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This document provides an introduction to histology, the study of animal and plant tissues. It covers various types of tissues, including epithelial, connective, muscular, and nervous tissues, and their basic functions. It also details the history of histology and techniques like tissue staining.

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ISTOLOGIA L’istologia è la branca della biologia che studia i tessuti vegetali e animali. I tessuti sono formati da un insieme di cellule e si distinguono in: Tessuto epiteliale, suddiviso in : - Epitelio di superficie o di rivestimento - Epitelio ghiandolare o secernente - Epit...

ISTOLOGIA L’istologia è la branca della biologia che studia i tessuti vegetali e animali. I tessuti sono formati da un insieme di cellule e si distinguono in: Tessuto epiteliale, suddiviso in : - Epitelio di superficie o di rivestimento - Epitelio ghiandolare o secernente - Epitelio sensoriale Tessuto connettivo, chiamato anche tessuto trofo-(forma) meccanico (movimento). Si suddivide in: - Connettivo propriamente detto, qui si trovano i prodotti cellulari senza le cellule - Cartilagine - Tessuto osseo - Tessuti connettivi liquidi, ovvero il sangue e la linfa Tessuto muscolare, tessuto assestante Tessuto nervoso, tessuto assestante Tanti tessuti formano gli organi, essi possono essere: pieni, cavi, parenchimosi, molli, spugnosi…. Tanti organi formano i sistemi e gli apparati. La storia dell’istologia, risale a quando fu inventato il microscopio. Il primo microscopio, fu brevettato nel ‘600 da un venditore di tessuti olandese. Questo microscopio permetteva di vedere la differenza tra una fibra di cotone pura e una fibra alterata. Antonie van Leeuwenhoek, inventò il primo microscopio in assoluto. Da qui in poi, le cose sicuramente sono cambiate, si sono evolute fino ad arrivare a Camillo Golgi che agli inizi del ‘900 con una colorazione base argentica ha descritto i neuroni. Colorazioni istologiche Per studiare un tessuto esso deve essere prima trattato. Dopo aver selezionato e prelevato tessuto, devo evitare fenomeni post-mortali mediante la fissazione. Quest’ultima, interrompe la degradazione mediante composti chimici che si dividono in: coagulanti, non coagulanti o miscele. Si procede poi con il lavaggio, per eliminare il fissativo in eccesso con dell’acqua. Per eliminare poi l’acqua in eccesso, disidrato il tessuto tramite una concentrazione di alcool ripetuto per 2 volte con: 50º, 70º, 80º, 95º e 100º. Dopo di che, il frammento di tessuto è pronto per l’inclusione, il frammento è messo in un materiale che lo ingloba e cola un materiale liquido, come la paraffina, che raffreddandosi diventa solido. Si passa poi al sezionamento mediante l’uso del microtomo che taglia il blocchetto solidificato con dimensioni nanometriche. Successivamente le fettine tagliate passano alla colorazione, che serve per vedere meglio gli organuli grazie all’aumento di contrasto tra le diverse strutture cellulari, di solito come coloranti si usano l’ematossilina = blu (basica) e l’eosina = viola/rosa (acida). I granulociti neutrofilici che vedremo nel sangue, sono globuli bianchi che si colorano ed evidenziano esclusivamente con colorazione a pH neutro. Questa variazione acido,basico e neutro la troveremo spesso in citologia e istologia. Tessuto epiteliale Il tessuto epiteliale è formato da un insieme di cellule disposte in uno o più strati strettamente a contatto tra loro grazie le giunzioni: occludenti, comunicanti e desmosomi. Non hanno interposizione di sostanza intracellulare e poggiano su una membrana basale di tessuto connettivo. Ad eccezione delle cavità articolari tutte le superfici corporee interne ed esterne sono rivestite da epiteli. I caratteri generali degli epiteli: Assenza di vasi, il sangue arriva per diffusione dell’ossigeno tramite membrana basale. Grande capacità riproduttiva cellulare, grazie alle cellule staminali che si riproducono e sostituiscono le cellule morte. Coesione, vicinanza tra cellule. Polarità, la cellula ha un dominio basale (ha specializzazioni), uno laterali e uno apicale (ha specializzazione). Lateralmente ci saranno adesioni con altre cellule tramite giunzioni. Funzioni: Protezione contro il deterioramento fisico, ad esempio: al mare nel momento in cui il soggetto si espone costantemente ad un agente fisico che nello specifico è la luce solare, sta esponendo la superficie corporea ad un agente fisico ad azione continua. l’epitelio che mi riveste, deve proteggermi. Per questo motivo, l’epitelio cutaneo è cheratinizzato, serve a proteggere. Assorbimento, assorbe i materiali preferibilmente nutrienti. Ciò avviene per esempio, a livello dei microvilli intestinali che assorbono nutrienti; in oriente l’intestino crasso, assorbono l’acqua così da formare le feci. A livello del rene, del tubulo contorto prossimale e distale e dell’ansa di Henle dove si assorbono elettroliti. Trasporto di superficie, le ciglia ad esempio dell’epitelio tracheo-bronchiale, trasportano sostanze di scarto portandole al di fuori dell’organismo. L’epitelio tracheo-alveolare, che è anche ghiandolare, nel momento in cui presenta la bronchite (suffisso -ite, indica sempre un’infiammazione) secerne il muco e le ciglia lo buttano fuori. Secrezione, svolta soprattutto dall’epitelio ghiandolare tramite: ormoni, enzimi e muco. La secrezione può essere sia esocrina, secerne il prodotto all’esterno tramite dotti (extravascolare) che endocrina, versa il prodotto secernente nel sangue tramite ormoni (endovascolare). Sensoriale, funzione dell’epitelio sensoriale. Gli epiteli in aggiunta, devono essere classificati, i criteri guida sono: forma delle cellule (diversa in base alla funzione), numero di strati, specializzazioni di superficie, funzione. Il tessuto epiteliale si distingue in tre tipologie: Tessuto epiteliale di rivestimento, ha la funzione di rivestire l’interno e l’esterno. Ogni epitelio cambia a seconda della sede in cui si trova. Funzioni e caratteristiche: - Protezione - Scambio - Lubrificazione superfici interne ed esterne - Le cellule specializzate sono utilizzate in funzione di assorbimento (intestino tenue), scambio (rene), trasporto e scambio di gas (alveolo polmonare in processo di ematosi) bianca, scivolamento di due superfici (vescica, le cellule scivolano per aumentare la capacità degli organi), sensoriale. - Alla base di tutti gli epiteli è presente una membrana basale formata da proteoglicani e collagene di III e IV tipo; Separa l’epitelio del tessuto connettivo sottostante: reticolare lasso. L’epitelio ha un’origine embriologica che si incentra su una specializzazione trilaminare. In embriologia, tra la terza e quarta settimana, quando si passa dalla fase di gastrula a quella di embrione, si differenziano 3 “strade”: - Ectoderma, da origine agli epiteli di rivestimento cutaneo quindi, l’epidermide e l’epitelio corneale ma anche al sistema nervoso centrale e periferico. - Mesoderma, da esso, vengono a formarsi: l’epitelio renale (all’interno del sistema tubulare renale), l’epitelio degli organi genitali maschili (tubuli seminiferi che formano gli spermatozoii) e femminili (epitelio tube uterine, permette la protezione della cellula uovo). In aggiunta, origina i tessuti connettivi, ossei, muscolari, cuore, vasi e sangue. - Endoderma, genera