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This document discusses different types of education, including formal, non-formal, and informal education. It also explores the topic of lifelong learning and its various aspects. The text emphasizes the importance of education in various contexts, from personal to societal levels.
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PEDAGOGIA LIFELONG LEARNING: RIFERITO ALL'APPRENDIMENTO CONTINUO E PER TUTTA LA VITA. SI TRATTA DI UN IMPEGNO COSTANTE NELL'ACQUISIRE NUOVE COMPETENZE, SIA IN CONTESTI FORMALI CHE INFORMALI, DAL MOMENTO DELL'INFANZIA FINO ALLA VECCHIAIA. LIFEWIDE LEARNING: SI RIFERISCE ALL'APPRE...
PEDAGOGIA LIFELONG LEARNING: RIFERITO ALL'APPRENDIMENTO CONTINUO E PER TUTTA LA VITA. SI TRATTA DI UN IMPEGNO COSTANTE NELL'ACQUISIRE NUOVE COMPETENZE, SIA IN CONTESTI FORMALI CHE INFORMALI, DAL MOMENTO DELL'INFANZIA FINO ALLA VECCHIAIA. LIFEWIDE LEARNING: SI RIFERISCE ALL'APPRENDIMENTO CHE AVVIENE IN TUTTE LE AREE E FASI DELLA VITA, NON SOLO IN AMBITO SCOLASTICO O PROFESSIONALE. INCLUDE ESPERIENZE QUOTIDIANE, SOCIALI, CULTURALI E PERSONALI, AMPLIANDO IL CONCETTO DI APPRENDIMENTO OLTRE LA SCUOLA E IL LAVORO. LIFEDEEP LEARNING: SI CONCENTRA SULL'APPROFONDIMENTO E SULLA RIFLESSIONE CRITICA, PUNTANDO A UNA COMPRENSIONE PROFONDA E SIGNIFICATIVA DELLE CONOSCENZE. NON SI LIMITA A IMPARARE SUPERFICIALMENTE, MA MIRA A SVILUPPARE UNA COMPRENSIONE INTEGRATA E CONSAPEVOLE. IN BREVE: LIFELONG LEARNING: APPRENDERE PER TUTTA LA VITA. LIFEWIDE LEARNING: APPRENDERE IN TUTTE LE AREE DELLA VITA. LIFEDEEP LEARNING: APPRENDERE IN MODO PROFONDO E RIFLESSIVO. ———————————————————————————————————————————————— L'EDUCAZIONE FORMALE È QUELLA CHE AVVIENE IN ISTITUZIONI STRUTTURATE COME SCUOLE, UNIVERSITÀ O CORSI PROFESSIONALI. È ORGANIZZATA CON UN PROGRAMMA DI STUDI, ESAMI, VALUTAZIONI E CERTIFICATI UFFICIALI, COME DIPLOMI E LAUREE. L'EDUCAZIONE NON FORMALE SI SVOLGE IN CONTESTI ORGANIZZATI, MA NON LEGATI ALLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE TRADIZIONALI. È MENO RIGIDA RISPETTO ALLA FORMALE, PUÒ INCLUDERE CORSI, WORKSHOP, ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO O FORMAZIONE PRATICA, E NON PORTA A TITOLI UFFICIALI, MA È COMUNQUE STRUTTURATA E ORIENTATA A SVILUPPARE COMPETENZE SPECIFICHE. L'EDUCAZIONE INFORMALE È L'APPRENDIMENTO SPONTANEO CHE AVVIENE NELLA VITA QUOTIDIANA, ATTRAVERSO ESPERIENZE DIRETTE E INTERAZIONI SOCIALI, COME QUELLE IN FAMIGLIA, AL LAVORO O CON GLI AMICI. NON È STRUTTURATA E NON HA OBIETTIVI FORMALI, MA CONTRIBUISCE COMUNQUE ALLA CRESCITA E ALLO SVILUPPO PERSONALE. IN SINTESI: FORMALE: SISTEMATICA, CON CERTIFICATI UFFICIALI (SCUOLA, UNIVERSITÀ). NON FORMALE: ORGANIZZATA, MA NON ISTITUZIONALE, SENZA TITOLI UFFICIALI (CORSI, WORKSHOP). INFORMALE: SPONTANEA, AVVIENE NELLA VITA QUOTIDIANA (ESPERIENZA DI VITA, INTERAZIONI SOCIALI). ———————————————————————————————————————————————— NEL PERIODO SUCCESSIVO ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE, L’ITALIA SI TROVÒ AD AFFRONTARE UNA SFIDA ENORME: LA RICOSTRUZIONE ECONOMICA, SOCIALE E FISICA. DOPO I DEVASTANTI DANNI DEL CONFLITTO, IL PAESE DOVEVA RISOLLEVARSI IN VARI AMBITI, DA QUELLO INDUSTRIALE E AGRICOLO A QUELLO CULTURALE E SOCIALE. IN QUESTO CONTESTO, FIGURE COME ANGELA ZUCCONI HANNO AVUTO UN RUOLO CRUCIALE, SIA A LIVELLO EDUCATIVO CHE SOCIALE, CON PROGETTI CHE MIRAVANO A FAVORIRE L’EMANCIPAZIONE DELLE DONNE E A FORMARE I PROFESSIONISTI DEL SETTORE SOCIALE, COME GLI ASSISTENTI SOCIALI, PER AFFRONTARE LE NUOVE SFIDE DEL DOPOGUERRA. IL CEPAS E LA FORMAZIONE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI ANGELA ZUCCONI, NEL 1949, DIVENNE DIRETTRICE DELLA CEPAS (CENTRO DI EDUCAZIONE PROFESSIONALE PER ASSISTENTI SOCIALI), UNA SCUOLA LAICA FONDATA NEL 1946 DAI CONIUGI CALOGENO, CHE INIZIALMENTE NON AVEVANO UN VERO INTERESSE PER L’ISTITUTO. FU ZUCCONI A DARLE UNA DIREZIONE CHIARA E A FARE IN MODO CHE DIVENTASSE UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA FORMAZIONE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI IN ITALIA. IN UN PERIODO IN CUI IL PAESE STAVA CERCANDO DI RICOSTRUIRE IL TESSUTO SOCIALE, LA FORMAZIONE DI PROFESSIONISTI DEL SOCIALE, IN PARTICOLARE ASSISTENTI SOCIALI, DIVENNE FONDAMENTALE. DAL 1957 AL 1962, IL CEPAS SI DISTINSE PER LA SUA DIMENSIONE INTERNAZIONALE E PER L'APPROCCIO FORMATIVO E FORMALIZZANTE, CHE VEDEVA ANCHE LA PARTECIPAZIONE DI DOCENTI E STUDENTI STRANIERI. ZUCCONI, INOLTRE, DIEDE GRANDE IMPORTANZA ALLA DIMENSIONE FORMATIVA DI QUESTI CORSI, FACENDO SÌ CHE LA SCUOLA FOSSE UN AMBIENTE DI SCAMBIO CULTURALE E PROFESSIONALE TRA ITALIA E IL RESTO DEL MONDO. L’IMPEGNO PER L’EMANCIPAZIONE FEMMINILE UN ALTRO ASPETTO FONDAMENTALE DELL’ATTIVITÀ DI ZUCCONI FU IL SUO IMPEGNO PER L'EMANCIPAZIONE DELLE DONNE. IN QUESTO CONTESTO, UNO DEI SUOI PRINCIPALI OBIETTIVI FU PROMUOVERE LA FORMAZIONE DEGLI ADULTI, CON UNA PARTICOLARE ATTENZIONE ALL’EDUCAZIONE FEMMINILE. COLLABORÒ CON GIULIANA BOCCONI E ANNA LORENZETTO (CHE AVEVA FONDATO L’UNIONE NAZIONALE PER LA LOTTA CONTRO L'ANALFABETISMO) PER AVVIARE PROGETTI EDUCATIVI RIVOLTI SOPRATTUTTO ALLE DONNE, CON L'INTENTO DI MIGLIORARE LA LORO CONDIZIONE SOCIALE E LAVORATIVA. QUESTI PROGETTI SI CONCENTRAVANO SULLO SVILUPPO DI COMPETENZE CHE PERMETTESSERO ALLE DONNE DI USCIRE DALLA SFERA STRETTAMENTE DOMESTICA E PARTECIPARE ATTIVAMENTE ALLA VITA SOCIALE, ECONOMICA E POLITICA DEL PAESE. ZUCCONI, INOLTRE, SI IMPEGNÒ A SENSIBILIZZARE L’OPINIONE PUBBLICA SULLA CONDIZIONE DELLE DONNE NEL SUD ITALIA, IN PARTICOLARE CON IL PROGETTO PILOTA ABRUZZO, UN PROGETTO EDUCATIVO CHE AFFRONTAVA LE DIFFICOLTÀ ECONOMICHE E SOCIALI DELLE PROVINCE PIÙ POVERE DELL’ITALIA CENTRALE. IL PROGETTO PILOTA ABRUZZO E L’UNESCO IL PROGETTO PILOTA ABRUZZO, LANCIATO NEL 1958 CON IL SUPPORTO DELL’UNESCO, SI CONCENTRÒ SULLE ZONE RURALI E DEPRESSEDELLE PROVINCE DI CHIETI E DELL’AQUILA, DOVE LA POVERTÀ E LA MIGRAZIONE STAGIONALE DEGLI UOMINI AVEVANO IMPOVERITO ULTERIORMENTE LA SOCIETÀ LOCALE. LE DIFFICOLTÀ LEGATE ALLA MANCANZA DI INFRASTRUTTURE, COME STRADE E SCUOLE, NONCHÉ LA SCARSA ACCESSIBILITÀ AI SERVIZI SANITARI, ERANO DRAMMATICHE. IN QUESTE ZONE, LA GRANDE MAGGIORANZA DELLA POPOLAZIONE ERA ANALFABETA E LE DONNE ERANO RELEGATE AL LAVORO DOMESTICO. IL PROGETTO MIRAVA A RISPONDERE A QUESTI BISOGNI URGENTI ATTRAVERSO LA FORMAZIONE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI, L’ALFABETIZZAZIONE DEGLI ADULTI E L’EMPOWERMENT DELLE DONNE. NEL PROGETTO, IL TERRITORIO VENNE STUDIATO IN MANIERA APPROFONDITA, CON UNA RICERCA QUALITATIVA CONDOTTA DAGLI OPERATORI SOCIALI PER MAPPARE I BISOGNI DELLA POPOLAZIONE E SVILUPPARE SOLUZIONI PRATICHE. UN'IMPORTANTE COMPONENTE DEL PROGETTO FU LA PARTECIPAZIONE ATTIVA DELLE DONNE, CHE DOVEVANO ESSERE COINVOLTE NON SOLO NELL’APPRENDIMENTO, MA ANCHE NELL’INDIVIDUAZIONE DI SOLUZIONI PRATICHE, ATTRAVERSO LA CREAZIONE DI LEADER LOCALI, PERSONE DI RIFERIMENTO CHE CONOSCEVANO BENE IL TERRITORIO E CHE AVREBBERO CONTRIBUITO A MANTENERE ATTIVO IL PROGETTO ANCHE DOPO LA SUA CONCLUSIONE. IL MODELLO EDUCATIVO UTILIZZATO NEL PROGETTO ERA ISPIRATO ALLA PEDAGOGIA DI PAULO FREIRE E ALLE SUE TEORIE SULL’ALFABETIZZAZIONE E L’EDUCAZIONE POPOLARE. IL METODO DI FREIRE, CHE PARTIVA DALLE