Diritto Commerciale e Imprenditore

Il trasferimento di un'azienda non comporta automaticamente il licenziamento dei dipendenti. L'alienante (venditore) ha la facoltà di recedere dal contratto di lavoro secondo la normativa vigente.

I crediti relativi all'azienda ceduta passano automaticamente all'acquirente. L'opponibilità ai terzi (debitori) è data dall'iscrizione del trasferimento nel registro delle imprese, anche senza notifica o accettazione del debitore.

L'alienante è liberato dai debiti relativi all'azienda ceduta solo con il consenso dei creditori. Per le aziende commerciali, cedente e cessionario sono obbligati in solido per il pagamento dei debiti risultanti dai libri contabili obbligatori.

È possibile trasferire un ramo d'azienda, ovvero una parte dell'azienda con un'unità funzionale propria, idonea ad essere utilizzata per l'esercizio di una determinata attività imprenditoriale.

L'usufrutto dell'azienda è disciplinato da norme specifiche che modificano parzialmente la disciplina generale dell'usufrutto.

L'affitto dell'azienda è disciplinato da norme specifiche che modificano parzialmente la disciplina generale dell'affitto.

Colui che coltiva il fondo con il lavoro proprio e della propria famiglia, con almeno un terzo della forza lavoro necessaria per la coltivazione, tenendo conto anche dell'utilizzo di macchine agricole.

Colui che esercita personalmente, professionalmente e in qualità di titolare, l'impresa artigiana, assumendone la piena responsabilità con tutti gli oneri e i rischi inerenti alla sua direzione e gestione, svolgendo in misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel processo produttivo.

Colui che svolge attività di produzione di beni, anche semilavorati, o di prestazioni di servizi, escluse le attività agricole e le attività di prestazione di servizi commerciali, di intermediazione nella circolazione di beni o ausiliare di queste ultime, di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande.

Colui che svolge l'attività di imprenditore anche con la prestazione d'opera di personale dipendente (fino a 40 persone), diretto personalmente dall'imprenditore artigiano o dai soci.

Colui che, rispondendo ai caratteri previsti dal codice civile, svolge un'attività di intermediazione nella circolazione dei beni.

Il piccolo imprenditore è iscritto nella sezione speciale del Registro delle Imprese, con una funzione di certificazione anagrafica e di pubblicità notizia.

Il piccolo imprenditore è esonerato dalla tenuta delle scritture contabili.

Il piccolo imprenditore non è soggetto alla procedura fallimentare, né alle altre procedure concorsuali, qualora sia in possesso dei requisiti di 'non fallibilità' previsti dalla legge.

Un rappresentante generale dell'imprenditore, che può svolgere tutte le attività dell'impresa in suo nome e per suo conto, a meno che non gli sia stata espressamente vietata l'alienazione o l'ipoteca degli immobili.

L'institore ha la facoltà di agire in nome e per conto dell'imprenditore in tutti gli affari dell'impresa, come se fosse lui stesso l'imprenditore.

L'institore può agire in giudizio in nome e per conto dell'imprenditore, in qualsiasi processo che riguardi l'impresa.

Per limitare i poteri dell'institore, l'imprenditore può rilasciargli una procura con sottoscrizione autenticata, da depositare presso il Registro delle Imprese.

Se l'imprenditore non iscrive la procura al Registro delle Imprese, la rappresentanza dell'institore è considerata generale e le eventuali limitazioni non sono opponibili ai terzi.

Un rappresentante dell'imprenditore con poteri specifici, che può svolgere solo determinate azioni, relative a un settore specifico dell'attività.

Possono essere preposti alla vendita nei locali dell'impresa.

Possono essere incaricati della vendita da piazza a piazza.

Un segno distintivo identifica un imprenditore, il luogo della sua attività, o un suo prodotto, contribuendo così a dirigere le scelte dei consumatori e a formare e mantenere la clientela.

Il nome con cui un imprenditore individuale svolge la propria attività.

La ditta deve contenere almeno il cognome o la sigla dell'imprenditore (art. 2563 c.c.).

La ditta deve essere diversa e distinguibile da altre simili, per evitare confusione (art. 2564 c.c.).

Un imprenditore può richiedere che un'altra impresa modifichi la sua ditta se è troppo simile, per evitare confusione. (art. 2564 c.c.)

Un imprenditore può richiedere il risarcimento dei danni se un'altra impresa ha usato la sua ditta in modo doloso o colposo.

Il trasferimento della ditta deve avvenire insieme al trasferimento dell'azienda (art. 2565 c.c.).

Il divieto di concorrenza tra l'azienda e il nudo proprietario o il concedente è limitato alla durata dell'usufrutto e dell'affitto (art. 2557, co. 4, c.c.).

L'insieme di tutti gli elementi che contribuiscono alla funzionalità e all'esercizio di un'attività imprenditoriale. Comprende beni materiali, servizi, beni immateriali, rapporti di lavoro, crediti, debiti.

Il legame tra i vari beni che compongono l'azienda, che la rende uno strumento idoneo per il perseguimento del fine produttivo.

Il valore aggiunto che i beni come complesso acquistano rispetto al valore che hanno come singole individualità. È la capacità dell'azienda di produrre profitti.

L'insieme dei destinatari dei beni o servizi prodotti che l'impresa riesce ad accaparrarsi e a conservare.

Il passaggio di tutto il complesso aziendale, idoneo ad un esercizio d'impresa, da un soggetto ad un altro.

Il passaggio della proprietà dell'azienda tramite vendita, donazione, permuta o conferimento in società.

Il passaggio di un diritto reale (usufrutto) o personale (affitto) sull'azienda.

La disciplina legale che regola il passaggio di tutto il complesso aziendale da un soggetto ad un altro.

Un imprenditore commerciale è un individuo che svolge un'attività commerciale, come definito dall'articolo 2195 del codice civile italiano. Questa attività implica l'acquisto di beni o servizi per rivendere o trasformarli in nuovi prodotti.

L'imprenditore commerciale è soggetto a regole specifiche, tra cui l'obbligo di tenere le scritture contabili e la possibilità di essere sottoposto a fallimento.

Un'impresa civile non è considerata commerciale, perché non implica la trasformazione di materie prime in prodotti. Esempi includono attività come estrazione di minerali o agenzie matrimoniali.

Per essere considerato un coltivatore diretto, un soggetto deve dedicarsi direttamente e abitualmente alla coltivazione del fondo e all'allevamento, con una forza lavoro familiare che rappresenta almeno un terzo di quella necessaria per l'attività agricola.

Il CCI, entrato in vigore il 1° settembre 2021, ha introdotto cambiamenti importanti nella regolamentazione delle crisi d'impresa e dell'insolvenza, abrogando l'articolo 2221 del codice civile.

Le imprese civili, che non sono classificate come agricole o commerciali, non sono soggette allo statuto commerciale degli imprenditori, ma la loro ammissibilità è oggetto di discussione.