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This document provides an introduction to anthropometry and its various applications, such as clinical anthropometry in nutritional disorders. It details different parameters, methods of measurement, and considerations for accuracy and reproducibility. The text also mentions the relevance of anthropometry for sports, ergonomics, legal purposes, and clinical diagnostics.
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ANTROPOMETRIA CLINICA NEI DISORDINI DELLA NUTRIZIONE Introduzione all’antropometria e parametri antropometrici Antropometria -> è intesa come la scienza che misura il corpo umano nella sua totalità o solo in alcune sue parti o segmenti. Disciplina che studia la morfologia del corpo, la forma dei d...
ANTROPOMETRIA CLINICA NEI DISORDINI DELLA NUTRIZIONE Introduzione all’antropometria e parametri antropometrici Antropometria -> è intesa come la scienza che misura il corpo umano nella sua totalità o solo in alcune sue parti o segmenti. Disciplina che studia la morfologia del corpo, la forma dei diversi organi che formano i diversi sistemi e apparati – viene definita anatomia quantitativa perché attraverso l’antropometria si esprime la morfologia corporea attraverso dei dati quantitativi (PARAMETRI MISURABILI). Questi parametri misurabili a loro volta vengono utilizzati per ottenere informazioni sulla composizione del corpo – indicativo dello stato nutrizionale e del buono stato di salute. Misurazione del peso, dimensioni corporee dalle quali si ricavano proporzioni e informazioni sulla composizione corporea. informazioni generali sullo stato nutrizionale e di salute. Esistono diverse applicazioni dell’antropometria: - Sportiva: i parametri antropometrici misurabili vengono utilizzati per identificare delle attitudini fisiche verso una particolare e specifica disciplina sportiva. Utilizzati anche per mettere a punto delle forme personalizzate di allenamento volte a migliorare specifiche performance atletiche - Ergonomica: parametri antropometrici utilizzati per ricavare dei canoni ergonomici che trovano diverse applicazioni ad esempio industriali (azienda di trasporti per misurare le sedute delle automobili o trasporti pubblici) - Clinica: i parametri antropometrici vengono utilizzati a scopo diagnostico e terapeutico. - Legale: utilizzo dei parametri misurabili che vengono utilizzati per identificare l’individuo in maniera più o meno dettagliata L’antropometria si basa su parametri misurabili e ovviamente questi devono essere confrontati con valori di riferimento che sono ormai ben noti e consolidati in letteratura – sia attraverso studi longitudinali (una misurazione viene eseguita sullo stesso soggetto più volte nel corso del tempo – più complessi perché ci deve essere un’ampia coorte di soggetti) oppure studi trasversali (studio dove si valuta un certo parametro su un’ampia coorte di soggetti reclutati, più di 300, coorte che deve essere omogenea e uniforme per età, genere ed etnia). Solitamente questi dati vengono rappresentati con istogramma in cui sull’asse delle x c’è il valore misurato e sull’asse delle y il numero di volte in cui quel dato valore è stato riscontrato. Andando ad utilizzare una rappresentazione di questo tipo si trova un valore più frequente che è quello che viene definito come moda. Se i valori si distribuiscono in maniera uniforme si ha una distribuzione normale gaussiana dove la moda corrisponde alla media. Nelle misure antropometriche quasi mai si ha una distribuzione normale. La maggior parte degli studi sono longitudinali e quindi non possono essere rappresentati con la gaussiana, si vedranno rappresentazioni attraverso il metodo dei centili o percentili dove la serie di valori misurati vengono disposti in maniera ordinata e vengono suddivisi in 100 gruppi uguali (all’interno di ogni gruppo c’è lo stesso numero di valori). Il cinquantesimo percentile permette di individuare un parametro al di sopra e al disotto del quale si ha il 50 % dei valori misurati. Quinto percentile vorrà dire che il 95% dei valori misurati è maggiore del quinto percentile mentre il 5% è inferiore al quinto percentile. Valori normali rientrano tra il terzo e il 97esimo percentile. Valori percentili = riguardano le caratteristiche antropometriche riferite alla popolazione in generale e/o quando necessario a quella di gruppi specifici (es. Maschi, Bambini,ecc.) I valori statistici di misura antropometrica vengono divisi in 100 parti percentuali dette “PERCENTILI”. Il 1° percentile indica che il 99% della popolazione ha dimensioni maggiori, il 95° percentile indica che solo il 5% della popolazione ha dimensioni maggiori. In altre parole, data una dimensione del corpo, il percentile indica la percentuale di persone che hanno una data misura o una misura inferiore. Il metodo dei centili è applicabile in qualunque modello di distribuzione della variabile Metodo semplice che permette di valutare un soggetto nel tempo Valuta se i parametri misurati deviano dalla norma o si accentuano/riducono col progredire dell’età del soggetto che svolge una determinata attività fisica Rilevazione delle misure antropometriche Affinché i Parametri antropometrici possano essere utilizzati negli studi devono essere accurati e riproducibili. - Accurati: grado di corrispondenza fra il grado misurato e reale. - Riproducibili: corrispondenza tra risultati ottenuti in successive misurazione. Per essere riproducibili devono essere precise, ottenere variazioni minime e quindi trascurabili. Bisogna attenersi a degli standard per