ESPERIENZE QUOTIDIANE DELLE PERSONE E DAI "TEMI GENERATORI" LEGATI AL LORO LAVORO, SI RIVELÒ MOLTO UTILE PER AFFRONTARE LA SFIDA DELL'ANALFABETISMO IN QUESTE AREE. TUTTAVIA, GLI OPERATORI SOCIALI SI ACCORSERO PRESTO CHE IL DIBATTITO IMMEDIATO SU UN TESTO NON ERA EFFICACE, POICHÉ LE PERSONE NON SI SENTIVANO LIBERE DI ESPRIMERE LE PROPRIE OPINIONI. QUINDI, IL METODO VENNE MODIFICATO, INTRODUCENDO UNA FASE DI RIFLESSIONE INDIVIDUALE A CASA, SEGUITA DA DISCUSSIONI IN GRUPPO. QUESTO APPROCCIO PERMETTEVA ALLE PERSONE DI ACQUISIRE CONSAPEVOLEZZA DI SÉ E DELLA PROPRIA COMUNITÀ, PASSANDO DA UN'EMANCIPAZIONE INDIVIDUALE A UNA COLLETTIVA. CRITICITÀ E RISULTATI SEBBENE IL PROGETTO PILOTA ABRUZZO FOSSE MOLTO INNOVATIVO, PRESENTAVA ANCHE DELLE SFIDE. UNA DELLE PRINCIPALI CRITICHE AL PROGETTO RIGUARDAVA IL RISCHIO CHE SI SACRIFICASSE L’INDIVIDUALITÀ IN FAVORE DI UNA VISIONE ECCESSIVAMENTE COLLETTIVISTA. LE DIFFICOLTÀ NELL’ATTUARE IL PROGETTO ERANO LEGATE ANCHE AL RISCHIO DI BURNOUT DEGLI OPERATORI, CHE SPESSO SI TROVAVANO SOPRAFFATTI DAI DIFFICILI CONTESTI IN CUI OPERAVANO. NONOSTANTE CIÒ, IL PROGETTO EBBE UN FORTE IMPATTO NELLE ZONE PIÙ POVERE, CONTRIBUENDO A MIGLIORARE L’ALFABETIZZAZIONE E AD EMPOWERIZZARE LE DONNE, CHE DIVENNERO PROTAGONISTE NEL CAMBIAMENTO DELLE LORO COMUNITÀ. INOLTRE, LA FORMAZIONE INTERNAZIONALE CHE CARATTERIZZAVA IL CEPAS E IL PROGETTO PILOTA ABRUZZO DIVENNE UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA FORMAZIONE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI E PER L’EDUCAZIONE DEGLI ADULTI, ISPIRANDO ANCHE ALTRI PROGETTI IN DIVERSE ZONE D’ITALIA E IN ALTRE PARTI DEL MONDO. CONCLUSIONI IN SINTESI, ANGELA ZUCCONI E IL SUO LAVORO CON IL CEPAS E IL PROGETTO PILOTA ABRUZZO RAPPRESENTANO UN ESEMPIO SIGNIFICATIVO DI COME L’EDUCAZIONE E LA FORMAZIONE SOCIALE SIANO STATE STRUMENTI ESSENZIALI PER AFFRONTARE LE SFIDE DELL’ITALIA POST- BELLICA. LA SUA ATTENZIONE ALLA QUESTIONE DI GENERE, ALL’EMANCIPAZIONE FEMMINILE E ALLA CREAZIONE DI UNA RETE DI OPERATORI SOCIALI CAPACI DI INTERVENIRE IN CONTESTI DIFFICILI HA AVUTO UN IMPATTO PROFONDO NEL RAFFORZARE IL TESSUTO SOCIALE DEL PAESE. IL SUO LAVORO HA DIMOSTRATO COME L’EDUCAZIONE POSSA ESSERE NON SOLO UN MEZZO DI SVILUPPO INDIVIDUALE, MA ANCHE UNA POTENTE LEVA DI CAMBIAMENTO SOCIALE COLLETTIVO. ———————————————————————————————————————————————— DEFINIZIONE DI PEDAGOGIA 1. LA PEDAGOGIA È IL SAPERE SULL'EDUCAZIONE: CAMBI INTENDE LA PEDAGOGIA COME UNA DISCIPLINA CHE STUDIA COME FUNZIONA L'EDUCAZIONE. NON SI LIMITA A INSEGNARE PRATICHE, MA CERCA DI COMPRENDERE E TEORIZZARE I PROCESSI EDUCATIVI CHE AVVENGONO A LIVELLO SOCIALE, CULTURALE E INDIVIDUALE. 2. STUDIA I PROCESSI CHE RIGUARDANO LA SOCIETÀ, LA CULTURA E L'INDIVIDUO: L’EDUCAZIONE NON È SOLO UNA QUESTIONE DI INSEGNAMENTO, MA COINVOLGE ANCHE COME LE PERSONE INTERAGISCONO, COME LE CULTURE SI INFLUENZANO TRA LORO E COME L’EDUCAZIONE CONTRIBUISCE ALLA CRESCITA INDIVIDUALE DI CIASCUNO. CAMBI SOTTOLINEA CHE L'EDUCAZIONE RIGUARDA TUTTI QUESTI ASPETTI E COME INFLUENZANO LA NOSTRA CRESCITA COME PERSONE E COME MEMBRI DELLA SOCIETÀ. 