Creta: Evoluzione Politico-Economica Neopalaziale

La civiltà minoica era una comunità unificata sull'isola di Creta, ma i suoi palazzi non avevano il controllo completo sulle aree circostanti e non erano centri di tutte le attività. Erano piuttosto centri per l'aggregazione di fazioni, probabilmente clan o famiglie. Il potere non era stabile o concentrato in una singola mano.

I palazzi minoici erano centri di aggregazione per fazioni, probabilmente clan o famiglie. Non c'è prova di un potere dinastico o di un'iconografia reale. Nessuna fonte orientale conferma la loro esistenza.

I palazzi minoici avevano due grandi cortili centrali, probabilmente usati per raduni e cerimonie. I cortili erano attraversati da percorsi lastricati. Intorno ai cortili c'erano delle strutture chiamate 'koulouras', che avrebbero potuto essere usate per conservare il grano o per processioni.

Alla fine del XVIII secolo a.C., i palazzi minoici furono distrutti da un terremoto. Intorno al 1700 a.C., vennero costruiti nuovi palazzi e edifici amministrativi monumentali.

Nel periodo tardo minoico, si sviluppò una omogeneizzazione culturale, caratterizzata da pratiche artistiche, artigianali e amministrative condivise. Si diffuse la scrittura sillabica lineare A, si intensificò il commercio internazionale e il controllo sociale fu rafforzato dalla manipolazione delle attività religiose da parte dei gruppi al potere.

L'omogeneizzazione culturale del periodo tardo minoico potrebbe essere stata dovuta alla dominazione di Cnosso sul resto dell'isola, oppure a stati indipendenti con un legame ideologico con Cnosso.

L'influenza minoica è evidente in regioni come le Cicladi, Mileto e Citera. La relazione tra queste regioni e Creta è complessa: potrebbe essere stata dovuta ad una popolazione stabile proveniente da Creta o ad un'influenza minoica diffusa.

Intorno al XV secolo a.C., molti siti minoici furono distrutti, tranne Cnosso. Le cause di questa decadenza sono incerte, ma si ipotizza un'invasione micenea, rivolte interne, l'invasione dei 'popoli del mare', l'eruzione di Thera (Santorini) o l'espansione del potere miceneo nel mar Egeo.

La civiltà minoica su Creta ha subito un periodo di distruzione e abbandono degli insediamenti nel XII secolo a.C., con movimenti di popolazione che hanno portato a nuovi insediamenti o a un aumento della densità nelle aree principali.

Sebbene la civiltà minoica sia stata distrutta, l'eredità culturale minoica è sopravvissuta e si è incorporata in una nuova organizzazione politica di entità indipendenti.

La struttura politica a Creta era decentralizzata, con società diverse che erano in gran parte indipendenti.

L'elite cretese era composta principalmente da guerrieri, come evidenziato dalle tombe monumentali utilizzate per le sepolture.

I Cretesi usavano reperti del passato per legittimare il loro potere e creare un senso di continuità culturale.

La civiltà micenea, fiorita tra il 1600 e il 1070 a.C. nell'Età del Bronzo Tardo, si caratterizzava per l'emergere di élite locali, una società più complessa e la creazione di tombe a pozzo nell'Argolide, simbolo di una nuova tipologia sociale.

Nel 1876, Schliemann scoprì due circoli di tombe a Micene: il Cerchio A (1600-1500 a.C.) e il Cerchio B (1650-1550 a.C.). All'interno di queste tombe furono rinvenuti manufatti d'oro di qualità eccezionale, che testimoniavano l'elevata maestria artigianale e l'amore per l'arte.

I Micenei, grazie al controllo delle rotte commerciali verso est e ovest, accumularono ricchezza e potere. Sebbene sviluppatisi in diverse aree geografiche, condividevano un'identità culturale comune, evidente nell'utilizzo della scrittura lineare B e nell'iconografia condivisa.

I palazzi micenei erano organizzati in piccoli stati autonomi, con un'economia incentrata sulla distribuzione di beni primari in cambio di lavoro. I palazzi erano posizionati lungo le rotte commerciali e ospitavano officine che producevano beni di lusso sotto il controllo diretto del palazzo.

I palazzi micenei erano più piccoli e compatti rispetto ai palazzi minoici, con un focus sull'amministrazione, l'economia e la religione. Il palazzo rappresentava il centro della città che si sviluppava attorno ad esso.

I palazzi micenei erano guidati da una gerarchia sociale ben definita, come evidenziato dalle tavolette d'argilla. Il Wanax era il re, risiedeva nel Megaron, la sala principale del palazzo.

Il Lawagetas era il comandante in capo dell'esercito, una figura chiave nella difesa del palazzo e del regno. Era responsabile della strategia militare e della leadership in battaglia.

La scrittura Lineare B, utilizzata dai Micenei, deriva dalla scrittura Lineare A, utilizzata dai Minoici. Questo fatto suggerisce una possibile presenza micenea in Creta durante il periodo Minoico Tardo.

Tra il XIV e il XIII secolo a.C., i Micenei hanno raggiunto il loro apice, estendendo la loro influenza dalla penisola iberica al Vicino Oriente. Quest'espansione è stata probabilmente guidata dall'acquisizione di materie prime e dal commercio di beni di alto valore prodotti dagli artigiani micenei.

A differenza di altre grandi potenze del tempo, i Micenei non hanno mantenuto relazioni diplomatiche formali con altri stati, limitandosi a scambi commerciali.

Il declino dei Micenei è iniziato nella seconda metà del XIII secolo a.C. Le reti commerciali si indebolirono e crollarono, i siti furono abbandonati o distrutti, le aree rurali spopolate. Non solo i Micenei subirono questo declino, ma anche l'Impero Ittita, il regno di Mitanni e altri stati del Vicino Oriente. Solo l'Egitto sotto Ramses III sembra essere rimasto inalterato.

Un'ipotesi del declino miceneo è che le invasioni provenienti dal Nord Europa abbiano causato il crollo. Tuttavia, non ci sono prove archeologiche a sostegno di questa teoria.

Un'altra ipotesi è che una prolungata siccità possa essere stata responsabile del declino miceneo. Questa teoria è plausibile, soprattutto se ha colpito un'area così vasta. La siccità potrebbe aver innescato instabilità interna e contribuito alla caduta.

Gli eserciti mercenari giocarono probabilmente un ruolo nella instabilità, contribuendo alle distruzioni diffuse e al collasso in tutta la regione del Mediterraneo.

Tra il XII e il IX secolo a.C. c'è stata un'epoca di povertà, declino dello sviluppo culturale e isolamento, conosciuta come l'Età oscura. Questa era ha segnato il crollo della civiltà micenea.