Educazione Terapeutica PDF

Summary

This document provides an overview of therapeutic education, including its relevance in a demographic and epidemiological context. It examines various aspects of the field, new organizational models, and the importance of education in health care. The text also discusses topics like preventative and curative care, and highlights the role of education within the healthcare system.

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giovedì 7 novembre 2024 EDUCAZIONE TERAPEUTICA EDUCARE PER CURARE Pro lo professionale D.M.739/94 Articolo 1 1. È individuata la gura professionale dell’infermiere con il seguente pro lo: l’infermiere è l’operatore sanitario ch...

giovedì 7 novembre 2024 EDUCAZIONE TERAPEUTICA EDUCARE PER CURARE Pro lo professionale D.M.739/94 Articolo 1 1. È individuata la gura professionale dell’infermiere con il seguente pro lo: l’infermiere è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell’iscrizione all’albo professionale è responsabile dell’assistenza generale infermieristica 2. L’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa. Le principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l’educazione sanitaria. RILEVANZA DEMOGRAFICA ED EPIDEMIOLOGICA L’Italia è un paese che invecchia: secondo i dati ISTAT, al 1°Gennaio 2019 gli over 65enni sono diventati 13.8 milioni, pari al 22.8% della popolazione totale Una delle s de più urgenti del 21°secolo è rispondere alla complessità delle domande di salute indotte dalla continua crescita delle patologie cronico-degenerative Si stima che circa il 70-80% delle risorse sanitarie a livello mondiale sia oggi speso per la gestione delle malattie croniche Nel 2020 esse rappresentano l’80% di tutte le patologie nel mondo Malattie croniche colpiscono l’80% delle persone oltre i 65 anni e spesso si veri cano contemporaneamente nello stesso individuo, con importanti risvolti funzionali sulla autonomia ed autosu cienza NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI SANITÀ DI ATTESA SANITÀ DI INIZIATIVA Centrata sulla malattia Centrata sulla persona Basata sull’ospedale e sulle attività Basata sulle cure primarie (territorio) specialistiche Focus sugli individui Focus sui bisogni del singolo/comunità 1 fi fi fi fi ffi fi SANITÀ DI ATTESA SANITÀ DI INIZIATIVA Reattività, guidata dai sintomi Proattiva, piani cata Focalizzata sulla terapia Focalizzata sulla prevenzione e sull’educazione PANORAMICA DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ (OMS) Entro il 2030 è prevista una carenza globale di circa 18 milioni di operatori sanitari, con un record di 130 milioni di persone che necessitano di assistenza sanitaria L’OMS raccomanda interventi di auto cura (self-care) per ogni paese: ha pubblicato nel 2021 la sua prima linea guida sugli interventi di autocura, inclusa la promozione della salute, la prevenzione delle malattie e la diagnosi a domicilio. PERCHÈ UN MODULO DI ET? Alla luce del progressivo aumento delle patologie croniche e della disabilità la risposta più appropriata, a nché i professionisti della salute aiutino le persone e le loro famiglie nel processo di adattamento alla malattia, è erogare un'assistenza basata sulla comunità attraverso servizi territoriali sanitari Infatti, alla luce dei nuovi modelli organizzativi che stanno da anni coinvolgendo il nostro paese, l'ospedale sta diventando sempre più, sede privilegiata di cura per patologie acute L'ET con la sua nalità di sviluppare abilità di autocurarsi a domicilio, potrebbe sembrare che avvenga solo in questo setting; ma il paziente ha invece necessità di iniziare ad apprendere le abilità prima di arrivare a domicilio. L'ET ha il ruolo cruciale di collocarsi all'interno di processi di continuità assistenziali, che vengono iniziati in ospedale e che continuano successivamente a domicilio 2 fi fi ffi OBIETTIVI Di erenziare le diverse tipologie di educazione alla salute, sanitaria e terapeutica, correlandole alle diverse tipologie di prevenzioni primaria, secondaria e terziaria e riconoscendo possibili interventi di prevenzione Distinguere l'ET dall’informazione ed istruzione 3 DECLINAZIONI DI EDUCAZIONE EDUCAZIONE ALLA SALUTE L’EDUCAZIONE è lo strumento privilegiato della promozione della salute EDUCAZIONE ALLA SALUTE: quando agisce a supporto di interventi rivolti alle persone sane ha un ruolo cardine nella promozione dei corretti stili di vita Si riferisce all’insieme delle opportunità di apprendimento progettate consapevolmente per migliorare le conoscenze, le abilità e le motivazioni che possono in uire sui comportamenti individuali e comunitari rilevanti per la salute, consentendo alle persone di avere un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla PREVENZIONE PRIMARIA la forma classica e principale di prevenzione e comprende tutti gli interventi