effettuare la misurazione (standardizzata) così da poter essere riproducibili e accurati. Questa misurazione deve tenere contro di: - posizione standard - punti antropometrici di riferimento - strumentazione antropometrica Deve essere effettuata ponendo il soggetto nella posizione standard di riferimento, in specifici punti antropometrici di riferimento e con strumentazione certificata. Posizione standard di riferimento: il soggetto deve essere in posizione eretta, gli arti inferiori ravvicinati, la parte posteriore dei piedi a contatto tra di loro mentre le punta dei piedi leggermente divaricati. Gli arti superiori devono essere distesi lungo i fianchi e i palmi della mano orientati in senso mediale. La testa deve essere con volto rivolto verso l’osservatore e lo sguardo fisso all’orizzonte. La testa deve essere posizionata secondo il piano di Francoforte. Tre piani di riferimento: - trasversale (piano parallelo al pavimento – dividere il corpo in una porzione superiore o craniale e una porzione inferiore in base al piano trasversale) - sagittale (perpendicolare agli altri due piani, parallelo al nostro corpo e divide in una parte destra o sinistra rispetto al piano sagittale) - frontale o coronale (piano diretto perpendicolarmente al pavimento che divide il corpo in una parte anteriore e in una parte posteriore) Il piano sagittale mediano divide il corpo in due unità uguali e speculari tra di loro. Questi piani si intersecano tra di loro e dal punto di intersezione si identificano assi anatomici di riferimento: - asse longitudinale data dall’intersezione tra piano frontale e sagittale, - asse trasversale diretto trasversalmente da destra verso sinistra, - asse sagittale diretto dall’avanti al dietro. Dati questi tre assi si può dire che nella posizione standard la testa deve essere mantenuta secondo il piano Francoforte: piano trasversale che passa tangente al margine inferiore della cavità orbitale e al margine superiore del condotto uditivo. Data la posizione standard di riferimento i parametri antropometrici devono essere misurati in corrispondenza di punti antropometrici di riferimento: punti di repere. Questi punti di repere possono essere fissi (o anatomici) oppure mobili. I punti fissi anatomici sono dei punti di riferimento scheletrici, ossei. Fissi perché la struttura ossea è costante, strutture ossee superficiali facilmente palpabili sotto la cute. Oppure vengono utilizzati anche punti mobili che fanno riferimento a strutture cutanee e muscolari che possono essere mobili, esempio i capezzoli. Questi punti antropometrici di riferimento in base alla loro simmetria possono essere mediani o laterali. Mediani sono quei punti che si trovano sul piano sagittale mediano ma se li troviamo lungo il piano sagittale mediano vuol dire che sono anche dei punti impari come ad esempio ombelico. Se si trovano lateralmente rispetto al lato mediano saranno laterali e saranno pari. Busto: tutta la parte del corpo esclusi gli arti – testa, collo e tronco. Il tronco a sua volta si compone del torace e dell’addome divisi dal diaframma. Arti superiori – braccio, avambraccio e mano Arto inferiore – coscia, gamba e piede. Punti di repere cranici: le misure antropometriche a livello del cranio sono molto importanti quando si studia l’antropometria pediatrica. L’accrescimento del cranio è indice dello sviluppo neuronale, nell’adulto le misure a livello del cranio non sono rilevanti. - Vertex: punto del cranio che si trova più in altro - Opistocranion: punto osseo più posteriore Punti di repere a livello del tronco: sia dei punti di repere pari che punti di repere impari. Punti impari (e mediani) del tronco - Punto giugulare (o sovrasternale) - Xifoideo: estremità distale dello sterno. La parte inferiore dello sterno si chiama xifoide. - Punto mesosternale: punto di mezzo tra punto giugulare e punto xifoideo. Si trova la quarta articolazione sternale. - Simphysion o punto pubico che corrisponde al margine superiore della sinfisi pubica che è articolazione tra anca sinistra e anca di destra. - Punto ombelicale - Punto epigastrico: è un punto che si viene a formare se andiamo a intersecare il piano sagittale mediano con un piano trasversale che è tangente al margine inferiore dell’arcata costale. Punti pari (e laterali) a livello del tronco: - Punto ileocristale: è il punto più laterale delle ossa dell’anca. Punto più sporgente lateralmente della cresta iliaca a soggetto in piedi - Punto ileospinale: è il punto più sporgente anteriormente della spina iliaca anteriore superiore Punti pari a livello degli arte superiori e inferiori: - Punto acromiale: punto più sporgente lateralmente del margine laterale del processo acromiale della scapola - Punto omerale: protuberanza ossea dell’omero. Punto più sporgente all’esterno del condilo esterno dell’omero - Punto radiale: parte più prossimale del radio. Punto più prossimale del margine mediale del capitello radiale (gomito) - Stylion radiale: corrisponde al processo stiloideo del radio - Dactylion: punto più distale del polpastrello del terzo dito della mano - Trocanteron, trocanterico: punto più alto del grande trocantere del femore, sporgenza più laterale dell’osso del femore. - Planta: pianta del piede, appoggio plantare Strumentazione antropometrica validata e certificata: - Antropometro usato per misurare le lunghezze. Altimetro per misurare statura - Metro a nastro per misurare delle circonferenze - Bilancia pesapersone - Compassi ad asse parallele che ad asse curve per misurare i diametri - Plicometro che misura le pliche o pieghe corporee I