Niccolò Machiavelli, Le qualità del principe PDF

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This document is an excerpt from Niccolò Machiavelli's *The Prince*. It discusses the qualities of a ruler, the use of deception and force, and the importance of acquiring and maintaining political power. The selection highlights Machiavelli's theories of leadership and the use of cunning political strategies.

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10 UNITÀ 1 Niccolò Machiavelli Le qualità Lettura del principe N. Machiavelli, Dopo avere comp...

10 UNITÀ 1 Niccolò Machiavelli Le qualità Lettura del principe N. Machiavelli, Dopo avere completato la trattazione dei uomo oppure animale. Il Principe, Torino, Einaudi, 1995, vari tipi di principato e dei diversi modi Ed essere animale significa, per Machiavelli, cap. XVIII, per «acquistarli», nei capitoli centrali del saper agire, al mutare delle circostanze, pp. 115-120; Principe Machiavelli affronta il problema come leone oppure come volpe. cap. XXV, pp. 161-163 del comportamento che il governante Il capitolo si chiude con la tesi secondo cui deve tenere nei confronti dei sudditi. Sono il fine della conquista e del mantenimento pagine famose, in cui il segretario fiorentino dello Stato giustifica il ricorso a mezzi prende in esame una per una le tradizionali condannati dalla morale comune. Il virtù cristiane per concludere che il capitolo XXV, che precede l’Esortazione principe «prudente» deve essere in grado con cui si conclude l’opera, rivolta ai di servirsi, all’occorrenza, di mezzi spietati Medici di Firenze, affinché liberino l’Italia e fraudolenti. Proponiamo l’intero capitolo dai «barbari», contiene, invece, una XVIII e un estratto del capitolo XXV. riflessione sul ruolo della fortuna e della Il capitolo XVIII, dedicato all’osservanza virtù nelle vicende umane. Si tratta di un delle promesse, contiene la metafora, di tema antico, riproposto nel Rinascimento grande effetto, del «centauro», la figura da Leon Battista Alberti, che Machiavelli mitologica metà uomo e metà cavallo, che utilizza per invitare i Medici ad approfittare serve a rappresentare quello che il principe delle condizioni storiche favorevoli per una deve saper essere, secondo l’occorrenza: iniziativa politica e militare. È consigliabile XVIII. Quanto sia laudabile in uno principe il mantenere la fede1 e vivere con in- che il principe tegrità e non con astuzia, ciascuno lo intende; nondimanco si vede per esperienza non mantenga le promesse ne’ nostri tempi quelli principi avere fatto gran cose, che della fede hanno tenuto poco conto e che hanno saputo con l’astuzia aggirare e’ cervelli delli uomini: e alla fine hanno superato quelli che si sono fondati in su la realtà2. Esistono due Dovete adunque sapere come sono dua generazioni3 di combattere: l’uno, con le modi di combattere leggi; l’altro, con la forza. Quel primo è proprio dello uomo; quel secondo, delle bestie. Ma perché el primo molte volte non basta, conviene ricorrere al secondo: pertanto a uno principe è necessario sapere bene usare la bestia e lo uomo. Il principe deve Questa parte è suta4 insegnata alli principi copertamente5 da li antichi scrittori, e’ essere in grado quali scrivono come Achille e molti altri di quelli principi antichi furno dati a nutrire6 di comportarsi come una bestia a Chirone centauro7, che sotto la sua disciplina li custodissi. Il che non vuole dire altro, avere per precettore uno mezzo bestia e mezzo uomo, se non che bisogna a uno principe sapere usare l’una e l’altra natura: e l’una sanza l’altra non è durabile. 1. La parola data. 5. In maniera velata, cioè attra- ne è metà uomo e metà caval- 2. Sincerità; altri manoscritti del- verso la mitologia. lo. Viene presentato come un l’opera danno «lealtà». 6. In allevamento. esperto educatore, maestro, 3. Due modi. 7. Personaggio della mitolo- tra gli altri, di Giasone, Enea, 4. È stata. gia greca, il centauro Chiro- Achille. De Luise, Farinetti, Lezioni di storia della filosofia © Zanichelli editore 2010 LA FILOSOFIA DEL RINASCIMENTO UNITÀ 1 Niccolò Machiavelli, Le qualità del principe 5 Lezione Sendo dunque necessitato uno principe sapere bene usare la bestia, debbe di quelle La volpe e il leone pigliare la golpe e il lione: perché el lione non si difende da’ lacci8, la golpe non si difende da’ lupi9; bisogna adunque essere golpe a conoscere e’ lacci, e lione a sbi- gottire10 e’ lupi: coloro che stanno semplicemente