destinati ad ostacolare l’insorgenza delle malattie nella popolazione, combattendo 3 Ė ff fl le cause e i fattori predisponenti. Spesso l’intervento mira a cambiare abitudini e comportamenti scorretti (intervento comportamentale) Esempi: pro lassi immunitaria (vaccinazioni) progetti di educazione alla salute e campagne di sensibilizzazione/informazione alla popolazione (ad es. sull’impiego delle cinture di sicurezza in automobile) interventi sull’uomo per rilevare e correggere errate abitudini di vita (es. fumo) individuazione e correzione delle situazioni che predispongono alla malattia (es. obesità) educazione a comportamenti sessuali responsabili EDUCAZIONE SANITARIA È quella parte di educazione alla salute che si occupa prevalentemente della prevenzione di rischi È e ettuata da professionisti sanitari Nella prevenzione secondaria, la malattia è riconosciuta subito e curata precocemente, spesso prima della comparsa dei sintomi, riducendo al minimo le conseguenze sfavorevoli PREVENZIONE SECONDARIA Ha come obiettivo l’individuazione precoce dei soggetti ammalati o ad alto rischio per poter ottenere la guarigione o impedire l’insorgenza e la progressione della malattia Un esempio di interventi rivolti a gruppi di popolazione omogenei (per età sesso, ecc.) e numerosi sono de niti screening Esempi: screening, come la mammogra a, per rilevare l’eventuale presenza di tumore della mammella screening della cervice uterina (pap-test) screening del colon attraverso la ricerca del sangue occulto l’assorbimetria a raggi X a doppia energia (DXA), per rilevare eventuale osteoporosi screening neonatali e pediatrici (ad esempio per: brosi cistica, malattie metaboliche, sordità..) 4 ff fi fi fi fi screening per le infezioni sessualmente trasmesse (Ist) La diagnosi precoce è fondamentale perché rende attuabili interventi terapeutici in grado di condurre alla guarigione EDUCAZIONE TERAPEUTICA - 1 Attività nalizzata ad aiutare il paziente e la sua famiglia a capire la natura della malattia e dei trattamenti, a collaborare attivamente alla realizzazione di tutto il percorso terapeutico e a prendersi cura del proprio stato di salute per mantenere e migliorare la propria qualità di vita PREVENZIONE TERZIARIA È rivolta a prevenire le recidive di patologie in atto o la limitazione delle conseguenze o complicanze. Si propone di sviluppare capacità di autocura per aiutare la persona a raggiungere il maggior livello di funzionalità possibile, nonostante le limitazioni causate dalla malattia Esempi: - Educare il paziente all’auto monitoraggio della glicemia e/o la cura del piede - Educare il paziente con BPCO ad assumere un'alimentazione corretta EDUCAZIONE TERAPEUTICA - 2 Attività educativa intenzionale - PATIENT EDUCATION Attività educativa informale - PATIENT TEACHING Rappresenta il 90% delle attività che noi attuiamo EDUCAZIONE TERAPEUTICA - 3 Saper essere Saper fare Sapere 5 fi EDUCAZIONE TERAPEUTICA - 4 ISTRUZIONE / ADDESTRAMENTO EDUCAZIONE Infermiere: Infermiere: Stile prescrittivo, metodo di insegnamento più Stili e metodi didattici non direttivi, centrati sul diettivi, comunicazione unidirezionale con la destinatario, sui suoi bisogni, sulle sue nalità di suggerire un comportamento potenzialità Paziente: Paziente: Ruolo passivo Diretta partecipazione, importante ruolo della persona coinvolta in quanto portatrice di esperienze e vissuti da valorizzare ed integrare OBIETTIVI Descrivere le nalità dell’ET (self care e cambiamento) Conoscere i fattori che in uenzano la persona verso il cambiamento LE FINALITÀ DELL’EDUCAZIONE TERAPEUTICA È un processo continuo, intenzionale, basato su una relazione quasi simmetrica, integrato nell'assistenza sanitaria ed infermieristica che si propone di sviluppare abilità di autocura nell'utente e nei suoi famigliari con l'obiettivo di rendere il paziente (e la sua famiglia) il più possibile autonomo nella gestione del proprio trattamento e produrre un cambiamento signi cativo nell'identità della persona, che necessita di integrare la malattia all'interno della propria vita quotidiana. L’educazione terapeutica mira a sviluppare abilità di self-care - Sviluppare autonomia e responsabilità della persona - paziente e della sua famiglia DEFINIZIONE DI SELF - CARE - L’autocura (self-care) è la capacità degli individui, delle famiglie e delle comunità di promuovere la salute, prevenire le malattie, mantenere la salute e far fronte a malattie e disabilità con o senza il supporto di un operatore sanitario. - L'ambito del self-care in questa de nizione include la promozione della salute, la prevenzione ed il controllo delle malattie, l'auto-trattamento (self-medications), l'assistenza a persone non autosu cienti, la ricerca di cure ospedaliere, 6 fi fi fl ffi fi fi specialistiche o primarie quando necessario e la riabilitazione, comprese le cure