parametri antropometrici possono essere di due tipologie: statici o dinamici (prendono in considerazione il corpo in movimento). Parametri statici sono valutati sul soggetto fermo, questi parametri possono essere definiti parametri antropometrici totali (quando si riferiscono al corpo intero) o segmentali (si riferiscono solo a parti del corpo). Possono essere definiti come parametri fondamentali (imprescindibili in una qualunque analisi antropometrici) o secondari (utilizzati solo a seconda dell’obiettivo, valutazione antropometrica specifica). Possono essere diretti o indiretti, quelli fondamentali sono diretti perché misurati direttamente con lo strumento. Il dato lo si ottiene leggendo il numero sullo strumento oppure indiretti quando si ricavano con una specifica formula da quelli diretti. Praticamente si esegue in 3 fasi: rilievo di misure fondamentali, elaborazione delle misure fondamentali, valutazione delle misure fondamentali Parametri antropometrici 1. Peso. Il peso da un informazione complessiva del nostro corpo. Massa corporea espressa in kg. Viene valutata la componente stabile data da organi e strutture che compongono l’apparato scheletrico e altri apparati, e la componente invece più variabile che è formata dal tessuto adiposo e dal tessuto muscolare. Il peso corporeo è un parametro che cambia da soggetto a soggetto e può variare in relazione allo stato fisico, nutrizionale e alcuni stati fisiologici. Trova applicazioni in ambito clinico. Sicuramente nel bambino l’evoluzione del peso è un indicatore sul suo accrescimento: superati i due anni valutazione dello stato nutrizionale mentre nell’adulto stato di salute. Da un punto di vista pratico si misura con bilancia pesapersone. Misura standard di riferimento è che il peso abbia addosso solo intimo, al mattino, a digiuno e dopo che è avvenuto svuotamento della vescica. 2. Statura. Si fa riferimento alla statura totale o in ortostatismo (fermo e in piedi) utilizzando altimetro o infantometro, il soggetto deve essere appoggiato alla parete in posizione di riferimento. L’altezza è la distanza fra il vertex e la pianta. 120 e 190 centimetri sono i parametri standard, meno nanismo e massimo gigantismo. Ci sono dei precisi valori di riferimento nei bambini da 0 fino a 17/18 anni. Fino a due anni si fa riferimento ai valori assoluti t0, t1, t2. Si va a valutare la velocità di accrescimento o crescita staturale, va tenuto in considerazione il primo picco di crescita, intorno ai 10 anni si assesta per arrivare a un secondo picco di crescita che è diverso nel maschio e nella femmina. Oltre alla statura totale viene usata anche la statura da seduto: ci dà informazione sulla lunghezza del busto. 3. Lunghezze segmentali scheletriche riferite al tronco: lunghezza del tronco (distanza tra punto giugulare e punto pubico) ma anche altezza del torace (distanza tra il punto giugulare e il punto xifoideo) o lunghezza dell’addome (distanza tra il punto xifoideo e il punto pubico). Nell’ambito della lunghezza dell’addome si distingue lunghezza dell’addome superiore e la lunghezza dell’addome inferiore – l’addome superiore e quindi lunghezza dell’addome superiore è la distanza tra punto xifoide e punto epigastrico mentre addome inferiore tra punto epigastrico e punto pubico. Utilizzati per valutare accrescimento, somatotipo o antropometria ergonomica. 4. Lunghezze degli altri superiori e inferiori. Ci possono essere delle valutazioni progressivamente più dettagliate che si riferiscono solo ad alcune parti. Facendo riferimento alla lunghezza totale, distanza tra punto acromiale e dacthylion, la lunghezza dell’arto inferiore dovrebbe partire dalla parte più prossimale del femore, testa del femore, che però non rientra tra i punti di repere perché è inserita nell’anca e non misurabile a livello superficiale. Si parte quindi dal punto ileo spinale, fino alla pianta sottraendo poi 4 cm. Altezza inferiore: si intende la distanza misurata tra il punto pubico e la pianta Lezione 20.11.2024 Diametri scheletrici Si possono riferire al tronco oppure alle estremità inferiori e anteriori. Valutazione della taglia corporea e della robustezza. - Esistono tre diametri trasversali scheletrici principali, disposti dall’alto verso il basso: il diametro trasverso toracico, quello addominale e quello del bacino. Il diametro trasverso toracico rappresenta la larghezza massima della porzione toracica del tronco e viene misurato all'altezza del punto mesosternale, che si trova a metà strada tra il punto giugulare e il punto xifoideo. Scendendo più in basso, il punto di riferimento per il diametro trasverso addominale corrisponde al punto epigastrico. Infine, il diametro trasverso del bacino, detto anche diametro bicristale, è misurato tra i due punti ileocristali. - Si aggiungono 2 diametri sagittali che sono definiti anche come diametri anteroposteriori: toracico e addominale che hanno come punto di repere gli stessi punti di repere usati per il diametro trasverso toracico e addominale. Circonferenze Si misurano con un antropometro a nastro, circonferenze a livello del tronco e circonferenze a livello degli arti. Le circonferenze a livello degli arti vengono valutate per lo sviluppo muscolare, quelle a livello del tronco per il tessuto adiposo. - Toracica – si misura alla stessa altezza dei diametri toracici sia trasversale che anteroposteriore. Punto mesosternale. - Della vita – è indicata come il punto più stretto del tronco. In alcuni soggetti andare a identificare il punto più stretto del tronco è complicato (obesi), per convenzione viene misurata