tutti gli organi spalanchi e il sistema endocrino. Quindi, avremo l’origine di: ghiandole gastriche ed intestinali, fegato e pancreas, endotelio e mesotelio. L’endotelio, è l’epitelio che riveste i vasi. Il mesotelio, è un epitelio sieroso e non mucoso che riveste i polmoni (pleure), il cuore (pericardio) e riveste la cavità peritoneale (peritoneo). L’epitelio di rivestimento è di otto tipi, essi si dividono in 4 semplici e 4 stratificati. Epitelio semplice: 1. Piatto monostratificato, Presenta un solo strato di cellule, tutte quante piatte; Ovviamente, tutte le cellule sono a contatto con la membrana basale. Riveste: gli alveoli polmonari, essi sono la dilatazione più distante dell’alveolo tracheobronchiale e sono formati da: pneumociti di primo e secondo tipo più il macrofago alveolare. Negli alveoli, avviene il processo processo di ematosi, ovvero, lo scambio di ossigeno e CO2 con l’emoglobina contenuta all’interno dei globuli rossi. Nell’inspirazione, l’alveolo polmonare si distende e l’epitelio monostratificato che si trova all’esterno, rivestito da una rete capillare, permette l’ingresso dell’ossigeno attraverso la rete cellulare nell’endotelio e nell’emoglobina dei globuli rossi. Nell’espirazione, esce la CO2. Questo tessuto è anche identificato come piatto monostratificato squamoso, esso riveste tramite pleure, peritoneo e pericardio. In aggiunta lo troviamo nelle cavità dei piccoli dotti di escretori, nel mesotelio ed endotelio. 2. Cubico semplice iso-prismatico, formato da cellule alte quanto larghe a nucleo rotondo centrale. Solo lo strato inferiore tocca la membrana basale. La sua funzione è quella di secernere e assorbire. Lo troviamo nei dotti delle ghiandole esocrine salivari: maggiori, minori, nel pancreas, nei reni (tubulo renale) e nei follicoli tiroidei. I follicoli tiroidei, al microscopio, all’interno sono colorati di rosa, sono carichi di colloide, ovvero, prodotto di secrezione; la periferia è costituita da epitelio cubico monostratificato ossia dai tireociti/cellule follicolari che producono i loro ormoni raccolti all’interno del colloide, quindi, nel follicolo stesso sotto il nome di: tiroxina T4 e triiodotironina T3. 3. Cilindrico semplice/colonnare/batiprismatico, è simile al cubico ma presenta delle cellule più alte, un nucleo allungato o localizzato alla base o nell’intermedio. Riveste superfici ad intensa secrezione e assorbimento. Lo troviamo nell’intestino, nelle tube uterine che devono secernere continuamente il liquido che permette di mantenere un ambiente tale per cui nel momento in cui è avvenuta l’ovulazione, l’ovulo possa percorrere la tuba arrivare all’ismo e incontrare lo spermatozoo; infine, questo tessuto, lo incontriamo nella colicisti. Quest’ultima è un organo situato sotto il fegato che ha la funzione di assorbire l’acqua per rende la bile gialla e liquida in quanto arriva dal fegato verde e densa. 4. Cilindrico pseudostratificato, è un monostrato di cellule poste su una membrana basale che appaiono disposte su più strati per via della disposizione nucleare e della forma: non tutte le cellule giungono al lume dell’organo che rivestono in quanto devono svolgere altre funzioni. Svolge la funzione di secernere, è un tessuto mucoso mucosecernente. Lo troviamo nelle vie respiratorie, ovvero nell’albero tracheobronchiale che produce muco, liquido a componente mucosa che riveste l’interno della trachea bronchiale. Infatti, l’albero tracheobronchiale si occupa di secrezione. Epitelio stratificato, ha un continuo ricambio di cellule: 1. Epitelio piatto stratificato/squamoso stratificato/malpighiano/pavimentoso composto, presenta vari strati di cellule. Si divide in: cheratinizzato, rivestimento esterno, come l’epidermide (è impermeabile) e non cheratinizzato, localizzato a livelli di epiteli che sono soggetti a ricambio continuo, come la cavità orale. La cheratina è la proteina base della copertura impermeabile che costituisce:capelli,unghie e rivestimento esterno dell’epidermide. 2. Epitelio cubico stratificato, è raro, presenta due o tre strati di cellule cubiche, ha continuo ricambio. Funzione: secrezione e assorbimento continuo. Lo troviamo nei dotti escretori delle ghiandole salivari maggiori: parotide, sottolinguale e sottomandibolare. 3. Epitelio cilindrico stratificato, è rarissimo e presenta strati basali con cellule poliedriche e strati superficiali a cellule cilindriche. Localizzato nella laringe in quanto deve avere una secrezione minima tale per cui si eviti di inviare nelle vie respiratorie il materiale inappropriato respirato. Ma lo troviamo anche nell’uretra maschile, dove secerne un liquido che la lubrifica e permette il passaggio dello sperma nel momento dell’eiaculazione senza avere dolori; Lo sperma è denso. 4. Epitelio di transizione, è la via di mezzo tra l’epitelio cilindrico stratificato e piatto stratificato, sopporta le variazioni di volume e calibro degli organi. Può raggiungere fino agli 8 strati. Le cellule scorrono una sull’altra per aumentare la superficie della ghiandola. È caratteristico delle vie urinarie ed è rappresentato da cellule che prendono il nome di cellule clava e cellule d’ombrello. Tessuto epiteliale ghiandolare, formato da cellule specializzate nel secernere un prodotto (adenomero), queste cellule sono chiamate: ghiandole. Esse possono essere distinte in: - Esocrine,sono le ghiandole che secernono il loro prodotto al di fuori del circolo ematico. - Endocrine, riversano il segreto nel circolo ematico. Il pancreas, è una ghiandola doppia, e sia endocrina che esocrina. La componente esocrina è costituita dall’amilasi quindi dagli enzimi che completano la digestione. Riversa il segreto all’interno del duodeno, non nel circolo ematico. La componente endocrina è localizzata nella gola del pancreas, nelle isole di Langerhans, formate da cellule alfa, beta e gamma. Queste ultime, secretano due ormoni che controllano il metabolismo del glucosio: il glucagone e l’insulina. Questi ormoni vengono secreti nel sangue. Origine delle ghiandole: Le ghiandole originano per migrazione di cellule epiteliali nel connettivo sottostante. Dopo essersi formate, cominciano a sintetizzare ed accumulare dei granuli di secrezione che possono essere: Ormoni proteici, delle ghiandole endocrine. Ricordiamo: - Prooppiomelanocortina (POMC) ACTH - Pro-PTH (paratormone) PTH - Pro-ANF (fattore natriuretico atriale) - Proglucagone (glucagone) - Proinsulina (insulina) Mucinogeno, delle ghiandole mucose. Latte o combinazione di proteine, lipidi, carboidrati. Nel momento in cui avviene la secrezione: il secreto viene rilasciato sulla superficie dell’epitelio, l’epitelio ghiandolare accoglie il secreto e lo veicola verso le strutture. Ghiandole esocrine: Vengono classificate secondo i seguenti criteri: Morfologia della ghiandola, le ghiandole possono essere: - Monocellulare, sono cellule calciformi della mucosa dell’apparato digerente. Questa cellula quando al segreto se stessa ha finito la sua vita. Le cellule calciformi, secernono mucina (protezione e lubrificazione) sono disperse tra le cellule ciliate di trachea e bronchi e tra altre cellule assorbenti e secernenti del tratto gastrointestinale. Sono rimpiazzate ad ogni ciclo secretorio. L’epitelio mucoso deve avere un assorbimento garantito dalle specializzazioni dei domini apicali. In aggiunta queste specializzazioni veicolano. - Pluricellulari, sono molte: 1. Tubulari semplici, formate da un tubo di epitelio cubico stratificato. Le troviamo nelle cripte di Lieberkuhn del tenue e nel crasso. Hanno una secrezione di tipo mucosa. 