palliative. SELF CARE NELLE PATOLOGIE CRONICHE Self care —> processo decisionale naturalistico SELF CARE E L’EDUCAZIONE MIRANO A —> Sviluppare autonomia e responsabilità della persona - paziente e della sua famiglia CAMBIAMENTO FINALITÀ —> L’et si propone di attivare la persona a raggiungere apprendimenti signi cativi che si traducono in modi di pensare e di agire nuovi Attraverso l’apprendimento il ne è portare la persona ad un cambiamento per modi care o apprendere nuovi comportamenti per adottare stili di vita più sani 7 fi fi fi SELF CARE COME OBIETTIVO DELL’ET La disponibilità ad apprendere Il concetto di sé Il ruolo dell’esperienza precedente L’orientamento verso l’apprendimento La motivazione 8 MOTIVAZIONE: I “TRE FATTORI” DEL PROFILO MOTIVAZIONALE MOTIVAZIONE: strumenti d valutazione Strumenti per valutare la motivazione al cambiamento: 1. Il regolo motivazionale 1. Quanto valuta che per lei sia importante praticare attività sica con regolarità? In una scala da 0 a 10, dove 0 vuol dire “per niente importante” e 10 signi ca “estremamente importante”, dove si collocherebbe? 2. Se decidesse di iniziare a fare attività sica 2 o 3 volte a settimana, quanto si sentirebbe ducioso di essere in grado di farlo? Sulla stessa scala da 0 a 10, dove lo 0 vuol dire “per nulla ducioso” e il 10 signi ca “estremamente ducioso”, dove si collocherebbe? 3. Quanto si sente pronto a fare attività sica con regolarità? Nella medesima scala da 0 a 10, dove 0 signi ca “per nulla pronto” e il 10 “estremamente pronto”, dove si collocherebbe? 2. La bilancia decisionale —> Strumento per valutare gli aspetti positivi e negativi di un particolare comportamento ed i vantaggi e gli svantaggi connessi, al ne di ponderare costi e bene ci (bene ci dello status quo, costi del cambiamento, costi dello status quo, bene ci del cambiamento) e favorire il superamento dell’ambivalenza 9 fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi ESERCIZIO —> INDIVIDUARE IL LIVELLO DI AUTOEFFICACIA DI QUESTE PERSONE (ALTO/BASSO) Un paziente durante un colloquio ti riferisce la sua titubanza nel somministrarsi l'insulina tramite la penna perché ha paura ad eseguire l'iniezione nel punto sbagliato dell'addome —> basso senso di autoe cacia Un paziente a etto da scompenso cardiaco ti riferisce che sta partecipando con molto interesse ad un programma di riabilitazione assieme ad altre persone colpite dalla stessa patologia e ti racconta che a casa riesce a ridurre la quantità di sale nell'alimentazione, si sente più motivato a svolgere maggiore attività sica e sta mettendo in atto strategie di riduzione del peso —> alto senso di autoe cacia AUTOEFFICACIA E’ la ducia in se stessi, nella propria capacità di apprendere comportamenti di autocura. È importante perché - Aumenta la compliance - Mantiene le abilità a lungo termine - Motiva il paziente 2 PROFILI DI PERSONE OBIETTIVI 1. Individuare i principali destinatari 2. Descrivere gli outcome 10 fi ffi ff ffi fi 3. Identi care come includere l’ET nel processo assistenziale fatto di interventi farmacologici, riabilitativi per raggiungere esiti/e etti terapeutici sul paziente. QUALI SONO I DESTINATARI DELL’EDUCAZIONE TERAPEUTICA? OUTCOME Studi ed esperienze di persone con scompenso cardiaco, diabete, broncopneumopatia cronico ostruttiva, artrite, AIDS, forniscono evidenze sull’e cacia dell’educazione terapeutica (Marks, 2005; Lorin, 2004; Loveman, 2003; Krumholz, 2002; Balestroni, 2002): 1. Riduzione della quantità di farmaci usati 2. Riduzione nella severità dei sintomi 3. Riduzione del dolore 4. Riduzione dei livelli glicemici senza un incremento di crisi ipoglicemiche 5. Notevole miglioramento della qualità della vita 6. Autocontrollo dei fattori di rischio comportamentali (fumo, alimentazione scorretta, sedentarietà, stress) 7. Aumento della soddisfazione del paziente e della famiglia rispetto alle loro capacità di autocura IDENTIFICARE COME INCLUDERE L’ET NEL PROCESSO ASSISTENZIALE BPCO (1° semestre) Interventi farmacologici: 1. Utilizzo MDI/DPI 11 ffi fi ff 2. O2 terapia a lungo termine Interventi riabilitativi: 3. Riabilitazione respiratoria (respirazione diaframmatica) Interventi educativi: 4. Educazione al paziente/caregiver al corretto utilizzo del distanziatore per la somm.ne della terapia inalatoria PZ PO DI MASTECTOMIA (2° semestre) Interventi farmacologici: 1. Gestione del dolore Interventi riabilitativi: 2. Riabilitazione motoria (arti superiori) Interventi educativi: 3. Ripresa attività quotidiane per ridurre il linfedema FASI DEL PROCESSO EDUCATIVO processo continuo, integrato nell’assistenza sanitaria ed infermieristica che sviluppa abilità di autocura nella persona e nella sua famiglia e produce un cambiamento signi cativo nell'identità del soggetto 12 fi FASE 1 ANALISI DEI BISOGNI EDUCATIVI Conoscere il paziente e rilevare i