3. QUANDO LE SOCIETÀ DIVENTANO PIÙ COMPLESSE, ANCHE L'EDUCAZIONE CAMBIA: CAMBI DICE CHE QUANDO UNA SOCIETÀ SI SVILUPPA E DIVENTA PIÙ COMPLICATA, L'EDUCAZIONE NON È PIÙ SOLO UNA COSA CHE SI FA PRATICAMENTE (COME INSEGNARE A LEGGERE O LAVORARE NEI CAMPI), MA DIVENTA QUALCOSA DI PIÙ TEORICO. LE PRATICHE EDUCATIVE SI RIFLETTONO E SI ANALIZZANO. LA PEDAGOGIA, QUINDI, SI EVOLVE DA QUALCOSA DI PRATICO A UNA VERA E PROPRIA SCIENZA CHE CERCA DI SPIEGARE COME E PERCHÉ L'EDUCAZIONE FUNZIONA IN UN CERTO MODO. IN SINTESI, CAMBI VEDE LA PEDAGOGIA COME LO STUDIO DELL'EDUCAZIONE IN TUTTE LE SUE DIMENSIONI, COME ESSA CAMBIA NELLE SOCIETÀ MODERNE E COME L’EDUCAZIONE SIA FONDAMENTALE PER LO SVILUPPO DELLE PERSONE E DELLE CULTURE. LA PEDAGOGIA, SECONDO EDDA DUCCI, È LO STUDIO DI COME LE PERSONE POSSONO CRESCERE E MIGLIORARSI. OGNI INDIVIDUO HA DELLE POTENZIALITÀ CHE POSSONO ESSERE SVILUPPATE ATTRAVERSO L'EDUCAZIONE. QUESTO PROCESSO DI MIGLIORAMENTO NON HA UN LIMITE PRECISO, PERCHÉ UNA PERSONA PUÒ SEMPRE CRESCERE E IMPARARE. L’OBIETTIVO DELL'EDUCAZIONE, QUINDI, È AIUTARE LE PERSONE A DIVENTARE PIÙ LIBERE, PIÙ FELICI E A VIVERE UNA VITA MIGLIORE, SEGUENDO LA PROPRIA VOCAZIONE O PASSIONE. TUTTO CIÒ AVVIENE NELLE RELAZIONI TRA LE PERSONE, CIOÈ ATTRAVERSO IL RAPPORTO TRA CHI INSEGNA E CHI IMPARA. IN SINTESI: LA PEDAGOGIA RIGUARDA COME LE PERSONE POSSANO MIGLIORARSI E CRESCERE, DIVENTANDO LA MIGLIORE VERSIONE DI SÉ STESSE. ———————————————————————————————————————————————— APPROCCIO CRITICO ERMENEUTICO SECONDO QUESTO APPROCCIO NESSUNA CONOSCENZA E’ OGGETTIVA E IL SAPERE SI FONDA SULL’INTERPRETAZIONE DELLA REALTÀ’. PER QUESTO PREDILIGE RICERCA EMPIRICA DI TIPO QUALITATIVO, OVVERO SI ANALIZZA IL FENOMENO NELLA SUA GLOBALITA’. SAPERE TACITO E’ UN SAPERE PRATICO E INTUITIVO, VIENE APPRESO TRAMITE L’ESPERIENZA ,L’OSSERVAZIONE E LA PRATICA. COSTITUISCE LA PEDAGOGIA POPOLARE OVVERO UN INSIEME DI OPINIONI CREDENZE E STEREOTIPI ELABORATI DAL SENSO COMUNE CIRCA I PROCESSI EDUCATIVI ,D’ISTRUZIONE E FORMAZIONE. QUESTO TIPO DI SAPERE FA COMPRENDERE IN CHE MODO QUESTE CREDENZE HANNO DELLE CONSEGUENZE NELLE PRATICHE NON FORMALI E FORMALI. ———————————————————————————————————————————————— PEDAGOGIA CRITICA -MAGGIORE ESPONENTE PAULO FREIRE -PEDAGOGISTA PIÙ IMPORTANTE FRANCO CAMBI -SI BASA SULLA LIBERAZIONE DEGLI INDIVIDUI E VA A PROMUOVERE UN APPROCCIO PIÙ DEMOCRATICO BASANDOSI SULLA COSCIENZA CRITICA AIUTANDO GLI INDIVIDUI A CONOSCERE IL MONDO IN CUI SI TROVANO -GRAZIE ALLA COSCIENZA CRITICA GLI INDIVIDUI CAPISCONO COSA E’ GIUSTO E COSA SBAGLIATO ———————————————————————————————————————————————- EDUCAZIONE PERMANENTE L’educazione permanente è un modo d’intendere l’educazione, è un atteggiamento mentale verso l’educazione stessa, essa è come un processo continuo globale: che ha luogo dalla nascita dell’individuo fino alla morte, è una pratica di cura. ———————————————————————————————————————— EDUCAZIONE - ISTRUZIONE- FORMAZIONE -L’educazione è il processo di emancipazione dell’uomo della sua consapevolezza e autonomia. -L’istruzione è un processo di trasmissione di conoscenze in ambito sociale. -La formazione è un processo che prende in considerazione l’esperienza e ampli ca l’educazione e l’istruzione. Formare qualcuno vuol dire incidere qualcuno sul suo processo di crescita che è globale e caratterizzato da continue rotture e ricostruzioni. La formazione prima di essere oggetto di studio della pedagogia è prima di tutto oggetto culturale insieme di idee signi cati regole valori ideali che fanno parte della nostra esperienza abituale del nostro vissuto esistenziale. ———————————————————————————————————————— EDUCAZIONE DEGLI ADULTI Ducci de metrio proprone questo schema quasi a sintesi di tutte le dimensioni che riguardano la fase di cambiamento dell’uomo, l’evoluzione dell’uomo. L’educazione degli adulti riguarda le strategie la pratica nel fare educazione meglio definita eteroreferenzialita, si articola in ambiti che vedono gli adulti impegnati in situazioni apprenditive per scopi di variegata natura. L’educazione in eta adulta quella famosa autoformazione, autoreferenzialita che è un aspetto