nel punto di mezzo tra il punto epigastrico e il punto ileocristale. -> indice di tessuto adiposo profondo - Massima addome – viene misurata nel punto più largo del tronco che spesso può corrispondere anche con l’ombelico. -> indice di tessuto adiposo profondo e sottocutaneo - Dei fianchi – viene condotta mettendo antropometro a nastro in corrispondenza del punto trocanterico. -> distrettualità tessuto adiposo Valutando gli arti ci sono circonferenze: - Del braccio – si misura nel punto di mezzo della porzione più prossimale superiore tra l’acromion e l’olecrano -> indice delle riserve proteiche - Arto inferiore: circonferenza del polpaccio nel punto di mezzo tra ginocchio e malleoli mentre a livello della coscia possono essere misurate tre circonferenze: prossimale (in corrispondenza della linea glutea, più comunemente utilizzata), mediana e distale (viene misurata vicina al ginocchio in posizione opposta alla circonferenza prossimale). -> indicatore di adiposità e atrofia muscolare Pliche cutanee Indicazione della distribuzione topografica del tessuto adiposo. Si valuta una componente dell’apparato tegumentario: strutture che rivestono le superfici esterne del corpo. Sezione della parete toracica: la parete toracica, procedendo dall'esterno verso l'interno, presenta una componente osteomuscolare in profondità. La superficie esterna è rivestita dall'apparato tegumentario, che comprende uno strato cutaneo più superficiale e uno strato sottocutaneo più profondo. Il tessuto sottocutaneo, a sua volta, è in relazione con le strutture muscolari o ossee sottostanti La cute della parete toracica è relativamente spessa ed è costituita da un epitelio con uno strato di membrana. Al di sotto della cute si trova il tessuto sottocutaneo, formato prevalentemente da tessuto adiposo. Durante la misurazione delle pliche cutanee, si solleva sia lo strato cutaneo che quello sottocutaneo per valutarne lo spessore complessivo. Questa misurazione rappresenta il doppio strato composto dalla cute e dall’ipoderma (o tessuto sottocutaneo) che si trova interposto. Lo spessore della plica risulterà tanto maggiore quanto maggiore è la quantità di tessuto adiposo presente nell’ipoderma. - Identificazione del sito di misurazione: contrassegnato per misurare circonferenza corrispondente (calcolo aree muscolo-adipose - Sollevamento della plica: il pollice e I'indice della mana sinistra sollevano la plica 1 cm al di sopra del sito di misurazione - applicazione del plicometro: in corrispondenza del punto in cui i lati delIa plica sono approssimativamente paralleli. - Lettura della misura: circa 4 secondi dopo che si e applicato il calibro. La misura viene approssimata a 0.1 cm Le pliche possono essere utilizzate: 1. come indicatori di adiposità, 2. per il calcolo delle aree muscolo-adipose (e della circonferenza muscolare) degli arti, 3. come indicatori del rischia di malattia Sono misurate a livello del tronco, dell’arto superiore e inferiore. A livello del tronco andiamo a misurare la plica pettorale o anche detta toracica; plica sottoscapolare, plica medioascellare, plica addominale, plica sovrailiaca. A livello dell’arto superiore: plica tricipitale posteriormente, anteriormente plica bicipitale. A livello dell’avambraccio plica dell’avambraccio. A livello dell’arto inferiore plica della coscia, sopra alla rotula si misura la plica soprapatellare e inferiormente la plica poplitea mediale. - Plica pettorale: si misura a livello del muscolo grande pettorale, specificamente nel suo punto medio. Questo muscolo si inserisce anche sull’omero. Convenzione: le pliche vengono generalmente misurate sul lato sinistro del corpo. - Plica sottoscapolare: si misura posteriormente, a livello dell’angolo inferiore della scapola, un osso superficiale. La misurazione segue un piano obliquo, formando indicativamente un angolo di 45°. - Plica medioascellare: situata lungo la linea ascellare media, nel punto centrale del cavo ascellare. Questa plica si individua sulla base di strutture superficiali: il punto medio tra il margine inferiore del muscolo grande pettorale e quello del grande dorsale. - Plica sovrailiaca: a livello del bacino, lateralmente, appena sopra la cresta iliaca. Arti superiori: - Plica bicipitale: misurata anteriormente sul muscolo bicipite brachiale. - Plica tricipitale: misurata posteriormente sul muscolo tricipite brachiale, nel suo punto medio. Plica inferiore: - Plica sovrapatellare: si misura inferiormente, sopra la rotula. - Plica mediale poplitea: si misura posteriormente, nel punto centrale del polpaccio. Quelle viste fino ad ora sono misure dirette dalle quali si ricavano degli indici, facendo dei rapporti – indici antropometrici. Statura in ortostatismo (ST) o statura da seduto che da indicazione della lunghezza del busto (STS). Dal rapporto tra statura da seduto e statura totale messa in percentuale si ricava l’INDICE CORMICO: rapporto tra busto e altezza totale. Da un informazione di quanto il busto incide sull’altezza totale del soggetto, il resto della statura è dato dall’arto inferiore – da indicazione anche sulla prevalenza del busto sulla statura totale. Quanto è maggiore di 53,1 si parla di soggetti macrocormici e dice che il busto incide più del 53% sulla statura totale – in proporzione gli arti saranno meno rappresentativi (brevilinei). Quando è compreso tra 51.1 e 53 si ha condizione di equilibrio tra busto e arti, soggetti mesaticormici. Quando l’indice è basso vuol dire che il busto incide meno del 51% sulla statura totale, soggetti brachicormici (longilinei). Oltre all’indice