suoi bisogni educativi 1° fase: analisi dei bisogni educativi 1. Conoscere le nalità dell'analisi dei bisogni, come agire una comunicazione e cace e i diversi strumenti utilizzabili per conoscere il paziente e rilevare i bisogni educativi 2. Riconoscere e analizzare i fattori individuali che in uenzano il cambiamento necessari da conoscere per l'analisi dei bisogni educativi del paziente (motivazione al cambiamento, capacità di autocura, l'autoe cacia, self care skill, life skill, health literacy e il locus of control) 3. Sviluppare l'abilità di analizzare la storia di un paziente per estrapolare i bisogni educativi attraverso le parole usate dalla persona stessa 4. L’analisi della situazione costituisce la 1° tappa del percorso di educazione: permette di identi care i bisogni educativi, valutare le potenzialità, la conoscenza della propria patologia (Health Literacy), il livello di autoe cacia, il locus of control, la motivazione, gli stadi del cambiamento 5. Il valore aggiunto, dell’intervista, è che crea e mantiene un’alleanza terapeutica tra operatore e persona nella de nizione e presa in carico del problema, attraverso un piano personalizzato Finalità dell’analisi dei bisogni: La conoscenza della persona è mirata a de nire: Bisogni clinici: prioritari per la gestione della malattia (de niti dal professionista) Bisogni personali: prioritari per la qualità di vita (de niti dalla persona) Motivare lo scopo del colloquio e stabilire la durata Agire una comunicazione chiara ed e cace: porre domande per esplorare: le conoscenze della malattia e terapia, il contesto famigliare, i fattori ambientali e psicologici ostacolanti l'autogestione indagare la motivazione a cambiare stili di vita (volontà ed abilità ad apprendere) fare attenzione alle reazioni psicologiche ed emotive della persona (locus of control e coping) 13 ffi fi fi fi ffi fi fl fi fi ffi ffi Nel colloquio di accertamento non si forniscono risposte, al limite si fornisce supporto Strumenti dell’analisi dei bisogni grazie alla quale si può esplorare le idee del paziente relative a speci ci aspetti e comportamenti Si raccoglie attraverso: 1. Colloqui individuali 2. Colloquio motivazionale/counselling educativo 3. Osservazione del paziente 4. Focus group (quando si raccolgono i bisogni di un gruppo/ comunità) FASE 1. Che cosa devo conoscere del paziente per l’analisi dei bisogni? 1. Esperienze pregresse 2. Credenze culturali e valori 3. Abitudini o routine 4. Abilità nell’imparare (self care stil + life skill + health literacy) 5. Supporto degli altri 6. Accesso alle cure 14 fi STADI DEL CAMBIAMENTO Le persone di fronte al cambiamento si possono trovare in diverse situazioni, come esempli cato nella teoria Di Clemente & Prochaska (1982) La di coltà maggiore non è il cambiamento, ma il MANTENIMENTO e la PERSEVERANZA vanno attuate STRATEGIE per evitare la ricaduta 15 ffi fi LE FASI DEL CAMBIAMENTO NEL PAZIENTE CON DIABETE DI TIPO 1 AREE DA INDAGARE DURANTE L’INTERVISTA Una guida per l’analisi dei bisogni FASE 1. Una guida di domande per indagare i bisogni del paziente (Trattato pag. 248/249) 1. Che cosa ha e come sta? (stadio della malattia, evoluzione, disabilità (vista, udito), terapia) 2. Che cosa sa? (conoscenze corrette e non sulla malattia, grado di accettazione e concezioni sulla malattia, capacità cognitive, livello culturale, pregiudizi, paure, stadio del cambiamento) 3. Che cosa fa? (attività professionale, contesto sociale, vita familiare, interessi…) 4. Come reagisce alla malattia? (stato psicologico, motivazioni al cambiamento, aspettative, ducia di poter cambiare/autoe cacia, locus of control) 5. Padronanza della lingua e Health Literacy 6. Quali sono le sue potenzialità e risorse per apprendere? (potenzialità di apprendimento e metodi pedagogici preferiti, esperienze educative precedenti, supporto famigliare, Health literacy) 7. Quali sono i suoi progetti futuri? (il suo adattamento e la sua proiezione di vita con la malattia) 16 fi ffi Valutare l'IMPORTANZA DEL CAMBIAMENTO (frattura interiore) - Cosa la preoccupa della sua attuale situazione/sintomo/terapia? - Cosa le fa pensare di aver bisogno di fare qualcosa riguardo ai suoi problemi di salute? Valutare la FIDUCIA (autoe cacia) - Ha già provato in passato? Ha funzionato? - Com’è questo periodo per lei? Quanto si sente sicura/o di…? - Quanto si sente ducioso di riuscire a...? Valutare la VOLONTA'/DISPONIBILITA' AL CAMBIAMENTO - Che cosa pensa di poter fare? - Quali obiettivi vorrebbe raggiungere? Abilità nell’imparare Le risorse e le abilità individuali sono utili per realizzare i propri progetti, per fare delle scelte, per prendersi cura di sé, per modi care stili di vita SELF CARE SKILLS —> Competenze di autogestione della malattia Decisioni che il paziente prende al ne di modi care l'impatto della malattia sulla propria