dell’educazione che druccio de metrio mette proprio come vertice di questo fi fi triangolo rappresentativo dell’educazione degli adulti, la soggettività è riconducibile alle circostanze di vita che nell’adulto generano autoriflessione meditazione della propria personale storia di vita. L’educazione permanente èl’ambito generale, riflessioni valori; l’educazione degliadulti la prassi ambiti e settori in cui si declina; l’educazione in eta adulta soggettivita lautoformazione personale. Questi sono i tre ambiti attraverso cui possiamo declinare l’educazione degli adulti. ———————————————————————————————————————— PEDAGOGIA DELL’INFANZIA PAIDEIA GRECA:La paideia indicava il percorso di acquisizione di quell'insieme di conoscenze e di valori che distingueva il cittadino greco dal barbaro. ———————————————————————————————— Alla nascita, il bambino è dotato di ri essi, riguardo reazioni automatiche e istintive a stimoli esterni, indice di uno sviluppo neurologico, che vengono valutate nelle prime visite pediatriche: · Ri esso di ricerca: il bambino gira la testa quando gli si accarezza la guancia. · Ri esso di suzione: il neonato succhia ogni oggetto che gli si avvicina alla bocca. · Ri esso di Moro: il neonato distende improvvisamente braccia e gambe verso l'esterno per poi riportare gli arti vicino al corpo. · Ri esso di prensione: se poniamo il dito nel palmo della mano del bambino, lo stringe. · Ri esso della marcia automatica: se il bambino viene sostenuto in verticale, per le ascelle e con la pianta dei piedi appoggiata a una super cie piana, esso comincia a muovere le gambe come se volesse camminare. ———————————————————————————————— LINGUAGGIO Il linguaggio ha una funzione sociale e comunicativa. La teoria socioculturale di Vygotskij ritiene che lo sviluppo mentale fl fl fl fl fl fi fl proceda secondo un'interiorizzazione di forme culturali, per cui l'individuo si appropria dei signi cati di una cultura interiorizzando dei mediatori simbolici, tra cui ad esempio il linguaggio. Ecco che così il bambino impara a utilizzare questi segni durante l'interazione sociale con l'adulto, dapprima rispondendo a stimolazioni dell'ambiente esterno, no a divenire consapevole del signi cato e dei ruoli del segno, e raggiungere una interiorizzazione del segno stesso. Per cui il linguaggio si trasforma in pensiero, utile strumento per il funzionamento cognitivo. Piaget, diversamente, sosteneva che il linguaggio dipendeva dal pensiero e non rivestisse nei primi anni di vita un ruolo fondamentale e formativo sul pensiero stesso, e fosse; quindi, prima egocentrico e successivamente acquisisse una funzione socializzante. La principale funzione del linguaggio è comunicare. Nel primo anno di vita, quando il bambino non ha ancora imparato ad utilizzare il linguaggio verbale, il neonato utilizza: -Pianto; -Sorriso; -Vocalizza per esprimersi; ———————————————————————————————— Secondo Erik Erikson, ogni individuo attraversa otto fasi di sviluppo psico-sociale, ognuna delle quali presenta una crisi o una s da da affrontare. 1) Fiducia vs S ducia (0-1 anno): In questa fase, i bambini imparano ad af darsi o dif dare delle persone e del mondo, in base alle cure ricevute dagli adulti che li circondano.2) Vergogna vs Dubbio (2-3 anni): In questa fase, i bambini sviluppano un senso di autonomia e di indipendenza, ma possono sentirsi insicuri e vergognarsi delle proprie azioni. 3) Iniziativa vs Senso di colpa (4-5 anni): In questa fase, i bambini imparano a iniziare e a portare a termine attività, ma possono sentirsi colpevoli se le loro azioni vengono punite. 