cormico viene utilizzato e calcolato anche l’INDICE SCHELICO: la statura totale meno la statura da seduto (arti inferiori) rapportati al busto. Quando questo valore è molto alto abbiamo una prevalenza degli arti inferiori rispetto al busto. Maggiore di 90 si parla di soggetti macroscheletri dove gli arti sono preponderanti rispetto al busto. Quando il valore è basso, minore di 85, il numeratore è più basso e quindi arti meno preponderanti, soggetti brachischeletrici. Condizione intermedia si parla di soggetti mesatischeletrici. Il rapporto tra altezza superiore e altezza inferiore è un parametro utilizzato principalmente in età pediatrica. Durante la prima infanzia, questo rapporto tende ad essere elevato, ma nell'adulto si avvicina a un valore di 0,97. Eventuali alterazioni di questo rapporto possono indicare condizioni patologiche, anche se non sempre strettamente correlate a patologie specifiche. AS = ST - AI Indice di lunghezza dell’arto superiore in base a questi indici viene indicato corto medio o lungo – informazione sullo sviluppo corporeo. WHR -> indice che fa riferimento alle circonferenze. Rapporto tra circonferenza della vita e circonferenza dei fianchi. - indicativo della distribuzione del grasso a livello addominale (di tipo androide) - >1 eccesso di grasso addominale - Quanto più è alto maggiore è il rischio di malattie metaboliche, come il diabete tipo II e cardiovascolari - Limite di rischio ≥ 0,94 per gli uomini e ≥ 0,82 per le donne BMI -> rapporto tra peso e statura (indice pondero-staturale). Il BMI però non dà indicazioni riguardanti massa magra e grassa, età, etnia, ci informa solo sullo stato di nutrizione del soggetto. COMPOSIZIONE CORPOREA Suddividere il corpo nelle sue componenti Modello bi-compartimentale -> la nostra massa corporea si compone di due compartimenti, è costituita da quella che viene indicata come FM (massa grassa) e FFM (massa libera da grasso). Peso somma di massa grassa e massa libera da grasso – in una condizione di normalità la massa grassa rappresenta il 15 % del peso corporea mentre la massa libera da grasso rappresenta l’85%. Massa grassa -> corrisponde al tessuto adiposo. Si suddivide in due frazioni a sua volta: frazione essenziale e frazione di deposito. La frazione di deposito è quella preponderante ed è il tessuto adiposo sottocutaneo. Corrisponde a circa il 10%. È considerata una frazione di deposito perché rappresenta una riserva energetica (trigliceridi). Questa frazione di deposito è nel sottocute, distribuzione ormone dipendente – nel maschio tende ad accumularsi nella porzione superiore del corpo, a livello del collo e del torace. Mentre nella donna tende a depositarsi nella porzione inferiore del corpo, parte bassa dell’addome, fianchi e cosce. La frazione essenziale rappresenta un 3-5% ed è quella che si trova a livello di numerosi organi e ha la funzione di supportare gli organi nello svolgimento della loro funzione, fonte energetica oppure è anche quella frazione che si trova a livello della cavità toracica o addominale a proteggere i visceri. C’è una quota di massa grassa essenziale tipica nella donna e non nell’uomo: la quota di tessuto adiposo a livello delle mammelle fa parte della massa grassa essenziale. Quota di tessuto adiposo che interviene nelle fasi di allattamento per favorire la funzione della ghiandola mammaria. È stato dimostrato che gli adipociti nella frazione essenziale, a livello della mammella sono capaci di trans-differenziare da adipocita diventando una cellula secernente (adipociti rosa). Con il progredire dell’età la percentuale di massa grassa tende ad aumentare perché anziano va in contro a sarcopenia senile (riduzione della massa muscolare) in proporzione aumenta quindi la quota di massa grassa – circa 3% ogni 10 anni. Può dimezzarsi nei soggetti attivi, sportivi. FFM – massa libera da grasso, massa magra. Per capire come è organizzata la massa magra si passa ad altri modelli chiamati multi compartimentali dove viene suddivisa in più compartimenti: 60% di acqua e 20% di proteine e minerali. Modello a 4 compartimenti: massa grassa + acqua 60%, 15% proteine, 5% di minerali. Se ci focalizziamo sulla componente dell’acqua corporea totale, l’acqua non è costante ma viene riciclata durante la giornata, bilancio idrico di 2.5l al giorno. La percentuale cambia nei diversi apparati e sistemi (tessuto muscolare maggiore riserva di acqua) e in relazione all’età dove tende a ridursi nell’adulto con maschi che hanno quota maggiore rispetto alle femmine. L’acqua è compartimentalizzata: intracellulare e extracellulare (sangue, linfa e fluido interstiziale). La compartimentalizzazione dell’acqua può cambiare in condizioni patologiche: obesità riduzione dell’acqua corporea e sull’acqua totale aumenta la quota extracellulare: importante perché è quella che si trova nel sangue quindi se aumenta la quota di acqua extracellulare aumenta il volume del sangue (perché aumenta il numero di tessuto adiposo e quindi di adipociti) – aumentando il volume si va in contro a ipertensione e aumento del rischio cardiovascolare. La conoscenza di idratazione intra ed extracellulare fornisce informazioni sullo stato nutrizionale e sullo stato di salute Valutazione della composizione corporea e dello stato nutrizionale La valutazione della composizione corporea può essere fatta a diversi modelli e quello più utilizzato è a 5 modelli: 1- Atomico: significa prenderei in considerazione tutti gli atomi che vanno a costituire il nostro corpo 2- Molecolare: andare a prendere in considerazione molecole che si formano dalla