2. Tubulari ramificate, le troviamo sul fondo gastrico, nel cardias (giunzione esofagogastrica) e nelle ghiandole di Brunner duodenali. La ramificazione della ghiandola tubulare dello stomaco è fatta da centri, ognuno dei quali ha una specializzazione. Il duodeno è la prima porzione dell’intestino tenue, si trova subito dopo lo stomaco. Le porzioni duodenali sono quattro: superiore, discendente, orizzontale e ascendente. Nella discendente, si ha la secrezione. 3. Tubulari glomerulari, Sono aggrovigliate su se stesse, sia monostratificate che pluristratificate. Le troviamo nelle ghiandole sudoripare. 4. Alveolari/acinose semplici, le troviamo negli anfibi, sono formate da acini. 5. Acinose ramificate, sono le ghiandole sebacee che generalmente sono accoppiate alla radice del pelo. 6. Acinose composte, quelle del pancreas 7. Ghiandola tubulo-acinosa composta, la troviamo nelle ghiandole salivari, si distinguono in maggiori e minori. Le maggiori sono: parotide (sierosa), sottolinguale (mucosa) e sottomandibolare (mista). Le minori sono ghiandole quasi sempre fatte di pochi aggregati cellulari mai unicellulari sparse prevalentemente sulla volta del palato. In aggiunta, sono tubulo-acinose composte anche le ghiandole mammarie. Esse sono formate da cellule epiteliali pubiche ed esterne. Le pubiche, sono cellule secernenti un prodotto proteico: il latte che contiene 8/9 complessi proteici. Nella prima lattazione, il latte non è definito tale, viene chiamato colostro; inizia a diventarlo quando ho anche una secrezione proteica. Parlando di ghiandola tubulo-acinosa la secrezione avviene dall’epitelio pubico che riveste sia gli acini che i tubuli. A livello dei tubuli, ci sono anche altri tipi di cellule: le cellule associate a quelle mioepiteliali che sono fibro cellule muscolari lisce che rivestono ogni singolo dotto o tubulo della ghiandola e permettono al latte di uscire. Nel momento in cui nasce il bambino, esso come prima cosa, si attacca al seno e stimola 2 secrezioni: quella di ossitocina e quella di prolattina, ormone che favorirà ulteriore secrezione di latte. L’ossitocina invece, è una sostanza prodotta dall’ipotalamo che agisce nella pancia e sull’utero della donna per favorire la contrazione nel momento dell’espulsione del feto, ma anche sulle cellule mioepiteliali che rivestono i dotti galattofori. Questi dotti strizzati dal labbro del bambino, fanno partire lo stimolo e il latte inizia a fuoriuscire. Le glomerulari e tubulari sono sudoripare mentre le acinose sono sebacee. Info in più: ulcera = ho un materiale troppo acido e uno troppo basico che bucano l’epitelio. - Apparato secretivo, si esamina la composizione dei dotti e la porzione secretiva tubulare, alveolare o tubulo-alveolare. I dotti non sono passivi, sono circondati da epitelio cubico o colonnare. A livello di colorazione istologica sono di tipo acidofile. I dotti possono essere di due tipologie: 1. Dotti secretori o striati, sono formati da cellule attive. 2. Dotti escretori, è un dotto passivo che accoglie il passaggio del secreto. Natura e modalità di secrezione, la secrezione esocrina può essere: - Mucosa: secernono un liquido viscoso detto mucina che a contatto con l’acqua diventa muco. La mucina è un complesso proteine-polisaccaride. Esempio: ghiandola sottolinguale. - Sierosa: secerne un liquido chiaro ed acquoso, rarefatto. Contiene per lo più enzimi e proteine. Esempio: pancreas esocrino. - Mista: produce un liquido sieroso e mucoso. Istologicamente sono riconoscibili grazie alle semilune del Giannuzzi (accumulo di secreto alla base dell’ acinoso composto). Esempio: ghiandola sottomandibolare. La modalità della secrezione è di tre tipi: 1. Merocrina, è la secrezione più comune. Non ha una perdita di citoplasma. Il secreto si accumula in vescicole che vengono esocitate. La cellula rimane intatta. 2. Apocrina, la porzione apicale del citoplasma viene eliminata: il prodotto lascia la cellula racchiuso in una membrana. 3. Olocrina, la cellula si disintegra, esplode insieme al suo contenuto e in questo caso ciò equivale alla secrezione. Esempio: ghiandole sebacee, fatte prevalentemente da singole cellule che producono il sebo (fa mantenere lubrificato l’epidermide). 4. Paracrina, è una stimolazione di una cellula sulle circostanze. Questa stimolazione, viene attivata dalla cellula secernendo il proprio prodotto per stimolare quello intorno. Quindi, non è una secrezione di utilità funzionale ma è una secrezione di stimolo su altre cellule. Le cellule delle ghiandole esocrine, devono secernere nei dotti. Presentano abbondante reticolo endoplasmatico rugoso, in quanto, devono svolgere un’attività di sintesi proteica. Hanno minore quantità di reticolo endoplasmatico liscio e presentano grossi granuli di zimogeno. Lo zimogeno, è un precursore inattivo di un enzima, da esso infatti si ottiene la produzione di quest’ultimi. Le ghiandole esocrine sono piene di mitocondri in quanto hanno un’attività di plasmalemma importante e di esocitosi che porta al consumo di energia. Consumando l’energia, la fosforilazione ossidativa, che si fa a livello dell’ATP, è necessaria; di conseguenza serve un numero importante di energia. Inoltre, hanno l’apparato di Golgi molto esteso per degradare i prodotti. Ghiandole endocrine: Il secreto viene rilasciato nel sangue (circolo ematico). Le cellule delle ghiandole endocrine presentano: Leggera basofilia. Reticolo endoplasmatico rugoso scarso. I ribosomi liberi. Golgi scarso. Pochi granuli di secrezione, in quanto non devo formare il segreto. Le ghiandole endocrine secernono prevalentemente sostanze che prendono il nome di: ormoni. Nel tessuto ghiandolare endocrino, abbiamo diversi tipi di ghiandole: 1. Ghiandole singole sono: Tiroide, strutturata in follicoli all’interno dei quali si accumulano gli ormoni, secernono T3 (triiodotironina) e T4 (tetraiodotironina) + tireoglobulina. Intorno ai follicolo ci sono anche le cellule C/parafollicolari che secernono calcitonina. Queste ultime insieme al secreto delle ghiandole paratiroidi (paratormone) situate dietro la tiroide, lavorano grazie l’attivazione della vitamina D per il riassorbimento e per la selezione del calcio. Ipofisi, situata nel neurocranio. Il neurocranio, contiene il sistema nervoso centrale. Qui, c’è il basicranio ossia la fossa cranica media che contiene l’ipofisi, essa è suddivisa in due componenti: 1. Porzione anteriore: adenoipofisi. Qui c’è la secrezione della maggior parte degli ormoni che controllano le altre ghiandole. Abbiamo: - TSH, ormone tireostimolante che permetterà alla tiroide di produrre altri ormoni: T3 e T4 Che vanno a regolare i processi metabolici. - ACTH, ormone adrenocorticotropo, ha la funzione di stimolare la secrezione degli ormoni glicocorticoidi (cortisolo) e di mantenimento delle ghiandole surrenali. - FSH e LH, ormone follico stimolante e luteinizzante. Nella femmina il follicolo stimolante (FSH) permette lo sviluppo del follicolo ooforo. Questo follicolo, nel caso di fecondazione nell’ismo della tuba, andrà in ovulazione e farà in modo che si fermi il tutto finché non passano nove mesi dopodiché ricomincia il ciclo. Nel caso in cui non c’è fecondazione, il follicolo ooforo, permette di far ripartire il ciclo che sarà prima ovarico e poi mestruale, in media 28 giorni. LH, è l’ormone luteinizzante che nella femmina permette che il follicolo non sviluppato per mancata fecondazione vada in ovulazione diventando corpo luteo. Nel maschio, LH stimola le cellule di Leydig che producono testosterone per cui il dosaggio ormonale prevede testosterone libero; FSH, lavora sulle cellule del Sertoli (circondano i tubuli seminiferi dei testicoli). - GH, ormone della crescita. - MSH, ormone melanocitostimolante, stimola i melanociti, ovvero, le cellule dell’epidermide che danno la colorazione. 