in sul lione11, non se ne intendono. Non può pertanto uno signore prudente, né debbe, osservare la fede12 quando tale osservanzia gli torni contro e che sono spente le cagioni che la feciono promettere. E se li uomini fussino tutti buoni, questo precetto non sarebbe buono: ma perché Gli uomini e’ sono tristi13 e non la osserverebbono a te, tu etiam non l’hai a osservare a loro; non sono buoni né mai a uno principe mancorno cagioni legittime di colorire la inosservanzia. Di questo se ne potrebbe dare infiniti esempli moderni e mostrare quante pace, quante promisse sono state fatte irrite e vane per la infidelità de’ principi: e quello che ha saputo meglio usare la golpe, è meglio capitato. Ma è necessario questa natura saperla bene colorire14 ed essere gran simulatore e dissimulatore: e sono tanto semplici gli uomini, e tanto ubbidiscono alle necessità presenti, che colui che inganna troverrà sempre chi si lascerà ingannare. Io non voglio delli esempli freschi tacerne uno. Alessandro sesto15 non fece mai L’esempio altro, non pensò mai ad altro che a ingannare uomini, e sempre trovò subietto da di Alessandro VI poterlo fare: e non fu mai uomo che avessi maggiore efficacia in asseverare16, e con maggiori iuramenti affermassi una cosa, che la osservassi meno; nondimeno sempre gli succederno17 gl’inganni ad votum18, perché conosceva bene questa parte del mondo. A uno principe adunque non è necessario avere in fatto tutte le soprascritte Necessità qualità19, ma è bene necessario parere di averle; anzi ardirò di dire questo: che, della simulazione avendole e osservandole sempre, sono dannose, e, parendo di averle, sono utili; come parere pietoso, fedele, umano, intero, religioso, ed essere; ma stare in modo edificato con lo animo che, bisognando non essere, tu possa e sappia diventare il contrario. E hassi20 a intendere questo, che uno principe e massime uno principe nuovo non può osservare tutte quelle cose per le quali gli uomini sono chiamati buoni, sendo spesso necessitato, per mantenere lo Stato, operare contro alla fede, contro alla carità, contro alla umanità, contro alla religione. E però bisogna che egli abbia uno animo disposto a volgersi secondo che e’ venti della fortuna e la variazione delle cose gli comandano; e, come di sopra dissi21, non partirsi dal bene, potendo, ma sapere entrare nel male, necessitato. Debbe adunque uno principe avere gran cura che non gli esca mai di bocca cosa Gli uomini che non sia piena delle soprascritte cinque qualità; e paia, a udirlo e vederlo, tutto si ingannano facilmente pietà, tutto fede, tutto integrità, tutto umanità, tutto religione: e non è cosa più necessaria a parere di avere, che questa ultima qualità. E li uomini in universali22 iudicano più alli occhi che alle mani23; perché tocca a vedere a ognuno, a sentire 8. Dalle trappole. tire dal 1492, padre di Cesare e capitolo XV. 9. Cioè dagli animali più forti. Lucrezia Borgia. 22. In generale. 10. Intimorire. 16. Nell’affermare autorevol- 23. Machiavelli sta dicendo che 11. Coloro che fanno conto sol- mente. sono pochi coloro che giudica- tanto sulla forza. 17. Riuscirono. no guardando alla sostanza del- 12. Rispettare la parola data. 18. Secondo il suo desiderio. le cose (evocata con il richiamo 13. Malvagi. 19. Le qualità morali di cui alle mani), in quanto i più giu- 14. Mascherare. Machiavelli ha parlato nel ca- dicano in base alle apparenze 15. Rodrigo Borgia (1431-1503), pitolo XV. (cioè con gli occhi). di origine spagnola, papa con 20. Si deve. il nome di Alessandro VI a par- 21. Il riferimento è ancora al De Luise, Farinetti, Lezioni di storia della filosofia © Zanichelli editore 2010 UNITÀ 1 LA FILOSOFIA DEL RINASCIMENTO Lezione 5 Niccolò Machiavelli, Le qualità del principe a pochi: ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu se’; e quelli pochi non ardiscono opporsi alla opinione di molti che abbino la maestà dello Stato che gli difenda; e nelle azioni di tutti li uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio a chi reclamare24, si guarda al fine25. Il fine supremo: Facci26 dunque uno principe di vincere e mantenere lo Stato: e’ mezzi sempre fie- mantenere lo Stato no iudicati onorevoli e da ciascuno saranno laudati; perché el vulgo ne va preso con quello che pare e con lo evento della cosa27: e nel mondo non è se non vulgo, e’ pochi non ci hanno luogo quando gli assai hanno dove appoggiarsi28. Alcuno principe de’ presenti tempi, il quale non è bene