salute: 1. Contenere la sintomatologia 2. Tenere in considerazione i risultati di auto monitoraggio 3. Adattare le dosi dei farmaci, iniziando l’auto trattamento 17 fi ffi fi fi fi 4. E ettuare procedure sanitarie 5. Attuare i cambiamenti degli stili di vita 6. Prevenire le complicanze evitabili 7. A rontare i problemi correlati alla malattia 8. Coinvolgere i parenti stretti e gli amici nella gestione della malattia, del trattamento LIFE SKILLS Insieme di abilità/capacità che ci permettono di acquisire un comportamento versatile e positivo, grazie al quale possiamo a rontare e cacemente le richieste e le s de della vita quotidiana. HEALTH LITERACY: ALFABETIZZAZIONE ALLA SALUTE Le abilità cognitive e sociali che determinano la motivazione e la capacità degli individui di accedere alle informazioni, di comprenderle e di utilizzarle in modo da promuovere e mantenere una buona salute Si riferisce alle conoscenze, motivazioni, competenze necessarie alle persone per accedere, capire, valutare ed utilizzare le informazioni sulla salute; al ne di esprimere opinioni e prendere delle decisioni nella vita di tutti i giorni rispetto all’assistenza sanitaria, alla prevenzione delle malattie e alla promozione della salute e di mantenere o migliorare così la propria qualità di vita HEALTH LITERACY: ALFABETIZZAZIONE ALLA SALUTE I LIVELLI 18 ff ff fi fi ff ffi HEALTH LITERACY: ALFABETIZZAZIONE ALLA SALUTE - HL IN EUROPA SI OSSERVA UNA LIMITATA HL NELLE PERSONE: 1. Basso grado di istruzione 2. Basso reddito 3. Con stato di salute precario o molto precario 4. Con malattia cronica 5. Che riferiscono 6 o più visite dal medico in un anno Migranti (EU 1 su 33, circa l’8% della popolazione) 6. Barriere comportamentali (stress, disagio mentale) La deprivazione economica è il maggior indicatore di probabilità di HL bassa HEALTH LITERACY: ALFABETIZZAZIONE ALLA SALUTE - HL IN ITALIA 1. 23% di persone con livello HL inadeguata 2. 35% problematico 3. 34% su ciente 4. 9% eccellente Le di coltà di HL riscontrate sono state: - Giudicare le diverse opzioni di trattamento farmaceutico o chirurgico - Navigare sul web - Comunicare con i medici - Giudicare l'a dabilità delle informazioni HEALTH LITERACY E MALATTIE CRONICHE 1. Di coltà nel gestire la malattia ed i trattamenti 2. Minore capacità di comunicare i sintomi della malattia 3. Di coltà nella gestione degli appuntamenti 4. Ruolo passivo nel processo decisionale 5. Di coltà nella comprensione delle informazioni date dagli operatori sanitari (istruzioni sulla dimissione, materiale educativo) 6. Risultato = scarsa aderenza terapeutica 19 ffi ffi ffi ffi ffi ffi ESPERIENZE DELLE PERSONE CON HL LIMITATA 1. Il 26% non sa quando è ssato il prossimo appuntamento 2. Il 42% non capisce le indicazioni (es: prendere il farmaco a stomaco vuoto) 3. Il 78% interpreta in modo scorretto le indicazioni del foglietto illustrativo 4. Il 48% non comprende orario e distribuzione (es: ogni 6 ore) 5. L’80% dimentica le informazioni date, il 50% le rammenta ma non corrette 6. L’84% capisce principio attivo, solo il 62% interazione ➡ Pazienti con livelli bassi di HL vengono più spesso ospedalizzati ➡ Pazienti diabetici con bassi livelli di HL hanno meno abilità di self management PROBLEMI DEI PAZIENTI E DEGLI OPERATORI I pazienti: 1. Si sentono in imbarazzo a dire che non hanno capito 2. Sono riluttanti ad interrompere 3. Hanno poco spazio per interloquire I sanitari: 1. Usano spesso termini scienti ci, tecnicismi e frasi complesse 2. Parlano molto rapidamente ed interrompono il paziente 3. Le pause con il silenzio sono rare PERCEPIRE, RICONOSCERE E VALUTARE L'HEALTH LITERACY 3 domande di screening (brief report screening Chew - Wallace) 1. Quante volte ha bisogno di qualcuno che la aiuti a leggere le informazioni mediche? 1. Mai 2. Raramente 3. Talvolta 4. Spesso 5. Sempre 20 fi fi 2. Quante volte ha problemi nell’avere notizie sulla sua condizione di salute perché non riesce a capire quello che il medico ha scritto? 1. Mai 2. Raramente 3. Talvolta 4. Spesso 5. Sempre 3. Quanto si sente sicuro nel compilare documenti sanitari da solo? 1. Estremamente sicuro 2. Molto sicuro 3. Abbastanza sicuro 4. Poco sicuro 5. Per niente sicuro PERCEPIRE, RICONOSCERE E VALUTARE L'HEALTH LITERACY La versione in italiano del test di cinque semplici domande (Stagliano e Wallace 2014) Più recentemente Stagliano e Wallace (2013) hanno messo alla prova su un campione di 241 pazienti adulti un test formato dalle tre domande ideate da Chew (2004), alle quali hanno aggiunto due domande, sempre semplici, sulle abilità numeriche e di calcolo. Oggi sappiamo infatti che queste sono importanti nell’alfabetizzazione sanitaria, ad esempio perché incidono su compiti come dosare farmaci, leggere componenti nutrizionali di alimenti o valutare rischi e bene ci di scelte 1. Percepire i segnali —> “Ho lasciato a casa gli occhiali" "E' scritto troppo in piccolo" "Lo leggerò a casa" 2. Porre una domanda "brief question” 3. SILS _ Single item literacy screener _ prevede una sola domanda: "Quante volte ha bisogno di qualcuno che la aiuti quando legge istruzioni, opuscoli o altro materiale scritto dato dal suo medico o dal farmacista?" 