combinazione degli atomi 3- Cellulare: atomi assemblati per formare cellule e matrice extracellulare. Valuta la composizione corporea in termini di cellule e spazio extracellulare (componente liquida e componente solida) 4- Tissutale: andare a valutare la composizione dei diversi tessuti. Tessuto adiposo, muscolare, osseo, epiteliale e nervoso 5- Del corpo in toto: corpo suddiviso nelle sue componenti di testa, tronco e arti superiori e inferiori L’analisi antropometrica ci permette di valutare la composizione corporea a livello anatomico, in parte cellulare e a livello del corpo in toto. Nella determinazione della valutazione corporea sono disponibili anche altre metodiche come: pesata idrostatica, BIA (bioimpedenziometria), DEXA (assorbimento fotonico a doppio raggio) e pletismografia a spostamento d’aria. Pesata idrostatica = consiste nell’andare a pesare il soggetto in acqua, la metodica è costosa ma anche molto ingombrante, difficile da svolgere perché importante la compliance del soggetto. È in assoluto la metodica ritenuta gold standard per la determinazione della densità corporea che permette poi in maniera indiretta di calcolare la percentuale di massa grassa e massa magra. Densità corporea è peso corporeo/volume. Per determinare il volume si usa la pesata idrostatica che sfrutta il principio di Archimede. Quel volume corrisponde al volume spostato nel momento in cui si fa la pesata in acqua e si calcola come differenza tra il peso a secco e il peso in acqua. Si tiene conto anche del volume respiratorio residuo e 0.1 che serve per correggere rispetto al volume di aria presente. La formula tiene anche conto della densità dell’acqua. Dalla densità corporea si ricava la massa grassa e magra. Il tessuto adiposo è meno denso dell’acqua: alta percentuale di massa grassa rende il corpo meno pesante in acqua (perché peso specifico si riduce). Pletismografia = strumentazione più semplice, permette di valutare il volume in base allo spostamento di aria. Strumento molto costoso. Volume corporeo corrisponde al volume di aria che viene spostato nel momento in cui entra nello strumento: nel momento in cui entra una quota di volume esce. Più facile da utilizzare e si presta bene anche per soggetti obesi o bambini. DEXA = è una metodica diagnostica che utilizza raggi X a bassa energia con due livelli di intensità. Si basa sul principio che le diverse componenti del corpo (tessuto adiposo, massa magra e tessuto osseo) assorbono in modo differente le radiazioni ionizzanti. Un'elevata quantità di tessuto adiposo, ad esempio, assorbe una maggiore quantità di raggi X rispetto ad altri tessuti. La DEXA consente una valutazione tri-compartimentale del corpo, fornendo informazioni dettagliate non solo sulla composizione corporea (massa grassa e magra), ma anche sulla densità e la salute della componente ossea. BIA = è una metodica che utilizza un flusso di corrente elettrica a basso voltaggio per analizzare la composizione corporea. Si basa sul principio che le diverse componenti del corpo si comportano come buoni o cattivi conduttori elettrici. Ad esempio, il tessuto adiposo è un cattivo conduttore a causa della sua bassa percentuale di acqua, mentre i tessuti magri, ricchi di acqua e elettroliti, conducono meglio la corrente. La BIA fornisce informazioni sulla distribuzione della massa grassa e della massa magra, rendendola uno strumento utile per la valutazione della composizione corporea. Nella valutazione della composizione corporea i principali parametri sono statura, peso, circonferenze, pliche e diametri e questi vengono utilizzati per - stimare la composizione corporea e la distribuzione del tessuto adiposo e muscolare - determinare gli indici staturo ponderali, - individuare la taglia corporea - individuare il somatotipo. In che modo ci permettono di stimare la composizione corporea? I due principali parametri sono le circonferenze e le pliche. Circonferenze dipende da genere ed età: - donne giovani -> addome – cosce – avambraccio - donne non giovani -> addome – cosce – polpaccio - uomini giovani -> braccio – addome – avambraccio - uomini non giovani -> addome – glutei – avambraccio Una volta misurate le circonferenze si usano tabelle di conversione con le quali ciascuna di queste misure viene convertita in una costante: la prima misura costante A (addome), la seconda costante B (coscia) e la terza costante C (avambraccio). Una volta trovata la costante si applica una formula: massa grassa = a+b-c-10.2. -> FFM = BW - FM Alle circonferenze si possono aggiungere le pliche che permettono di calcolare 2 stati di cute e ipoderma – informazione sulla massa grassa di deposito. Le pliche che si misurano sono quella pettorale, addominale, coscia, tricipitale, sovrailiaca, sottoscapolare, ascellare. Dalle pliche è possibile ricavare la massa grassa con approccio diretto e indiretto. - Quello indiretto si basa sulla predizione della densità corporea. Sulla base di studi trasversali sono state trovate correlazioni tra plica e densità corporea senza usare pesata idrostatica. Vengono considerate 4 pliche (bicipitale, tricipitale, sottoscapolare e sovrailiaca): 2 formule diverse nel maschio nella femmina. Sommatoria delle 4 pliche – mm della sommatoria delle 4 pliche misurate. Dalla densità attraverso altra formula si ricava percentuale di massa grassa – approccio indiretto. Il limite di questa misurazione è che si misurano solo pliche a livello del tronco, non si hanno informazioni su tessuto adiposo a livello dei fianchi o cosce – sottostima della massa grassa a livello inferiore del