Conflittualità e Tensione nel Diritto Romano

Conflittualità e Tensione nel Diritto Romano

• Il diritto romano è stato un modello influente, ma ha anche generato critiche.
• Karl Marx criticava la successione ereditaria, la proprietà privata e il lavoro salariato nel diritto romano.
• Adolf Hitler vedeva il diritto romano come un modello inadeguato per la Germania, preferendo un diritto tedesco.
• Hans Kelsen criticava l'influenza della politica, della religione e della società sul diritto romano, auspicando un sistema normativo formale e rigido.
• La concezione kelseniana del diritto è formale, astratta e statica, centrata sulla forma della norma giuridica, mentre la concezione romana è concreta, sostanziale e dinamica, radicata nella consuetudine sociale.

La Formazione del Diritto Romano

• Il diritto romano si è evoluto dal 753 a.C. al 528 d.C.
• Le fonti principali del diritto romano sono la giurisprudenza, basata sui pareri dei giuristi, e il diritto pretorio (ius onorarium).
• I romani consideravano la creazione del diritto come un'arte, in quanto l'uomo è un "artefice" che eleva il diritto a scienza.
• Roma governava diverse etnie con le loro tradizioni: l'imperatore Giustiniano sosteneva che il diritto fosse più potente delle armi ("Iura et Arma").
• Roma integrava le culture e le religioni dei popoli conquistati nel proprio sistema, non cercando l'uniformità ma la coesistenza di culture.
• L'Editto di Caracalla (212 d.C.) estendeva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell'Impero, abolendo la figura dello straniero.

Conflittualità nel Diritto Romano

• Nella Roma arcaica il re era accompagnato da un senato composto da famiglie patrizie e da comizi curiati, assemblee popolari che ratificavano le decisioni del re.
• Il re era considerato il "primo tra i padri", rappresentante della città in ambito civile, militare e religioso.
• La Repubblica Romana, nata dopo la caduta della monarchia, ha visto l'istituzione delle 12 tavole, che non limitavano il ruolo dei giuristi ma lo indirizzavano verso un'interpretazione più rigida.
• I giuristi avevano un ruolo sia "riconoscitivo" (fedeltà al "verba legis"), sia "creativo" (adattamento della norma al contesto sociale).
• L'interpretatio, l'interpretazione delle leggi, chiariva il significato della norma e la adattava alle circostanze, tenendo conto dei valori di equità e giustizia.
• Lo "ius" è l'intero sistema normativo giuridico e morale che regolava la società romana.
• Le 12 tavole hanno portato a diverse interpretazioni e critiche, in particolare riguardo al ruolo dell'interpretazione nel "ius".
• Rudolf von Jhering vedeva le 12 tavole come un cambio radicale, portando a una "copertura legale" di interessi specifici.
• Fritz Schulz distingueva tre momenti dell'interpretazione: interpretatio libera, legata al "verba legis" e meno formalistica.
• Feliciano Serrao interpreta l'interpretazione da un punto di vista politico, vedendo in essa il conflitto tra plebei e patrizi.

Il Principio dell'Atto Contrario

• Nella società romana, la parola data era fondamentale e la sua violazione poteva portare a ricorrere a un pretore e a un giudice.
• Il principio dell'atto contrario riconosceva una corrispondenza tra la costituzione e lo scioglimento di un atto e era applicato ai contratti consensuali.
• Quinto Mucio Scevola parlava di una "societas vitae", una "società di vita" basata su valori morali che unisce gli individui in una relazione duratura e solidale.

Ius Naturale

• Ulpiano definiva lo Ius Naturale come quello che la natura insegna a tutti gli esseri animati.
• Gaio, nei suoi "Istituzioni", affronta il tema dell'acquisto del dominio e la mutabilità dello stato di natura.
• Giustiniano si sofferma sul problema della cattura delle persone libere e sottintende la differenza tra libertà originaria e status originario.
• Ulpiano, nelle "Istituzioni", offre un'analisi approfondita dello Ius Naturale, distinguendo tra status degli uomini nello "ius gentium" e nel diritto naturale.
• Secondo Ulpiano, tutti gli esseri umani nascono liberi in base al diritto naturale, mentre la schiavitù è una costruzione degli uomini nello "ius gentium".