21 fi FASE 1. LOCUS OF CONTROL Teoria dello stile di attribuzione —> una persona cerca di spiegare un evento mettendolo in relazione con una causa Perché le persone non cambiano? 1. Vantaggi dello status quo 2. Locus of control esterno 3. Scarsa autoe cacia 4. Paura di modi care gli equilibri e di a rontare ciò che non si conosce 5. Di coltà ad immaginare alternative “Il cambiamento di un comportamento è un processo continuo, non un evento singolo. La persona deve essere propensa al cambiamento, si innesca da ciò per cui siamo pronti (spinta motivazionale/frattura interiore). Ha a che fare con una bilancia del cambiamento (costi-bene ci) non con una molla della volontà. Non sempre le informazioni cambiano i comportamenti”. 2° FASE: BISOGNI EDUCATIVI - Individuare e sintetizzare le diagnosi educative a partire dai bisogni educativi identi cati nell’analisi della situazione clinica. STILARE LA DIAGNOSI EDUCATIVA 1. Non ha adeguate conoscenze riguardo allo scompenso cardiaco 2. Non sa interpretare il valore di monitoraggio del peso 3. Non sa scegliere alcuni alimenti adeguati al suo stile di vita 4. Non sa gestire correttamente la terapia ed i suoi orari 22 ffi fi ffi fi ff fi STILARE LA DIAGNOSI EDUCATIVA 5. Non conosce la terapia che sta assumendo 6. Non segue un regime di attività sica praticando con regolarità esercizio aerobico (camminare, andare in bicicletta, jogging) FASE 2 —> FORMULARE LE DIAGNOSI EDUCATIVE - Dopo il colloquio, terminata l’analisi della situazione clinica, emotiva e sociale con la rilevazione dei bisogni educativi, l’infermiere sintetizza la diagnosi educativa - La diagnosi educativa, come giudizio sintetico scritto, su de cit di conoscenze, abilità e motivazioni, diventa strumento per coinvolgere il paziente in quanto il suo engagement è fondamentale - Deve essere: - Condivisa in equipe - Documentata nella cartella del paziente o all’interno del piano educativo - Modi cata via via (non è mai de nitiva ed esaustiva) FASI DEL PROCESSO EDUCATIVO Processo continuo, integrato nell’assistenza sanitaria ed infermieristica che sviluppa abilità di autocura nella persona e nella sua famiglia e produce un cambiamento signi cativo nell'identità del soggetto 23 fi fi fi fi fi OBIETTIVI - Conoscere le caratteristiche per de nire gli obiettivi educativi secondo il criterio SMART (speci ci, misurabili, raggiungibili, realistici e temporizzati) - Distinguere gli obiettivi educativi nelle aree di apprendimento (cognitiva, gestuale e relazionale) - Conoscere gli elementi costitutivi degli obiettivi educativi (soggetto, verbo di azione, contenuto, condizione e livello accettabile di performance) FASE 3 —> DEFINIRE GLI OBIETTIVI - Formulazione di un obiettivo educativo - Un obiettivo deve essere focalizzato su una performance - Sono il risultato atteso in termini di apprendimento da parte del paziente - Possono essere: - Obiettivi cognitivi —> sapere (conoscenze) - Obiettivi gestuali e tecnici —> saper fare - Obiettivi relazionali —> saper essere - Possono essere: - A breve termine e a lungo termine - Possono essere: - Di sicurezza/generali: obiettivi de niti dal clinico per la sicurezza - Speci ci: obiettivi importanti per il paziente e personalizzati sulle sue priorità e aspettative Gli obiettivi pre gurano i risultati di apprendimento che la persona deve raggiungere, formulazione precisa e realizzabile, il paziente deve riconoscerli come realizzabili nella sua vita quotidiana. 24 fi fi fi fi fi OBIETTIVI: 1. Conoscere gli elementi costitutivi degli obiettivi educativi (soggetto, verbo di azione, contenuto, condizione e livello accettabile di performance) 2. Scrivere obiettivi educativi a partire dalla diagnosi educativa e tenendo conto delle caratteristiche e degli elementi costitutivi DEFINIRE GLI OBIETTIVI —> COME FORMULARE UN OBIETTIVO EDUCATIVO: OBIETTIVI 1. Conoscere la nalità del contratto educativo per ingaggiare il paziente durante il processo educativo (engagement) 2. Comporre un contratto educativo di sicurezza e personalizzato individuando il piano d'azione, il piano di coping e il piano di follow up del paziente CONTRATTO EDUCATIVO 1. Cos’è: uno strumento del piano educativo per formalizzare gli accordi tra infermiere/team e paziente/famiglia 2. Finalità: de nire con chiarezza i comportamenti da apprendere (obiettivi) Caratteristiche: 25 fi fi ELEMENTI COSTITUENTI IL CONTRATTO FORMATIVO TIPOLOGIE DI CONTRATTO A BREVE TERMINE E MEDIO/LUNGO TERMINE Per la formulazione del contratto