4) Industriosità vs Senso di inferiorità (6-12 anni): In questa fase, i bambini imparano a lavorare duro e a sviluppare competenze, ma possono sentirsi inferiori se non riescono a soddisfare le aspettative degli adulti. 5) Identità vs. Diffusione dell'Identità (13-18 anni): In questa fase, i giovani cercano di sviluppare un senso di identità personale e di scoprire chi sono, ma possono sentirsi confusi se non fi fi fi fi fi fi fi riescono a trovare un senso di scopo o di direzione. 6) Intimità vs. Isolamento (19-25 anni): In questa fase, gli adulti cercano di sviluppare relazioni intime e signi cative con gli altri, ma possono sentirsi isolati se non riescono a creare queste connessioni. 7) Generatività vs. Stagnazione (26-40 anni): In questa fase, gli adulti cercano di avere un impatto positivo sulla società e sulle generazioni future, ma possono sentirsi bloccati se non riescono a trovare un modo per contribuire. 8) Integrità vs. Disperazione (40+) In questa fase, le persone ri ettono sulla propria vita e cercano di accettare la morte in modo paci co, ma possono sentirsi disperati se sentono che la loro vita non ha avuto un senso o un signi cato. ———————————————————————————————— Piaget ha individuato due livelli di moralità infantile: ·la moralità eteronoma e di responsabilità oggettiva: caratteristica del periodo preoperatorio (sotto i 6-7 anni). Il giudizio morale è dato in base all'effetto dell'azione messa in atto piuttosto che all'intenzione. Il bambino si sforza di seguire le regole date dall'adulto, senza chiedersi il perché di queste regole. · la moralità autonoma e di responsabilità soggettiva: si acquisisce intorno ai 10 anni, anche se tra i 7 e i 10 anni può convivere con la moralità eteronoma. Il bambino comprende che l'intenzione e il contesto sono importanti per fornire un giudizio morale. ———————————————————————————————— Teoria dello sviluppo della moralità di Kohlberg: Kohlberg riformula lo sviluppo morale secondo tre livelli, ognuno diviso in due stadi: · Livello preconvenzionale (4-10 anni) -Stadio 1: per dare un giudizio, il bambino tiene conto di premi- punizioni. Per giudicare un'azione contano le conseguenze materiali e non l'intenzione. -Stadio 2: un'azione è giusta se porta al soddisfacimento delle necessità dell'individuo. Non c'è rispetto radicale dell'autorità. · Livello convenzionale (13-20 anni) -Stadio 3: C'è una forte spinta ad uniformarsi al comportamento della maggioranza. fl fi fi fi -Stadio 4: Un buon comportamento consiste nel fare il proprio dovere e nel mantenere l'ordine sociale. Livello post-convenzionale (regolato da principi) -Stadio 5: le regole morali sono modi cabili. -Stadio 6: orientamento della coscienza e dei principi universali, che possono non essere scritti nelle leggi. ——————————————————————————————— AUTORI Il concetto di metodo si studia a partire da quattro grandi autori della pedagogia: - Pestolazzi; - Frobel; - Agazzi; - Montessori; Questi autori si collocano tra la ne del 700 e il 900, periodo determinante per l'attenzione all'infanzia, e perché non sono stati solo dei teorici della pedagogia, ma hanno avuto ampia esperienza sul campo. Le loro esperienze educative sono assunte come testimonianze di metodo, da approfondire come struttura di riferimento di pensiero e di azione. PESTALOZZI Pestalozzi crea le fasi di crescita di un individuo: Lo stato di natura: è primitivo e dominato dal bisogno e dall'egoismo. Lo stato sociale: supera le fasi di bisogni primitivi grazie all’intelligenza. Lo stato morale: in cui l'intelligenza è utilizzata per dirigere la volontà verso il bene, dove si impara a vivere in forma