corpo - Un metodo diretto per ricavare FM dalle pliche è un metodo di Baun che utilizza un monogramma: si prendono in considerazione 3 pliche diverse nel maschio e nella femmina. Si parte con una sommatoria, il valore di questa somma lo riportiamo in una scala graduata (somma delle pliche). Si relaziona in base all’età del soggetto, si tira una riga che collega questi due parametri. Passa attraverso due righe a seconda che sia maschio o femmina vedo la percentuale di grasso a cui corrisponde. Distrettualità adiposa Oltre a valutare la composizione si può considerare come si distribuisce il tessuto adiposo e muscolare nel nostro corpo (topografia del tessuto adipo. Si identificano i biotipi costituzionali: biotipo ginoide, androide o intermedio. Nel biotipo ginoide si ha la distribuzione del tessuto adiposo nella parte inferiore del corpo, ginoide è quello più femminile generalmente. Androide si ha distribuzione del tessuto adiposo nella parte superiore del corpo tipica dei maschi. Mentre il biotipo misto distribuzione omogenea del tessuto adiposo. Per definire quantitativamente un biotipo o un altro si usano parametri antropometrici: circonferenze di vita, fianchi e cosce e soprattutto i rapporti. WHR= circonferenza vita/circonferenza fianchi WTR= circonferenza vita/circonferenza coscia - WHR e WTR < biotipo ginoide - WHR e WTR > nel biotipo androide Distrettualità muscolare Distribuzione del tessuto muscolare scheletrico: tessuto muscolare ricco di proteine – usato per valutare massa proteica o deficit di massa proteica. Parametri che servono per valutare condizioni di difetto nutrizionale. I parametri considerati sono circonferenze e pliche. Si utilizzano AMA, AFA e AMC. Si ricavano attraverso circonferenza del braccio e area totale del braccio in relazione con la plica tricipitale (TSF). Determinazioni staturo ponderali Ci sono appositi indici che mettono in relazioni peso e statura: indice di Livi e BMI. BMI rapportati con mortalità. Per valori superiori a 25 c’è aumento esponenziale della mortalità e quindi il rischio è stato suddiviso in gruppi: Ulteriori studi hanno evidenziato la relazione tra BMI e obesità. Principale indice di riferimento per la diagnosi dei disturbi della nutrizione. Limite del BMI -> non da informazione sulla % della massa grassa. A parità di peso e altezza il BMI è lo stesso in due persone – data elevata correlazione con obesità e mortalità rimane principale indicatore di salute. Taglia corporea Un altro indicatore è la taglia corporea che da indicazione sulla struttura scheletrica individuale e serve per valutare se la corpulenza del soggetto è dovuta a robustezza scheletrica o a massa grassa. Parametri antropometrici che vengono utilizzati: statura, diametro del gomito e circonferenza del polso. - Diametro del gomito può essere messo in relazione con età e genere o con statura e in entrambi i casi la taglia corporea viene suddivisa in piccola, media e grande. - Circonferenza del polso in relazione al genere: longilinei, normolinei e brevilinei - Rapporto tra statura e circonferenza del polso: esile, media e robusta. Lezione 27.11.2024 Individuazione del somatotipo -> classificazione dei vari individui in base al tipo morfologico – classificazione tipo morfologica (insieme di caratteri anatomici che impartiscono un determinato aspetto morfologico). Tipo costituzionale indica non solo gli aspetti anatomici ma prende anche in considerazione la funzionalità degli organi. La classificazione somatotipo è quella che fa riferimento al modello di Sheldon, poi rivisto da Heath e Carter: tutti gli individui possono essere classificati in 3 tipi morfologici: endomorfo, mesomorfo e ectomorfo (richiamano il nome dei tre foglietti embrionali che si formano durante lo sviluppo embrionale – da questi derivano tutti gli altri tessuti e organi dell’individuo). - Endomorfo -> tipico dei soggetti brevilinei, struttura ossea più robusta, tendenza a sviluppare grasso e tessuto adiposo. L'endomorfo è predisposto a immagazzinare grasso. Pertanto i gradi di appartenenza all'endomorfismo delineano la tendenza all'accumulo di lipidi di un soggetto, nonostante ciò sviluppa facilmente anche massa muscolare. Tendenza all’obesità - Mesomorfo -> particolare tendenza a sviluppare massa muscolare. Struttura ossea di media dimensione, tendenza a sviluppare massa muscolare. Il mesomorfo è tendenzialmente predisposto a sviluppare la muscolatura, ma non a immagazzinare grasso. Pertanto i gradi di appartenenza al mesomorfismo delineano la tendenza allo sviluppo muscolare di un soggetto. - Ectomorfo -> soggetti longilinei dove si ha particolare sviluppo in lunghezza del sistema muscolo- scheletrico. Tendono a sviluppare poco sia massa muscolare che massa grassa. L'ectomorfo non è predisposto a immagazzinare grasso o a costruire muscolo. Pertanto i gradi di appartenenza all'ectomorfismo delineano la tendenza al mantenimento di un corpo sottile, magro, poco muscoloso e longilineo di un soggetto. Descrizione soggettiva rivista poi da Heath e Carter utilizzando un metodo antropometrico così da renderla più oggettivabile. Anche secondo questo modello il somatotipo dipende dalla combinazione delle tre componenti: endomorfica, mesomorfica e ectomorfica. Il somatotipo finale viene dalla combinazione e dall’incidenza di queste tre componenti. L’incidenza di ciascuna componente viene valutata secondo una certa scala. Come si determina il somatotipo? 