educativo ci sono 3 passaggi che vengono presidiati e sono: 26 4° FASE —> SELEZIONARE I CONTENUTI E SCEGLIERE I METODI/ STRUMENTI DI INSEGNAMENTO 1. Individuare i contenuti Evidence Based Nursing (EBN) da trasmettere al paziente 2. Scegliere il metodo/strumento di insegnamento in base alla dimensione dell'obiettivo educativo, alle abilità e capacità di apprendimento del paziente 3. Identi care le diverse tipologie di Literacy per valutare le competenze del paziente cronico 27 fi I contenuti e gli strumenti/metodi vengono scelti in base a: - Tipologia di contenuto da trasmettere e tipologia di obiettivo da raggiungere (cognitivo, tecnico, relazionale) - Lo stile di apprendimento e di attenzione del paziente - Capacità cognitive —> HEALTH LITERACY —> E – HEALTH LITERACY/DIGITAL LITERACY L' E - Health Literacy (oggi a volte chiamata anche "alfabetizzazione sanitaria digitale") è stata introdotta e de nita come "la capacità di cercare, trovare, comprendere e valutare informazioni sanitarie da fonti elettroniche e applicare le conoscenze acquisite per a rontare o risolvere un problema sanitario" Quale sarà il metodo migliore? Quale sarà lo strumento migliore? 1. È importante che ci sia coerenza tra metodi scelti ed obiettivi di apprendimento 2. Rispetto dello stile di apprendimento del destinatario 3. Facilità di utilizzo del metodo da parte dell'educatore 4. Ci sono metodi collettivi e metodi individuali 5. L'approccio più e cace è quello multi metodo CONCETTO DI LITERACY Per literacy si intende l’insieme di competenze e capacità necessarie per accedere alle informazioni e destreggiarsi nella società (competenza alfabetica funzionale) Literacy: le competenze chiave - Saper leggere 28 ffi ff fi - Saper scrivere - Abilità numerica - Saper parlare/ saper ascoltare - Saper risolvere problemi Health Literacy è il livello in cui si colloca la capacità degli individui di ottenere e comprendere le informazioni per/sulla salute necessarie per accedere correttamente alle prestazioni sanitarie e/o adottare un sano stile di vita. TIPOLOGIE DI LITERACY DA VALUTARE NEL PAZIENTE CRONICO LITERACY IN ITALIA Punteggio medio degli adulti 16-65 anni sulla scala di competenze di literacy per Paesi OCSE-PIAAC: 1. In Italia 1 adulto su 4 riesce a leggere solo frasi brevi e semplici 2. In totale il 70% della popolazione italiana si colloca al di sotto del livello 3, il livello di competenze considerate necessarie per interagire in modo e cace nella società del XXI secolo COUNSELLING EDUCATIVO/COLLOQUIO MOTIVAZIONALE Il counselling educativo è un sostegno o erto alla persona per aumentare l’autonomia attraverso lo sviluppo delle sue potenzialità e capacità al ne di a rontare in modo adeguato eventuali di coltà che insorgono durante il normale progredire del ciclo di vita. Inoltre, il counselling aiuta ad utilizzare le risorse della persona per cambiare in meglio i suoi comportamenti nalizzati al mantenimento della salute e per aiutare ad accettare condizioni di malattia o limitazioni funzionali. 29 ff ff ffi fi ffi fi Il counselling educativo, attraverso il dialogo e l'interazione, permette di: 1. De nire e gestire meglio i problemi 2. Prendere decisioni 3. A rontare momenti di crisi 4. Far luce sulle proprie emozioni e con itti 5. Migliorare la relazione con gli altri Lo strumento fondamentale per la costruzione di una relazione d'aiuto è l'ASCOLTO ATTIVO Le abilità richieste all'infermiere sono quelle costitutive la relazione d'aiuto: - Prestare attenzione - Osservare - Empatia - Accettazione incondizionata - Coerenza e autenticità Prestare attenzione al setting ( sico e temporale) Suggerimenti per condurre un colloquio di counselling: - Prima di parlare è bene ascoltare - Utilizzare un approccio sintonico (in sintonia) - Fare domande - Usare tutti i canali della comunicazione (verbale e non verbale) I concetti chiave del counselling nell’ambito dell’educazione terapeutica riguardano: Lo scambio di informazioni attraverso: 1. Utilizzo dell'ascolto esperto 2. Domande accurate e interventi al momento giusto 3. Porre attenzione agli aspetti emozionali La riduzione delle resistenze: Individuare eventuali resistenze, ovvero quando c'è tensione e disaccordo 30 ff fi fi fl Counselling telefonico: Modalità di counselling da utilizzare quando non è possibile il colloquio faccia a faccia Prevedere uno spazio adatto per stare al telefono Setting presuppone la disponibilità ad un ascolto prolungato Utilizzato nei casi di follow up: - Per la valutazione periodica degli stili di vita e la corretta gestione della terapia - Per identi care nuovi bisogni educativi - Per cogliere una riduzione della motivazione TEACH BACK – "SPIEGAMI QUELLO CHE TI HO INSEGNATO" COME EDUCARE/INSEGNARE? 