sociale. Pestalozzi individua nella personalità umana facoltà: 1) La mente: che ha la forza di superare le sensazioni e le percezioni; 2) Il cuore: legato al valore del bello e del bene, che ci fa provare sentimenti di amore, pietà e fede, e si esprime attraverso azioni di tipo morale; fi fi 3) La mano: che si esplica nella pratica, nella capacità di lavoro, di creatività e di arte; Secondo Pestalozzi, l'educazione è integrale quando coltiva ciascuna di queste facoltà. L'amore pensoso è uno dei principi fondamentali della pedagogia di Pestalozzi, secondo cui l'educazione dovrebbe essere improntata all'amorevolezza e alla cura dell'individuo, e questo principio si basa sul presupposto che l'affetto e l'amore sono fondamentali per lo sviluppo e la crescita dell’individuo. L'Anschauung, invece, è un metodo di insegnamento che si basa sull'osservazione diretta e l'esperienza concreta dell'oggetto di studio. La pedagogia di Pestalozzi è stata de nita "Pedagogia dell'amorevolezza" perché credeva che l'educazione dovesse essere improntata all'affetto e alla cura dell'individuo, e che il ruolo dell'insegnante dovesse essere quello di guidare e stimolare l'apprendimento dell’allievo. ———————————————————————————————— FROBEL Secondo la pedagogia di Frobel, la natura e il bambino sarebbero manifestazioni di Dio. Egli riconosce l'innata bontà dell'infanzia, come "depositaria della voce di Dio". Nel testo "L'educazione dell'uomo" Frobel presenta una teoria generale dello sviluppo infantile divisa in periodi: 1) Lattante: tutte le manifestazioni del bambino devono essere riconosciute dai genitori perché attraverso di esse, il bambino riesce a cogliere dentro di sé il mondo esteriore; 2) Infanzia: caratterizzata dallo sviluppo del linguaggio. In questa fase ha inizio la vera educazione, ed elemento costitutivo di questa fase è il gioco, che se privo delle storture da parte degli adulti, si trasformerà nel lavoro dell'uomo; 3) Fanciullezza: si sviluppa l'interiorizzazione, la curiosità e l'interesse. L'educazione, così, diventa istruzione. ———————————————————————————————— fi SORELLE AGAZZI Il fondamento del metodo agazziano risiede nell'idea che il bambino è un "germe vitale" che aspira al suo intero sviluppo, il quale può avvenire solo in un ambiente adatto e naturale come una casa. La scuola materna non viene mai presentata come un luogo sostitutivo dell'affetto e delle cure familiari, ma come un luogo dove si vive in continuità con la vita della famiglia. Le condizioni di povertà non sono un limite allo sviluppo, ma devono diventare un punto di partenza per un miglioramento sociale. Quindi, il diritto principale del bambino è quello di essere ed esprimere sé stesso. All'interno della scuola materna delle sorelle Agazzi troviamo: I materiali per gli esercizi di vita pratica: oggetti di vita quotidiana di uso individuale, come asciugamani e bavagli, o di uso collettivo, come cesti e cassapanche, e in ne i materiali per il gioco all'aperto, come carriole e palle. I materiali speciali d'uso didattico: utilizzati per l'osservazione, l'educazione linguistica e la discriminazione sensoriale, fabbricati dai bambini e della maestra, che variano a seconda della fase di sviluppo dei bambini. Il museo delle cianfrusaglie: vari oggetti che ogni bambino porta con sé, come bottoni, lacci e foglie, che vengono raggruppati per formare un museo didattico nella quale ordinare gli oggetti, per acquisire i concetti di forma, colore e grandezza. Il sistema dei contrassegni: immagini di oggetti che ogni bambino sceglie e che hanno la funzione di segno distintivo, riprodotta su