nominare29, non predica mai altro che pace e fede, e dell’una e dell’altra è inimicissimo: e l’una e l’altra, quando e’ l’avessi osservata, gli arebbe più volte tolto e la riputazione e lo Stato. […] Il ruolo della XXV. È non mi è incognito come molti hanno avuto e hanno opinione che le cose fortuna nella vita del mondo sieno in modo governate, da la fortuna e da Dio, che li uomini con degli uomini la prudenza loro non possino correggerle, anzi non vi abbino remedio alcuno; e per questo potrebbono iudicare che non fussi da insudare30 molto nelle cose, ma lasciarsi governare alla sorte. Questa opinione è suta più creduta ne’ nostri tempi per le variazione grande delle cose che si sono viste e veggonsi ogni dì, fuora di ogni umana coniettura. La fortuna A che pensando io qualche volta, mi sono in qualche parte inclinato nella opi- è arbitra nione loro. Nondimanco, perché il nostro libero arbitrio non sia spento, iudico della metà delle cose umane potere essere vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci governare l’altra metà, o presso, a noi. La virtù permette E assimiglio quella a uno di questi fiumi rovinosi che, quando si adirano, allagano di resistere alla e’ piani, rovinano li arbori e li edifizi, lievano da questa parte terreno, pongono cattiva sorte da quella altra: ciascuno fugge loro dinanzi, ognuno cede all’impeto loro sanza potervi in alcuna parte ostare. E, benché sieno così fatti, non resta però che gli uomini, quando sono tempi queti, non vi potessino fare provedimento e con ripari e con argini: in modo che, crescendo poi, o eglino andrebbono per uno canale o l’impeto loro non sarebbe né sì dannoso né sì licenzioso. Similmente in- terviene della fortuna, la quale dimostra la sua potenza dove non è ordinata virtù a resisterle: e quivi volta e’ sua impeti, dove la sa che non sono fatti gli argini né e’ ripari a tenerla. L’Italia senza E se voi considerrete la Italia, che è la sedia di queste variazioni e quella che ha protezione dato loro il moto, vedrete essere una campagna sanza argini e sanza alcuno ri- di fronte alle invasioni paro: che, s’ella fussi riparata da conveniente virtù, come è la Magna31, la Spagna straniere e la Francia, o questa piena non arebbe fatto le variazioni grande che la ha, o la non ci sarebbe venuta. E questo voglio basti aver detto, quanto allo opporsi alla fortuna, in universali. 24. Per cui non c’è un tribunale 28. Nel mondo domina il vol- 1516), detto il Cattolico, che go- cui appellarsi. go, e il giudizio avveduto di deva di fama di gran simulatore. 25. Al risultato finale. pochi non conta nulla se il vol- 30. Affaticarsi. 26. Faccia in modo. go è sostenuto da chi ha il po- 31. La Germania. 27. Il volgo deve essere conqui- tere. stato con le apparenze e con i 29. Il riferimento è al re di Spagna risultati. Ferdinando II d’Aragona (1452- De Luise, Farinetti, Lezioni di storia della filosofia © Zanichelli editore 2010 LA FILOSOFIA DEL RINASCIMENTO UNITÀ 1 Niccolò Machiavelli, Le qualità del principe 5 Lezione GUIDA ALLA LETTURA GUIDA ALLA COMPRENSIONE OLTRE IL TESTO 1) Spiega il significato della 1) A Machiavelli viene 1) Raccogli informazioni sul metafora del centauro Chirone, correntemente attribuita periodo storico che fa da che compare all’inizio del primo la tesi che il fine giustifica sfondo alle riflessioni di brano. i mezzi. È un’interpretazione Machiavelli e al ruolo da lui che si può sottoscrivere svolto in tali avvenimenti. 2) Quali qualità incarnano, incondizionatamente? Quindi spiega perché, nel cap. rispettivamente, la volpe Si può dire che per lui tutti XXV, egli paragona l’Italia a una e il leone? i fini si equivalgono? «campagna senza argini». 3) Quale personaggio è portato 2) Quale concezione dell’uomo, 2) Machiavelli è universalmente noto a esempio per la sua capacità e in particolare dell’uomo del come il teorico dell’autonomia di simulare e dissimulare? popolo, emerge dal primo della politica dalla morale. Metti le 4) Che cosa intende Machiavelli brano? Rappresenta l’ultima sue tesi sul rapporto tra etica per «fortuna»? parola di Machiavelli in e politica a confronto con quelle proposito? Rispondi utilizzando di altri pensatori a lui anche le informazioni contemporanei (come Moro contenute nella parte o Erasmo) e chiediti se sono manualistica. ancora attuali e in che misura. De Luise, Farinetti, Lezioni di storia della filosofia © Zanichelli editore 2010

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