1. Parlare chiaramente e lentamente rispettare i tempi parola-ascolto 2. Ripetere la frase che non è stata compresa e ripeterla con le stesse parole per non confondere la persona/caregiver 3. Utilizzare un linguaggio appropriato, con frasi semplici e non tecnicismi 4. A rontare un argomento per volta e secondo una sequenza logica 5. Evitare il più possibile espressioni colloquiali e dialettali o infantili 6. Alla ne del colloquio, assicurarsi di essere stato compreso, ponendo domande che sollecitino un feedback attraverso la tecnica del teach back —> strategia di comunicazione appropriata per veri care la comprensione durante l'insegnamento di un contenuto. - È una tecnica per veri care la comprensione del paziente rispetto alle informazioni che gli abbiamo dato - Permette di veri care la comprensione, facendo spiegare al paziente se ha capito con le sue parole - Se alla dimissione utilizziamo il teach back per educare il paziente, avrà una diminuzione del 55% di rischio di ri-ospedalizzazioni a 30 giorni dalla dimissione Quando usare la tecnica del teach back? - Istruzioni sui farmaci - Uso di un nuovo dispositivo - Per mettere a fuoco i prossimi passi nel percorso educativo 31 ff fi fi fi fi fi - In ogni occasione importante per il paziente/caregiver I 5 STEP DEL TEACH BACK “SPIEGAMI QUELLO CHE TI HO INSEGNATO” PUNTI CHIAVE DEL TEACH BACK 1. Fornire le spiegazioni sull'argomento 2. Enfatizzare che non si tratta di un'interrogazione, ma solo un modo per essere sicuri di aver detto le cose giuste, di essersi spiegati bene 3. Incoraggiare il paziente ad usare le sue parole e non quelle che avete usato voi 4. Usare domande aperte 5. Se le cose che avete spiegato comprendono l'esecuzione di una tecnica, fate fare una dimostrazione 6. Se i concetti da spiegare sono numerosi, spezza e controlla, dopo ciascuno fai la veri ca e ripeti il messaggio via via durante il colloquio TEACH BACK —> IN SINTESI L’infermiere si assume la responsabilità della comunicazione: "vediamo se sono stato chiaro, vediamo se ho dimenticato qualcosa, quali segni e sintomi dovrebbe riferire al medico?" 32 fi 1. dare informazioni un "pezzo" per volta 2. linguaggio semplice, dare solo l'informazione essenziale. Se si spiegano più concetti, partire con quelli fondamentali L'infermiere veri ca la comprensione da parte del paziente: "mi dica che cosa farà al mattino..." "come lo spiegherà a sua moglie?" "quante compresse dovrà prendere?" —> chiedere al paziente di spiegare di nuovo, se il paziente non è in grado di spiegare in modo corretto, rispiegare e richiedere Bene ci: 1. Vantaggi per i pazienti/caregiver 1. ascoltare attivamente (riassumere, memorizzare, ricordare nel tempo) 2. Vantaggi per gli operatori sanitari 1. comprensione del livello con cui il paziente comprende e applica le informazioni 3. Vantaggi per la relazione 1. aiuta a migliorare il rapporto e la ducia TEACH BACK E MALATTIE CRONICHE 1. Migliora le conoscenze e le capacità di autocura nelle malattie croniche 2. Riduce gli errori terapeutici dopo la dimissione dall’ospedale 3. Migliora l'uso degli inalatori nella BPCO 4. Riammissioni ridotte del 39% per insu cienza cardiaca 5. Gli operatori sanitari possono identi care più facilmente quando le persone non capiscono 33 fi fi fi fi ffi 5° FASE —> DEFINIRE GLI ASPETTI PRATICI DELL’INTERVENTO EDUCATIVO CHE VIENE PROGETTATO Organizzazione dell’intervento educativo Il professionista si preoccupa di organizzare gli aspetti pratici, come: MONITORAGGIO EDUCATIVO - Quando? - Durante il ricovero, le visite ambulatoriali, i follow-up telefonici e le visite domiciliari - Come si attua? - Incontri programmati o consulenze a chiamata - Con strumenti di valutazione: questionari, colloquio, griglie di osservazione con scala Likert - Scopo del monitoraggio - Controllare se le capacità de nite dagli obiettivi concordate sono mantenute e sviluppate - Identi care precocemente problemi o incidenti critici - Diagnosticare le possibili cause e rinforzare l'intervento educativo 6° FASE: 1. Distinguere la valutazione di processo dalla valutazione di risultato 2. Riconoscere i metodi di valutazione per i diversi obiettivi di apprendimento 34 fi fi Valutazione dei risultati e del processo educativo - Cosa si valuta? Valutazione di processo La tecnica più importante da utilizzare E' IL DARE E RICEVERE FEEDBACK Il feedback COSTRUTTIVO deve essere: 1. Descrittivo, costituito da dati oggettivi e suggerimenti per migliorare 2. Speci co 3. Fornito appena possibile, "a caldo 4. Focalizzato sul comportamento e non sulla persona 5. Orientato a comportamenti e capacità che la persona può migliorare 6. Rinforzare i punti positivi, poi discutere quelli deboli METODI DI VALUTAZIONE PER OB. DI APPRENDIMENTO COGNITIVI 35 fi METODI DI VALUTAZIONE PER OB. DI APPRENDIMENTO PSICOMOTORI METODI DI VALUTAZIONE PER OB. DI APPRENDIMENTO AFFETTIVO RELAZIONALI 36

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