tutte le cose che gli appartengono. ———————————————————————————————— MARIA MONTESSORI L’educatore montessoriano deve essere riconoscente del privilegio di avere cura dell'infanzia. L'educatore montessoriano è uno scienziato, deve essere preparato nello spirito dello scienziato piuttosto che nel meccanismo, fondato sull'osservazione del bambino. L'educatore montessoriano si muove solo per: -Riconoscere i bisogni del bambino; -Offrirgli i materiali necessari; fi e, una volta che egli è autonomo nella sua attività, deve ritirarsi e restare a osservare i progressi. ——————————————————————————————— Le forme dell’educazione nei servizi dedicati all’infanzia. È dif cile dare una de nizione precisa ai servizi educativi per l’infanzia perché ci sono molti contesti diversi che dipendono dai destinatari e dalle diverse legislazioni regionali. Nel 2017 è stato creato il Sistema 0-6 per uni care le proposte educative prescolastiche in Italia. ——————————————————————————————— I nidi e i micronidi sono servizi educativi dal Decreto 65 del 2017. Accolgono bambini da 3 a 36 mesi per la loro: - Cura; - Educazione; - Socializzazione; Essi operano in continuità con la scuola dell'infanzia. La legge n. 1044 del 1971 introduce la dimensione psico- pedagogica del nido. I nidi si costituiscono come luoghi educativi e di crescita della prima infanzia, con i tempi di crescita dei bambini e con attenzione alle dimensioni emotive e relazionali della loro vita sociale. ———————————————————————————————— La professione di educatore della prima infanzia richiede una laurea in Scienze dell'Educazione con curriculum speci co. Il lavoro con i bambini piccoli richiede conoscenze, abilità e attitudini speci che, e la professionalità educativa è costituita da tre dimensioni: Sapere: conoscenze. Saper fare: professionalità. Saper essere: essere consapevole del privilegio che è stare al cospetto del bambino e di gestire le proprie emozioni per creare un ambiente di accoglienza. Questa relazione tra educatore e bambino è coevolutiva e contribuisce sia alla crescita personale che a quella comunitaria. ———————————————————————————————— Le sezioni primavera sono un’offerta formativa per bambini di età compresa tra 24 e 36 mesi, introdotte dalla legge n. 296 del 27 dicembre 2006. fi fi fi fi fi Sono aggregate alle scuole dell'infanzia e nascono per garantire la continuità del percorso formativo dell'asse 0-6 anni, rispondendo ai bisogni delle famiglie con bambini 0-3 anni. Sono tre gli elementi più signi cativi delle sezioni primavera: -Contrastare l'anticipazione alla scuola dell'infanzia; -Svolgere un ruolo di completamento del percorso della prima infanzia; -Garantire un accompagnamento più strutturato alla dimensione infantile, in un tempo dello sviluppo ricco di cambiamenti per la crescita, utilizzando la dimensione ludica e simbolica come esperienza pre-culturale; ———————————————————————————————— Le comunità mamma-bambino sono servizi che accolgono nuclei di mamme e bambini che si trovano inuno stato di disagio e che hanno bisogno di tutela e sostegno nella gestione della loro quotidianità. Le situazioni che possono comportare la necessità di accoglienza sono dettate da provvedimenti di allontanamento dalla famiglia emanati dal Tribunale dei minori. Il percorso prevede: - Una fase di primo colloquio alla presenza del servizio inviante; - Consegue la stesura e la condivisione del progetto individuale; - Prende avvio il percorso di accoglienza, che prevede come esito la fase di reinserimento e autonomia, con percorsi di coinvolgimento di familiari o di sostegno alla cogenitorialità. fi