2. Porzione posteriore: neuroipofisi. Non è una ghiandola endocrina, raccoglie la secrezione di nuclei che si trovano nell’ipotalamo, dietro la neuroipofisi, e sono: i nuclei sovraottici e paraventricolari; Attraverso il sistema portale arrivano alla neuroipofisi portando 2 sostanze: l’ossitocina (agisce sulle fibrocellule muscolari lisce dell’utero) e ADH/vasopressina che assieme all’aldosterone (mineralcorticoide prodotto dal surrene) agiscono sui tubi renali per assorbire acqua. Surreni, sono localizzate sopra i reni. Queste ghiandole sono suddivise in zone: - Corticale: si occupa di produrre ormoni ed è divisa a sua volta in altre zone: + Glomerulare, gruppi cellulari a nuclei grandi e densi, abbondante REL e producono l’aldosterone che è un mineralcorticoidi. L’aldosterone, agisce a livello del sistema tubulare dei reni per fargli assorbire il sodio e lo fa insieme ad un’altra sostanza che viene secreta dall’ipotalamo. L’ipotalamo, fa parte del diencefalo (sistema nervoso centrale), viene veicolata tramite sistema endogeno della neuroipofisi; Questa sostanza ha il nome di ADH/antidiuretico/vasopressina. L'azione combinata dell'aldosterone, dell'insulina che lavora sul sodio e dell’ADH che lavora sull'acqua permette di far fare l’urina in quantità adeguata. + Fascicolata, cellule chiare organizzate in fasci, citoplasma vacuolato per gocce lipidiche, molto REL e mitocondri sferici, producono glucocorticoidi, ovvero, il cortisolo. Il cortisolo è la forma endogena del cortisone, glucocorticoide antinfiammatorio. + Reticolata, formata da cordoni cellulari che formano una rete, le cellule hanno mitocondri allungati e secernono androgeni ovvero, testosterone per il 5%. - Midollare: L’origine embriologia di essa è comune a quella del sistema nervoso centrale. Sono cellule cromaffini, citoplasma granulare basofilo, secernono catecolamine ovvero, adrenalina e noradrenalina. Essi sono mediatori biochimici prioritari nel sistema nervoso autonomo (simpatico e parasimpatico). 2. Ghiandole accolte in altre ghiandole/tessuti sono: Isole di Langerhans, situate nella coda del pancreas. Il pancreas si trova nel retroperitoneo davanti all’aorta della vena cava inferiore ed è suddiviso in tre parti: testa, corpo e coda. La testa e il corpo sono strutture esocrine mentre la coda con le isole di Langerhans è la parte endocrina. Queste isole sono aggregati cellulari, al cui interno decorrono i capillari, costituiti da: - Cellule alfa, produzione di glucagone - Cellule beta, produzione di insulina - Cellule delta, produzione di somatostatina, agisce nella crescita insieme al GH. Le cellule di Leydig, ghiandole accolte all’interno del testicolo che producono una sostanza ormonale: testosterone. Nei lobuli epatici, troviamo acini complessi costituiti da epatociti multifunzionali che producono bile. Il lobulo epatico ha una struttura esagonale data dallo stoma, tanti lobuli formano il fegato. 3. Ghiandole delle cellule singole, cellule che vado a riconoscere come strutture ghiandolari ma non si trovano in una struttura specifica, sono un po’ sparse, le troviamo: Sistema neuroendocrino diffuso Cellule APUD, sparse nel tratto digerente e respiratorio. È un sistema neuroendocrino, ciò significa che risponde a più stimoli anche neurologici e neuropsichici; questo è dovuto dal fatto che è presente una stretta relazione tra ormoni e cellule nervose. Inoltre, esistono degli organi che hanno una protezione endocrina: Cuore, a livello della parete degli atri c’è un sistema cellulare che produce il fattore natriuretico atriale. Esso viene prodotto in base a quanto l’atrio destro e sinistro si dilata o si contrae e per il feedback positivo o negativo che segnala l’eventuale eccesso di ritorno venoso (sangue che torna al cuore) o riduzione di essa. Rene, ha l’apparato iuxtaglomerulare che produce renina in risposta all’aumentata o ridotta pressione del sangue in entrata nell’apparato iuxtaglomerulare. L’ACE inibitori, sono farmaci inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina. L’angiotensina, è una sostanza che viene convertita ad opera della renina da angiotensina 1 ad angiotensina 2. Con la pressione bassa, il sangue arriva al rene con la pressione bassa, di conseguenza l’apparato iuxtaglomerulare aumenta la renina e l’angiotensina 1 viene convertita in 2 e viceversa. In caso c’è una pressione alta, l’apparato iuxtaglomerulare blocca o riduce la produzione di renina e blocca la conversione. Testicoli, abbiamo le cellule di Leydig, chiamate anche cellule interstiziali perché si trovano nello spazio interstiziale. Ovario, presenta le cellule della granulosa che hanno una funzione endocrina in quanto vengono stimolate da un ormone follicolo stimolante FSH prodotto dall’ipofisi. Esse sono stimolate a produrre PRL (prolattina). Placenta, produce la gonadotropona umana cronica (hCG), sostanza con funzione endocrina di controllo sullo scambio di ossigeno nel circolo fetale che viene veicolato dal cordone ombelicale. Tessuto epiteliale sensoriale, è un epitelio specializzato fatto di cellule che poggiano sulla loro membrana basale. Queste cellule, hanno la caratteristica di trasformare stimoli fisici o chimici in risposte nervose. Per consentire la trasmissione dello stimolo si crea la giunzione cito-neurale tra un elemento epiteliale sensoriale ed una fibra nervosa afferente. Lo troviamo: - Nelle cellule gustative sulla superficie della mucosa linguale, distinguono i vari sapori. - Nelle cellule acustiche interne ed esterne che si trovano sulla scala timpanica. - Nelle cellule dell’utricolo e del sacculo, localizzate nell’orecchio interno con un canale semicircolare - Nelle cellule capellute delle creste ampollari dell’orecchio interno. - Nelle cellule della retina, estremamente specializzato. Membrana basale È una struttura laminare specializzata della matrice extracellulare che poggia sul connettivo sottostante. La matrice viene a crearsi grazie alla cellula che produce sostanze che vanno ad accumulare intorno ad essa e prendono il nome di: interstizio. Tra una cellula e l’altra c’è uno spazio che si chiama interstiziale ed è occupato dalla matrice extracellulare. Quest’ultima è prodotta da delle cellule: fibroblasti connettivali e cellule epiteliali stesse. Al microscopio ottico è visibile con una colorazione che è basica mentre al microscopio elettronico appare costituita da tre strati: 1. Lamina rara o lucida, è formata da proteine che prendono il nome di proteoglicani e da collagene di IV tipo. I collageni vengono prodotti da cellule che appartengono alla famiglia del fibroblasti. 