1. Rilevazione delle misure antropometriche – statura, peso, pliche (sottoscapolare, tricipitale, sovrailiaca, polpaccio), diametri (polso e ginocchio), circonferenze (braccio e polpaccio) 2. Calcolo del valore di ciascuna componente – formule che permettono di calcolare l’incidenza di ciascuna componente 3. Confronto di ciascuna componente – si valuta chi ha la maggiore incidenza Somatotipo bilanciato: una delle componenti ha il valore più grande e le altre due sono uguali o con una variazione costante bilancio energetico positivo. Dipende da un complesso di rimodellamento del tessuto adiposo (grasso di deposito sottocutaneo/viscerale). C’è una prima fase in cui a fronte dell’aumento di riserve energetiche intervengono i pre adipociti (precursori) che proliferano e differenziano nuovi adipociti che possono immagazzinare riserve energetiche – iperplasia. Quando questo bilancio energetico positivo è costante l’attività dei pre adipociti e l’aumento del numero di pre adipociti non è più sufficiente si passa in una seconda fase dove aumentano di dimensione – ipertrofia del tessuto adiposo. La fase di iperplasia è a carico del tessuto adiposo sottocutaneo mentre la fase di ipertrofia è carico del tessuto adiposo viscerale. Il tessuto adiposo viscerale è responsabile dei fattori che secernono gli adipociti*, il tessuto adiposo sotto cutaneo potrebbe avere un effetto protettivo (?). Obesità metabolicamente sana che viene anche vista come la forma precoce che evolve verso l’obesità metabolicamente non sana. A parità di BMI si può avere una diversa posizione distrettuale del tessuto adiposo – sinistra poco grasso viscerale, destra tanto grasso viscerale. La dove c’è scarso accumulo di tessuto adiposo viscerale la quota di tessuto adiposo in eccesso è a livello sotto cutaneo. Androide – aumento del grasso viscerale a livello del tronco, delle spalle, collo e guance. Ginoide – prevalentemente un accumulo di grasso nelle porzioni inferiori del collo a livello dei glutei e delle cosce. Fenotipizzare l’obesità: - BMI non tiene conto della composizione corporea, della distribuzione corporea del grasso e dei cut- off - Circonferenza vita e fianchi - Composizione corporea Circonferenza della vita: è stato dimostrato che la circonferenza della vita è correla il rischio cardiovascolare con il diabete di tipo 2. Per la circonferenza della vita sono stati riportati dei valori di cut-off che sono dettagliati in diversi gruppi di popolazione distinguendo anche donna e uomo. Questi valori inoltre sono divisi anche per soggetti con basso e alto rischio cardiovascolare aggiungendo un altro valore di cut off. Non è anche questo un parametro affidabile però. Partendo dalla circonferenza della vita si può ricavare un altro indice -> indice di obesità centrale calcolato come rapporto tra circonferenza delle vita e statura. Quando questo valore è minore di 0.5 è una condizione normale, maggiore o uguale in una condizione di rischio o rischio elevato. È opportuno tenere conto anche della composizione corporea in termini di proporzione di massa magra e massa grassa – anche in questo caso queste indicazioni vengono utilizzate in relazione all’obesità. Percentuale ricavata dalla densità corporea: identificati valori di cut off nel maschio e nella femmina. ANTROPOMETRIA E DEFICIT NUTRIZIONALE Quando si parla di mal nutrizione in riferimento alla denutrizione si possono identificare due tipologie: primaria e secondaria. Primaria è tale causa di una mancanza di disponibilità di nutrienti, tipica delle condizioni di povertà e dei paesi sotto sviluppati. Secondaria perché insorge successivamente ad altre condizioni patologiche (cancro, trattamenti farmacologiche aggressivi) o patofisiologiche. Condizioni patofisiologiche: caratterizzate da aumento del catabolismo cellulare, consumo delle riserve energetiche costantemente negative e aumento del catabolismo proteico tale per cui si arriva ad alterazione della composizione corporea – riduzione della massa magra causato da deperimento della componente muscolare. Non esiste un gold standard per screening e identificazione dei soggetti denutriti. Si fa riferimento a una definizione data da ASPEN che definisce standard per la diagnosi di denutrizione – linee guida e criteri da cui sono stati sviluppati tool per lo screening. Criteri che si rifanno a quelli degli SGA. Vengono presi in considerazione le abitudini alimentari, presenza di eventuali problemi e sintomi, presenza di patologie e parametri antropometrici: - Peso: deviazione dal peso ideale (rapporto tra il peso del soggetto e il suo peso ideale) e deviazione dal peso usuale (rispecchia un calo ponderale, variazione negli ultimi 3/6 mesi a seconda del tipo di test: peso del soggetto al tempo 0 – peso attuale). - BMI, meno usato perché non correlato alla denutrizione precoce, non in grado di identificare precocemente - Pliche, plica tricipitale, sottoscapolare e sommatoria. Convertiti poi in percentili e a seconda del percentile diversi livelli di denutrizione - Circonferenze del braccio e del polpaccio. Ci sono anche altri parametri che misurano l’area muscolare del braccio e la circonferenza muscolare del braccio (anche questi usati poco) Valutazione della composizione corporea mediante BIA – da cui si ricava l’angolo di fase che se è inferiore a 5 si parla di denutrizione; parametri funzionali (forza muscolare e funzione respiratoria); esami di laboratorio. Parametri che secondo la definizione di SGA e ASPEN devono essere presi in considerazione per valutare lo stato di denutrizione – test di screening pratici, semplici ed economici – sulla base degli esisti si passa a una fase di valutazione per fornire informazioni necessarie per la diagnosi.