà individuale, stabilendo le norme applicabili.

Il principio che garantisce che le decisioni che influiscono sui diritti fondamentali siano prese dai tribunali, assicurando un processo equo e imparziale.

Il diritto dei cittadini di incontrarsi pacificamente per discutere e manifestare le proprie opinioni su questioni di interesse comune.

Il diritto dei cittadini di formare associazioni, organizzazioni o gruppi con lo scopo di perseguire interessi comuni.

L'articolo 17 della Costituzione Italiana che garantisce il diritto di riunione pacifica senza armi, previa notifica alle autorità.

I limiti alla libertà di riunione, che possono essere imposti solo per motivi di sicurezza pubblica o di ordine pubblico e devono essere proporzionati al rischio.

Esempi di libertà di riunione come manifestazioni per protestare contro decisioni politiche o incontri pacifici per discutere temi di interesse sociale.

Il principio che stabilisce che le norme che regolano i diritti fondamentali devono essere chiare e prevedibili.

La libertà di espressione, associazione e religione promuove la diversità e la partecipazione democratica. Una società con cittadini liberi di esprimere le proprie opinioni è più inclusiva e dinamica.

Tutti i cittadini hanno la stessa dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, indipendentemente da caratteristiche come sesso, razza, lingua, religione o opinioni politiche.

Le leggi devono essere applicate allo stesso modo a tutti i cittadini, senza discriminazioni. Ad esempio, due persone che commettono lo stesso reato devono essere giudicate con gli stessi criteri.

L'accesso ai servizi pubblici come istruzione, sanità e trasporti deve essere garantito a tutti, senza discriminazioni.

La Repubblica deve rimuovere gli ostacoli economici e sociali che limitano la libertà e l'uguaglianza dei cittadini. Questo significa che il governo deve agire per garantire che tutti abbiano le stesse opportunità.

L'uguaglianza sostanziale mira a garantire che tutti abbiano le stesse opportunità di svilupparsi. Questo significa rimuovere gli impedimenti che ostacolano la libertà e l'uguaglianza, rendendo tutti partecipi alla vita politica, economica e sociale del Paese.

L'articolo 3 della Costituzione italiana rappresenta un fondamento essenziale per la società italiana. Esso garantisce l'uguaglianza di fronte alla legge e promuove una società più equa e inclusiva, in cui tutti hanno la possibilità di svilupparsi e partecipare.

Il diritto di controllare l'uso dei propri dati personali da parte di terzi.

Il diritto di garantire la privacy delle tue comunicazioni, come telefonate, email e chat.

Protegge da sorveglianza non autorizzata, intrusioni domiciliari e controllo indesiderato sulla vita privata.

L'autonomia di scegliere cosa rivelare di te stesso e cosa tenere privato.

Il diritto alla privacy può essere limitato per motivi di sicurezza nazionale o per proteggere altri diritti.

Trovare un equilibrio tra privacy e altri interessi, come sicurezza pubblica o libertà di stampa.

Nel mondo digitale, il diritto alla privacy è importante per proteggere i dati personali condivisi online.

Il diritto alla privacy protegge i lavoratori da una sorveglianza eccessiva sul posto di lavoro.

L'informazione è un insieme di dati o conoscenze presentati in modo significativo per l'utente. La sua caratteristica principale è la neutralità, ovvero non contiene giudizi o interpretazioni.

La comunicazione è il processo di scambio di informazioni, idee o significati tra persone o gruppi. È un processo interattivo che coinvolge un emittente e un ricevente.

L'informazione è oggettiva, basata su dati verificabili e neutrale. Non contiene giudizi o interpretazioni personali.

La comunicazione, al contrario dell'informazione, è soggettiva. Include interpretazioni personali, emozioni e opinioni.

La comunicazione mira ad influenzare o cambiare il comportamento, le opinioni o le percezioni del destinatario. L'informazione, invece, si limita a fornire dati.

L'informazione può essere trasmessa in vari formati come testi, numeri, immagini, ecc. La comunicazione coinvolge invece l'uso di canali diversi come lingua verbale, non verbale, scritta o visiva.

Un report scientifico che presenta dati oggettivi è un esempio di informazione. Una conversazione tra amici è un esempio di comunicazione.

L'informazione si basa su dati verificabili e oggettivi, mentre la comunicazione spesso include interpretazioni personali ed emozioni. Entrambe sono importanti per la condivisione di conoscenze e la creazione di relazioni.

Definisce i requisiti per diventare giornalista professionista, tra cui la laurea in determinate discipline, l'esperienza pratica e l'esame di abilitazione.

Descrive le diverse categorie di giornalisti, come i giornalisti pubblicisti che collaborano con i media senza essere dipendenti e i giornalisti professionisti che hanno un rapporto di lavoro dipendente.

Stabilisce le norme deontologiche che i giornalisti devono rispettare nel loro lavoro, come l'accuratezza delle informazioni, il rispetto della privacy e la non discriminazione.

Spiega quando la libertà di stampa può essere limitata, come per motivi di sicurezza nazionale o tutela della salute pubblica, garantendo comunque la tutela dei giornalisti dalle azioni legali.

La legge è stata introdotta in Italia nel 1963 dopo il periodo fascista.

L'obiettivo principale della legge era garantire la libertà di stampa e promuovere la professionalizzazione e l'etica della professione giornalistica.

La legge è stata modificata e aggiornata nel corso degli anni per adattarsi alle nuove sfide e alle evoluzioni del panorama mediatico e tecnologico, inclusi i media digitali.

La Legge n. 69/1963 rappresenta un atto normativo fondamentale che regola l'esercizio della professione giornalistica in Italia.

L'articolo 8 della Carta di Nizza garantisce il diritto alla protezione dei dati personali, stabilendo che tali dati devono essere trattati lecitamente e con il consenso dell'interessato o su altra base legale.

La Direttiva 95/46/CE, conosciuta come la Direttiva sulla Protezione dei Dati, stabiliva le basi per il trattamento dei dati personali, compresi i dati sensibili.

Il GDPR è stato introdotto per creare un quadro normativo più uniforme e rigoroso per la protezione dei dati personali nell'UE. Sostituisce la Direttiva 95/46/CE.

Il GDPR stabilisce principi fondamentali per il trattamento dei dati. Questi principi includono liceità, correttezza, trasparenza, limitazione delle finalità, minimizzazione dei dati, accuratezza, limitazione della conservazione e integrità e riservatezza.

I dati sensibili includono informazioni che rivelano l'origine razziale o etnica, opinioni politiche, convinzioni religiose, appartenenza sindacale, dati sulla salute o sulla vita sessuale.

Il Decreto Legislativo 101/2018 integra in Italia il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).

L'armonizzazione delle leggi sulla protezione dei dati in Europa è stata un obiettivo chiave della Direttiva 95/46/CE.

I dati raccolti devono essere trattati per scopi determinati e leciti, con il consenso dell'interessato o su altra base legale.