2. Lamina densa, è la parte interna, costituita da glicosaminoglicani e collagene di IV tipo. 3. Lamina reticolare, formata da collagene di III tipo. In sintesi quindi, la membrana basale è di collagene. Nel momento in cui diviene ruvida vuol dire che l’epitelio sta perdendo collagene e comincia a rarefarsi; Precedentemente si rarefanno i due strati esterni e piano piano l’epitelio di conseguenza si affloscia. La membrana basale si trova tra l’epitelio e il connettivo sottostante. Si trova intorno a tutte le strutture, circonda: le fibre muscolari, gli adipociti e le cellule di Schwann. Funzioni: Supporta, almeno il primo strato del tessuto, e favorisce l’adesione tra cellule Permette la diffusione di nutrienti e scarti Garantisce il filtraggio delle macromolecole, per esempio nel rene nello specifico a livello del: glomerulo renale, che all’interno ha la capsula di Bowman dove il sangue viene filtrato e ultra-filtrato nella membrana basale in quanto è super-selettività nel far passare: acqua, alcuni elettroliti, niente zuccheri e niente grandi proteine. Nel caso in cui, lo zucchero passa attraverso la membrana basale della capsula di Bowman, si parla di diabete (dal greco, passo attraverso). Il diabete/iperglicemia, è una patologia che prevede livelli di glucosio elevatissimi, a causa di un alterazione della membrana basale che consente di essere attraversata. Zona di differenziamento e polarizzazione delle cellule. Tessuto connettivo Ha una funzione trofomeccanica, ovvero, dà: forma, sostegno e movimento. L’origine dei connettivi: è data dal mesoderma, strato intermedio dei tre foglietti embrionali, nello specifico dal mesenchima, esso è il connettivo embrionale che origina dal distacco delle cellule del mesoderma. È formato da cellule mesenchimali pluripotenti ad alto tasso mitotico. Dà origine: - Al sangue (mesenchima detto angioblasto) - Tutti i connettivi (lasso, denso/compatto, mucoso, ecc..) - Il cuore e il sistema circolatorio - Lo sclerotomo dal quale originano le vertebre (mesenchima scheletrogeno) - Il tessuto osseo - Il tessuto cartilagineo Funzioni: Supportano dal punto di vista morfologico-strutturale e metabolico per altri tessuti ed organi. Esempio: l’epitelio non è vascolarizzato, il nutrimento è dato per diffusione dalla membrana basale che è un connettivo. Rivestimento degli organi garantito dall’avventizia, membrana sottile connettivale che riveste gli organi interni. Esempio: il fegato è rivestito dalla capsula di glissoniana. I vasi delle arterie e delle vene sono rivestite da una pellicola sottilissima che prende il nome di avventizia vascolare. Il connettivo è anelastico. Supporto per cute e tendini. Impalcatura dello scheletro. Riserva adiposa. Difesa immunitaria. Riparazione tissutale. I tessuti connettivi sono formati da: Sostanza fondamentale amorfa, è una sostanza intracellulare interposta tra gli elementi cellulari fatta da una matrice organica. È un gel composto da: - Acqua - Glicosaminoglicani, (GAG), sono una catena polisaccaridi lineare composta da ripetizioni di disaccaride come: acido ialuronico e i glicosaminoglicani solforati. - Proteoglicani, si legano all’acido ialuronico e sono responsabili dello stato di gelificato della matrice. - Glicoproteine strutturali, sono catene proteiche legate a polisaccaridi ramificate sono distinte in: fibrillari e non filamentose. Le fibrillari, controllano disposizione ed orientamento del collagene ed il legame cellula-matrice. Le non filamentose, sono: la lamina (componente della membrana basale), la condronectina (cartilagine) e osteonectina (osso). In sintesi, è formato da tutte quelle proteine responsabili della formazione del glicolicocalice (membrana cellulare esterna). Cellule, producono la sostanza fondamentale. E sono: - I fibroblasti, producono materiale intracellulare. Sono cellule fisse, non si muovono. Nonostante ciò, sono metabolicamente molto attive, formano: collagene, collagenasi ed elastina (proteina presente in quasi tutti i tessuti, nel vecchietto non c’è ma nel giovane sì). Di conseguenza, sono obbligatoriamente ricche di Golgi, mitocondri e reticolo endoplasmatico. Si presentano affusolati con ampi processi citoplasmatici e un grosso nucleo centrale con nucleolo (possono essere anche molteplici = poliploidia). Inoltre, i fibroblasti possono dividersi in due tipologie: 1. Fibroblasti attivi, sono quelli che contengono reticolo endoplasmatico, Golgi e grande nucleo associato al collagene in quanto lo stanno producendo. 2. Fibroblasti a riposo, chiamati fibrociti. Sono piccoli e lavorano di meno = citochinesi. La mitosi è molto rara e possono differenziarsi in adipociti e condrociti ed in condizione patologiche anche in osteociti. - Mastociti/osinofili, (allergia) è una cellula connettivale che contiene l’istamina ed eparina. L’istamina è un vasodilatatore (fa avere una maggiore sensibilità) mentre l’eparina un anticoagulante (entra in ballo con i processi emorragici). L’antistaminico, quando si è allergici, agisce bloccando o limitando la secrezione istaminica da parte dei mastociti. Essi, sono localizzati: nel derma (l’epidermide, strato di cellule piatte cheratinizzato, sotto presenta la membrana basale e al di sotto di essa si trova l’ispessimento del connettivo: il derma), nell’avventizia che riveste lo stomaco, intorno ai vasi e nel rivestimento esterno delle vie respiratorie. - Macrofagi, fanno parte della linea polimorfonucleata del sangue. Sono cellule grossolane di forma tondo ovale e hanno un nucleo scuro periferico. Sono sia fissi che mobili, fanno parte della linea bianca del sangue ovvero, appartengono ai leucociti. Le loro funzioni sono: fagocitare i residui e degradarli attraverso i lisosomi (prodotti dal Golgi), fornire proteine del complemento (il complemento è un elemento essenziale del sistema immunitario) e aumentano la risposta immunitaria. Derivano dai monociti che sono cellule del sangue. - Cellule del plasma, sono cellule migranti (si muovono). Discendono dai linfociti B i quali fanno parte dei globuli bianchi. I linfociti B, prendono il nome dalla B di borsa di Fabrizio, una struttura degli uccelli (Fabrizio era uno dei più grandi anatomici del cinquecento). Invece, i linfociti T prendono il nome dal timo, ghiandola situata nel retro sternale. Le cellule del plasma hanno le seguenti funzioni: acquisiscono risposte immunitarie, forniscono anticorpi circolanti e producono le immunoglobine. Sono distribuite nel connettivo lasso e nei tessuti linfoidi (milza). - Adipociti, responsabili dell’accumulo e metabolismo dei grassi. - Condrociti, cellule della cartilagine. - Osteoblasti, osteoclasti, osteociti, cellule dell’osso. - Cellule ematiche. Fibre, sono di diverso tipo e sono localizzate nella sostanza fondamentale amorfa. Il fondamento di queste fibre è il fibroblasto, esso produce collagene ed elastina. Le fibre si dividono in: 1. Fibre collagene, ne esistono 20 diversi tipi, quelli che si incontrano più frequentemente nei connettivi sono: - Collagene di tipo 1, fornisce forza elastica ed è il 90% del collagene totale, lo troviamo nel derma, nei legamenti e nell’osso. - Collagene di tipo 3, nella lamina reticolare, è il primo collagene secreto durante la cicatrizzazione. - Collagene di tipo 4, localizzato nella membrana basale. Le tipologie di collagene variano per la conformazione della molecola. Queste fibre al microscopio elettronico, presentano una bandeggiatura regolare rappresentata dalle fibrille collagene che andranno poi a formare le fibre collagene. Hanno le seguenti funzioni: rendere la fibra resistente alla trazione (questo è il motivo per cui vengono le rughe: nel momento in cui c’è poco collagene e si esercita trazione e non si ha resistenza, il derma e lo strato connettivo sottocutaneo denso cedono), e dare flessibilità, non elasticità, si piegano e non si spezzano. 2. Fibre elastiche, contengono elastina. Sono sottilissime. La loro funzione è: conferire elasticità. è organizzata in fibre che formano dei fogli discontinui. sono localizzate: - Nelle corde vocali - Nelle arterie, in particolare nell’aorta (arteria principale del corpo umano). Esse hanno una proprietà elastica che ad ogni sistole e diastole cardiaca riescono a trasmettere l’onda sfigmica mantenendo la stessa pressione media. Il tutto è garantito dall’elasticità della parete arteriosa, tonaca media, che mantiene sempre lo stesso tipo di pressione ovunque. Le arterie presentano una tonaca intima, una media e una avventizia. - Nei bronchi e polmoni. Il fumo, consuma l’elastina che si trova all’interno delle pareti dei bronchioli terminali ossia quelli che portano alle diramazioni distali ovvero agli alveoli polmonari fatti da pneumociti di tipo 1 e 2 (produce surfattante, che dà forma all’alveolo). Consumando elastina, la parete comincia ad essere ‘flaccida’. - Nell’epidermide - In alcuni tipi di cartilagine. Esempio: menischi, localizzati nelle articolazioni del ginocchio e nell’articolazione temporo mandibolare. 3. Fibre reticolari, servono a dare supporto alla rete capillare, ai nervi e alle fibre muscolari. Esse danno la forma e la posizione; quindi danno il trofismo. Presenti nella lamina reticolare della membrana basale. Inoltre, formano le avventizie ovvero formano le capsule di rivestimento degli organi. Queste fibre, sono fatte da collagene di tipo 3 rivestito di glicoproteine. Sostanza fondamentale amorfa + fibre = matrice extracellulare. Quest’ultima resiste a compressione e stiramento. Il connettivo rappresenta una continuazione con il tessuto epiteliale, muscolare, nervoso e con altri componenti del tessuto connettivo stesso. Il connettivo, dopo che si è formato nel mesoderma, subisce delle evoluzioni fino a diventare maturo; Dopodiché, si differenzia in due tipologie: 1. Connettivo propriamente detto: Presenta una suddivisione istologica che va a localizzare le tipologie di connettivo, in vari settori. Si divide in: Lasso, ha molta sostanza fondamentale e poche fibre. Lo troviamo: - Nel tessuto sottocutaneo - Nell’impalcatura degli organi, ogni singolo organo ha una propria impalcatura fibrosa che si chiama stroma, addensansodi forma i setti. L’organo che lo contiene può essere parenchimatoso duro o duro elastico ma a volte si può trovare anche negli organi cavi. Ha la funzione di far mantenere la forma all’organo. - Guaina dei vasi, ovvero il rivestimento dei vasi. I vasi sono coperti da 3 tonache: l’avventizzia, fatta di fibre e connettivo lasso (funzione: porta ai vasi innervazione e irrorazione), la media fatta di fibre elastiche, fa mantenere la forma ed infine l’intima, ovvero, endotelio monostratificato. - Lamina propria delle mucose. La funzione: risposta immunitaria rappresentata da cellule di sostegno e macrofagi. Denso irregolare, ha un aspetto disordinato con più fibre molto compatte, meno cellule e nuclei dei fibroblasti invisibili. Lo troviamo: - Nel derma, strato localizzato sotto l’epidermide. - Nel periosto, membrana fatta da connettivo denso irregolare che conduce all’osso il nutrimento (nervi, arterie). È una membrana estremamente adesa all’osso. - Nelle capsule degli organi, genera la capsula dell’organo , è diverso dallo stroma. La funzione: protezione e resistenza Denso regolare (fibroso, elastico), le fibre sono parallele e compatte. Lo troviamo in quelle strutture che hanno una funzione di movimento: - Tendini, struttura fatta di connettivo regolare che connette un a capo osseo a un ventre muscolare. - Legamenti, connette due capi ossei, non ci sono muscoli. Esempio: i legamenti crociati, legamenti intra articolari. - Aponeurosi, connette un muscolo piatto ad un capo osseo o ad un altro muscolo piatto —> tendine piatto. Funzione: fornisce movimento ed aree di trazione. Reticolare, fatto da collagene di tipo 3, fibre reticolari sparse in connettivo lasso. Lo troviamo: - Negli organi linfoidi, in quanto forma il loro stroma che è morbido. La funzione: delicata impalcatura di supporto (stroma). Adiposo, è un tessuto connettivo specializzato. La componente cellulare prevale rispetto alla sostanza fondamentale in quanto è fatto di adipociti. Questo tessuto si divide in: 1. Tessuto adiposo bianco, è uniloculare. Rappresenta il 20% del peso corporeo dell’uomo e il 25% della donna. Sono cellule adipose. Funzione: assorbe, sintetizza, accumula e mobilizza i lipidi neutri. È un carburante cellulare, ammortizzatore (esempio: il rene ha intorno l’atmosfera adiposa perirenale, esso li protegge, gli fa avere una riserva di grasso e nutrimento) e isolante. Lo troviamo: - Nel sottocutaneo - Perirenale, intorno ai reni - Ossa lunghe dell’adulto. Le quali, all’interno non hanno più midollo osseo rosso che crea le cellule del sangue come nei bambini. Negli adulti le ossa lunghe contengono midollo osseo giallo; il l’osso lo troviamo nelle ossa piatte 2. Tessuto adiposo bruno, è multiloculare, molto specializzato ed è presente in piccole quantità nell’adulto. È di color rosso/bruno. Presenta molte vescicole e mitocondri. Funzione: produrre calore in neonati ed animali in letargo (tipico degli orsi). In aggiunta dissipa energia. Lo troviamo: - Mediastino - Cavo ascellare 2. Connettivo specializzato - Connettivo di sostegno (osseo e cartilagineo) - Connettivo liquido (sangue e linfa). Tessuto connettivo di sostegno Tessuto cartilagineo È molto elastico, in grado di sopportare peso, dotato di rigidità e flessibilità. È composto da: - Sostanza fondamentale, prodotta dalle cellule: proteoglicani e GAGs. - Cellule, sono i condrociti, condroblasti che secernono matrice e fibre. - Fibre, formate da collagene ed lastina. La vascolarizzazione della cartilagine è avascolare, avviene per diffusione attraverso l’epitelio e la membrana basale. Lo troviamo un po’ dappertutto. La cartilagine può essere: Ialina, si forma nella V settimana originando dal mesenchima, differenziandosi dal mesoderma, le cui cellule prendono il nome di condroblasti una volta acquisiti organuli citoplasmatici d sintetizzato collagene di tipo 2. Questo tipo di cartilagine è il più diffuso, ha un aspetto traslucido che permette il passaggio di metaboliti che nutrono i condrociti: resiste alla compressione. È rivestita dal pericondrio (tessuto connettivo fibroso compatto contenente vasi). Lo troviamo nelle superfici articolari, cartilagini costali e anelli tracheali. La trachea è la porzione prossimale delle vie respiratorie che parte con la laringe continua con la trachea e successivamente con la biforcazione bronchiale. Questa cartilagine è fatta di: - Condroblasti, sono cellule in proliferazione attiva (tanto Golgi, RER, ribosomi…). - Condrociti, sono cellule quiescenti (fase di riposo). Si attivano quando servono più condroblasti. - Condroclasti, si attivano per riassorbire l’eccesso di matrice prodotta dal condroblasto quindi equilibria. Sono dei sincizi (cellula polinucleata data dalla fusione di più cellule) Queste tre cellule hanno funzione diverse all’interno dello stesso tessuto. La differenza tra il tessuto cartilagineo e osso è a livello chimico in quanto il tessuto osseo ha il calcio e cristalli di idrossiapatite. Fibrosa, è una via di mezzo tra la cartilagine ialina (in comune matrice collagenica) ed il tessuto connettivo denso (ha in comune il collagene di tipo 1). Presenta poche cellule sparse tra le fibre collagene. Non è rivestita da pericondrio. Costituisce: - I dischi intervertebrali, sono dischi cartilaginei con un nucleo corposo gelatinoso che permette di instaurare un’articolazione vertebro-vertebrale. - I menischi, disco di cartilagine fibrosa che si interpone tra due corpi articolari a livello dell’articolazione del ginocchio. Sono due: uno mediale e uno laterale. - La sinfisi pubica. - Le zone di inserzione tra tendine ed osso. Elastica, è di color giallastro, a molte fibre elastiche ed è opaca. Le fibre di struttura sono simili al connettivo denso elastico, sono ramificate in più direzioni e non aggregate in fasci ma molto dense da rendere non visibile la sostanza amorfa sottostante. È rivestita da pericondrio. La troviamo: - Il padiglione auricolare, assieme al condotto uditivo esterno forma l’orecchio esterno. - La tuba uditiva, questo condotto uditivo è un buco dentro l’osso temporale chiamato anche: meato acustico esterno. Esso è rivestito da cartilagine elastica che forma il condotto uditivo propriamente detto. - L’epiglottide, cartilagine di tipo elastico ricoperta di mucosa situata alla radice della lingua. La sua funzione è quella di impedire che il cibo masticato e la saliva vadano nelle vie aeree. Tessuto osseo Sono cellule contenute all’interno di cavità scavate nella sostanza intracellulare mineralizzata. È formato anche esso da cellule e sostanza intracellulare che è costituita da glicoproteine e collagene. La componente minerale è fatta di cristalli di idrossiapatite. È formato quindi da: Cellule di tre tipi: 1. Osteoblasti, sono cellule immature che producono la sostanza minerale, quindi in cristalli che poi si trasformano in osteociti. 2. Osteociti, sono inseriti in lacune di sostanza intracellulare 3. Osteoclasti, sono cellule multinucleate coinvolte nel riassorbimento osseo durante i processi di rimodellamento; Come nella formazione del callo osseo (quando si frattura un osso e viene ingessato si viene a creare questo callo che sistema l’osso). Il rimodellamento del callo osseo è dato dall’osteoblasta. Matrice extracellulare, fatta prevalentemente da collagene, proteoglicani e idrossiapatite. - Idrossiapatite, è la principale costituente minerale del tessuto osseo e dei denti. Il 99% del calcio presente nell’organismo umano è immagazzinato nel tessuto osseo sottoforma di idrossiapatite. Sono dei prismi a forma di esagono sottile, di colore sono gialli pallidi e possono essere prodotti e riassorbiti nelle ossa tramite osteoclasti. Un tessuto osseo si definisce maturo quando è costituito da lamelle disposte in strati successivi che si organizzano come: - Osso compatto, le lamelle sono una appaiata all’altra, strettamente addossate. Risulta più stabile. - Osso spugnoso, l’appaiamento prevede un distanziamento tra una cellula e l’altra ovvero tra una lamella e l’altra a formare un trabecolato. Risulta più leggero ed elastico. Le lamelle, poste con una direzione specifica, delimitano una cavità che prende il nome di: Canale di Havers. All’interno di questo canale sono contenuti i vasi sanguiferi per nutrire l’osso. Il nutrimento vascolare arriva all’osso tramite il periostio (connettivo reticolare); Conduce i vasi, entrano dentro l’osso, percorrendo il tessuto osseo attraverso dei microcanali chiamati: canali di Havers che costituiscono il condotto per i vasi. L’insieme dei canali di Havers prende il nome di osteone (unità morfo-funzionale istologica del tessuto osseo). Essi prevedono delle connessioni tra un canale e l’altro tramite i canali di Volkmann. Quindi, i canali di Havers e Volkmann sono scavati all’interno del tessuto osseo, contengono vasi e sono circondati da delle lamelle che in base a come si posizionano possono formare un osso spugnoso o compatto. Le ossa presentano 2 parti: 1. Diafisi, è il corpo dell’osso, la parte centrale. Le pareti di questa zona sono compatte e spesse, sono costituite da osteoni che prevedono lamelle strettamente appaiate (osso compatto). 2. Epifasi, sono 2, una prossimale (superiore) ed una distale (inferiore), corrispondono alle estremità dell’osso. All’interno, presenta un sistema reticolare di lamelle ossee con degli spazi di distanziamento (osso spugnoso). Le ossa sono scavate, all’interno contengono delle cavità che contengono il midollo rosso o giallo. Classificazione delle ossa: - Ossa lunghe, prevedono una predominanza del cosiddetto diametro longitudinale rispetto a quello trasversale. Sono rappresentate da un corpo centrale, la diafisi che normalmente ha una porzione prismatica e da due estremità che prendono il nome di epifisi e sono localizzate agli estremi dell’osso. Epifisi prossimale, la superiore e distale, l’inferiore. Esempi: omero, femore, tibia, radio, ulna, ossa delle falangi. - Ossa piatte, le troviamo soprattutto nelle ossa della volta cranica, sono formate da 2 strati, uno interno ed uno esterno: i tavolati. Essi racchiudono un sistema trabecolare fatto di osso spugnoso che prende il nome di diploe (strato di tessuto osseo spugnoso posto tra i due tavolati delle ossa craniche). Tra l’osso spugnoso e il diploe c’è il midollo osseo rosso, che produce le cellule del sangue. Il midollo rosso nei bambini si trova nelle ossa lunghe dopodiché dai 17-19 anni il midollo osseo rosso si sviluppa nelle ossa piatte. Esempi: le ossa della volta cranica, sterno, coste, ossa iliache, scapole. - Ossa brevi, presentano dei diametri equivalenti. Sono fatte internamente da tessuto spugnoso esternamente da una lamina di tessuto compatto. Esempio: le ossa del carpo, sono 8: scafoide, semilunare, piramidale, pisiforme, trapezio, trapezoide, capitato e uncinato. - Ossa irregolari, nell’insieme hanno sia i componenti all’osso spugnoso che compatto, componenti dell’osso breve e del lungo. Esempio: vertebra. La vertebra è composta da un corpo vertebrale (osso spugnoso), dai processi trasversi, articolari superiori e inferiori (osso compatto), dalle lamine e dal processo spinoso. - Ossa sesamoidi, simile all’osso breve, spugnoso dentro e compatto fuori. Non si articola con nessun altro osso, è contenuto di solito all’interno di un tendine. Esempio: la rotula, contenuta nel tendine del quadricipite. Altro esempio sono le due ossa alla base del metatarso, in prossimità dell’articolazione tra metatarso e prima falange (alluce). Permette lo scivolamento del tendine. - Ossa pneumatiche, sono fatte prevalentemente da tavolato di tessuto compatto all’esterno e con tessuto spugnoso all’interno, presentano delle cavità ben delimitate che comunicano con l’esterno. Normalmente le ossa pneumatiche comunicano con altre ossa pneumatiche finché non comunicano con l’esterno. Esempi: ossa dei seni paranasali ovvero: osso frontale, osso etmoide, sfenoide, mascellare, zigomatiche. Sono tutti cavità che contengono l’aria e sono rivestite da una membrana mucosa che secerne muco. Nel momento in cui le cavità si infiammano la mucosa si infiamma ed essa secerne muco che si raccoglie dentro le cavità che cominciano a diventare tese e viene la sinusite. La sinusite è l’infiammazione dei seni paranasali. - Osso ioide, è un osso particolare. È sotteso da membrane, legamenti e muscoli. Classificato come un osso breve non articolato con altre ossa. È tenuta in posizione dai muscoli sopra ioidei e sotto ioidei. Ha una forma a ferro di cavallo ed è localizzato vicino al margine inferiore della mandibola. Tessuto connettivo liquido Il sangue Il sangue, è un connettivo formato da: Fluido, ovvero il plasma, costituito da una soluzione acquosa contenente sali inorganici e proteine come albumine, globuline e fibrinogeno. Trasporta glucosio, lipidi, ormoni, ossigeno, CO2 e prodotti metabolici prevalentemente cataboliti. Cellule, sono 3: 1. Globuli rossi/eritrociti, sono cellule anucleate (senza nucleo solo nei mammiferi, in altri animali sono nucleati) piccolissime che vivono 120 giorni dopodiché muoiono nella milza (90%) e nel fegato (10%) con un processo chiamato: emocateresi. Sono prodotte a livello del midollo osseo rosso tramite emopoiesi (processo di formazione) da una cellula mieloide: eritroblasto basofilo. Presentano una forma di lente biconcava, quindi con due cavità. Sono molto plastici e deformabili in quanto devono riuscire a passare all’interno di capillari nanometrici sub-microscopici. Contiene emoglobina (trasferitore d’ossigeno) per questo motivo la funzione del globulo rosso è di portare nutrimento ovvero, ossigeno, ai tessuti. Trasportano l’ossigeno dai polmoni ai tessuti e una parte della CO2 dai tessuti alle vie respiratorie. Il processo di scambio, cessione di CO2 e acquisizione dell’ossigeno sull’emoglobina, avviene negli alveoli polmonari e prende il nome di: ematosi. L’emoglobina, inoltre, dà al globulo il colore rosso e la sua saturazione indica il rapporto percentuale tra il numero medio di molecole di ossigeno legate all’emoglobina e il massimo numero di molecole di ossigeno che si potrebbe legare. Durante la differenziazione (= crescita della cellula), la cellula espelle il nucleo e i mitocondri rimanendo una cellula priva di organuli. Il differenziamento è regolato dall’eritropoietina, una sostanza proteica, prodotta dai reni nella parte corticale tramite i fibroblasti. I globuli rossi li troviamo nelle arterie, nelle vene e nelle cavità cardiache. 2. Globuli bianchi, sono cellule mature che viaggiano sia nei vasi sanguigni che nei vasi linfatici. Derivano dall’emocitoblasto, (progenitore midollare) è una cellula multipotente midollare. Si distinguono in: Granulociti, garantiscono la cosiddetta “immunità innata”, quella che un organismo ha di base. Si distinguono in: - Granulociti polimorfonucleati basofili, sono coinvolti nelle reazioni allergiche - Granulociti polimorfonucleati neutrofili, hanno un nucleo multilobato e sono coinvolti nelle infezioni. - Granulociti polimorfonucleati eosinofili, hanno un nucleo bilobato e sono coinvolti nelle allergiche e contro le infestazioni parassitarie. Basofilo, neutrofilo, ed eosinofilo sono tutte colorazioni istologiche che daranno in risposta i rispettivi granulociti. Agranulociti, non hanno granuli e sono di 2 tipi: - Linfociti, garantiscono l’immunità acquisita, ovvero, quella che un organismo acquisisce quando si espone ad un antigene grazie alla memoria cellulare immagazzinata dai linfociti. Si distinguono in: ~ Linfociti B: attivano i linfociti e rilasciano Ab (anticorpi) ~ Linfociti T - Monociti, garantiscono immunità innata e daranno più origine ai macrofagi. - Natural killer, uccidono virus e cellule 3. Piastrine, sono frammenti cellulari. Il progenitore è: il megacariocita midollare che si frammenta subendo una suddivisione nucleare: cariochinesi che dà origini ai frammenti cellulari che andranno a circolare nel sangue con un numero medio intorno ai 300000 per mm cubo. In caso di aumento di numero di piastrine, si ha: piastrinosi/trombosi; La possiamo avere in situazioni oncologiche. Le piastrine vengono degradate nella milza. Questi frammenti cellulari sono responsabili della formazione del tappo piastrinico. Per individuare le cellule del sangue, si effettua un prelievo di sangue venoso e si studia l’emocromo. Quest’esame è una conta completa del numero e la forma delle cellule nel sangue. Si vede la quantità e il numero degli elementi corpuscolati e la percentuale di essi rispetto al volume sanguigno. Questi sono i valori standard dei globuli bianchi (GB), globuli rossi (GR) ed emoglobina nei decilitri (Hb). Possono esserci poi dei parametri patologici come l’anemia e la poliglobulia. La linfa La linfa è un liquido ultrafiltrato plasmatico con pH basico circolante nei vasi linfatici che intorno presenta delle cellule mioepiteliali. Questo liquido è raccolto dall’interstizio (spazio tra una cellula e l’altra) per capillarità. Normalmente è di color bianco-giallastro, tende più al bianco se carico di grassi, lipidi e molto spesso la linfa lo è. I vasi linfatici che drenano l’intestino contengono una linfa che prende il nome di: chilo, i vasi di conseguenza vengono chiamati: vasi chiliferi. Il movimento della linfa è unidirezionale, in quanto, nei vasi sono presenti delle valvole (come nelle vene, le valvole a nido di rondine), la spinta deriva dalla trasmissione della pompa muscolare e dalle contrazioni della muscolatura liscia. La linfa dai vasi linfatici va ai linfonodi (organi linfoidi: timo e milza), dove l’antigene circolante si contatta con il linfocita T, localizzato nel linfonodo stesso. I linfonodi, sono localizzati in varie regioni per drenare le varie parti del corpo. Edema = passaggio della linfa negli spazi intracellulari,ossia, al di fuori dei vasi linfatici, questo succede per cause infiammatorie o infettive. Cisterna = punto in cui convoglia tutta la linfa degli arti inferiori, dell’addome e della pelle. Tessuto muscolare Si divide in 3 grosse componenti: 1. Scheletrico, si inserisce sullo scheletro osseo. È un muscolo striato, in quanto a livello microscopico istologico presenta delle striature trasversali. È un muscolo volontario, la contrazione è regolata da attività celebrale volontaria (sistema nervoso centrale periferico, il muscolo riceve un’innervazione volontaria a partire dai centri corticali e sopra s’ali della corteccia celebrale). Rappresenta la maggior parte della massa muscolare. 2. Cardiaco, istologicamente appare striato, con bande un po’ più ampie e larghe che si contraggono ritmicamente grazie allo stimolo dato dal miocardio specifico. È un muscolo involontario e si chiama miocardio, le cellule muscolari cardiache sono chiamate miocardiociti. Il miocardio si suddivide in: - Miocardio specifico/tessuto di conduzione: sostituisce nel cuore l’attività diretta del sistema nervoso per indurre la contrazione del miocardio comune. - Miocardio comune/di lavoro: provvede all’effettiva attività contrattile del cuore. 3. Liscio, istologicamente, non presenta striature quindi è un muscolo liscio. È involontario e riveste i visceri, l’intestino, i bronchi e i vasi. Le cellule mioepiteliali, sono quelle microcellule muscolari lisce che circondano i dotti di ghiandole involontarie; Si aprono continuamente sotto stimolo indotto che può essere chimico, elettrico, meccanico e neurosensoriale.

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